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Patto di stabilità e di crescita |
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Dichiarazioni del Consiglio e della Commissione - Patto di stabilità e crescita Dibattito: 04.12.2003 Dichiarazione del Consiglio A nome del Consiglio, il ministro Giulio TREMONTI ha esordito con una ricostruzione dei fatti che hanno portato alle decisioni dell'Eurogruppo e dell'Ecofin del 24 e 25 novembre scorso. Nella prima metà del 2003, su proposta della Commissione, il Consiglio ha indirizzato due raccomandazioni a Germania e Francia per deficit eccessivo, raccomandazioni miranti a ridurre i rispettivi disavanzi sotto la soglia di riferimento del 3% entro il 2004. Esse sono state adottate con l'ipotesi economica di una crescita progressiva nel corso dell'anno «per effetto dell'esaurimento delle negatività derivanti dalla fine della guerra in Iraq». Nei mesi successivi è stato invece evidente un andamento reale dell'economia europea più negativo di quello atteso. La crescita economica inferiore al previsto per circa un punto percentuale ha determinato la crescita oltre le aspettative dei disavanzi pubblici. Di qui, l'impossibilità per Germania e Francia di ridurre i disavanzi sotto il 3% nel 2004. Tra ottobre e novembre la Commissione ha pienamente e formalmente riconosciuto questa nuova situazione e ha proposto due nuove raccomandazioni. «Il senso è stato quello di rinviare al 2005 la discesa dei disavanzi sotto il 3%», ha detto Tremonti. È quindi ragionevole l'ipotesi che se già all'inizio del 2003 fosse stato noto l'andamento dell'economia della zona euro, le raccomandazioni avrebbero fin dall'inizio indicato il 2005 come anno di rientro. Su tali basi, sia Germania che Francia si sono attivate per recepire la sostanza delle raccomandazioni e si sono impegnate a destinare gli eventuali effetti della maggiore crescita alla riduzione dei disavanzi, come richiesto dalla Commissione. Nel corso del 2003, i due paesi hanno anche avviato un intenso ciclo di riforma del welfare state, con impatto positivo determinante sulla sostenibilità delle finanze pubbliche: «Si tratta di un elemento non marginale nell'economia politica della discussione che si è sviluppata sul Patto». Si è quindi venuto a creare un vasto consenso sulla sostanza delle raccomandazioni formulate dalla Commissione e sulla sostanza delle correzioni impostate da Francia e Germania. Quanto alla procedura, la Commissione ha proposto le sue raccomandazioni in applicazione dell'articolo 104.9, sul presupposto che Germania e Francia persistevano «nel disattendere le raccomandazioni del Consiglio». Germania e Francia, pur accettando la sostanza delle raccomandazioni hanno, per ragioni politiche, chiesto una forma diversa basata sull'articolo 104.7. I servizi legali del Consiglio hanno asseverato che la Commissione avrebbe potuto percorrere anche questa seconda strada. Ma la Commissione lo ha escluso. Si è quindi creata una situazione di impasse e, per motivi di forma, si rischiava di perdere la cosa più importante, cioè la sostanza. Per superare lo stallo senza radicalizzare il dissenso, l'Eurogruppo, sulla base di un vasto consenso, ha trasferito il contenuto sostanziale delle raccomandazioni in una bozza di conclusioni. Anche la validità di questa procedura è stata asseverata dal servizio giuridico del Consiglio. Quando poi sono iniziati i lavori Ecofin, ha proseguito il ministro, la Commissione ha reso esplicito il suo dissenso, chiedendo il voto espresso sulla seconda serie di raccomandazioni per Germania e Francia. Dal voto non è emersa la maggioranza necessaria. Il voto del Consiglio Econfin sulle raccomandazioni della Commissione è peraltro espressamente previsto dalle regole vigenti. Il Consiglio ha quindi votato sulle conclusioni elaborate prima in Eurogruppo e in questo caso il voto è stato favorevole. Non solo: la discussione si è articolata arrivando al voto unanime su una Dichiarazione del Consiglio in base alla quale la stabilità e la crescita sono gli obiettivi fondamentali della politica economica europea e il Patto costituisce lo strumento essenziale per realizzare questa politica. È stato detto che il Patto è stupido: «abbiamo dimostrato il contrario, abbiamo dimostrato che il Patto può essere interpretato in modo flessibile ed intelligente», ha detto Tremonti. La sua attuazione può essere operata adattando ancora più razionalmente la disciplina di bilancio ai cicli economici e spingendo sulle riforme strutturali mirate allo sviluppo dei potenziali di crescita. In questi termini, la lettera e lo spirito del Patto non sono morti, anzi. Nella strategia per la crescita, si è detto che il Patto debba recepire cicli economici e riforme strutturali. Ciò, per il ministro, non è sufficiente. All'inizio del semestre italiano è stato presentato un Piano di azione per la crescita, che il Parlamento ha sostenuto. Il Piano deve ora essere implementato e deve essere seguito da altre e nuove iniziative di sviluppo. Nella strategia per la crescita hanno un ruolo la Commissione, i Governi, i mercati e deve avere un ruolo di impulso decisivo anche il Parlamento europeo: «infatti la politica economica o è politica o non è», ha concluso. Dichiarazione della Commissione Il commissario Pedro SOLBES MIRA ha affermato che i problemi relativi al Patto di stabilità derivano dai gravi problemi di bilancio di Germania e Francia, che potrebbero avere effetti a lungo termine in quanto minacciano la sostenibilità delle finanze pubbliche attraverso l'aumento dell'indebitamento. C'è poi un impatto negativo sulle aspettative degli operatori economici. Il Consiglio ha quindi rivolto una serie di raccomandazioni all'inizio dell'anno, invitandole ad adottare misure che avrebbero corretto il deficit per la fine del 2004. Ma nella seconda metà dell'anno è emerso che le misure prese dai due paesi non sarebbero state sufficienti a correggere il deficit per il 2004. La Commissione ha quindi applicato le procedure previste dal Trattato adottando nuove raccomandazioni, bloccate in Consiglio da una minoranza di Stati membri con il raggiungimento, per la prima volta, di un accordo fuori dal Trattato. Esso è stato presentato sotto forma di conclusioni del Consiglio e va oltre la mera applicazione del Patto di stabilità. La Commissione ritiene che solo un sistema di regole possa garantire l'eguaglianza di trattamento tra Stati membri. Le decisioni del Consiglio renderanno difficile l'applicazione del Trattato e ciò varrà in futuro per gli altri Stati membri, ha detto il commissario. Nel caso in particolare dei nuovi Paesi, l'applicazione di criteri di convergenza potrebbe essere resa difficile, qualora quelli della zona euro fossero autorizzati a mantenere il deficit al di sopra del 3% per diversi anni consecutivi. La Corte di Giustizia dovrà chiarire se i Governi hanno facoltà di creare nuovi procedimenti sostituendo il quadro comunitario esistente nel Trattato. La Commissione, dal canto suo, continuerà ad applicare le disposizioni del Trattato e del Patto, garantendo parità di trattamento agli Stati membri e finanze pubbliche sane. Al tempo stesso, occorre garantire la governance economica dell'Unione per assicurare il corretto funzionamento del mercato unico con una moneta unica, una governance che attualmente è debole, e sulla quale l'Esecutivo si ripromette di presentare un'iniziativa. Occorre infatti analizzare il problema di come combinare disciplina e flessibilità, ponendo l'accento sulla sostenibilità e sul debito, differenziando tra situazioni specifiche dei vari Paesi, con un rigore speciale in anni di crescita economica. Il dibattito dovrà essere inserito nel quadro più ampio della debolezza della crescita dell'economia europea. Dibattito Hans-Gert POETTERING (PPE/DE, D) ha detto che il 25 novembre 2003 non è stato un giorno felice per l'Europa, per il diritto europeo, per la moneta unica e per i paesi piccoli. Non bisogna essere opportunisti di fronte alla legislazione comunitaria. Il Patto di stabilità non è defunto: esso deve continuare ad esistere e la fiducia deve essere ripristinata per il bene dell'euro, perché un colpo è stato lanciato contro la moneta unica. Il rappresentante dei popolari si è congratulato con il commissario Solbes per essersi battuto, sebbene non abbia ottenuto la maggioranza. A volte si perde avendo ragione. Si sono ascoltate molte giustificazioni azzardate: secondo alcuni bisogna indebitarsi per la crescita, ma i debiti di oggi sono le imposte di domani. Saranno le generazioni future a pagare, come avviene nel campo dell'ambiente. Lo sviluppo sostenibile deve anche essere applicato alla politica economica e monetaria. Sono le classi medie a perdere in caso d'inflazione e proprio i «piccoli» pagheranno alla fine, ha affermato l'oratore. La decisione del Consiglio Ecofin nuoce quindi ai più poveri e alle relazioni nell'ambito dell'UE. Se il Portogallo e l'Irlanda prendono certe misure, perché i grandi paesi non dovrebbero fare altrettanto? I paesi più piccoli non devono pagare gli errori dei più grandi. Allo stesso modo, i paesi aderenti potrebbero domandarsi perché è necessario fare delle riforme se gli attuali Stati membri danno il cattivo esempio. Enrique BARÓN CRESPO (PSE, E) ha espresso preoccupazione per la crisi che attraversa l'Unione: non si possono disprezzare le regole in questo modo. Il Consiglio Ecofin non ha cultura comunitaria, ma deve rispettare il Trattato. Per quanto concerne il del Patto di stabilità, creato prima dell'UEM, ora che esiste la moneta unica è necessario un suo aggiornamento. La Commissione deve quindi fare proposte costruttive. Il portavoce socialista è d'accordo con Tremonti sul fatto che l'economia europea non sia una locomotiva. Pur approvando il piano d'azione della Presidenza italiana, non bisogna accontentarsi delle buone intenzioni: è invece il momento di riflettere sulla governance economica. Il Patto di stabilità non deve far parte della Convenzione, ma bisogna trovare strumenti in questo campo per realizzare una vera politica economica europea. Graham WATSON (ELDR, UK) ha affermato che la dichiarazione di decesso del Patto di stabilità è dovuta ai ministri delle finanze dell'UE. Il messaggio dei paesi più grandi a quelli più piccoli è stato: «fate come volete, ma non come si dice». Per il non rispetto del Patto si pagherà un prezzo molto elevato, che consiste in una perdita di fiducia e di credibilità davanti al cittadino, ma anche in un tasso di crescita che diminuirà per non aver voluto raggiungere un equilibrio fiscale. Ci si è anche accorti che bisogna pagare i debiti dei vicini e questo non fa felice nessuno. È venuto quindi il momento di elaborare regole eque e di rispettarle. Il fallimento del Patto è il fallimento nel concepire un bilancio in termini di crescita. È necessario ridurre il deficit nazionale con azioni preventive per obbligare i paesi interessati a prendere misure ed assicurare che queste siano rispettate. Anche Watson è d'accordo sul fatto che la scorsa settimana sia stata infelice per lo stato di diritto e per la stabilità. Philippe HERZOG (GUE/NGL, F) si è rallegrato per il dibattito avviato da Prodi e proseguito dal Consiglio Ecofin. Il diritto deve essere flessibile se le circostanze lo impongono: il Patto di stabilità è stato messo alla prova dalla realtà. La recessione è stata negata, non bisogna quindi stupirsi dei risultati. Si deve tenere conto del fatto che il rilancio è fragile, che il calo del dollaro crea una serie di problemi, che certi Stati membri giocano con i fondi strutturali e con il dumping sociale. Bisogna diffidare di un Patto che non permette di risolvere il problema di un basso livello di crescita in Europa e occorre un'autentica politica economica e di crescita. Il Patto, secondo Herzog, non è morto ma deve essere rafforzato ed emendato. Vi è anche un problema di deficit democratico e per questo serve un dibattito interattivo a cui possano contribuire la società civile, i parlamenti nazionali e il Parlamento europeo. Non bisogna respingere il Patto, ma conferirgli vera sostanza. Al momento non esiste una vera politica di bilancio dell'Unione: è questa la prima cosa da regolare. Il Patto di stabilità è morto, ha esordito Alain LIPIETZ (Verdi/ALE, F). Si può essere dispiaciuti perché è stato abbattuto dal Consiglio per il bene di due grandi paesi, ma esso è sempre stato determinato da regole intergovernative e senza il controllo del Parlamento. È quindi logico che ora sia una decisione intergovernativa a porvi fine. I Verdi, ha proseguito l'oratore, non piangono il Patto. Come aveva dichiarato Prodi, esso è stupido perché un vero Patto di stabilità dovrebbe mettere al sicuro investimenti utili per il futuro, come quelli relativi all'attuazione del protocollo di Kyoto. Ora serve un Patto intelligente, allegato alla Costituzione, che non porti problemi ai paesi in difficoltà ma che permetta di proteggere dalla congiuntura gli investimenti per l'avvenire. Roberto Felice BIGLIARDO (UEN, I) ha fatto riferimento agli interventi di Poettering e Barón Crespo, notando come sulla questione si ragiona talvolta con la testa troppo rivolta ai propri paesi e ai propri partiti politici. Non è un caso che la posizione della Commissione coincida con quella del PPE. Su una questione tanto delicata e complessa, però, dovrebbe essere fatto uno sforzo di fantasia. L'Europa ha le regole, ma in questo momento non ne ha più bisogno: non si può trattare di simili problemi senza capire che non si tratta di difendere la Presidenza italiana o il ministro Tremonti ma di affrontare questioni serie che interessano grandi paesi dell'Unione. Per il terzo anno consecutivo si è dovuto prendere atto della stagnazione dell'economia europea: allora perché non fare uno sforzo per passare dalla stabilità alla crescita? Hans BLOKLAND (EDD, NL) si è chiesto perché si debba adottare un nuovo Trattato quando non si riescono a rispettare nemmeno i vecchi accordi. Perché non si riconosce che la fiducia è stata gravemente danneggiata? «Alcuni paesi sono più uguali di altri», ha detto Blokland chiedendo al ministro Tremonti perché non abbia considerato l'euro come una moneta indipendente e non abbia difeso il Patto di stabilità. Le decisioni assunte possono costituire un precedente importante in termini di trattamento equo tra piccoli e grandi Stati membri. Marco PANNELLA (NI, I) non ha voluto analizzare la relazione del Presidente di turno del Consiglio in soli due minuti, ma ha rilevato che la situazione in Parlamento è chiara: lo appoggiano e lo apprezzano, ne condividono il modo di pensare e agire i colleghi comunisti e della sinistra statalista socialdemocratica, mentre sono contrari i sostenitori di Berlusconi e dei suoi alleati. «Lei ci ha dato una lezione dell'italianità che rappresenta, quella che viola le regole secondo l'emergenza», ha detto Pannella. Tremonti, «favoloso parlamentare e giornalista», scriveva all'inizio degli anni Novanta cose splendide, ad esempio che il condono era poco etico così come il modo di comportarsi della vecchia classe dirigente. Pannella si è quindi ironicamente congratulato con Tremonti perché oggi nessuno è «vecchia classe dirigente» quanto il ministro. Bruno TRENTIN (PSE, I) ha rilevato come la vicenda abbia rappresentato la prevalenza del metodo intergovernativo sul metodo comunitario, attraverso una sospensione lassista del Patto, senza cioè porre condizioni. Questo costituisce un pesante precedente che potrà un domani avvantaggiare altri Paesi, anche per l'assenza di una governance che garantisca stabilità e crescita. Emergono così le contraddizioni e le carenze insite nel Patto e nel suo funzionamento, che vede esclusa la partecipazione del Parlamento europeo. L'oratore ha evidenziato la schizofrenia nella gestione delle due grandi missioni: da un lato il dettato dei Consigli europei di Lisbona e di Goteborg, dall'altro il Patto di stabilità e di crescita. Queste carenze spiegano come mai sia stata approvata una gestione flessibile ma non intelligente del Patto. Per Generoso ANDRIA (PPE/DE, I) sulla questione sono state fatte affermazioni frettolose. Secondo l'oratore, il ministro Tremonti non ha rivolto un invito all'indebitamento. Egli ha criticato chi ha parlato di «Patto annacquato»: in realtà la Presidenza italiana ha tolto il Patto dall'acqua in cui stava affogando. A chi sostiene che il Patto è morto, Andria ha risposto che invece è vivo e che la Presidenza è riuscita a far approvare conclusioni che contengono importanti misure. La Commissione ha presentato delle raccomandazioni che sono state votate dal Consiglio, ma che sono state respinte in quanto non hanno raggiunto la maggioranza necessaria. Secondo l'oratore la Presidenza italiana ha scelto l'unica strada possibile, facendo approvare un testo in cui Germania e Francia si impegnano ad adottare misure sulla riduzione del disavanzo. In fase di replica, Giulio TREMONTI ha detto che è stato messo in discussione il ruolo neutrale della Presidenza italiana. Il commissario, in particolare, ha detto che la Presidenza italiana ha compiuto degli sforzi per arrivare a una soluzione, ma non ha votato a favore delle proposte dell'Esecutivo. È un modo curioso di considerare la neutralità chiedendo di stare da una parte o dall'altra, ha detto il ministro. La posizione della Presidenza è stata quindi totalmente neutrale e il dibattito dovrebbe svolgersi in senso europeo, al di fuori della logica di convenienza della politica interna, «sia consentito dirlo ai rappresentanti di un Governo che considera importante la Commissione come guardiano dei Trattati, ma ugualmente importante il mercato finanziario». Quanto a Irlanda e Portogallo, spiace constatare che questi due paesi, insieme a Francia e Germania ma anche con Belgio, Grecia e Lussemburgo, abbiano votato a favore delle conclusioni. Non vale quindi il dibattito su grandi e piccoli, ma si tratta di una dialettica più vasta, di una dialettica politica che è stata oggetto della discussione. Tremonti ritiene che la Commissione non abbia il monopolio della politica, né che le regole si identifichino con le sanzioni. Le regole possono essere interpretate in modo diverso e il servizio giuridico del Consiglio le ha interpretate in un certo modo. Nella sostanza, la decisione del Consiglio può essere apprezzata in quanto le misure che si raccomandano a Francia e Germania sono le stesse che aveva proposto la Commissione. La differenza è solo sulla procedura, ovvero se la procedura si identifichi in sanzioni o se sia costruita in modo diverso. Per Tremonti le sanzioni sono funzionali soprattutto se non vengono applicate: esse funzionano se producono il loro meccanismo di remora, di prevenzione, di adeguamento. L'obiettivo è piuttosto il rispetto delle regole. Neppure per un piccolo paese il ministro avrebbe votato le sanzioni. A suo avviso, conta più la sostanza della forma e finora si è parlato troppo di un aspetto della procedura, trascurando l'altro. L'Europa vive una fase difficile, nella quale si vede una drammatica simmetria fra l'intensità dei problemi e la capacità di governance. Sull'intensità dei problemi, il ministro ha citato «due guerre in due anni, la rottura dell'equilibrio geopolitico del mondo, il crollo delle borse finanziarie, la competizione senza regole prodotta dalla Cina, gli effetti prodotti forse oltre le previsioni dal changeover in alcuni paesi, crisi locali, crisi settoriali a fronte una limitata capacità di governance». Gli antichi Stati-nazione, ha proseguito, non hanno più gli strumenti di governance nazionali, mentre non c'è ancora una governance europea. Se nel 2000 l'economia europea andava bene, i bilanci erano in ordine e l'euro era basso sul dollaro, nel 2003 l'economia non va particolarmente bene, i bilanci non sono particolarmente in ordine e l'euro è alto sul dollaro. «Isaac Newton avrebbe qualche difficoltà nel comprendere il nesso causa-effetto tra questi due fenomeni», ha affermato Tremonti. Quello che serve è una governance europea e nel Trattato costituzionale vi è la base per una prospettiva in questo senso. A conclusione del dibattito, il commissario Pedro SOLBES MIRA si è soffermato su tre punti. In primo luogo ha affermato che la Commissione non ha mai proposto sanzioni, ma ha proposto semmai di applicare maggiore flessibilità nel rispetto della soglia del 3% con un anno in più. In secondo luogo, la Commissione veglierà sul rispetto del Patto, cosa che potrà comportare difficoltà non trascurabili, cercando di garantire un equo trattamento di tutti gli Stati membri. Infine, ha detto che è in corso una riflessione serena da parte della Commissione in merito alle conseguenze sul futuro delle economie. In particolare, l'Esecutivo ha lanciato un'iniziativa per una migliore governance. Chiesta un'IVA ridotta per compact-disc, film e parrucchieriChrista RANDZIO-PLATH (PSE, D) Il Parlamento europeo ha approvato una relazione di Christa RANDZIO-PLATH (PSE, D) che chiede un prolungamento del regime di aliquote ridotte IVA per i servizi ad alta intensità di manodopera. I deputati intendono lasciare agli Stati membri un grado di flessibilità che consenta di applicare le aliquote ridotte ad una gamma più estesa di beni e servizi, in attesa di un sistema definitivo sull'IVA, a condizione che non vi sia alcun rischio di distorsione della concorrenza nel mercato interno. Essi ritengono infatti che un periodo sperimentale di tre anni sia troppo limitato per valutare appieno una questione così complessa. Tra l'altro ulteriori dati presentati al Parlamento dai settori di attività interessati hanno mostrato che il sistema ha avuto sull'occupazione risultati migliori rispetto alla valutazione compiuta dalla Commissione. L'Aula propone di ampliare l'allegato H della direttiva, quello che stabilisce quali beni e servizi possono godere di un'aliquota ridotta fino ad un minimo del 5%. Si chiede infatti di includervi, tra gli altri: i parrucchieri, i servizi di lavanderia e di lavaggio a secco, le riparazioni di calzature e il giardinaggio, ma anche la ristrutturazione e la manutenzione di edifici e monumenti tutelati, la fornitura di materiali per la costruzione, la trasformazione di abitazioni che contribuisca a migliorare l'efficienza energetica. I compact disc e i film, compresi quelli da noleggio, dovrebbe ricevere lo stesso trattamento di altri beni culturali come i libri (tra cui figurano già quelli di musica stampata) e quindi beneficiare di un'aliquota ridotta. I deputati ritengono che gli Stati membri potrebbero continuare ad applicare un'aliquota ridotta a prodotti come l'abbigliamento e le calzature per bambini, nonché i seggiolini per bambini installati negli autoveicoli. Essi chiedono inoltre di garantire che siano applicate aliquote ridotte anche alle attrezzature usate da organizzazioni di utilità sociale operanti nel settore della ricerca medica. Per
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Una carta di assicurazione malattia per tutti i cittadini |
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Anne Elisabet JENSEN (ELDR, DK) Relazione sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CEE) n. 1408/71 del Consiglio relativo all’applicazione dei regimi di sicurezza sociale ai lavoratori subordinati, ai lavoratori autonomi e ai loro familiari che si spostano all’interno della Comunità e il regolamento (CEE) n. 574/72 del Consiglio che stabilisce le modalità di applicazione del regolamento (CEE) n. 1408/71, per quanto riguarda l’allineamento dei diritti e la semplificazione delle procedure Doc.: A5-0399/2003 Procedura: Codecisione, prima lettura Dibattito: 04.12.2003 Votazione: 04.12.2003 Un nuovo tassello sta per essere collocato nel mosaico del processo di eliminazione degli ostacoli alla libera circolazione dei cittadini europei. Il Parlamento europeo ha infatti approvato in prima lettura la proposta della Commissione che introduce fin dal giugno 2004 una carta europea di assicurazione malattia. La relazione di Anne Elisabet JENSEN (ELDR, DK) prevede pochi emendamenti alla proposta dell'Esecutivo finalizzata a creare le condizioni necessarie all'introduzione della carta. I deputati si limitano a chiedere che gli assicurati siano informati in modo adeguato dei loro diritti e dei loro obblighi. Attualmente, il cittadino europeo che vuole garantirsi una copertura delle spese mediche durante il soggiorno in un altro Stato membro, deve munirsi di uno dei numerosi modelli cartacei previsti: E 111, E 128, E 110, E 119. Con la nuova carta europea di assicurazione malattia, che dovrebbe venire introdotta gradualmente, non ci sarà più bisogno di rivolgersi alla propria mutua per chiedere tali moduli. A partire dal giugno 2004, essa sostituirà il modello E 111, richiesto per soggiorni all'estero di breve durata (es. per turismo). In seguito toccherà agli altri moduli, necessari ad esempio agli studenti o a chi è alla ricerca di occupazione. La proposta prevede che entro il 2008 venga introdotta una carta dotata di un chip elettronico in modo che possa essere letta da un computer. Nel corso del dibattito, il commissario Diamantopoulou ha affermato che la Commissione accetterà tutti gli emendamenti approvati dal Parlamento, formulando l'auspicio che la proposta possa essere approvata in prima lettura già durante la Presidenza italiana. Per
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Severe critiche all'OLAF |
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Herbert BÖSCH (PSE, A) Relazione sulla relazione della Commissione sulla valutazione delle attività dell'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) Doc.: A5-0393/2003 Procedura: Iniziativa Dibattito: 03.12.2003 Votazione: 04.12.2003 Quattro anni fa l'OLAF ha sostituito l'UCLAF nella lotta contro la frode, la corruzione e ogni altra attività lesiva degli interessi finanziari della Comunità europea. Nel solo 2002 sono state appurate a danno della Comunità irregolarità e frodi per circa 2 miliardi di euro. Fin dalla sua istituzione, l'OLAF ha esaminato oltre 3.000 casi, di cui 1.426 ripresi dall'UCLAF. Solo una piccola parte di essi è stata oggetto di autentiche indagini amministrative. Nelle scorse settimane il Presidente della Commissione Romano Prodi ha annunciato che l'Esecutivo presenterà proposte legislative per promuovere l'idea del pubblico ministero europeo e fornire all'OLAF uno statuto di piena autonomia. La relazione d'iniziativa di Herbert BÖSCH (PSE, A), adottata dal Parlamento europeo con 381 voti favorevoli, 88 contrari e 18 astensioni, rivolge critiche severe al funzionamento dell'OLAF, sottolineando la necessità di una forte leadership, di priorità chiare, di una politica d'indagine precisa e di un ruolo rafforzato del Comitato di vigilanza. L'Aula critica l'inefficacia delle inchieste, l'insufficiente protezione dei diritti fondamentali delle persone sottoposte a indagine e la scarsa armonizzazione nella politica di comunicazione dell'OLAF. Il caso Eurostat ha messo in luce alcune carenze nell'attività investigativa dell'Ufficio. L'Aula insiste sul fatto che, a partire dal gennaio 2004, venga effettuata una verifica dell'efficacia e dell'efficienza dell'attività investigativa dell'OLAF sotto la responsabilità del Comitato di vigilanza, il quale comprende cinque personalità indipendenti ed esterne nominate di comune accordo da Parlamento, Consiglio e Commissione. Il segretariato del Comitato dovrebbe essere ritirato dall'OLAF e trasferito al Parlamento europeo. Nel bilancio 2004 l'OLAF dovrebbe figurare in una linea di bilancio propria, come il Mediatore europeo. Secondo i deputati, al momento di fissare il proprio programma di lavoro per il 2004, l'OLAF dovrebbe dare priorità a inchieste nelle quali le autorità nazionali non hanno alcun interesse o potere in particolare, vale a dire le inchieste in seno alle istituzioni e agenzie dell'UE. Almeno 140 posti dovrebbero essere dedicati alle inchieste interne. Tra le altre raccomandazioni figura quella di effettuare controlli più efficaci sui Direttori generali al fine di evitare abusi di potere, in particolare facendo sì che delle cosiddette capacità di revisione dei conti interne alle direzioni generali non sia più responsabile il Direttore generale, ma il verificatore interno. I deputati chiedono anche una migliore protezione dei funzionari che denunciano le irregolarità («whistle blowers»), i quali non devono subire alcuno svantaggio personale e professionale. Essi dovrebbero avere la possibilità di rivolgersi direttamente all'OLAF senza avere l'obbligo di informare i loro superiori. Il Parlamento sottolinea che fino a questo momento la Commissione non ha riconosciuto la sua responsabilità politica per quanto riguarda i lavori dell'OLAF. Sebbene la Commissione non sia in grado di influenzare lo svolgimento delle indagini, che vengono effettuate sotto la sola responsabilità del Direttore dell'OLAF, essa ha il dovere di esercitare il potere disciplinare a norma del regolamento dell'OLAF, previa consultazione del Comitato di controllo, se vengono commesse irregolarità. In un emendamento approvato con 269 voti favorevoli, 229 contrari e 3 astensioni, l'Aula ritiene che sia stato un errore concentrare le competenze relative all'elaborazione del bilancio e alla contabilità e quelle relative alla lotta alle frodi nelle mani di un solo membro della Commissione, in quanto si viene inevitabilmente a creare un conflitto di interessi. I deputati accolgono favorevolmente le proposte del Presidente della Commissione Prodi di attribuire priorità ai compiti fondamentali dell'OLAF, di mantenere i suoi poteri d'indagine interna, di migliorare la comunicazione tra l'OLAF e le istituzioni comunitarie, di meglio salvaguardare i diritti di difesa di persone sotto inchiesta e di rafforzare il ruolo del Comitato di Vigilanza. Quest'ultimo ha proposto di istituire un «difensore dei diritti individuali» con il compito di trattare i ricorsi di membri del personale delle istituzioni comunitarie che ritenessero di non essere stati trattati correttamente nel corso di un'inchiesta interna. Per
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Van Den Broeke (Bruxelles)
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Assistenza a paesi terzi in materia di migrazione e asilo |
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Giacomo SANTINI (PPE/DE, I) Relazione sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un programma di assistenza finanziaria e tecnica ai paesi terzi in materia di migrazione e asilo Doc.: A5-0405/2003 Procedura: Codecisione, prima lettura Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 110 bis del Regolamento del Parlamento Votazione: 04.12.2003 Con 428 voti favorevoli, 43 contrari e 41 astensioni, il Parlamento europeo ha approvato la relazione di Giacomo SANTINI (PPE/DE, I) su un programma di assistenza a paesi terzi in materia di migrazione e di asilo. La proposta della Commissione prevede una dotazione finanziaria di 250 milioni di euro per il periodo 2004-2008. Il programma è destinato in particolare (ma non esclusivamente, secondo i deputati) ai paesi terzi attivamente impegnati nella preparazione o nell'attuazione di un accordo di riammissione siglato, firmato o concluso con la Comunità europea. L'Aula ritiene che l'obiettivo dello sviluppo della migrazione legale si debba basare su un'analisi della situazione demografica, economica e sociale dei paesi d'origine e dei paesi ospiti e della capacità ricettiva di questi ultimi, nonché della sensibilizzazione dell'opinione pubblica sui vantaggi della migrazione legale e sulle conseguenze della migrazione clandestina. Inoltre, la messa a punto nei paesi terzi interessati di una politica efficace e preventiva nella lotta contro la migrazione illegale deve essere accompagnata dallo sviluppo di una legislazione in materia. Il programma dovrà annoverare tra i suoi obiettivi quello della riammissione nel pieno rispetto delle leggi e della reintegrazione durevole nel paese terzo interessato, di persone che sono entrate o che sono rimaste illegalmente sul territorio degli Stati membri; o di persone la cui richiesta d'asilo avviata nell'Unione europea abbia avuto esito negativo o che abbiano beneficiato di un'altra forma di protezione internazionale. Tra le azioni da sostenere, i deputati hanno chiesto che l'organizzazione di campagne informative riguardi anche la consulenza giuridica. Esse dovranno comprendere, tra le altre, le conseguenze dell'immigrazione illegale, compresa la tratta di esseri umani e il contrabbando di migranti e del lavoro clandestino nell'Unione europea, nonché la diffusione di informazioni sulle possibilità di lavorare legalmente nell'Unione europea, sia a breve che a lungo termine, e sulle procedure da seguire a tal fine. Secondo l'Aula, il cofinanziamento comunitario di un'azione da parte del presente programma ammonta fino all'80%. Tra i possibili beneficiari del sostegno finanziario vi dovrebbero essere le organizzazioni e le agenzie regionali e internazionali, le ONG o altri soggetti non statali, amministrazioni federali, nazionali, provinciali e locali, i loro dipartimenti e agenzie, istituti, associazioni e operatori pubblici e privati, sia nell'Unione europea sia nei paesi terzi beneficiari, privilegiandone il partenariato. Per
ulteriori informazioni: Danny
De Paepe (Bruxelles)
Tel.(32-2) 28 42531 e-mail
:
libe-press@europarl.eu.int Intensificare la lotta contro la corruzioneFrancesco RUTELLI (ELDR, I) Con 455 voti favorevoli, 12 contrari e 42 astensioni, il Parlamento europeo ha approvato una relazione d'iniziativa elaborata da Francesco RUTELLI (ELDR, I) che esamina la comunicazione della Commissione europea sulla lotta alla corruzione. Il relatore invita gli Stati membri ad adoperarsi affinché la decisione quadro sul mandato d'arresto europeo possa essere trasposta in diritto interno entro il 1° gennaio 2004. Egli sottolinea che l'entrata in vigore del mandato d'arresto europeo evidenzia la necessità di definire il concetto di corruzione a livello europeo. LAula ha quindi formulato una serie di raccomandazioni al fine di affrontare il problema nella sua globalità. I deputati condividono l'opinione della Commissione secondo la quale tutti gli Stati membri dovrebbero aderire al gruppo GRECO del Consiglio d'Europa sulla lotta alla corruzione e chiedono agli Stati membri e ai paesi candidati di sostenere la domanda di adesione della Comunità europea. La maggioranza degli Stati membri, tra cui l'Italia, non ha ancora ratificato la convenzione penale e quella in materia civile del Consiglio d'Europa, a differenza dei paesi candidati: il relatore li invita a farlo entro il 1° gennaio 2004. L'Aula invita gli Stati membri e i paesi candidati a dotarsi di organismi specializzati nella lotta alla corruzione. Eurojust e Europol devono essere le sedi idonee per garantire la cooperazione giudiziaria e di polizia fra le autorità nazionali in materia di lotta alla corruzione. I deputati auspicano l'istituzione, al più presto, della procura europea indipendente, con poteri di attività investigativa e di azione penale. Il pluralismo dei mezzi di comunicazione e la libertà di informazione sono fattori essenziali di una efficace strategia anticorruzione, sia a livello nazionale che a livello europeo. Si invita pertanto la Commissione, come già richiesto il 20 novembre 2002, a presentare una direttiva per la salvaguardia del pluralismo dei media. Il relatore chiede all'Esecutivo di elaborare proposte volte ad introdurre norme e buone prassi, al fine di rendere trasparente il finanziamento dei partiti e delle spese elettorali e di evitare conflitti d'interesse. Per
ulteriori informazioni: Pia
Siitonen (Bruxelles)
Tel.(32-2) 28 41498 e-mail
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libe-press@europarl.eu.int Rimpatrio di salmeMichael CASHMAN (PSE, UK) La relazione è stata approvata. Per
ulteriori informazioni: Pia
Siitonen (Bruxelles)
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Per una migliore governance europea |
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Margrietus van den BERG (PSE, NL) Relazione sulla governance europea Doc.: A5-0402/2003 Procedura: Iniziativa Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 110 bis del Regolamento Votazione: 04.12.2003 A seguito del Libro bianco sulla governance europea presentato dalla Commissione nel 2001, il Parlamento ha approvato la relazione di Margrietus van den BERG (PSE, NL) con cui si rallegra delle proposte sulle norme minime per la consultazione della società civile organizzata (settori professionali, sindacati, imprese e cittadini in generale) da parte della Commissione. Ciò, però, non può sostituire l'accesso dei cittadini ai poteri pubblici attraverso procedure elettorali aperte e sempre più democratiche: secondo i deputati, il miglioramento del vincolo tra i cittadini e le istituzioni comunitarie può essere ottenuto attraverso il rafforzamento dei poteri legislativi del Parlamento, una legislazione elettorale uniforme che garantisca la comunicazione sempre più diretta tra i deputati e i loro elettori e un'autentica trasparenza dei lavori del Consiglio, per lo meno quando agisce in funzione di legislatore. Per facilitare la partecipazione dei cittadini, i deputati invitano le istituzioni comunitarie a far confluire i vari siti Internet in un portale unico. D'altra parte, essi deplorano che non esista ancora un elenco univoco dei comitati e dei gruppi di lavoro che assistono la Commissione, elenco annunciato per il giugno 2001. Per quanto riguarda infine la governance mondiale, si ritiene che la rappresentanza internazionale dell'UE vada rivista di modo che l'Unione possa essere presto rappresentata in seno ad organizzazioni internazionali con un proprio seggio. Per
ulteriori informazioni: Claudia
Delpero (Bruxelles)
Tel.(32-2) 28 42591 e-mail
: constit-press@europarl.eu.int Contratti e convenzioni tripartiteNeil MacCORMICK (Verdi/ALE, UK) La relazione è stata approvata con 430 voti favorevoli, 60 contrari e 28 astensioni. Per
ulteriori informazioni: Claudia
Delpero (Bruxelles)
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Niente più ambiguità sul termine «biologico» |
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Danielle AUROI (Verdi/ALE, F) Relazione sulla proposta di regolamento del Consiglio che modifica il regolamento (CEE) n. 2092/91 relativo al metodo di produzione biologico di prodotti agricoli e all'indicazione di tale metodo sui prodotti agricoli e sulle derrate alimentari Doc.: A5-0392/2003 Procedura: Consultazione legislativa Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 110 bis del Regolamento del Parlamento Votazione: 04.12.2003 Il settore biologico conta attualmente 150.000 aziende in Europa, per un totale del 4% delle superfici ad uso agricolo e di un fatturato annuo pari a 10 miliardi di euro. La legislazione comunitaria in materia di uniformazione nonché delle denominazioni e dell'identificazione dell'agricoltura biologica ha ormai più di dieci anni. La Commissione intende modificare l'articolo 2 del regolamento relativo alla terminologia nelle varie lingue della Comunità per l'identificazione del processo di produzione dell'agricoltura biologica per mezzo di un'etichetta, la cui sigla dovrà essere identificabile da ciascun cittadino dell'Unione con un semplice colpo d'occhio, rendendo al contempo più chiaro il logo comunitario. Si prevede inoltre un rafforzamento dei controlli di tutti gli operatori in tutte le fasi della produzione. La relazione di Danielle AUROI (Verdi/ALE, F), approvata dal Parlamento europeo, accoglie positivamente tale modifica, in quanto considera necessario chiarire quali prodotti sono biologici al momento in cui vengono acquistati dai supermercati. I deputati ritengono che la qualità attesa e le richieste legittime dei consumatori non possono essere soddisfatte con le deroghe ancora in vigore: non si può più consentire a talune grandi marche l'ambiguità sulla denominazione, lasciando che immettano sul mercato prodotti non biologici il cui nome tuttavia induce a ritenere il contrario. Questa tolleranza, autorizzata fino al 2006, deve sparire immediatamente. Secondo l'Aula, la proposta della Commissione, volta a definire il termine «biologico» nei vari Stati membri, deve tenere conto, sul piano linguistico, dei paesi aderenti: occorre verificare che questa situazione sia prevista nei trattati d'adesione. Sembra soprattutto importante imporre l'uso di un logo europeo generico che identifichi i prodotti biologici in tutta la Comunità. Il logo europeo dell'agricoltura biologica deve essere introdotto accanto alle etichette nazionali certificate dall'agosto del 2000. Tuttavia esso dovrebbe riguardare soltanto i prodotti che sono biologici per più del 95%; tale tolleranza non dovrebbe più essere accettata a partire dal 1° gennaio 2004. Occorre inoltre proteggere le zone coltivate con metodi biologici dall'eventuale inquinamento da OGM. Ciò comporta l'installazione di confini di sicurezza che impediscano la coltivazione di vegetali geneticamente modificati all'interno di questo perimetro, in un raggio di almeno 12 chilometri. Alla luce del fatto che i prodotti biologici, in particolare il vino, hanno un disciplinare paragonabile a quello di una denominazione di origine controllata, i deputati chiedono che entro il 1° gennaio 2005 vengano presentate norme specifiche per la vitivinicoltura biologica. Con 225 voti a favore, 260 contrari e 6 astensioni, l'Aula ha respinto un emendamento teso a garantire al produttore agricolo biologico un indennizzo da parte dell'inquinatore, quest'ultimo potendo essere un produttore che abbia fatto uso di OGM o il produttore di sementi che fornisca tali sementi agli agricoltori. Per
ulteriori informazioni: Maria
Andrés Marìn (Bruxelles)
Tel.(32-2) 28 44299 |
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Riconversione dei pescherecci |
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Rosa MIGUÈLEZ RAMOS (PSE, E) Relazione sulla proposta di regolamento del Consiglio recante modifica del regolamento (CE) n. 2561/2001 del Consiglio, volto a promuovere la riconversione dei pescherecci e dei pescatori che, fino al 1999, dipendevano dall'accordo di pesca con il Marocco Doc.: A5-0407/2003 Procedura: Consultazione legislativa Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 110 bis del Regolamento del Parlamento Votazione: 04.12.2003 La relazione è stata approvata. Per
ulteriori informazioni: Gonçalo
Macedo (Bruxelles)
Tel.(32-2) 28 41361 e-mail
:
fish-press@europarl.eu.int Accordo di pesca con il MozambicoStruan STEVENSON (PPE/DE, UK) La relazione è stata approvata. Per
ulteriori informazioni: Gonçalo
Macedo (Bruxelles)
Tel.(32-2) 28 41361 e-mail
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fish-press@europarl.eu.int Misure speciali per la pesca nelle regioni ultraperifericheMargie SUDRE (PPE/DE, F) Le due relazioni sono state approvate. Il testo sul regime di compensazione di costi supplementari che incidono sullo smercio di alcuni prodotti è passato con 450 voti favorevoli, 9 contrari e 42 astensioni. Per
ulteriori informazioni: Gonçalo
Macedo (Bruxelles)
Tel.(32-2) 28 41361 e-mail
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fish-press@europarl.eu.int |
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Preferenze tariffarie generalizzate |
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Margrietus van den BERG (PSE, NL) Relazione sulla proposta di regolamento del Consiglio che proroga fino al 31 dicembre 2005 l'applicazione del regolamento (CE) n. 2501/2001, relativo all'applicazione di uno schema di preferenze tariffarie generalizzate per il periodo 1° gennaio 2002 - 31 dicembre 2004, e che modifica detto regolamento Doc.: A5-0424/2003 Procedura: Consultazione legislativa Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 110 bis del Regolamento del Parlamento Votazione: 05.12.2003 La relazione è stata approvata. Per
ulteriori informazioni: Armelle
Douaud (Bruxelles)
Tel.(32-2) 28 43806 e-mail
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deve-press@europarl.eu.int |
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Inquinamento atmosferico provocato da navi |
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Caroline LUCAS (Verdi/ALE, UK) Relazione su una strategia dell'Unione europea per ridurre le emissioni atmosferiche delle navi marittime Doc.: A5-0400/2003 Procedura: Iniziativa Dibattito: 03.12.2003 Votazione: 04.12.2003 Secondo l'Agenzia europea dell'ambiente (AEE), dal 20 al 40% circa della popolazione urbana in Europa è esposta a livelli di inquinamento provocati da particolati superiori ai limiti che verranno fissati a livello comunitario. Si valuta inoltre che le emissioni provenienti dalle navi rappresentino il 20-30% delle concentrazioni atmosferiche di particolati inorganici secondari nella maggior parte delle regioni costiere. Se si prendono in considerazione i veicoli e il combustibile utilizzati mediamente oggi, una nave emetterà 30-50 volte in più di anidride solforosa per tonnellata metrica al chilometro rispetto ad un automezzo pesante. Il Parlamento europeo, approvando la relazione di Caroline LUCAS (Verdi/ALE, UK), accoglie con favore l'intenzione dichiarata della Commissione di adottare misure volte a combattere le emissioni di inquinanti atmosferici provenienti dalle navi marittime, ma le ritiene del tutto inadeguate. Tanto più se si vogliono conseguire gli obiettivi a lungo termine fissati nel Quinto e Sesto programma comunitario di azione in materia di ambiente relativi all'inquinamento atmosferico e se si intende proteggere efficacemente le persone contro i rischi riconosciuti per la salute provocati dall'inquinamento atmosferico. I deputati ritengono che l'obiettivo generale della Commissione di ridurre il contributo delle emissioni atmosferiche delle navi ai problemi ambientali e di salute umana nell'UE debba essere ampliato in modo da ridurre le emissioni di gas ad effetto serra delle navi. Essi auspicano che l'Esecutivo includa nella strategia le emissioni di aromatici policiclici (PAH) e di metalli pesanti. Per
ulteriori informazioni: Manfred
Kohler (Bruxelles)
Tel.(32-2) 28 41329 e-mail
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envi-press@europarl.eu.int |
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Cooperazione scientifica UE-Marocco |
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Luis BERENGUER FUSTER (PSE, E) Relazione sulla proposta di decisione del Consiglio concernente la conclusione dell'accordo di cooperazione scientifica e tecnologica tra la Comunità europea e il Regno del Marocco Doc.: A5-0403/2003 Procedura: Consultazione legislativa Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 158 del regolamento del Parlamento Votazione: 04.12.2003 La relazione è stata approvata. Per
ulteriori informazioni: Richard
Freedman (Bruxelles)
Tel.(32-2) 28 41448 e-mail
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indu-press@europarl.eu.int Cooperazione scientifica UE-TunisiaLuis BERENGUER FUSTER (PSE, E) La relazione è stata approvata. Per
ulteriori informazioni: Richard
Freedman (Bruxelles)
Tel.(32-2) 28 41448 e-mail
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indu-press@europarl.eu.int |
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Immunità dell'on. Cappato |
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Neil MacCORMICK (Verdi/ALE, UK) Relazione sulla richiesta di difesa dei privilegi e delle immunità dell'on. Marco Cappato Doc.: A5-0433/2003 Procedura: Immunità Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 110 bis del Regolamento del Parlamento Votazione: 04.12.2003 La relazione è stata approvata. L'Aula ha quindi deciso di non difendere i privilegi e le immunità di Marco CAPPATO (NI, I) in merito a un sequestro di documenti relativi a un'indagine avviata in Francia sui reati di agevolazione dell'uso di stupefacenti e di danneggiamento della proprietà altrui. Per
ulteriori informazioni: Miriam Orieskova (Bruxelles)
Tel.(32-2) 28 31054 e-mail
:
lega-press@europarl.eu.int Tanja
Rudolf (Bruxelles)
Tel.(32-2)
28 31053 e-mail
:
lega-press@europarl.eu.int Immunità dell'on. KorakasNeil MacCORMICK (Verdi/ALE, UK) La relazione è stata approvata. L'immunità non è quindi stata revocata. Per
ulteriori informazioni: Miriam Orieskova (Bruxelles)
Tel.(32-2) 28 31054 e-mail
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lega-press@europarl.eu.int e (Bruxelles)
Tel.(32-2)
28 31053 e-mail
:
lega-press@europarl.eu.int Immunità dell'on. MarchianiKlaus-Heiner LEHNE (PPE/DE, D) Le due relazioni sono state approvate. L'immunità non è quindi stata revocata Per
ulteriori informazioni: |
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Restituzione di stanziamenti non utilizzati |
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Göran FÄRM (PSE, S) Relazione sul progetto di bilancio rettificativo n. 6/2003 dell'Unione europea per l'esercizio 2003 Doc.: A5-0428/9/2003 Procedura: Bilancio & Göran FÄRM (PSE, S) Relazione sul progetto di bilancio rettificativo n. 7/2003 dell'Unione europea per l'esercizio 2003 Doc.: A5-0429/2003 Procedura: Bilancio Relazioni senza dibattito ai sensi dell'articolo 110 bis del Regolamento del Parlamento Votazione: 04.12.2003 La due relazioni sono state approvate. Per
ulteriori informazioni: Jean-Yves
Loog (Bruxelles)
Tel.(32-2) 28 44652 e-mail
:
budg-press@europarl.eu.int |
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Ordine del giorno 15
- 18 dicembre 2003 Lunedì
15 dicembre 2003 |
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(17:00 -
22:00)
Martedì
16 dicembre 2003 (9:00
- 12:00)
(12:00
- 13:00) Votazione
(15:00
- 17:30)
(17:30
- 19:00)
(21:00
- 24:00)
Mercoledì
17 dicembre 2003 (9:00
- 12:00, 15:00 - 17:30, 21:00 - 24:00)
(12:00
- 13:00) - Votazione
(17:30
- 19:00)
Giovedì
18 dicembre 2003 (10:00
- 11:30, 15:00 - 16:30)
(11:30
- 13:00) Votazione
(16:30 -
17:30)
(17:30) Votazione
L'ordine del giorno può subire modifiche. |
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