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L’Europa nella morsa del caldo |
Voto |
Con l'approvazione di una risoluzione comune, il Parlamento ha espresso cordoglio e solidarietà alle famiglie delle vittime e agli abitanti delle regioni colpite dal caldo eccezionale e dagli incendi di quest'estate, che hanno interessato soprattutto Portogallo, Spagna, Francia e Italia. E' stato inoltre reso omaggio alla dedizione dei pompieri, dei volontari e di tutti coloro che si sono mobilitati in questa difficile situazione, spesso a rischio della propria vita. L'Aula invita la Commissione, gli Stati membri e le regioni interessate a istituire congiuntamente un piano di ripristino delle infrastrutture nonché un piano di risanamento delle zone colpite mirante al rimboschimento e alla prevenzione degli incendi, riassegnando una parte dei fondi comunitari (Fondi strutturali, FEAOG e Fondo di coesione). La politica di rimboschimento dovrebbe basarsi sul rispetto delle caratteristiche bioclimatiche ed ecologiche delle aree colpite, dando importanza al ripristino del paesaggio rurale locale. I deputati insistono poi sulla necessità di rafforzare la politica di prevenzione: la Comunità dovrebbe incoraggiare misure in tale settore soprattutto nell'ambito del regolamento «Forest Focus». Gli Stati membri colpiti, dal canto loro, sono chiamati a riesaminare con urgenza i sistemi di informazione al pubblico per quanto concerne la prevenzione degli incendi boschivi. Preso atto della decisione della Commissione europea di proporre la mobilitazione del Fondo di solidarietà per concedere un aiuto di 31,655 milioni di euro al Portogallo, l'Aula afferma che il contributo dovrebbe essere maggiore. I deputati plaudono alla decisione della Commissione di anticipare il pagamento agli agricoltori di alcuni degli aiuti diretti previsti dalla PAC, al fine di alleviare le pesanti conseguenze della siccità per il settore agricolo. La Commissione è poi invitata a garantire un adeguato sostegno finanziario a tutti i settori colpiti dalla calamità. Nell'apprezzare gli sforzi di numerosi Stati membri, che hanno messo a disposizione dei paesi mediterranei colpiti dagli incendi mezzi umani e materiali, il Parlamento ha sollecitato Commissione e Consiglio ad affrontare con urgenza la questione dell'istituzione di una Forza europea di protezione civile. La Commissione dovrebbe anche presentare proposte in materia di servizi sanitari e assistenza a lungo termine agli anziani. Le recenti condizioni atmosferiche estreme sono infine considerate un'ulteriore prova degli effetti negativi del cambiamento climatico e l'ennesima dimostrazione della necessità di promuovere un'ambiziosa azione a livello mondiale per arrestare i cambiamenti climatici. L'UE deve quindi continuare a svolgere un ruolo di primo piano in tale processo e rafforzare i suoi sforzi nei settori chiave dell'ambiente, dell'energia e dei trasporti. Per
ulteriori informazioni: Claudia
Delpero (Bruxelles)
Tel.(32-2) 28 42591 e-mail : constit-press@europarl.eu.int |
Dichiarazione della Commissione |
Il commissario Michel BARNIER ha esordito dicendo che quest'estate è stata tragica sotto molti punti di vista: dopo il minuto di silenzio per le vittime dell'attentato di Bagdad, si discute ora degli incendi che hanno devastato l'Europa. Il commissario si è recato di recente in Portogallo, dove ha visto regioni devastate, uno spettacolo che ricorda la desolazione del 2002 in Germania, sebbene per motivi diversi. Di fronte a drammi ecologici di tale portata, di fronte alle conseguenze umane (sono 18 i morti in Portogallo) ed economiche (centinaia di migliaia di ettari distrutti, migliaia di aziende chiuse, gente che perde il lavoro in alcune delle regioni più povere del paese), occorre agire a tutti i livelli. Un primo strumento di intervento è rappresentato dal Fondo di solidarietà dell'UE. Il commissario ha ricordato che nel 1999, subito dopo la nomina, si era recato in Grecia per misurare i danni provocati dal terremoto: non si disponeva allora di uno strumento straordinario, ma solo di risposte banali e ordinarie. Ci è voluto il disastro delle alluvioni dell'anno scorso per dare avvio all'iniziativa della Commissione, sostenuta con grande efficacia dal Parlamento. Il fondo è stato creato in 3 mesi e, con una dotazione annua di un miliardo di euro, rappresenta oggi lo strumento principale di risposta alle conseguenze di catastrofi, come gli incendi che hanno colpito il Portogallo e altri paesi europei. La richiesta del Portogallo è arrivata alla Commissione il 14 agosto e in 15 giorni è stato deciso l'intervento, con aiuti pari a 31 milioni di euro. Quest'anno sono giunte cinque richieste di aiuti a titolo del Fondo di solidarietà e quattro sono state accettate: per l'eruzione dell'Etna in Sicilia, per il terremoto in Molise, per il naufragio della Prestige e per gli incendi in Portogallo. L'importo totale stanziato ammonta a 88 milioni di euro. L'anno scorso, in pochi mesi, sono stati stanziati 728 milioni di euro per interventi d'urgenza in Germania, Austria e Repubblica ceca. Barnier si recherà presto in Germania per verificare come è stato utilizzato il denaro. Oltre al Fondo di solidarietà, che deve rispondere a misure d'urgenza, vi sono altre forme di sostegno per la ricostruzione dell'economia, ovvero i Fondi strutturali e il Fondo di coesione: su richiesta dei governi si può infatti procedere a loro riassegnazioni. Il Portogallo, ad esempio, chiederà la riassegnazione di fondi per 188 milioni di euro, che andranno a vantaggio della silvicoltura e dell'agricoltura. Parlando dei Fondi strutturali, Barnier ha ringraziato Luciano Caveri, ex presidente della commissione per la politica regionale, per la collaborazione di questi anni. Certo, i criteri per assegnare stanziamenti a titolo del Fondo di solidarietà, applicati da un anno e mezzo in modo obiettivo, meritano un riesame, ha proseguito il commissario. La canicola di quest'estate favorisce e alimenta gli incendi in molte regioni del Sud dell'Europa, colpito anche dalla tragedia della siccità. Solo nell'Italia del Nord i danni relativi alla produzione lattiera sono stimati a 70 milioni di euro e quelli per le colture e il foraggio a 380. In questo caso la risposta non può venire dal Fondo di solidarietà. Su richiesta del commissario Fischler, la Commissione ha quindi approvato misure a vantaggio dei produttori di tutte le regioni interessate (come il ricorso agli stock d'intervento dei cereali e del riso, l'aumento degli anticipi di pagamento all'80% nel settore bovino e l'anticipo di certi pagamenti nei settori bovino e ovino). La Commissione è inoltre disposta ad esaminare quanto prima tutte le richieste di aiuti di Stato che potrebbero essere presentate dagli Stati membri colpiti. Facendo riferimento alla protezione civile, il commissario ha elogiato i pompieri di Castelo Branco ed ha evidenziato l'enorme livello di solidarietà e di coesione mostrato in questa situazione. La tragedia pone tuttavia la questione del coordinamento dei mezzi di protezione civile a scala europea. Esiste già un centro di coordinamento incaricato della cooperazione comunitaria per i casi di urgenza, che ha mobilitato tutti i mezzi disponibili nell'ambito del suo mandato, il quale però non permette di prestare tutta l'assistenza necessaria in caso di catastrofe grave. E' per questo che la Commissione presenterà per fine mese le sue riflessioni facendo proposte in un settore in cui occorre essere più ambiziosi. Bisogna permettere una maggiore operatività del centro. La protezione civile, ha chiarito il commissario, resta di competenza nazionale e spesso regionale: nulla sarà quindi possibile se il Consiglio non presenterà un suo progetto. Le catastrofi, ha proseguito, non sempre sono «naturali»: quelle delle petroliere Erika e Prestige, ad esempio, non lo sono state. In tutti i casi, comunque, prevenire costa meno che curare. Barnier ha quindi sottolineato gli sforzi di prevenzione necessari a tutti i livelli: a livello globale con il protocollo di Kyoto, ma anche a livello regionale e nazionale. Tra qualche mese la Commissione farà una proposta sulla futura politica di coesione con misure per la prevenzione delle catastrofi; serve però uno sforzo a favore delle energie rinnovabili e dei trasporti puliti. L'Esecutivo ha già approntato un sistema europeo di informazione sui rischi forestali, che produce ogni giorno la carta dei rischi per l'UE. Tale sistema permette anche di valutare in modo rapido e affidabile i danni causati da incendi. È poi necessaria una prevenzione globale che implica un'azione degli Stati membri e dell'Unione europea in merito al cambiamento climatico. Tutti i climatologi prevedono che il riscaldamento dell'atmosfera porterà a cambiamenti importanti a livello di piogge. E' importante quindi che la Comunità si ponga alla guida della lotta al cambiamento climatico: nessun paese da solo può risolvere un problema di tal portata ed è per questo che la Commissione auspica una rapida entrata in vigore del protocollo di Kyoto. L'impegno degli Stati membri è però disuguale: in termini di emissioni, 10 Stati membri sono ancora lontani dal raggiungimento degli obiettivi. Il 22 luglio la Commissione ha adito la Corte di giustizia per garantire il rispetto della legislazione europea sull'inquinamento atmosferico e sulla valutazione di impatto ambientale, obblighi imposti ai sensi del protocollo di Kyoto. I danni causati dagli incendi non riguardano solo l'economia, ma anche la vita di migliaia di uomini e donne. Migliaia di persone sono decedute in Francia per ragioni direttamente legate al caldo. Occorre quindi riflettere sui mezzi necessari negli Stati membri per compiere progressi nel settore della sanità pubblica. Quale membro della Convenzione, infine, Barnier aveva chiesto con altri di migliorare il testo del nuovo trattato con maggiori possibilità d'intervento nel settore della salute pubblica. Senza dubbio vi sono stati progressi in tal senso, ma il commissario avrebbe voluto andare ancora più lontano: anche se ciò può sembrare non attinente agli incendi e alla canicola, è necessario spingersi oltre nell'azione comune in materia di sanità pubblica. Dibattito Carlos COELHO (PPE/DE, P) ha ringraziato Barnier per il viaggio in Portogallo e per la solidarietà espressa a nome della Commissione. Lo stesso commissario ha detto di non aver mai assistito a una tragedia di così vaste dimensioni e ha riconosciuto l'insufficienza dei fondi stanziati: il 5% del territorio portoghese e l'11% della superficie forestale del paese è andato distrutto. Oltre alle ripercussioni ambientali, la tragedia ha gravi conseguenze sociali per la perdita di vite umane e per le necessità di intervento a favore di chi ha ormai perso tutto. Coelho ha evidenziato l'efficace azione del governo portoghese, degli enti locali e delle organizzazioni non governative. Ora la Commissione sa con certezza che il Fondo di solidarietà è importante e deve tradursi in aiuti forniti con rapidità affinché i cittadini possano esser sostenuti in questo tragico momento. La cifra stanziata quale aiuto d'emergenza è molto bassa se si pensa che la spesa prevista arriva a 91 milioni di euro e che la stima totale dei danni ammonta a più di 1.000 milioni di euro. Oltre alla riparazione dei danni, bisogna pensare anche ai fondi necessari per prevenire gli incendi. L'oratore ha poi ringraziato tutti gli Stati che hanno inviato aiuti al Portogallo, tra cui figura la Svizzera. Dagmar ROTH-BEHRENDT (PSE, D) si è rallegrata del fatto che si sia ricordato che le catastrofi hanno spesso una causa. Esprimendo grande rispetto per le zone colpite, ha sottolineato che non ci si deve solo porre il problema se occorra stanziare 30, 90 o 120 milioni di euro per riparare i danni: occorre riflettere sulle cause. L'anno prossimo l'UE avrà 25 Stati membri, i bilanci non saranno raddoppiati ma le catastrofi continueranno. Tutto ciò ha a che fare con il cambiamento climatico, ma si è disposti a trarre conseguenze da questa consapevolezza? L'UE non ha ancora soddisfatto le condizioni per il rispetto del protocollo di Kyoto; Germania, Svezia e Regno Unito si avvicinano, ma non si arriva neanche a metà degli impegni stabiliti. Nel settore energetico e dei trasporti non si è disposti a sviluppare mezzi e fonti alternative, sebbene una delle più grandi fonti di gas ad effetto serra sia la circolazione stradale. Da un lato si chiede attenzione per le catastrofi, ma dall'altro non si vuole far nulla. L'oratrice vorrebbe vedere incentivato il trasferimento del trasporto dalla strada alla rotaia, ridotte le emissioni industriali e tassate le attività inquinanti. All'inizio dell'anno, però, quando si trattava di tassare l'energia, tutti hanno fatto un passo indietro, per esigenze elettorali e per le pressioni dell'industria. Non si fa nulla, insomma, ma ad ogni autunno ci si trova ad occuparsi delle catastrofi naturali. È infine necessario essere solidali a livello sociale, ha detto Roth-Behrendt, facendo riferimento alle case di riposo in Germania. La Costituzione dell'Europa dovrebbe in tal senso contenere indicazioni specifiche. Frédérique RIES (ELDR, B) ha sottolineato le conseguenze sociali della canicola, che ha colpito soprattutto le fasce più deboli della popolazione: a nome del gruppo liberale, ha espresso le condoglianze alle famiglie delle vittime. Sono stati inoltre devastati oltre 400.00 ettari di foreste mediterranee, con danni umani ed ecologici che sarebbero stati ancora più pesanti se non ci fossero stati vigili del fuoco e volontari provenienti da altri Stati europei, ma anche da paesi terzi. L'Europa ha lavorato bene, ha stanziato aiuti tramite il Fondo di solidarietà e ha speso 23 milioni di euro per il centro di ricerca sulle foreste. Tali strumenti hanno dimostrato la loro utilità in Portogallo, ma anche i loro limiti. La flotta aerea antincendio nella maggior parte degli Stati membri è vecchia: senza gli interventi dei paesi vicini e soprattutto dei russi, sarebbe ben maggiore la superficie boschiva andata in fumo. I liberali sono favorevoli a una forza europea di protezione civile, anche per far fronte ai rischi di catastrofi industriali. Serve un rafforzamento delle capacità in termini di mezzi umani e materiali. L'Europa non può restare dietro a USA, Russia e Canada: deve dotarsi di una propria flotta importante antincendio. Occorre poi rafforzare le campagne d'informazione presso i cittadini: per una sigaretta gettata può esserci una foresta che va in fumo. Come non collegare infine gli eventi al surriscaldamento del pianeta? Bisogna compiere sforzi maggiori per abbattere i gas ad effetto serra: il rispetto di Kyoto dev'essere il cavallo di battaglia dell'Unione europea a livello internazionale. Ilda FIGUEIREDO (GUE/NGL, P) ha ricordato che sono state colpite dagli incendi anche zone urbane, con la distruzione di scuole, fabbriche e linee telefoniche; vi sono stati morti, feriti, senzatetto e molte persone private delle possibilità di reddito. La catastrofe aggrava una situazione già difficile in alcune aree del Portogallo. In alcune di esse l'80% del territorio forestale è stato danneggiato. Per riparare i danni serve un miliardo di euro e certo l'aiuto deciso dalla Commissione non è adeguato. Oltre ad esprimere le condoglianze alle famiglie delle vittime, l'oratrice ha ringraziato i vigili del fuoco e la popolazione che si è impegnata nella lotta contro il fuoco. Le possibilità di lotta sono però inadeguate e molto di più deve essere fatto in questo settore. Servono misure straordinarie: occorre riprogrammare gli aiuti strutturali e rilanciare i programmi comunitari già esistenti, allentando la morsa burocratica. Ogni anno gli incendi forestali sono una piaga nel Sud dell'Europa, ma quest'anno le condizioni climatiche hanno contribuito a rendere la situazione ingovernabile. Bisogna quindi riuscire ad affrontare meglio l'eventualità di incendi a livello preventivo e migliorare le misure di sanità pubblica. La politica agricola comune (PAC), ha proseguito l'oratrice, ha portato alla scomparsa di molte attività agricole e alla diversificazione del territorio, creando condizioni favorevoli al dilagare degli incendi. Ora bisogna sostenere la popolazione colpita e favorire la riforestazione, ma si chiede alla Commissione una strategia integrata contro gli incendi. Il Patto di stabilità, d'altra parte, ha avuto effetti devastanti sottraendo risorse al settore sociale: per rispettare il Patto, il governo portoghese spende infatti sempre meno per misure in questo ambito. Claude TURMES (Verdi/ALE, L) ha esordito dicendo che gli eventi dell'estate dovrebbero essere l'ultimo avvertimento per i politici. D'altra parte, si parla tanto dei danni in Europa dimenticando che nelle inondazioni avvenute in Cina 4 milioni di persone sono rimaste senza tetto. Il terzo mondo è molto più colpito dell'Europa. Occorre quindi un impegno a un livello superiore ed è per questo che i Verdi hanno scritto una lettera aperta al Presidente della Commissione Romano Prodi, chiedendo di stabilire un Patto di stabilità adeguato al cambiamento climatico: non si può infatti tollerare che i governi di certi paesi europei non si curino di questo problema. Un secondo punto della lettera riguarda le iniziative in tema di infrastrutture presentate dalla Presidenza italiana, con una molteplicità di autostrade e aeroporti regionali: è una follia, ha detto Turmes, sottolineando che non si possono ottenere miliardi dalla BEI per continuare una politica dei trasporti sbagliata. Serve una politica di rilancio economico basata sul trasporto su rotaia. La canicola ha inoltre messo in evidenza che la produzione elettrica centralizzata rischia di essere interrotta se i fiumi non portano acqua sufficiente: le centrali a carbone e i reattori nucleari hanno un rendimento che non arriva neanche al 35%, ma contribuiscono in maggior misura al riscaldamento dell'atmosfera. Bisogna quindi incentivare l'energia decentralizzata. Colpito positivamente dalle affermazioni del commissario sulla revisione della politica regionale, Turmes ha ricordato che L'Europa è ancora indietro quanto alla gestione energetica. Da almeno due anni si attendono direttive sulla materia: la commissaria de Palacio, invece di continuare a perdere tempo cercando di impedire il declino del nucleare, farebbe meglio a promuovere un migliore coordinamento europeo nella gestione dell'energia. José Duarte de Almeida RIBEIRO E CASTRO (UEN, P) ha ringraziato il Presidente Cox per aver interrotto le vacanze intervenendo in Portogallo e il commissario Barnier per la visita al paese. La Commissione è stata molto presente in questa situazione. Il Portogallo ha vissuto tre settimane di paura: in questi casi interagiscono diversi fattori, tra cui condizioni climatiche estreme, non tanto a livello di temperatura quanto di durata. Per la popolazione è stata un'esperienza terribile, che ha mostrato le conseguenze pratiche del cambiamento climatico. In alcuni comuni i danni hanno raggiunto l'80% della superficie boschiva e il 70% delle terre coltivate. L'oratore ha visitato alcune aree con chilometri e chilometri di terre completamente distrutte dagli incendi. Per questo sono stati chiesti la solidarietà e l'aiuto dell'UE. La Commissione ha tenuto conto delle esigenze di rapidità dell'azione e ha chiesto sostengo al Parlamento. Molti hanno però sottolineato che oltre a quello di solidarietà, è importante creare altri fondi. Sarà presto adottato in seconda lettura il programma «Forest Focus», su cui il Parlamento fin dal primo esame ha avuto ragione nel chiedere che il Consiglio prevedesse maggiori finanziamenti contro gli incendi boschivi, anche a livello di prevenzione. L'oratore è quindi fiducioso del fatto che in seconda lettura le decisioni saranno riviste. Francesco FIORI (PPE/DE, I), nel ringraziare il commissario Barnier, ha affermato che un solo punto suscita perplessità: Fiori vede infatti con difficoltà il distinguo tra la siccità e gli incendi, soprattutto nei risultati ambientali ed economici. Se vi è differenza, essa sta alla base perché se in molti casi gli incendi hanno come causa la follia di un uomo, è difficilissimo trovare la malafede nella siccità. La siccità degli ultimi mesi è l'ennesima dimostrazione di come il cambiamento climatico abbia effetti incontrovertibili sull'ambiente e in particolare sull'agricoltura. Purtroppo gli eventi estremi sono diventati la normalità: siccità, pioggia, cicloni, inondazioni sono gli effetti del fenomeno di desertificazione che sta colpendo l'Europa e in particolare l'Europa mediterranea e orientale, che in ultima analisi fa pagare un conto molto pesante all'agricoltura perché apre una voragine nei costi di produzione e riduce i margini di mercato dei prodotti agricoli, tanto da compromettere, in un'estate come questa, il proseguimento dell'attività imprenditoriale in vaste aree europee. Fiori vorrebbe individuare strumenti di aiuto e di sostegno a favore dell'agricoltura: sarebbe importante che la Commissione adottasse strumenti concreti per analizzare ed operare sulla quantità e la qualità delle risorse idriche europee per i prossimi decenni e soprattutto per le forme del loro risparmio. Vi sono poi le necessità immediate: l'ampiezza dei danni da siccità potrebbe determinare o determinerà l'attivazione del Fondo di solidarietà, ma nello stesso tempo sarebbe indispensabile poter beneficiare, come in altri momenti di proclamata emergenza, dell'opportunità di anticipare agli agricoltori il versamento dei premi comunitari. In tal senso l'istituzione di un vertice europeo che coordini tutti i soggetti interessati alle emergenze determinate da calamità potrebbe essere un utile strumento. Una stima dei danni a breve potrebbe richiedere da parte della Commissione una proposta per arrivare a una riforma multirischio aggiornata alle nuove condizioni climatiche del continente: ciò sarebbe un utilissimo strumento innovativo a sostegno dell'agricoltura europea. In fase di replica, Michel BARNIER ha rassicurato sulla rapidità del versamento al Portogallo, che dovrebbe avvenire ad ottobre. Egli ha poi ribadito di essere stato colpito dalla solidarietà dimostrata, all'interno e all'esterno del paese: gli aiuti sono arrivati non solo dall'Unione europea, ma anche dalla Svizzera e dal Marocco e ciò merita di essere sottolineato. Molti hanno parlato del rimboschimento e certo le persone devono poter vivere e creare posti di lavoro nelle zone rurali, affinché queste non siano abbandonate. La riforestazione sarà quindi effettuata tenendo conto di quanto avvenuto: sono alte le cifre dei Fondi strutturali destinate ai rimboschimenti e, con una certa elasticità, una parte dei fondi potranno essere riattribuiti. Il commissario ha poi aggiunto che se non ci fosse stato il Fondo di solidarietà neanche un euro sarebbe disponibile nell'immediato. D'altra parte, per la decisione degli stanziamenti non si possono che applicare i criteri approvati dal Parlamento e dal Consiglio, sebbene quelli proposti inizialmente dalla Commissione fossero molto diversi. Occorre quindi valutare la situazione e considerare adattamenti o modifiche. Il commissario ha accolto con interesse l'idea di piste ciclabili europee. Quanto alla prevenzione, la prima azione consiste nel mantenere sul territorio le persone, anche se in questa sede non possono essere affrontate tutte le questioni legate alla PAC. Ma se questa non esistesse molte regioni sarebbero praticamente finite. Per mantenere le attività nelle zone rurali serve anche sostegno a livello di politica regionale. Se vi sono tempeste sempre più gravi, se il caldo è sempre più intenso e se vi sono siccità e inondazioni, vi è una responsabilità di trascuratezza a livello europeo. Occorre quindi cercare di applicare al massimo il protocollo di Kyoto, sollecitando paesi come la Russia a farlo, il che non sarà facile. Vi è infine un'esigenza di coordinamento trasversale delle politiche: la politica dei trasporti, per il commissario, dovrebbe essere riequilibrata verso la ferrovia. Nel fondo di coesione, d'altra parte, metà degli stanziamenti è destinata all'ambiente e metà al trasporto e già si dedica molta attenzione affinché i paesi che entreranno nell'Unione non commettano gli stessi errori compiuti dall'Europa occidentale dopo la guerra, facendo passare le autostrade dovunque. Oltre alle ferrovie, occorre inoltre potenziare i trasporti urbani e collettivi. Il commissario vorrebbe infine rendere obbligatoria la prevenzione dei rischi: occorre prevenire non solo gli atti criminali, ma anche quelli dettati dall'imprudenza. |
Coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale | |
Jean LAMBERT (Verdi/ALE, UK) Relazione sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio concernente il coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale Doc.: A5-0226/2003 Procedura: Codecisione, prima lettura Dibattito: 02.09.2003 Votazione: 03.09.2003 Voto La legislazione comunitaria in materia di sicurezza sociale è la base essenziale per l’esercizio del diritto alla libera circolazione delle persone. L’obiettivo del regolamento 1408/71 è quello di garantire alle persone che circolano liberamente nell’UE di non essere penalizzate rispetto a quelle che risiedono e lavorano sempre in un solo Stato membro. Occorre cioè evitare che gli spostamenti comportino la perdita dei diritti acquisiti in termini di sicurezza sociale o che una persona sia tenuta a versare contributi simultaneamente a diversi regimi nazionali. Il regolamento non mira ad armonizzare i regimi di sicurezza sociale degli Stati membri, ma a coordinarne gli aspetti transfrontalieri. Esso è stato adattato, migliorato ed esteso a più riprese ed è ora divenuto complesso e di difficile utilizzo. È per questo che la Commissione, nel dicembre 1998, ha presentato una proposta volta a semplificarlo e ad ammodernarlo. Il Parlamento sostiene la proposta della Commissione nelle sue linee generali, ma ha approvato una serie di emendamenti miranti soprattutto a migliorare la situazione dei lavoratori frontalieri, degli invalidi e dei disoccupati. In base alla proposta della Commissione, il regolamento dovrebbe applicarsi a tutte le persone coperte dalla normativa nazionale in materia di sicurezza sociale, un cambiamento importante di cui il Parlamento si rallegra. I deputati sono anche favorevoli a un elenco non esaustivo dei vari tipi di sicurezza sociale interessati dal coordinamento, il che lascia un margine di manovra per ulteriori sviluppi (il Consiglio preferirebbe invece un elenco esaustivo). Altre modifiche importanti proposte dalla Commissione e accettate dai deputati riguardano le disposizioni relative ai disoccupati e ai lavoratori frontalieri, nonché l’introduzione nel campo d’applicazione del regolamento dei sistemi di prepensionamento. I deputati vogliono però migliorare la situazione per le persone disabili che si trasferiscono in un altro Stato membro. Accade infatti di frequente che esse perdano il diritto ad alcune prestazioni o all'assistenza per un certo periodo. Un emendamento mira a superare tali difficoltà. Altre modifiche tendono a migliorare la situazione dei lavoratori frontalieri (anche quelli in pensione) e delle loro famiglie. A causa del gran numero di lavoratori frontalieri del Lussemburgo, i deputati hanno però chiesto un periodo transitorio di cinque anni per questo paese. Il regolamento dovrebbe infine conformarsi alle recenti sentenze della Corte di giustizia a proposito della fornitura di prestazioni mediche. Un
emendamento molto discusso, che mirava ad ampliare le definizione di
famiglia per riconoscere le forme di matrimonio legale dei diversi Stati
membri (incluse quelle tra coniugi dello stesso sesso), è stato
respinto. |
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Dibattito | |
La commissaria responsabile per gli affari sociali, Anna DIAMANTOPOULOU, ha affermato che la semplificazione e la modernizzazione del regolamento sono essenziali nel contesto della libera circolazione dei lavoratori nell'UE. Un anno fa, ha ricordato, fu raggiunto un accordo su un programma d'azione per la promozione della mobilità, il coordinamento e la cooperazione a livello di sistemi di sicurezza sociale degli Stati membri: la mobilità è infatti la condizione preliminare alla creazione di un mercato unico del lavoro. Nel corso degli anni le disposizioni del vecchio regolamento sono diventate sempre più complesse e di difficile applicazione e il testo oggi non risponde più agli obiettivi. La modifica del regolamento è quindi urgente. La semplificazione consiste nel rendere il sistema più comprensibile per il cittadino. Quanto all'obiettivo dell'ammodernamento, sono previste tre modifiche importanti. La prima riguarda il campo d'applicazione: il regolamento non si applicherebbe solo ai lavoratori che si spostano in un altro paese dell'UE, ma a tutti i cittadini europei coperti dalla normativa sulla sicurezza sociale di uno Stato membro. La libera circolazione, infatti, deve valere per tutti i cittadini e non solo per i lavoratori. In secondo luogo, si propone di estendere il campo d'applicazione delle norme di coordinamento coprendo nuovi settori, come quello dei prepensionamenti. Un'altra innovazione importante riguarda le indennità di disoccupazione per i lavoratori transfrontalieri. L'attuale sistema, infatti, non è soddisfacente e provoca discriminazioni: la Commissione ha ricevuto molti reclami riferiti a tale problema. Il regolamento aggiornato contribuirà quindi non solo all'ammodernamento del sistema, ma anche alla sua semplificazione garantendone un migliore funzionamento, a vantaggio dei cittadini e degli Stati membri. L'idea di base è che un cittadino che lavora in uno Stato membro possa beneficiare degli stessi diritti dei cittadini del proprio paese d'origine, garantendo parità di trattamento, ha affermato la relatrice Jean LAMBERT (Verdi/ALE, UK). Ciò non significa che il sistema nazionale viaggia con il lavoratore, ma che passando a un nuovo sistema si deve essere trattati in modo equo rispetto agli altri. Nella modifica del regolamento si è vincolati alla base giuridica fissata dai Trattati e da numerose sentenze della Corte di giustizia e in tal senso la commissione parlamentare ha sofferto una certa frustrazione. L'incapacità di costruire ponti tra i sistemi nazionali costituisce un problema e porta molte persone a sentirsi mal servite e a chiedere all'Europa di risolvere questi problemi. Molti cittadini lasciano il loro lavoro e il paese d'origine con il congiunto, con il rischio di subire discriminazioni, ad esempio perdendo i sussidi di disoccupazione. Il Parlamento segue i lavori del Consiglio onde contribuire, laddove possibile, a marcare progressi proponendo soluzioni. La relatrice auspica quindi che il testo possa essere migliorato nel corso di questa legislatura. La commissione parlamentare sostiene l'estensione del campo di applicazione, nonché l'inclusione dei regimi di prepensionamento e di paternità. Sfortunatamente vi è una base giuridica debole, che rende problematica l'estensione della definizione di famiglia. Si auspicano progressi in Consiglio tenendo conto della definizione prevista nella relazione Santini. Vi è però il rischio che casi di mancato riconoscimento di unioni vengano portati davanti alla Corte di giustizia. Il regolamento migliora anche la situazione per i lavoratori frontalieri, che sono divisi tra due sistemi diversi. La relazione sottolinea inoltre che la situazione dei disabili è terribile a causa delle difficoltà nel trasferimento dei benefici della sicurezza sociale. La relatrice ha infine ribadito che il testo non vuole essere un tentativo di armonizzazione, ma mira a sottolineare le difficoltà esistenti proponendo soluzioni. Alcuni Stati membri potranno fondere i loro sistemi sociali, ma occorre garantire che i cittadini non paghino due volte un servizio ottenuto una sola volta. La portata del regolamento è limitata e quindi non può fornire una risposta a tutte le questioni. È certo però che il testo dovrebbe essere chiaro e di facile comprensione, in modo da agevolare e non ostacolare la libera circolazione dei cittadini. A nome del gruppo popolare, Ria OOMEN-RUIJTEN (PPE/DE, NL) ha detto che questo dibattito costituisce una pietra miliare ai fini di una modernizzazione e semplificazione per cui si è lavorato per oltre dieci anni. Il gruppo ha presentato alcuni emendamenti per far sì che il regolamento tenga conto del futuro allargamento. L'oratrice ha poi criticato l'unanimità richiesta dal Consiglio su questa materia. Tutti dovranno essere trattati in modo equo, mantenendo i diritti acquisiti: ciò è essenziale soprattutto nell'ambito della previdenza sociale. Per quanto riguarda le pensioni, il regolamento è stato semplificato includendo la possibilità di un maggiore coordinamento. In merito alle cure mediche, l'oratrice si rallegra dell'emendamento che abolisce la necessità di un'autorizzazione per ricevere cure all'estero. Quando si parla di lavoratori frontalieri, occorre tenere conto anche delle loro famiglie, ma il Consiglio dovrebbe esprimersi sulla particolarità della situazione del Lussemburgo. Il regolamento migliora la situazione per i disoccupati e per i disabili, che non devono perdere l'assistenza nel caso in cui si spostino in un altro paese. La rappresentante dei popolari hanno espresso dubbi sull'opportunità dell'emendamento per il riconoscimento dei matrimoni tra omosessuali, visto che 13 Stati membri non accettano tali unioni. La fiscalità, infine, dovrebbe essere uguale per tutti. Barbara WEILER (PSE, D) ha ribadito che l'obiettivo è quello di realizzare il mercato europeo del lavoro. Vi è già un regolamento, ma che cosa succede nella pratica? Molti paesi dell'UE hanno eliminato gli ostacoli, mentre altri li mantengono. La riforma era necessaria già molto tempo fa, eppure il Consiglio ha continuato ad insistere sull'insensata norma dell'unanimità. Anche se alla fine della legislatura, la riforma potrà comunque essere attuata. Il testo in esame riprende le sentenze della Corte di giustizia, ad esempio per quanto riguarda il diritto alle prestazioni mediche. La Commissione è incoraggiata ad attuare riforme qualitative, ad esempio in tema di disoccupazione. Il campo d'applicazione del regolamento dovrebbe essere esteso anche ai membri della famiglia. Quanto ai portatori di handicap, è stato trovato un compromesso che inizialmente il Consiglio non accettava: il principio è che nessuno che voglia beneficiare delle possibilità offerte dalla mobilità venga escluso dai sistemi di sicurezza sociale. A creare conflitti è la definizione di famiglia, che in alcuni Stati membri è vista in modo restrittivo e in altri in modo più moderno. Per l'oratrice, tuttavia, è importante che la definizione, una volta decisa, abbia valore giuridico. Il regolamento, comunque, potrebbe dover subire nuove modifiche dopo l'ingresso dei nuovi Stati membri: occorre quindi poter agire in modo flessibile, magari passando a una nuova regolamentazione nella prossima legislatura. Johanna L.A. BOOGERD-QUAAK (ELDR, NL) si rallegra di questo tentativo della Commissione di semplificare il sistema per favorire la mobilità. Finora vi sono stati ostacoli e solo una piccola percentuale di persone lavorava in un paese diverso da quello di origine. La rappresentante dei liberali ha però deplorato che il Consiglio abbia minacciato di non andare avanti su questo dossier se i deputati non avessero fatto concessioni, specie sui lavoratori transfrontalieri. Citando il caso di un'industria situata tra il Belgio e l'Olanda, l'oratrice ha invitato i lavoratori a non spostarsi finché non saranno sicuri di poter beneficiare di buone condizioni di previdenza sociale. Un'anziana che beneficia di una pensione di invalidità in Belgio, ad esempio, a causa delle pratiche necessarie, solo dopo molto tempo potrebbe ottenere lo stesso diritto in Olanda. Ecco perché serve un maggiore coordinamento in tempi rapidi. L'oratrice ha criticato il fatto che a causa di un solo Stato membro il problema dei lavoratori frontalieri non venga riconosciuto. Per Sylviane AINARDI (GUE/NGL, F) la relazione presenta una serie di misure interessanti volte a far sì che non siano lesi i diritti di chi si sposta all'interno dell'UE. Si tratta di riconoscere il principio di parità di trattamento «per i lavoratori e i non lavoratori» di altri Stati membri: anche questo fa parte della costruzione dell'Europa. Sono state modificate alcune misure del regolamento, ad esempio in materia di maternità e paternità, che dovrebbero essere considerate allo stesso modo. Le persone che hanno una relazione duratura con una persona dello stesso sesso dovrebbero inoltre essere prese in considerazione. L'oratrice ha poi citato la minaccia di ridurre la previdenza in Germania, Francia e Italia onde evitare che i deficit pubblici superino i criteri di Maastricht: se si continua così, però, vi è il rischio che non ci sia più solidarietà nazionale. I principi della crescita e del benessere dei popoli devono rimanere al centro dell'attenzione: secondo Eurostat, il 15% della popolazione è esposto alla povertà e all'esclusione sociale e il tasso rischia di aumentare. Il coordinamento diventa quindi una scelta sociale: o si cerca un modello sociale o tutti i sistemi di previdenza spariranno, favorendo l'aumento del numero di poveri e precari. È quindi opportuno riesaminare i criteri fissati a Maastricht. Theodorus BOUWMAN (Verdi/ALE, NL) ha ricordato che tutte le misure sulla sicurezza sociale sono state adeguate nel 1978 e che quindi oggi, alla luce dei problemi emersi, servono progressi. Il testo è stato migliorato con modifiche che possono essere accettate dalla Commissione e dal Consiglio. Il regolamento dovrebbe includere anche i profughi e gli apolidi ed evitare qualsiasi ostacolo burocratico per i lavoratori transfrontalieri. Il 2% della popolazione attiva, infatti, ha un impiego transfrontaliero. Occorre poi raggiungere un'altra tappa storica sulla definizione di famiglia: la relazione Santini aveva già tentato di risolvere la questione. Se si vuole migliorare il coordinamento e modernizzare i sistemi, bisogna infine considerare tutti i problemi legati al fatto che esistono sistemi di sicurezza sociale contraddittori tra i diversi Stati membri. Brian CROWLEY (UEN, IRL) ha affermato che la libertà di circolazione è da sempre uno dei pilastri del mercato unico, che deve diventare realtà e non restare un'illusione. Negli ultimi anni sono stati compiuti progressi per risolvere problemi che sembravano impossibili. Il testo in esame rappresenta ora la soluzione migliore affinché le persone possano trasferirsi da un paese all'altro godendo degli stessi benefici. L'oratore ha però sottolineato il problema dell'armonizzazione: il principio fondamentale è quello di coordinare i regimi nazionali, ma non di sostituirli. Egli è quindi contrario agli emendamenti che puntano all'armonizzazione fiscale. La definizione di famiglia rappresenta poi un problema per il Regno Unito, dove certi tipi di unione ancora non sono riconosciuti. Carlo FATUZZO (PPE/DE, I) ha ringraziato la relatrice, che è riuscita ad arrivare alla discussione di un documento da cinque anni in attesa. Molti pensionati in gravi condizioni economiche per malattia e invalidità da lungo tempo, per una precedente modifica del regolamento 1408, non riscuotono la loro pensione o la loro indennità nel momento in cui cambiano la residenza all'interno dell'UE. L'emendamento 42 si preoccupa di tale problema dicendo che fino a quando il nuovo Stato di residenza non inizia a pagare la prestazione prevista dalla propria legge è il vecchio Stato di residenza che paga l'indennità. L'emendamento 55, tuttavia, dice che se il nuovo Stato di residenza, per esempio la Francia, non prevede quella prestazione, essa non deve essere pagata. Fatuzzo teme quindi che, nonostante le buone intenzioni, se tali emendamenti fossero approvati i cittadini che si spostano continuerebbero a restare senza pensione. Augurandosi di aver compreso male, l'oratore si augura che il regolamento sia davvero un passo avanti nella protezione dei lavoratori europei che si spostano all'interno della Comunità. Jean LAMBERT (Verdi/ALE, UK) ha replicato sottolineando la volontà di risolvere il problema della tassazione e ha detto che i rifugiati e gli apolidi sono già inclusi nell'attuale regolamento: non si tratta di un'aggiunta, ma di una riformulazione perché la proposta originale doveva essere modificata visto che i cittadini di paesi terzi sono inclusi in una proposta separata. La questione del trasferimento di famiglie, poi, non è di importanza minore, ha detto la relatrice citando l'esempio di una cittadina britannica che ha seguito il marito militare in un altro paese perdendo il diritto alla disoccupazione. A conclusione del dibattito, Anna DIAMANTOPOULOU ha ringraziato la relatrice e i servizi della Commissione che si sono occupati di un tema così complicato, anche a causa dell'unanimità e delle enormi differenze esistenti tra un paese e l'altro. Si tratta di un vero sforzo per ammodernare e semplificare il regolamento e non di un'armonizzazione, impossibile per motivi politici e giuridici. La Commissione, ha proseguito, accetta gli emendamenti 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 12, 19, dal 21 al 26, dal 28 al 37, 39, 41, 46, 48, 50 e 54 che chiariscono e rendono più precisa la proposta o attirano l'attenzione su problemi specifici. Si accetta in parte l'emendamento 11, ma il testo proposto è troppo rigido. Gli emendamenti 38 e 40 non possono essere accolti perché riguardano piuttosto le norme di attuazione, mentre il 42 non aiuta la semplificazione. Viene anche respinto l'emendamento 1 sulla tassazione, perché manca la base giuridica: si potrebbe tuttavia concepire un considerando formulato in modo diverso. Anche per i numeri 2 e 43 manca la base giuridica. Quanto alla possibilità, per un disoccupato, di godere del sussidio nel paese di ultima occupazione piuttosto che in quello di residenza, vi è il rischio di importanti conseguenze finanziarie per il Lussemburgo, che ha molti lavoratori transfrontalieri: serve quindi un periodo di transizione onde evitare al paese uno shock improvviso. La Commissione respinge l'emendamento 20 che esula dal compito di coordinamento dei sistemi si sicurezza sociale: sono le leggi nazionali a stabilire la definizione di famiglia. Sono infine respinti i numeri 49, 27, 44 e 35, mentre occorre scegliere tra 54 e 41. |
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Uno strumento ONU per la promozione dei diritti dei disabili | |
Nell’ambito del comitato speciale delle Nazioni Unite creato in applicazione della risoluzione 56/168, si sono svolte di recente discussioni volte ad «esaminare proposte in vista dell'elaborazione di una convenzione internazionale globale e integrata per la promozione e la tutela dei diritti e della dignità delle persone disabili». In questo contesto e alla luce della comunicazione presentata dalla Commissione, il Parlamento ha approvato la relazione di Elizabeth LYNNE (ELDR, UK) che insiste sulla necessità di una convenzione giuridicamente vincolante, dotata di un meccanismo di monitoraggio efficace, analoga alle sei convenzioni sui diritti umani che sono già state adottate dall'ONU. I deputati indicano alcuni criteri e principi su cui dovrebbe fondarsi la futura convenzione: · approccio basato sui diritti umani già inclusi in vari trattati (diritti civili e politici, economici, sociali e culturali), adattati alle esigenze dei disabili; · riconoscimento della necessità di rispondere alle esigenze generali o particolari delle persone disabili e istituzione di campagne d'informazione rivolte alle categorie pertinenti (insegnanti, medici e genitori) sulle disabilità cosiddette «nascoste», le cui manifestazioni sono in realtà evidenti nella vita quotidiana e scolastica; · piena partecipazione delle persone disabili e delle organizzazioni di persone disabili o di quelle che le rappresentano all'istituzione di politiche e agli organismi nazionali ed internazionali che le riguardano; · riconoscimento della realtà: molti disabili sono infatti confrontati a forme di discriminazione basate sul genere, la razza, l'età ecc. I parlamentari propongono poi nove categorie – non esaustive – di diritti che dovrebbero figurare espressamente nella futura convenzione: qualità della vita, occupazione, accesso all’istruzione e alla formazione professionale, inclusione sociale, diritti civili e politici, accesso al sostegno finanziario, assistenza sanitaria, accesso alla cultura e alle attività ricreative, uguaglianza dinanzi alla legge. Tali diritti dovrebbero essere giuridicamente applicabili e corredati da scadenze concrete per la loro attuazione. L'Aula deplora infine che la Commissione non abbia ancora fornito un calendario relativo a una futura direttiva sui diritti delle persone disabili, né si sia assunta alcun impegno politico reale per integrare i diritti dei disabili nella sua politica di cooperazione allo sviluppo. La
risoluzione approvata sarà disponibile in braille in tutte le lingue
ufficiali dell’UE. |
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Attuazione dell’agenda per la politica sociale | |
La relazione è stata approvata. Per
ulteriori informazioni: Indagine sulla forza lavoroTheodorus
BOUWMAN (Verdi/ALE, NL) La relazione stata approvata. Per
ulteriori informazioni: |
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Risoluzione dei contratti di lavoro |
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Con l'adozione della relazione di Diana WALLIS (ELDR, UK), il Parlamento ha respinto l'iniziativa dei Paesi Bassi ed ha adottato la risoluzione legislativa che chiude la procedura. Per
ulteriori informazioni: |
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Protezione dei lavoratori | |
La relazione è stata approvata con 477 voti favorevoli, 3 contrari e 13 astensioni. Per
ulteriori informazioni: |
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Sicurezza sul luogo di lavoro: consultazione del CES |
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La richiesta è stata approvata. Per ulteriori informazioni: Constanze Beckerhoff (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 44302 e-mail : empl-press@europarl.eu.int |
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Servizi aerei: negoziati per gli accordi con i paesi terzi | |
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Negli anni Novanta sono stati conclusi diversi accordi bilaterali di «cieli aperti» tra gli Stati Uniti e gli Stati membri dell’UE allo scopo di facilitare le alleanze tra vettori aerei americani ed europei. Con una sentenza del 2002, però, la Corte di giustizia ha osservato che ove, per la realizzazione di una politica comune, la Comunità ha fissato norme comuni, gli Stati membri non hanno più il potere di contrarre con paesi terzi obblighi che incidano su tali norme, cosa che invece è avvenuta con gli accordi di «cieli aperti». Il Parlamento, con l'approvazione a larga maggioranza della relazione di Ingo SCHMITT (PPE/DE, D), ha quindi accolto con favore la proposta della Commissione europea volta a risolvere il problema. L'Aula ritiene tuttavia che la Commissione vada troppo veloce. Di qui, l'approvazione di un emendamento che chiede un piano in tre fasi al fine di garantire uno svolgimento coordinato e concentrato della negoziazione di accordi comunitari in materia di servizi aerei con i paesi terzi. Nella prima fase la Commissione dovrebbe negoziare un accordo su uno spazio aereo senza frontiere con gli USA, con il quale si conseguirebbero la sicurezza giuridica in relazione alla giurisprudenza della Corte di giustizia e un valore aggiunto per i vettori aerei europei. In secondo luogo, dovrebbero essere negoziati e conclusi accordi con paesi terzi che dispongano di un mercato del traffico aereo liberalizzato o che intendano liberalizzarlo. Nella terza fase, infine, vi sarebbe l'avvio di negoziati con gli Stati terzi nei quali non si è proceduto alla liberalizzazione. Fino a quel momento, però, anche per motivi di certezza giuridica, si dovrebbe mantenere lo status quo. Per i deputati, inoltre, è essenziale che un accordo di «cieli aperti» UE-USA venga concluso sulla base di un quadro uniforme per la concorrenza. I sussidi pubblici alle linee aeree USA (dopo l'11 settembre 2001 sono stati versati milioni di dollari alla compagnie aeree americane) rischiano infatti di causare un grave svantaggio concorrenziale ai vettori europei: la questione dovrebbe pertanto essere risolta in modo soddisfacente durante i prossimi negoziati. Per ulteriori informazioni: Ton Huyssoon (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 42408 e-mail : region-press@europarl.eu.int |
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Formazione per la gente di mare | |
Il relatore Bernard POIGNANT (PSE, F) fa presente che 47.000 dei 120.000 marinai impiegati nell'UE sono di provenienza extracomunitaria. Con l'approvazione di questa relazione, il Parlamento accoglie quindi con favore le proposte della Commissione europea che stabiliscono un livello minimo di formazione per i marinai extracomunitari. La proposta è considerata di particolare importanza soprattutto alla luce dei recenti disastri marittimi provocati dalla Prestige e dalla Tricolor. Ora i marinai non europei, membri di equipaggi di imbarcazioni comunitarie, riceveranno formazione e certificazioni delle qualifiche sulla base di standard minimi internazionali. L'attuale riconoscimento di singoli certificati di idoneità sarà sostituito da un sistema di riconoscimento su scala comunitaria di certificati di qualifica rilasciati ai marinai di paesi terzi. Sono state anche stabilire procedure specifiche che permettano di verificare il rispetto delle disposizioni della Convenzione STCW in materia di formazione e certificazione dei marinai. Il Parlamento ha tuttavia approvato alcuni emendamenti volti a migliorare la proposta della Commissione. I deputati ritengono in particolare che questa possa ostacolare lo sviluppo positivo sia dell'offerta che della formazione di personale UE qualificato. La Commissione è quindi invitata a prestare attenzione alla situazione dei marittimi e della loro formazione all'interno dell'UE. Preoccupa inoltre il problema delle frodi, che varia da paese a paese. L'Aula chiede quindi che sia dedicata particolare attenzione ai paesi terzi che non applicano, o non applicano correttamente, le raccomandazioni per la prevenzione delle frodi indicate in uno studio dell'IMO (Organizzazione marittima internazionale). Siccome però è impossibile controllare ogni singolo istituto di formazione, la questione tocca la responsabilizzazione del paese terzo: se un istituto non rispetta le regole, il paese terzo dovrebbe essere penalizzato. I deputati accolgono infine la proposta della Commissione di allineare la direttiva alle convenzioni internazionali in cui sono fissati requisiti linguistici per le qualifiche dei marittimi e per le comunicazioni tra le imbarcazioni e la costa. Dette convenzioni specificano che le comunicazioni tra le navi e le autorità a terra debbano svolgersi in inglese a meno che gli interessati non parlino un'altra lingua comune. Per ulteriori informazioni: Ton Huyssoon (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 42408 e-mail : region-press@europarl.eu.int |
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Accordo con la Cina sui trasporti marittimi | |
La relazione è stata approvata. Per ulteriori informazioni: Ton Huyssoon (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 42408 e-mail : region-press@europarl.eu.int |
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Prospettive e sviluppi della politica di coesione | |
Con l'approvazione delle relazioni di Emmanouil MASTORAKIS (PSE, GR) e José Javier POMÈS RUIZ (PPE/DE, E), il Parlamento ha ribadito il suo sostegno a una politica di coesione inclusiva, con un migliore coordinamento delle politiche settoriali. L'Aula respinge ogni tentativo di rinazionalizzazione e sottolinea che non si può andare sotto l'attuale soglia dello 0,45% del PIL comunitario destinato alla politica di coesione senza compromettere il raggiungimento degli obiettivi fissati. Per i deputati, la Commissione dovrà prestare particolare attenzione alle regioni che subiscono gli effetti «statistici» dell’allargamento e, a causa del nuovo calcolo del PIL comunitario, perdono l’ammissibilità all’Obiettivo 1: esse in futuro dovranno essere trattate come regioni analoghe a quelle dell’Obiettivo 1. Tale problema riguarderebbe una decina di regioni. I deputati sostengono poi l’idea di un nuovo Obiettivo 2 per promuovere la competitività regionale nel quadro di uno sviluppo sostenibile policentrico ed equilibrato. Il Parlamento chiede infine un trattamento speciale per le regioni con handicap geografici permanenti, cioè isole, aree montane e regioni a bassa densità di popolazione. La politica di coesione dovrebbe essere collegata ad altre politiche comunitarie, specie in materia di trasporti e di ambiente, tenendo conto delle caratteristiche specifiche di tali aree. La relazione di Emmanouil MASTORAKIS (PSE, GR) è stata approvata con 452 voti favorevoli, 56 contrari e 23 astensioni e quella di José Javier POMÈS RUIZ (PPE/DE, E) con 443 voti favorevoli, 42 contrari e 30 astensioni. Per ulteriori informazioni: Ton Huyssoon (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 42408 e-mail : region-press@europarl.eu.int |
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Per una revisione approfondita della direttiva «Televisione senza frontiere» | |
Con l'approvazione della relazione di Roy PERRY (PPE/DE, UK), il Parlamento coglie l’occasione della quarta relazione della Commissione europea sull’applicazione della direttiva «Televisione senza frontiere» (2001-2002) per ribadire la necessità di una revisione approfondita della direttiva, tenendo conto dei recenti sviluppi tecnologici e delle modifiche strutturali del mercato audiovisivo europeo. I deputati insistono sul fatto che la revisione debba basarsi sugli stessi principi ispiratori dell’attuale direttiva: libera circolazione delle trasmissioni televisive europee, libero accesso agli avvenimenti importanti, promozione di opere europee indipendenti e prodotte di recente, protezione dei minori e dell’ordine pubblico, tutela dei consumatori. Tali principi dovrebbero essere fissati in un «pacchetto quadro sui contenuti» che consolidi il diritto comunitario mediante la fusione della direttiva «Televisione senza frontiere», della direttiva sul commercio elettronico e di quella relativa ai diritti d’autore per quanto riguarda la trasmissione via satellite e la ritrasmissione via cavo. In riferimento al problema della concentrazione dei media, i deputati ribadiscono che il pluralismo nella telediffusione costituisce un’importante garanzia di democrazia e diversità culturale. In proposito, essi esprimono preoccupazione per la crescente concentrazione di proprietà o controllo della telediffusione e di media di altro tipo. Durante il dibattito in plenaria, tutti gli oratori dei gruppi politici hanno sollevato questo problema; sono poi stati approvati due emendamenti che chiedono una base giuridica e una direttiva a garanzia della libertà e del pluralismo. La Commissione è poi invitata a verificare i livelli di concentrazione dei media in Europa e a presentare, all’inizio del 2004, un Libro verde aggiornato sulla questione. La commissaria Viviane REDING ha ricordato che la questione del pluralismo è trattata nel Libro verde sui servizi d'interesse generale e ha affermato che, una volta conclusa la consultazione pubblica, la Commissione pubblicherà una comunicazione sul futuro della politica audiovisiva, accompagnata da proposte adeguate. Per ulteriori informazioni: Pernilla Jourde (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 43411 e-mail : cult-press@europarl.eu.int |
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Inserire la diversità linguistica nella futura Costituzione |
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Michl EBNER (PPE/DE, I) Con l'approvazione della relazione elaborata da Michl EBNER (PPE/DE, I), il Parlamento denuncia l’assenza di disposizioni giuridiche a livello comunitario sulle lingue europee meno diffuse e regionali. In base a stime ufficiali, 40 milioni di cittadini dell’UE usano regolarmente una lingua minoritaria o regionale, nella stragrande maggioranza dei casi assieme alla lingua ufficiale o alle lingue ufficiali dello Stato rispettivo; con l’allargamento, nel 2004 tale cifra aumenterà di circa 6 milioni di persone. Il Parlamento aveva introdotto negli anni ’80 una linea di bilancio per sostenere le lingue regionali e minoritarie, ma la Commissione non è riuscita a utilizzare i crediti a causa di una sentenza della Corte di giustizia del 1998 in base alla quale non vi è una base giuridica appropriata per tale politica. Per uscire dall’impasse, i deputati chiedono ora che la Conferenza intergovernativa, che dovrà negoziare il progetto di Costituzione proposto dalla Convenzione, includa tra le disposizioni sulla politica culturale dell’Unione un riferimento esplicito alla promozione della diversità linguistica, comprese le lingue regionali e minoritarie, quale espressione della diversità culturale. I parlamentari formulano inoltre una serie di raccomandazioni alla Commissione, chiedendo uno studio di fattibilità sulla creazione di un’agenzia europea per la pluralità linguistica e l’apprendimento delle lingue. La Commissione dovrebbe inoltre elaborare un programma pluriennale per la diversità linguistica, accompagnato da misure finanziarie concrete per la promozione di progetti volti a creare un contesto favorevole alle lingue, ovvero alla coesistenza di lingue ufficiali e co-ufficiali. Per ulteriori informazioni: Pernilla Jourde (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 43411 e-mail : cult-press@europarl.eu.int |
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L’industria culturale europea | |
Myrsini ZORBA
(PSE, GR) La relazione è stata approvata. Per ulteriori informazioni: Pernilla Jourde (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 43411 e-mail : cult-press@europarl.eu.int |
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Più fondi per il programma «Daphne II» |
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Lissy GRÖNER
(PSE, D) Il Parlamento ha approvato con 506 voti favorevoli e 53 astensioni la relazione legislativa elaborata da Lissy GRÖNER (PSE, D) sulla seconda fase del programma «Daphne» (2004-2008) mirante a prevenire le violenze contro bambini, adolescenti e donne. Con una dotazione finanziaria di 20 milioni di euro per il periodo 2000-2003, Il programma «Daphne I», non era più in grado di raggiungere gli obiettivi fissati e soprattutto non poteva far fronte all’ingresso nell'UE di dieci nuovi Stati membri. Per questo la Commissione ha proposto per «Daphne II» un importo di riferimento di 41 milioni di euro per il periodo 2004-2008, con la possibilità di aumentare la cifra per il periodo 2004-2006, in vista dell’allargamento. L’importo totale sarebbe quindi stato pari a 49,2 milioni di euro. I deputati, considerandolo chiaramente insufficiente, hanno approvato un emendamento che fissa la dotazione a 50 milioni di euro per il periodo 2004-2008, un importo che la Commissione può accettare e che consente di evitare controversie con il Consiglio. Il programma «Daphne II» potrà così essere lanciato nel 2004. Per ulteriori informazioni: Eva Bacelar (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 43535 e-mail : femm-press@europarl.eu.int |
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Modifica della decisione di comitatologia | |
Richard CORBETT
(PSE, UK) La questione della parità dei diritti del Parlamento e del Consiglio nel controllo dell’esercizio delle competenze di esecuzione conferite alla Commissione europea è al centro della seconda relazione di Richard CORBETT (PSE, UK) sulla proposta di modifica della decisione di comitatologia del 1999. La proposta, presentata dalla Commissione l’11 dicembre 2002, prevedeva che nel caso in cui una delle due Istituzioni avesse sollevato obiezioni a un progetto di misure d'esecuzione, la Commissione avrebbe dovuto ritirare il progetto e presentare una proposta di atto in base alla procedura di codecisione, oppure adottare la misura «modificando, eventualmente, il suo progetto per tenere conto delle obiezioni formulate». La commissione per gli affari costituzionali, con la prima relazione Corbett, aveva chiesto anche una terza opzione, cioè il ritiro del progetto abbandonando completamente l'idea di attuare le misure: la Commissione non ha infatti il diritto di adottare misure esecutive senza modifiche laddove vi siano obiezioni del Parlamento e del Consiglio. La Commissione, in occasione del dibattito in plenaria del 13 maggio 2003, non aveva accettato tale emendamento ma aveva chiesto il sostegno dell’Aula per i negoziati con il Consiglio. La relazione era quindi stata rinviata alla commissione costituzionale che ha in seguito adottato una nuova formulazione. La seconda relazione Corbett afferma che, in caso di disaccordo tra la Commissione e il legislatore, «la Commissione deve poter, a seconda dei casi e tenendo conto delle posizioni del Parlamento e del Consiglio, presentare una proposta di atto conformemente alla procedura di cui all’articolo 251 del Trattato CE (codecisione), oppure approvare il progetto proposto di misure corredato di un'apposita dichiarazione, ovvero modificarlo o ritirarlo del tutto». La proposta includeva anche la possibilità di una procedura d’urgenza nonché una migliore informazione del Parlamento, ma non fissava un termine per la costituzione del registro pubblico dei documenti trasmessi a quest’ultimo (il registro avrebbe dovuto essere istituito nel 2001). I deputati hanno quindi ribadito che il registro dovrà essere creato dalla Commissione nel 2003 ed essere disponibile su Internet. Per i parlamentari, infine, l’applicazione della decisione, in attesa della modifica dell’articolo 202 del Trattato, non deve pregiudicare gli impegni assunti dalla Commissione nel 2002 nell’ambito della procedura Lamfalussy per la legislazione relativa ai valori mobiliari. Per ulteriori informazioni: Claudia Delpero (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 42591 e-mail : constit-press@europarl.eu.int |
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Rispetto del diritto comunitario: basi giuridiche | |
Ioannis KOUKIADIS
(PSE, GR) La relazione è stata approvata. Per ulteriori informazioni: Armelle Douaud (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 43806 e-mail : adouaud@europarl.eu.int |
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Adeguamento delle disposizioni sui comitati | |
Monica FRASSONI
(Verdi/ALE, B) La raccomandazione è stata approvata. Per ulteriori informazioni: Claudia Delpero (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 42591 e-mail : constit-press@europarl.eu.int |
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Applicazione del principio «ne bis in idem» |
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Maurizio TURCO
(NI, I) La relazione è stata approvata. Per ulteriori informazioni Pia Siitonen (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 41498 e-mail : libe-press@europarl.eu.int
Diritto contrattuale europeoKlaus-Heiner LEHNE
(PPE/DE, D) La relazione è stata approvata. Per ulteriori informazioni: Armelle Douaud (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 43806 e-mail : deve-press@europarl.eu.int |
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Adeguatezza patrimoniale delle banche | |
Alexander RADWAN
(PPE/DE, D) La relazione è stata approvata. Per ulteriori informazioni: Paula Fernández Hervás (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 42535 e-mail : econ-press@europarl.eu.int |
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IVA: regime speciale per le agenzie di viaggio | |
Helena TORRES
MARQUES (PSE, P) La relazione è stata approvata. Per ulteriori informazioni: Paula Fernández Hervás (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 42535 e-mail : econ-press@europarl.eu.int |
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IVA: cooperazione amministrativa |
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Piia-Noora KAUPPI
(PPE/DE, FIN) La relazione è stata approvata. Per ulteriori informazioni: Paula Fernández Hervás (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 42535 e-mail : econ-press@europarl.eu.int |
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Revisione dell'accordo di pesca con la Groenlandia | |
Rosa MIGUÈLEZ
RAMOS (PSE, E) Il Parlamento, con l'approvazione della relazione di Rosa MIGUÈLEZ RAMOS (PSE, E), chiede una riforma sostanziale dell'accordo di pesca tra l'UE e la Groenlandia, attualmente soggetto a revisione. Con una dotazione annua di 42,8 milioni di euro, quello con la Groenlandia è il secondo accordo di pesca per importanza sotto il profilo finanziario firmato dalla Comunità. Esso si distingue dagli altri accordi di pesca perchè rappresenta il risultato diretto del ritiro della Groenlandia dalla CE: in cambio dei diritti di pesca, la Comunità ha dovuto versare una compensazione pari all'importo del sostegno finanziario che la Groenlandia riceveva nel periodo antecedente al 1985. I deputati ritengono che sia venuto il momento di rendere l'accordo più trasparente, separando gli elementi attinenti alla pesca da quelli legati alla cooperazione in senso più ampio, i quali dovrebbero essere finanziati tramite la rubrica «azioni esterne» o il Fondo europeo di sviluppo piuttosto che con il modesto bilancio destinato alla pesca. Le quote di cattura, inoltre, dovrebbero essere aggiornate sulla base degli ultimi pareri scientifici. Al momento, infatti, l'UE paga per «pesci di carta», poiché sono previste quote per specie come il merluzzo, che non sono più presenti nelle acque della Groenlandia. |
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Per ulteriori informazioni: Gonçalo Macedo (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 41361 e-mail : fish-press@europarl.eu.int |
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Proroga del protocollo di pesca con la Guinea | |
Juan OJEDA
SANZ (PPE/DE, E) La relazione è stata approvata. Per ulteriori informazioni: Gonçalo Macedo (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 41361 e-mail : fish-press@europarl.eu.int |
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Statistiche nel settore lattiero-caseario | |
Joseph DAUL
(PPE/DE, F) La relazione è stata approvata. Per ulteriori informazioni: Maria Andres Marin (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 44299 e-mail : agri-press@europarl.eu.int |
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Conti economici dell’agricoltura | |
María IZQUIERDO
ROJO (PSE, E) La relazione è stata approvata. Per ulteriori informazioni: Maria Andres Marin (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 44299 e-mail : agri-press@europarl.eu.int |
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Regolamento sui concimi | |
Kurt LECHNER
(PPE/DE, D) La raccomandazione è stata approvata. Per
ulteriori informazioni: Maria
Andres Marin (Bruxelles)
Tel.(32-2) 28 44299 e-mail :
agri-press@europarl.eu.int |
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Inserire l’eccedenza del 2002 nel bilancio 2003 | |
Göran FÄRM
(PSE, S) La relazione è stata approvata. Per
ulteriori informazioni: Jean-Yves Loog (Bruxelles)
Tel.(32-2) 28 44652 e-mail :
budg-press@europarl.eu.int |
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