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Un Centro europeo per le epidemie |
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John BOWIS (PPE/DE, UK) Il Parlamento ha adottato in prima lettura una relazione di John BOWIS (PPE/DE, UK) sulla creazione di un Centro europeo di prevenzione e controllo delle malattie. La versione adottata è, in larga parte, frutto di un accordo preliminare con il Consiglio e di un compromesso dei cinque gruppi politici. Il progetto di Centro, la cui missione principale consisterà nel lottare contro i rischi epidemiologici, ha beneficiato sin dall'inizio di un ampio consenso, consolidato ulteriormente dall'attuale crisi dell'influenza aviaria. Il Centro, finanziato dal bilancio comunitario e la cui sede è stata stabilita in Svezia, dovrebbe essere operativo nel 2005. Una rete comunitaria esiste già dal 1999. Si tratta di una piattaforma di cooperazione puntuale degli Stati membri nella loro azione contro la propagazione delle malattie trasmissibili (AIDS, SARS, paludismo, meningite) et altri rischi sanitari. Diversi studi, tuttavia, hanno dimostrato il limite di tale dispositivo. La creazione del Centro dovrebbe, quindi, permettere di attenuare le conseguenze della frammentazione degli sforzi ed evitare la mancanza di coerenza nell'attuazione e la realizzazione di progetti. Dovrebbe, inoltre, agevolare la condivisione delle risorse, delle competenze e delle conoscenze specializzate, rendendo al contempo compatibili i metodi e i risultati degli studi ottenuti nei laboratori nazionali. Questi miglioramenti del sistema sono necessari per realizzare appieno le missioni del Centro, che consistono nell'individuare, valutare e far conoscere i rischi attuali ed emergenti, che siano di origine naturale o criminale (bioterrorismo). Il suo ruolo consisterà inoltre nel sostenere i programmi in materia di salute pubblica (tra cui vaccinazione e formazione) già avviati nella Comunità. Dal punto di vista operativo, il Centro deve essere in grado, in caso di emergenza, di avviare di sua propria iniziativa le azioni opportune. Senza nulla togliere alle istanze nazionali, il Centro - che non ha alcun potere di regolazione - sarebbe una fonte di assistenza tecnica e di pareri scientifici indipendenti e affidabili a loro servizio, nonché uno strumento di coordinamento e di pianificazione delle azioni comuni. Il Centro diventerebbe il luogo privilegiato della sorveglianza epidemiologica e della gestione del sistema di allerta rapido a livello europeo. Esso, inoltre, assicurerebbe che le informazioni - coerenti, obiettive e comprensibili - sui rischi sanitari siano accessibili alle istanze specializzate ed al grande pubblico. L'attività del Centro sarebbe esercitata in stretta cooperazione con le istanze nazionali e comunitarie competenti (Autorità europea per la sicurezza alimentare e Agenzia europea per la valutazione dei medicinali, innanzitutto) ma anche sul piano internazionale, con altri sistemi di sorveglianza e d'allerta come l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), le ONG e le associazioni professionali. Al più tardi tre anni dopo la sua attivazione, l'azione del Centro sarebbe sottoposta ad una valutazione, esterna e indipendente, che potrebbe eventualmente portare ad un ampliamento della sua missione, attualmente concentrata sulle malattie trasmissibili. Il consiglio d'amministrazione del Centro dovrebbe essere composto da rappresentanti della Commissione, del Parlamento europeo e dei Paesi membri. Il Centro, infine, dovrebbe disporre di personale altamente qualificato di 35 persone il primo anno d'attività (70 dopo due anni) e di un finanziamento totale di circa 48 milioni di euro per i primi tre anni. Un fondo di riserva sarebbe previsto per permettere una reazione rapida in caso di emergenza. Per ulteriori informazioni: Cezary Lewanowicz (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 44659 e-mail : envi-press@europarl.eu.int |
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Soppressione graduale dell'opt out sull'orario di lavoro a 48 ore |
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Alejandro CERCAS ALONSO (PSE,
E) Con 370 voti a favore, 116 contrari e 21 astensioni, il Parlamento europeo ha adottato in merito una relazione di iniziativa di Alejandro CERCAS ALONSO (PSE, E) sulla revisione della direttiva del 1993 che limita la durata settimanale di lavoro a 48 ore. I deputati criticano duramente gli abusi legati alla clausola di opt out, in particolare nel Regno Unito, proponendone la soppressione graduale. Nel frattempo, la Commissione è invitata a individuare gli strumenti pratici per lottare contro l'abuso dell'opt out, rafforzandone il carattere volontario. Il Regno Unito aveva negoziato nel 1993 la suddetta clausola, che autorizza gli Stati membri a non applicare il limite di 48 ore settimanali a certe condizioni quale il consenso del lavoratore, l'assenza di ripercussioni negative per il lavoratore che rifiuti il suddetto regime e la tenuta di un registro aggiornato dei lavoratori interessati, tenuto a disposizione delle autorità. Benché il regime non sia specifico al Regno Unito, si tratta del Paese dove il suo utilizzo è più diffuso. La direttiva del 1993 garantisce una protezione di base alla maggior parte dei lavoratori, all'eccezione soprattutto dei quadri. Un lavoratore ha così diritto ad un tempo di riposo quotidiano di 11 ore, a pause, ad un orario di lavoro settimanale massimo di 48 ore, ad un congedo annuale minimo di quattro settimane e, normalmente, a non dover lavorare oltre 8 ore su 24 ore durante la notte. I parlamentari sono preoccupati dal possibile abuso legato alla possibilità di rinuncia individuale, ad esempio, attraverso la firma dell'accordo di rinuncia contestualmente a quella del contratto di lavoro, cosa che limita la libertà di scelta del lavoratore dipendente. Inoltre, numerosi Paesi ricorrono gradualmente alla rinuncia in determinati settori, contro lo spirito stesso della direttiva. Ad esempio, la Francia, la Germania ed i Paesi Bassi prevedono questo meccanismo per la sanità, il Lussemburgo per il settore alberghiero e per la ristorazione. In vista dell'allargamento, i deputati invitano gli Stati membri a cercare seriamente soluzioni alternative ed attendere una versione modificata della direttiva. Pur riconoscendo l'importanza della flessibilità in materia di organizzazione del lavoro accordata dalla direttiva ai datori di lavoro europei, essi sottolineano che la salute e la sicurezza dei lavoratori non devono essere subordinate alle considerazioni di natura economica. Visto il carattere urgente della questione, l'Aula si rammarica di non poter esaminare gli effetti economici e sociali relativi alla sanità, in mancanza di studi comparativi e di dati concreti e alla luce della giurisprudenza della Corte di Giustizia che invita a contabilizzare i periodi di guardia dei medici come orario di lavoro. Di conseguenza, si chiede alla Commissione di fornire agli Stati membri una prospettiva chiara ai fini dell'adozione di soluzioni strutturali, fra cui l'eventuale adeguamento della direttiva, per la particolare questione della definizione e del calcolo delle ore di servizio di guardia sul luogo di lavoro durante le quali i dipendenti non lavorano in senso stretto. Si chiede inoltre all'Esecutivo e agli Stati membri di promuovere uno scambio di informazioni sulle migliori pratiche applicate nell'ambito dei modelli già esistenti, in modo da mettere in luce le possibilità di risolvere i problemi di organizzazione del lavoro. I deputati ritengono che la comunicazione della Commissione sull'orario di lavoro non presenti alcuna proposta pratica per risolvere i problemi individuati. Essi chiedono una posizione chiara della Commissione su tutti i punti della direttiva che dovrebbero essere rivisti, auspicando che una proposta di direttiva modificata sia presentata quanto prima. Per ulteriori informazioni: Constanze Beckerhoff (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 44302 e-mail
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empl-press@europarl.eu.int Zaneta Vegnere (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 31056 e-mail : empl-press@europarl.eu.int Comitato per la protezione socialeBartho PRONK (PPE/DE, NL) La relazione è stata approvata. Per ulteriori informazioni: Constanze Beckerhoff (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 44302 e-mail
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empl-press@europarl.eu.int Zaneta Vegnere (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 31056 e-mail : empl-press@europarl.eu.int |
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Agricoltura: salgono i redditi ma si riducono le aziende, critiche alla nuova PAC |
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Georges GAROT (PSE, F) Con 313 voti favorevoli, 60 contrari e 42 astensioni, il Parlamento ha adottato una relazione d'iniziativa di Georges GAROT (PSE, F) sull'evoluzione dei redditi agricoli nell'Unione europea che evidenzia come, a fronte di un aumento del 7% dei redditi, sia corrisposta una riduzione del numero di aziende pari al 15,7%, una crescita delle dimensioni aziendali e un'intensificazione della produzione. Nel notare come la nuova Politica Agricola Comune (PAC) attribuisca al mercato un ruolo maggiore nella formazione del reddito e rafforzi le misure a favore del ruolo multifunzionale dell'attività agricola, i deputati sostengono che si debba incoraggiare un'agricoltura capace di mantenere ovunque il maggior numero di aziende e di posti di lavoro. Quanto alla situazione dei redditi, i deputati sostengono che lo scarto con le altre categorie socio-professionali non sia stato colmato, mentre sussiste una dispersione di redditi agricoli spiegabile anche attraverso l'ineguale ripartizione degli aiuti: il 20% delle imprese riceve il 73%. I deputati fanno anche notare l'importanza della politica dei prezzi e dei mercati nella formazione del reddito. Essi ritengono che i prezzi garantiti saranno in futuro la rete di sicurezza generalizzata della PAC, mentre gli strumenti di regolazione dell'offerta «devono essere mantenuti se non estesi con elasticità». La rete di sicurezza, peraltro, può funzionare solo con una protezione esterna adeguata, mentre l'accesso ai mercati europei deve essere soggetto alle stesse norme esistenti per l'Unione. Sul piano interno, d'altra parte, è necessario incoraggiare l'istituzione di contratti di filiera per valorizzare meglio la qualità dei prodotti e ripartire più equamente il valore aggiunto tra le parti. Osservando come la flessione dei prezzi dei prodotti agricoli non incida sui prezzi al consumo, i deputati invitano l'Esecutivo ad esaminare il problema dell'organizzazione economica dei produttori e le modalità di immissione sul mercato dei prodotti agricoli. Sul ruolo degli aiuti comunitari nella formazione del reddito, la relazione ritiene legittimo conservare il livello di aiuto pubblico all'agricoltura soprattutto per remunerare le sue prestazioni multifunzionali e mantenere la presenza degli agricoltori sull'insieme dei territori. Riguardo all'impatto del disaccoppiamento e della condizionalità degli aiuti sui redditi agricoli, la relazione paventa il rischio di un'accentuazione dei problemi territoriali e di uno squilibrio delle filiere qualora un gran numero di agricoltori decidesse di non produrre più. A tale proposito, sottolinea che «il regime iniquo degli aiuti disaccoppiati e applicabile in modo differenziato a seconda degli Stati rischia di perdere la sua legittimità presso i cittadini e l'OMC se resta basato sui diritti storicamente acquisiti dai produttori». I deputati, inoltre deplorano che il tipo di modulazione obbligatoria adottato dal Consiglio sia insufficiente per consentire un riequilibrio a favore del secondo pilastro. Sottolineando, inoltre, come il cofinanziamento obbligatorio costituisca «un limite all'utilizzazione degli stanziamenti autorizzati e frena grandemente l'evoluzione della politica di sviluppo rurale», essi sostengono che si debba ridurre la quota dei contributi nazionali nel sistema di cofinanziamento. Infine, la relazione chiede il potenziamento dei mezzi del secondo pilastro che va al di là delle risorse derivanti dalla modulazione, una maggiore integrazione dello sviluppo rurale nelle dinamiche di coesione territoriale ed una semplificazione della la sua attuazione. Per ulteriori informazioni: Maria Andrés Marìn (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 44299 e-mail : agri-press@europarl.eu.int Ricerca
agricola: fare di più a favore di sostenibilità,
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Libertà pubbliche e diritti delle donne in pericolo in Afganistan |
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Andre BRIE (GUE/NGL, D) Relazione sull'Afghanistan: sfide e prospettive per il futuro Doc.: A5-0035/2004 Procedura: Iniziativa Dibattito: 12.2.2004 Votazione: 12.2.2004 L'insicurezza ed il ritmo troppo lento della ricostruzione del Paese hanno chiuso l'Afganistan in un «circolo vizioso»: questo è il parere espresso dal Parlamento europeo, che ha adottato una relazione di Andre BRIE (GUE/NGL, D). Innanzi tutto, i deputati sono preoccupati per la situazione delle donne afgane. Essi considerano che una strategia a favore delle donne debba costituire una «priorità nazionale». I parlamentari si rallegrano del fatto che l'amministrazione transitoria afgana abbia ratificato la convenzione sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti delle donne. Tuttavia, si chiede alla suddetta amministrazione di condannare in modo regolare, pubblico ed inequivocabile la violenza commessa nei confronti delle donne e dei bambini. Il Consiglio e la Commissione sono invitati ad aiutare l'amministrazione transitoria ad organizzare, in tutto il paese, una rete di rifugi sicuri e di servizi d'assistenza per proteggere le donne e le giovani nei confronti di nuove persecuzioni. Un emendamento approvato dall'Aula allerta contro l'impiego di forze sproporzionate da parte dell'esercito americano contro bersagli potenziali denominati terroristi, in quanto esso comporta la morte di civili, specialmente di bambini. Si teme che queste azioni possano innescare il rifiuto della popolazione afgana nei confronti del processo di democratizzazione e di normalizzazione. I parlamentari accolgono favorevolmente la nuova Costituzione adottata il 4 gennaio dalla Loya Jirga (Grande Consiglio tribale), che include un riferimento specifico ad un eguale trattamento tra uomini e donne. Ma essi rimangono preoccupati in merito ad una serie di aspetti. Ad esempio, il diritto alla libertà d'espressione e di religione sarà limitato. Inoltre, la commissione indipendente afgana dai diritti dell'uomo non avrà la capacità di stare in giudizio. Tra le preoccupazioni dei deputati figura anche il fatto che fanno parte della Loya Jirga anche capi militari e signori della guerra, i quali potrebbero respingere tutto ciò che considerano come un rafforzamento del Governo centrale. L'Aula ritiene anche che la diminuzione dell'importo destinato all'Afganistan nel bilancio comunitario per il 2004 rispetto al 2003 costituisca un segnale negativo nei confronti del Governo e del popolo afgano. I deputati chiedono un aumento dei fondi assegnati al bilancio di funzionamento dell'amministrazione transitoria e rivolgono un appello alla Commissione affinché crei un'agenzia europea per la ricostruzione in Afganistan, sul modello di quella che in opera in Kosovo. Per ulteriori informazioni: Joëlle Fiss (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 41075 e-mail : foreign-press@europarl.eu.int |
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Diritti dell'uomo: non basta denunciare | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Doc.: B5-0050/2004 Procedura: Risoluzione Dibattito: 14.1.2004 Votazione: 10.2.2004 Adottando una risoluzione elaborata da Elmar BROK (PPE/DE, D), il Parlamento europeo ribadisce le priorità che l'Unione europea dovrebbe difendere nel corso della 60ª sessione della Commissione per i diritti dell'uomo delle Nazioni Unite (UNCHR), che si terrà a Ginevra dal 15 marzo al 23 aprile 2004. I deputati si compiacciono per l'azione intrapresa dall'Unione a favore della ratifica dello statuto del Tribunale penale internazionale ed invitano l'Unione a proseguire in questa direzione. Essi invitano l'UE a sponsorizzare o co-sponsorizzare delle risoluzioni su una trentina di Paesi o regioni dove i diritti dell'uomo vengono violati, fra cui la Cina (Tibet e Xinjiang), la Corea del Nord, l'Iran, il Pakistan, l'India, l'Indonesia, l'Iraq, i Territori occupati da Israele e la zona amministrata dall'Autorità palestinese, l'Algeria, il Marocco, la Tunisia, la Libia, l'Arabia Saudita, la Colombia, Cuba, la Repubblica democratica del Congo, lo Zimbabwe, il Sudan, la Bielorussia e la Cecenia. La lista elaborata dai parlamentari non pretende di essere esaustiva, inoltre tiene conto del fatto che esistono notevoli differenze tra i diversi Paesi e che in taluni di essi la situazione è migliorata. Un emendamento approvato con 241 voti favorevoli, 231 contrari e 27 astensioni sul conflitto in Medio Oriente invita l'UE a promuovere, in sede di Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite, un'iniziativa concreta concernente la gravissima situazione nei territori palestinesi, per arrivare a una soluzione giusta e durevole del conflitto e per mettere fine all'occupazione, alla repressione e alla costruzione del «muro» in violazione del diritto internazionale. I deputati giudicano altresì necessario che l'Unione sponsorizzi una risoluzione che inviti gli Stati Uniti a chiarire immediatamente la situazione dei prigionieri di Guantanamo rispetto alle norme internazionali, così come una risoluzione che garantisca a Saddam Hussein un processo in linea con gli standard giudiziari internazionali. Essi chiedono altresì di creare un meccanismo indipendente di monitoraggio ONU per controllare l'incidenza sui diritti umani delle misure antiterrorismo in tutti i Paesi. Il Consiglio è invitato a rispettare la risoluzione approvata «a stragrande maggioranza» dal Parlamento europeo nel dicembre 2003 che chiedeva di mantenere fermamente l'embargo UE sulle vendite di armi alla Cina. Si invita inoltre l'Unione europea a sostenere la piena integrazione di una prospettiva di genere nel complesso del sistema delle Nazioni Unite. Per quanto concerne il metodo di lavoro e le procedure della UNCHR, i deputati si rammaricano della sua politicizzazione: negli ultimi anni, i dibattiti e le risoluzioni riflettono più la capacità dei Paesi accusati di mobilitare un sostegno che la loro situazione reale in merito ai diritti dell'uomo. L'Aula chiede di adottare delle riforme per invertire questa tendenza e per mantenere la credibilità della UNCHR, invitando inoltre l'Unione a sponsorizzare una risoluzione finalizzata a creare un sistema che permetta di verificare il seguito delle risoluzioni da parte dei Governi. I deputati chiedono inoltre che l'adesione alla UNCHR sia possibile soltanto a condizione che i Paesi interessati abbiano ratificato i trattati fondamentali in materia di diritti umani. Per ulteriori informazioni: Joëlle Fiss (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 41075 e-mail : foreign-press@europarl.eu.int Diritti umani e democrazia nei Paesi mediterraneiRisoluzione su un nuovo impulso alle azioni dell'UE coi partner mediterranei nel campo dei diritti dell'uomo e della democratizzazione Doc.: B5-0049/2004 Procedura: Risoluzione Dibattito: 12.2.2004 Votazione: 12.2.2004 Il Parlamento europeo ha adottato una proposta di risoluzione di Elmar BROK (PPE/DE, D) sulle azioni dell'UE nel campo dei diritti umani e della democratizzazione con i partner mediterranei, a seguito della comunicazione della Commissione in merito. I deputati chiedono che questo approccio venga specialmente incentrato sulla democrazia e i diritti dell'uomo. Essi considerano necessario attribuire alla società civile un ruolo centrale nel partenariato con i Paesi mediterranei e ribadiscono l'appello affinché vengano implementate politiche che favoriscano la creazione di un forte tessuto sociale. L'Aula insiste sulla necessità di una revisione intermedia dell'articolo 2 di tutti gli accordi di associazione con paesi mediterranei, al fine di valutare se il rispetto dei diritti dell'uomo, ed in particolare di quelli delle donne, nonché dei principi democratici sia pienamente realizzato in tali accordi. Si chiede inoltre l'istituzione di meccanismi specifici, in modo da applicare in modo più efficace la clausola degli accordi d'associazione euromediterranei relativa ai diritti dell'uomo. In merito all'Iniziativa europea per la democrazia e i diritti dell'uomo (EIDHR), l'Aula deplora che il programma abbia attualmente 25 obiettivi generici e 32 paesi destinatari, alcuni privi di coerenza riconoscibile. Considerando che la dotazione di bilancio disponibile per il programma MEDA nel settore della democratizzazione, buongoverno e attività della società civile ammonta a 477 milioni di euro, contro i 7 assegnati alla EIDHR, i parlamentari chiedono tale somma venga utilizzata completamente e che essa complementi le attività della EIDHR. I deputati sottolineano infine come le autorità tunisine continuino a bloccare i finanziamenti dei progetti approvati nel quadro della EIDHR di cui beneficiano le ONG indipendenti, in particolare la Lega tunisina per i Diritti dell'Uomo, e lamentano il fatto che questo Paese abbia impedito la partecipazione alla Conferenza di Sana'a a molti rappresentanti della società civile. Per ulteriori informazioni: Joëlle Fiss (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 41075 e-mail : foreign-press@europarl.eu.int Iran: elezioni simili non sono un buon esempio per la regioneRisoluzione comune sull'Iran Doc.: B5-0080/2004 Procedura: Risoluzione comune Dibattito: 12.2.2004 Votazione: 12.2.2004 Il Parlamento europeo, ha adottato una risoluzione comune che condanna nuovamente l'esclusione di numerosi candidati riformatori dalle prossime elezioni in Iran, rammaricandosi per il fatto che «un'elezione che si svolge in circostanze simili non sia un buon esempio per la regione, già fragile, del Medio Oriente allargato». I deputati, infatti, sottolineando che il diritto di candidarsi alle elezioni è un elemento essenziale della vita democratica, sono del parere che le imminenti elezioni non possono essere considerate libere ed eque. Inoltre, deplorano che gli sforzi intrapresi per creare strutture democratiche abbiano subito una brusca battuta d'arresto, «visto che strutture non elette (il Consiglio dei guardiani) hanno dimostrato di essere più forti delle istituzioni direttamente legittimate dal popolo iraniano». Il Parlamento, peraltro, mette in guardia contro il fatto che la mancanza di rispetto per le procedure democratiche «può portare non solo ad un parlamento incapace di legittimarsi, ma anche ad un indebolimento della posizione dell'Iran in seno alla comunità internazionale, e che le relazioni fra l'Unione e l'Iran ne risentirebbero». A tale proposito, ribadendo il proprio costante sostegno al processo di riforma in Iran e riaffermando la propria volontà di rafforzare le relazioni politiche ed economiche tra l'Unione e tale paese, il Parlamento si rammarica per il fatto che non abbia potuto realizzarsi il proprio auspicio di inviare una missione di osservazione delle elezioni a causa della mancanza di sostegno da parte delle autorità iraniane. Tuttavia, l'Aula resta convinta che un dialogo costante fra tutte le pertinenti istituzioni europee e le istanze decisionali iraniane, le varie forze politiche e la società civile sia più importante che mai e accoglie favorevolmente l'intenzione di istituire una delegazione specifica del Parlamento per le relazioni con l'Iran. In tale ambito, i deputati sono disposti ad individuare, al di là della già esistente cooperazione fra l'Unione e l'Iran, altre aree di interesse comune e accoglierebbero con favore una partecipazione più attiva del corpo giudiziario iraniano e del Consiglio dei guardiani al dialogo fra l'UE e l'Iran sui diritti dell'uomo. Il Parlamento, poi, ribadisce che l'Iran ha compiuto un gesto positivo firmando il Protocollo addizionale per le misure di controllo di sicurezza per i materiali nucleari. Infine, chiede al Consiglio e alla Commissione di prendere iniziative comuni con l'Iran per «combattere la produzione di droga in Afghanistan, l'uso di droga in Iran e il transito illegale, attraverso tale paese, di stupefacenti destinati all'Europa, e soprattutto di fornire all'Iran il necessario materiale tecnico che consenta alle autorità competenti di essere più efficaci». Cambogia: fermare gli assassinii politici e punire i khmer rossiRisoluzione comune sulla Cambogia Doc.: B5-0079/2004 Procedura: Risoluzione comune Dibattito: 12.2.2004 Votazione: 12.2.2004 Il Parlamento europeo, ha adottato all'unanimità una risoluzione comune con la quale condanna fermamente l'assassinio «politico» di un sindacalista cambogiano e, d'altra parte, chiede l'istituzione di un tribunale per giudicare i crimini di guerra commessi dai khmer rossi. Il 22 gennaio Chea Vichea, Presidente del Libero sindacato dei lavoratori della Cambogia e membro fondatore del partito Sam Rainsy, è stato assassinato a Phnom Penh. L’attivista era stato costretto a nascondersi in numerose occasioni in seguito a minacce di morte e il «governo non è stato in grado di garantirgli protezione». Il Parlamento, considerando che questo omicidio è l’ultimo di una serie di assassini di cui sono stati vittime lo scorso anno personalità politiche, si rammarica del fatto che finora le indagini della polizia non abbiano portato ad alcun risultato, e «chiede che si faccia tutto il possibile per individuare i mandanti e gli esecutori dell’assassinio di Chea Vichea e di altri omicidi e tentati omicidi» politici. I deputati, pertanto, invitano il governo di Hun Sen a «mettere fine all’impunità che regna nel paese» ed esortano i leader dei partiti politici rappresentati in seno al parlamento a «negoziare seriamente» per giungere alla formazione di un governo, al fine di attuare le riforme e le misure di applicazione della legge che sono assolutamente necessarie per proteggere efficacemente gli attivisti politici e dei diritti dell’uomo dalle persecuzioni. Il Parlamento, poi, ricorda che il 7 febbraio 2004 la Cambogia ha celebrato il 25° anniversario della caduta dei khmer rossi e sottolinea come tutti i leader di quel periodo ancora in vita siano tuttora in libertà, nonostante l'ex primo ministro abbia ammesso il genocidio perpetrato sotto il regime di Pol Pot. Inoltre, i deputati, evidenziando come il governo cambogiano sia giunto ad un accordo con le Nazioni Unite per l'istituzione di un tribunale per i crimini di guerra, chiedono che il parlamento della Cambogia «sia messo nelle condizioni di assumere le proprie funzioni» ratificando quanto prima possibile l’accordo con le Nazioni Unite sull’istituzione di detto tribunale. Infine, il Parlamento ribadisce la propria preoccupazione per la prostituzione infantile nel paese e per il traffico di esseri umani verso, all’interno e dalla Cambogia, destinati al lavoro forzato, inclusa la prostituzione l’accattonaggio e l’adozione. Karachi, i marinai devono essere liberatiRisoluzione comune sulla sorte dei marinai greci e filippini a Karachi Doc.: B5-0078/2004 Procedura: Risoluzione comune Dibattito: 12.2.2004 Votazione: 12.2.2004 Il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione comune con la quale condanna la detenzione dei marinai greci e filippini arrestati a seguito della fuga di petrolio verificatesi dalla petroliera su cui erano imbarcati dopo che questa si è incagliata entrando nel porto di Karachi, in Pakistan. Considerando incontestabile che al momento dell'incidente la nave era agli ordini di un pilota locale ed era entrata nel porto nel momento in cui la marea era troppo bassa per una nave della sua categoria, il Parlamento chiede al governo pachistano di «rimettere in libertà le persone detenute, assicurando che possono essere rimpatriate, nonché di seguire la procedura prevista dal diritto internazionale per assicurare il risarcimento di tutti i danni». Inoltre, i deputati chiedono alla Commissione e al Consiglio di dispiegare i necessari sforzi diplomatici per risolvere il caso. |
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Riforma delle aziende di Stato nei Paesi in via di sviluppo |
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Relazione sulla comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sulla riforma delle aziende di Stato nei paesi in via di sviluppo, in particolare i servizi pubblici: La necessità di valutare tutte le opzioni e sulla comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sulla cooperazione della Comunità europea con i paesi terzi: L'approccio della Commissione ai futuri interventi di sostegno allo sviluppo del settore delle imprese Doc.: A5-0015/2004 Procedura: Iniziativa Dibattito: 9.2.2004 Votazione: 10.2.2004 La Commissione europea ha adottato due comunicazioni sulla riforma delle aziende di Stato e sullo sviluppo del settore delle imprese nei Paesi in via di sviluppo. con 407 voti favorevoli, 58 contrari e 71 astensioni, il Parlamento europeo ha adottato una relazione di Hans MODROW (GUE/NGL, D), la quale riconosce il ruolo positivo del settore privato nello sviluppo e accoglie favorevolmente l'impostazione della Commissione nei confronti dei futuri sostegni per lo sviluppo del settore finanziario nei paesi terzi. I deputati ribadiscono l'obbligo per l'Unione europea di mantenere un atteggiamento neutro rispetto al regime di proprietà delle imprese. Per quanto riguarda la riforma delle aziende di Stato, si ritiene tuttavia che la Commissione dovrebbe basarsi più concretamente sull'esperienza della UE e non rifiutarsi, come ha fatto finora, di realizzare una valutazione trasparente, pubblica e contraddittoria degli effetti della liberalizzazione. I parlamentari concordano con la Commissione nel ritenere che la riforma delle aziende di Stato dei Paesi in via di sviluppo non dovrebbe in alcun caso limitarsi alle privatizzazioni, bensì che le opzioni vadano valutate singolarmente, caso per caso, per prendere una decisione quanto più possibile obiettiva in merito al percorso di riforma da intraprendere. Essi raccomandano alla Commissione, quando uno Stato decide di procedere a una privatizzazione, di chiedere che essa venga effettuata, se possibile, coinvolgendovi in misura significativa gli investitori locali. Viceversa, le soluzioni «di grande respiro», il cui obiettivo è il rilevamento delle aziende statali da parte di imprese e gruppi multinazionali, possono avere effetti secondari negativi, a meno che non siano in linea con l'iniziativa delle Nazioni Unite «Global Compact» avviata da Kofi Annan nel 1999 al Forum economico mondiale di Davos, con gli orientamenti dell'OCSE per le imprese multinazionali e con la risoluzione del Parlamento europeo del 15 gennaio 1999 sulle norme comunitarie applicabili alle imprese europee che operano nei paesi in via di sviluppo. L'Aula chiede di prestare un'attenzione particolare a soluzioni decentrate, elaborate dai Paesi in via di sviluppo, che tornino a beneficio delle PMI e delle microimprese. Si sottolinea inoltre che, in questo contesto, occorre prestare particolare attenzione al miglioramento dell'accesso delle donne ai piccoli prestiti e ai microprestiti, dal momento che esse svolgono un ruolo importante nell'economia locale. Per ulteriori informazioni: Armelle Douaud (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 43806 e-mail : deve-press@europarl.eu.int Assemblea parlamentare pariteticaColette FLESCH (ELDR, L) Relazione sui lavori dell'Assemblea parlamentare paritetica nel 2003 Doc.: A5-0013/2004 Procedura: Iniziativa Dibattito: 9.2.2004 Votazione: 10.2.2004 La relazione è stata approvata con 494 voti favorevoli, 5 contrari e 15 astensioni. Per ulteriori informazioni: Armelle Douaud (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 43806 e-mail : deve-press@europarl.eu.int |
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Più poteri all'agenzia per la sicurezza marittima, ma non contro il terrorismo | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Relazione sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica del regolamento (CE) n. 1406/2002 che istituisce un'Agenzia europea per la sicurezza marittima Doc.: A5-0021/2004 Procedura: Codecisione, prima lettura Dibattito: 11.2.2004 Votazione: 12.2.2004 Il Parlamento europeo ha adottato la relazione di Emmanouil MASTORAKIS (PSE, GR) sulle nuove competenze dell'Agenzia europea per la sicurezza marittima. Essa era stata creata a seguito del naufragio della nave Erika nel dicembre 1999, al fine di assicurare un livello elevato di sicurezza della navigazione marittima e di prevenzione dell'inquinamento causato dalle navi nella Comunità. I deputati appoggiano la proposta della Commissione, che desidera dotare l'agenzia delle risorse necessarie per intervenire con navi speciali concepite per lottare contro l'inquinamento, nonché con attrezzature idonee a raccogliere il gasolio ed altre sostanze tossiche recuperate in mare. Secondo la proposta, l'agenzia avrebbe inoltre un ruolo determinante nella formazione dei marittimi. L'Aula rimane invece piuttosto scettica in merito all'idea di includere dei poteri di sicurezza tra le competenze dell'agenzia. In particolare, si ritiene che essa non dovrebbe avere responsabilità che attengono al terzo pilastro, come la lotta contro il terrorismo, che deve restare in ambito governativo. Per questo motivo, i parlamentari hanno adottato molti emendamenti per chiarire e definire più precisamente il carattere tecnico e complementare di tali mansioni. Ad esempio, le attività dell'Agenzia non devono sollevare gli Stati costieri dalla rispettiva responsabilità di attivare adeguati meccanismi di intervento contro l'inquinamento. Inoltre, dato che il tema della protezione marittima è particolarmente sensibile, il regolamento dovrebbe definire chiaramente i limiti dell'assistenza tecnica che l'Agenzia deve fornire alla Commissione. Per ulteriori informazioni: Ton Huyssoon (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 42408 e-mail : region-press@europarl.eu.int Unità di carico intermodali più sicure e razionaliUlrich STOCKMANN (PSE, D) Relazione sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulle unità di carico intermodali Doc.: A5-0016/2004 Procedura: Codecisione, prima lettura Dibattito: 11.2.2004 Votazione: 12.2.2004 Il Parlamento ha adottato, in prima lettura, una relazione di Ulrich STOCKMANN (PSE, D) riguardo alla proposta di direttiva sulle unità di carico intermodali. La direttiva proposta prevede che in futuro saranno disponibili unità di carico intermodali (UCI) normalizzate più sicure, più razionali e impilabili, che agevoleranno il trasferimento delle merci da una modalità di trasporto ad un'altra. Tutte le UCI in circolazione in Europa saranno soggette a norme riguardanti il mantenimento e i controlli periodici identiche a quelle previste per il traffico internazionale dalla Convenzione sulla sicurezza dei container. La direttiva rafforzerà la sicurezza delle UCI, rendendo obbligatorio l'uso di sistemi di allarme di ultima generazione (ad es., sigilli elettronici) contro i tentativi di scasso. Il testo proposto dalla Commissione propone inoltre la creazione di un'unità di carico intermodale europea (UCIE). Le unità europee sono volte ad associare i vantaggi delle casse mobili e dei container. In questa fase, l'uso delle UCIE non sarà reso obbligatorio. L'Aula ha approvato la proposta della Commissione con diversi emendamenti, di cui alcuni tesi a garantire che i contenitori di Paesi terzi rispondenti ai requisiti della CSC (Convenzione ONU sulla sicurezza dei contenitori) in materia di ispezioni non siano soggetti a ulteriori controlli all'arrivo in Europa e che i requisiti della direttiva relativi alle UCI non possano essere in conflitto con le norme ISO (Organizzazione Internazionale per la Standardizzazione). Per ulteriori informazioni: Ton Huyssoon (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 42408 e-mail : region-press@europarl.eu.int Transito di automezzi pesanti in AustriaIntesa amministrativa CE/Confederazione elvetica - Proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione di un'intesa amministrativa in forma di scambio di lettere tra la Comunità europea e la Confederazione elvetica ai fini dell'applicazione di un regime provvisorio di punti agli automezzi pesanti che attraversano l'Austria & Accordo CE/ Repubblica di Slovenia - Proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione di un accordo in forma di scambio di lettere tra la Comunità europea e la Repubblica di Slovenia ai fini dell'applicazione di un regime provvisorio di punti agli automezzi pesanti che attraversano l'Austria & Accordo CE/Repubblica di Croazia - Proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione di un accordo in forma di scambio di lettere tra la Comunità europea e la Repubblica di Croazia ai fini dell'applicazione di un regime provvisorio di punti agli automezzi pesanti che attraversano l'Austria & Accordo CE/Repubblica iugoslava di Macedonia - Proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione di un accordo in forma di scambio di lettere tra la Comunità europea e la Repubblica iugoslava di Macedonia ai fini dell'applicazione di un regime provvisorio di punti agli automezzi pesanti che attraversano l'Austria Procedura: Consultazione legislativa (Procedura semplificata, articolo 112 del Regolamento del Parlamento) Votazione: 10.2.2004 Gli accordi sono stati approvati. Per ulteriori informazioni: Ton Huyssoon (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 42408 e-mail : region-press@europarl.eu.int Fondo internazionale per l'inquinamento da idrocarburiJosé María GIL-ROBLES GIL-DELGADO (PPE/DE, E) Raccomandazione sulla proposta di decisione del Consiglio che autorizza gli Stati membri a firmare, ratificare o aderire, nell'interesse della Comunità europea, al protocollo del 2003 alla convenzione internazionale del 1992 sull'istituzione di un fondo internazionale per il risarcimento dei danni causati dall'inquinamento da idrocarburi e autorizza Austria e Lussemburgo, nell'interesse della Comunità europea, ad aderire agli strumenti di riferimento Doc.: A5-0042/2004 Procedura: Parere conforme Dibattito: 11.2.2004 Votazione: 12.2.2004 La raccomandazione è stata approvata. Per ulteriori informazioni: Miriam Orieskova (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 31054 e-mail : lega-press@europarl.eu.int Decollano le garanzie internazionali sui beni mobili aeronauticiJoachim WUERMELING (PPE/DE,D) Relazione sulla proposta di decisione del Consiglio sulla conclusione da parte della Comunità della convenzione relativa alle garanzie internazionali sui beni mobili d'equipaggiamento e del suo protocollo relativo alle questioni specifiche dei beni mobili aeronautici, adottati congiuntamente a Città del Capo il 16 novembre 2001 Doc.: A5-0043/2004 Procedura: Consultazione legislativa Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 110 bis del Regolamento del Parlamento Votazione: 10.2.2004 La relazione è stata approvata. Per ulteriori informazioni: Miriam Orieskova (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 31054 e-mail : lega-press@europarl.eu.int oppure Tanja Rudolf (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 31053 e-mail : lega-press@europarl.eu.int |
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Lotta contro l'inquinamento del Mediterraneo | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Relazione sulla proposta di decisione del Consiglio concernente la conclusione del protocollo alla Convenzione di Barcellona per la protezione del mare Mediterraneo dall'inquinamento, relativo alla cooperazione in materia di prevenzione dell'inquinamento provocato dalle navi e, in caso di situazione critica, di lotta contro l'inquinamento del Mediterraneo Doc.: A5-0050/2004 Procedura: Consultazione legislativa Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 110 bis del Regolamento del Parlamento Votazione: 10.2.2004 Il Parlamento europeo ha approvato una relazione di Caroline JACKSON (PPE/DE, UK) che approva la ratifica del protocollo concernente la cooperazione per la lotta contro l'inquinamento nel Mediterraneo da petrolio e da altre sostanze pericolose in casi di emergenza. Esso è stato firmato dalla Comunità a Malta il 25 gennaio 2002, nell'ambito della Convenzione per la protezione del Mediterraneo dall'inquinamento (Convenzione di Barcellona) del 1977. Il Protocollo aggiorna gli strumenti giuridici della Convenzione di Barcellona per farvi rientrare la cooperazione sulla prevenzione dell'inquinamento da parte delle navi, rendere più efficace la cooperazione in caso di incidenti inquinanti e agevolare l'esecuzione dei regolamenti internazionali applicabili a tale fattispecie. La legislazione comunitaria è attualmente più rigorosa delle norme del Protocollo, situazione specificamente prevista all'articolo 20 del Protocollo, secondo cui le parti possono adottare misure interne più rigorose o altre misure conformi alle norme internazionali nelle materia disciplinate dal Protocollo stesso. Per ulteriori informazioni: Leena Maria Linnus (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 42825 e-mail : envi-press@europarl.eu.int Prevenzione dell'inquinamentoMarialiese FLEMMING (PPE/DE, A) Relazione sui progressi nell'attuazione della direttiva 96/61/CE del Consiglio sulla prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento Doc.: A5-0034/2004 Procedura: Iniziativa Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 110 bis del Regolamento del Parlamento Votazione: 10.2.2004 Con 514 voti favorevoli, 10 contrari e 10 astensioni, il Parlamento europeo ha approvato una relazione d'iniziativa di Marialiese FLEMMING (PPE/DE, A) in merito alla direttiva sulla prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento, entrata in vigore nel 1996. L'obiettivo di questa normativa consiste nel prevenire e ridurre in modo integrato l'inquinamento riconducibile a varie attività industriali e agricole, in particolare attraverso l'adozione di misure quali l'utilizzo delle migliori tecniche disponibili (BAT). Per quanto concerne le attuali installazioni, essa garantisce agli Stati membri un periodo di transizione fino all'ottobre 2007. La relazione chiede che l'Unione europea non integri o ampli in questa fase le disposizioni giuridiche in materia, così da dare alle autorità nazionali più tempo per familiarizzarsi con il quadro giuridico attuale. L'Aula sottolinea che, per migliorare l'attuazione della direttiva, occorre potenziare ulteriormente tutte le possibilità di fornire sostegno alle aziende interessate e invita la Commissione a elaborare un «documento d'orientamento», inteso a fornire precisazioni quanto alla nozione di impianto, osservando che è assolutamente necessario coinvolgere l'industria in questo processo. L'Esecutivo è inoltre invitato a elaborare manuali per definire chiaramente i requisiti in materia di efficienza energetica e a chiarire lo status e il ruolo della rete per lo scambio di informazioni e dei «documenti di riferimento» (BREF). I deputati chiedono che la direttiva si applichi anche agli inquinanti atmosferici soggetti al sistema di scambio dei diritti di emissione e raccomandano alla Commissione di prendere in considerazione, in futuro, l'elaborazione di una direttiva specifica sulla prevenzione e riduzione dell'inquinamento prodotto dalle PMI. Per ulteriori informazioni: Leena Maria Linnus (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 42825 e-mail : envi-press@europarl.eu.int |
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Trovare nuove soluzioni per salvare le balene | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Relazione sulla proposta di regolamento del Consiglio che stabilisce alcune misure relative alla cattura accidentale di cetacei nell'ambito della pesca e che modifica il regolamento (CE) n. 88/98 Doc.: A5-0020/2004 Procedura: Consultazione legislativa Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 110 bis del Regolamento del Parlamento Votazione: 10.2.2004 Adottando la relazione di Heinz KINDERMANN (PSE, D), il Parlamento sostiene con alcune riserve le proposte della Commissione sulle misure relative alla cattura accidentale di cetacei nell'ambito della politica comune della pesca. Tenuto conto della inefficacia delle attuali misure previste dalla legislazione comunitaria, l'Esecutivo propone la limitazione generalizzata della lunghezza delle reti da posta derivanti nel mar Baltico, l'uso obbligatorio di dispositivi acustici di dissuasione (i cosiddetti pinger) per determinate attività di pesca che presentano un rischio particolarmente elevato di catture accidentali, nonché l'introduzione di un sistema di vigilanza delle piccole catture accidentali. Il Parlamento ritiene che l'uso di pinger possa avere effetti positivi unicamente a breve termine e in determinate condizioni. Per tale motivo, sostiene che l'uso di siffatti dispositivi acustici debba essere considerata una soluzione temporanea, mentre a lungo termine dovranno essere messi a punto metodi alternativi, come le reti selettive. Inoltre, la relazione prevede che gli investimenti necessari per l'acquisto di pinger, nonché i costi sostenuti dai pescatori per l'adattamento tecnico necessario a seguito del divieto di utilizzare le reti da posta derivanti, sia sovvenzionato dallo strumento finanziario di orientamento della pesca (SFOP). I deputati, poi, chiedono che il regolamento sia rivisto entro giugno 2007 ai fini dell'elaborazione di una normativa quadro che preveda una strategia di conservazione a lungo termine. Infine, la relazione pone l'accento sull'importanza della ricerca nel campo dei metodi alternativi di pesca. Per ulteriori informazioni: Gonçalo Macedo (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 41361 e-mail : fish-press@europarl.eu.int Ricostituzione dello stock di naselloDominique SOUCHET (NI, F) Relazione sulla proposta di regolamento del Consiglio che istituisce misure per la ricostituzione dello stock di nasello settentrionale Doc.: A5-0024/2004 Procedura: Consultazione legislativa Dibattito: 10.2.2004 Votazione: 11.2.2004 Il Parlamento respinge le misure proposte dalla Commissione per la ricostituzione dello stock di nasello settentrionale. Sostenendo che gli stock non siano al di sotto dei limiti biologici di sicurezza, i deputati hanno adottato la relazione di Dominique SOUCHET (NI, F) - con 420 voti favorevoli, 91 contrari e 7 astensioni - che ritiene più opportuno definire un piano di gestione, piuttosto che un piano di ricostituzione dello stock. Di conseguenza, il Parlamento contesta la proposta di riduzione drastica dei TAC e dello sforzo di pesca attraverso misure eccezionali, anche in considerazione delle possibili ricadute negative che essa può avere sul piano socioeconomico. Per ulteriori informazioni: Gonçalo Macedo (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 41361 e-mail : fish-press@europarl.eu.int Migliorare i pareri scientificiCarlos LAGE (PSE, P) Relazione sulla comunicazione della Commissione "Migliorare i pareri scientifici e tecnici per le gestione comunitaria della pesca" Doc.: A5-0023/2004 Procedura: Iniziativa Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 110 bis del Regolamento del Parlamento Votazione: 10.2.2004 La relazione è stata approvata. Per ulteriori informazioni: Gonçalo Macedo (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 41361 e-mail : fish-press@europarl.eu.int Attività di pesca nelle regioni ultraperifericheMargie SUDRE (PPE/DE, F) Relazione sulle regioni ultraperiferiche e il settore della pesca Doc.: A5-0014/2004 Procedura: Iniziativa Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 110 bis del Regolamento del Parlamento Votazione: 10.2.2004 La relazione è stata approvata. Per ulteriori informazioni: Gonçalo Macedo (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 41361 e-mail : fish-press@europarl.eu.int Controllo della pesca nell'Atlantico nordorientaleStruan STEVENSON (PPE/DE, UK) Relazione sulla proposta di regolamento del Consiglio recante modifica del regolamento (CE) n. 2791/1999 che stabilisce alcune misure di controllo applicabili nella zona della Convenzione sulla futura cooperazione multilaterale per la pesca nell'Atlantico nordorientale Doc.: A5-0011/2004 Procedura: Consultazione legislativa Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 110 bis del Regolamento del Parlamento Votazione: 10.2.2004 La relazione è stata approvata. Per ulteriori informazioni: Gonçalo Macedo (Strasburgo) Tel.(33-3) 881 75825 (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 41361 e-mail : fish-press@europarl.eu.int Proteggere le barriere coralline in ScoziaElspeth ATTWOOLL (ELDR, UK) Relazione sulla proposta di regolamento del Consiglio recante modifica del regolamento (CE) n. 850/98 per quanto riguarda la protezione delle scogliere coralline di acque profonde dagli effetti della pesca a strascico in una zona a nord-ovest della Scozia Doc.: A5-0019/2004 Procedura: Consultazione legislativa Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 110 bis del Regolamento del Parlamento Votazione: 10.2.2004 La relazione è stata approvata. Per ulteriori informazioni: Gonçalo Macedo (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 41361 e-mail : fish-press@europarl.eu.int |
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Il programma MEDIA Formazione prolungato fino al 2006 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Relazione sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la decisione n.163/2001/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 gennaio 2001 relativa alla realizzazione di un programma di formazione per professionisti nell'industria del programma audiovisivo europeo (MEDIA-Formazione) (2001-2005) Doc.: A5-0027/2004 Procedura: Codecisione, prima lettura Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 110 bis del Regolamento del Parlamento Votazione: 12.2.2004 La relazione è stata approvata con 409 voti favorevoli, 14 contrari e 16 astensioni. Per ulteriori informazioni: Pernilla Jourde (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 43411 e-mail : cult-press@europarl.eu.int Il programma MEDIA Plus prolungato fino al 2006Valter VELTRONI (PSE, I) Relazione sulla proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la decisione 821/2000/CE del Consiglio del 20 dicembre 2000, relativa alla realizzazione di un programma per incoraggiare lo sviluppo, la distribuzione e la promozione dei lavori audiovisivi europei (MEDIA Plus - Sviluppo, Distribuzione e promozione) Doc.: A5-0028/2004 Procedura: Codecisione, prima lettura Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 110 bis del Regolamento del Parlamento Votazione: 12.2.2004 La relazione è stata approvata. Per ulteriori informazioni: Pernilla Jourde (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 43411 e-mail : cult-press@europarl.eu.int |
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Omologazione dei veicoli a motore | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Relazione sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio concernente l'omologazione dei veicoli a motore e dei loro rimorchi, nonché dei sistemi, componenti ed entità tecniche destinati a tali veicoli Doc.: A5-0025/2004 Procedura: Codecisione prima lettura Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 110 bis del Regolamento del Parlamento Votazione: 11.2.2004 La relazione è stata approvata. Per ulteriori informazioni: Miriam Orieskova (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 31054 e-mail : lega-press@europarl.eu.int OCM carni suineGiuseppe GARGANI (PPE/DE, I) Relazione sulla proposta di regolamento del Consiglio relativo all'organizzazione comune dei mercati nel settore delle carni suine (versione codificata) Doc.: A5-0031/2004 Procedura: Consultazione legislativa Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 158, paragrafo 1 del Regolamento del Parlamento Votazione: 10.2.2004 La relazione è stata approvata. Per ulteriori informazioni: Miriam Orieskova (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 31054 e-mail : lega-press@europarl.eu.int oppure Tanja Rudolf (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 31053 e-mail : lega-press@europarl.eu.int Convenzione sull'aviazione civile internazionaleGiuseppe GARGANI (PPE/DE, I) Relazione sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulla disciplina dell'utilizzazione degli aerei di cui all'allegato 16 della convenzione sull'aviazione civile internazionale, volume 1, parte II, capo 3, seconda edizione (1988) (versione codificata) Doc.: A5-0032/2004 Procedura: Codecisione prima lettura Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 158, paragrafo 1 del Regolamento del Parlamento Votazione: 10.2.2004 La relazione è stata approvata. Per ulteriori informazioni: Miriam Orieskova (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 31054 e-mail : lega-press@europarl.eu.int oppure Tanja Rudolf (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 31053 e-mail
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lega-press@europarl.eu.int
Giuseppe GARGANI (PPE/DE, I) Relazione sulle prospettive per il ravvicinamento del diritto processuale civile nell'Unione europea Doc.: A5-0041/2004 Procedura: Iniziativa Dibattito: 11.2.2004 Votazione: 12.2.2004 La relazione è stata approvata. Per ulteriori informazioni: Miriam Orieskova (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 31054 e-mail : lega-press@europarl.eu.int |
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Veicoli noleggiati senza conducente per il trasporto di merci su strada | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Giuseppe GARGANI (PPE/DE, I) Relazione sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all'utilizzazione di veicoli noleggiati senza conducente per il trasporto di merci su strada (versione codificata) Doc.: A5-0030/2004 Procedura: Codecisione prima lettura Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 158, paragrafo 1 del Regolamento del Parlamento Votazione: 10.2.2004 La relazione è stata approvata. Per ulteriori informazioni: Miriam Orieskova (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 31054 e-mail : lega-press@europarl.eu.int oppure Tanja Rudolf (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 31053 e-mail : lega-press@europarl.eu.int |
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I Paesi in via di adesione diventano membri dello SEE | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Luis BERENGUER FUSTER (PSE, E) Raccomandazione sulla proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione di un accordo sulla partecipazione della Repubblica ceca, della Repubblica di Estonia, della Repubblica di Cipro, della Repubblica di Lettonia, della Repubblica di Lituania, della Repubblica di Ungheria, della Repubblica di Malta, della Repubblica di Polonia, della Repubblica di Slovenia e della Repubblica slovacca allo Spazio economico europeo e di quattro accordi connessi Doc.: A5-0054/2004 Procedura: Parere conforme Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 158, paragrafo 1 del Regolamento del Parlamento Votazione: 10.2.2004 La raccomandazione è stata approvata. Per ulteriori informazioni: Richard Freedman (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 41448 e-mail : indu-press@europarl.eu.int |
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Ricorsi dei deputati del Parlamento europeo | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
José María GIL-ROBLES GIL-DELGADO (PPE/DE, E) Relazione sulla proposta di decisione del Consiglio concernente la modifica degli articoli 51 e 54 dello Statuto della Corte di giustizia relativa al trasferimento addizionale dei ricorsi diretti dalla Corte di giustizia al Tribunale di primo grado Doc.: A5-0046/2004 Procedura: Consultazione legislativa Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 110 bis del Regolamento del Parlamento Votazione: 10.2.2004 La relazione è stata approvata. Per ulteriori informazioni: Miriam Orieskova (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 31054 e-mail : lega-press@europarl.eu.int oppure Tanja Rudolf (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 31053 e-mail : lega-press@europarl.eu.int Statuto della Corte di GiustiziaWilli ROTHLEY (PSE, D) Relazione sul progetto di decisione del Consiglio recante modifica del Protocollo sullo Statuto della Corte di giustizia Doc.: A5-0049/2004 Procedura: Consultazione legislativa Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 110 bis del Regolamento del Parlamento Votazione: 10.2.2004 La relazione è stata approvata. Per ulteriori informazioni: Miriam Orieskova (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 31054 e-mail : lega-press@europarl.eu.int oppure Tanja Rudolf (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 31053 e-mail : lega-press@europarl.eu.int |
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Immunità di Marco Pannella | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
François ZIMERAY (PSE, F) Relazione sulla richiesta indirizzata da Marco Pannella in difesa della sua immunità parlamentare in una procedura giudiziaria pendente presso il Tribunale penale di Roma Doc.: A5-0051/2004 Procedura: Immunità Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 110 bis del Regolamento del Parlamento Votazione: 10.2.2004 Il Parlamento, adottando la relazione di François ZIMERAY (PSE, F), decide di difendere l'immunità e i privilegi di Marco PANNELLA (NI, I) in quanto deputato europeo. Marco Pannella in un comunicato politico diffuso il 23 giugno 2001 attraverso il sito Internet dei Radicali italiani (www.radicali.it) aveva deplorato il modo in cui la giustizia italiana continuava ad occuparsi di pedofilia. A seguito di questa pubblicazione Alfredo Ormanni, magistrato, aveva presentato una denuncia contro l'autore. I deputati, innanzitutto, ricordano che l'articolo 9 del Protocollo sui privilegi e le immunità delle Comunità europee prevede che i membri del Parlamento europeo non possono essere ricercati, detenuti o perseguiti a motivo delle opinioni o dei voti da loro espressi nell'esercizio delle proprie funzioni. Inoltre, aggiungendo che i parlamentari «hanno la responsabilità di partecipare al dibattito politico nella loro circoscrizione e devono dunque essere considerati come nell'esercizio delle loro funzioni, allorché pubblicano su un sito Internet degli articoli su argomenti controversi», la relazione invita il Tribunale penale di Roma a interrompere la procedura giudiziaria pendente. Per ulteriori informazioni: Miriam Orieskova (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 31054 e-mail : lega-press@europarl.eu.int oppure Tanja Rudolf (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 31053 e-mail : lega-press@europarl.eu.int |
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Ordine
del giorno 25-26 febbraio
2004 Mercoledì 25 febbraio 2004 (15:00 - 16:00)
(16:00 - 20:00, 21:00 - 24:00)
Giovedì 26 febbraio 2004 (9:00 - 11:00)
(11:00 - 11:30 ) Votazione
(11:30 - 12:00)
(12:30 - 13:00)
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