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Contestata la proposta sull'approvvigionamento energetico | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Peter
Michael MOMBAUR
(PPE/DE, D) Il Parlamento ha approvato la relazione di Peter Michael MOMBAUR (PPE/DE, D) sulla sicurezza dell'approvvigionamento di gas naturale, ma ha respinto quella di Hans KARLSSON (PSE, S) sulla sicurezza degli approvvigionamenti dei prodotti petroliferi. Il secondo testo elaborato da quest'ultimo relatore, relativo al livello minimo di scorte di petrolio greggio e alle misure per attenuare le conseguenze delle difficoltà di approvvigionamento, non è di conseguenza stato votato, ma è stato rinviato in commissione parlamentare. I deputati contestano con forza le proposte iniziali della Commissione europea. L’Esecutivo ha infatti proposto d’instaurare un meccanismo comunitario per l’utilizzo delle riserve strategiche di prodotti petroliferi e di gas in modo da creare un’autentica solidarietà tra gli Stati membri in situazioni di penuria. Oggi, se vi fossero problemi di approvvigionamento, la decisione di liberare gli stock spetterebbe ai singoli Stati membri. La proposta della Commissione prevede invece regole armonizzate di utilizzo degli stock per far fronte alla volatilità dei mercati e suggerisce l’istituzione di un meccanismo comunitario che abiliti la Commissione stessa ad assumere d’urgenza le misure necessarie, tenendo conto degli obiettivi generali dei meccanismi di utilizzo degli stock di sicurezza. L’idea di conferire tale potere discrezionale alla Commissione e quella di aumentare le riserve strategiche di petrolio da 90 a 120 giorni di consumo entro il 1° gennaio 2007 hanno incontrato forte opposizione da parte dei deputati, che sono contrari a modifiche in questo settore poiché esiste già una normativa sulle riserve petrolifere. La Commissione europea è quindi invitata a presentare una nuova proposta in materia o a ritirare quella presentata. Per quanto
concerne infine la sicurezza dell'approvvigionamento di gas naturale, i
deputati hanno votato numerosi e importanti emendamenti. Hanno respinto
la proposta della Commissione volta ad assicurare l'approvvigionamento
per un periodo di 60 giorni. È stata anche respinta l’armonizzazione
delle disposizioni nazionali relative alla gestione delle riserve. Sono
state invece introdotte misure per evitare distorsioni della concorrenza
a danno delle piccole e medie imprese. L’Aula sostiene infine il
sistema di sicurezza degli approvvigionamenti creato dall’Agenzia
internazionale per l’energia (AIE). |
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Sfruttamento di informazioni del settore pubblico | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
W.G.
VAN VELZEN (PPE/DE, NL) Approvando una serie di emendamenti di compromesso in seconda lettura, il Parlamento ha definito la sua posizione sulla proposta di direttiva sul riutilizzo e lo sfruttamento a fini commerciali dei documenti del settore pubblico. Dovrebbe così essere evitata la procedura di conciliazione. La direttiva in questione mira a stabilire una serie di regole comuni per lo sfruttamento commerciale e non di informazioni in possesso del settore pubblico. Quest’ultimo raccoglie, compila e diffonde informazioni relative a diversi settori d’attività, come quello sociale, economico, geografico, meteorologico e turistico, ma anche nel campo dei brevetti e dell’istruzione. Se tali informazioni fossero maggiormente sfruttate, si ritiene, il grande pubblico e le imprese potrebbero beneficiare in maggior misura del mercato interno. I deputati sottolineano che la pubblicità di tutte le informazioni generalmente accessibili in possesso del settore pubblico - concernenti non solo il processo politico ma anche quello giudiziario e amministrativo - rappresenta uno strumento fondamentale per ampliare il diritto alla conoscenza, che è un principio basilare della democrazia. Tale obiettivo è applicabile alle istituzioni di ogni livello, nazionale ed internazionale. Gli emendamenti approvati dall'Aula riguardano, tra l’altro, la necessità di rendere le informazioni disponibili in modo rapido. La rapidità riveste infatti un’importanza particolare in caso di «contenuto dinamico» – ad esempio per i dati sul traffico – il cui valore economico dipende dall’immediata disponibilità e dal regolare aggiornamento. I deputati introducono infatti un termine generale, che non dovrebbe superare le tre settimane, per rispondere alle domande e fornire i documenti ai richiedenti. Quanto ai
corrispettivi in denaro, i parlamentari chiedono che l’ente pubblico
indichi, su richiesta, la base di calcolo per la tariffa applicata. È
stato inoltre chiarito che, quando viene chiesto il pagamento di un
corrispettivo in denaro, il totale delle entrate non supera i costi
complessivi di raccolta, produzione, riproduzione e diffusione di
documenti, maggiorati di un congruo utile sugli investimenti, tenendo in
debito conto i fabbisogni di autofinanziamento dell'ente interessato. I
documenti, in generale, dovrebbero essere resi accessibili per via
elettronica. In caso di controversia, gli enti pubblici dovrebbero
garantire che chi richiede il riutilizzo di documenti sia al corrente
degli strumenti di ricorso possibili. Si dovrebbe inoltre tenere conto
delle possibilità di riutilizzo da parte dei o per i disabili. Sicurezza dell’informazione: accordo sul budget del programma MODINISImelda READ (PSE, UK) Raccomandazione
per la seconda lettura relativa alla posizione comune del Consiglio in
vista dell'adozione di una decisione del Parlamento europeo e del
Consiglio recante adozione di un programma pluriennale
(2003-2005) per il monitoraggio del piano d'azione eEurope 2005, la
diffusione delle buone prassi e il miglioramento della sicurezza delle
reti e dell'informazione (MODINIS) Il Parlamento chiede una dotazione finanziaria pari a 21 milioni di euro per il programma MODINIS 2003-2005, che riguarda il monitoraggio del piano d’azione e-Europe, la diffusione delle buone prassi e il miglioramento della sicurezza delle reti nel settore delle tecnologie dell’informazione. In prima lettura il Parlamento aveva appoggiato la proposta della Commissione che prevedeva uno stanziamento di 25 milioni di euro. Nella sua posizione comune, però, il Consiglio aveva ridotto l'importo a 20 milioni di euro. Il compromesso di 21 milioni dovrebbe permettere di evitare la procedura di conciliazione. Scopo di
MODINIS è quello di assicurare un programma di sostegno finanziario
onde accompagnare gli sforzi compiuti dai paesi membri affinché sia
raggiunto l’obiettivo definito a Lisbona di fare dell'economia europea
«un’economia basata sulla conoscenza». MODINIS, che succede a
PROMISE (scaduto alla fine dello scorso anno) garantisce anche il
complemento finanziario a un’efficace attuazione del piano d’azione
e-Europe. |
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Meno emissioni nocive da pitture, vernici decorative e prodotti per carrozzeria | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Giorgio
LISI (PPE/DE, I) I solventi organici utilizzati in pitture e vernici decorative e nei prodotti per carrozzeria rilasciano nell'atmosfera dei composti organici che possono nuocere alla salute umana. Nell'ambito del programma CAFE (Clean Air for Europe), la Commissione europea ha quindi presentato una proposta di direttiva che stabilisce soglie massime di utilizzo dei solventi in alcune categorie di rivestimenti al fine di ridurre le emissioni di COV (composti organici volatili). Il Parlamento europeo, adottando la relazione di Giorgio LISI (PPE/DE, I) con 371 voti favorevoli, 24 contrari e 67 astensioni, ha approvato la proposta e ha chiesto che le pitture e le vernici decorative e i prodotti per carrozzeria non contengano sostanze classificate come cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione ai sensi della direttiva 67/548/CEE. I
parlamentari non hanno invece accolto la proposta della commissione per
l'ambiente di alzare da 250 a 280°C il punto di ebollizione dei COV, in
modo da includervi anche il texanolo. L'etichetta dei prodotti che
contengono tali sostanze, oltre che fornire una serie di informazioni,
dovrebbe indicare i rischi potenziali di esposizione a solventi e le
modalità per utilizzarli in modo appropriato. Restano inoltre
impregiudicate le normative nazionali che garantiscono un più elevato
livello di protezione della salute dei lavoratori e dei consumatori
rispetto alla direttiva. |
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Finanziamenti rapidi alle organizzazioni dei consumatori | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Phillip
WHITEHEAD
(PSE, UK) Il Parlamento europeo sostiene l'integrazione della protezione dei consumatori in tutti i pertinenti ambiti politici dell’UE, come ad esempio le politiche energetiche e le comunicazioni. Esso auspica che questo obiettivo si affianchi agli altri tre previsti dalla strategia della politica dei consumatori: un elevato livello comune di tutela dei consumatori; un'applicazione efficace delle norme che li tutelano; il coinvolgimento delle organizzazioni dei consumatori nelle politiche comunitarie. La relazione di Phillip WHITEHEAD (PSE, UK), approvata in Aula con 503 voti favorevoli, 20 contrari e 18 astensioni, ha esaminato in prima lettura la proposta della Commissione sul quadro generale per il funzionamento delle attività comunitarie a sostegno delle associazioni dei consumatori nel periodo 2004-2007. L’importo previsto dalla Commissione (72 milioni di euro) non viene messo in discussione, tuttavia è emersa la preoccupazione per il finanziamento di azioni nei 10 nuovi paesi membri. Ecco perché si chiede di poter derogare ai limiti fissati dalla proposta, vale a dire il 50% delle spese in linea di principio e il 70% come tetto massimo. Ciò permetterebbe un contributo finanziario più sostanzioso alle organizzazioni dei consumatori dei paesi candidati. Si noti che i 18 milioni di euro previsti per l'anno 2007 dovranno essere confermati al momento dell'approvazione delle prossime prospettive finanziarie. Viceversa, l'approvazione in prima lettura garantisce fin d'ora la continuità dei finanziamenti alle organizzazioni di consumatori per l'inizio dell'anno prossimo, allorché l'attuale quadro finanziario sarà scaduto. Tali
finanziamenti saranno celeri: la Commissione dovrà decidere entro tre
mesi dal termine per la presentazione delle richieste. Inoltre informerà
i richiedenti già durante le fasi iniziali del processo di valutazione
delle richieste di contributi finanziari se non possono beneficiarne o
se la richiesta presentata non fornisce tutte le informazioni
necessarie. Le procedure amministrative dovrebbero essere alleggerite,
soprattutto quando l'aiuto finanziario richiesto è modesto (inferiore a
25.000 euro). In ogni caso, è essenziale che le organizzazioni di
consumatori siano davvero indipendenti dai poteri pubblici o da
interessi privati, onde evitare gli errori del passato. Per questo esse
dovranno fornire una serie di informazioni relative ai loro membri, al
funzionamento interno e alle loro fonti di finanziamento. |
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Riforma delle pensioni | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Jan
ANDERSSON (PSE, S) Con 453 voti favorevoli, 61 contrari e 27 astensioni, il Parlamento europeo ha adottato un rapporto sulla relazione congiunta della Commissione e del Consiglio in materia di pensioni adeguate e sostenibili. Il testo elaborato da Jan ANDERSSON (PSE, S) sostiene la stretta collaborazione in atto tra gli Stati membri in questo settore, esercitata attraverso il metodo aperto di coordinamento. L'organizzazione e il finanziamento delle pensioni incombono agli Stati membri, in conformità al principio di sussidiarietà, ma questo non sminuisce in alcun modo il valore del contributo europeo. I deputati ritengono che il finanziamento dei sistemi pensionistici pubblici debba avere priorità nei bilanci statali. Qualsiasi analisi di tali sistemi deve includere non soltanto una dimensione finanziaria, ma anche gli aspetti sociali e assistenziali e il contributo che essi apportano alla solidarietà tra generazioni. Si ammette che la situazione attuale, che vede un'età pensionabile effettiva significativamente inferiore a quella obbligatoria, è ormai insostenibile. Tuttavia l'innalzamento dell'età pensionabile dovrebbe essere realizzato attraverso incentivi, anziché disincentivi quali la riduzione drastica della pensione. Si ravvisa altresì la possibilità di salvaguardare l'adeguatezza delle pensioni legali rendendo flessibile l'età pensionabile e la transizione dalla vita attiva alla pensione. La modernizzazione dei sistemi pensionistici, inoltre, non può non tener conto dell'evoluzione di una società in cui aumentano continuamente i lavoratori atipici, per i quali occorre aumentare le tutele. Si chiede
infine agli Stati membri di eliminare dai propri sistemi pensionistici
ogni restante forma di discriminazione fondata sul sesso, tenendo
presente che il problema essenziale consiste nell'aumento del livello di
occupazione femminile a parità retributiva. |
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Politiche per l’occupazione nei paesi candidati | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Harald
ETTL (PSE,
A) La relazione
è stata approvata. |
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L'UE assuma un ruolo guida in materia di sviluppo sostenibile | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Risoluzione
sul contributo dell'Unione europea al piano d'azione del Vertice
mondiale sullo sviluppo sostenibile (WSSD) Il Parlamento ha adottato una risoluzione sul contributo dell'Unione europea al piano d'azione del Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile di Johannesburg. Il testo sottolinea la necessità di agire con urgenza per realizzare gli impegni assunti a Johannesburg: l'UE dovrebbe continuare ad avere un ruolo guida, coinvolgendo tutte le parti interessate nel processo decisionale e di attuazione, avviando ambiziosi piani d'azione, fissando calendari e prevedendo risorse per dare seguito alle raccomandazioni formulate. I deputati accolgono con favore le disposizioni del progetto di Trattato costituzionale, le quali prevedono che tutte le iniziative e gli aspetti esterni delle politiche dell'Unione debbano essere coerenti con gli obiettivi dello sviluppo sostenibile. L'Aula chiede che l'iniziativa dell'UE in materia di acque sia ulteriormente sviluppata, in modo da fornire un sostegno, attraverso gli strumenti finanziari e le altre attività dell'Unione europea, a progetti di partenariato. Si appoggia inoltre la creazione di un Fondo europeo per le acque a partire dalla riserva del Fondo europeo per lo sviluppo. Il Parlamento ritiene che l'accesso all'energia sia un elemento indispensabile dello sviluppo e costituisca quindi un diritto economico e sociale. Pur accogliendo l'iniziativa dell'UE per l'energia, i deputati deplorano che non siano stati previsti nuovi stanziamenti per affrontare in modo adeguato il rapporto tra energia e povertà. L'Aula appoggia inoltre gli obiettivi della Coalizione di Johannesburg per l'energia rinnovabile (JREC). Rallegrandosi
dell'impegno assunto dal Consiglio europeo di Salonicco di creare una
diplomazia europea per l'ambiente e lo sviluppo sostenibile quale
strumento per promuovere il ruolo di guida dell'UE, i parlamentari
sottolineano che le sovvenzioni agricole dell'UE e le loro conseguenze
per i paesi in via di sviluppo sono divenute un ostacolo ad una buona
relazione di lavoro tra i paesi dell'UE e del G77 sul palcoscenico
internazionale. L'Aula esorta pertanto la Commissione ad elaborare un
piano d'azione volto a raggiungere l'obiettivo della disgiunzione della
crescita economica dallo sfruttamento delle risorse. Si invita infine il
Consiglio europeo ad assicurare che lo sviluppo sostenibile divenga uno
dei principali elementi fissi dei futuri Consigli di primavera,
chiedendo inoltre alla Commissione di elaborare un'analisi annuale dei
processi di Johannesburg, Cardiff (integrazione ambientale) e Göteborg
(strategie di sviluppo sostenibile dell'UE). |
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Accesso ai documenti delle istituzioni UE | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il Parlamento ha approvato la relazione di Michael CASHMAN (PSE, UK) sull’accesso del pubblico ai documenti delle Istituzioni europee. L’analisi del primo anno di piena applicazione del regolamento 1049/2001 sull'accesso ai documenti mostra progressi effettivi: la percentuale di accesso è stata dell’89,1% per il Consiglio, del 68% per la Commissione e del 98,7% per il Parlamento. La relazione evidenzia però che vi sono ancora lacune in merito alla trasparenza. L’Aula ritiene che la situazione sia ancora insoddisfacente. Il Consiglio non consente l’identificazione delle posizioni delle varie delegazioni nazionali durante il processo decisionale: tale informazione è invece essenziale per la supervisione delle posizioni dei governi nazionali. Il Consiglio viene inoltre criticato per aver rifiutato sistematicamente le richieste di documenti riguardanti la sicurezza pubblica e per aver sospeso la registrazione di alcune riunioni per non dover fornire su richiesta i nastri. La Commissione, dal canto suo, dispone di più registri elettronici, mentre l’obiettivo del regolamento era proprio quello di istituire un unico registro. I deputati sollecitano anche i segretariati delle commissioni parlamentari a garantire un’informazione aggiornata in merito alle loro attività sui rispettivi siti web e ad operare in piena trasparenza. La relazione evidenzia inoltre che tutte le istituzioni sembrano respingere le richieste di accesso ai pareri legali. Anche la Convenzione europea è stata criticata per non essersi ritenuta vincolata all’applicazione dei principi sanciti nel regolamento. Disapprovazione
è stata espressa nei confronti delle Istituzioni europee, che non hanno
definito un sistema generale di codificazione interistituzionale. I
deputati chiedono quindi di migliorare l’operatività dei registri e
di avviare azioni urgenti per garantire il rispetto del regolamento.
Qualora l’accesso a un documento fosse rifiutato, i cittadini
dovrebbero essere informati sul diritto di presentare una denuncia al
Mediatore europeo. |
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I Lloyd's e l'applicazione delle direttive sulle assicurazioni | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Roy
PERRY (PPE/DE, UK) Con la relazione di Roy PERRY (PPE/DE, UK), elaborata a seguito di alcune petizioni e approvata dal Parlamento con 358 voti favorevoli e 35 astensioni, i deputati chiedono che la Commissione europea risponda circa le inadempienze e le omissioni che ritiene si siano verificate in merito al recepimento e all'applicazione nei confronti dei Lloyd's delle direttive sulle assicurazioni nel periodo tra il 1978 e il 1995. Se la Commissione non fornirà le informazioni e la documentazione necessarie entro il 15 novembre 2003, il Parlamento si riserva il diritto di procedere ad ulteriori inchieste e indagini. I problemi sollevati dai firmatari delle petizioni riguardano il recepimento delle direttive europee da parte delle autorità del Regno Unito, in particolare di quella sulle esigenze e sul controllo della solvibilità, nonché l’applicazione non corretta della direttiva per quanto concerne il mercato assicurativo dei Lloyd's. I punti cruciali riguardano la certificazione della solvibilità dei Names (azionisti) e del Syndacate (gruppo in cui operano i Names), nonché la conformità con la direttiva 239/73/CEE. Gli autori delle petizioni che hanno subito perdite ne lamentano la trasposizione tardiva e la mancata applicazione, interrogandosi sull’ammissibilità di un indennizzo. Se la
corretta applicazione della normativa UE rispetto ai Lloyd's può essere
considerata, in prima istanza, un problema britannico, l'esistenza del
mercato unico e le esigenze specifiche della direttiva 239/73/CEE ne
fanno un problema europeo. Ci sono infatti centinaia di Names nei paesi
membri dell'Unione europea, al di fuori del Regno Unito. Il relatore
lamenta peraltro che la Commissione e le autorità del Regno Unito hanno
finora negato al Parlamento e alla commissione per le petizioni
l'accesso ai documenti relativi al caso. |
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L’attività del Mediatore europeo nel 2002 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
The
Earl of STOCKTON
(PPE/DE, UK) La relazione
è stata approvata. |
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Bilancio d'attività della commissione per le petizioni | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Laura
GONZÁLEZ
ÁLVAREZ (GUE/NGL, E) La relazione
è stata approvata. |
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Codice di condotta per l'esportazione di armi | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Karl
von WOGAU
(PPE/DE, D) Il Parlamento, con l'approvazione della relazione di Karl von WOGAU (PPE/DE, D), accoglie con favore i progressi indicati nella Quarta relazione annuale del Consiglio sull’attuazione del codice di condotta europeo per le esportazioni di armi, che fissa norme minime per il rilascio delle autorizzazioni all'esportazione di armi convenzionali da parte degli Stati membri. Il relatore rileva che l’attuale contesto politico è segnato da un lato da un collegamento sempre più evidente fra instabilità regionali, Stati in dissoluzione, criminalità organizzata e terrorismo internazionale e, dall’altro, dall’allargamento dell’UE e dall’avviamento, nell’ambito della politica europea di sicurezza e difesa (PESD), di iniziative comuni in vista di una politica europea degli armamenti e delle forniture. Entrambi gli aspetti hanno implicazioni sul piano della politica di esportazione delle armi. Per quanto riguarda la politica nei confronti dei paesi terzi, i deputati affermano che, ai fini della lotta contro il terrorismo e in un’ottica di prevenzione dei conflitti, stabilizzazione regionale e rispetto dei diritti dell’uomo, serve una chiara ed efficace politica comune nel settore delle esportazioni di armi. Pur compiacendosi dell’intesa raggiunta dagli Stati membri sui dati minimi da includere nel certificato di destinazione finale, i parlamentari ritengono necessario istituire anche un sistema di verifica e di monitoraggio da attuarsi dopo l’esportazione, con la possibilità di applicare sanzioni. Nell'ambito dei controlli sulle esportazioni di armi verso paesi terzi, si dovrebbe dedicare particolare attenzione ai prodotti che possono essere utilizzati a scopi sia civili che militari, come pure ai pezzi di ricambio e ai prodotti che si prestano all’eventualità di una guerra elettronica. Il codice dell’UE andrebbe inoltre applicato per l’autorizzazione di articoli destinati ad essere incorporati, dal paese importatore, in componenti di armi successivamente esportate verso un paese terzo. In linea di principio, l’esportazione di armi verso paesi coinvolti in conflitti armati dovrebbe essere proibita. Per quanto
concerne invece l’instaurazione di un mercato comune europeo degli
armamenti, i deputati chiedono che vengano gradualmente aboliti i
controlli sui trasferimenti di armi all’interno dell’Unione europea.
Essi rivolgono poi un appello ai paesi candidati, e soprattutto ai paesi
di prossima adesione, affinché rafforzino le legislazioni nazionali
sulla base del codice di condotta. Anche i nuovi paesi contigui all'UE
ampliata e i paesi con cui l'UE ha concluso o intende concludere accordi
di stabilizzazione e associazione dovrebbero essere invitati a
rispettare il codice di condotta. I parlamentari raccomandano infine di
considerare la possibilità di creare un’Agenzia europea per il
controllo delle esportazioni di armi e chiedono, quale obiettivo a medio
termine, che la politica degli Stati membri nel settore delle
esportazioni di armi sia armonizzata e diventi giuridicamente
vincolante. |
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Asilo: respinta la proposta di regolamento sui paesi terzi sicuri | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Olle
SCHMIDT
(ELDR, S) Il Parlamento, con la relazione di Olle SCHMIDT (ELDR, S), respinge l’iniziativa della Repubblica d’Austria volta ad elaborare un elenco di paesi terzi sicuri nel contesto delle domande di asilo. L’elenco dei paesi terzi sicuri comprenderebbe gli attuali 15 Stati membri dell’UE automaticamente, i 12 paesi candidati, la Norvegia, l’Islanda e la Svizzera. I deputati ritengono che la lista non sia di grande utilità, visto che solo la Svizzera vi potrebbe effettivamente rimanere. A seguito dalla firma dei trattati di adesione, infatti, il regolamento di Dublino II e l’acquis di Schengen si applicheranno ai dieci paesi aderenti. Romania e Bulgaria non vi saranno comunque incluse finché il Consiglio non avrà adottato una decisione in merito a una data successiva. Per quanto riguarda Norvegia e Islanda, in virtù del regolamento Dublino II e dell’acquis di Schengen, il regolamento sarà applicabile solo dopo che i due paesi avranno notificato l’accettazione del suo contenuto e lo avranno recepito nei rispettivi ordinamenti nazionali. L’Aula
ritiene inoltre che – se davvero si considera auspicabile un elenco
comune – il concetto di paesi terzi sicuri non dovrebbe essere oggetto
di un regolamento separato, ma essere affrontato nel quadro generale
della direttiva sulle procedure d’asilo. Dovrebbe cioè esserci
un’autentica procedura d’asilo europea prima di poter identificare
gli Stati terzi sicuri. |
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Espulsioni: assistenza durante il transito | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Timothy
KIRKHOPE
(PPE/DE, UK) La relazione
è stata approvata. |
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Modifica del manuale SIRENE | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Carlos
COELHO
(PPE/DE, P) La relazione
è stata approvata con 369 voti favorevoli, 48 contrari e 39 astensioni. |
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Richiesta di revoca dell'immunità parlamentare | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Klaus-Heiner
LEHNE (PPE/DE,
D) La relazione
di Klaus-Heiner LEHNE (PPE/DE,
D) è stata approvata. L'immunità dell'on. Jannis SAKELLARIOU
(PSE, D) non è quindi stata revocata. |
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Situazione giuridica dei gruppi politici | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Gianfranco
DELL'ALBA
(NI, I) La relazione
è stata approvata. |
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Aggiornamento tecnico del budget 2003 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Göran
FÄRM (PSE, S) La relazione
è stata approvata. |
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Accordo di pesca UE-Mauritius | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Dominique
SOUCHET (NI, F) La relazione
è stata approvata. |
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Ordine del giorno 8 -9 ottobre 2003 Bruxelles Mercoledì 8 ottobre 2003 |
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(15:00 - 16:00)
(16:00 -
20:00, 21:00 - 24:00)
Giovedì 9
ottobre 2003 (9:00
- 11:00)
(11:00 - 11:300 ) Votazione
(11:30
- 12:00 )
(12:00 - 13:00 ) Seguito della votazione
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