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Premio Sacharov conferito all'associazione bielorussa della stampa |
Consegna del Premio Sacharov 2004 14.12.2004 Il Presidente BORRELL ha aperto la seduta solenne dichiarandosi onorato di dare il benvenuto alla delegazione dell'Associazione bielorussa della stampa guidata da Zhanna Litvina, che ha salutato in bielorusso. Il Presidente ha poi ricordato che tra i rappresentanti dell'Associazione vi è la moglie di un giornalista scomparso dal luglio 2000 alla quale ha voluto esprimere la solidarietà del Parlamento «in questo momento difficile». Questo premio, ha spiegato, «è il riconoscimento a professionisti che rischiano la vita» per fornire informazioni ai cittadini. Nel ricordare che, nel mondo, più di 50 giornalisti e 14 collaboratori sono morti espletando il loro lavoro e altri 200 risultano detenuti, il Presidente ha sottolineato che la situazione in Bielorussia non è migliorata nel 2004, considerato che le autorità hanno aumentato la loro pressione sui mezzi di comunicazione. «Libertà è ciò che la società ha il diritto di sapere», e questo non è possibile se lo Stato ha un tale atteggiamento nei confronti dei media, ha detto. Ricordando come le ultime elezioni in Bielorussia non siano state riconosciute legali, il Presidente ha sottolineato i rischi che corre l'Associazione della stampa che, malgrado tutto, continua coraggiosamente a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla necessità di garantire la libertà d'espressione. L'atteggiamento delle autorità bielorusse, ha poi aggiunto, è contrario alla Carta dei Diritti fondamentali e il Parlamento ha deciso di non allacciare nessun rapporto con esse, ma di limitarsi a contatti con la società civile e le ONG. Dichiarandosi rattristato dal fatto che, a 15 anni dalla caduta del muro di Berlino, vi siano ancora divisioni artificiali del Continente, e ricordando che in Bielorussia vige ed è applicata la pena di morte, il Presidente ha quindi affermato che il Premio «ci ricorda che vi sono frontiere che ancora limitano l'applicazione dei nostri valori». Infine, egli ha voluto ricordare il 14° anniversario del conferimento del Premio ad Aung San Suu Kyi, ancora detenuta in Birmania, e per la quale i Parlamento esige la liberazione immediata. Il Parlamento, ha concluso, non dimentica gli insigniti del Premio Sacharov, «continuerà ad appoggiarvi con tutti i mezzi» anche dopo il ritorno in Bielorussia. Zhanna LITVINA considera questo premio come un segno del sostegno del Parlamento europeo a quel movimento democratico in Bielorussia che difende i diritti fondamentali della società civile e che, nel futuro, garantirà il collegamento con l'Unione europea. Il fatto che due organizzazioni bielorusse siano state nominate per il premio Sacharov dimostra quanto la Bielorussia sia al centro dell'attenzione internazionale e come essa costituisca una delle priorità della politica di vicinato dell'UE, ha detto l'oratrice. Ella ha citato un suo collega che ha paragonato la Bielorussia ad «un pezzo del gioco degli scacchi caduto dalla scacchiera». La Presidente dell'Associazione ha denunciato il fatto che le autorità bielorusse abbiano edificato una società chiusa, basata sull'isolamento, sull'ignoranza de valori democratici e su alcuni miti, tra i quali quello che l'Europa sarebbe indifferente al destino della Bielorussia. Esse garantiscono la loro stabilità attraverso il totale controllo sull'informazione, trattata come se fosse una componente del meccanismo amministrativo e uno strumento di propaganda. Essa viene utilizzata per gettare discredito sull'opposizione politica, che non vi può accedere, ha detto. Ella ha denunciato l'imposizione «verticale» dell'ideologia di Stato, nonché il fatto che le critiche al Capo di Stato vengano interpretate come un attentato alla sua dignità. Un'iniziativa dell'Associazione tesa a cancellare le norme del codice penale su quest'ultimo aspetto non ha avuto il sostegno del parlamento bielorusso, ha affermato. Lo stato della libertà d'informazione si è ulteriormente deteriorato durante l'ultima campagna elettorale, ha detto l'oratrice. Ella ha poi formulato una serie di esempi di violazione della libertà di stampa: giornalisti multati, sotto processo o scomparsi, media chiusi o censurati, materiale confiscato. La Presidente dell'Associazione ha denunciato la sospensione delle attività dei giornali come strumento per mandarlo in bancarotta: la discriminazione economica colpisce la stampa indipendente, che soffre delle difficoltà legate alla distribuzione. Cinque pubblicazioni indipendenti vengono stampate in Russia, ha detto. L'oratrice ha sottolineato che la presenza di media indipendenti rimane uno degli ultimi bastioni della società civile e della legalità in Bielorussia. Ella ha chiesto il sostegno dell'Unione europea e ha proposto l'istituzione di un Rappresentante speciale per la Bielorussia, che costituirebbe un messaggio per la popolazione, una buona parte della quale vuole rimanere ancorata all'Europa e non gradisce che il biglietto da visita del Paese abbia la foto di Lukaschenko. La Presidente dell'Associazione ha infine chiesto di organizzare delle audizioni sulla libertà d'informazione in Bielorussia che vedano la partecipazione di membri del Parlamento europeo |
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Un regime europeo in materia d'asilo |
Jean Denise LAMBERT (Verdi/ALE, UK) Relazione sulla procedura d'asilo e la protezione nelle regioni d'origine Doc.: A6-0051/2004 Procedura: Iniziativa Dibattito: 14.12.2004 Votazione: 15.12.2004 Con 321 voti favorevoli, 246 contrari e 13 astensioni, il Parlamento europeo ha adottato una relazione d'iniziativa sulla procedura d'asilo e la protezione nelle regioni d'origine. La relazione di Jean Denise LAMBERT (Verdi/ALE, UK) esamina le due comunicazioni della Commissione: · l'una relativa a «l’ingresso gestito nell’Unione europea delle persone bisognose di protezione internazionale e al rafforzamento della capacità di protezione nelle regioni di origine – Migliorare l’accesso a soluzioni durature» (COM(2004)0410) · l'altra concernente «un regime europeo comune in materia d'asilo più efficace: la procedura unica come prossima tappa» (COM(2004)0503) Esse costituiscono la risposta dell'Esecutivo alle conclusioni del Consiglio europeo di Salonicco del giugno 2003 e affrontano un possibile nuovo approccio a regimi di asilo più accessibili, equi e meglio gestiti. In particolare, si cerca di garantire la protezione di coloro i quali non sono rifugiati politici ai sensi della Convenzione di Ginevra ma non possono tornare a casa in virtù della situazione nei loro Paesi d'origine. L'Aula sollecita la UE e gli Stati membri a garantire di entrare a coloro che necessitano di protezione nella UE in sicurezza e di vedere esaminate in modo adeguato le loro richieste, garantendo la rigorosa osservanza degli standard internazionali in materia di diritti umani e di diritto dei rifugiati e in particolare il principio del "non respingimento" (ossia gli Stati devono consentire ai richiedenti in buona fede l'asilo l'ingresso sul territorio). I deputati deplorano che i progressi nell'adozione del programma legislativo per la prima fase di un regime europeo comune in materia di asilo siano avvenuti «con ritardi e con un'armonizzazione basata sul minimo comun denominatore tra gli Stati membri». Essi reputano che gli obiettivi del suddetto regime dovrebbero essere i seguenti: · migliorare la qualità delle decisioni in materia di asilo nell'Unione europea · aiutare i Paesi a concedere un'efficace protezione ai richiedenti asilo e ai rifugiati, utilizzando quale criterio di riferimento le norme internazionali in materia di diritti umani · trattare le domande di protezione al livello più prossimo possibile alle necessità e regolare l'accesso sicuro all'UE mediante l'arrivo in modo ordinato e organizzato di alcune delle persone bisognose di protezione internazionale · rispettare il principio di solidarietà e equa ripartizione delle responsabilità · definire un approccio integrato finalizzato all'introduzione di un processo decisionale tempestivo ed efficiente in materia d'asilo e di procedure di rimpatrio eseguibili I parlamentari considerano che il sostegno dei richiedenti asilo nella loro regione d'origine debba essere un'azione complementare rispetto a una procedura comune in materia d'asilo nell'UE basata su norme elevate e stabilita nel pieno riconoscimento dei nostri obblighi internazionali. Essi sottolineano che il potenziamento della capacità di protezione nelle regioni d'origine e l'istituzione delle procedure di ingresso protetto (PIP) consentono di garantire un ingresso nell'UE ordinato e prevedibile, mantenendo nel contempo il diritto vigente di presentare domanda d'asilo a seguito di arrivo spontaneo in uno Stato membro dell'UE. I deputati ritengono che i centri di accoglienza per le persone che vogliono emigrare situati nel paese di transito finale non debbano essere presi in considerazione nella ricerca di soluzioni durevoli nella regione, in quanto essi sollevano molte questioni circa la capacità di soddisfare gli obblighi internazionali in materia di diritti umani. Inoltre, essi chiedono alla Commissione e al Consiglio di «cambiare radicalmente la politica di ritorno e di riammissione che dà la stura ai voli charter europei per rimandare immigranti nei loro paesi d'origine». Per ulteriori informazioni: Danny de Paepe (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 42531 e-mail : libe-press@europarl.eu.int Una base scientifica per la politica europea antidroga Giusto CATANIA
(GUE/NGL, IT) Al termine di un voto serrato, che ha visto l'adozione della relazione di Giusto CATANIA (GUE/NGL, IT) raccogliere 285 voti favorevoli, 273 contrari e 23 astensioni, il Parlamento europeo ha preso posizione sulla strategia europea in materia di lotta contro la droga. I deputati ritengono che il tema non possa essere affrontato dai singoli Stati membri individualmente e che, in ogni caso, le politiche nazionali di lotta contro la droga debbano essere fondate su un approccio scientifico e non su impulsi di natura emozionale. Il Consiglio europeo del 16 e 17 dicembre dovrebbe prendere atto dell'adozione, da parte del Consiglio, di una nuova strategia europea in materia di droga per il periodo 2005-2012 e approvarne l'impostazione e le principali linee di azione, invitando probabilmente la Commissione a presentare proposte nel 2005 per attuare tale strategia. L'Aula chiede che, in occasione del Vertice, si consegua «un approccio integrato, multidisciplinare ed equilibrato del problema della droga che tenga anche conto degli incoraggianti risultati ottenuti, ampiamente documentati dai vari Stati membri nonché da altri paesi europei che attuano politiche alternative sugli stupefacenti». I deputati, in particolare, ritengono che la nuova strategia europea non dovrebbe essere adottata prima di conoscere i risultati ottenuti per mezzo della strategia attuale. I parlamentari chiedono di dare priorità alla protezione della vita e della salute degli utilizzatori di sostanze illecite e al miglioramento del loro benessere. Essi precisano che il Consiglio dovrebbe aumentare la disponibilità di programmi di riduzione del danno, in particolare la diffusione dell'AIDS e di altre malattie trasmesse attraverso il sangue tra gli utilizzatori di droghe. I deputati chiedono inoltre che il Consiglio fissi delle norme minime relative alle misure di riabilitazione, piuttosto che concentrarsi sulla post terapia con succedanei delle droghe. Con 284 voti favorevoli, 280 contrari e 12 astensioni, il Parlamento propone di organizzare, a livello europeo, «un'iniziativa preventiva annuale istituendo, in via sperimentale, centri facilmente accessibili per la riduzione del danno e per la strategia antiproibizionista». L'Aula ha adottato un emendamento del gruppo socialista che chiede di adottare misure adeguate per evitare che i profitti economici derivanti dal traffico illegale di droga possano finanziare il terrorismo internazionale, e applicare la legislazione vigente in materia di confisca dei beni e di lotta contro il riciclaggio dei capitali, anche sostenendo la legislazione antimafia italiana che prevede il riutilizzo per fini sociali dei beni (profitti) confiscati alle organizzazioni criminali. Per ulteriori informazioni: Pia Siitonen (Strasburgo) Tel.(33-3) 881 73612 (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 41498 e-mail : libe-press@europarl.eu.int 1.200.000 auto rubate: occorre un approccio europeo Carlos COELHO
(PPE/DE, PT) Nel 2001, il furto di 1.200.000 auto in Europa ha generato un «fatturato» di 10 miliardi di euro alla criminalità. Se molte di queste auto sono state ritrovate (63% nel 2001), una parte considerevole, le più care, «scompaiono in direzione dell'Africa, del Medio Oriente e dell'Europa orientale». E' quanto risulta al governo olandese che, assieme a quello britannico, ha presentato un'iniziativa ai fini dell'adozione di una «decisione del Consiglio relativa alla lotta contro la criminalità connessa con veicoli e avente implicazioni transfrontaliere». Nel presentare l'iniziativa, la delegazione olandese osserva che la criminalità connessa ai furti d'auto costituisce un «punto di cerniera per molte altre forme di criminalità», come il traffico di stupefacenti o di armi, se non addirittura la tratta degli esseri umani. L'obiettivo della proposta di decisione è di definire un approccio europeo al problema, «dato che gli autori di tali criminalità non si arrestano alle frontiere nazionali» e, d'altra parte, per individuare i criminali e ritrovare i veicoli «è necessario un approccio tempestivo». Presentata nel gennaio 2004, l'iniziativa riprende il lavoro analitico finora realizzato e ha lo scopo di completare la dimensione vincolante in termini giuridici di alcune delle raccomandazioni elaborate. Essa contiene proposte specifiche in materia di cooperazione tra competenti autorità nazionali nonché con il settore privato (assicurazioni e costruttori), l'introduzione di punti di contatto sui reati connessi ai veicoli e di regolari incontri tra loro, la segnalazione dei furti di veicoli e di certificati di immatricolazione in bianco, la registrazione e la prevenzione di abusi con documenti di immatricolazione di veicoli, Europol, la promozione di specializzazioni e formazioni e la conclusione di accordi con paesi terzi. L'iniziativa è stata modificata notevolmente nel mese di luglio ma tali variazioni non sono ancora state trasmesse al Parlamento il quale, pertanto, si è pronunciato sul testo originale. In tale ambito, adottando la relazione di Carlos COELHO (PPE/DE, PT), l'Aula accoglie favorevolmente l'iniziativa pur non condividendone la forma. In effetti, alcuni suoi elementi, a parere del Parlamento, fanno parte del primo pilastro e, pertanto, non possono essere oggetto di un'iniziativa del terzo pilastro. Piuttosto che respingere l'iniziativa come ha fatto la Commissione, il Parlamento ha quindi cancellato quei riferimenti alla registrazione dei veicoli che, appunto, rilevano del primo pilastro. D'altra parte, il Parlamento ha particolarmente apprezzato la creazione di punti nazionali di contatto, per i quali chiarisce che oltre allo scambio di esperienze, conoscenze specialistiche e informazioni generali e tecniche riguardo alla criminalità legata ai furti d'auto, possono procedere allo scambio di informazioni sui metodi e sulle prassi migliori in materia di prevenzione, ma non alla trasmissione di dati personali. La relazione, inoltre, accoglie con favore anche la promozione di specializzazioni e di formazioni nel settore della prevenzione e dell'investigazione. Osservando come numerosi organismi paneuropei e organizzazioni private abbiano già creato prassi efficaci per lottare contro i furti d'auto, il Parlamento ritiene opportuno «incentivare attivamente una stretta cooperazione» tra le competenti autorità nazionali e tali organismi. I deputati, infine chiedono alla Commissione di elaborare un piano esaustivo di azione per prevenire e combattere la criminalità organizzata connessa ai furti d'auto, includendo uno schema dei vari atti legislativi necessari per far fronte al problema. La situazione in Italia Secondo i dati dell'Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici (ANIA), in Italia, nel 2001 sono state rubate 211.000 auto. Tale cifra è però diminuita del 3,5% nel 2002 per scendere a 203.700 furti e di un ulteriore 5% nel 2003 fino a 193.000 furti. Quest'ultimo dato corrisponde a 530 furti d'auto al giorno, uno ogni 3 minuti. I ritrovamenti, nel 2002, hanno riguardato circa il 54% delle auto. Le regioni italiane più a rischio sono la Campania, il Lazio, la Lombardia. |
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Russia: sì al dialogo politico che porti a risultati concreti |
Risoluzione comune sul vertice UE-Russia svoltosi il 25 novembre 2004 all'Aia Doc.: B6-0197/2004 Procedura: Risoluzione comune Dibattito: 02.12.2004 Votazione: 15.12.2004 Con 547 voti favorevoli, 30 contrari e 10 astensioni, il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione comune con la quale deplora che nel corso del XIV vertice UE-Russia svoltosi all'Aia «non siano stati effettuati progressi concreti sulla creazione dei quattro spazi comuni» di libertà, sicurezza e giustizia, sicurezza esterna, educazione e cultura. Tuttavia, prende atto «dell'ambizione di approfondire il dialogo su tutta una serie di questioni come le minoranze, i diritti dell'uomo e le libertà fondamentali», auspicando che tale dialogo «porterà a risultati concreti».
I deputati, inoltre, invitano la Commissione e il Consiglio ad avvalersi pienamente degli strumenti e dei programmi esistenti a sostegno dello sviluppo della società civile in Russia e insistono sulla necessità che i futuri strumenti «siano finalizzati al rafforzamento della democrazia e del rispetto dello Stato di diritto». D'altra parte, citando la facoltà del Presidente russo di nominare i giudici della Corte suprema e i sindaci delle grandi città, essi esprimono inquietudine «per la direzione presa dal processo democratico in Russia e per l'ulteriore concentrazione di poteri nelle mani del governo centrale di Mosca». E' espressa quindi preoccupazione «nei confronti dei rigidi controlli sui media e delle restrizioni alla libertà di stampa».
Il Parlamento, pur riconoscendo alla Russia un particolare interesse per il mantenimento di buone relazioni con molti dei paesi limitrofi, quali la Bielorussia e l'Ucraina, sottolinea tuttavia che la Russia «dovrebbe attenersi al principio di non interferenza negli affari interni di Stati sovrani, in particolare nel caso di elezioni» e si dice preoccupato a seguito delle tensioni nelle relazioni UE-Russia, dovute a fatti recenti, innanzitutto in Ucraina.
Nel condannare fermamente i recenti attentati terroristici perpetrati contro la popolazione in Russia e in altri paesi vicini, i deputati accolgono con soddisfazione le misure volte a rafforzare la cooperazione UE-Russia in materia di antiterrorismo, ma ribadiscono che tali misure vanno attuate «nel pieno rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e non debbono intaccare i diritti democratici o la società civile». D'altra parte, il Parlamento si dice profondamente preoccupato a seguito delle «persistenti e ricorrenti violazioni in massa delle leggi umanitarie e dei diritti dell'uomo nei confronti della popolazione cecena ad opera delle forze militari russe» e invita la Russia ad adoperarsi a favore di un processo di riconcializione. I deputati, quindi, ribadiscono che «non esiste una soluzione militare del conflitto, ma solo una soluzione politica, negoziata e globale».
L'Aula sottolinea poi la necessità che l'Unione europea e la Russia approfondiscano la cooperazione volta a conseguire l'obiettivo comune di potenziare le organizzazioni multilaterali quali le Nazioni Unite e l'Organizzazione mondiale del commercio e invita l'UE e la Russia a coordinare la proprie posizioni sulla riforma del sistema dell'ONU, in particolare del suo Consiglio di sicurezza. La risoluzione, peraltro, plaude alla ratifica del Protocollo di Kyoto sui cambiamenti climatici e sottolinea gli effetti positivi di una tale ratifica sul rafforzamento del partenariato strategico a lungo termine tra l'UE e la Russia. In tale contesto, le due parti sono invitate a moltiplicare gli sforzi per migliorare l'efficienza energetica e per sviluppare energie che non producano emissioni di CO2. D'altra parte, il Parlamento deplora l'annuncio del Presidente Putin relativo allo sviluppo, da parte della Russia, di nuove armi nucleari.
Per ulteriori informazioni: Marjory van den Broeke (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 44304 e-mail : foreign-press@europarl.eu.int |
Pesticidi negli alimenti: limiti europei armonizzati e garanzie ai consumatori |
Robert William STURDY (PPE/DE, UK) Raccomandazione per la seconda lettura relativa alla posizione comune del Consiglio in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio concernente i livelli massimi di residui di antiparassitari nei o sui prodotti alimentari e mangimi di origine vegetale e animale e che modifica la direttiva 91/414/CEE del Consiglio Doc.: A6-0049/2004 Procedura: Codecisione, seconda lettura Dibattito: 14.12.2004 Votazione: 15.12.2004 Più attenzione e garanzie ai consumatori, anche con il ricorso alla pubblicazione di liste nere. E' quanto chiede la relazione di Robert STURDY (PPE/DE, UK) sul progetto di regolamento concernente i livelli massimi di residui di antiparassitari nei prodotti alimentari di origine vegetale e animale, adottata dal Parlamento europeo in seconda lettura della procedura di codecisione. Il progetto di regolamento è inteso a sostituire le quattro direttive del Consiglio sui livelli massimi di residui (LMR) per i prodotti fitosanitari. Tale regolamento, una volta entrato in vigore, comporterà una armonizzazione di tutti gli LMR per i prodotti fitosanitari che, dopo un periodo transitorio di immissione graduale, saranno fissati unicamente a livello europeo. Attualmente, infatti, gli Stati membri possono stabilire propri LMR, nei casi in cui non ne esistano a livello comunitario. L'Autorità europea per la sicurezza alimentare (AESA), la Commissione e le autorità degli Stati membri saranno coinvolte, a diverso titolo, in questo processo che porterà alla definizione di LMR per circa 1.000 pesticidi e 160 varietà coltivate. La Plenaria ha adottato una serie di emendamenti di compromesso accettati da tutti i gruppi politici e preventivamente concordati con il Consiglio. Di conseguenza la procedura sarà presto chiusa e il regolamento adottato formalmente. Nel corso del dibattito in Aula, il relatore ha sottolineato come il regolamento in esame rappresenti un «precursore della direttiva REACH» sui prodotti chimici. A tale proposito, ha voluto ringraziare i colleghi degli altri gruppi politici per il loro sostegno che gli ha consentito di usufruire di una «posizione di forza nel negoziato del Consiglio». Egli si è poi augurato che una tale collaborazione possa ripetersi anche nel caso della direttiva REACH, la cui relazione è stata definita «una delle più importanti all'esame del Parlamento». Tra gli obiettivi del regolamento, i deputati tengono a precisare che la fissazione di disposizioni comunitarie armonizzate sui LMR deve tenere conto «in particolare della necessità di garantire un elevato livello di tutela dei consumatori». Occorre quindi «dare la priorità alla salute pubblica rispetto agli interessi di protezione dei vegetali». Viene pertanto precisato che gli LMR «dovrebbero essere fissati al livello più basso ottenibile per ciascun pesticida compatibilmente con la buona pratica agricola» e sul più basso livello di esposizione dei consumatori «necessario per proteggere i consumatori vulnerabili» come i bambini e i nascituri. Il Parlamento, inoltre, chiede agli Stati membri di pubblicare ogni anno su Internet i risultati del monitoraggio nazionale dei residui. In caso di superamento degli LMR, gli Stati membri possono rendere noti i nominativi «dei dettaglianti, dei distributori e dei produttori interessati». Queste liste nere, avrebbero lo scopo di garantire che i consumatori «siano adeguatamente informati». Le definizioni di taluni termini utilizzati nel regolamento sono poi chiarite. La «buona pratica agricola», per esempio, implica anche «l'applicazione dei principi del controllo antiparassitario integrato in una data zona climatica», nonché il ricorso a quantità minime di antiparassitari e la fissazione di LMR, anche temporanei, «al livello più basso che consente di ottenere l'effetto desiderato». Inoltre, la «dose acuta di riferimento», ossia la quantità stimata di una sostanza in un alimento che può essere ingerita nel corso di una giornata senza rischi significativi per i consumatori, è fissata sulla base dei dati prodotti da studi appropriati, «tenendo conto dei gruppi sensibili di consumatori, come i bambini e i nascituri». Si dovranno considerare gruppi sensibili anche nella fissazione della «dose giornaliera ammissibile» presente in un alimento che può essere ingerita quotidianamente durante tutto l'arco della vita senza rischi significativi per i consumatori. La situazione in Italia Giova sottolineare che, dalla relazione annuale 2002 di sorveglianza sui residui di pesticidi nell'Unione europea, la Commissione rivela che in Italia il 70% dei campioni di ortofrutticoli e cereali, freschi e trasformati, risultava esente da residui, contro un media del 56% registrata a livello comunitario (compresi i paesi dello Spazio Economico Europeo). Viceversa, solo l'1,1% dei campioni analizzati ha segnato un valore superiore ai Livelli Massimi di Residui definiti (nazionali o comunitari), contro una media europea del 3,4%. D'altra parte, l'Italia è il Paese più biologico d'Europa. Nel 2002, indicano i dati Eurostat, con 49.489 aziende biologiche (o in conversione) su un totale di 139.046 aziende dei 15 Stati membri dell'Unione, la superficie biologica o in conversione italiana copriva 1.168.212 ettari, ossia il 24,4% dell'area biologica dell'UE a 15. Per ulteriori informazioni: Leena Maria Linnus (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 42825 e-mail : envi-press@europarl.eu.int |
EUROPASS aiuta la mobilità professionale |
Ljudmila NOVAK (PPE/DE, SI) Raccomandazione per la seconda lettura relativa alla posizione comune del Consiglio in vista dell'adozione della decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa ad un quadro comunitario unico per la trasparenza delle qualifiche e delle competenze (Europass) Doc.: A6-0056/2004 Procedura: Codecisione, seconda lettura Dibattito: 13.12.2004 Votazione: 14.12.2004 Adottando la raccomandazione per la seconda lettura di Ljudmila NOVAK (PPE/DE, SI), il Parlamento approva la posizione comune del Consiglio sul quadro comunitario unico per la trasparenza delle qualifiche e delle competenze (Europass) che entrerà in vigore il 1° gennaio 2005. La proposta Europass è volta alla creazione di una raccolta uniforme di documenti che consentano ai cittadini di illustrare in modo comprensibile, coerente e trasparente a livello internazionale le loro capacità, competenze e qualifiche quando presentano la propria candidatura nel proprio paese d'origine o all'estero. Incoraggiando la trasparenza e la comparabilità delle qualifiche e delle competenze, la proposta mira a facilitare la mobilità professionale o connessa all'apprendimento. Il portafoglio EUROPASS, che sarà lanciato ufficialmente in occasione di una conferenza speciale il 31 gennaio e il 1° febbraio 2005, comprende i cinque documenti seguenti: · il Curriculum vitae Europass; · l'Europass-Mobility, che registra tutte le esperienze di mobilità transnazionale a fini di apprendimento rispondenti a determinati criteri qualitativi; · il supplemento al diploma Europass, che è il documento messo a punto per aumentare la trasparenza dei diplomi di istruzione superiore; · il Portfolio Europass delle lingue, in cui sono registrate le conoscenze linguistiche; · il supplemento al certificato Europass, che riguarda la formazione professionale. Il Consiglio, peraltro, suggerisce che il logo Europass figuri su tutti questi documenti. Quando si candidano per un lavoro i cittadini possono utilizzare, a propria scelta, tutti o alcuni dei documenti Europass. La loro utilizzazione non è quindi obbligatoria. Il portafoglio, inoltre, potrà essere completato ulteriormente con altri documenti, per esempio, relativi alle tecnologie dell'informazione. Ciascuno Stato membro dovrà designare un Centro Nazionale Europass cui sarà affidato il coordinamento di tutte le attività previste. Tali centri, organizzati in rete con il coordinamento della Commissione, dovranno occuparsi della gestione dei documenti di trasparenza e della loro diffusione, così come della creazione e dell'aggiornamento di un sito d'informazione sulla mobilità e l'occupazione. Per ulteriori informazioni: Pernilla Jourde (Bruxelles) Tel.(32-2) 28 43411 e-mail : cult-press@europarl.eu.int |
Strategia politica 2004-2009 |
Risoluzione comune sugli orientamenti di strategia politica della Commissione Barroso Doc.: B6-0205/2004 Procedura: Risoluzione comune Dibattito: 14.12.2004 Votazione: 16.12.2004 Con 284 voti favorevoli, 154 contrari e 17 astensioni, l'Aula ha adottato una risoluzione comune dei gruppi PPE/DE, ALDE/ADLE e UEN sugli orientamenti di strategia politica della Commissione per i prossimi cinque anni che, secondo i deputati, deve costituire «un vero e proprio viatico tale da consentire al Parlamento europeo di seguire, valutare e pronunciarsi sui risultati ottenuti nei prossimi anni».
1. accrescere la competitività e il dinamismo dell'economia sociale e di mercato dell'Europa, basata sullo sviluppo sostenibile, 2. garantire la coesione e il consolidamento dell'Europa corroborati dal successo dell'ampliamento, 3. sviluppare un'area di libertà, sicurezza e giustizia e al tempo stesso tutelare i diritti fondamentali dei cittadini, 4. fare dell'Europa una forza più incisiva ed efficace nel creare un mondo più sicuro e più prospero, 5. migliorare la qualità di vita dei cittadini europei, 6. fare in modo che l'Europa lavori meglio e si avvicini di più al cittadino;
Un'Europa più competitiva e più coesa
Il Parlamento invita il Presidente della Commissione Barroso «a tener fede e a portare avanti» il suo impegno a favore del rafforzamento della competitività europea. A tale proposito ritiene che la riforma economica strutturale sia di fondamentale importanza per «mettere l'Europa al lavoro», accrescendo così al massimo le prospettive di occupazione, di investimento e di crescita per i cittadini.
Nel ribadire il loro appoggio alla strategia di Lisbona, i deputati ritengono tuttavia che essa «prevede un numero eccessivo di obiettivi, spesso in contrasto tra loro». Per tale motivo esortano la Commissione «a mettere in atto uno sforzo politico significativo per razionalizzare e riorientare la strategia di Lisbona verso l’obiettivo fondamentale, ossia l'obiettivo di crescita sostenibile e di creazione di posti di lavoro, definendo un calendario più preciso per il raggiungimento dei suoi obiettivi nei prossimi cinque anni». Il Parlamento, inoltre, sottolinea che la strategia europea in materia di competitività deve «basarsi sull'eccellenza nel settore dell'istruzione, della formazione e della ricerca, dei servizi pubblici e delle infrastrutture di alta qualità, dell'integrazione sociale, delle migliori condizioni di lavoro, di un migliore equilibrio tra i lavoro e la vita personale e su un ruolo guida nel mondo in termini di tecnologie e standard ambientali».
In considerazione del problema dell’invecchiamento della popolazione, accanto a quello dell’intensificazione della concorrenza internazionale, secondo i deputati la Commissione dovrebbe dar prova di maggiore iniziativa, «proponendo strategie mirate a rendere i mercati del lavoro più flessibili e a promuovere riforme dei sistemi previdenziali nazionali».
L'Unione europea, per il Parlamento, dovrebbe riservare un posto di primo piano a nuove misure specifiche destinate alla realizzazione del mercato unico (soprattutto nei settori dell'energia, dei trasporti, delle telecomunicazioni e dei servizi finanziari) e attuare una politica di mercato interno che dia la priorità agli interessi dei consumatori e alla coesione sociale. In tale ambito, dovrebbe quindi essere incoraggiata l'adozione di norme sociali e ambientali annettendo particolare attenzione ai diritti dei consumatori, «mentre lo sviluppo del mercato interno non dovrebbe essere in contraddizione con i diritti dei cittadini ad avere servizi di interesse generale accessibili e di qualità».
Ritenendo la coesione un principio fondamentale dei trattati e della futura Costituzione europea, il Parlamento ribadisce la necessità di garantire una sufficiente dotazione degli strumenti finanziari per realizzare gli obiettivi dell'Unione. La Commissione, pertanto, dovrebbe privilegiare lo sviluppo di una politica regionale credibile per tutti gli Stati membri, mentre i Fondi strutturali e il Fondo di coesione dell’Unione europea dovrebbero contribuire attivamente a ridurre le disparità regionali, ad ammodernare l’economia europea e a garantire la coesione regionale e sociale.
Il Parlamento, infine, si dice fermamente convinto che solo la revisione del Patto di stabilità e di crescita consenta di instaurare nell'UE un ambiente economico solido e dinamico. Esso deve costituire «un forte baluardo contro l'irresponsabilità fiscale», ma al contempo mantenere «la flessibilità necessaria ad assicurare che l'Europa massimizzi il suo potenziale di crescita senza mettere a repentaglio la stabilità dei prezzi».
Un'area di libertà, sicurezza e giustizia
Il Parlamento ritiene che l'Europa debba adottare un «approccio comune più risoluto» al problema della sicurezza e sviluppare un'azione di controterrorismo efficace e coordinata. In questo processo, tuttavia, i deputati sottolineano l'importanza di garantire «il giusto equilibrio tra le esigenze connesse con l'applicazione delle leggi e la protezione delle libertà fondamentali e dei dati personali». La Commissione poi dovrebbe formulare definizioni comuni più chiare di alcuni reati gravi aventi una dimensione transfrontaliera, segnatamente il terrorismo, il traffico di stupefacenti e di esseri umani, il riciclaggio di denaro e la cybercriminalità. Essa, inoltre, dovrebbe privilegiare il rafforzamento del coordinamento tra le forze di polizia, gli organi giudiziari e i servizi di intelligence degli Stati membri e presentare nuove proposte volte a rafforzare Europol e Eurojust, «garantendo piena responsabilità parlamentare e rispetto delle norme in materia di protezione delle informazioni». L'Aula, peraltro, chiede l’adozione di misure più forti a livello di Unione europea intese a consentire il congelamento dei beni e il blocco dei finanziamenti alle persone implicate in attività terroristiche e in altre forme di grave criminalità.
Il Parlamento sostiene poi la necessità di chiarire le norme sul diritto di asilo, di definire procedure più rapide per determinare gli aventi diritto e di concludere accordi di riammissione con i paesi terzi. Vanno inoltre stabilite «distinzioni più chiare tra richiedenti asilo, migranti economici e profughi temporanei in tempi di guerra» per garantire loro un trattamento differenziato. La Commissione, inoltre, dovrebbe promuovere una politica comune di asilo e di immigrazione equa, «rafforzata da una politica attiva di inserimento sociale e di integrazione», mentre è necessario «adottare norme più coerenti e più logiche in materia di visti» e «mettere in atto partenariati efficaci con i paesi terzi per ridurre, alla fonte, l'immigrazione clandestina». E' poi sottolineata la necessità di rafforzare ulteriormente le frontiere esterne dell'UE mediante la creazione di un corpo europeo di guardie di frontiera.
I deputati, infine, chiedono che venga istituita un'Agenzia europea per i diritti fondamentali col compito di vigilare affinché vengano effettivamente rispettati. Un’Europa più forte in un mondo più sicuro
Il Parlamento ritiene che, «ai fini della prosperità e della pace», sia importante che l’Europa utilizzi i prossimi cinque anni per «proiettare la stabilità tra i paesi vicini, promuovere la democrazia, i diritti dell’uomo e il buon governo nel mondo, estendere il libero scambio a livello internazionale e favorire lo sviluppo sostenibile». I deputati, peraltro, si dicono persuasi che ci si dovrebbe impegnare al massimo nella promozione della stabilità regionale e della democrazia «per dare maggiore omogeneità e coerenza alle azioni esterne dell'Unione».
L'Aula attribuisce notevole importanza alle politiche di prossimità recentemente varate, considerandole «potenti strumenti atti a promuovere la stabilità, la prosperità, i diritti umani, la democrazia, il buongoverno e lo Stato di diritto in Europa e nelle sue immediate vicinanze, anche nel bacino mediterraneo». Riafferma poi che il multilateralismo «resta il migliore modo di individuare e affrontare le minacce, garantire la pace e la sicurezza mondiale e combattere effettivamente i cambiamenti climatici» e chiede quindi un sostegno costante per la creazione e l'attuazione di strumenti multilaterali da parte dell'UE nell'ambito delle Nazioni Unite.
Andrebbe inoltre riveduta la politica comunitaria di sviluppo, aumentandone fino allo 0,7% del PIL la spesa totale, al fine di promuovere la democrazia, i diritti dell’uomo e il buon governo nei paesi meno favoriti, nonché di realizzare il progresso economico, lo sviluppo sostenibile e gli obiettivi di sviluppo del Millennio, «nel quadro di un processo fondato su una maggiore condizionalità dei prestiti nonché su una maggiore coerenza e decentralizzazione dei programmi di aiuto».
Il Parlamento chiede infine alla Commissione di rafforzare e adeguare le strategie di partenariato con gli attuali grandi attori mondiali - «in particolare gli Stati Uniti» - con i quali l'Esecutivo dovrebbe creare condizioni tali da permettere una maggiore cooperazione. Tale cooperazione dovrebbe riguardare segnatamente la lotta contro il terrorismo «e soprattutto le sue cause»; la rivitalizzazione del processo di pace in Medio Oriente «con il riconoscimento di uno Stato palestinese duraturo e il rispetto della sicurezza di Israele»; l'avvio del nuovo round di sviluppo di Doha; il superamento degli altri ostacoli agli scambi e agli investimenti transatlantici, «al fine di completare il mercato transatlantico entro il 2015».
Una migliore qualità della vita
Il Parlamento invita la Commissione ad adoperarsi per migliorare la qualità della vita e la protezione sociale in Europa attraverso una serie di politiche a favore del lavoro e dello studio, della riduzione della povertà, del miglioramento dell'ambiente e della sicurezza degli alimenti, di un uso più efficiente dell'energia, di una liberalizzazione equilibrata dei mercati dei trasporti, nonché di un'agricoltura e di una pesca sostenibili.
La Commissione è quindi invitata «a raddoppiare gli sforzi» in particolare per garantire un’azione a livello mondiale in materia di cambiamento climatico, passando alla fase II del Protocollo di Kyoto e studiando nel contempo altre possibilità di sviluppo dei meccanismi di mercato per far fronte a questa e ad altre sfide ambientali. Inoltre, il Parlamento chiede all'Esecutivo di «sostenere i progressi significativi che sono già stati realizzati nella riforma della politica agricola comune onde renderla più aperta, efficiente, decentrata, reattiva nei confronti del mercato, nonché più rispettosa nei confronti dei consumatori e dell’ambiente» e di proseguire la riforma della politica comune della pesca, «che preveda anche la creazione di un Fondo europeo della pesca».
Un’Europa più efficiente e più vicina ai cittadini
Il Parlamento invita la Commissione «a presentare idee innovative» che permettano di concretizzare maggiormente il concetto di cittadinanza europea, in modo tale che l’Europa offra vantaggi tangibili alle persone nella vita di tutti i giorni.
La Commissione deve quindi accelerare i lavori volti alla semplificazione e alla riduzione della legislazione comunitaria, nonché «dedicarsi maggiormente di quanto non abbia fatto in passato a garantire un'attuazione efficace della legislazione esistente» e garantire il buon recepimento e la buona applicazione nella legislazione comunitaria negli Stati membri, prevedendo in particolare «ricorsi giurisdizionali più proattivi in caso di gravi violazioni».
Le prospettive finanziarie già proposte dalla Commissione per il periodo successivo al 2006, secondo i deputati, devono «tenere debitamente conto degli sviluppi registrati dalla scorsa primavera, riflettere le priorità della nuova Commissione (...) e durare per un periodo corrispondente alla durata dei mandati del Parlamento e della Commissione».
Nel sottolineare la necessità che la Commissione prosegua la sua riforma interna, il Parlamento chiede che vengano rispettati gli impegni specifici assunti in sede di audizione dei Commissari designati «in ordine ai possibili conflitti di interesse e alla trasparenza e che questi impegni abbiano un riscontro in qualsiasi nuovo codice di condotta deciso congiuntamente dal Parlamento e dalla Commissione». Infine, sottolineando l'importante ruolo della Commissione nel far capire ai cittadini l'importanza dell'Europa e gli obiettivi che l'Europa sta cercando di raggiungere, il Parlamento ritiene che l'Esecutivo «debba elaborare con urgenza un'opportuna campagna di informazione per spiegare nel modo più chiaro, equo e comprensibile possibile, la nuova Costituzione ai cittadini europei». |
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Il mandato dei 732 deputati europei è valido |
Giuseppe GARGANI (PPE/DE, IT) Relazione sulla proposta di decisione del Parlamento europeo sulla verifica dei poteri Doc.: A6-0043/2004 Votazione: 14.12.2004 La relazione è stata approvata. Assicurazione-crediti, garanzie e crediti finanziariGiuseppe GARGANI
(PPE/DE, IT) La relazione è stata approvata. MEDA: sostegno finanziario e tecnico ai partner euromediterraneiGiuseppe GARGANI
(PPE/DE, IT) La relazione è stata approvata. Livello minimo di scorte di petrolioGiuseppe GARGANI
(PPE/DE, IT) La relazione è stata approvata. ImmunitàFrancesco Enrico
SPERONI (IND/DEM, IT) La relazione è stata approvata. Fondo europeo agricolo per lo sviluppo ruraleRichiesta di
consultazione del Comitato economico e sociale europeo - Fondo europeo
agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) La richiesta di consultazione del Comitato economico e sociale europeo è stata accolta. FESR, FSE e Fondo di coesioneRichiesta di
consultazione del Comitato delle regioni - FESR, FSE e Fondo di coesione La richiesta di consultazione del Comitato delle regioni è stata accolta. FESRRichiesta di
consultazione del Comitato delle regioni - FESR La richiesta di consultazione del Comitato delle regioni è stata accolta. Fondo di coesioneRichiesta di
consultazione del Comitato delle regioni - Fondo di coesione La richiesta di consultazione del Comitato delle regioni è stata accolta. GECT per la cooperazione transfrontalieraRichiesta di
consultazione del Comitato delle regioni - Gruppo europeo di cooperazione
transfrontaliera (GECT) La richiesta di consultazione del Comitato delle regioni è stata accolta. Candidatura della CroaziaElmar BROK
(PPE/DE, DE) La relazione è stata approvata. Accordo di partenariato UE/MessicoEnrique BARÓN
CRESPO (PSE, ES) La raccomandazione è stata approvata. Accordo di cooperazione e unione doganale UE/San MarinoEnrique BARÓN
CRESPO (PSE, ES) La relazione è stata approvata. Sostegno allo sviluppo ruraleJoseph DAUL
(PPE/DE, FR) La relazione è stata approvata con 603 voti favorevoli, 20 contrari e 16 astensioni. Conservazione di sperma bovino destinato agli scambi intracomunitariJoseph DAUL
(PPE/DE, FR) La relazione è stata approvata. Sostegno a favore degli agricoltori nel settore del latte e dei prodotti lattiero-caseariJoseph DAUL
(PPE/DE, FR) La relazione è stata approvata. Convenzione sul futuro dell'UE (discarico 2003)Alexander STUBB
(PPE/DE, FI) La raccomandazione è stata approvata. Accordo UE/Svizzera nel campo della statisticaPervenche BERÈS
(PSE, FR) La relazione è stata approvata. Adeguamento della direttiva sull'IVAIan Stewart HUDGHTON
(Verdi/ALE, UK) La relazione è stata approvata. Accordo UE/Sri Lanka sulla riammissione delle persone in soggiorno irregolareEwa KLAMT
(PPE/DE, DE) La relazione è stata approvata. Fondo internazionale per l'IrlandaJames NICHOLSON
(PPE, UK) La relazione è stata approvata. Applicazione dell'articolo 251 del trattato CEJean-Louis BOURLANGES
(ALDE/ADLE, FR) La relazione è stata approvata con 502 voti favorevoli, 62 contrari e 20 astensioni Democrazia, Stato di diritto, diritti dell'uomo e libertà fondamentali nei paesi terziEdward H.C.
McMILLAN-SCOTT (PPE/DE, UK) La relazione è stata approvata. Durata del programma d'azione comunitario a favore della protezione civileDimitrios PAPADIMOULIS
(GUE/NGL, EL) La relazione è stata approvata con 562 voti favorevoli, 16 contrari e 7 astensioni. Proroga del protocollo di pesca UE/ComorePhilippe MORILLON
(ALDE/ADLE, FR) La relazione è stata approvata. Pesca nel Mar Batico e nei BeltPhilippe MORILLON
(ALDE/ADLE, FR) La relazione è stata approvata. Protezione delle scogliere coralline di acque profonde dell'Oceano AtlanticoSérgio RIBEIRO
(GUE/NGL, PT) La relazione è stata approvata. La situazione in ZimbabweRisoluzione comune
sullo Zimbabwe La risoluzione comune è stata approvata. La situazione nella Repubblica democratica del CongoRisoluzione comune
sulla situazione nella Repubblica democratica del Congo La risoluzione comune è stata approvata. Anniversario della tragedia di BhopalRisoluzione comune
su Bhopal La risoluzione comune è stata approvata. |
Modifiche all'ordine del giorno |
Pasqualina NAPOLETANO (PSE, IT), a nome del gruppo socialista, ha chiesto che in occasione del dibattito sulla preparazione del Consiglio europeo, che si terrà mercoledì, fosse affrontata «la gravissima situazione in Cambogia». La deputata ha motivato la sua richiesta spiegando che alcuni bambini, che erano stati liberati ed affidati dalle autorità ad una ONG, sono stati nuovamente sequestrati dal racket della prostituzione, mentre il personale della ONG in questione è stato minacciato di morte. Pur chiedendo di mantenere iscritte all'ordine del giorno le urgenze già concordate, l'oratrice ritiene doveroso sensibilizzare il Consiglio e la Commissione su tali fatti. Trattare questo tema nell'ambito del dibattito sul Consiglio europeo «sarebbe un atto di grande sensibilità», ha concluso. Non trattandosi di una richiesta di modifica dell'ordine del giorno, il Presidente BORRELL, ha accolto il suggerimento di Johannes SWOBODA (PSE, AT) di scrivere una lettera alle autorità cambogiane. Inoltre, il Presidente ha affermato che, senza una risoluzione del Parlamento, non era possibile recepire la proposta precedentemente avanzata da Marco PANNELLA (ALDE/ADLE, IT) di aggiungere nella lettera un riferimento alla situazione complessiva del Paese. Il deputato aveva motivato la sua iniziativa ricordando che, in Cambogia, il Sovrano ha rassegnato le dimissioni come atto di protesta contro la situazione politica generale, mentre i membri del partito d'opposizione sono minacciati di morte e di espulsione dal Parlamento. Interventi di un minuto (art. 144 del Regolamento)Mario BORGHEZIO (IND/DEM, IT) ha ricordato che in questi giorni doveva celebrarsi l'udienza di un processo relativo ad eventi che risalgono al 1944 e che riguarda la situazione degli internati militari e civili italiani. La Repubblica federale di Germania, ha aggiunto, «anziché assumere finalmente un atteggiamento positivo nei riguardi di questa legittima richiesta di risarcimento morale, prima che materiale, oppone un atteggiamento processuale dilatorio, chiamando addirittura in giudizio la Repubblica italiana». Per tale ragione, il deputato ha chiesto un intervento del Parlamento «per mettere fine a questa pagina, che rappresenta una piaga ancora aperta della seconda guerra mondiale». |
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Al momento
della chiusura di redazione l'ordine del giorno non è ancora disponibile.
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