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Luís QUEIRO (UEN,
P)Seconda relazione sulla comunicazione della Commissione al Consiglio, al
Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato
delle regioni "Difesa europea: questioni industriali e di mercato -
Verso una politica comunitaria in materia di attrezzature militari" Doc.: A5-0370/2003 Procedura: Iniziativa Dibattito: 19.11.2003 Votazione: 20.11.2003 Il Parlamento ha approvato la relazione di Luis QUEIRÓ (UEN, P) sull'industria europea della difesa, un testo che mira a formulare una strategia capace di assicurare la sicurezza dell'Unione e di contribuire a una maggiore stabilità. Fornendo un quadro di riflessione propizio a una maggiore cooperazione nel settore degli armamenti, il Parlamento chiede agli Stati membri di creare progressivamente un mercato della difesa e di armonizzare le norme in materia di attrezzature militari. I deputati chiedono anche la creazione di un'Agenzia europea degli armamenti, nonché l'elaborazione di un programma di ricerca volto a migliorare le capacità dell'UE. I parlamentari sottoscrivono il principio dell'interdipendenza industriale e tecnologica, in modo da utilizzare meglio la spesa pubblica per la difesa ed evitare i doppioni. Un mercato concorrenziale permetterebbe di realizzare economie di scala e di accrescere la redditività delle imprese europee. L'Aula sottolinea poi l'importanza della cooperazione intraeuropea e il principio di preferenza comunitaria, senza escludere la cooperazione con i paesi terzi né l'acquisizione, da parte degli Stati membri, di attrezzature militari al di fuori dello spazio europeo qualora le offerte siano economicamente più vantaggiose di quelle presentate all'interno dell'UE. I parlamentari ritengono che una maggiore apertura del mercato degli armamenti debba mirare a garantire la sicurezza dell'approvvigionamento a livello nazionale ed europeo; a tal fine si raccomanda di ridurre i controlli sui trasferimenti intracomunitari di attrezzature militari, di semplificare le procedure amministrative e di ravvicinare i sistemi nazionali di rilascio di licenze, riconoscendo tuttavia la complessità e la sensibilità politica di tale settore. Il Parlamento
ribadisce che l'apertura interna dei mercati militari dovrebbe essere
accompagnata da un ulteriore potenziamento dei controlli sulle
esportazioni alle frontiere esterne dell'UE; in tale prospettiva, si
dovrebbe dare attuazione al Codice di condotta comunitario
sull'esportazione delle armi. La relazione propone inoltre che,
nell'ambito della negoziazione delle prossime prospettive finanziarie,
siano istituiti programmi comunitari di sostegno alla ristrutturazione
della difesa e, in particolare, sia creato un programma dedicato allo
sviluppo delle attrezzature di difesa delle frontiere esterne dell'UE.
Ciò permetterebbe di adeguarle alle esigenze della lotta contro il
terrorismo internazionale e la criminalità organizzata, l'immigrazione
clandestina, il traffico di armi e di stupefacenti, la tratta di esseri
umani e la criminalità marittima. I deputati
chiedono la creazione di un'Agenzia incaricata dello sviluppo delle
capacità di difesa, della ricerca, dell'acquisizione e degli armamenti,
che sarà soggetta all'autorità del Consiglio e aperta alla
partecipazione di tutti gli Stati membri. È tuttavia indispensabile
definire, in via preliminare e con rigore, le attività che la futura
Agenzia svolgerà in modo da conferirle maggior peso; ciò dovrebbe essere
effettuato in consultazione con il Parlamento europeo. È stato infine
chiesto che si tenga conto delle aspettative in materia di sicurezza e
stabilità nazionale dei paesi candidati e che questi siano coinvolti nel
processo di ristrutturazione delle industrie collegate alla difesa. La
NATO resta comunque non solo la garanzia fondamentale per la sicurezza
dello spazio euroatlantico, ma anche un quadro essenziale per lo
svolgimento di operazioni di collegamento. Per
ulteriori informazioni: Joëlle
Fiss (Bruxelles)
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Condizioni severe per il finanziamento della ricerca sulle cellule staminali |
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Peter LIESE (PPE/DE, D) Relazione sulla proposta di decisione del Consiglio che modifica la decisione 2002/831/CE che adotta un programma specifico di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione: "Integrare e rafforzare lo Spazio europeo della ricerca" (2002-2006) Doc.: A5-0369/2003 Procedura: Consultazione legislativa Dibattito: 17.11.2003 Votazione: 19.11.2003 Il Parlamento ha adottato la relazione di Peter LIESE (PPE/DE, D) con 300 voti favorevoli, 210 contrari e 19 astensioni, esprimendosi così a favore di una serie di modifiche alla proposta della Commissione onde includere una serie di severi orientamenti etici per il finanziamento comunitario della ricerca, in particolare per quanto concerne i derivati di cellule staminali embrionali provenienti da embrioni umani sovrannumerari. La maggioranza dei deputati si è espressa a favore di un finanziamento della ricerca a partire dal budget assegnato al Sesto programma quadro (2000-2006), sotto riserva però di condizioni etiche molto severe. Tutti gli emendamenti che miravano ad imporre condizioni ancora più rigide sull'utilizzo delle cellule staminali nella ricerca sono stati respinti. Prima del voto finale, il relatore ha affermato di non essere riuscito a persuadere i colleghi ad accordarsi su una «posizione di compromesso» e ha chiesto di votare contro la risoluzione legislativa. Peter LIESE (PPE/DE, D) si è quindi dissociato dal risultato del voto. Su questa materia il Parlamento è consultato, ma è al Consiglio che spetta l'ultima parola. La ricerca sulle cellule staminali solleva questioni etiche, soprattutto quando implica l'utilizzo di cellule embrionali derivate da embrioni umani sovrannumerari: le disposizioni in vigore negli Stati membri sono molto diverse. Gli scienziati ritengono che la ricerca sulle cellule staminali possa consentire progressi fondamentali nella messa a punto di terapie utilizzabili in svariati settori medici, in particolare per le malattie degenerative come l'Alzheimer e il morbo di Parkinson, ma anche per malattie più diffuse come il diabete. Gli emendamenti presentati dal Parlamento chiedono in primo luogo l'eliminazione di qualsiasi data limite quanto alla fornitura di embrioni umani utilizzati per il prelievo di cellule staminali. Questo punto ha raccolto 291 voti favorevoli e 235 contrari, mentre 12 sono state le astensioni. La Commissione aveva proposto che la ricerca finanziata dall'UE fosse solo autorizzata a servirsi di embrioni umani sovrannumerari esistenti, concepiti prima del 27 giugno 2002, data di adozione del Sesto programma quadro da parte di Parlamento e Consiglio. I deputati ritengono inoltre che la decisione sull'autorizzazione del finanziamento della ricerca sulle cellule staminali umane debba dipendere sia dal contenuto della proposta scientifica che dal quadro legislativo degli Stati membri interessati. La ricerca che utilizza cellule staminali adulte e cellule adulte riprogrammate dovrebbe avere priorità nel finanziamento. I deputati hanno però mantenuto l'approccio della Commissione, in base al quale tutti i metodi alternativi (comprese le linee di cellule staminali esistenti o di adulti) devono essere stati presi in esame e deve essere dimostrato che essi non sono sufficienti per le finalità della ricerca in questione. Anche la ricerca sulle cellule staminali embrionali o fetali provenienti da aborti spontanei o terapeutici potrà beneficiare dei finanziamenti. I deputati insistono sulla necessità del consenso preliminare dei genitori per la distruzione di embrioni finalizzata ad ottenere linee di cellule staminali dell'embrione umano. Essi sottolineano poi che la corresponsione o la promessa di qualsiasi somma o di qualsiasi altro vantaggio in natura o di altro tipo per la donazione di embrioni destinati al conseguimento di cellule staminali deve essere vietata. Per garantire la trasparenza del finanziamento comunitario delle attività di ricerca che riguardano cellule staminali umane, adulte o embrionali, la Commissione è chiamata a pubblicare ogni anno la lista dei progetti di ricerca di questa natura finanziati a titolo del Sesto programma quadro. I deputati aggiungono poi che per i progetti di ricerca che utilizzano cellule staminali embrionali, la pubblicazione dovrà una spiegazione delle ragioni per cui non è stato possibile ricorrere ad altre procedure. Per
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Freedman (Bruxelles)
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indu-press@europarl.eu.int Un piano d'azione per investire il 3% del PIL nella ricercaRolf LINKOHR (PSE,
D) Il Parlamento europeo ha approvato una relazione d'iniziativa di Rolf LINKOHR (PSE, D) che accoglie con favore le raccomandazioni contenute nella comunicazione della Commissione sul piano d'azione per gli investimenti nella ricerca in Europa. La richiesta principale viene effettuata nei confronti degli Stati membri, affinché incrementino la loro spesa nel settore della ricerca, portando gli investimenti al 3% del PIL entro il 2010. Attualmente l'UE spende l'1,9%, gli USA il 2,7% e il Giappone il 3%. L'Aula critica il Consiglio per non aver dato seguito alle parole e agli intenti, nonché gli Stati membri per i limitati sforzi - piccoli o nulli - sull'incremento della spesa a favore della ricerca: alcuni paesi, in effetti, l'hanno addirittura ridotta. I deputati chiedono quindi agli Stati membri e agli investitori privati di aumentare la spesa destinata alla R&S, con un aumento del 6% per gli investimenti pubblici e del 9% per quelli privati, affinché si possa realizzare un incremento medio dell'8%, una percentuale necessaria per raggiungere complessivamente, entro il 2010, il 3% del PIL di cui sopra. A tal fine, si propone di potenziare il programma quadro di ricerca europeo: la dotazione del Settimo programma quadro dovrebbe pertanto essere portata a 30 miliardi di euro per l'intera durata, anche per tenere conto dell'ampliamento a 25 o più Stati membri. L'Aula chiede che, nell'ambito del sesto programma quadro di ricerca, i concetti di "reti d'eccellenza" e "progetti integrati" siano maggiormente orientati verso l'idea fondamentale di uno Spazio europeo della ricerca e che vengano in particolare apportate correzioni in relazione alla dimensione dei progetti, in termini sia di numero dei partner partecipanti sia di volumi di finanziamento. I deputati appoggiano la creazione di reti regionali di PMI e invitano gli Stati membri e la Commissione a sostenere in via prioritaria tali iniziative. Infine si chiede la creazione del Consiglio europeo di ricerca, il cui compito dovrebbe essere quello di rafforzare nel contesto mondiale la posizione della ricerca scientifica di base effettuata al massimo livello in Europa, mettendo a sua disposizione un finanziamento a lungo termine. Per
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Respinto il compromesso sui servizi portuali |
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Georg JARZEMBOWSKI (PPE/DE, D) Relazione sul progetto comune, approvato dal comitato di conciliazione, di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sull'accesso al mercato dei servizi portuali Doc.: A5-0364/2003 Procedura: Codecisione, terza lettura Dibattito: 18.11.2003 Votazione: 20.11.2003 Il Parlamento ha respinto il testo di compromesso, raggiunto in sede di conciliazione, sulla direttiva per l'apertura del mercato dei servizi portuali. 209 deputati hanno votato a favore, 229 contro e 16 si sono astenuti. In conseguenza di questo voto, la direttiva proposta dalla Commissione ed emendata in conciliazione decade. I gruppi PSE, Verdi/ALE e GUE/NGL, ma anche membri di altre formazioni politiche, hanno votato contro; la maggioranza dei membri del PPE-DE e dell'ELDR erano invece favorevoli al compromesso. L'elemento più
contestato dell'accordo era la definizione di «autoproduzione», cioè la
possibilità per le società armatrici di servirsi del proprio personale
navigante e delle proprie attrezzature per servizi come il carico e lo
scarico, invece di ricorrere ai portuali. La maggioranza dei deputati ha
osservato che la direttiva avrebbe permesso al personale navigante di
svolgere operazioni di carico illimitate nei porti europei. Ciò avrebbe
ridotto in modo significativo le condizioni di sicurezza. Finora solo i
portuali professionali, impiegati dalle autorità portuali, potevano
svolgere questo tipo di lavoro: essendo più qualificati, essi potevano
assicurare livelli di sicurezza più elevati. Con la direttiva, invece,
lavoratori competenti avrebbero rischiato di perdere il posto a beneficio
di personale meno pagato e meno qualificato. La conciliazione non ha
condotto a una soluzione soddisfacente a tale problema. Il relatore Georg JARZEMBOWSKI (PPE-DE, D) si è rammaricato per il risultato del voto. A suo avviso, ciò è contrario all'idea di un mercato europeo e di condizioni per la concorrenza leale tra i porti, che ora saranno impossibili. Potrebbero volerci anni prima che la Commissione presenti una nuova proposta legislativa: spetterà infatti alla nuova Commissione, dopo le elezioni europee dell'anno prossimo, il compito di presentare un altro testo. Già in conciliazione, la delegazione del Parlamento aveva approvato il testo con appena 8 voti favorevoli e 7 contrari. Per
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: region-press@europarl.eu.int Un mare più pulito e porti più sicuriRosa MIGUÈLEZ RAMOS
(PSE, E) Il Parlamento europeo ha approvato la relazione di Rosa MIGUÈLEZ RAMOS (PSE, E) sul regolamento relativo al miglioramento della sicurezza delle navi e degli impianti portuali. Essa mira a migliorare la sicurezza dei trasporti marittimi europei nel quadro della lotta contro il terrorismo. I deputati invitano la Commissione a presentare, entro la fine del 2003, una direttiva sulla sicurezza della zona portuali nel suo complesso. Gli Stati membri sono invitati a designare un Punto di contatto per la sicurezza marittima entro il 1° luglio 2004 e a adottare un programma nazionale per l'applicazione del regolamento. Per Punto di contatto per la sicurezza marittima si intende l'organismo nominato da ogni Stato membro per fungere da punto di contatto per la Commissione e gli altri Stati membri ai fini dell'attuazione, del controllo e dell'informazione sull'applicazione delle misure di sicurezza marittima. Con riferimento al traffico marittimo internazionale, l'Aula invita gli Stati membri a applicare, entro il 1° luglio 2004 e in maniera integrale, le misure speciali per rafforzare la sicurezza marittima della Convenzione SOLAS e la parte A del Codice ISPS. Queste misure dovrebbero essere applicate anche al traffico nazionale entro il 1° luglio 2005. Gli Stati membri dovrebbero inoltre decidere, dopo una valutazione obbligatoria dei rischi per la sicurezza, in che misura applicano, entro il 1° luglio 2007, le disposizioni del regolamento alle altre categorie di navi che effettuano servizio nazionale, alle loro società e agli impianti portuali che ad esse prestano servizi. Con un termine di trasposizione inferiore a un anno, la direttiva dovrebbe comprendere le misure complementari di sicurezza applicabili nei porti comunitari e coprire tutto il personale interessato dalle misure di sicurezza, includendo non solo la gente di mare, ma anche i lavoratori portuali e tutti coloro che operano occasionalmente nella zona portuale. È inoltre fondamentale garantire alla gente di mare la formazione, le esercitazioni e la pratica destinate al personale responsabile della nave e dell'impianto portuale: per questo l'OMI dovrebbe modificare il codice ISPS. Per
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envi-press@europarl.eu.int Membri della commissione temporanea sulla sicurezza marittimaNomina dei membri di una commissione
temporanea - Rafforzamento della sicurezza marittima Il Parlamento ha nominato i 44 membri che faranno parte della commissione temporanea sul rafforzamento della sicurezza marittima. La lista è stata, proposta dalla Conferenza dei Presidenti, può essere consultata all'indirizzo www.europarl.eu.int (sotto «Tornate» - «Séance en direct»). La commissione temporanea valuterà le norme per la sicurezza marittima in generale e il rispetto della legislazione europea, proponendo eventualmente le misure supplementari necessarie per evitare che si verifichino altri disastri come quello della Prestige. La riunione costitutiva della commissione temporanea si terrà mercoledì 26 novembre, alle ore 9.00, a Bruxelles. I membri dell'organo parlamentare eleggeranno in quell'occasione il presidente e i vicepresidenti e nomineranno il relatore per il testo finale che dovrà essere approvato. Per
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Via libera alla direttiva «Seveso II» |
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Giorgio LISI (PPE/DE, I) Relazione sul progetto comune approvato dal comitato di conciliazione di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 96/82/CE del Consiglio sul controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose Doc.: A5-0365/2003 Procedura: Codecisione, terza lettura Dibattito: 18.11.2003 Votazione: 19.11.2003 Il Parlamento ha approvato il compromesso negoziato con il Consiglio, in sede di conciliazione, in merito alla direttiva «Seveso II». Durante il dibattito in plenaria, il relatore Giorgio LISI (PPE/DE, I) e la commissaria responsabile per l'ambiente Margot WALLSTRÖM si sono rallegrati di questo risultato, che non solo estende il campo d'applicazione della direttiva ma ne rafforza anche il contenuto. Secondo il relatore, le industrie d'ora in avanti dovranno essere consapevoli delle loro responsabilità. Una delle maggiori preoccupazioni del Parlamento riguardava una più efficace politica d'informazione nei confronti del pubblico. L'Aula aveva proposto di utilizzare piante volte a informare i cittadini in merito alle zone suscettibili di essere colpite da un incidente industriale. Il compromesso raggiunto prevede che piante o descrizioni che mostrino tali aree siano incluse nei rapporti di sicurezza, i quali devono essere forniti dagli operatori di impianti pericolosi e accessibili al pubblico. La Commissione europea è inoltre invitata a proporre raccomandazioni per la creazione di una banca dati sui rischi, in modo da valutare la compatibilità dei siti con le zone limitrofe. Il Parlamento ha poi ottenuto l'estensione del campo d'applicazione della direttiva. L'Aula voleva che fossero incluse tutte le attività minerarie, indipendentemente dalla modalità di lavorazione e preparazione delle sostanze. Il Consiglio e la Commissione preferivano invece una distinzione sulla base del metodo di lavorazione: la direttiva avrebbe dovuto coprire la lavorazione chimica e termica di minerali mentre le lavorazioni meccanica e fisica avrebbero dovuto esserne escluse. Il Parlamento è riuscito ad ottenere una relativa estensione della portata della direttiva, che coprirà gli impianti operativi per lo smaltimento degli sterili utilizzati in relazione alla lavorazione chimica e termica dei minerali. Anche gli impianti principali di lavorazione del nitrato di potassio (come quello esploso a Tolosa nel 2001) saranno coperti dalla normativa, nel rispetto delle soglie convenute. Per quanto riguarda infine la formazione del personale, il compromesso raggiunto prevede che essa sia fornita non solo al personale operante in un impianto potenzialmente pericoloso, ma anche al personale addetto di imprese subappaltatrici. Per
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Kohler (Bruxelles)
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envi-press@europarl.eu.int Il PE a favore del trattamento locale dei rifiuti domesticiHans BLOKLAND (EDD,
NL) Fino a che punto si può permettere il trasporto di rifiuti all'interno dell'Unione europea? Bisogna considerare i rifiuti come un prodotto qualsiasi soggetto alla libera circolazione in un mercato comune o bisogna mantenere strutture locali di trattamento dei rifiuti e limitarne il trasporto intracomunitario e l'esportazione? Il Parlamento ha votato oggi a favore della seconda opzione per quanto riguarda i rifiuti domestici, seguendo così il parere del relatore Hans BLOKLAND (EDD, NL), il quale ha sottolineato, nel corso del dibattito, che il 15% dei mezzi pesanti nell'UE trasportano rifiuti. Secondo i deputati, i rifiuti municipali domestici dovrebbero essere soggetti a una notifica preventiva scritta alle competenti autorità per poter essere trasportati, anche da uno Stato membro all'altro. I rifiuti di questo tipo potranno però essere respinti dalle autorità del paese importatore: d'altra parte, i rifiuti domestici non dovrebbero essere soggetti a trasporto più dello stretto necessario e gli Stati membri dovrebbero assumersene la responsabilità. Come proposto dalla Commissione, non si potrà supporre il consenso tacito dell'autorità competente se non si ottiene risposta a una domanda di esportazione entro 30 giorni. L'Aula ha inoltre votato contro la soglia minima di valorizzazione quale condizione per l'autorizzazione del trasporto di rifiuti. I deputati hanno però precisato le definizioni di «smaltimento» e «recupero» in modo da escludere le operazioni di miscelazione, riconfezionamento, trasbordo, stoccaggio o altre che non si considerino come recupero definitivo. I parlamentari hanno anche voluto rendere più difficile il trasporto intracomunitario a tali fini. I deputati auspicano che la base giuridica del regolamento sia costituita solo dalla politica per l'ambiente. I sotto-prodotti di origine animale non destinati al consumo umano, infine, non dovrebbero essere esclusi dal campo d'applicazione del regolamento. Per
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envi-press@europarl.eu.int Chiesti maggiori controlli sui rifiutiHans BLOKLAND (EDD,
NL) Seguendo il parere della commissione per l'ambiente, la plenaria invita la Commissione a mostrare maggior rigore nei confronti dei paesi che violano il diritto comunitario in materia di rifiuti. La Commissione dovrebbe avviare procedure d'infrazione contro tutti gli Stati membri nei quali vi siano discariche di rifiuti illegali o incontrollate. In cinque paesi dell'UE (Francia, Grecia, Irlanda, Italia e Regno Unito) le percentuali di riciclaggio sono inferiori al 10%, mentre in altri cinque (Austria, Belgio, Germania, Olanda e Svezia) la percentuale supera il 40%. Al di là degli effetti negativi per l'ambiente, i deputati vogliono impedire la concorrenza sleale dovuta a differenze di costi («ecodumping»), evitando così il flusso dei rifiuti in impianti di trattamento che operano in modo meno valido sotto il profilo ambientale. Per
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envi-press@europarl.eu.int Elaborazione di una strategia di protezione del suoloCristina GUTÍERREZ
CORTINES (PPE/DE, E) La relazione di Cristina GUTÍERREZ CORTINES (PPE/DE, E), approvata dal Parlamento europeo, chiede all'Esecutivo di presentare, entro luglio 2004, una strategia tematica per la protezione del suolo basata sul rafforzamento delle politiche attuali che, mediante un approccio integrato, definisca problemi, obiettivi qualitativi e quantitativi e misure necessarie per conseguirli, nonché calendari e principi generali di valutazione e di monitoraggio. Tale strategia dovrebbe porre fine all'arricchimento del suolo con sostanze pericolose per l'ambiente e la salute, invertendo le allarmanti tendenze all'erosione, alla compattazione e impermeabilizzazione, all'eliminazione e all'inquinamento del suolo. Essa dovrebbe inoltre puntare a proteggere il suolo per quanto attiene al suo ruolo nell'immagazzinare CO2, nel garantire le risorse idriche, nel mantenere la biodiversità e ai fini di una produzione sostenibile di generi alimentari e materie prime rinnovabili. La Commissione è esortata ad elaborare un catalogo scientifico dei suoli in cooperazione con gli Stati membri e le autorità regionali competenti entro il 2007. Inoltre essa dovrebbe elaborare linee direttrici, indirizzate agli Stati membri e alle autorità regionali competenti, per la prevenzione, la vigilanza e il controllo dell'inquinamento del suolo. L'Aula ritiene necessaria una maggiore integrazione della protezione del suolo nelle politiche comunitarie, in particolare tenendo conto della protezione del suolo nell'ambito della politica agricola comune, dei progetti infrastrutturali cofinanziati dall'UE nel quadro delle reti transeuropee, nonché al momento di erogare stanziamenti a titolo dei Fondi strutturali e di coesione e degli aiuti di preadesione. I deputati ritengono necessario procedere ad una definizione formale dei modelli di agricoltura e delle politiche agricole che convivono nell'UE e i loro diversi effetti sul suolo, al fine di far sì che le misure ambientali siano diversificate in funzione delle caratteristiche dell'agricoltura e dei suoi benefici per il suolo Si chiede inoltre all'Esecutivo di elaborare una diagnosi localizzata dell'impatto della riforma della PAC sulla salute del suolo. Per
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envi-press@europarl.eu.int Due convenzioni sugli inquinanti organici persistentiPernille FRAHM (GUE/NGL,
DK) Le due relazioni sono state approvate. Per
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Regime fiscale armonizzato sul gasolio professionale: il PE respinge la proposta |
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Piia-Noora KAUPPI (PPE/DE, FIN) Relazione sulla proposta di direttiva del Consiglio recante modifica della direttiva 92/81/CEE e della direttiva 92/82/CEE, al fine di istituire un regime fiscale specifico per il gasolio utilizzato come carburante per fini professionali e al ravvicinamento dell'accisa sulla benzina e il gasolio Doc.: A5-0383/2003 Procedura: Consultazione legislativa Dibattito: 17.11.2003 Votazione: 18.11.2003 A grande maggioranza, il Parlamento ha respinto la proposta della Commissione mirante a modificare due direttive al fine di istituire un regime fiscale specifico per il gasolio utilizzato come carburante per fini professionali e di ravvicinare l'accisa sulla benzina e il gasolio. In base al regolamento, la relazione di Piia-Noora KAUPPI (PPE/DE, FIN) è stata rinviata alla commissione parlamentare per i problemi economici e monetari. Anche se non vincolante (procedura di consultazione), il voto del Parlamento potrebbe anticipare il fallimento della proposta, viste le difficoltà del Consiglio a raggiungere accordi in materia fiscale. La proposta, negli intenti della Commissione, dovrebbe migliorare il funzionamento del mercato interno tenendo conto delle politiche comuni dei trasporti e della tutela dell'ambiente, separando la struttura di tassazione del gasolio in funzione dell'uso professionale o meno. Essa prevede, da un lato, l'armonizzazione delle accise sul gasolio professionale e, dall'altro, un aumento dell'aliquota minima applicata ai carburanti a uso non professionale in vista di un allineamento dell'aliquota sul gasolio a quella sulla benzina. Dal 1° gennaio 2006, l'aliquota minima di accisa sul gasolio dovrebbe essere fissata a 360 euro per 1.000 litri, allineandola così a quella sulla benzina senza piombo. I deputati esprimono però dubbi sugli effettivi vantaggi ambientali che si otterrebbero, nonché sull'impatto di tali disposizioni sui paesi candidati e sulle industrie interessate. La proposta, infine, è già coperta dalla direttiva sull'imposta energetica. Per
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Fernández Hervás (Bruxelles)
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Reti transeuropee, e-government, liberalizzazione delle telecomunicazioni |
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Imelda READ (PSE, UK) Relazione sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 2236/95 del Consiglio, del 18 settembre 1995, che stabilisce i principi generali per la concessione di un contributo finanziario della Comunità nel settore delle reti transeuropee Doc.: A5-0374/2003 Procedura: Codecisione, prima lettura & Imelda READ (PSE, UK) Relazione sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all'erogazione interoperabile di servizi paneuropei di "e-government" alle pubbliche amministrazioni, alle imprese e ai cittadini (IDABC) Doc.: A5-0375/2003 Procedura: Codecisione, prima lettura & Nicholas CLEGG (ELDR, UK) Relazione sull'Ottava Relazione della Commissione sull'attuazione del quadro normativo per le telecomunicazioni Doc.: A5-0376/2003 Procedura: Iniziativa Dibattito: 17.11.2003 Votazione: 18.11.2003 Contributo finanziario Il Parlamento europeo ha approvato la relazione di Imelda READ (PSE, UK) su un contributo finanziario comunitario alle reti transeuropee, in vista del conseguimento degli obiettivi del Piano d'azione eEurope 2005, elemento essenziale della strategia di Lisbona. Mentre il programma precedente, TEN Telecom, era incentrato sulla creazione dell'infrastruttura necessaria per consentire ai cittadini dell'UE di trarre il massimo beneficio dal mercato interno, il programma eTEN intende individuare il modo in cui tale infrastruttura di base possa essere utilizzata per l'adozione di servizi elettronici. L'Aula appoggia la proposta della Commissione di portare al 30% il massimale di finanziamento dei costi totali di investimento di un progetto nella fase di adozione, che fino a adesso è stato del 10%. Poiché il bilancio generale resta immutato, ciò significa che in futuro saranno adottati progetti in numero minore, ma più mirati. Ciò dovrebbe garantire che i progetti beneficiari dei finanziamenti avranno maggiori possibilità di raggiungere il pieno potenziale. Tra gli esempi di progetti il cui potenziale è stato riconosciuto si annoverano quelli finalizzati a realizzare servizi elettronici in campi quali salute, inclusione sociale, apprendimento e sicurezza. Servizi paneuropei di "e-government" Il programma IDA II ha conseguito solidi risultati nel campo della cooperazione e della comunicazione transnazionali tra pubbliche amministrazioni. La relazione di Imelda READ (PSE, UK), adottata dal Parlamento, approva la proposta della Commissione che stabilisce un programma di seguito (IDABC) per il quinquennio 2005-2009, il quale si fonderà sulle attività già esistenti e cercherà di estendere tale cooperazione ai cittadini ed al mondo dell'impresa. L'Aula approva la dotazione finanziaria così come proposta dalla Commissione, vale a dire 59,1 milioni di euro dal 1° gennaio 2005 al 31 dicembre 2006, ma ritiene che l'esecuzione debba essere resa più flessibile, eliminando la divisione tra progetti di interesse comune e misure orizzontali. Telecomunicazioni: quadro normativo Con 429 voti favorevoli, 31 contrari e 36 astensioni il Parlamento europeo ha approvato la relazione di Nicholas CLEGG (ELDR, UK) sul rapporto della Commissione europea che stila un bilancio dell'evoluzione del mercato delle telecomunicazioni, quattro anni e mezzo dopo l'inizio della liberalizzazione. L'Aula si congratula con l'Esecutivo per aver avviato procedimenti nei confronti di 8 Stati membri che non avevano trasposto il nuovo quadro normativo nella legislazione nazionale allo scadere del periodo di due mesi necessario per la notifica alla Commissione: Belgio, Germania, Grecia, Spagna, Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Portogallo. All'Esecutivo viene chiesto di non limitarsi ad avviare procedimenti di infrazione nei confronti degli Stati membri che non hanno applicato nei tempi previsti le nuove direttive, ma di fare anche ricorso alla più ampia gamma di strumenti a sua disposizione, quali ad esempio la pubblicazione di documenti e la conduzione di studi comparativi. La relazione chiede alla Commissione europea e ai supervisori nazionali compresi nel gruppo dei regolatori europei di risolvere definitivamente i vecchi problemi del settore, quali le tariffe del roaming internazionale, le tariffe di terminazione di chiamata sulle reti mobili e la portabilità del numero. Inoltre si sottolinea l'importanza di un quadro giuridico coerente e certo in tutta l'UE allargata, se si vuole incoraggiare l'ingresso di nuovi operatori nel settore delle comunicazioni. Le Autorità Nazionali di Regolamentazione sono invitate ad intervenire qualora riduzioni di prezzi a breve termine da parte degli operatori storici impediscano lo sviluppo di condizioni di mercato competitive a lungo termine. Sul servizio universale, l'organo parlamentare ritiene che il suo finanziamento sia adeguatamente giustificato e non discriminatorio. Infine, i deputati chiedono alla Commissione di esercitare pressioni sugli operatori delle telecomunicazioni, in particolare su quelli già insediati, affinché creino reti atte ad agevolare l'adozione da parte dei consumatori e delle imprese del codice unico europeo «3883». Per
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indu-press@europarl.eu.int L'Agenzia per la sicurezza informatica al viaReino PAASILINNA
(PSE, FIN) Approvando una serie di emendamenti di compromesso concordati tra Parlamento e Consiglio, l'Aula ha adottato la relazione di Reino PAASILINNA (PSE, FIN), che intende velocizzare l'istituzione di una nuova Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell'informazione, con sede provvisoria a Bruxelles. Gli emendamenti approvati concernono i compiti della nuova Agenzia, la sua struttura operativa, la valutazione iniziale del suo lavoro e la sede. L'adozione di emendamenti di compromesso farà sì che il regolamento venga adottato in prima lettura e quindi entro la legislatura di questo Parlamento. L'Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell'informazione ha per compito di garantire un elevato livello di sicurezza delle reti e dell'informazione nella Comunità e di sviluppare una cultura della sicurezza delle reti e dell'informazione a favore dei cittadini, dei consumatori, delle imprese e delle organizzazioni del settore pubblico dell'Unione europea, contribuendo così al buon funzionamento del mercato interno. Essa fornisce assistenza e consulenza alla Commissione e agli Stati membri su questioni connesse alla sicurezza delle reti e dell'informazione. Il suo budget è pari a 24,3 milioni di euro. In base agli emendamenti di compromesso approvati dall'Aula, l'Agenzia ha come organi un consiglio di amministrazione, un direttore esecutivo e un gruppo permanente dei soggetti interessati. Il consiglio di amministrazione si compone di un rappresentante di ciascuno Stato membro, tre nominati dalla Commissione, nonché tre rappresentanti, privi del diritto di voto, designati dalla Commissione e nominati dal Consiglio. I deputati hanno stabilito di aumentare la durata del mandato del Direttore esecutivo da due anni e mezzo a cinque. Egli verrà nominato a seguito di un concorso. Al posto di un comitato consultivo permanente come enunciato nella proposta della Commissione, i deputati hanno stabilito che il direttore esecutivo può istituire, in consultazione con il gruppo permanente dei soggetti interessati, gruppi di lavoro ad hoc costituiti da esperti Le procedure relative alla composizione, alla nomina degli esperti da parte del direttore esecutivo e al funzionamento dei gruppi di lavoro ad hoc sono contenute nel regolamento interno dell'Agenzia. Gli obiettivi e i compiti dell'Agenzia lasciano impregiudicate le competenze degli Stati membri sulla sicurezza delle reti e dell'informazione e le attività relative all'ordine pubblico, alla difesa, alla sicurezza dello Stato e le attività dello Stato in campo penale. L'aula ha chiesto che l'Agenzia presti attenzione alle PMI nelle sue attività. La Commissione deciderà se dar seguito all'Agenzia dopo il 2008, sulla base di una valutazione volta a stabilire l'impatto dell'Agenzia quanto al raggiungimento degli obiettivi e all'assolvimento dei compiti della stessa, analizzandone le prassi lavorative e contemplando, se del caso, opportune proposte Per
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Freedman (Bruxelles)
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Riserve strategiche di petrolio |
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Hans KARLSSON (PSE,
S) Il Parlamento, seguendo la raccomandazione della commissione industria, ha respinto le due proposte della Commissione sul livello minimo di scorte di petrolio greggio e/o di prodotti petroliferi e sul ravvicinamento delle misure in materia di sicurezza degli approvvigionamenti. Per
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Screening dei tumori |
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Antonio MUSSA (UEN, I) Relazione sulla proposta di raccomandazione del Consiglio sullo screening dei tumori Doc.: A5-0381/2003 Procedura: Consultazione legislativa Dibattito: 18.11.2003 Votazione: 19.11.2003 Le patologie tumorali rappresentano nei paesi industrializzati una delle principali cause di morte per malattia. Esse hanno un enorme impatto sociale. L'unica arma certa della quale oggi si dispone a titolo di prevenzione è quella della «prevenzione secondaria», attraverso l'uso di test clinici predittivi. Non si può dunque pensare di lasciare che un'attività di prevenzione così importante, sia in ambito sociale che sanitario, rimanga una realtà nazionale o regionale a seconda delle possibilità economiche e culturali di questo o quel paese. Ecco perché la Commissione ha lanciato un appello agli Stati membri affinché istituiscano dei programmi di prevenzione del cancro del seno, del colon e del collo dell'utero. La relazione di Antonio MUSSA (UEN, I), approvata dal Parlamento europeo con 528 voti favorevoli, nessuno contrario e 6 astensioni, esamina la proposta dell'Esecutivo proponendo una serie di emendamenti, non vincolanti. Secondo i deputati, la politica di screening deve tener conto delle differenze tra donne e uomini per quanto riguarda gli obiettivi e le esigenze dal punto di vista sanitario. Pertanto, poiché lo screening per il tumore colorettale è il primo tipo di screening che viene proposto agli uomini, è particolarmente importante monitorare la partecipazione e i risultati ottenuti presso la popolazione maschile. Considerato che negli uomini il tumore della prostata sta diventando molto più diffuso del tumore ai polmoni, è necessario proseguire l’attività di informazione sui sintomi e monitorare costantemente gli sviluppi della ricerca e della tecnologia nello screening del tumore della prostata I deputati pongono in particolare l'accento sulla necessità di sostegno psicologico e sull'accompagnamento post-terapeutico dei pazienti risultati positivi ai test di screening. Tutte le persone esposte a sostanze mutagene o cancerogene dovrebbero disporre di test appropriati. L'Aula chiede inoltre di promuovere lo scambio di esperienze tra Stati membri. I parlamentari chiedono di istituire un modello di chiamata unica per «screening multifasici» nella popolazione che si trova nella fascia d'età interessata dalla raccomandazione. Gli Stati membri sono inoltre incoraggiati a sostenere la ricerca europea sui nuovi metodi di screening e di controllo, nonché a promuovere campagne di informazione mirate a sensibilizzare e a informare la popolazione sui vantaggi e i rischi dello screening dei tumori per quanto riguarda la diagnosi precoce. Coloro che devono sottoporsi ai test di screening dovrebbero avere diritto al permesso per assenza dal posto di lavoro. Occorre inoltre prendere misure per garantire una parità d’accesso ai diversi gruppi socioeconomici allo screening. Per conseguire tale obiettivo, dovrebbero essere moltiplicate le campagne mobili di diagnosi precoce. L’analisi è agevolata se la base dati dello screening è collegata ai dati del registro dei tumori, che svolge un ruolo importante nel controllo dell’impatto dello screening sulla popolazione. È necessaria una vigilanza costante sui cambiamenti a livello di incidenza, tasso di sopravvivenza e di mortalità. Si chiede infine di monitorare regolarmente gli indicatori dell'incidenza, sopravvivenza e mortalità, conformemente ai principi della Rete europea dei registri dei tumori, al fine di stabilire la priorità di determinati test rispetto ad altri. Per
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Controllo delle sorgenti radioattive |
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Françoise GROSSETÊTE (PPE/DE, F) Relazione sulla proposta di direttiva del Consiglio sul controllo delle sorgenti radioattive sigillate ad alta attività Doc.: A5-0363/2003 Procedura: Consultazione legislativa Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 110 bis del Regolamento del Parlamento Votazione: 18.11.2003 Il Parlamento ha approvato la relazione di Françoise GROSSETÊTE (PPE/DE, F) che accoglie, con 5 emendamenti non vincolanti, la proposta di direttiva sul controllo delle sorgenti radioattive sigillate ad alta attività. I deputati chiedono di inserire la soglia di 1 mSv/Hh nella definizione di «sorgente o sorgente ad alta attività». È stata poi sottolineata la responsabilità del fornitore, come esperto tecnico, nel ciclo di vita delle diverse sorgenti che egli mette a disposizione. Dovrebbe inoltre essere previsto l'obbligo di controllare gli eventuali movimenti transfrontalieri di tali sorgenti, sia all'interno dell'UE che in direzione di paesi terzi. Il Parlamento chiede infine, nella misura del possibile, un sistema di sanzioni armonizzate in caso di violazione delle norme. Per
ulteriori informazioni: Ton
Huyssoon (Bruxelles)
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Falsificazione delle monete in euro |
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Gerhard SCHMID (PSE, D) Relazione sulla proposta di decisione del Consiglio relativa all'analisi e alla cooperazione in materia di falsificazione delle monete in euro Doc.: A5-0377/2003 Procedura: Consultazione legislativa Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 110 bis del Regolamento del Parlamento Votazione: 18.11.2003 La relazione è stata approvata. Per
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Siitonen (Bruxelles)
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libe-press@europarl.eu.int Sistema d'informazione Schengen IICarlos COELHO (PPE/DE,
P) La relazione è stata approvata con 354 voti favorevoli, 56 contrari e 28 astensioni. Per
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De Paepe (Bruxelles)
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libe-press@europarl.eu.int Segnaletica ai valichi delle frontiere esterneGérard DEPREZ (PPE/DE,
B) La relazione è stata approvata. Per
ulteriori informazioni: Danny
De Paepe (Bruxelles)
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Dimensione sociale della cultura: consultazione del CES |
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Richiesta di consultazione del Comitato economico e sociale - La dimensione sociale della cultura Approvazione senza discussione ai sensi dell'articolo 52 del Regolamento del Parlamento Votazione: 20.11.2003 L'Aula ha approvato la consultazione del Comitato economico e sociale per quanto concerne la preparazione di una relazione sulla dimensione sociale della cultura. Per
ulteriori informazioni: Constanze
Beckerhoff (Bruxelles)
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Sistema per l'identificazione di ovini e caprini |
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Gordon Johnston ADAM (PSE, UK) Relazione sulla proposta di decisione del Consiglio che istituisce un sistema di identificazione e di registrazione degli animali delle specie ovina e caprina e che modifica il regolamento (CEE) n. 3508/92 Doc.: A5-0386/2003 Procedura: Consultazione legislativa Dibattito: 18.11.2003 Votazione: 19.11.2003 La relazione è stata approvata con 516 voti favorevoli, 6 contrari e 9 astensioni. Per
ulteriori informazioni: Maria
Andrés Marìn (Bruxelles)
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agri-press@europarl.eu.int OCM nel settore del luppoloJoseph DAUL (PPE/DE,
F) La relazione è stata approvata. Per
ulteriori informazioni: Maria
Andrés Marìn (Bruxelles)
Tel.(32-2) 28 44299 e-mail
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agri-press@europarl.eu.int Convenzione internazionale per la protezione dei vegetaliJoseph DAUL (PPE/DE,
F) La relazione è stata approvata con 482 voti favorevoli, 3 contrari e 16 astensioni. Per
ulteriori informazioni: Maria
Andrés Marìn (Bruxelles)
Tel.(32-2) 28 44299 |
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Uguaglianza tra donne e uomini |
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Rodi KRATSA-TSAGAROPOULOU (PPE/DE, GR) Relazione sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un programma d'azione comunitario per la promozione delle organizzazioni attive a livello europeo nel settore dell'uguaglianza tra le donne e gli uomini Doc.: A5-0396/2003 Procedura: Codecisione, prima lettura Dibattito: 20.11.2003 Votazione: 20.11.2003 Il Parlamento europeo ha approvato una relazione di Rodi KRATSA-TSAGAROPOULOU (PPE/DE, GR) sulla proposta di programma che finanzia le ONG attive nel settore dell'uguaglianza tra donne e uomini a livello europeo. Nel caso della Lobby europea delle donne, la sovvenzione viene erogata direttamente; per quanto concerne le altre ONG, esse devono presentare una candidatura a seguito di un invito a presentare proposte. L'Aula ritiene che alla Lobby europea delle donne dovrebbe essere concessa una sovvenzione pari ad almeno 10% delle spese, mentre per le organizzazioni selezionate sulla base di inviti a presentare proposte il criterio dovrebbe essere: almeno il 20% di cofinanziamento e degressività in termini reali pari al massimo al 2,5% a partire dal terzo anno. La relazione propone una scadenza del programma al 31/12/2008, quindi per una durata quinquennale, contro il 31/12/2005 stabilito dalla Commissione. Il pacchetto finanziario è di conseguenza emendato, dai 2,222 proposti dall'Esecutivo a 5,5 milioni di euro. Si ritiene inoltre che la relazione sulla realizzazione degli obiettivi del programma debba essere sottoposta al Parlamento europeo e al Consiglio entro il 31/12/2007, anziché al 31/12/2006, come proposto dalla Commissione. Per
ulteriori informazioni: Eva
Bacelar (Bruxelles)
Tel.(32-2) 28 43535 e-mail : femm-press@europarl.eu.int Violenze contro le donne: l'UE deve reagireMiet SMET (PPE/DE,
B) La relazione è stata approvata. Per
ulteriori informazioni: Eva
Bacelar (Bruxelles)
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Cittadinanza europea attiva |
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Heide RÜHLE (Verdi/ALE, D) Relazione sulla proposta di decisione del Consiglio che istituisce un programma d'azione comunitaria per la promozione della cittadinanza europea attiva ("civic participation") Doc.: A5-0368/2003 Procedura: Consultazione legislativa Dibattito: 20.11.2003 Votazione: 20.11.2003 La proposta di programma che mira a sostenere gli organismi operanti nel settore della cittadinanza europea attiva e a promuovere le azioni in tale settore, è stata esaminata nella relazione di Heide RÜHLE (Verdi/ALE, D), approvata dal Parlamento europeo con 371 voti favorevoli, 62 contrari e 10 astensioni. L'Aula ritiene che i criteri di attribuzione delle sovvenzioni siano troppo importanti per essere lasciati in un allegato. A causa della base giuridica, che prevede una semplice consultazione, la proposta dell'Esecutivo non indica alcun importo di riferimento. Dato però che il Parlamento intende esaminare la proposta in esame nel quadro della codecisione, è stato introdotto un riferimento finanziario, pari a 149,192 milioni di euro, importo calcolato sulla base della cifra fornita dalla Commissione addizionata di una percentuale necessaria per tener conto dell'ampliamento. I deputati chiedono infatti che anche le organizzazioni appartenenti ai nuovi Stati membri partecipino a tutte le componenti del programma. La relazione propone inoltre di ampliare la proposta «civic partecipation» affinché essa possa assurgere a base giuridica anche per gli Info-Point Europa, avendo la Commissione recentemente deciso di non concedere più una sovvenzione annuale di funzionamento a loro favore. Per
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Siitonen (Bruxelles)
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La libertà religiosa in Vietnam è in pericolo |
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Risoluzione comune sul Vietnam Doc.: B5-0493/2003 Procedura: Risoluzione comune Dibattito: 20.11.2003 Votazione: 20.11.2003 Malgrado le ripetute dichiarazioni delle autorità vietnamite, la situazione delle libertà fondamentali in Vietnam e, in particolare, della libertà di culto permangono estremamente preoccupanti. Il Venerando Thich Huyen Quang, 86 anni, Patriarca della chiesa buddista unificata del Vietnam (UBCV), che ha già passato 21 anni in carcere, è stato recentemente posto agli arresti domiciliari, mentre altri monaci sono stati condannati a pene di detenzione. Il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione comune in cui chiede alle autorità vietnamite di porre immediatamente fine alle politiche di repressione nei confronti della chiesa buddista unificata, della chiesa cattolica, dei cristiani Montagnard e dei buddisti Hoa Hao e di adottare senza indugi tutte le riforme necessarie a garantire a tali chiese uno status giuridico. I deputati esortano il governo vietnamita a liberare immediatamente tutti i cittadini detenuti a causa della loro fede e a rispettare la libertà di culto di tutti i gruppi religiosi. L'Aula chiede alla Commissione di iscrivere la questione della libertà di culto in Vietnam in cima all'ordine del giorno della riunione della commissione mista UE-Vietnam che si terrà il 21 novembre a Bruxelles. Il Consiglio e la Commissione sono invitati a ricorrere a tutti gli strumenti politici e diplomatici al fine di assicurare che la libertà di culto divenga realtà in Vietnam, nonché a vegliare affinché le clausole in materia di diritti dell'uomo iscritte negli accordi e nei trattati siano rigorosamente rispettate. I deputati invitano le rappresentanze diplomatiche dell'Unione europea e dei suoi Stati membri in Vietnam a seguire i casi dei dignitari della chiesa buddista unificata incarcerati o detenuti agli arresti domiciliari e a prestare particolare attenzione alla situazione della libertà di culto nel paese. Si raccomanda infine l'invio di una delegazione del Parlamento europeo in Vietnam per valutare la situazione religiosa, in particolare per quanto concerne la chiesa buddista unificata. Mantenere la speranza di pace in Sri LankaRisoluzione comune sullo Sri Lanka In Sri Lanka è in atto da vent'anni una guerra civile che ha causato la morte di più di 60.000 persone e bloccato le prospettive di sviluppo del paese. Il rispetto del cessate il fuoco da oltre 21 mesi alimenta forti speranze circa la conclusione della guerra. La Norvegia ha svolto un ruolo chiave di mediazione nei negoziati, ma ha dovuto sospendere la sua partecipazione al processo di pace. Il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione comune con cui riconosce i passi compiuti dal governo dello Sri Lanka e dalle LTTE per creare le condizioni atte a far sì che i negoziati possano portare a una soluzione politica e a una pace duratura. Si esprime tuttavia profonda preoccupazione per i recenti sviluppi che minacciano il processo di pace sostenuto dalla comunità internazionale, nella fattispecie la decisione del Presidente Chandrika Kumaratunga di sospendere dall'incarico i ministri della difesa, dell'interno e dell'informazione e di sciogliere il Parlamento. I deputati esortano il Presidente, nell'interesse della nazione, a collaborare con il governo democraticamente eletto e con il suo Primo ministro. Inoltre invitano il Consiglio, la Commissione e gli Stati membri a continuare a monitorare i progressi conseguiti nella ricerca di una soluzione politica equa e duratura. Indonesia: stop all'offensiva nella provincia dell'AcehRisoluzione comune sull'Aceh Il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione comune nella quale si mostra seriamente preoccupato per la situazione nella provincia indonesiana dell'Aceh, in particolare per l'estensione della legge marziale e delle operazioni militari, nonché per le violenze in atto, fra le quali scontri armati, rapimenti, uccisioni ed altri atti di violenza, soprattutto all'esterno delle principali città della provincia. L'Aula invita il governo indonesiano ad arrestare l'offensiva e a riprendere i colloqui con il Movimento Aceh Libera, coinvolgendo pienamente la società civile nel dialogo e nel processo di pace, in particolare le donne. I deputati invitano il Consiglio e la Commissione ad assistere l'Indonesia al fine di riprendere i colloqui con il GAM, il quale, sulla base dell'Accordo di Ginevra, dovrebbe perseguire la propria causa attraverso il processo democratico e a smantellare le proprie armi ed invita l'esercito indonesiano a ritirarsi. Il governo
indonesiano è invitato ad assicurare l'accesso alle agenzie ONU e alle
ONG che possono assistere nella protezione dei civili, in particolare i
profughi, nonché a consentire agli osservatori ONU di visitare la
provincia. Infine, si chiede che la Commissione europea assista il governo
indonesiano nei suoi sforzi per applicare la Convenzione ONU contro la
tortura e le raccomandazioni formulate dal Relatore speciale ONU
sull'indipendenza dei giudici e degli avvocati. |
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Ordine
del giorno 3
- 4 dicembre 2003 Mercoledì 3 dicembre 2003 |
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(15:00 -
20:00, 21:00 - 24:00)
Giovedì
4 dicembre 2003 (9:00 - 11:00)
(11:00
- 13:00) Votazione
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