Dichiarazioni del Consiglio e della Commissione - Vertice di
primavera: verifica della strategia di Lisbona
&
Risoluzione sulla preparazione del Vertice
di primavera 2004
Doc.: B5-0102/2004
Procedura: Risoluzione
Dibattito: 25.02.2004 (discussione congiunta con le relazioni di
Chista Randzio-Plath (PSE,
D) e di Roberto Felice Bigliardo
(UEN, I)
Votazione: 26.02.2004
Voto
A seguito
del dibattito tenutosi la vigilia, il Parlamento europeo ha adottato
una risoluzione sulla preparazione del Vertice di primavera del 2004
che sottolinea come la strategia di Lisbona e di Göteborg
rappresenti «il migliore strumento globale di cui l'Europa dispone»
per affrontare le sfide economiche, demografiche, occupazionali e
ambientali, «al fine di diventare l'economia più competitiva e
dinamica basata sulla conoscenza esistente al mondo, capace di
realizzare una crescita economica sostenibile, con posti di lavoro
migliori e più numerosi ed una maggiore coesione sociale».
Più in
particolare, per quanto riguarda gli aspetti
economici e monetari, il Parlamento chiede un coordinamento
solido ed efficace delle politiche macroeconomiche degli Stati
membri, la coerenza dei vari strumenti economici della strategia di
Lisbona nell'ambito del Patto di stabilità, nonché l'accelerazione
di tutte le necessarie riforme per creare un contesto normativo atto
a favorire l'investimento, la ricerca e lo sviluppo,
l'imprenditorialità e la creazione di posti di lavoro. Adottando -
con 9 voti di scarto - un emendamento dei Verdi, peraltro, il
Parlamento si dichiara persuaso che «un'intelligente riforma del
Patto di stabilità e di crescita sia necessaria per ripristinare più
rapidamente l'equilibrio dell'economia europea». L'Aula, inoltre,
sollecita gli Stati membri ad inserire nelle loro politiche fiscali
una strategia generale basata su un aumento degli investimenti nelle
risorse umane, nell'innovazione e nella ricerca e sviluppo, che
ponga in particolare l'accento sull'istruzione, le qualifiche,
l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, le energie
rinnovabili e le tecnologie rispettose dell'ambiente. A quest'ultimo
proposito, è stato adottato - con due soli voti di scarto - un
emendamento dei Verdi che sottolinea la necessità di «massicci
investimenti» nelle energie rinnovabili, nel risparmio energetico e
nelle misure di efficacia energetica.
Per
quanto riguarda gli aspetti
industriali, i deputati ritengono che il Consiglio europeo debba
porre l'accento sia sull'occupazione che sulla competitività a
livello mondiale, sottolineando che «la competitività non si
realizza soltanto con una riduzione dei costi da parte delle
imprese, ma anche garantendo alle industrie europee condizioni
quadro in cui operare, inclusi un migliore diritto e un migliore
governo societario». In tale contesto, il Parlamento invita gli
Stati membri a tenere conto maggiormente delle PMI allorché
introducono le riforme necessarie in ambito giuridico, finanziario e
fiscale. Inoltre, i deputati chiedono agli Stati membri e al settore
privato di effettuare in futuro maggiori investimenti per la ricerca
e lo sviluppo, in modo da raggiungere il 3% del PIL entro il 2010.
Sostenendo un'impostazione europea consolidata, basata sul
miglioramento della competitività, nei confronti di settori ad alta
tecnologia (come ad esempio, spazio, nanotecnologia, comunicazioni
mobili, fonti energetiche rinnovabili), l'Aula peraltro chiede che
l'attuazione della strategia europea per la biotecnologia venga
accelerata e, in tale contesto, si rammarica del ritardo nel
recepimento da parte degli Stati membri della direttiva 98/44/CE
sulla protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche.
In merito
agli aspetti occupazionali,
il Parlamento ribadisce l'importanza della strategia di Lisbona e,
pertanto, ritiene necessario accelerare l'attuazione dell'agenda di
Lisbona e coordinare più efficacemente le politiche economiche,
occupazionali, sociali e strutturali dell'Unione e degli Stati
membri, sottolineando altresì «la necessità di riforme
strutturali con una tabella di marcia chiara e scadenze rigorose».
L'Aula chiede, poi, che il «policy mix» di Lisbona sia rafforzato
mediante «misure concrete volte a potenziare la crescita e la
creazione di posti di lavoro». I deputati, inoltre, ribadiscono la
necessità di una migliore partecipazione e integrazione nel mercato
del lavoro – in particolare dei gruppi vulnerabili, degli anziani
e delle donne – mediante misure a favore dell'invecchiamento
attivo e dell'equilibrio tra la vita lavorativa e quella familiare.
La risoluzione sottolinea anche che le riforme devono garantire «un
miglior equilibrio tra flessibilità e sicurezza». A tale
proposito, conviene sulla necessità di «sopprimere gli ostacoli
giuridici ed amministrativi alla mobilità», ma sottolinea la
necessità che la Commissione consulti le parti sociali per definire
requisiti minimi europei in materia di diritto del lavoro e
sicurezza sociale per i lavoratori «in mobilità permanente», al
fine di evitare fenomeni di concorrenza sleale per quanto concerne i
salari e le condizioni di lavoro. Inoltre, l'Aula ritiene necessario
un aumento degli investimenti pubblici e privati in capitale umano,
come l'istruzione superiore, le competenze professionali e la
formazione professionale.
Per
quanto attiene agli aspetti
ambientali, il Parlamento si oppone alla riduzione del numero di
indicatori impiegati per esaminare i progressi e l'attuazione delle
strategie di Lisbona e di Göteborg ed esorta vivamente il Consiglio
a tenere conto degli indicatori della biodiversità onde poter
valutare il rispetto degli impegni assunti dall'Unione nel Sesto
programma d'azione in materia di ambiente (6° PAA). L'impiego di
indicatori, inoltre, deve essere collegato con chiari obiettivi e
scadenzari a lungo termine per l'attuazione di obiettivi prioritari.
La risoluzione, poi, ricorda la decisione che istituisce il 6° PAA,
in cui si invita la Commissione a redigere un inventario dei sussidi
incompatibili con lo sviluppo sostenibile e a presentare quanto
prima proposte adeguate per rettificare la situazione. A tale
proposito, deplorando che l'Ecofin non abbia ancora avanzato misure
in questo campo, è chiesto al Consiglio europeo di far sì che il
bilancio dell'Unione sia utilizzato per promuovere la sostenibilità
e di fare realizzare valutazioni dell'impatto sulla sostenibilità
per tutte le spese comunitarie, compresi la politica agricola
comune, i Fondi strutturali e i programmi di ricerca. Infine, il
Parlamento sottolinea che l'Unione deve fare in modo che le sue
attività tengano conto degli obiettivi di sviluppo del Millennio e
degli impegni di Johannesburg.
Va
sottolineato che in sede di votazione, non è stato approvato un
emendamento dei Verdi che respingeva la recente proposta di «nominare
un vicepresidente della Commissione incaricato esclusivamente delle
riforme economiche».
Per
ulteriori informazioni:
Paula
Fernández Hervás
(Bruxelles)
Tel.(32-2) 28 42535
e-mail
:
econ-press@europarl.eu.int
Dichiarazione
del Consiglio
Dick ROCHE,
T.D. ha aperto affermando che la Presidenza irlandese considera
una priorità del suo programma l'implementazione della strategia di
Lisbona. Siamo oramai a metà del cammino che ci porterà al 2010,
ha detto e, benché molti progressi siano stati fatti in merito alla
liberalizzazione energetica, al mercato interno e ai servizi
finanziari, rimane molto da fare. Il Consiglio europeo dovrà
diffondere un messaggio di fiducia, per evidenziare l'esistenza di
una volontà politica comune di fare le riforme, ha affermato.
Secondo il rappresentante del Consiglio, due
sono le grandi priorità per il semestre: la crescita sostenibile e
la creazione di posti di lavoro numerosi e di migliore qualità.
Occorre aumentare la competitività dell'economia europea per far
fronte alle sfide mondiali, ha detto, aggiungendo che i due aspetti
del mercato interno su cui ci si concentrerà maggiormente sono i
servizi finanziari e il terziario in senso lato. L'oratore ha
auspicato di poter contare sulla cooperazione del Parlamento europeo
in merito alla direttiva sul mercato interno per i servizi, in modo
che sia approvata entro l'anno prossimo.
Egli ha poi menzionato delle cifre che
evidenziano il ritardo dell'Europa rispetto ai suoi due grandi
competitori, Stati Uniti e Giappone, per quanto concerne
l'investimento in capitale umano. La Presidenza proporrà al
Consiglio europeo che gli Stati membri svolgano delle attività di
sostegno e di incentivo alle attività di ricerca e sviluppo per le
imprese, nonché per aumentare il numero di ricercatori e per
mantenerli in territorio comunitario. A questo proposito, l'oratore
ha fatto riferimento alla direttiva sulla mobilità dei ricercatori
dei paesi terzi. Tra le sfide di cui il Consiglio europeo di marzo
dovrà dibattere, ci sono quelle dell'adattabilità e
dell'investimento in capitale umano; in particolare, occorrono
incentivi per attirare le donne e i lavoratori anziani nel mondo del
lavoro. Abbiamo molto da fare ma i benefici che ne verranno per i
nostri cittadini saranno consistenti, ha concluso.
Dichiarazione
della Commissione
Pedro SOLBES
MIRA ha ricordato che il documento approvato dalla Commissione
il 21 gennaio scorso contiene «messaggi
e conclusioni» ed ha ricordato i risultati positivi ottenuti
negli ultimi anni: creazione di posti di lavoro, riduzione della
disoccupazione di lunga durata, apertura di mercati sensibili a una
maggiore concorrenza e lo sviluppo di Internet. Questi indizi
positivi, tuttavia, non devono nascondere le difficoltà,
soprattutto se si paragonano gli obiettivi con i risultati
effettivi: l'occupazione non contribuisce alla crescita, mentre il
mercato interno è ancora frammentario (soprattutto a causa della
mancata trasposizione di molte direttive). Di conseguenza, ha
sostenuto il Commissario, senza mettere in discussione la bontà
della strategia, si deve rafforzare l'impegno per trasformarla in
realtà.
Il rappresentante della Commissione ha
individuato tre assi prioritari. Innanzitutto, occorre aumentare gli
investimenti nelle infrastrutture, nella ricerca e sviluppo, avendo
un approccio europeo, così come va incentivato il capitale umano,
che presenta un grande potenziale di miglioramento. Inoltre, è
necessaria una maggiore concorrenza soprattutto nel settore dei
servizi al fine di aumentarne la competitività. A tale proposito,
il commissario ha citato i miglioramenti ottenuti in materia
legislativa: riconoscimento delle qualifiche professionali, patente
e brevetto comunitario, direttiva quadro sui servizi. Infine, è
opportuno prolungare la vita lavorativa, anche per chi è già in età
avanzata.
Commentando, poi, i due progetti di relazione
che saranno votate dal Parlamento europeo, il Commissario si è
rallegrato del sostegno che esse danno ai punti fondamentali
individuati dall'Esecutivo riguardo ai grandi orientamenti di
politica economica (GOPE) e sul Patto di stabilità. Più in
particolare, riguardo alla relazione di Christa RANDZIO-PLATH
(PSE, D), il Commissario rileva come sia fondamentale attuare
delle riforme strutturali e giungere ad una gestione sana delle
politiche macroeconomiche. Tuttavia, egli contesta l'affermazione
contenuta nella relazione secondo cui vi sarebbe un divario
crescente tra gli obiettivi di Lisbona e i GOPE, e non condivide
l'opinione secondo cui gli strumenti ipotizzati nell'ambito della
Strategia sarebbero incoerenti. In merito alla relazione di Roberto
Felice BIGLIARDO
(UEN, I) sulle finanze pubbliche nell'UEM, il Commissario ha
affermato che le priorità del Patto di stabilità possono essere
migliorate e l'Esecutivo, in proposito, presenterà una relazione
che mira a fare proposte più specifiche prima dell'estate. Rispetto
a dieci anni fa, ha sottolineato, le norme sul coordinamento
economico hanno prodotto dei miglioramenti nei bilanci degli Stati
membri. Fermo restando che si deve fare maggiore attenzione alla
crescita e alla sostenibilità.
Soffermandosi, infine, sulla governance economica, il Commissario ha affermato che gli obiettivi
di Lisbona sono realisti ed ha sottolineato come l'efficacia della governance
incontri serie difficoltà soprattutto nel momento in cui deve
essere applicata a livello degli Stati membri. Egli ha quindi
concluso, che è necessario cogliere tutte le opportunità che si
presentano (come la ripresa economica) per dare nuovo impulso alla
Strategia di Lisbona.
Viviane REDING
si è rallegrata del fatto che la strategia di Lisbona non si limiti
all'economia e alle finanze, ma consideri importante la dimensione
sociale e umana. L'oratrice ha ribadito che le risorse umane sono lo
strumento migliore dell'Unione, e che il nostro potenziale economico
si basa su di esse. La commissaria ha ricordato che l'aumento di un
solo anno di scolarizzazione comporta un aumento di produttività
pari al 6% del PIL. Purtroppo gli investimenti in istruzione non
aumentano; in alcuni Stati membri aumentano poco, in altri
addirittura si riducono, ha detto l'oratrice, che ha fatto notare
come le spese private nell'insegnamento superiore siano superiori
negli USA e in Giappone rispettivamente quattro e due volte rispetto
all'UE.
La commissario ha denunciato la drammatica
situazione della ricerca, con i cervelli europei che fuggono verso
gli Stati Uniti. Occorre una nuova dinamica, altrimenti, senza
investimenti in R&S, l'economia europea stagnerà, ha detto.
L'oratrice ha ricordato come fin dall'aprile 2000 la Commissione
abbia invitato a investire nella ricerca, passando dall'1,9% del PIL
al 3% nel 2010, con un incremento basato per 2/3 negli investimenti
del settore privato. Occorrono, tra gli altri, decisi sostegni agli
sforzi delle imprese europee, un maggiore sostegno pubblico alla
ricerca e un miglioramento dell'ambiente della ricerca nell'Unione,
in virtù di un'azione concertata tra gli Stati membri. Investire
oggi significa maggiore crescita e competitività domani, ha
affermato, menzionando il programma di lavoro sui sistemi di
educazione elaborato nel febbraio 2002 e che costituisce un
riferimento di qualità in vista del 2010.
La commissario ha poi ricordato la
Dichiarazione di Copenaghen del 2002 sull'importanza della
formazione professionale, la cui implementazione ha già dato dei
risultati sul passaporto europeo e sull'apprendistato non formale.
L'oratrice ha detto che domani sarà discussa una relazione al
Consiglio Istruzione, per poi essere inviata al Consiglio europeo di
marzo: essa verte sull'investimento in risorse umane, sulla
strategia per promuovere l'insegnamento lungo tutto l'arco della
vita e sulla promozione dell'eccellenza delle università europee a
livello mondiale, in modo da attrarre professori e studenti. Ha
ricordato l'importanza di programmi come Socrates, Erasmus e Erasmus
mundus, quest'ultimo sostenuto dallo stesso Parlamento: ma soltanto
il 2% degli studenti dell'insegnamento superiore vi partecipano. La
commissario ha concluso annunciando la presentazione, nel mese di
marzo, di una comunicazione sulla nuova generazione di programmi
sulla formazione per il periodo 2007-2013, cui farà seguito una
proposta formale entro l'estate.
Interventi
a nome dei gruppi politici
A nome dei popolari, Françoise GROSSETÊTE (PPE/DE, F) ha affermato che, soprattutto in vista
dell'ampliamento, è indispensabile migliorare il coordinamento
delle politiche economiche per rafforzare la competitività e creare
condizioni favorevoli per l'iniziativa privata, nonché giungere
all'obiettivo di dedicare il 3% del PIL alla ricerca. Sottolineando
il ritardo dell'Europa nei confronti degli Stati Uniti e la necessità
di bloccare la «fuga di cervelli», la deputata ritiene che occorre
investire nella salute, nelle biotecnologie, nello spazio, nelle
telecomunicazioni e nelle fonti di energia rinnovabili. Inoltre,
ricordando come il tessuto economico europeo sia caratterizzato
dalle piccole e medie imprese, la rappresentante dei popolari
ritiene utile, tra le altre cose, avere un sistema fiscale più
favorevole e investire nelle infrastrutture e nell'innovazione.
Passando alla questione dell'occupazione, l'oratrice ha affermato
che l'Europa non deve rispondere alle attese dei cittadini con
politiche assistenziali, ma con riforme strutturali e politiche
incitative dell'iniziativa privata, che siano in grado di creare
posti lavoro. Inoltre, si deve riflettere sul deficit demografico e
sulle politiche in materia di immigrazione. La deputata ha poi
evidenziato la necessità di norme minime europee in materia di
lavoro che impediscano la concorrenza sleale basata sulle condizioni
di lavoro. Infine, in materia di ambiente, l'oratrice ha evidenziato
la necessità di maggiore rigore e realismo nella normativa e, di
conseguenza, occorre elaborare degli studi di impatto sulla
sostenibilità delle iniziative legislative.
Enrique BARÓN
CRESPO (PSE, E) ha sottolineato come non basti ripetere ogni
anno le buone intenzioni affinché si realizzino. Preoccupato dalle
rendite di capitale e dalle delocalizzazioni, l'oratore ritiene che
sia necessaria una strategia industriale europea. Egli si è poi
dichiarato favorevole alla proposta riguardo all'istituzione di un
«supercommissario
dell'economia» in quanto essa rispetta il metodo comunitario e,
si è rallegrato che taluni governi abbiano modificato le loro
posizioni espresse in sede di Convenzione.
In tema di riforme, l'oratore si è poi detto
contrario allo smantellamento del welfare,
notando come in alcuni Stati membri sia stato possibile attuare
riforme mantenendo la sicurezza sociale. Infine, soffermandosi sulla
questione delle Prospettive finanziarie, il rappresentante dei
socialisti, ha affermato che le proposte della Commissione
rappresentano il minimo indispensabile per poter raggiungere gli
obiettivi posti: «non si
possono fare tante cose con meno mezzi».
Graham WATSON
(ELDR, UK) ha aperto dicendo che «se
ci sono dei progressi non è perché cambiamo marcia, ma perché la
strada è in discesa». Secondo l'oratore, la ripresa non può
essere la «foglia di fico» per i Governi: bisogna piuttosto tornare alla
crescita. Egli ha chiesto di definire degli obiettivi raggiungibili,
invece di una lista di speranze: in particolare, bisogna insistere
su occupazione e sul ritorno dei lavoratori anziani al lavoro. Il
rappresentante dei liberali ha chiuso sottolineando come, su 131
direttive relative al mercato interno, l'8,5% non siano state
applicate da almeno uno Stato membro.
Ilda FIGUEIREDO
(GUE/NGL, P), ha affermato che dopo quattro anni
dall'approvazione della Strategia di Lisbona la situazione è
peggiorata, almeno in Portogallo. Nessun obiettivo è stato
raggiunto, nulla è stato realizzato, se non la privatizzazione di
imprese pubbliche, ovvero «l'agenda
neoliberale delle grandi imprese». La ricetta economica della
Commissione, ha aggiunto, è sempre la stessa: privatizzazioni e
politiche antisociali. Per tale motivo, l'oratrice, ha chiesto una
revisione della Strategia di Lisbona e una moratoria sulle
liberalizzazioni, nonché la sospensione del Patto di stabilità e
la sua sostituzione con un Patto sociale per l'occupazione. Solo così,
ha concluso, sarà possibile avere più formazione, istruzione,
innovazione e ricerca.
Pierre JONCKHEER
(Verdi/ALE, B) ha chiesto in primo luogo di tenere maggiormente
in considerazione la diversità delle situazioni tra i vari Stati
membri. In particolare, i paesi nordici possono vantare alti standard
sociali che si accompagnano ad elevati livelli di competitività a
livello mondiale. In secondo luogo, allorché si parla di creazione
dell'occupazione, non si fa mai riferimento a strategie
differenziate a seconda dei settori: ad esempio, nella sfera non
commerciale, si potrebbero creare molti posti di lavoro. In terzo
luogo, occorre una valutazione degli effetti della liberalizzazione.
L'oratore ha espresso il suo disaccordo con chi ritiene che essa
permetta di migliorare l'offerta, favorisca l'occupazione e faccia
calare i prezzi. Il rappresentante dei verdi ha chiesto una politica
industriale a favore dell'ambiente. Perché al di là dei programmi
di finanziamento della BEI non si cerca di lanciare un programma
pubblico per lo sviluppo sostenibile?, si è interrogato infine
l'oratore.
Gerard COLLINS
(UEN, IRL) ha accolto con favore il fatto che il vertice di
primavera si concentrerà sugli obiettivi di Lisbona. Notando come,
in effetti, siano stati realizzati alcuni progressi, l'oratore ha
tuttavia sottolineato che occorre avviare una riforma politica di più
ampia portata se si vogliono raggiungere gli obiettivi posti.
Soffermandosi sulle Prospettive finanziarie, il deputato le ha
giudicate a favore della crescita e della Strategia di Lisbona, ed
ha sottolineato poi l'importanza dell'iniziativa per la crescita,
del piano d'azione sui servizi finanziari e di quello sulla
revisione contabile. Egli ha poi concluso, che si deve progredire
sul brevetto comunitario, mentre occorre modificare il codice
doganale, migliorare il quadro normativo ambientale e favorire le
nuove tecnologie dell'informazione.
Secondo William ABITBOL
(EDD, F), l'Unione europea è il grande malato della
mondializzazione. Riferendosi ai dati che danno in ribasso
l'economia e le esportazioni, l'oratore ha osservato come Eurolandia
faccia maggiori danni che in tutte le altre zone, compreso il
Giappone. Egli ha aggiunto che è l'euro che blocca la ripresa, in
quanto è diventato attore passivo nell'ambito dell'interazione tra
Stati Uniti e Asia.
Benedetto DELLA
VEDOVA (NI, I), ha esordito affermando di fare fatica a sentire
ogni volta il «solito
ritornello, cercando di convincerci che proveremo a fare quello che
non riusciamo a fare». Deplorando come, nelle nuove prospettive
finanziarie, oltre il 40% del bilancio comunitario continuerà ad
essere destinato all'agricoltura, il deputato ha poi dichiarato che
si deve avere il coraggio di modificare tale orientamento se si
vuole spingere sull'innovazione e la crescita. Riguardo al Patto di
stabilità, egli si è stupefatto che grandi paesi come Francia e
Germania - che hanno una spesa pubblica enorme - non riescano a
trovare le risorse per investimenti nelle infrastrutture, nella
ricerca e nella formazione. A tale proposito ha quindi citato
l'ipotesi britannica volta a liberare 80.000 posizioni non
strategiche nella pubblica amministrazione che frutterebbe un
risparmio di 20 miliardi euro da dedicare ad altre iniziative,
sottolineando che «è dentro
i bilanci pubblici che si devono trovare le risorse». Il
deputato ha poi stigmatizzato l'atteggiamento di chiusura che si sta
delineando nell'Unione europea: chiusura dei mercati nell'ambito del
commercio internazionale con una sorta di nuovo protezionismo e
chiusura all'immigrazione dai dieci nuovi Stati membri, nonostante
gli inviti rivolti all'Assemblea da Kofi Annan. «L'Europa
che si chiude non va verso Lisbona» e il divario con gli USA e
con il Giappone rischia di ampliarsi, ha concluso.
Interventi
dei relatori
Christa RANDZIO-PLATH
(PSE, D) ha aperto il suo intervento con una citazione dal Libro
bianco di Delors: se è ancora attuale, vuol dire che il suo
contenuto non è mai stato realizzato, ha detto. L'oratrice ha
sottolineato quanto sia importante evitare di bloccare il processo
di Lisbona, invece gli Stati membri trovano invece dei pretesti che
non permettono di muovere i passi avanti necessari. La relatrice
sugli indirizzi di massima per le politiche economiche ha detto di
non essere d'accordo con chi lamenta di non avere risorse per
investire e ha proposto di rafforzare la lotta all'evasione fiscale
per realizzare lo sforzo finanziario necessario. Ha aggiunto che
bisogna impedire che l'Europa diventi lo strumento degli Eurobond.
L'oratrice, ricordando come tra i compiti del
Consiglio europeo ci sia quello di creare fiducia, ha sottolineato
che occorre investire anche nell'ambiente, nelle fonti di energia,
in particolare quelle alternative, e soprattutto nelle persone, che
sono la materia prima più importante: ciò significa insistere
sulla formazione lungo tutto l'arco della vita, ma anche sulle
prestazioni sociali, per le quali l'Europa è in ritardo nella
maggior parte degli Stati membri. La parlamentare ha affermato che
oggi non c'è bisogno soltanto di ricette, ma soprattutto della
disponibilità di tutti a tirare dalla stessa parte: «non
possiamo aspettare gli USA, l'Europa deve farcela da sola».
Roberto Felice
BIGLIARDO (UEN, I), relatore sulla comunicazione della
Commissione riguardo finanze pubbliche nell'UEM, ha sottolineato
come, nel 2003, la Commissione sia stata obbligata a rivedere al
ribasso le sue previsioni economiche per ben tre volte, delineando
una situazione di quasi stagnazione. Sottolineando il ruolo
fondamentale del Patto di stabilità, soprattutto alla vigilia
dell'ampliamento, l'oratore ha affermato che non «possiamo
farne una questione politica», per tale ragione bisogna
lasciare il tempo necessario per aggiustare i bilanci ai Paesi che
hanno molto investito e che hanno avviato riforme strutturali di
ampia portata. Il deputato ha poi evidenziato i ritardi accumulati
nell'attuazione della Strategia di Lisbona, insistendo sulla
necessità di investire maggiormente nella ricerca e di favorire la politica per l'occupazione attraverso lo
sviluppo economico. Infine, egli ha concluso che il Parlamento
europeo dovrebbe essere protagonista
in tutti i maggiori lavori di analisi e previsione economica.
Dibattito
Generoso ANDRIA
(PPE/DE, I) ha aperto con una precisazione: Berlusconi non ha
mai detto l'euro blocca l'economia, ma che la sua introduzione ha
generato delle speculazioni che vanno eliminate. L'oratore ha
ribadito il carattere europeista dell'Italia e ha sottolineato il
quello effimero del processo di risanamento dell'economia europea,
che vede aumentare la disoccupazione. Egli ha aggiunto che l'euro
forte comporta dei problemi alle esportazioni e ha attaccato la
rigidità del Patto di stabilità, che è negativo sia per la
produttività, sia per l'occupazione: esso dovrebbe essere più
elastico, ha detto.
L'oratore ha insistito su di una maggiore
modernizzazione dei processi di produzione e sull'incremento dello
sforzo nella ricerca. Su quest'ultimo punto, egli sostiene
l'obiettivo del 3% del PIL per il 2010, sottolineando l'aspetto
relativo ai 2/3 di questo investimento che dovrebbero provenire
dalla partecipazione dei privati, in particolare le PMI, la cui
partecipazione dovrebbe essere premiata ed essere conteggiata in
merito al criterio del 3% del deficit.
Il parlamentare ha ribadito l'importanza del completamento degli
assi principali delle TEN, attraverso lo sviluppo dei collegamenti
strategici, in particolare quelli delle zone trasfrontaliere. Egli
ha insistito sulla necessità di interconnessioni strategiche con
l'area mediterranea e con l'Europa dell'Est.
Guido BODRATO
(PPE/DE, I), sottolineando come le due relazioni oggetto del
dibattito, così come il Consiglio e la Commissione esprimano
preoccupazione per il divario tra gli obiettivi di Lisbona e i
risultati raggiunti, ha sottolineato che è necessaria una
riflessione sulle prospettive finanziarie. Ovvero, come trovare un
equilibrio tra stabilità monetaria e incentivazione degli
investimenti, come affrontare la mondializzazione economica che
impone un confronto con imprese di grandi dimensioni molto
competitive (come negli Stati Uniti) e con imprese tradizionali che
sfruttano bassi costi del lavoro (come in Asia), nonché come
favorire l'evoluzione della competitività rafforzando il ruolo
dell'Europa nella ricerca. Affinché le prospettive finanziarie
siano coerenti con l'ampliamento e la crescita, ha continuato il
deputato, l'accento va posto sul capitale umano, sulla qualità dei
prodotti e sulla competitività. Il problema politico, ha concluso,
è quello relativo alla capacità di fare le riforme strutturali, ma
anche delle scelte di bilancio «per dare un futuro all'Europa».
Replica
della Commissione
Pedro SOLBES
MIRA ha rilevato come, al termine del dibattito, si possa dire
che tutti concordano nel non essere soddisfatti in merito al livello
di crescita dell'economia europea. Egli ha chiesto di evitare
paragoni con gli Stati Uniti, i quali non tengono conto della
diversità dei punti di partenza ma anche degli obiettivi. Allo
stesso modo, l'oratore ha chiesto di non confrontare tra loro
l'unione monetaria e l'assenza di unione monetaria. Il commissario
si è detto d'accordo sul fatto che occorre maggiore occupazione e
una miglior produttività, aggiungendo: quello che ci manca non è
tanto una diagnosi, quanto l'applicazione degli obiettivi di
Lisbona. L'occupazione è aumentata ma non la produttività, ha
affermato, rilevando come una serie di ostacoli inerenti il sistema
finanziario siano comunque stati superati.
L'oratore ha sottolineato come l'obiettivo di
raggiungere il 3% del PIL nella ricerca si basi sul dato USA, ma
occorre tener conto delle differenze in termini di investimento
pubblico e privato nello sviluppo tra gli Stati Uniti e l'UE. Egli
si è poi riferito al problema di migliorare la situazione in modo
da stimolare l'investimento dei privati. In ogni caso, una delle
priorità della strategia europea è rappresentata dallo sviluppo
sostenibile, che vuol dire tutelare l'ambiente. A tale scopo,
occorre una volontà politica che si manifesti anche a livello
nazionale. Per quanto siano importanti la crescita economica, delle
finanze sane e un'adeguata politica fiscale, secondo il commissario
non bisogna dimenticare la presenza, negli USA, di strumenti
stabilizzatori automatici, che incide maggiormente che nell'Unione,
che è tenuta al rispetto del limite del 3% di deficit. L'oratore considera ragionevole questo limite, ma ritiene
che bisogna migliorare il rapporto tra politica economica e patto di
stabilità ed arrivare ad un consolidamento fiscale.
Il commissario ha aggiunto che parte delle
difficoltà attuali sono legate a dei comportamenti non corretti
quando era il momento. Egli ha menzionato la comunicazione della
comunicazione del novembre 2002 dell'Esecutivo che insisteva sui deficit
strutturali e ha ricordato la gravità del problema
dell'invecchiamento della popolazione. Infine, l'oratore ha
sottolineato come il rispetto del patto di stabilità costituisca un
impegno a livello nazionale che deve coinvolgere gli stessi
parlamenti nazionali, in particolare in merito al rispetto degli
obblighi assunti
Replica
del Consiglio
Dick ROCHE,
T.D. in fase di replica ha affermato che occorre «concentrarsi
sull'impresa, non bastano le buone intenzioni»: per questo il
Consiglio europeo di marzo si concentrerà sulle cose che possono
essere raggiunte concretamente. Secondo l'oratore, tutti devono
impegnarsi su questo progetto: non solo i Governi e le istituzioni,
ma anche i popoli. È importante far arrivare questo messaggio al
cuore dei cittadini dell'Europa a 15 ma anche di quella a 25,
impresa che merita attenzione, energia, capacità di inventare e
anche fantasia, ha detto. In merito alla liberalizzazione, egli ha
chiarito che è importante che la normativa aiuti i processi e non
li ostacoli. Il rappresentante del Consiglio ha inoltre espresso il
suo accordo in merito alla necessità di creare un'economia fondata
sulla conoscenza, nonché di migliorare l'ambiente della ricerca. |