Pagina 2

<<indietro al sommario

Mercato interno


Assicurazioni RC Auto: minimo 1 milione di euro per i danni corporali

Manuel MEDINA ORTEGA (PSE, ES)
Raccomandazione per la seconda lettura sulla posizione comune del Consiglio in vista dell'adozione della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica le direttive del Consiglio 72/166/CEE, 84/5/CEE, 88/357/CEE, 90/232/CEE e la direttiva 2000/26/CE del Parlamento europeo e del Consiglio sull'assicurazione della responsabilità civile risultante dalla circolazione di autoveicoli
Doc.: A6-0073/20045
Procedura: Codecisione, seconda lettura
Dibattito: 10.01.2005
Votazione: 12.01.2005

Sarà più agevole assicurare la propria auto per la responsabilità civile, ottenere una copertura valida al di là delle frontiere del proprio Paese di residenza, nonché vendere o acquistare un veicolo in un altro Stato membro. Sono questi gli obiettivi ricercati dalla proposta di direttiva sull'assicurazione RC Auto, approvata oggi dal Parlamento. La relazione di Manuel MEDINA ORTEGA (PSE, ES), adottata oggi dall'Aula in seconda lettura della procedura di codecisione, è frutto di un compromesso raggiunto in extremis con il Consiglio, con il quale sono stati convenuti una serie di emendamenti di compromesso sugli aspetti più controversi, evitando così di dover procedere a una conciliazione. La procedura può quindi considerarsi chiusa, mancando solo l'atto formale di adozione del provvedimento.

La direttiva, quinta della serie, mira a colmare le lacune delle quattro precedenti e rispondere a quelle lamentele dei cittadini che avevano spinto il Parlamento a chiedere per primo, già nel 2001, alla Commissione di ammodernare la normativa in materia di assicurazioni per le automobili. In effetti, le precedenti direttive - adottate negli anni '70 e '80 - non tengono sufficientemente conto né dello sviluppo degli scambi nel mercato interno dell'Unione, né della crescita del traffico transfrontaliero dei cittadini.

Con la quinta direttiva si tratta ora, più in particolare, di garantire la conclusione dei contratti di assicurazione di breve durata per soggiorni temporanei in uno Stato membro diverso da quello dell'assicurato (per ragioni di studio, lavoro o residenza secondaria) e facilitare la compravendita di auto in altri Stati membri, prevedendo la possibilità di concludere contratti di assicurazione di 30 giorni, cioè il tempo necessario per spedire il veicolo nel paese d'origine dell'acquirente. Il Paese di destinazione sarà quindi considerato come lo Stato membro nel quale si situa il rischio coperto dall'assicurazione.

L'assicurato, inoltre, potrà cambiare compagnia di assicurazione sfruttando la maggiore concorrenzialità del settore al fine di ottenere prezzi migliori grazie al fatto che sarà più agevole ottenere un'attestazione relativa ai sinistri subiti o causati, necessaria a una tale operazione. 

La direttiva garantirà inoltre una maggiore protezione alle vittime di incidenti causati da un veicolo non identificato. Uno dei punti salienti di questo testo riguarda infatti l'importo minimo della copertura. Per i danni alle persone tale importo sarà pari a 1 milione di euro per vittima o, come già richiesto dal Parlamento in prima lettura, 5 milioni di euro per sinistro, indipendentemente dal numero di vittime. Per i danni materiali l'importo della copertura sarà di 1 milione di euro per sinistro. Ove opportuno, gli Stati membri potranno prevedere un periodo transitorio fino a cinque anni per applicare progressivamente tali nuove disposizioni. Questi importi, peraltro, dovrebbero essere rivisti ogni 5 anni.

Si noti che, attualmente, gli importi minimi per l’assicurazione obbligatoria per i danni alle persone sono pari a 350.000 euro nel caso di una sola vittima e 500.000 euro per sinistro quando le vittime sono più di una, mentre per i danni alle cose sono pari 100.000 euro per sinistro e per quelli alle cose e alle persone 600.000 euro per sinistro.

Il Parlamento è inoltre favorevole alla proposta di coprire con l'assicurazione del veicolo implicato i pedoni e i ciclisti vittime di un incidente, che vi sia o meno la responsabilità del conducente. Gli Stati membri, poi, dovranno prendere tutte le misure necessarie per agevolare l'accesso delle vittime, dei loro assicuratori o dei loro rappresentanti legali ai dati di base necessari (come per esempio i processi verbali della polizia) per depositare delle domande di rimborso nei termini previsti dai contratti d'assicurazione. Su esplicita richiesta, questi dati dovrebbero essere accessibili in versione elettronica a partire di un deposito centrale in ciascuno Stato membro. 

Cenni storici

E' il Parlamento europeo ad aver preso l'iniziativa per l'adozione della quinta direttiva, avvalendosi dell'articolo 192 del Trattato che consente all'Aula di chiedere alla Commissione di presentare una proposta. Il 3 luglio 2001 i deputati avevano per l'appunto adottato una risoluzione che chiedeva all'Esecutivo di proporre una quinta direttiva al fine di migliorare la protezione giuridica delle vittime d'incidenti.

Con le prime tre direttive, la Comunità ha compiuto importanti passi verso l’istituzione di un mercato unico nel settore dell’assicurazione degli autoveicoli:

        è stata introdotta l'assicurazione obbligatoria degli autoveicoli e sono stati fissati importi minimi per tale copertura assicurativa;

        è stata assicurata la libera circolazione degli autoveicoli stabilendo la validità del certificato di assicurazione su tutto il territorio della Comunità;

        è stato stabilito che le vittime di incidenti provocati da veicoli non identificati o non assicurati vengano risarcite attraverso l’istituzione di organismi di indennizzo (fondi di garanzia) in tutti gli Stati membri;

        è stato stabilito che tutti i passeggeri dell’autoveicolo (inclusi i membri della famiglia del conducente) rientrano nella definizione di vittime coperte dall'assicurazione obbligatoria. 

Le prime tre direttive hanno sviluppato il sistema della «carta verde», che è stata introdotta per facilitare la liquidazione dei danni per incidenti provocati da un automobilista in uno Stato membro diverso da quello nel quale il veicolo circola normalmente. Questo sistema assicura il pagamento di un indennizzo alle vittime di incidenti provocati da veicoli esteri attraverso una rete privata di uffici carta verde istituita dagli assicuratori ed esistente in tutti gli Stati membri. 

Tuttavia, dato che l’obiettivo originale era di sopprimere i controlli alle frontiere sull’assicurazione, il sistema della “carta verde” copriva le vittime solo quando esse si trovavano nel loro Stato di residenza. Esso non assicurava la liquidazione del danno quando l’incidente avveniva fuori dello Stato di residenza della vittima. Tale lacuna è stata colmata dalla Quarta direttiva assicurazione autoveicoli, la quale prevede un meccanismo per la liquidazione dei sinistri derivanti da questo tipo di incidenti.

Per ulteriori informazioni:

Cezary Lewanowicz

(Bruxelles)     Tel.(32-2) 28 44659

e-mail :         envi-press@europarl.eu.int 

top

Relazioni esterne


UE-USA: lavorare insieme per risolvere i problemi planetari

Risoluzione comune sulle relazioni transatlantiche
Doc.: B6-0021/2005
Procedura: Risoluzione comune
Dibattito: 12.01.2005
Votazione: 13.01.2005

 

Il Parlamento europeo, adottando con 319 voti favorevoli, 94 contrari e 151 astensioni, una risoluzione comune presentata dai gruppi PPE/DE, PSE, ALDE/ADLE e UEN, auspica che il secondo mandato del Presidente Bush e la nuova Amministrazione «segnino l'avvio di un nuovo capitolo nelle relazioni transatlantiche» ed  esprime la disponibilità dell'Unione europea, e segnatamente del Parlamento europeo, «a cooperare e lavorare insieme per risolvere problemi planetari che richiedono un impegno a livello mondiale e un approccio comune». A questo proposito, inoltre, «valuta positivamente il fatto che nel febbraio 2005 il Presidente Bush sarà in visita presso le Istituzioni europee».

 

I deputati si compiacciono peraltro dei progressi realizzati durante l'ultimo vertice UE-Stati Uniti, svoltosi il 26 giugno 2004 in Irlanda, quanto al rafforzamento del partenariato transatlantico e ritengono che la disponibilità ad avviare azioni comuni in un'ampia gamma di settori «rappresenti un segnale positivo per il futuro del partenariato e sia espressione della consapevolezza che lavorare insieme è meglio che seguire strada diverse».

 

Cosciente del fatto che, su numerosi temi politici quali il Tribunale penale internazionale e il Protocollo di Kyoto, «esistono divergenze di analisi, diagnosi e approccio politico» tra l'Unione europea e gli Stati Uniti, il Parlamento sollecita un ulteriore dibattito su tali argomenti ed auspica che la nuova Amministrazione si impegni effettivamente per rafforzare il partenariato tra l'Unione europea e gli Stati Uniti. I deputati, inoltre, si dichiarano preoccupati per i rischi potenziali del crescente disavanzo del bilancio federale statunitense sull'economia mondiale e sull'equilibrio dei mercati valutari internazionali e pertanto chiedono agli USA «di assumersi la propria parte di responsabilità quanto alla stabilità economica in un mondo sempre più interdipendente».

 

La risoluzione propone di istituire una «comunità d'azione» transatlantica per la cooperazione e le sfide regionali e globali che si concentri in particolare sulla pace in Medio Oriente, sulla sicurezza mondiale e sul partenariato economico.

 

Va quindi sviluppata un'iniziativa di pace in Medio Oriente, «d'accordo con i governi e i popoli della regione, al fine di contribuire alla soluzione dei conflitti esistenti», che includa la promozione della democrazia in Palestina, Iran e Iraq.

 

Poi, nel perseguimento dell'obiettivo della sicurezza mondiale, bisogna tener conto, in precedenza, della lotta al terrorismo e delle sue cause, nonché della povertà, delle malattie trasmissibili e dell'ambiente. Più in particolare, l'esigenza di affrontare le cause del terrorismo dovrà essere trattata «mediante il coordinamento nel settore degli aiuti allo sviluppo e l'appoggio ai processi democratici emergenti», nel pieno rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale. In tale contesto entrambe le parti sono invitate ad impegnarsi attivamente per la riforma delle Nazioni Unite, e in particolare del Consiglio di sicurezza, compresa la composizione di quest'ultimo, «per renderlo più efficace e responsabile e  accrescerne la capacità di dare attuazione alle proprie decisioni». Mentre la necessità di trovare una risposta efficace alle nuove sfide globali che oltrepassano i confini nazionali - come la povertà, le malattie trasmissibili e il degrado dell'ambiente - andrà affrontata «promuovendo il dialogo sulla protezione del clima e sulle emissioni legate ai trasporti». A tale riguardo, la catastrofe dello tsunami è ritenuta «l'occasione per un'azione comune e concertata di assistenza e soccorso ai paesi colpiti, che si affianchi a quella delle Nazioni Unite e che dovrà essere seguita da un programma a lungo termine di risanamento e ricostruzione finalizzato allo sviluppo sostenibile della regione»

 

Infine, dovrà essere conferito un nuovo impulso al rafforzamento del partenariato economico, concentrandosi su idee specifiche che promuovano al massimo l'integrazione economica transatlantica. Si dovrà quindi lavorare per la conclusione di un accordo transatlantico globale nel settore dell'aviazione e imprimere un'accelerazione al dialogo per la regolamentazione del mercato finanziario, al fine di promuovere un mercato transatlantico dei capitali dinamico e aperto.

 

Per il Parlamento, le suddette iniziative dovrebbero portare, entro il dicembre 2005, al raggiungimento di un accordo tra i partner transatlantici per l'aggiornamento della Nuova agenda transatlantica 1995 e la sua sostituzione con un Accordo transatlantico di partenariato da attuare a partire dal 2007.

 

Per ulteriori informazioni:

Joëlle Fiss

(Bruxelles)     Tel.(32-2) 28 41075

e-mail :         foreign-press@europarl.eu.int 

top

 

Una prospettiva europea per l'Ucraina

Risoluzione comune sul risultato delle elezioni in Ucraina
Doc.: B6-0038/2005
Procedura: Risoluzione comune
Dibattito: 13.01.2005
Votazione: 13.01.2005

Con 467 voti favorevoli, 19 contrari e 7 astensioni, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione comune con la quale accoglie favorevolmente «le elezioni sostanzialmente eque» che si sono tenute il 26 dicembre 2004 e che hanno dato la vittoria a Viktor Yushchenko. L'Aula si congratula con il nuovo Presidente per la vittoria elettorale ottenuta nel ballottaggio e invita tutte le parti ad accettare i risultati delle elezioni, congratulandosi altresì con il popolo e le autorità dell'Ucraina «per lo spirito civico e democratico dimostrato per tutta la durata della crisi».

I deputati invitano i nuovi dirigenti politici ucraini a consolidare l'adesione dell'Ucraina ai valori e agli obiettivi europei comuni adottando ulteriori misure volte a promuovere la democrazia, la società civile e lo Stato di diritto. Essi si impegnano con il popolo ucraino a continuare a sostenerlo e ad assisterlo nei suoi sforzi volti ad istituire un sistema democratico libero e aperto, a creare una prospera economia di mercato e a fare in modo che il paese occupi il posto che gli spetta nella comunità delle nazioni democratiche.

 

I parlamentari si compiacciono dell'intenzione del Consiglio di organizzare a breve termine un Consiglio di cooperazione UE-Ucraina per adottare prontamente il Piano d'azione UE-Ucraina. Essi invitano il Consiglio e la Commissione a prendere in considerazione, nel contempo, una revisione del Piano d'azione in materia di politica europea di prossimità, dando così al nuovo governo ucraino l'opportunità di rinegoziare il Piano alla luce delle proprie profonde aspirazioni all'integrazione europea. L'Aula chiede al Consiglio e alla Commissione di includere proposte aggiuntive, fra cui l'organizzazione di una conferenza dei donatori per l'Ucraina, analoga a quella svoltasi per la Georgia. Un emendamento adottato in Plenaria invita il Consiglio e la Commissione «a prendere anche in considerazione agevolazioni all'Ucraina in materia di visti, un rapido riconoscimento dello status di economia di mercato e un sostegno all'adesione dell'Ucraina all'Organizzazione mondiale del commercio».

 

I deputati invitano il Consiglio e la Commissione ad impegnarsi nel sostegno ai mezzi di informazione indipendenti. Essi invitano infine il Consiglio, la Commissione e gli Stati membri «ad esaminare, oltre alle misure del Piano d'azione nel quadro della politica europea di prossimità, altre forme di associazione con l'Ucraina, offrendo a tale paese una chiara prospettiva europea e soddisfacendo le aspirazioni espresse da una vasta maggioranza del popolo ucraino, con la possibilità che l'Ucraina aderisca, a termine, all'UE».

 

Per ulteriori informazioni:

Marjory van den Broeke

(Bruxelles)     Tel.(32-2) 28 44304

e-mail :         foreign-press@europarl.eu.int

top

Ambiente


Un ruolo guida per l'UE nella lotta al cambiamento climatico

Risoluzione sui risultati alla Conferenza di Buenos Aires sul cambiamento climatico
Doc.: B6-0032/2005
Procedura: Risoluzione
Dibattito: 10.01.2005
Votazione: 13.01.2005

Con 542 voti favorevoli, 24 contrari e 20 astensioni, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione che approva l'accordo internazionale sulla decisione adottata dalla Decima sessione della Conferenza delle parti della Convenzione delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (UNFCCC), il programma di lavoro di Buenos Aires sulle misure di adattamento e di reazione e la decisione di avviare un dialogo sulle future misure da adottare relativamente al cambiamento climatico in base all'UNFCCC e al Protocollo di Kyoto nel maggio 2005.

L'Aula ritiene fermamente che l'Unione europea dovrebbe mantenere il suo ruolo guida nell'ambito degli sforzi internazionali per lottare contro il cambiamento climatico. L'Unione, pertanto, dovrebbe presentare una proposta concernente un futuro regime al Seminario degli esperti governativi che sia coerente con l'obiettivo UE di contenere l'aumento medio della temperatura globale a un massimo inferiore a 2° C sopra i livelli di preindustrializzazione, allorché le emissioni di gas a effetto serra raggiungeranno il massimo nel corso dei prossimi due decenni, e che rispetti i principi di equità, responsabilità e capacità di agire. I parlamentari ritengono che sia necessaria a medio termine una riduzione delle emissioni dell'ordine del 30% entro il 2020 e, a lungo termine, una riduzione del 60-80% entro il 2050.

 

I deputati invitano la Commissione e gli Stati membri a incentivare gli sforzi per avviare un dialogo con i Paesi responsabili in tutto il mondo allo scopo di trovare una soluzione sostenibile per evitare che si verifichino i pericolosi cambiamenti climatici. Essi condannano i tentativi di alcuni Paesi di ostacolare l'avvio dei negoziati sugli impegni in materia di politica climatica oltre il 2012.

 

A questo proposito, con 301 voti favorevoli, 279 contrari e 10 astensioni, l'Aula ha approvato un emendamento del PSE che «deplora le ripetute dicharazioni del ministro italiano per l'Ambiente, secondo il quale sarebbe inutile fissare obiettivi vincolanti per la riduzione delle emissioni dopo il 2012 senza la partecipazione di Stati Uniti, Cina ed India; ritiene che tali dichiarazioni potrebbero indebolire la posizione dell'Unione europea». A seguito dell'approvazione dell'emendamento, Cristiana MUSCARDINI (UEN, IT) ha affermato: «noi ritiriamo la firma da questa proposta, perché una volta di più si è usato il Parlamento strumentalmente contro il Governo italiano. Perciò ritiriamo la firma e, pur condividendo il testo, voteremo contro».

 

I parlamentari invitano i Paesi che non hanno ratificato il Protocollo di Kyoto a farlo quanto prima e, in particolare, invitano il Governo USA a riesaminare la sua decisione di non partecipare. Essi ribadiscono la loro richiesta che le emissioni derivanti dai voli aerei e dalla navigazione internazionale dovrebbero essere incorporate negli obiettivi di riduzione delle emissioni per il secondo periodo di impegno a partire dal 2012. L'Aula ha infine adottato un emendamento che invita la Commissione a presentare con urgenza proposte volte a introdurre valori limite vincolanti per le emissioni di CO2 dei nuovi veicoli.

 

Per ulteriori informazioni:

Leena Maria Linnus

(Bruxelles)     Tel.(32-2) 28 42825

e-mail :         envi-press@europarl.eu.int

top

Petizioni


Confermato il Mediatore europeo attuale

Elezione del Mediatore europeo
Votazione: 11.01.2005

Con 564 voti su 643 suffragi espressi, il Parlamento ha confermato il mandato di Mediatore europeo a Nikiforos DIAMANDOUROS. 

Per maggiori informazioni riguardo al nuovo Mediatore e all'altro candidato (l'italiano Giuseppe Fortunato) è possibile consultare il seguente sito Internet: 
http://www.europarl.eu.int/comparl/peti/election2004/candidates/default_en.htm

Il Mediatore è abilitato a ricevere le denunce di qualsiasi cittadino dell'Unione (o di qualsiasi persona fisica o giuridica che risieda o abbia la sede sociale in uno Stato membro) riguardanti casi di cattiva amministrazione nell'azione delle Istituzioni o degli organi comunitari, salvo la Corte di giustizia e il Tribunale di primo grado nell'esercizio delle loro funzioni giurisdizionali (articolo 195 del Trattato).

Di propria iniziativa o in base alle denunce che gli sono state presentate direttamente o tramite un membro del Parlamento europeo, procede alle indagini che ritiene giustificate, tranne quando i fatti in questione formino o abbiano formato oggetto di una procedura giudiziaria. Qualora il Mediatore constati un caso di cattiva amministrazione, egli ne investe l'istituzione interessata, che dispone di tre mesi per comunicargli il suo parere. Il Mediatore trasmette poi una relazione al Parlamento europeo e all'istituzione interessata. La persona che ha sporto denuncia viene informata del risultato dell'indagine. Ogni anno, poi, il Mediatore presenta una relazione al Parlamento europeo sui risultati delle sue indagini.

Il Mediatore deve svolgere le sue funzioni in piena indipendenza. Nell'adempimento dei suoi doveri, egli non può quindi sollecitare né accettare istruzioni da alcun organismo. Per tutta la durata del suo mandato, il Mediatore non può esercitare alcuna altra attività professionale, remunerata o meno. Il Mediatore può essere dichiarato dimissionario dalla Corte di giustizia, su richiesta del Parlamento europeo, qualora non risponda più alle condizioni necessarie all'esercizio delle sue funzioni o abbia commesso una colpa grave.

top

Dichiarazioni


Omaggio alle vittime dello tsunami - occorre mobilitare nuove risorse di bilancio

In apertura della seduta, il Presidente BORRELL ha voluto che il Parlamento europeo rendesse omaggio alle vittime della «tremenda tragedia» avvenuta nel Sudest asiatico e alle loro famiglie, invitando l'Aula ad osservare un minuto di silenzio.

Successivamente, il Presidente ha affermato che «come Parlamento europeo, collettivamente, possiamo fare molto» ed ha ricordato che il Presidente della Commissione, prima della riunione di Giacarta, lo aveva preventivamente informato delle proposte che avrebbe avanzato l'Esecutivo sulla mobilizzazione di tutte le risorse di bilancio possibili per far fronte alla catastrofe, chiedendone l'approvazione all'Aula. Josep BORRELL ha quindi affermato che il Parlamento europeo farà tutto il possibile affinché i finanziamenti europei non subiscano ritardi burocratici ed ha ricordato che la commissione parlamentare per i bilanci si riunirà martedì per analizzare la proposta di stanziare 100 milioni di euro attualmente in riserva. Il Presidente ha poi aggiunto che, più in generale, deve essere chiaro che tale «nuovo problema» va affrontato con nuove risorse, senza nulla togliere a quanto è già stato previsto dal Bilancio per altre priorità.

Infine, il Presidente ha informato l'Aula che la Commissione ha acconsentito a che due membri del Parlamento europeo facciano parte della delegazione europea che si recherà alla Conferenza dei donatori.

Interventi di un minuto (art. 144 del Regolamento)

Antonio TAJANI (PPE/DE, IT) ha rivolto un appello ai colleghi affinché devolvano la propria diaria odierna per aiutare la popolazione colpita dal maremoto nel Sudest asiatico. «Per noi 250 euro non rappresentano certamente un'enormità ma per quelle popolazioni, abituate a vivere con un euro al mese, 250 euro moltiplicati per il numero di deputati possono rappresentare la sopravvivenza per qualche mese» ha detto. 

Pur ricordando che la Conferenza dei presidenti dei gruppi politici - investita a inizio anno di questa proposta - aveva risposto che non era possibile obbligare alla donazione, egli ha voluto sottolineare che si potrebbe «salvare qualche vita umana con questo gesto». Si tratta di un atto individuale che, oltre a quello politico che sarà trattato dalla commissione per i bilanci, servirà «per far capire che ognuno di noi, che rappresenta centinaia di migliaia di persone, milioni di cittadini europei, è disposto a fare un piccolissimo sacrificio per dare una mano a chi ha bisogno di aiuto».

Modifiche all'ordine del giorno

Salvatore TATARELLA (UEN, IT) ha chiesto il rinvio dell'elezione del Mediatore europeo, prevista per l'indomani. Egli ha ricordato come la commissione per le petizioni abbia svolto il suo lavoro di selezione dei candidati a Mediatore «in maniera encomiabile», scegliendone finalmente due per il voto in Plenaria. Il deputato ha affermato che, la settimana precedente, «una fitta corrispondenza» avrebbe denunciato una serie di fatti molto gravi, venuti alla luce dopo l'audizione dei candidati e relativi ad uno di essi.

Secondo l'oratore, sarebbero stati espressi dei rilievi sull'eleggibilità di tale candidato, in particolare sul mancato rispetto dell'articolo 195, 3° comma del Trattato, il quale stabilisce che, «per tutta la durata del suo mandato, il Mediatore non può esercitare alcuna altra attività professionale, remunerata o meno», nonché sulla validità di uno dei titoli conseguiti dal suddetto candidato. Il deputato ha chiesto infine di rinviare l'esame delle candidature alla commissione delle petizioni per ulteriori accertamenti.

La Plenaria ha votato contro la richiesta di rinvio dell'elezione.

top

Diritti dell’uomo


Diritti dell'uomo in Tibet

Risoluzione comune sul Tibet
Doc.: B6-0037/2005
Procedura: Risoluzione comune
Dibattito: 13.01.2005
Votazione: 13.01.2005

La risoluzione comune è stata approvata con 99 voti favorevoli, 2 contrari e 7 astensioni.

Tortura in Iran

Risoluzione comune sull'Iran
Doc.: B6-0036/2005
Procedura: Risoluzione comune
Dibattito: 13.01.2005
Votazione: 13.01.2005

La risoluzione comune è stata approvata con 104 voti favorevoli, 2 contrari e 5 astensioni.

Tratta di donne e bambini in Cambogia

Risoluzione comune sulla tratta di donne e di minori in Cambogia
Doc.: B6-0035/2005
Procedura: Risoluzione comune
Dibattito: 13.01.2005
Votazione: 13.01.2005

La risoluzione comune è stata approvata con 107 voti favorevoli, nessun contrario e 1 astensione.

top

Politica regionale


Proroga del programma PEACE

James NICHOLSON (PPE, UK)
Raccomandazione sulla proposta di regolamento del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 1260/1999 recante disposizioni generali sui Fondi strutturali per quanto riguarda la proroga del programma PEACE e la concessione di nuovi stanziamenti d'impegno
Doc.: A6-0001/2005
Procedura: Parere conforme
Dibattito: Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento del Parlamento
Votazione: 11.01.2005

La raccomandazione  è stata approvata con 598 voti favorevoli, 15 contrari e 18 astensioni.


 

top

Risoluzione del Parlamento europeo sul trattato che istituisce una Costituzione per l'Europa

(Versione provvisoria)


Il Parlamento europeo,

        visto il trattato che istituisce una Costituzione per l'Europa (in prosieguo "la Costituzione"),

        visti il trattato sull'Unione europea e il trattato che istituisce la Comunità europea modificato dall'Atto unico europeo e dai trattati di Maastricht, Amsterdam e Nizza,

        vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea[1],

        vista la dichiarazione di Laeken del Consiglio europeo[2],

        viste le sue risoluzioni[3] che aprono la strada ad una Costituzione per l'Europa,

        viste le sue risoluzioni[4] in preparazione delle passate conferenze intergovernative e le sue risoluzioni[5] che ne valutano i risultati,

 


[1] GU C 364 del 18.12.2000, pag. 1.

[2] Consiglio europeo di Laeken, Dichiarazione di Laeken sul futuro dell'Unione, SN 273/01, 15.12.2001.

[3] Risoluzione del 14.2.1984 relativa al progetto di trattato che istituisce l'Unione europea (GU C 77 del 19.3.1984, pag. 53, relatore: Altiero Spinelli, 1-1200/1983).

Risoluzione dell'11.7.1990 sugli orientamenti del Parlamento europeo relativi a un progetto di Costituzione per l'Unione europea (GU C 231 del 17.9.1990, pag. 91, relatore: Emilio Colombo, A3-0165/1990).

Risoluzione del 12.12.1990 sulle basi costituzionali dell'Unione europea (GU C 19 del 28.1.1991, pag. 65, relatore: Emilio Colombo, A3-0301/1990).

Risoluzione del 10.2.1994 sulla Costituzione dell'Unione europea (GU C 61 del 28.2.1994, pag. 155, relatore: Fernand Herman, A3-0064/1994).

Risoluzione del 25.10.2000 sulla costituzionalizzazione dei trattati (GU C 197 del 12.7.2001, pag. 186, relatore: Olivier Duhamel, A5-0289/2000).

[4] Risoluzione del 14.3.1990 sulla Conferenza intergovernativa nel contesto della strategia del Parlamento in vista dell'Unione europea (GU C 96 del 17.4.1990, pag. 114, relatore: David Martin, A3-0047/1990).

Risoluzione dell'11.7.1990 sulla Conferenza intergovernativa nel contesto della strategia del Parlamento in vista dell'Unione europea (GU C 231 del 17.9.1990, pag. 97, relatore: David Martin, A3-0166/1990).

Risoluzione del 22.11.1990 sulle Conferenze intergovernative nel contesto della strategia del Parlamento in vista della Unione europea  (GU C 324 del 24.12.1990, pag. 219, relatore: David Martin, A3-0270/1990).

Risoluzione del 22.11.1990 recante il parere del Parlamento sulla convocazione delle Conferenze intergovernative sull'Unione economica e monetaria e sull'Unione politica (GU C 324 del 24.12.1990, pag. 238, relatore: David Martin, A3-0281/1990).

Risoluzione del 17.5.1995 sul funzionamento del trattato sull'Unione europea nella prospettiva della Conferenza intergovernativa del 1996 – Attuazione e sviluppo dell'Unione (GU C 151 del 19.6.1995, pag. 56, relatori: Jean-Louis Bourlanges e David Martin, A4-0102/1995).

Risoluzione del 13.3.1996 sul parere del Parlamento europeo sulla convocazione della Conferenza intergovernativa,  la valutazione dei lavori del Gruppo di riflessione e la  precisazione delle priorità politiche del Parlamento europeo in vista della Conferenza intergovernativa (GU C 96 dell'1.4.1996, pag. 77, relatori: Raymonde Dury e Hanja Maij-Weggen, A4-0068/1996).

 


        visti il progetto di trattato che istituisce una Costituzione per l'Europa adottato all'unanimità dalla Convenzione europea il 13 giugno e il 10 luglio 2003 nonché le sue risoluzioni[6] che preparano e quindi valutano il lavoro della Convenzione,

        visti i pareri sulla Costituzione espressi dal Comitato delle regioni il 17 novembre 2004[7]  e dal Comitato economico e sociale europeo il 28 ottobre 2004[8] su richiesta del Parlamento europeo[9],

        visti i pareri espressi dai rappresentanti delle associazioni regionali, delle parti sociali e delle piattaforme della società civile nell'audizione pubblica del 25 novembre 2004,

        visto l'articolo 45 del suo regolamento,

        visti la relazione della commissione per gli affari costituzionali e i pareri della commissione per gli affari esteri, della commissione per lo sviluppo, della commissione per il commercio internazionale, della commissione per i bilanci, della commissione per il controllo dei bilanci, della commissione per l'occupazione e gli affari sociali, della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia, della commissione per lo sviluppo regionale, della commissione per l'agricoltura, della commissione per la pesca, della commissione giuridica, della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, nonché della commissione per le petizioni (A6-0070/2004),

A.  considerando che l'Unione europea, nel corso della sua storia, ha svolto un ruolo essenziale nella creazione di uno spazio di pace e prosperità, democrazia e libertà, giustizia e sicurezza in continua espansione,


Risoluzione del 18.11.1999 sulla preparazione della riforma dei trattati e la prossima Conferenza intergovernativa (GU C 189 del 7.7.2000, pag. 222, relatori: Giorgos Dimitrakopoulos e Jo Leinen, A5-0058/1999).
Risoluzione del 3.2.2000 sulla convocazione della Conferenza intergovernativa (GU C 309 del 27.10.2000, pag. 85, relatori: Giorgos Dimitrakopoulos e Jo Leinen, A5-0018/2000).
Risoluzione del 16.3.2000 sull'elaborazione di una Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea (GU C 377 del 29.12.2000, pag. 329, relatori: Andrew Duff e Johannes Voggenhuber, A5-0064/2000).

Risoluzione del 13.4.2000 sulle proposte del Parlamento europeo per la Conferenza intergovernativa (GU C 40 del 7.2.2001, pag. 409, relatori: Giorgos Dimitrakopoulos e Jo Leinen, A5-0086/2000).

[5] Risoluzione del 16.1.1986 sulla posizione del Parlamento europeo sull'Atto unico approvato il 16 e 17 dicembre 1985 dalla Conferenza intergovernativa (GU C 36 del 17.2.1986, pag. 144, relatore: Altiero Spinelli, A2-199/1985).

Risoluzione dell'11.12.1986 sull'Atto unico europeo (GU C 7 del 12.1.1987, pag. 105, relatore: Luis Planas Puchades, A2-0169/1986).

Risoluzione del 7.4.1992 sui risultati delle Conferenze intergovernative (GU C 125 del 18.5.1992, pag. 81, relatori: David Martin e Fernand Herman, A3-0123/1992).

Risoluzione del 19.11.1997 sul trattato di Amsterdam (GU C 371 dell'8.12.1997, pag. 99, relatori: Iñigo Méndez de Vigo e Dimitris Tsatsos, A4-0347/1997).

Risoluzione del 31.5.2001 sul trattato di Nizza e il futuro dell'Unione europea (GU C 47 E del 21.2.2002, pag. 108, relatori: Iñigo Méndez de Vigo e António José Seguro, A5-0168/2001).

[6] Risoluzione del 29.11.2001 sul processo costituzionale e il futuro dell'Unione (GU C 153 E del 27.6.2002, pag. 310, relatori: Jo Leinen e Iñigo Méndez de Vigo, A5-0368/2001).

Risoluzione del 24.9.2003 sul progetto di trattato che istituisce una Costituzione per l'Europa recante parere del Parlamento europeo sulla convocazione della Conferenza intergovernativa (GU C 77 E del 26.3.2004, pag. 255, relatori: José Maria Gil-Robles Gil-Delgado e Dimitris Tsatsos, A5-0299/2003).

[7] CdR 354/2003 def., non ancora pubblicato in Gazzetta ufficiale.

[8] CESE 1416/2004, non ancora pubblicato in Gazzetta ufficiale.

[9] Punti 8.2 e 8.3, P6_PV(2004)09-14.

 


B.  considerando che la Costituzione consolida tali conquiste e apporta innovazioni che risultano essenziali per mantenere e sviluppare la capacità dell'Unione di venticinque e potenzialmente più Stati membri di agire con efficacia all'interno e all'esterno,

C.  considerando che gli sforzi per giungere ad una Costituzione, intrapresi dal Parlamento europeo fin dalle  sue prime elezioni a suffragio universale diretto, sono stati coronati dal successo della Convenzione, che ha elaborato il progetto attraverso un metodo democratico, rappresentativo e trasparente che ha pienamente dimostrato la sua efficacia ed ha tenuto conto dei contributi dei cittadini europei, portando a un consenso che la Conferenza intergovernativa ha mantenuto essenzialmente inalterato,

D.  considerando che la Costituzione, quale compromesso che doveva essere accettabile per tutti gli Stati membri, ha inevitabilmente escluso alcune proposte, segnatamente del Parlamento europeo e della Convenzione che, a parere dei loro autori, avrebbero introdotto ulteriori miglioramenti per l'Unione, molti dei quali restano possibili in futuro,

E.  considerando che l'accordo alla Costituzione da parte di ogni singolo governo nazionale dell'Unione europea dimostra che i governi eletti degli Stati membri ritengono tutti che questo compromesso sia la base su cui desiderano lavorare insieme in futuro e che esso richiede a ciascuno di loro il massimo impegno politico possibile per giungere alla sua ratifica anteriormente al 1° novembre 2006,

F.  considerando che la Costituzione è stata oggetto di alcune critiche espresse nell'ambito di dibattiti pubblici che non riflettono il contenuto reale e le conseguenze giuridiche delle sue disposizioni nella misura in cui la Costituzione non porterà alla creazione di un "superstato" centralizzato, non indebolirà la dimensione sociale dell'Unione ma piuttosto la rafforzerà e non ignora le radici storiche e spirituali dell'Europa in quanto fa riferimento alla sua eredità culturale, religiosa e umanistica,

1.       giunge alla conclusione che, globalmente, la Costituzione rappresenta un buon compromesso, migliora notevolmente i trattati esistenti e, una volta in vigore,  apporterà benefici visibili ai cittadini (nonché al Parlamento europeo e ai parlamenti nazionali in quanto loro rappresentanza democratica), agli Stati membri (comprese le loro regioni e autorità locali) e all'efficace funzionamento delle istituzioni dell'Unione europea e quindi all'Unione nel suo insieme;

Maggiore chiarezza quanto alla natura e agli obiettivi dell'Unione

2.       si compiace del fatto che la Costituzione chiarisca meglio ai cittadini la natura e gli obiettivi dell'Unione nonché i rapporti tra Unione e Stati membri, in particolare poiché:

a)       la complessa serie di trattati europei è sostituita da un unico documento più leggibile, che illustra gli obiettivi dell'Unione, le sue competenze e i loro limiti, i suoi strumenti politici e le sue istituzioni;

b)     viene riaffermata la doppia legittimità dell'Unione e viene precisato che si tratta di un'Unione di Stati e di cittadini;

c)     viene esplicitata ed estesa la serie di valori comune a tutti gli Stati membri su cui si basa l'Unione e che crea uno stretto legame tra i suoi cittadini;

d)     vengono specificati e definiti meglio gli obiettivi dell'Unione nonché i principi che ne disciplinano l'azione e i rapporti con gli Stati membri;

e)       la coesione economica, sociale e territoriale è riaffermata come obiettivo dell'Unione;

f)     sono previste nuove disposizioni di applicazione generale concernenti un elevato livello di occupazione, la promozione della parità tra uomini e donne, l'eliminazione di tutti i tipi di discriminazione, la lotta contro l'esclusione sociale e la promozione della giustizia sociale, della protezione sociale, di un elevato livello di istruzione, formazione e sanità, la tutela del consumatore, la promozione dello sviluppo sostenibile e il rispetto dei servizi di interesse generale;

g)       la confusione tra "Comunità europea" e "Unione europea" finirà in quanto l'Unione europea diventa un'unica struttura ed entità giuridica;

h)     vengono semplificati gli atti legislativi europei e viene chiarita la loro terminologia attraverso un linguaggio più comprensibile: "leggi europee" e "leggi quadro europee" sostituiscono le  molteplici tipologie attuali di atti (regolamenti, direttive, decisioni, decisioni quadro, ecc.);

i)     garantisce che l'Unione europea non diventerà mai un "superstato" centralizzato onnipotente, grazie a:

       il forte accento posto sulla decentralizzazione intrinseca alla "unità nella diversità",

       l'obbligo di rispettare "l'identità nazionale degli Stati membri, insita nella loro struttura fondamentale, politica e costituzionale, compreso il sistema delle autonomie locali e regionali",

       i principi delle competenze conferite (in base a cui l'Unione dispone solo delle competenze che le sono conferite dagli Stati membri), della sussidiarietà e della proporzionalità,

       la partecipazione degli Stati membri stessi  al sistema decisionale dell'Unione e alle decisioni in merito ad eventuali modifiche,

j)     l'inserimento dei simboli dell'Unione nella Costituzione migliorerà la consapevolezza quanto alle istituzioni dell'Unione e al loro operato;

k)     una clausola di solidarietà tra Stati membri fa sì che i cittadini possano aspettarsi di ricevere aiuti da tutte le parti dell'Unione in caso di un attacco terroristico, di una calamità naturale o di un disastro causato dall'uomo;

Maggiore efficacia e un ruolo rafforzato nel mondo

3.       si compiace del fatto che, con l'entrata in vigore della Costituzione, le istituzioni dell'Unione saranno in grado di svolgere i loro compiti in modo più efficace, in particolare perché:

a)       vi è un aumento significativo delle materie sulle quali i governi riuniti in sede di Consiglio decideranno a maggioranza qualificata invece che all'unanimità, elemento indispensabile perché l'Unione di venticinque Stati membri sia in grado di funzionare senza essere bloccata da veti;

b)      la presidenza del Consiglio europeo sarà in carica per due anni e mezzo invece che per sei mesi a rotazione;

c)       vi sarà, dal 2014, una riduzione del numero dei membri della Commissione in base ad una  rotazione paritaria tra Stati membri;

d)      vi sarà un notevole rafforzamento della visibilità dell'Unione e del suo ruolo di attore globale:

       l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione europea e il Commissario per le relazioni esterne – due cariche che comportano duplicazione e confusione – verranno fusi in un unico "Ministro degli esteri dell'Unione europea", che sarà un vicepresidente della Commissione, presiederà il Consiglio Affari esteri e potrà parlare a nome dell'Unione sui temi in merito ai quali quest'ultima ha una posizione comune,

       vi sarà un unico servizio di azione esterna, che dovrà essere legato il più strettamente possibile alla Commissione e dovrà contribuire al rafforzamento dell’Europa comunitaria,

       il conferimento all'Unione della personalità giuridica precedentemente attribuita alla Comunità europea migliorerà la sua capacità di agire a livello di relazioni internazionali e di essere parte di accordi internazionali,

       la capacità dell'Unione di sviluppare strutture comuni nel settore della politica di sicurezza e di difesa verrà rafforzata, pur garantendo la flessibilità necessaria per tenere conto dei diversi approcci degli Stati membri per quanto riguarda tali questioni;

e)       si ridurrà il numero degli strumenti legislativi dell'Unione e delle procedure per la loro adozione; verrà chiarita la differenza fra strumenti legislativi e strumenti esecutivi;

f)     l'azione nel settore della giustizia e degli affari interni sarà soggetta a procedure più efficaci, promettendo progressi tangibili per quanto attiene a questioni in materia di giustizia, sicurezza e immigrazione;

g)       per un certo numero di altre questioni sarà più facile applicare l'efficace metodo comunitario appena vi sarà la volontà politica di farlo;

h)     esiste più spazio per accordi flessibili quando non tutti gli Stati membri sono disposti o in grado di portare avanti alcune politiche allo stesso tempo;

Maggiore responsabilità democratica

4.       si compiace del fatto che i cittadini potranno controllare meglio l'operato dell'Unione europea grazie ad una maggiore responsabilità democratica, in particolare grazie ai seguenti miglioramenti:

a)     l'adozione di tutta la legislazione dell'Unione europea sarà soggetta ad una verifica preliminare da parte dei parlamenti nazionali e, con poche eccezioni, alla duplice approvazione dei governi nazionali (nell'ambito del Consiglio) e del Parlamento europeo direttamente eletto – un livello di controllo parlamentare che non esiste in alcuna altra struttura sovranazionale o internazionale;

b)      i parlamenti nazionali riceveranno tutte le proposte dell'Unione europea in tempo utile per discuterle con i loro ministri prima che il Consiglio adotti una posizione e avranno anche il diritto di presentare obiezioni alla legislazione proposta se ritengono che esuli dalle competenze dell'Unione europea;

c)       il Parlamento europeo deciderà di regola su base di parità con il Consiglio in merito alla legislazione dell'Unione;

d)      il Presidente della Commissione verrà eletto dal Parlamento europeo per cui si creerà  un collegamento con i risultati delle elezioni europee;

e)       il Ministro degli esteri dell'Unione europea, nominato dal Consiglio europeo in accordo con il Presidente della Commissione, sarà responsabile sia dinanzi al Parlamento europeo che al Consiglio europeo;

f)     una nuova procedura di bilancio richiederà l'approvazione sia da parte del Consiglio che del Parlamento europeo  di tutta la spesa dell'Unione europea senza  eccezioni, sottoponendo così tutta la spesa ad un pieno controllo democratico;

g)     l'esercizio delle competenze legislative delegate da parte della Commissione rientrerà nell'ambito di un nuovo sistema di supervisione di Parlamento europeo e Consiglio, sistema che consentirà a ciascuno di essi di revocare le decisioni della Commissione cui muovono obiezioni;

h)       le agenzie, in particolare Europol, saranno soggette ad un maggior controllo parlamentare;

i)        il Consiglio si riunirà  in seduta pubblica in caso di discussione e adozione della legislazione dell'Unione;

j)       il ruolo del Comitato delle regioni è rafforzato;

k)      per quanto concerne le future revisioni della Costituzione, anche il Parlamento europeo avrà la facoltà di presentare proposte; il controllo di qualsiasi revisione proposta dev'essere effettuato da una Convenzione a meno che il Parlamento non sia d'accordo sul fatto che  non è necessario;

Maggiori diritti per i cittadini

5.       si compiace del fatto che i diritti dei cittadini verranno rafforzati grazie ai seguenti miglioramenti:

a)     l'inserimento della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea nella Parte II della Costituzione, il che significa che tutte le disposizioni del diritto dell'Unione europea e tutte le azioni avviate dalle istituzioni dell'Unione europea o basate sul diritto dell'Unione europea dovranno essere conformi a tali principi;

b)     l'Unione europea dovrà aderire alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, sottoponendosi pertanto alla medesima revisione esterna cui sono soggetti i suoi Stati membri;

c)     nuove disposizioni agevoleranno la partecipazione dei cittadini, delle parti sociali, delle associazioni rappresentative e della società civile alle deliberazioni dell'Unione;

d)     l'introduzione di una iniziativa dei cittadini europei che consentirà ai cittadini di presentare proposte su argomenti in relazione ai quali ritengano che un atto giuridico dell'Unione sia necessario per attuare la Costituzione;

e)       i singoli individui avranno maggiore accesso alla giustizia nel quadro della legislazione dell'Unione europea;

Conclusioni

6.       approva il trattato costituzionale e ne sostiene vivamente la ratifica;

7.       ritiene che questa Costituzione assicurerà un quadro stabile e duraturo per il futuro sviluppo dell'Unione europea che permetterà un ulteriore allargamento fornendo al contempo, ove necessario, meccanismi di revisione;

8.       dichiara la sua volontà di avvalersi del nuovo diritto di iniziativa che la Costituzione gli conferirà per presentare proposte volte a migliorarla;

9.       auspica che tutti gli Stati membri dell'Unione europea siano in grado di completare la ratifica entro il primo semestre del 2006;

10.     ribadisce la sua richiesta di fare tutto il possibile per informare chiaramente e obiettivamente i cittadini europei in merito al contenuto della Costituzione;  invita pertanto le istituzioni europee e gli Stati membri, al momento della diffusione presso i cittadini del testo costituzionale (in versione integrale o concisa), a operare una netta distinzione tra gli elementi già in vigore negli attuali trattati e le nuove disposizioni introdotte dalla Costituzione, nell'intento di informare il pubblico e di chiarire il dibattito; li invita altresì a riconoscere il ruolo delle organizzazioni della società civile nei dibattiti sulla ratifica e a mettere a disposizione un sostegno sufficiente per consentire a dette organizzazioni di impegnare i loro aderenti in questi dibattiti a livello di tutta l'Unione europea, onde promuovere l'impegno attivo dei cittadini nelle discussioni sulla ratifica;

o

o        o

11.     incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione e la relazione della commissione per gli affari costituzionali ai parlamenti nazionali degli Stati membri, al Consiglio, alla Commissione e agli ex membri della Convenzione europea e di garantire che i servizi del Parlamento, compresi i suoi uffici esterni, forniscano ampie informazioni in merito alla Costituzione e alla posizione del Parlamento al riguardo.

 

top

Ordine del giorno 26-27 gennaio 2005
Bruxelles

Mercoledì 26 gennaio 2005

(15:00 - 21:00)

 

Dichiarazione della Commissione - Orientamenti strategici/Programma legislativo e di lavoro per il 2005

 

Dichiarazione dell'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune - Situazione in Medio Oriente

 

Interrogazioni orali Schulz e Ford - Antisemitismo e razzismo

 Giovedì 27 gennaio 2005

 (9:00 - 10:00)

***II

Raccomandazione per la seconda lettura Rübig - Programma comunitario pluriennale inteso a rendere i contenuti digitali europei più accessibili

 (10:00 - 11:00 ) Votazione

***

Raccomandazione Brok - Accordi di stabilizzazione e di associazione UE/Ex Repubblica jugoslava di Macedonia e UE/Croazia

***

Raccomandazione Brok - Accordi euromediterranei UE/Egitto e Giordania

***

Raccomandazione Barón Crespo - Comandi manuali, spie e indicatori dei veicoli (omologazione)

***

Raccomandazione Barón Crespo - Sistema di riscaldamento dei veicoli (omologazione)

***

Raccomandazione Barón Crespo - Protocollo aggiuntivo all'accordo di associazione UE/Cile

 

Testi di cui sarà stata chiusa la discussione

 L'ordine del giorno può subire modifiche.

 

top