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Pari opportunità / Diritti della donna

Daphne II: più fondi per la lotta contro la violenza a bambini, giovani e donne


Lissy GRÖNER (PSE, D)

Raccomandazione per la seconda lettura relativa alla posizione comune del Consiglio in vista dell'adozione della decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un programma di azione comunitaria (2004-2008) per prevenire e combattere la violenza contro i bambini, i giovani e le donne e per proteggere le vittime e i gruppi a rischio (programma DAPHNE II)

Doc.: A5-0083/2004

Procedura: Codecisione, seconda lettura

Dibattito: 08.03.2004

Votazione: 09.03.2004

Il Parlamento europeo ha adottato la relazione di Lissy GRÖNER (PSE, D) in merito alla seconda fase del Programma DAPHNE (2004-2008), che mira a combattere la violenza contro i bambini, i giovani e le donne, nonché a proteggere le vittime e i gruppi a rischio. La prima fase è terminata nel 2003.

Il programma disporrà di una dotazione di bilancio di 50 milioni di euro, rispetto ai 41 milioni proposti dalla Commissione, aumento dovuto all'imminente allargamento dell'Unione. Con 452 voti favorevoli, 47 contrari e 7 astensioni, l'Aula ha deciso di approvare in seconda lettura un emendamento, bocciato dalla posizione comune del Consiglio, che riguarda l'istituzione di un servizio di assistenza incaricato di aiutare le ONG, in particolare quelle dei nuovi Stati membri, ad elaborare i loro progetti, a stabilire contatti con altri partner nonché ad utilizzare l'acquis DAPHNE e trarne profitto. I deputati chiedono inoltre di accordare una maggiore attenzione alle vittime, che sono i veri destinatari del programma.

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Katarzyna Prandota

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 31051

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Conciliazione tra vita professionale, familiare e privata

Regina Maria BASTOS (PPE/DE, P)

Relazione sulla conciliazione della vita professionale, familiare e privata

Doc.: A5-0092/2004

Procedura: Iniziativa

Dibattito: 08.03.2004

Votazione: 09.03.2004

Con 424 voti favorevoli, 51 contrari e 37 astensioni, il Parlamento europeo ha approvato una relazione di Regina Maria BASTOS (PPE/DE, P) sulla conciliazione tra vita professionale, familiare e privata. Facendo riferimento alla strategia di Lisbona, l'Aula chiede alla Commissione di concretizzare le linee direttrici per l'occupazione, migliorando la leggibilità dei programmi d'azione e cofinanziando misure attive per le pari opportunità adottate sui mercati nazionali del lavoro.

I deputati sono convinti che le rilevanti disparità di retribuzione esistenti tra uomini e donne costituiscano al contempo una delle cause principali dell'attuale iniqua divisione del lavoro tra i sessi e una delle conseguenze dell'ineguale valore dello stesso. Essi esortano la Commissione ad elaborare, sulla base degli indicatori sull'articolazione tra la vita professionale e familiare adottati dal Consiglio europeo nel 2000, una relazione di monitoraggio della situazione esistente negli Stati membri e nei paesi aderenti. Gli Stati membri sono invitati a istituire varie forme di cooperazione e reti di scambio di buone prassi, per acquisire una precisa conoscenza della situazione reale.

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Katarzyna Prandota

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Un Presidente donna per la Commissione?

Risoluzione sulle politiche dell'Unione europea sulla parità di genere

Doc.: B5-0121/2004

Procedura: Risoluzione

Dibattito: 08.03.2004

Votazione: 10.03.2004

Il Parlamento europeo rivolge un appello a tutti i 25 Stati membri dopo il 1° maggio, affinché indichino una lista di tre candidati di entrambi i sessi per la nomina del loro Commissario, come deciso dalla Convenzione sull'avvenire dell'Europa. I deputati chiedono agli Stati membri di adoperarsi attivamente, per cercare candidati donne all'incarico di Presidente della Commissione. Essi invitano inoltre il prossimo Presidente della Commissione, anche se uomo, ad includere tra le principali competenze di uno dei suoi Commissari i diritti delle donne e le pari opportunità. Essi rivolgono inoltre un ultimo appello a tutti i leader dei partiti politici dell'Unione europea e dei paesi in via di adesione, affinché rispettino la parità di genere ed elaborino liste equilibrate sotto il profilo del genere per le prossime elezioni al Parlamento.

L'Aula ha adottato una risoluzione con la quale ha espresso solidarietà a tutte le donne che ancora non possono godere dei loro diritti fondamentali e che tuttora soffrono per l'oppressione all'interno e al di fuori della famiglia. I parlamentari sostengono «tutti i gruppi di donne e le singole donne che, spesso rischiando persecuzioni, si adoperano per promuovere i diritti delle donne in tutte le loro forme e rivolge loro un appello affinché continuino la loro lotta».

I deputati riconoscono che l'Unione europea ha svolto un ruolo politico essenziale nel corso degli ultimi 30 anni nel promuovere la parità tra le donne e gli uomini, dando in tal modo un esempio per altri Paesi. tuttavia, i deputati deplorano che alcuni Stati membri, pur avendo recepito tutte le direttive in materia di genere nei loro rispettivi ordinamenti, siano restii ad introdurre le necessarie misure di sostegno per realizzare una vera parità tra le donne e gli uomini nella vita quotidiana.

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Katarzyna Prandota

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La situazione delle donne disabili, immigrate e Rom

María Elena VALENCIANO MARTÍNEZ-OROZCO (PSE, E)

Relazione sulla situazione delle donne appartenenti a gruppi minoritari nell'Unione europea

Doc.: A5-0102/2004

Procedura: Iniziativa

Dibattito: 08.03.2004

Votazione: 09.03.2004

La relazione è stata approvata con 311 voti favorevoli, 156 contrari e 35 astensioni.

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Katarzyna Prandota

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Sviluppo e Cooperazione

Educazione sessuale, contraccettivi e aborto sicuro per i paesi in via di sviluppo

Karin JUNKER (PSE, D)
Relazione su popolazione e sviluppo: 10 anni dopo la Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo (II Cairo 1994)
Doc.: A5-0055/2004
Procedura: Iniziativa
Dibattito: 08.03.2004
Votazione: 09.03.2004

Nel 1994 si è svolta al Cairo la Conferenza internazionale sulla popolazione e lo sviluppo, sotto l'egida delle Nazioni Unite. I rappresentanti di 179 Paesi hanno approvato il programma d'azione della Conferenza sulla popolazione mondiale che fissa obiettivi centrali per uno sviluppo demografico equilibrato e sostenibile. Dieci anni dopo, il Parlamento europeo chiede che le Nazioni Unite, i Governi degli Stati membri dell'UE e le ONG competenti effettuino un'esaustiva rassegna del livello di applicazione del suddetto programma d'azione. I deputati invitano inoltre l'Unione e gli Stati membri a coordinarsi meglio nell'ambito della comunità dei donatori e a mettere a disposizione più fondi per programmi nel settore della salute sessuale e riproduttiva e dei diritti in materia di sessualità e riproduzione, in modo da ottemperare agli obblighi internazionali assunti nel 1994 al Cairo.

La relazione di Karin JUNKER (PSE, D) è stata approvata con 287 voti favorevoli, 196 contrari e 13 astensioni. Essa invita l'Unione e i suoi Stati membri, nonché i Governi e le istituzioni dei paesi in via di sviluppo, a intraprendere vaste campagne di informazione e consulenza e ad adottare altre misure appropriate nei paesi in via di sviluppo al fine di: assicurare ai bambini e ai giovani un'informazione e un'educazione sessuale; combattere lo sfruttamento e la repressione sessuale; sottolineare il fatto che ogni persona è degna di rispetto, a prescindere dal suo orientamento sessuale; sottolineare il diritto di autodeterminazione sessuale di ogni individuo; mettere a disposizione quantitativi sufficienti e poco costosi di contraccettivi (in particolare i preservativi); permettere l'accesso a servizi poco costosi di salute sessuale e riproduttiva; mettere a disposizione a prezzi sostenibili quantitativi sufficienti di medicinali per il trattamento di malattie sessualmente trasmissibili, in particolare HIV/AIDS; consentire interruzioni della gravidanza sicure sotto il profilo medico.

L'Aula sottolinea che l'interruzione della gravidanza non può essere considerata un metodo di pianificazione delle nascite. Tuttavia, «le donne che non vedono altra vie d'uscita dalla situazione di grave difficoltà in cui si trovano devono avere la possibilità, a tutela della loro salute riproduttiva e psichica, di ricorrere ad un intervento immune da sanzioni e sicuro dal punto di vista medico». Questo porterebbe, nei paesi in via di sviluppo, ad una riduzione della mortalità materna: il 14% delle madri che non sopravvivono al puerperio sono vittime di interruzioni della gravidanza praticate da mani inesperte. I deputati hanno anche votato un emendamento che invita gli Stati membri «ad astenersi dal citare in giudizio le donne che avessero abortito illegalmente».

L'Aula ha inoltre votato un emendamento con cui invita la Commissione a collaborare con i paesi in via di sviluppo per affrontare e prevenire fin dalla nascita i problemi di fistola vaginale fra le bambine e le giovani donne, in particolare in relazione con i matrimoni precoci. Il problema, determinato da matrimoni precoci, è particolarmente drammatico in Africa e in Asia. I Governi che ancora lo permettono, sono invitati a vietare le mutilazioni dei genitali femminili.

In generale, l'emancipazione costituisce un passaggio necessario per lo sviluppo. Ecco allora che i deputati sottolineano la necessità di migliorare l'accesso delle donne alla formazione, all'indipendenza economica e ai processi decisionali. I parlamentari condannano la «Politica di Mexico City» attraverso la quale gli USA negano il loro sostegno a qualsiasi organizzazione estera che pratica o propugna l'interruzione della gravidanza, a prescindere dal fatto che essa sia legale o no nel paese in questione. Essi ritengono che tale politica abbia «aggravato i problemi che intendeva risolvere» e plaudono invece all'iniziativa della Commissione di compensare la perdita di questi finanziamenti.

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Armelle Douaud

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 43806

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Trasporti

Il Parlamento boccia il Ponte sullo stretto di Messina

Philip Charles BRADBOURN (PPE/DE, UK)
Relazione sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica alla proposta modificata di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica alla decisione n. 1692/96/CE sugli orientamenti comunitari per lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti
Doc.: A5-0110/2004
Procedura: Codecisione, prima lettura
Dibattito: 10.03.2004
Votazione: 11.03.2004

Con un emendamento presentato da verdi, sinistra, liberali e socialisti, adottato con 231 voti favorevoli, 198 contrari e 17 astensioni, il Parlamento europeo ha cancellato il Ponte sullo stretto di Messina dalla lista di progetti prioritari nell'ambito delle reti transeuropee di trasporti. Per tale progetto è infatti necessario effettuare un'ulteriore valutazione ambientale strategica, nonché un'analisi costi/benefici sul piano socioeconomico, prima di decidere in merito all'opportunità di classificarlo o meno come progetto prioritario. L'Aula ha inoltre respinto la proposta del relatore di includere l'asse ferroviario Marsiglia-Torino e il tunnel del Monginevro, la quale ha avuto 209 voti favorevoli, 221 contrari e 6 astensioni.

I deputati, nell'approvare la relazione di Philip Charles BRADBOURN (PPE/DE, UK) sulla rete transeuropea di trasporti, sostengono entusiasticamente l'introduzione delle cosiddette «autostrade del mare», collegamenti marittimi efficienti, veloci e a basso costo, finalizzati a creare nuove linee regolari di trasporto merci. Esse miglioreranno i collegamenti tra le isole e permetteranno al trasporto merci di evitare ostacoli naturali come le Alpi o i Pirenei. Gli Stati membri svilupperanno, con il sostegno comunitario, dei progetti integrati che copriranno le infrastrutture, i sistemi logistici e l'aiuto all'avviamento. I parlamentari hanno sottolineato che è possibile finanziare soltanto misure infrastrutturali di carattere generale, ma non i costi operativi o per attrezzature delle imprese portuali e delle compagnie di navigazione, per non parlare dell'acquisto di navi. Un'eventuale iniezione di capitali necessaria per un nuovo collegamento deve rispettare i criteri e i limiti stabiliti nel programma Marco Polo.

La relazione riprende la critica già contenuta in un'interrogazione orale di Paolo Costa e in una risoluzione adottata nell'ultima sessione plenaria a Bruxelles sulla mancata consultazione del Parlamento in merito al Programma Quick Start presentato dalla Commissione al Consiglio. Ancora una volta, i deputati ribadiscono che i progetti prioritari per le TEN devono essere decisi unicamente attraverso la procedura di codecisione.

L'Aula chiede di modificare il progetto n. 6 realizzando il raccordo mancante tra Ronchi sud-Trieste e Divaca, che garantirebbe il collegamento tra Lubiana, Budapest e l'Italia. In merito al progetto n. 29, si propone un corridoio intermodale Bari-Durazzo-Sofia-Varna/Burgas.

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Ton Huyssoon

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 42408

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Requisiti assicurativi degli aeromobili

James NICHOLSON (PPE/DE, UK)
Raccomandazione per la seconda lettura relativa alla posizione comune del Consiglio in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio concernente i requisiti assicurativi applicabili ai vettori e agli esercenti di aeromobili
Doc.: A5-0088/2004
Procedura: Codecisione, seconda lettura
Dibattito: 10.03.2004
Votazione: 11.03.2004

Il Parlamento europeo ha adottato una relazione di James NICHOLSON (PPE/DE, UK) sui requisiti assicurativi applicabili ai vettori e agli esercenti di aeromobili. Il regolamento in questione nasce dalla difficile situazione che ha attraversato il settore dell'assicurazione dei trasporti aerei a seguito degli attentati dell'11 settembre e si propone di promuovere la stabilità del mercato. A grandi linee, la posizione comune del Consiglio ha accolto buona parte emendamenti presentati dal Parlamento in prima lettura. Per questo, l'Aula ha presentato un solo emendamento in seconda lettura, che esclude gli ultraleggeri (aeromobili che non possono superare la velocità di 35 nodi o con un carico alare non superiore ai 25 kg) dal campo d'applicazione del progetto di regolamento.

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Concorrenza leale nei cieli transatlantici

Nicholas CLEGG (ELDR, UK)
Raccomandazione per la seconda lettura relativa alla posizione comune del Consiglio in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla protezione contro le sovvenzioni e le pratiche tariffarie sleali che recano pregiudizio ai vettori aerei comunitari nella prestazione di servizi di trasporto aereo da parte di paesi non membri della Comunità europea
Doc.: A5-0064/2004
Procedura: Codecisione, seconda lettura
Dibattito: 10.03.2004
Votazione: 11.03.2004

Il Parlamento europeo ha approvato la relazione di Nicholas CLEGG (ELDR, UK) che intende contrastare le pratiche tariffarie sleali di talune compagnie aeree non europee e le sovvenzioni pubbliche di cui beneficiano.

A seguito degli avvenimenti dell'11 settembre 2001, l'amministrazione americana ed altri governi di paesi terzi hanno concesso alle loro compagnie aeree delle sovvenzioni astronomiche che hanno causato delle distorsioni del mercato transatlantico, a discapito delle compagnie aeree europee. Contemporaneamente, le disposizioni regolamentari più rigorose applicabili alle sovvenzioni pubbliche hanno reso la vita ancora più dura ai trasportatori europei. E' per tale motivo che i deputati si sono vivamente congratulati di questa nuova legislazione che permetterà di applicare dei dazi equivalenti alle compagnie non europee, del settore pubblico e privato, che percepiscono delle sovvenzioni fonti di distorsioni o che ricorrono a pratiche tariffarie sleali.

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Ton Huyssoon
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Sicurezza dell'aviazione civile

Jan DHAENE (PSE, B)
Relazione sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 2320/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce norme comuni per la sicurezza dell'aviazione civile
Doc.: A5-0061/2004
Procedura: Codecisione, prima lettura
Dibattito: 10.03.2004
Votazione: 11.03.2004

La relazione è stata approvata.

 

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Ton Huyssoon

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Convenzione sui trasporti internazionali per ferrovia

Paolo COSTA (ELDR, I)

Relazione sulla proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione, da parte della Comunità europea, dell'accordo di adesione della Comunità europea alla Convenzione sui trasporti internazionali per ferrovia (COTIF) del 9 maggio 1980, modificata dal protocollo di Vilnius del 3 giugno 1999

Doc.: A5-0070/2004

Procedura: Consultazione legislativa

Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 158 del Regolamento del Parlamento

Votazione: 10.03.2004

La relazione è stata approvata.

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Ton Huyssoon

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Codice internazionale di gestione della sicurezza delle navi

Paolo COSTA (ELDR, I)

Relazione sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sull'attuazione nella Comunità del codice internazionale di gestione della sicurezza

Doc.: A5-0074/2004

Procedura: Codecisione, prima lettura

Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 158 del Regolamento del Parlamento

Votazione: 10.03.2004

La relazione è stata approvata con 473 voti favorevoli, 3 contrari e 5 astensioni.

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Ton Huyssoon

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Navigazione mercantile

Giuseppe GARGANI (PPE/DE, I)

Relazione sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio riguardante le attività di taluni paesi terzi nel settore della navigazione mercantile

Doc.: A5-0086/2004

Procedura: Codecisione, prima lettura

Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 158 del Regolamento del Parlamento

Votazione: 09.03.2004

 

La relazione è stata approvata.

 

Per ulteriori informazioni:

Miriam Orieskova

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oppure

Tanja Rudolf

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Giustizia e Affari interni

Il Parlamento: 11 marzo giornata europea delle vittime del terrorismo


Risoluzione sui progressi compiuti nel 2003 in ordine alla creazione di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia (SLSG) (articoli 2 e 39 del trattato UE)

Doc.: B5-0148/2004

Procedura: Risoluzione

Dibattito: 11.03.2004

Votazione: 11.03.2004

Il Parlamento europeo constata che, sebbene globalmente si siano compiuti notevolissimi progressi in ordine alla creazione di alcuni ambiti dello Spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia (SLSG), alcuni obiettivi sono stati conseguiti senza rispettare i termini stabiliti a Tampere, mentre altri obiettivi già definiti rimangono ancora da raggiungere. La risoluzione comune, adottata con 326 voti favorevoli, 83 contrari e 21 astensioni, raccomanda che entro la fine del 2004 si adottino tutte le misure in ritardo, relative ad obiettivi e calendari già definiti: in particolare, l'istituzione della prima fase di un sistema europeo comune di asilo e le misure in tema di ingresso e di soggiorno per motivi di lavoro, di studio e di formazione.

Sull'onda dell'emozione provocata dagli attentati di Madrid, l'Aula ha adottato un emendamento orale presentato da Jorge Salvador HERNANDEZ MOLLAR (PPE/DE, E), in cui si chiede che l'11 marzo venga celebrato come giornata europea delle vittime del terrorismo (anziché l'11 settembre, come previsto inizialmente).

I deputati raccomandano al Consiglio di convocare un nuovo vertice «Tampere II» dedicato alla creazione dell'SLSG, che elabori un nuovo programma realistico a medio termine per il periodo 2005-2009. Essi ritengono necessaria l'adozione del progetto di trattato istituzionale ai fini dello sviluppo dell'SLSG. I parlamentari chiedono al Consiglio di adottare quanto prima i due atti essenziali che mancano per completare la prima fase del regime comune europeo in materia di asilo: la proposta di direttiva sul riconoscimento e la revoca dello status di rifugiato; la proposta di direttiva sulla qualifica di rifugiato o di persona altrimenti bisognosa di protezione internazionale.

Il Parlamento deplora che l'accordo con il quale la Commissione ha consentito il trasferimento ad agenzie di sicurezza degli USA dei dati personali dei cittadini europei che viaggiano verso gli Stati Uniti, senza adeguate garanzie di rispetto del loro diritto fondamentale alla riservatezza di tali dati. Tra l'altro i deputati hanno espresso la loro preoccupazione per i rischi, per i diritti fondamentali, risultanti dall'inclusione di dati biometrici nei documenti di identità. Essi ritengono necessario adottare nuove misure per rafforzare l'attuale contesto comune in materia di cooperazione di polizia ed esortano l'Unione ad adottare uno strumento legislativo adeguato che sostituisca, in tutto o in parte, la Convenzione Europol.

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Pia Siitonen

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Sì all'Agenzia per le frontiere esterne, ma senza poteri di espulsione

Christian Ulrik von BOETTICHER (PPE/DE, D)

Relazione sulla proposta di regolamento del Consiglio che istituisce un’Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne

Doc.: A5-0093/2004

Procedura: Consultazione legislativa

Dibattito: 08.03.2004

Votazione: 09.03.2004

Il Parlamento europeo ha adottato una relazione di Christian Ulrik von BOETTICHER (PPE/DE, D) sull'Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne. L'Aula, pur approvando la creazione dell'agenzia, non intende affidarle il rimpatrio dei clandestini, in quanto vi sarebbe il pericolo di un insufficiente controllo democratico diretto su questo tipo di attività operative. Fin quando non vi sarà una politica di asilo e d'immigrazione europea, i deputati ritengono che non possa esserci una politica comune di espulsione.

Dato che la proposta della Commissione disegna un'agenzia dai tratti eccessivamente intergovernativi, i parlamentari hanno presentato una serie di emendamenti. Essi ritengono ad esempio che il Parlamento debba avere accesso alle attività dell’agenzia su un piano di parità con il Consiglio, onde poter esercitare adeguatamente le funzioni di controllo politico ed il proprio ruolo di colegislatore in questo settore. Il Parlamento europeo può inoltre richiedere in ogni momento un’audizione del direttore esecutivo su qualsiasi tema legato alle attività dell’Agenzia, oltre che sulla relazione generale annuale.

Inoltre, dato che l'agenzia dovrà occuparsi di azioni fino ad ora finanziate nell'ambito di ARGO, programma gestito direttamente dalla Commissione, i deputati chiedono di assegnarle funzionari della Commissione, anziché assumerli dall'esterno. Allo stesso modo, considerato che la responsabilità politica per la gestione delle attività comunitarie spetta alla Commissione, essi chiedono di lasciare a quest’ultima il compito di selezionare, di nominare e di revocare il direttore esecutivo.

Per ragioni di controllo, di efficienza e di efficacia dei costi, l'Aula ha bocciato la proposta di creare dei reparti specializzati negli Stati membri. I centri specializzati nei vari aspetti del controllo e della sorveglianza delle frontiere terrestri, aeree e marittime, che sono già stati creati dagli Stati membri, dovrebbero pertanto diventare parte integrante dell’Agenzia ed essere raggruppati in un’unica sede. Quest'ultima dovrebbe essere decisa dal Consiglio entro il 1° gennaio 2005. I deputati hanno chiesto infine che l'agenzia esamini prima l'opportunità, poi eventualmente la fattibilità della creazione di un corpo di Guardie di confine europeo. Essi ritengono infatti che la decisione di istituire detto corpo è e rimane una decisione politica che deve basarsi su motivazioni più che valide.

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Danny de Paepe

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Norme europee a garanzia delle vittime del traffico di esseri umani

Patsy SÖRENSEN (Verdi/ALE, B)

Relazione sulla proposta di direttiva del Consiglio riguardante il titolo di soggiorno da rilasciare ai cittadini di paesi terzi vittime della tratta di essere umani o vittime del favoreggiamento dell'immigrazione illegale i quali cooperino con le autorità competenti

Doc.: A5-0099/2004

Procedura: Consultazione legislativa

Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 110 bis del Regolamento del Parlamento

Votazione: 09.03.2004

Il 5 dicembre 2002 il Parlamento ha approvato una risoluzione sulla proposta di direttiva riguardo al titolo di soggiorno di breve durata da rilasciare alle vittime del favoreggiamento dell'immigrazione illegale o della tratta degli esseri umani. In molti casi, le vittime del traffico di esseri umani sono ragazze e donne che sono state portate nell'Unione per essere sfruttate dall'industria del sesso. Tali persone dovrebbero poter ottenere un permesso di breve durata se collaborano con le autorità per arrestare i trafficanti. A tale proposito, si prevedono trenta giorni di «periodo di riflessione» concesso alle vittime per decidere di collaborare con le autorità e rompere ogni legame con i trafficanti. Nel novembre 2003 il Consiglio aveva soppresso tale periodo di riflessione lasciando agli Stati membri il compito di definirne la durata. Tale cambiamento da parte del Consiglio ha imposto una nuova consultazione del Parlamento.

Il Parlamento europeo, ora, ha riproposto una serie di emendamenti adottati nel 2002. Tali emendamenti sono volti a migliorare la situazione legale delle vittime reintroducendo, innanzitutto, il periodo di riflessione di trenta giorni. Inoltre, tale periodo può essere esteso in casi eccezionali quali lo stato di sofferenza fisica o psicologica, o per motivi connessi alla sicurezza di terzi. Le vittime, dovrebbero beneficiare di un'assistenza legale gratuita, cosa che il Consiglio voleva lasciare a discrezione degli Stati membri. La relazione di Patsy SÖRENSEN (Verdi/ALE, B) - adottato con 449 voti favorevoli, 45 contrari e 7 astensioni - prevede che gli Stati membri, all'atto del rilascio del titolo di soggiorno, prendano in considerazione l'eventualità di rilasciarne uno anche ai membri della famiglia che accompagnano la vittima, per lo stesso periodo di tempo limitato (di almeno sei mesi). L'assenza di documenti o il possesso di documenti falsi non ostano al rilascio e al rinnovo del titolo di soggiorno.

Se allo scadere del titolo di soggiorno una vittima ne sollecita uno di altro tipo, inoltre, gli Stati membri dovrebbero prendere in considerazione la sua cooperazione nell'esaminare la richiesta. Tra l'altro, qualora le autorità decidessero di non rinnovare o di ritirare il titolo di soggiorno, esse dovrebbero procedere preliminarmente ad una valutazione dei rischi per la sicurezza della vittima. Il timore di ricadere alla mercé dei trafficanti una volta rimpatriate, infatti, fa si che le vittime siano molto reticenti nel cooperare con le autorità. Infine, la relazione prevede la possibilità per le vittime di presentare un appello contro la decisione di non rinnovare o ritirare il titolo di soggiorno.

Per ulteriori informazioni:

Danny de Paepe

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 42531

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Europol: manca un controllo democratico

Maurizio TURCO (NI, I)

Relazione sull'iniziativa dell'Irlanda in vista dell'adozione:

1. dell'atto del Consiglio che modifica lo statuto del personale dell'Europol

2. della decisione del Consiglio che adegua gli stipendi base e le indennità al personale Europol

3. della decisione del Consiglio che adegua gli stipendi base e le indennità applicabili al personale dell'Europol

Doc.: A5-0108/2004

Procedura: Consultazione legislativa

Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 110 bis del Regolamento del Parlamento

Votazione: 09.03.2004

Il Parlamento europeo ha respinto le tre proposte della Presidenza irlandese in merito allo statuto del personale Europol e ai suoi stipendi. Le proposte hanno raccolto 54 voti favorevoli, 411 contrari e 43 astensioni. La relazione di Maurizio TURCO (NI, I) intende in questo modo manifestare il proprio dissenso rispetto al Protocollo di modifica della convenzione Europol, il quale risolve solo in minima parte i problemi e le richieste che il Parlamento ha ripetutamente sollevato. In particolare il Parlamento rimane privato di poteri decisionali, di controllo e di bilancio reali, rimanendo solo virtualmente capace di esercitare un controllo diretto su Europol.

Tra l'altro, una proposta sulla creazione di una commissione mista Parlamento europeo-parlamenti nazionali che la Commissione europea aveva ripreso nella Comunicazione sul controllo democratico di Europol, é stata rigettata dal Consiglio in occasione dell'approvazione del Protocollo, apparentemente per motivi giuridici. L'Aula si esprime duramente nelle sue conclusioni: «Gli appelli del PE e dei parlamenti nazionali non sono stati evidentemente ascoltati dal Consiglio. L'approvazione del Protocollo e dei suoi mediocri contenuti non sono altro che uno schiaffo ai parlamenti nazionali ed al Parlamento europeo, come ai cittadini che questi rappresentano. Europol continua ad accumulare poteri e capacità operative sfuggendo al controllo democratico e giurisdizionale, sia nazionale che Europeo».

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Pia Siitonen

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Norme europee per i reati di droga

Arie OOSTLANDER (PPE/DE, NL)

Relazione sulla proposta di decisione quadro del Consiglio riguardante la fissazione di norme minime relative agli elementi costitutivi dei reati e alle sanzioni applicabili in materia di traffico illecito di stupefacenti

Doc.: A5-0095/2004

Procedura: Consultazione legislativa

Dibattito: 08.03.2004

Votazione: 09.03.2004

La relazione è stata approvata.

Per ulteriori informazioni:

Pia Siitonen

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 41498

e-mail :             libe-press@europarl.eu.int

Repressione del traffico di droga in alto mare

Marjo MATIKAINEN-KALLSTRÖM (PPE/DE, FIN)

Relazione sull'iniziativa del Regno di Spagna in vista dell'adozione di un tratto del Consiglio che stabilisce, in base all'articolo 34 del trattato sull'Unione europea, la convenzione relativa alla repressione del traffico illecito di droga in alto mare da parte delle amministrazioni doganali

Doc.: A5-0100/2004

Procedura: Consultazione legislativa

Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 110 bis del Regolamento del Parlamento

Votazione: 09.03.2004

La relazione è stata approvata.

Per ulteriori informazioni:

Pia Siitonen

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 41498

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Attentati biologici: analizzare la minaccia per meglio contrastarla

Gerhard SCHMID (PSE, D)

Relazione recante una proposta di raccomandazione del Parlamento europeo destinata al Consiglio sulla cooperazione nell'Unione europea in materia di predisposizione e reazione agli attentati biologici e chimici (sicurezza della salute)

Doc.: A5-0097/2004

Procedura: Iniziativa

Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 110 bis del Regolamento del Parlamento

Votazione: 09.03.2004

La relazione è stata approvata.

Per ulteriori informazioni:

Pia Siitonen

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 41498

e-mail :             libe-press@europarl.eu.int

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Diritti dei cittadini

Nuove regole per il diritto di soggiorno nell'Unione

Giacomo SANTINI (PPE/DE, I)

Raccomandazione per la seconda lettura relativa alla posizione comune del Consiglio in vista dell'adozione della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri

Doc.: A5-0090/2004

Procedura: Codecisione, seconda lettura

Dibattito: 08.03.2004

Votazione: 10.03.2004

Il Parlamento europeo ha adottato una relazione di Giacomo SANTINI (PPE/DE, I) sul diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri. L'Aula ha accettato la posizione comune del Consiglio, allo scopo di accelerare l'adozione della direttiva prima della fine della legislatura.

Secondo la direttiva, tutti i cittadini dell'Unione avranno il diritto di risiedere in un altro Stato membro:

·        se esercitano un'attività dipendente o come lavoratore autonomo nello Stato membro ospitante, o

·        se dispongono di risorse sufficienti affinché essi stessi ed i loro familiari non diventino un peso per il sistema di previdenza sociale dello Stato membro ospitante, o

·        se seguono un ciclo di studi in quel Paese.

In tutti questi casi, il diritto di soggiorno sarà valido anche per gli altri membri della famiglia. Nonostante nella sua forma attuale, questa direttiva non soddisfi pienamente i deputati, essi ritengono di avere ottenuto il migliore risultato possibile, in quanto il Consiglio ha accettato molti emendamenti depositati in prima lettura dal Parlamento. Rispetto alla proposta iniziale, l'Aula ha ottenuto una serie di modifiche. La definizione di «membro della famiglia» è estesa al partner registrato, qualora per lo Stato membro ospitante le coppie registrate equivalgono al matrimonio. Questo significa che, in alcuni Stati membri, le coppie omosessuali potranno beneficiare della direttiva.

Gli Stati membri devono facilitare l'ingresso ed il soggiorno di altri membri della famiglia oltre ai discendenti e ascendenti in linea diretta, qualora il loro stato di salute li ponga a carico del cittadino comunitario interessato. Il diritto di soggiorno non sarà condizionato da assenze temporanee di una durata inferiore a sei mesi l'anno. Il divorzio non lederà il diritto di soggiorno dei membri della famiglia che hanno la nazionalità di uno Stato membro. La direttiva entrerà in vigore a partire dal 1° luglio 2005.

Per ulteriori informazioni:

Danny de Paepe

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 42531

e-mail :           libe-press@europarl.eu.int

Privacy: più garanzie ai cittadini

Marco CAPPATO (NI, I)

Relazione sulla prima relazione sull'applicazione della direttiva sulla tutela dei dati

Doc.: A5-0104/2004

Procedura: Iniziativa

Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 110 bis del Regolamento del Parlamento

Votazione: 09.03.2004

Il diritto alla privacy ed alla protezione dei dati personali nell'Unione europea è tutelato da numerosi strumenti internazionali, europei e nazionali che garantiscono un alto standard di protezione. Oltre alle norme convenzionali delle Nazioni Unite, alla convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, nonché alla convenzione del Consiglio d'Europa sulla protezione degli individui rispetto al trattamento automatico dei dati personali, tale tutela è contemplata dall'Unione europea che, attraverso una serie di norme (tra le quali le direttive 95/46/CE sulla protezione degli individui rispetto al trattamento dei dati personali e 2002/58/CE sulla protezione della privacy nelle comunicazioni elettroniche) ha specificato le regole di applicazione dei principi e delle norme precedentemente acquisite.

A tale proposito, il Parlamento europeo - con 439 favorevoli, 28 contrari e 39 astenuti - ha adottato una relazione d'iniziativa di Marco CAPPATO (NI, I) che, in particolare, critica il comportamento tenuto dalla Commissione, dagli Stati membri, nonché da alcune Autorità garanti per la Privacy nel caso del trasferimento dei dati personali dei passeggeri transatlantici alle autorità responsabili per l'applicazione della legge negli USA, asserendo che «le leggi nazionali ed europee [...] sono state violate in modo flagrante». Inoltre, constatando come le leggi degli Stati membri che consentono la conservazione su grande scala di dati relativi alle comunicazioni dei cittadini a fini di ordine pubblico non siano pienamente conformi alla convenzione europea sulla salvaguardia dei diritti dell'uomo, i deputati invitano la Commissione ad elaborare un documento «sul diritto alla vita privata e le condizioni in base alle quali le eccezioni possono essere legali ed esortano le istituzioni europee ad avviare una discussione aperta e trasparente sulla base di tale documento».

Per ulteriori informazioni:

Pia Siitonen

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 41498

e-mail :          libe-press@europarl.eu.int

I diritti dei detenuti nell'Unione europea

Maurizio TURCO (NI, I)

Relazione recante una proposta di raccomandazione del Parlamento europeo destinata al Consiglio sui diritti dei detenuti nell'Unione europea

Doc.: A5-0094/2004

Procedura: Iniziativa

Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 110 bis del Regolamento del Parlamento

Votazione: 09.03.2004

La relazione è stata approvata con 439 voti favorevoli, 49 contrari e 20 astensioni.

Per ulteriori informazioni:

Pia Siitonen

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 41498

e-mail :             libe-press@europarl.eu.int

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Diritti dell’uomo

Guantanamo: porre fine al vuoto giuridico

Ole ANDREASEN (ELDR, DK)

Relazione recante una proposta di raccomandazione del Parlamento europeo destinata al Consiglio sul diritto dei prigionieri di Guantanamo a un equo processo

Doc.: A5-0107/2004

Procedura: Iniziativa

Dibattito: 09.03.2004

Votazione: 10.03.2004

Dal gennaio 2002, 660 prigionieri dell'operazione militare degli Stati Uniti in Afghanistan provenienti da 40 paesi sono stati trasferiti al campo X-Ray. Successivamente sono stati portati al campo Delta della base navale USA di Guantanamo, in entrambi i casi privati di qualsiasi diritto di ricorrere in giustizia. Circa 20 prigionieri della base di Guantanamo sono cittadini di uno Stato membro UE. L'amministrazione USA si rifiuta di concedere ai detenuti di Guantanamo il diritto di adire i tribunali statunitensi. Il Parlamento europeo chiede che le autorità statunitensi pongano fine immediatamente all'attuale vuoto giuridico in cui sono stati collocati i detenuti dopo il loro arrivo a Guantanamo e garantiscano un accesso immediato alla giustizia al fine di determinare lo status di ciascun singolo detenuto analizzando ogni singolo caso.

La relazione di Ole ANDREASEN (ELDR, DK), approvata con 425 voti favorevoli, 62 contrari e 29 astensioni, si rivolge al Consiglio affinché deplori che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non abbia ancora istituito un tribunale penale internazionale ad hoc, «che nella fattispecie rappresenterebbe la soluzione più opportuna». I deputati esortano l'amministrazione statunitense a confermare che i «tribunali militari ad hoc» rispettino la Convenzione di Ginevra. Essi chiedono alle autorità statunitensi «di accordare ai rappresentanti ufficiali degli Stati nazionali, alle pertinenti istituzioni internazionali, ai familiari dei detenuti e a osservatori indipendenti un accesso adeguato ai luoghi di detenzione e di autorizzarli a comunicare liberamente, in conformità del principio del processo equo, con i prigionieri».

Per ulteriori informazioni:

Joëlle Fiss

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 41075

e-mail : foreign-press@europarl.eu.int

Ucraina: garantire libertà di espressione ed elezioni trasparenti

Risoluzione comune sull'Ucraina

Doc.: B5-0129/2004

Procedura: Risoluzione comune

Dibattito: 11.03.2004

Votazione: 11.03.2004

Con 59 voti favorevoli, nessun contrario e 2 astensioni, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione comune sulla situazione in Ucraina che pone l'accento sulle gravi minacce alla libertà di espressione dei mezzi d'informazione e sulla necessità di elezioni trasparenti, nonché sulle carenti condizioni delle carceri.

I deputati ricordano innanzitutto che la politica comunitaria «Europa ampliata-prossimità» riconosce l'importanza dell'Ucraina come un paese che ha profondi vincoli storici, culturali ed economici con gli Stati membri dell'Unione e che la Commissione sta attualmente preparando il piano di azione con proposte volte ad incoraggiare le riforme politiche e istituzionali che consentiranno all'Ucraina di integrare progressivamente le politiche e i programmi dell'Unione.

In tale contesto, il Parlamento invita il governo dell'Ucraina a rispettare la libertà di espressione e ad adottare misure efficaci «per prevenire e sanzionare gli interventi contro i mezzi di informazione liberi e indipendenti, le azioni arbitrarie di carattere amministrativo e legale contro le stazioni televisive ed altre voci dei media, nonché le molestie e la violenza nei confronti dei giornalisti». A tale proposito, esprime la propria preoccupazione per la recente chiusura del quotidiano Silsky Visti, per l'azione di disturbo delle trasmissioni di Radio Liberty e per la campagna contro la Fifth Channel. Inoltre, invita il governo ucraino a compiere ogni sforzo per «chiarire le sospette circostanze riguardanti la morte del giornalista Yuri Cecik e di altri giornalisti di primo piano che sono stati vittime di incidenti stradali o sono morti in strane circostanze». Pertanto, il Parlamento sollecita la Commissione ad accelerare i programmi di democrazia TACIS in modo da «rafforzare la società civile e i mezzi di informazione indipendenti e sostenere il consolidamento delle istituzioni democratiche».

I deputati esortano il Consiglio e la Commissione a controllare attentamente la situazione in Ucraina, «a prendere parte attiva nella corsa alle elezioni presidenziali del prossimo autunno, nonché a sostenere un'azione comune con l'OSCE/ODHIR e il Consiglio d'Europa» e chiedono alle autorità ucraine di impegnarsi formalmente a tenere le prossime elezioni presidenziali di ottobre in condizioni di massima trasparenza.

Infine, adottando un emendamento proposto dai sei gruppi, il Parlamento invita il governo ucraino «a combattere il presunto traffico illegale di organi, parti di organi e tessuti umani, ma anche il traffico di esseri umani, specialmente i bambini».

Venezuela: rispettare gli accordi per una soluzione pacifica della crisi

Risoluzione comune sul Venezuela

Doc.: B5-0123/2004

Procedura: Risoluzione comune

Dibattito: 11.03.2004

Votazione: 11.03.2004

La risoluzione del Consiglio nazionale elettorale di considerare valide solo 1.832.493 delle 3.086.013 firme presentate per convocare un referendum abrogativo nazionale a fronte di un numero minimo richiesto è 2.436.083 firme, ha provocato negli ultimi giorni, in Venezuela,  un'ondata di proteste e conflitti, nel corso dei quali vari cittadini hanno perso la vita e numerosi altri sono rimasti feriti.

Il Parlamento europeo ha quindi adottato una risoluzione comune con la quale «respinge totalmente gli atti di violenza, deplora profondamente la perdita di vite umane ed esprime le proprie condoglianze alle famiglie delle vittime». Inoltre, i deputati, pur riconoscendo il diritto dei cittadini di manifestare nell'alveo della legalità costituzionale, rivolgono un appello alla calma e alla moderazione e chiedono alle autorità «di mantenere le azioni volte a ristabilire l'ordine nel quadro del rispetto dei diritti dell'uomo e dello Stato di diritto».

L'Aula chiede poi al Consiglio nazionale elettorale «di accettare e adottare senza indugio» le raccomandazioni della missione d'osservazione dell'Organizzazione degli Stati Americani (OSA) e del Centro Carter riguardo alla relazione preliminare sul processo di verifica delle firme. Ribadendo il proprio sostegno agli impegni contratti dal governo e dal Coordinamento democratico negli accordi del 29 maggio 2003, «che offrivano una soluzione pacifica, basata sul dialogo, democratica, costituzionale ed elettorale alla crisi», il Parlamento esprime preoccupazione per il fatto che la situazione attuale si stia allontanando da tali accordi.

Infine, nel condividere pienamente i termini della dichiarazione del 23 febbraio e 2 marzo scorsi  della Presidenza irlandese sul Venezuela, il Parlamento esorta la Commissione europea, che sta prestando un aiuto importante nel quadro dell'assistenza tecnica per l'applicazione degli accordi «a vigilare, in coordinamento con la missione dell'OSA e con gli osservatori del Centro Carter, sul corretto funzionamento degli accordi summenzionati e sulla totale trasparenza delle loro procedure».

Birmania: rafforzare le sanzioni europee

Risoluzione comune sulla Birmania/Myanmar

Doc.: B5-0127/2004

Procedura: Risoluzione comune

Dibattito: 11.03.2004

Votazione: 11.03.2004

Il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione comune sulla situazione in Birmania/Myanmar con la quale chiede l'immediata e incondizionata liberazione di Aung San Suu Kyi e di tutte le persone detenute o agli arresti domiciliari dal maggio 2003, sottolineando come il rilascio di tutti i prigionieri politici costituirebbe un importante passo avanti ai fini del ripristino della democrazia in Birmania/Myanmar. In tale contesto chiede anche l'immediata riapertura di tutti gli uffici dell'nld chiusi nel maggio 2003 ed insiste sulla necessità che l'spdc abbandoni il controllo sul potere e che siano pienamente rispettati i risultati delle ultime elezioni.

Nel chiedere la revisione, sotto l'egida della comunità internazionale, del proposto programma di riforme per assicurare che l'eventuale convenzione costituzionale sia fondata su principi democratici e che nell'ambito di tale processo si garantisca il pieno rispetto dei risultati delle ultime elezioni, il Parlamento invita il Consiglio e la Commissione a dare prova della propria responsabilità ad apportare un contributo per agevolare il processo di riconciliazione nazionale in Birmania/Myanmar.

Inoltre, i deputati insistono sulla necessità di rafforzare la posizione comune dell'Unione europea sulla Birmania/Myanmar, «affinché possa entrare in vigore qualora l'attuale regime non abbia compiuto progressi tangibili verso il ripristino della democrazia nel paese». La posizione comune, secondo il Parlamento, dovrebbe prevedere le seguenti misure: divieto per le persone fisiche e giuridiche di investire in Birmania/Myanmar; divieto di importazione di beni e servizi forniti da imprese di proprietà dei militari, del personale militare e dei loro associati; divieto di importazione di beni di importanza strategica forniti dai settori dell'economia birmana che formano oggetto di monopolio, quali ad esempio pietre preziose e legname.

In tale contesto, ritiene che il Consiglio debba procedere a un riesame della situazione nel giugno 2004 e quindi dare attuazione alle suddette misure qualora non abbia avuto luogo un dialogo tripartito tra l'nld, gli esponenti delle minoranze etniche e le autorità birmane o non sia stato compiuto alcun progresso tangibile ai fini del cambiamento della situazione politica.

Il Parlamento, inoltre esorta tutti gli Stati membri ad attuare pienamente e senza indugio le sanzioni adottate ed invita le Nazioni Unite a imporre sanzioni mirate alla Birmania/Myanmar. Infine, deplora che il governo della Repubblica d'Irlanda, subito dopo aver assunto la Presidenza del Consiglio, abbia deciso il 10 febbraio 2004 di instaurare relazioni diplomatiche con la Birmania/Myanmar mediante un ambasciatore non residente.

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