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RASSEGNA

 

17 - 20  novembre 2003

 

Strasburgo

 


Sommario

Codici delle procedure parlamentari, Abbreviazioni

Deputati al Parlamento europeo

Dichiarazioni
Il ricordo delle vittime di Nassiriya
Cordoglio per l'incidente di Saint-Nazaire e gli attentati in Turchia
Modifiche all'ordine del giorno

Conferenza intergovernativa
Disposizioni finanziarie del progetto di Trattato costituzionale

Relazioni esterne
Euromed: sostegno alla creazione dell'Assemblea parlamentare
Una nuova politica di vicinato nella prospettiva dell'allargamento
Risultati del Vertice UE-Russia
Il potenziale inespresso della dimensione nordica
Coordinatore speciale per l'Europa sudorientale
Comprensione reciproca con parti del mondo non industrializzato

Allargamento
I Balcani nell'UE, ma a precise condizioni
Assunzione di nuovi funzionari: deroghe allo statuto

Sicurezza e Difesa
Per la progressiva creazione di un mercato della difesa

Ricerca
Condizioni severe per il finanziamento della ricerca sulle cellule staminali
Un piano d'azione per investire il 3% del PIL nella ricerca

Trasporti
Respinto il compromesso sui servizi portuali
Un mare più pulito e porti più sicuri
Membri della commissione temporanea sulla sicurezza marittima

Ambiente
Via libera alla direttiva «Seveso II»
Il PE a favore del trattamento locale dei rifiuti domestici
Chiesti maggiori controlli sui rifiuti
Elaborazione di una strategia di protezione del suolo
Due convenzioni sugli inquinanti organici persistenti

Affari economici e monetari  
Regime fiscale armonizzato sul gasolio professionale: il PE respinge la proposta

Industria  
Reti transeuropee, e-government, liberalizzazione delle telecomunicazioni
L'Agenzia per la sicurezza informatica al via

Energia
Riserve strategiche di petrolio

Sanità pubblica e Consumatori     (politica sociale)
Screening dei tumori

Sanità pubblica e Consumatori (protezione civile)
Controllo delle sorgenti radioattive

Giustizia e Affari interni
Falsificazione delle monete in euro
Sistema d'informazione Schengen II
Segnaletica ai valichi delle frontiere esterne

Cultura
Dimensione sociale della cultura: consultazione del CES

Agricoltura
Sistema per l'identificazione di ovini e caprini
OCM nel settore del luppolo
Convenzione internazionale per la protezione dei vegetali

Pari opportunità / Diritti della donna
Uguaglianza tra donne e uomini
Violenze contro le donne: l'UE deve reagire

Diritti dei cittadini
Cittadinanza europea attiva
Diritti dell’uomo  
La libertà religiosa in Vietnam è in pericolo
Mantenere la speranza di pace in Sri Lanka
Indonesia: stop all'offensiva nella provincia dell'Aceh

Ordine del giorno 3 - 4 dicembre 2003 Bruxelles

 

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Codici delle procedure parlamentari

Serie A

Relazioni e raccomandazioni

Serie B

Risoluzioni e interrogazioni orali

Serie C

Documenti di altre Istituzioni

*

Procedura di consultazione

**I

Procedura di cooperazione, prima lettura

**II

Procedura di cooperazione, seconda lettura

***

Parere conforme

***I

Procedura di codecisione, prima lettura

***II

Procedura di codecisione, seconda lettura

***III

Procedura di codecisione, terza lettura

Abbreviazioni

PPE/DE

Partito popolare europeo / Democratici europei

PSE

Partito del socialismo europeo

ELDR

Liberali, democratici e riformatori

Verdi/ALE

Verdi / Alleanza libera europea

GUE/NGL

Sinistra unitaria europea / Sinistra verde nordica

UEN

Unione per l’Europa delle Nazioni

EDD

Europa delle democrazie e delle diversità

NI

Non iscritti

 

B

Belgio

F

Francia

A

Austria

DK

Danimarca

IRL

Irlanda

P

Portogallo

D

Germania

I

Italia

FIN

Finlandia

GR

Grecia

L

Lussemburgo

S

Svezia

E

Spagna

NL

Olanda

UK

Regno Unito

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Deputati al Parlamento europeo

Situazione al  20.11.2003

 

B

DK

D

GR

E

F

IRL

I

L

NL

A

P

FIN

S

UK

Totale

PPE/

DE

5

1

53

9

28

21

5

34

2

9

7

9

5

7

37

232

PSE

5

2

35

9

24

18

1

16

2

6

7

12

3

6

29

175

ELDR

5

6

   

3

1

1

8

1

8

   

5

4

11

53

GUE/

NGL

 

3

7

7

4

15

 

6

 

1

 

2

1

3

 

49

Verdi/ALE

7

 

4

 

4

9

2

2

1

4

2

 

2

2

6

45

UEN

 

1

   

 

4

6

10

     

2

     

23

EDD

 

3

 

 

 

9

     

3

 

 

   

3

18

NI

3

     

1

10

 

11

   

5

     

1

31

Totale

25

16

99

25

64

87

15

87

6

31

21

25

16

22

87

626

Deputato uscente:                                                       Deputato entrante:

Emilia Franziska MÜLLER (PPE/DE, D) (06.11.2003)   Martin KASTLER (PPE/DE, D) (14.11.2003)


Gruppi politici

PPE/DE

Partito popolare europeo / Democratici europei

PSE

Partito del socialismo europeo

ELDR

Liberali democratici e riformatori

GUE/NGL

Sinistra unitaria europea / Sinistra verde nordica

Verdi/ALE

I Verdi / Alleanza libera europea

UEN

Unione per l'Europa delle Nazioni

EDD

Europa delle democrazie e delle diversità

NI

Non iscritti

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Dichiarazioni


Il ricordo delle vittime di Nassiriya


Il Presidente del Parlamento europeo, Pat COX, ha aperto la seduta di martedì 18 novembre ricordando le vittime dell'attentato compiuto il 12 novembre a Nassiriya, in Iraq. Particolarmente colpito per l'attacco alla base italiana, che ha provocato la morte di 27 persone, 19 italiani e 8 iracheni, e il ferimento di molte altre, il Presidente ha ricordato i carabinieri, giovani uomini e donne, entusiasti e impegnati nella loro missione che consisteva nel portare la pace e ridurre le sofferenze degli abitanti di quella regione. In 19 sono tornati in patria dentro bare coperte dal tricolore italiano.

Il Presidente, a nome del Parlamento, ha espresso le condoglianze alle famiglie delle vittime, al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, al Primo Ministro Silvio Berlusconi, al Ministro della Difesa Antonio Martino, alle Forze Armate e al popolo italiano. Il Presidente ha poi ricordato i feriti per la loro sofferenza personale e per la tragica perdita di amici e colleghi. 

A nome del Parlamento europeo, Cox ha espresso profonda indignazione e totale condanna per questo attentato. Nella giornata di lutto nazionale, l'Aula ha reso omaggio al coraggio e alla dedizione dei soldati e dei carabinieri italiani che hanno perso la vita in Iraq per la pace e la libertà. In loro memoria è stato osservato un minuto di silenzio.

Cordoglio per l'incidente di Saint-Nazaire e gli attentati in Turchia

Lo scorso 15 novembre, ha ricordato il Vicepresidente David MARTIN in apertura di sessione, 15 persone sono morte e 28 sono rimaste ferite a causa del crollo di una passerella nel cantiere navale di Saint-Nazaire, in Francia.

Il Vicepresidente ha inoltre condannato, a nome dell'Aula, l'attentato terroristico contro le sinagoghe di Istanbul, che il 15 novembre ha provocato la morte  di 23 civili innocenti e il ferimento di altre 100 persone. L'Aula ha espresso le condoglianze alle famiglie delle vittime e al Governo turco, raccomandando che siano prese le misure necessarie per trovare i responsabili di tali atti antisemiti, contrari ai valori difesi dal Parlamento. In memoria di tutte queste vittime è stato quindi osservato un minuto di silenzio.

Prima delle votazioni di giovedì 20 novembre, appena giunta la notizia di nuovi attentati terroristici a Istanbul, che hanno colpito tra l'altro il Consolato britannico, il Presidente del Parlamento Pat COX ha espresso le condoglianze ai familiari delle vittime e la solidarietà alle autorità turche, nonché ai cittadini di Istanbul, tradizionalmente città di convivenza pacifica, ora in prima linea nella campagna del terrore. Il Presidente ha quindi invitato l'Aula a osservare un minuto di silenzio.

Modifiche all'ordine del giorno

Su richiesta del gruppo PPE/DE, è stata inserita all'ordine del giorno un'interrogazione orale sul caso Eurostat, collegata alla dichiarazione della Commissione sul programma legislativo e di lavoro per il 2004. Tale modifica dell'ordine del giorno è stata approvata con 93 voti favorevoli, 74 contrari e 23 astensioni.

Sono state invece respinte due richieste, presentate rispettivamente dal gruppo ELDR e Verdi/ALE, di inserire nella discussione sui casi di violazione dei diritti umani prevista per giovedì 20 novembre la questione della Georgia. Il gruppo ELDR aveva proposto di inserire tale punto al posto del dibattito sui diritti umani in Indonesia (Aceh); i Verdi proponevano invece di sostituire il punto sul Vietnam.

La relazione di Francesco RUTELLI (ELDR, I) sulla comunicazione della Commissione in merito alla «Lotta alla corruzione: strumenti e raccomandazioni» è stata rinviata alla sessione plenaria in programma a dicembre a Bruxelles.

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Conferenza intergovernativa


Disposizioni finanziarie del progetto di Trattato costituzionale


Risoluzione sulle disposizioni finanziarie del progetto di trattato che istituisce una Costituzione per l'Europa
Doc.: B5-0482/2003
Procedura: Risoluzione
Dibattito: 19.11.2003
Votazione: 20.11.2003

Con l'approvazione della relazione presentata da Terence WYNN (PSE, UK) a nome della commissione per i bilanci (360 voti favorevoli, 70 contrari e 14 astensioni), il Parlamento condanna con forza le proposte volte a modificare le disposizioni finanziarie del progetto di Trattato che istituisce una Costituzione per l'Europa discusse durante il Consiglio informale Ecofin di Stresa e in sede di Conferenza intergovernativa. Tali proposte, affermano i deputati, rappresenterebbero un passo indietro importante e inaccettabile, non solo rispetto al progetto di Trattato elaborato dalla Convenzione, ma persino alla situazione attuale, modificando radicalmente l'equilibrio istituzionale globale e alterando i poteri di bilancio a favore del Consiglio. Ciò si tradurrebbe in un grave deficit democratico nel funzionamento dell'Unione.

I deputati ricordano peraltro che il consenso raggiunto dalla Convenzione lasci agli Stati membri la decisione finale sulle risorse proprie; demanda al Consiglio, previa conciliazione e consenso del Parlamento, la decisione finale sul quadro finanziario pluriennale; lascia al Parlamento l'ultima parola sul bilancio annuale e semplifica infine la procedura di bilancio.

Per ulteriori informazioni:

Jean-Yves Loog

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 44652

e-mail :           budg-press@europarl.eu.int

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Relazioni esterne


Euromed: sostegno alla creazione dell'Assemblea parlamentare


Dichiarazioni del Consiglio e della Commissione - Euromed
&
Risoluzione comune sulla Conferenza euromediterranea dei ministri degli affari esteri che si svolgerà a Napoli il 2 e 3 dicembre 2003
Doc.: B5-0475/2003
Procedura: Risoluzione comune
Dibattito: 19.11.2003
Votazione: 20.11.2003

Votazione

Con 414 voti a favore, 9 contrari e 22 astensioni, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione comune sulla Conferenza Euromed che si terrà a Napoli all'inizio di dicembre. L'Aula, nel sottolineare la necessità del rafforzamento del dialogo politico ha lanciato un appello a tutti gli Stati membri affinché contribuiscano allo sviluppo del dialogo parlamentare euromediterraneo, per il quale lo strumento più idoneo sarebbe l'Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM). I deputati chiedono quindi che la Conferenza ministeriale di Napoli approvi la trasformazione del Forum parlamentare euromediterraneo in un'Assemblea parlamentare dotata di un potere consultivo. Essa promuoverà la buona applicazione degli accordi di associazione stipulati tra l'Unione europea e i paesi partner mediterranei, adottando e rivolgendo raccomandazioni alla Conferenza interministeriale in vista della realizzazione degli obiettivi del partenariato euromediterraneo. I parlamentari insistono sull'urgenza di porre fine al ciclo di violenza che affligge il Medio Oriente tramite l'effettiva attuazione della tabella di marcia e il conseguimento dell'obiettivo "due popoli - due Stati". Essi ribadiscono il proprio sostegno alle forze che, in Israele e in Palestina, operano per una soluzione equa del conflitto, nonché alla Coalizione per la pace, autrice degli accordi di Ginevra.

Il Parlamento ribadisce la propria opposizione alla pena di morte e lancia un appello ai paesi associati del Mediterraneo affinché introducano una moratoria delle esecuzioni capitali. Si chiede inoltre alla Commissione di avviare iniziative volte a sostenere le campagne miranti ad imporre una moratoria delle esecuzioni capitali. Si ribadisce la necessità di una cooperazione solidale da una parte e dall'altra del Mediterraneo nella lotta contro il terrorismo e la criminalità organizzata su scala mondiale, ma si sottolinea che essa non deve ledere il rispetto dello stato di diritto e dell'individuo. Si deplorano gli ostacoli posti all'indipendenza della giustizia e della libertà dei mezzi di informazione in numerosi paesi partner e viene espressa solidarietà nei confronti dell'avvocato Radhia Nasraoui, che attua lo sciopero della fame dal 15 ottobre 2003, e di Ali Lmrabet, detenuto per reati di opinione dal luglio 2003. Un emendamento approvato dall'Aula ha chiesto un impegno attivo per risolvere il conflitto nel Sahara occidentale, mediante l'applicazione del piano di pace delle Nazioni Unite.

I deputati esortano i paesi di accoglienza ad introdurre misure di integrazione in grado di instaurare un collegamento tra la politica dell'immigrazione e quella della cooperazione e dell'aiuto allo sviluppo. La lotta contro l'immigrazione clandestina e le organizzazioni mafiose che l'incoraggiano deve rimanere una priorità, tenendo sempre conto del principio della corresponsabilità solidale fra i paesi partner del Mediterraneo. L'Aula esprime la propria preoccupazione per le tragedie che si compiono quasi quotidianamente nel Sud del Mediterraneo, in particolare in Spagna sul litorale andaluso e in alcune regioni costiere dell'Italia meridionale. Essa ritiene che il partenariato euromediterraneo debba migliorare la gestione dei flussi migratori e dei controlli delle frontiere e promuovere gli sforzi in materia di riammissione nei paesi di origine e di transito.

Il Parlamento chiede che sia sviluppata la sezione della Banca europea per gli investimenti dedicata al Mediterraneo e al Medio Oriente al fine di costituire una filiale capace di raggiungere gli obiettivi definiti dalla nuova strategia e con il concorso finanziario di altri paesi del Mediterraneo. L'Aula auspica un'accelerazione nella ratifica degli accordi di associazione firmati tra uno Stato mediterraneo e l'Unione europea, incoraggiando nel contempo la conclusione, prima possibile, dell'accordo con la Siria, pur ribadendo alle autorità siriane la necessità di intraprendere la via delle riforme politiche interne ed esterne. I deputati esprimono soddisfazione in merito alle misure positive prese recentemente dalla Libia relativamente al versamento degli indennizzi e alla cooperazione nella lotta al terrorismo, le quali hanno condotto alla revoca delle sanzioni ONU. Essi insistono affinché la Libia e la Mauritania partecipino pienamente al processo di Barcellona ed esortano i paesi mediterranei associati, che si sono mantenuti ai margini del dialogo interparlamentare, a riesaminare la propria posizione. Chiedono infine alla Commissione di considerare la possibilità di attuare progetti di cooperazione con la Libia, non appena quest'ultima abbia accettato i principi del processo di Barcellona.

Per ulteriori informazioni:

Joëlle Fiss

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 41075

e-mail : foreign-press@europarl.eu.int

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Dibattito

In rappresentanza della Presidenza italiana, il sottosegretario Roberto ANTONIONE ha aperto il dibattito presentando i risultati attesi dalla VI Conferenza Ministeriale euromediterranea in programma a Napoli nei giorni 2 e 3 dicembre. Ha esordito affermando che i rapporti con i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo rappresentano un caposaldo delle relazioni esterne della nuova Unione allargata. L'Italia ha sempre avuto una chiara percezione dell'importanza del processo euromediterraneo, costituendosi come «metronomo del dialogo tra le due sponde del mare comune». Ha sottolineato che nel percorso verso la conferenza ministeriale di Napoli, l'Italia ha potuto contare sulla collaborazione di tutti i partners.

Questo appuntamento costituisce il punto d'arrivo di una politica di rilancio del processo euromediterraneo sancita dal piano d'azione di Valencia dell'aprile 2002 sotto Presidenza spagnola, riaffermato dalla Conferenza ministeriale di Creta del maggio scorso sotto Presidenza greca 2002. La politica di rilancio si pone come obiettivo di infondere maggiore concretezza al processo euromediterraneo, anche perché il processo di allargamento e la situazione in Medio Oriente comportano la richiesta di una maggiore presenza dell'Europa da parte dei paesi della sponda sud. Una prima risposta è stata fornita dall’Unione Europea con l'avvio della politica di prossimità ma anche con una politica più incisiva sul tema dei diritti umani e della democrazia, grazie anche al contributo della Commissione. La Presidenza italiana è cosciente della responsabilità di cui è stata investita e infonderà tutto l'impegno e tutta l'energia necessaria, per un partenariato euromediterraneo equilibrato e dinamico. Esso deve anche essere più concreto, nel senso di dotarlo di strumenti e di dispositivi in grado di farlo arrivare alle opinioni pubbliche e di essere in grado di incidere sulla sua vita di tutti i giorni.

I 35 partners del processo si attendono che la Conferenza ministeriale di Napoli sancisca la costituzione di tre nuovi strumenti tesi ad avvicinare il processo alla società civile della regione. Essi sono: la nascita di un'Assemblea parlamentare euromediterranea; la Fondazione euromediterranea per il dialogo tra le culture e le civiltà; la trasformazione del Fondo euromediterraneo di investimento e di partenariato. Attraverso essi si potrebbe effettuare un salto di qualità di un partenariato che gli ultimi eventi confermano essere sempre più indispensabile per garantire alla regione condizioni di pace e di stabilità politica, economica e sociale.

L’inclusione dell’Assemblea parlamentare euromediterranea con funzioni consultive negli schemi del partenariato avvicinerebbe il processo di Barcellona alle opinioni pubbliche, colmando così il suo deficit di partecipazione e di comunicazione. La fondazione per il dialogo interculturale sarebbe una struttura capace di catalizzare tutte le iniziative tese a sviluppare il dialogo e la comprensione reciproca sulla base dei principi approvati dalla Conferenza di Creta. Si spera che la Conferenza di Napoli ne stabilisca anche la sede. Sarebbe infine fondamentale migliorare l’operatività del FEMIP, adattandolo meglio alle esigenze delle PMI e del settore privato.

La Conferenza di Napoli non sarà solo questo. Essa ribadirà l’impegno a sviluppare il partenariato anche nelle materie politiche e di sicurezza, per una collaborazione in tema di PESD e di dialogo anche sul tema del terrorismo. Per quanto concerne l'economia, la Conferenza ministeriale sarà il momento di convergenza dei risultati emersi dalla Conferenza euromediterranea sul commercio di Palermo del luglio scorso e di quelli che sono scaturiti dalla prima Ministeriale euromediterranea in tema di agricoltura di Venezia del 27 novembre, nonché dalla Conferenza su investimenti, infrastrutture ed energia in programma alla vigilia di Napoli il 1° e 2 dicembre.

Per quanto concerne le tematiche sociali e culturali, a parte il dibattito sulla fondazione, verranno valutati i progressi registrati dall’avvio del programma regionale sul buon governo e il miglioramento dello stato di diritto, fondamentale per il futuro della collaborazione euromediterranea nei campi della giustizia, delle azioni di polizia e di politica migratoria, quest'ultima quale fattore positivo per la crescita socioeconomica dell’intera regione.

Sempre nell'ottica di avvicinare il partenariato alle opinioni pubbliche, a Napoli si constaterà l’avvio di una cooperazione fra gli enti di governo territoriale dei Paesi delle due sponde, che avrà nella prossima Conferenza interregionale di Palermo un momento importante. Ma Napoli dovrebbe anche prendere atto di un meccanismo quale il Forum della società civile che si terrà alla vigilia nella stessa città. Infine la Converenza ministeriale di Napoli registrerà le conclusioni dell’incontro dei rappresentanti delle forze sociali svoltosi a Malta sotto l’egida del Comitato Sociale Europeo.  Antonione ha concluso affermando che siamo sulla buona strada di un più solido rapporto tra le due sponde del Mediterraneo, nella cornice del nuovo riferimento concettuale della Wider Europe.

Il commissario Günter VERHEUGEN ha affermato che la Conferenza di Napoli dovrà promuovere i diritti umani e l'integrazione. Quanto detto dal Consiglio è stato accolto con favore, ma si dovrebbe anche fare in modo che i programmi e le risorse finanziarie siano utilizzati per migliorare la situazione dei partner. Lo spazio euromediterraneo è una delle regioni del mondo più colpite dei pericoli del XXI secolo, come il terrorismo, il traffico di stupefacenti, la tratta di esseri umani, ma anche i rischi per l'ambiente. È quindi importante che l'Europa dimostri di essere solidale, per aiutare i paesi di quell'area a far fronte alle sfide di questo secolo nel rispetto dei diritti umani e dei diritti democratici fondamentali. Anche le riforme politiche devono essere parte integrante di questa concezione globale.

Nella strategia sui nuovi vicini si indica in modo preciso ciò che è possibile fare affinché le politiche nella regione siano seguite da atti concreti. Sono già stati realizzati progressi, che saranno valutati a Napoli e sulla base dei quali si potrà costruire qualcosa di più, ma non basta: serve una vera integrazione dei partner e per questo sono necessari sforzi continui. Nella concezione complessiva deve avere un ruolo fondamentale il dialogo interculturale, di cui si è parlato fin dall'inizio del processo di Barcellona. La Conferenza di Valencia ha conferito alla Commissione il compito di completare tale programma e di creare una Fondazione per il dialogo tra le culture. Ora, ha detto il commissario, siamo a pochi giorni dall'accordo su tale punto. Si spera che a Napoli ci possa anche una decisione sulla sede della Fondazione: le città candidate sono Roma, Valencia e Alessandria. Il commissario ha infine auspicato che già dall'anno prossimo la Fondazione possa lavorare, rendendo così più visibile il partenariato euromeditarrano.

Per Francesco FIORI (PPE/DE, I), la trasformazione del Forum parlamentare in Assemblea parlamentare sarà un passaggio politico di grande rilevanza, come ha già dimostrato l'esperienza ACP. L'Assemblea costituisce lo strumento per una cooperazione politica che richiami gli Stati membri alle loro responsabilità da un lato e tragga forza per nuove azioni dall'altro. Il passo successivo dovrà essere una rapida azione del Consiglio per concretizzare le iniziative basate sulla cultura e sul dialogo tra le civiltà, iniziative sia bilaterali che multilaterali per rilanciare la politica di prossimità, chiave essenziale per gli equilibri e lo sviluppo dell'area mediterranea. La nuova veste istituzionale dovrà inoltre favorire nuovo un modello di lavoro: le decisioni dovranno cioè essere a carattere operativo. Pensando al processo di Barcellona, a MEDA e MEDA II e alla Conferenza di Valencia, forse è mancata un po' di capacità di concretizzare tutte le decisioni assunte. Molto lavoro è stato svolto ma una parte resta da concludere e l'Assemblea è il luogo deputato a verificare il raggiungimento degli obiettivi prefissati, specie nella promozione della democrazia e dello stato di diritto.

Un vero partenariato euromediterraneo, coerente ed efficace, deve integrare pienamente non solo le dimensioni sociale ed economica, ma anche il rispetto e la promozione dei diritti umani. Secondo Fiori, tra i passaggi da considerare prioritari nell'Agenda di Napoli ci dovrebbe essere innanzitutto un programma per la cooperazione solidale tra le sponde del Mediterraneo nella lotta contro il terrorismo e la criminalità organizzata internazionale. Servono infatti azioni concrete per interrompere quel flusso migratorio, spesso forzato, che è una tragedia per l'umanità. Occorre poi verificare le forme di sviluppo della sezione prevista dalla BEI per il Mediterraneo e il Medio Oriente, con la partecipazione finanziaria di altri paesi della regione: il Parlamento ipotizzò una banca come soggetto operativo dell'area. Bisogna quindi insistere sullo sviluppo del rapporto con il Sud e in tal senso l'accordo di Agadir costituisce un modo per realizzare una vera area di libero scambio. Occorre infine semplificare le procedure del regolamento MEDA onde aumentare l'efficacia del progetto.

Pasqualina NAPOLETANO (PSE, I) ha ribadito l'importanza della trasformazione del Forum interparlamentare in vera Assemblea, nonché della Banca euromediterranea e della Fondazione per il dialogo tra le culture. Insieme a questi obiettivi, ha affermato la rappresentante dei socialisti, si dovrebbe rivalutare la politica euromediterranea nell'ambito della più generale politica di vicinato che finalmente mette sullo stesso piano di attenzione la dimensione Est e la dimensione Sud. E' questo il segnale da dare agli interlocutori. Nei piani d'azione occorre poi rafforzare la dimensione regionale del processo di Barcellona occupandosi maggiormente delle relazioni culturali ed umane, delle parti economiche, commerciali e sociali, nonché dei diritti e della sicurezza. Si dovrebbe cioè riprendere la complessità del partenariato, che invece è stato schiacciato solo sul libero scambio. I diritti umani e la democrazia non devono essere un'opzione, ma parte integrate della strategia, soprattutto in una corretta visione della lotta al terrorismo. Bisogna infatti rompere il cerchio perverso terrorismo-guerra, ma anche quello terrorismo-consolidamento di regimi autoritari. Ciò è possibile aprendo anche in quei paesi processi di democratizzazione, rispetto dei diritti della persona, come richiamato dalla relazione dell'Agenzia delle Nazioni Unite per lo sviluppo, che dovrebbe essere la stella polare dell'UE sulle relazioni con questi paesi.

Joan VALLVÉ (ELDR/E) ha dato il benvenuto alla politica di prossimità della Commissione, intesa quale strumento di base della cooperazione euromediterranea, così come alla trasformazione del Foro euromediterraneo in Assemblea parlamentare. L'oratore ha voluto affrontare il problema del miglioramento delle relazioni con la Libia. Le sanzioni ONU le sono state tolte lo scorso settembre, mentre è in via di soluzione la questione degli indennizzi relativi al processo Lokheed e all'attentato alla discoteca La Belle a Berlino. La Libia è su un cammino di progressiva privatizzazione dell'economia e di fine della statalizzazione. Vuole anche combattere meglio l'immigrazione illegale, ma avendo 2000 km di costa, avrebbe bisogno di una cooperazione con i Paesi UE. In questo senso, l'Unione dovrebbe riconsiderare le sue relazioni con la Libia, senza peraltro dimenticare il rispetto dei diritti umani, l'abolizione della pena di morte e delle amputazioni, pratica tuttora legalizzata.

Yasmine BOUDJENAH (GUE/NGL, F) ha rilevato come sia impossibile ignorare il conflitto israelo-palestinese, che impedisce lo sviluppo del partenariato Euromed. Occorre mettere fine all'occupazione militare israeliana, distruggere il «muro della vergogna» e favorire la creazione di uno Stato palestinese accanto a Israele, in modo da eliminare quell'ingranaggio mortale che subiscono sia la popolazione palestinese occupata, sia i civili israeliani. Una luce di speranza è sorta con gli Accordi di Ginevra. Secondo l'oratrice, è opportuno che i Ministri degli Esteri riuniti a Napoli sostengano questo piano il quale  dimostra che gli interlocutori per una pace giusta esistono da entrambe le parti, contrariamente a quanto viene affermato dalla politica del governo Sharon. Un primo segnale importante sarebbe che delegazioni ad alto livello dell'UE e dei paesi arabi assistessero alla firma ufficiale di questi accordi il 1° dicembre a Ginevra. Un secondo segnale potrebbe consistere negli sforzi dell'Unione per portare il Quartetto ad un impegno in questa direzione. La rappresentante della GUE/NGL accoglie con favore la costituzione di una Fondazione per il dialogo tra le culture, ma le sue risorse finanziarie dovrebbero essere definite. Inoltre ha manifestato inquietudine per gli orientamenti proposti dalla Commissione nella sua comunicazione preparatoria, ritenendo che la nuova politica di prossimità non sia in grado di portare un nuovo dinamismo al processo di Barcellona. La logica d'integrazione di questi paesi nel grande mercato europeo impone delle ricette liberali che non tengono conto della loro specificità e dei loro problemi economici e sociali. La Commissione non ha nemmeno atteso i risultati sull'impatto dello studio della zona di libero scambio che essa stessa ha lanciato e spinge piuttosto per la liberalizzazione degli scambi agricoli e dei servizi. Per quanto riguarda il settore privato, si è rimasti ben al di qua dei bisogni dei paesi mediterranei. Questa visione a corto raggio è pericolosa, porta con sé l'umiliazione del mondo arabo-musulmano e si aggiunge alle ineguaglianze esistenti, alimentando così l'integralismo religioso e il terrorismo. L'oratrice ha concluso chiedendo di smetterla con l'ossessione della sicurezza: occorre piuttosto instaurare la libertà di circolazione. Ha chiesto infine dei veri meccanismi specifici per i diritti dell'uomo.

Miguel MAYOL i RAYNAL (Verdi/ALE, E) ha ricordato che proprio a Barcellona, 8 anni fa, è iniziato il processo di ravvicinamento delle due sponde del Mediterraneo. Ora, però, il contesto internazionale è molto cambiato e uno dei focolai di crisi si trova su una delle sponde di questo mare. L'oratore si è detto «disincantato», perché non si può vedere alcun miglioramento nelle condizioni di vita dei maghrebini, che vengono buttati a mare mentre cercano la libertà. Bisogna quindi creare strade per lo sviluppo, con attenzione ai problemi sociali. Il liberalismo è deleterio perché si affina sui diritti individuali, laddove invece occorre ricordare i diritti collettivi. Occorre infine esigere l'adesione del Marocco a questo piano.

Una nuova politica di vicinato nella prospettiva dell'allargamento

Pasqualina NAPOLETANO (PSE, I)
Relazione su "Europa ampliata - Prossimità: Un nuovo contesto per le relazioni con i nostri vicini orientali e meridionali"
Doc.: A5-0378/2003
Procedura: Iniziativa
Dibattito: 19.11.2003
Votazione: 20.11.2003

La comunicazione della Commissione europea sul nuovo contesto delle relazioni con i paesi vicini consente di aprire un dibattito sulla situazione che si verrà a creare all'indomani dell'ampliamento dell'Unione. Si pensi ad esempio alle conseguenze sui paesi dell'Europa dell'est che confinano con i nuovi Stati membri, e in particolare agli effetti della creazione dei confini di Schengen. La relazione di Pasqualina NAPOLETANO (PSE, I), approvata dal Parlamento europeo, afferma che la politica «Europa ampliata – Prossimità» e il nuovo strumento di prossimità debbano essere attuati nelle relazioni con tutti i vicini e che la dimensione geografica del «vicinato» debba prendere in considerazione tutte le aree essenziali per garantire effettiva continuità territoriale e sostenibilità politica alla strategia dell’Unione, operando al contempo una netta differenziazione tra le regioni e i paesi contemplati. I deputati sono andati al di là dell'iniziativa proposta dalla Commissione, includendo nel concetto di vicinato la Turchia, i Balcani occidentali, i paesi del Caucaso del Sud, quelli dello Spazio economico europeo, nonché il Vaticano e Andorra.

Tale politica dovrebbe offrire una cooperazione in tre settori: il primo a carattere politico, umano, civile e culturale; il secondo relativo alla sicurezza interna ed esterna; il terzo relativo al co-sviluppo economico e sociale sostenibile. Si dovrebbe poi prevedere delle politiche comuni in tre ambiti. In primo luogo, occorre una politica comune sui diritti umani, la cittadinanza, la democrazia e lo Stato di diritto, nonché una politica comune per lo sviluppo della società civile, con un’attenzione particolare per i mass media affinché godano di una certa credibilità e il rispetto del pluralismo. In secondo luogo, si dovrebbero prevedere misure comuni in materia di immigrazione illegale, lotta al terrorismo, commercio illegale, rispetto dell’ordinamento giuridico internazionale, lotta alla corruzione nonché una politica di prevenzione e risoluzione dei conflitti. In terzo luogo, occorre una politica destinata ad agevolare la libera circolazione delle persone, delle merci, dei servizi e dei capitali, una politica macroeconomica e monetaria che salvaguardi la coesione sociale, una politica microeconomica e per l’occupazione con la realizzazione di programmi specifici di assistenza tecnica e finanziaria, e una politica per le infrastrutture e le reti. Ciascuno dei tre settori e le relative politiche comuni dovranno beneficiare di una dotazione finanziaria adeguata.

In questo quadro, la BERS dovrebbe svolgere un ruolo di primo piano, mentre la BEI dovrebbe disporre di un mandato e di risorse sufficienti per concedere prestiti all’intera Europa orientale, incluse la Moldova e l’Ucraina, nonché trasformare il suo attuale sportello per il Mediterraneo e il Medio Oriente in una succursale in grado di soddisfare i futuri requisiti della nuova strategia, anche con il contributo finanziario di altri Paesi mediterranei. Dato che le nuove relazioni potenziate con i vicini dell’Unione vanno al di là delle tradizionali «azioni esterne» per i paesi terzi, potrebbe essere presa in considerazione la possibilità di aprire la rubrica 7 delle prospettive finanziarie (Strumenti di preadesione) o di adeguare in altro modo le rubriche attuali, con finanziamenti appropriati dopo il 2006.

Il varo della politica «Europa ampliata – Prossimità» non deve influire sullo status di candidato della Bulgaria, della Romania e della Turchia, sullo status di candidati potenziali dei paesi dei Balcani occidentali o sui criteri da soddisfare per l’adesione all’UE. Anche la Turchia dovrebbe esservi coinvolta, a prescindere dalla questione di una possibile, futura adesione. Il coinvolgimento dei paesi del Balcani occidentali potrebbe avvenire anche attraverso la loro partecipazione al partenariato euromediterraneo. L'Aula ritiene che tale politica non solo non contrasti con l’aspirazione di alcuni paesi vicini europei ad aderire all’UE, ma che essa possa rappresentare uno strumento importante per far evolvere questi paesi verso una condizione in cui saranno in grado di presentare domanda di adesione.

I deputati affermano che l’Ucraina dovrebbe vedersi assegnato un ruolo particolarmente importante nel contesto di questa politica e sostengono la volontà del paese di aderire all’UE. La prevista creazione di uno Spazio economico comune con la Russia, la Bielorussia e il Kazakistan potrebbe però ostacolare lo sviluppo della cooperazione tra l’Ucraina e l’UE. Si chiede inoltre un attento monitoraggio dello stato della democrazia in vista delle elezioni presidenziali del 2004. Desta forte preoccupazione la Bielorussia, considerata l’unico regime dittatoriale rimasto in Europa, la cui situazione politica continua a far ritenere inopportuno l’impegno in qualsiasi cooperazione economica su vasta scala: l'UE è invitata ad intensificare il proprio sostegno alla società civile e all’opposizione democratica in Bielorussia. La relazione nota altresì che l’UE concede alla Moldova crediti a sostegno della bilancia dei pagamenti, resi necessari anche dalle barriere che l’Unione tuttora mantiene contro i prodotti di esportazione moldavi. In tal senso, i deputati si rammaricano per l'incoerenza delle politiche comunitarie nei confronti di questo paese.

I parlamentari sostengono il ricorso alla politica «Europa ampliata – Prossimità» quale strumento per sviluppare ulteriormente il partenariato UE-Russia, ma ritengono che, per questioni legate alle dimensioni, alle risorse e alle ambizioni proprie del paese, le relazioni tra l’UE e la Russia al di fuori di tale quadro politico continueranno a rivestire notevole importanza. Si sottolinea che non devono esserci differenze per quanto concerne l’attenzione accordata al rispetto dei diritti umani e si attende che la Russa adotti misure concrete in questo settore, riaffermando che l’attuale situazione in Cecenia e lo stato della democrazia costituiscono un ostacolo al pieno sviluppo del partenariato UE-Russia. La Commissione e il Consiglio sono invitati a mettere a punto una politica apposita per i paesi del Caucaso meridionale con particolare attenzione alla prevenzione dei conflitti.

Il testo chiede poi che le relazioni con il Mediterraneo prendano in considerazione, oltre ai paesi che fanno già parte del partenariato euromediterraneo, anche la Libia e la Mauritania, che vi partecipano come osservatori. Il partenariato euromediterraneo dovrebbe essere rilanciato attraverso iniziative settoriali bilaterali e multilaterali, inclusa l’istituzione di una Fondazione per il dialogo tra le culture. Si ribadisce la necessità che l’Unione europea attui in queste regioni programmi di grande visibilità, avendo cura di associarvi pienamente le società civili. I deputati riaffermano il loro sostegno alla creazione, durante la Presidenza italiana, di un'Assemblea parlamentare euromediterranea.

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Joëlle Fiss

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Risultati del Vertice UE-Russia

Risoluzione comune sul dodicesimo vertice UE-Russia tenutosi il 6 novembre 2003 a Roma
Doc.: B5-0479/2003
Procedura: Risoluzione comune
Dibattito: 19.11.2003
Votazione: 20.11.2003

Pur accogliendo con favore la promozione di un maggiore ravvicinamento e l'integrazione globale delle strutture socioeconomiche dell'UE allargata e della Russia, il Parlamento ha espresso profonda preoccupazione per le reiterate notizie di gravi violazioni dei diritti dell'uomo in Cecenia e per i ritardi da parte della Russia nella ratifica del Protocollo di Kyoto. I deputati sostengono la dichiarazione del Presidente del Parlamento in merito all'inadeguato trattamento dei temi della Cecenia e di Kyoto nella dichiarazione congiunta scaturita dal Summit. L'Aula, inoltre, «deplora le dichiarazioni fatte dal Presidente in carica del Consiglio UE alla fine del Vertice UE-Russia, nelle quali ha espresso il proprio sostegno alla posizione del governo russo per quanto concerne la situazione dei diritti dell'uomo in Cecenia e della democrazia nella Federazione russa».

Il Parlamento esorta le autorità russe a consentire senza condizioni un controllo della situazione dei diritti dell'uomo in Cecenia, a cessare immediatamente ogni tentativo di costringere i rifugiati e gli sfollati ceceni al rimpatrio e ad adoperarsi da subito per consegnare alla giustizia i responsabili dei gravi crimini commessi durante il conflitto ceceno. Le autorità russe sono poi invitate a riaprire i negoziati con tutte le parti in causa per arrivare a una soluzione politica immediata del conflitto, che non può essere considerato solo come un elemento della lotta contro il terrorismo. Il Consiglio e la Commissione, dal canto loro, dovrebbero mantenere la questione della Cecenia come punto specifico, in testa all’ordine del giorno delle relazioni tra UE e Russia, esprimendo con chiarezza la disponibilità dell’UE ad agire in veste di mediatore. Consiglio e Commissione sono anche invitati ad esprimere nuovamente la propria preoccupazione in merito al caso di Arjan Erkel, l'operatore olandese di «Médecins sans Frontières» rapito.

I deputati chiedono il totale ritiro delle truppe russe dalla Moldova nel rispetto del calendario fissato dall'OSCE, quale condizione essenziale per la soluzione politica del problema della Trans-Dniestria. Essi sollecitano inoltre la Duma a ratificare il Protocollo di Kyoto.

Quanto a Yukos e all'Open Society Institute (Istituto per la società aperta), i parlamentari hanno parlato di «attività poco trasparenti intraprese dalla magistratura russa». È stato quindi chiesto al Consiglio e alla Commissione di continuare a sostenere il processo democratico e soprattutto l'attuazione delle riforme giudiziarie in Russia. Il mancato rispetto di questi principi fondamentali non solo comprometterebbe i progressi compiuti da Mosca verso la creazione di un ambiente favorevole allo sviluppo del commercio e degli investimenti, ma potrebbe anche ostacolare l'integrazione della Russia nello spazio economico europeo comune.

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Marjory Van Den Broeke

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Il potenziale inespresso della dimensione nordica 

Risoluzione comune sulla dimensione settentrionale
Doc.: B5-0472/2003
Procedura: Risoluzione comune
Dibattito: 19.11.2003
Votazione: 20.11.2003

Il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione comune sulla dimensione nordica. L'Aula considera che, nonostante il piano lanciato nel 2000 mostrasse un grande potenziale, la dimensione settentrionale non ha ancora raggiunto il livello desiderato quanto allo sviluppo delle regioni settentrionali del nostro continente e della regione artica. I deputati sottolineano che la prossima adesione dei 10 nuovi Stati membri aumenterà ulteriormente l'importanza della dimensione settentrionale, come faranno anche l'ulteriore sviluppo e l'attuazione delle politiche dell'Unione sull'Europa ampliata e la prossimità. Essi ritengono che la nuova politica di prossimità e il nuovo strumento di prossimità debbano essere attuati nelle relazioni con tutti i paesi confinanti con l'UE, aumentando così il finanziamento delle politiche concernenti la dimensione settentrionale.

La dimensione nordica copre cinque grandi settori prioritari: economia, imprenditoria e infrastrutture moderne; risorse umane, istruzione, ricerca scientifica e questioni sanitarie e sociali; cooperazione in campo energetico; ambiente, sicurezza nucleare e risorse naturali; cooperazione transfrontaliera e sviluppo regionale; giustizia e affari interni. L'Aula ritiene che siano necessari legami più forti tra le politiche per la dimensione settentrionale e il bilancio dell'Unione, e chiede finanziamenti adeguati per tale politica. I deputati invitano l'Unione europea a prendere l'iniziativa e ad esaminare la possibilità di creare un'Agenzia internazionale per il controllo dell'ambiente e della non proliferazione, al fine di coordinare le iniziative di sostegno alla Russia, intese a consentirle di affrontare i gravi problemi ambientali dovuti ai residui radioattivi. Si invitano inoltre tutte le parti a impegnarsi attivamente per collegare fra loro le reti energetiche, di trasporto e d'informazione dell'Unione europea e della Russia.

 

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Coordinatore speciale per l'Europa sudorientale

Hannes SWOBODA (PSE, A)
Relazione sulla proposta di regolamento del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 1080/2000 del Consiglio, del 22 maggio 2000, relativo al sostegno alla Missione ad interim delle Nazioni Unite per il Kosovo (MINUK) e all'Ufficio dell'Alto rappresentante in Bosnia-Erzegovina (OHR)
Doc.: A5-0390/2003
Procedura: Consultazione legislativa
Dibattito: 19.11.2003
Votazione: 20.11.2003

La relazione è stata approvata.

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Joëlle Fiss

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Comprensione reciproca con parti del mondo non industrializzato

Lennart SACRÉDEUS (PPE/DE, S)

Relazione sulla proposta di decisione del Consiglio che istituisce un programma di azione comunitaria per organismi che promuovono la comprensione reciproca delle relazioni tra l'Unione europea ed alcune regioni del mondo non industrializzate
Doc.: A5-0384/2003
Procedura: Consultazione legislativa
Dibattito: 20.11.2003
Votazione: 20.11.2003

La relazione è stata approvata.

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Allargamento


I Balcani nell'UE, ma a precise condizioni


Jan Joost LAGENDIJK (Verdi/ALE, NL)
Relazione sul processo di stabilizzazione e associazione per l'Europa sudorientale: Seconda relazione annuale
Doc.: A5-0397/2003
Procedura: Iniziativa
Dibattito: 19.11.2003
Votazione: 20.11.2003

Il Parlamento europeo ha adottato la relazione di Jan Joost LAGENDIJK (Verdi/ALE, NL) sul processo di stabilizzazione e associazione in corso nei Balcani. I deputati hanno voluto essere chiari su un punto: esiste una prospettiva europea per questi paesi solo se soddisferanno i criteri di Copenaghen. L'assistenza finanziaria ai paesi beneficiari del processo di stabilizzazione e di associazione con l'UE (PSA) deve quindi essere subordinata ad una serie di condizioni. Essi devono cooperare con il Tribunale penale internazionale per l'ex-Jugoslavia, realizzare una politica efficace a favore del ritorno dei rifugiati e degli sfollati e attuare politiche attive contro la corruzione, la criminalità organizzata, il traffico di esseri umani, di armi e stupefacenti. È inaccettabile che in futuro un paese aderisca all'Unione, se ha firmato un accordo bilaterale con gli USA che minacci la piena efficacia del Tribunale penale internazionale.

I deputati ritengono che l'UE debba svolgere un ruolo più attivo, in cooperazione con le Nazioni Unite, in vista della definizione di una road map e di un calendario, al fine di raggiungere al più presto una conclusione sullo status del Kosovo: ciò dovrebbe avvenire di preferenza entro i prossimi due anni. È comunque impossibile risolvere efficacemente i numerosi problemi accessori senza la definizione dello status finale del Kosovo, quale che sia: ampia autonomia o indipendenza. Le autorità kosovare sono invitate a rafforzare i propri sforzi a favore di una società tollerante, nella quale tutti i gruppi etnici si rispettino reciprocamente secondo le norme europee. Esse dovrebbero cooperare attivamente con l'UNMIK in modo da accelerare il rientro dei rifugiati e degli sfollati, in particolare delle minoranze.

L'Aula considera insoddisfacente lo svolgimento delle ultime elezioni locali in Albania. Le autorità albanesi sono incoraggiate a rafforzare il loro impegno a procedere con le riforme. In particolare, si chiede di fornire i mezzi necessari per la lotta contro la corruzione, la criminalità organizzata, il traffico di armi, di droga e di esseri umani (persiste il fenomeno della tratta di donne e bambini a scopo sessuale). Altri aspetti per i quali occorre un'azione incisiva sono il funzionamento di un sistema giudiziario indipendente ed efficiente, il miglioramento della capacità amministrativa e in particolare della gestione delle frontiere, lo sviluppo di un settore mediatico libero e indipendente, la promozione e la garanzia del rispetto dei diritti dell'uomo e delle minoranze.

La relazione plaude alla decisione della Croazia di non concludere un accordo bilaterale con gli Stati Uniti sul Tribunale penale internazionale, circostanza questa che ha comportato la perdita di un considerevole sostegno finanziario da parte degli USA. I deputati accolgono inoltre con soddisfazione la nuova legge costituzionale sui diritti delle minoranze nazionali. Si sottolinea però che il dialogo intenso e gli strumenti diplomatici debbono continuare ad essere il modo più appropriato per raggiungere un accordo sulle frontiere. I parlamentari deplorano poi che le autorità croate abbiano deciso di dichiarare la zona di protezione ittica e ambientale senza un opportuno dialogo e coordinamento con tutti i paesi del bacino del Mar Adriatico, decisione cui si sono opposte sia la Commissione, sia la Presidenza italiana. Ci si attende quindi che in occasione della Conferenza di Venezia prevista per il 25-26 novembre sia raggiunto un accordo su ulteriori iniziative.

Le autorità bosniache sono invitate a cooperare con il Tribunale per l'ex-Jugoslavia e a fare tutto il possibile per condurvi Karadzic e Mladic. Il rientro dei rifugiati dovrebbe essere assicurato in tutte le parti del paese. Per la Macedonia, si è chiesto lo smantellamento totale dell'Esercito di liberazione nazionale albanese, l'accelerazione dell'attuazione dell'Accordo di Ohrid e dell'amnistia per gli ex combattenti albanesi. Il governo serbo, da parte sua, è stato incoraggiato ad accelerare la riforma dell'esercito. Il testo afferma che in Serbia e Montenegro occorre fare di più nella lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata. La Commissione, l'OSCE e il Consiglio d'Europa sono infine invitati a esaminare con la massima urgenza le accuse di violazioni dei diritti dell'uomo, la mancanza di indipendenza del potere giudiziario e la crescente influenza dello Stato sugli organi d'informazione.

Per ulteriori informazioni:

Marjory Van Den Broeke

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Assunzione di nuovi funzionari: deroghe allo statuto

Manuel MEDINA ORTEGA (PSE, E)

Relazione sulla proposta di regolamento del Consiglio che istituisce misure particolari e temporanee e per l'assunzione di funzionari delle Comunità europee in occasione dell'adesione di Cipro, dell'Estonia, dell'Ungheria, della Lettonia, della Lituania, di Malta, della Polonia, della Repubblica ceca, della Repubblica slovacca e della Slovenia
Doc.: A5-0382/2003
Procedura: Consultazione legislativa
Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 110 bis del Regolamento del Parlamento
Votazione: 18.11.2003

La relazione è stata approvata.

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Armelle Douaud

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