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RASSEGNA

 

11 - 14 aprile 2005

 

Strasburgo

 


Sommario

Codici delle procedure parlamentari, Abbreviazioni

Deputati al Parlamento europeo

Allargamento

Chiaro sì all'adesione di Romania e Bulgaria

Consiglio europeo

Vertice di Primavera: la valutazione del Parlamento

Bilancio

Bilancio 2006 in linea con gli obiettivi di Lisbona

Controllo dei bilanci

Bilancio 2003: sì al discarico ma più rigore nei controlli

Giustizia e Affari interni

Circa 45 milioni di euro falsi nel 2004, nuovi compiti per Europol?

Standard comuni per la giustizia penale europea

Ricerca europea più competitiva con gli scienziati stranieri

Trasporti

Trasporto su strada: tachigrafi obbligatori dal 2006

Incoraggiare il trasporto marittimo a corto raggio

Ambiente

Ambiente più protetto con le automobili riciclabili

Più rispetto dell'ambiente con l'ecodesign degli elettrodomestici

Limiti più severi per lo zolfo dei carburanti marini

Vernici e lacche e colle più sicure per la salute

Sport

Doping nello sport: una realtà che va combattuta

Cultura

La cultura non è una semplice merce

Sicurezza e Difesa

Implicare il Parlamento nella Politica estera europea

Sviluppo e Cooperazione

Finanziamenti e politiche UE in linea con gli Obiettivi del Millennio

Diritti dell’uomo

Lampedusa: occorre una politica europea su immigrazione e asilo

Aiuto umanitario ai profughi del Sahara occidentale

Bangladesh

Dichiarazioni

Giovanni Paolo II: "un grande uomo, un grande europeo"

Affari costituzionali

Elezione di un nuovo Vicepresidente

Regolamento del PE

Calendario delle tornate per il 2006

Varie

Integrazione regionale nei Balcani occidentali

Aiuti di Stato a finalità regionale

Classificazione comune NUTS

Accademia europea di polizia (CEPOL)

Sostanze pericolose

Stock di sogliola

Stock di nasello e di scampo

Siccità in Portogallo

 

Ordine del giorno 27 - 28 Aprile 2005 Bruxelles

 

Calendario delle sessioni plenarie per il 2006


 

 

Codici delle procedure parlamentari

Serie A

Relazioni e raccomandazioni

Serie B

Risoluzioni e interrogazioni orali

Serie C

Documenti di altre Istituzioni

*

Procedura di consultazione

**I

Procedura di cooperazione, prima lettura

**II

Procedura di cooperazione, seconda lettura

***

Parere conforme

***I

Procedura di codecisione, prima lettura

***II

Procedura di codecisione, seconda lettura

***III

Procedura di codecisione, terza lettura

 Abbreviazioni

 - Gruppi politici: vedere pagina seguente

BE

Belgio

IT

Italia

PL

Polonia

CZ

Repubblica ceca

CY

Cipro

PT

Portogallo

DK

Danimarca

LV

Lettonia

SI

Slovenia

DE

Germania

LT

Lituania

SK

Slovacchia

EE

Estonia

LU

Lussemburgo

FI

Finlandia

EL

Grecia

HU

Ungheria

SE

Svezia

ES

Spagna

MT

Malta

UK

Regno Unito

FR

Francia

NL

Olanda

 

 

IE

Irlanda

AT

Austria

 

 

top

Deputati al Parlamento europeo

Situazione al 14.04.2005

 

PPE/DE

PSE

ALDE/ADLE

Verdi/ALE

GUE/NGL

IND/DEM

UEN

NI

Totale

BE

6

7

6

2

 

 

 

3

24

CZ

14

2

 

 

6

1

 

1

24

DK

1

5

4

1

1

1

1

 

14

DE

49

23

7

13

7

 

 

 

99

EE

1

3

2

 

 

 

 

 

6

EL

11

8

 

 

4

1

 

 

24

ES

24

24

2

3

1

 

 

 

54

FR

17

31

11

6

3

3

 

7

78

IE

5

1

1

 

1

1

4

 

13

IT

24

16

12

2

7

4

9

4

78

CY

3

 

1

 

2

 

 

 

6

LV

3

 

1

1

 

 

4

 

9

LT

2

2

7

 

 

 

2

 

13

LU

3

1

1

1

 

 

 

 

6

HU

13

9

2

 

 

 

 

 

24

MT

2

3

 

 

 

 

 

 

5

NL

7

7

5

4

2

2

 

 

27

AT

6

7

 

2

 

 

 

3

18

PL

19

8

4

 

 

10

7

6

54

PT

9

12

 

 

3

 

 

 

24

SI

4

1

2

 

 

 

 

 

7

SK

8

3

 

 

 

 

 

3

14

FI

4

3

5

1

1

 

 

 

14

SE

5

5

3

1

2

3

 

 

19

UK

28

19

12

5

1

11

 

2

78

Totale

268

200

88

42

41

37

27

29

732

Deputato uscente:                                                            Deputato entrante:
António COSTA (PSE, PT) (12.3.2005)                        Joel HASSE FERREIRA (PSE, PT) (11.4.2005)

 Gruppi politici

PPE/DE

Gruppo del Partito popolare europeo (Democratici-cristiani) e dei Democratici europei

PSE

Gruppo socialista al Parlamento europeo

ALDE/ADLE

Gruppo dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa

Verdi/ALE

Gruppo Verde/Alleanza libera europea

GUE/NGL

Gruppo confederale della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica

IND/DEM

Gruppo Indipendenza/Democrazia

UEN

Gruppo "Unione per l'Europa delle nazioni"

NI

Non iscritti

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ALLARGAMENTO


Chiaro sì all'adesione di Romania e Bulgaria


Geoffrey VAN ORDEN (PPE/DE, UK)

Raccomandazione sulla domanda di adesione all'UE della Repubblica di Bulgaria

Doc.: A6-0000/2005

Procedura: Parere conforme
&

Geoffrey VAN ORDEN (PPE/DE, UK)

Relazione sulla domanda della Repubblica di Bulgaria di divenire membro dell'Unione

Doc.: A6-0078/2005

Procedura: Iniziativa
&

Pierre MOSCOVICI (PSE, FR)

Raccomandazione sulla domanda di adesione all'UE della Repubblica di Romania

Doc.: A6-0000/2005

Procedura: Parere conforme
&

Pierre MOSCOVICI (PSE, FR)

Relazione sulla domanda della Repubblica di Romania di divenire membro dell'Unione

Doc.: A6-0077/2005

Procedura: Iniziativa
&

Bárbara DÜHRKOP DÜHRKOP (PSE, ES)

Relazione sull'incidenza finanziaria dell'adesione della Romania e della Bulgaria

Doc.: A6-0090/2005

Procedura: Iniziativa

Dibattito: 12.4.2005

Votazione: 13.4.2005

Votazione

Il Parlamento, a maggioranza schiacciante, ha concesso il «parere conforme» all'adesione di Romania e Bulgaria all'Unione europea e, all'ultimo momento, ha convinto il Consiglio a rispettare i suoi diritti riguardo ai finanziamenti da stanziare fino al 2009 per questi due paesi, i cui importi erano stati inseriti nei trattati d'adesione.

I deputati, inoltre, avevano già ottenuto l'impegno di Commissione e Consiglio di prendere in debita considerazione la posizione del Parlamento sulla possibilità di ritardare di un anno le adesioni qualora i due paesi candidati non si attenessero alle riforme concordate (clausole di salvaguardia). Ciò era considerato particolarmente importante dall'Assemblea in quanto l'adesione è prevista dopo 20 mesi dal parere conforme.

Con delle risoluzioni che accompagnano il parere conforme, alla Romania è chiesto di attuare efficacemente le riforme amministrative e giudiziarie, di proseguire la lotta contro la corruzione, di migliorare i controlli alle frontiere, nonché di porre termine a ogni violenza e discriminazione nei confronti delle minoranze. Alla Bulgaria, invece, è chiesta l'adozione di nuove disposizioni per lottare contro la corruzione e l'intensificazione degli sforzi contro la criminalità organizzata. Preoccupazione è stata espressa circa la decisione di chiudere la centrale nucleare di Kozloduy.

Formalmente, dopo il parere conforme a quest'ulteriore allargamento dell'Unione, il Parlamento non avrebbe più nessun ruolo da svolgere nel seguito del processo di adesione. Tuttavia, i deputati avevano reclamato di poter continuare ad influenzare il corso degli eventi fino all'effettiva entrata dei due paesi nell'Unione, prevista per il 2007.

In particolare, essi chiedevano di essere associati al nuovo meccanismo introdotto nei Trattati d'adesione che dà la facoltà al Consiglio di decidere un rinvio di un anno dell'adesione se Romania e Bulgaria non adottano in tempo utile le misure richieste.

In occasione del dibattito tenutosi la vigilia, i deputati hanno invece avuto rassicurazioni sia dalla Commissione che dal Consiglio, confermate con delle lettere formali inviate da Barroso e dalla Presidenza lussemburghese al Presidente Borrell.

Il parere conforme sull'adesione della Romania è stato adottato con 497 voti favorevoli, 59 contrari e 41 astensioni. Quello per la Bulgaria con 522 voti favorevoli, 70 contrari e 69 astensioni.

Va rilevato che il co-Presidente dei Verdi, Daniel COHN-BENDIT (Verdi/ALE, DE), aveva chiesto di rimandare le votazioni sui pareri conformi, ma la sua richiesta non è stata accolta dalla grande maggioranza dell'Aula.

Romania

Adottando la risoluzione di Pierre MOSCOVICI (PSE, FR) che accompagna il parere conforme, il Parlamento si compiace delle riforme introdotte in Romania, così come degli impegni assunti dal governo recentemente insediatosi volti a rafforzare la libertà di stampa, a migliorare le strutture scolastiche e a partecipare al «Decennio dell'inclusione dei Rom». Tuttavia, i deputati puntano l'indice verso una serie di lacune che devono imperativamente essere sanate.

Più in particolare, è menzionata la necessità di attuare efficacemente le riforme amministrative e giudiziarie, di proseguire la lotta contro la corruzione, di porre termine a ogni violenza e discriminazione nei confronti delle minoranze. I deputati, inoltre, ritengono che occorre rendere maggiormente efficaci i controlli alle frontiere, applicare in modo adeguato la legislazione sugli aiuti di Stato, rafforzare la protezione dell'ambiente e migliorare il trattamento dei malati richiedenti cure psichiatriche.

Bulgaria

Con la risoluzione di Geoffrey VAN ORDEN (PPE/DE, UK), i deputati constatano i notevoli progressi compiuti dalla Bulgaria, tuttavia sottolineano che vi è ancora una serie di misure da prendere. In particolare, essi deplorano che il Parlamento bulgaro non abbia adottato le nuove disposizioni del codice penale destinate a lottare più efficacemente contro la corruzione e chiedono che siano intensificati gli sforzi contro la criminalità organizzata.

D'altra parte, il Parlamento si compiace della recente apertura del «Decennio dell'inclusione dei Rom» e delle nuove misure prese al fine di migliorare l'alloggio nelle zone urbane essenzialmente popolate dai Rom. A questo proposito, tuttavia, i deputati ritengono che debbano essere fatti ulteriori sforzi per porre fine alla segregazione di cui sono vittime i bambini rom nel campo dell'istruzione, nonché per ridurre l'elevato tasso di disoccupazione e migliorare il sistema sanitario.

I deputati, inoltre, guardano con favore ai risultati economici della Bulgaria e all'intenzione del governo di ricominciare la vendita delle filiali di Bulgartabac. Nondimeno, hanno espresso preoccupazione in merito al rischio di un insufficiente approvvigionamento energetico della regione a seguito dell'accordo intercorso sulla chiusura della centrale nucleare di Kozloduy. Di conseguenza, invitano il Consiglio dei ministri competente a fare prova di maggiore flessibilità.

Aspetti finanziari dell'adesione

In un trilogo conclusosi poco prima del voto, il Parlamento ed il Consiglio sono giunti ad un accordo in merito alla decisione congiunta sulle implicazioni finanziarie dell'adesione di Bulgaria e Romania. I deputati hanno accolto con favore siffatto accordo in quanto implica che i poteri e le prerogative di bilancio del Parlamento saranno rispettati.

Posto che i due paesi aderiscano all'Unione nel 2007, tale dichiarazione, che viene a sostituire la relazione di Bárbara DÜHRKOP DÜHRKOP (PSE, ES) e di Reimer BÖGE (PPE/DE, DE), garantisce che le spese iscritte nei trattati d'adesione saranno considerate «non obbligatorie» dopo il 2009. Il finanziamento dell'adesione, inoltre, sarà garantito «senza pregiudicare gli impegni relativi ai programmi pluriennali già in corso».

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Dibattito

Geoffrey VAN ORDEN (PPE/DE, UK), relatore per la Bulgaria, ha ricordato che negli ultimi cinque anni in questo paese diversi governi hanno promosso varie riforme politiche, economiche e sociali in vista dell'adesione all'Unione. Per questo motivo il Parlamento è stato invitato ad esprimersi con parere conforme, sottolineando che la firma del Trattato d'Adesione non equivale alla fine dei processi di modernizzazione.

L'oratore ha rilevato che vi sono due grandi differenze con il precedente processo d'allargamento. Innanzitutto nei trattati di adesione sono inserite delle cosiddette «clausole di salvaguardia» che danno la possibilità di ritardare di un anno il processo e che, a suo parere, «devono essere considerate una possibilità remota».

Ricordando che sono necessari ancora dei progressi in alcuni campi, egli ha però sottolineato che il Parlamento dovrà essere coinvolto nella decisione di applicare tali clausole. La Commissione dovrà pertanto tenere conto della sua posizione al riguardo. Inoltre, la ratifica della Costituzione europea avrà luogo contemporaneamente a quella del trattato di adesione. A tale proposito, egli ha aggiunto come nota «personale» che le sue riserve in merito a questo fatto sono state stemperate dalla possibilità che la Costituzione fallisca.

Tuttavia, c'è ancora molto da fare. In particolare è necessario dimostrare maggiore determinazione riguardo alle riforme giudiziarie e quelle legate ai servizi di polizia per la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata, nonché per la tutela delle comunità rom, che, a loro volta, devono mostrarsi interessate a collaborare.

La Bulgaria, ha poi notato l'oratore, con l'ausilio della comunità internazionale, ha fatto diversi progressi anche riguardo alle misure di sicurezza adottate per la centrale nucleare di Kozloduy ed ha risposto positivamente alla richiesta di chiusura di talune unità. L'Europa deve quindi dimostrare maggiore flessibilità, anche tenuto conto del contributo bulgaro all'approvvigionamento energetico della regione. Il deputato si è quindi detto confortato dalla decisione del governo bulgaro di lanciare la costruzione di un secondo impianto nucleare a Belene.

L'oratore, infine, dicendosi favorevole al sostegno tecnico fornito dall'Unione in favore dei bambini colpiti da AIDS, ha esortato l'Aula a concedere il parere conforme all'adesione della Bulgaria.

Pierre MOSCOVICI (PSE, FR), relatore per la Romania, ha affermato di ritenere importante non dissociare i voti sulle due adesioni e, in ogni modo, di concedere il parere conforme alla domanda della Romania. Questo paese, infatti, ha fatto molti sforzi ed è sulla buona strada e la sua adesione rappresenta la volontà politica dell'Unione e dei rumeni.

Certamente, ha precisato, vi sono ancora molti problemi. In particolare, nella lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata, nel controllo delle frontiere, nel riconoscimento delle minoranze rom e ungheresi, nel campo della concorrenza e dell'ambiente, «resta molto da fare». Il governo rumeno dovrà inoltre attuare le riforme amministrative e giudiziarie sulla lotta alla corruzione, contro l'esclusione sociale e la povertà, sulla libertà d'informazione e sulla governance locale e regionale.

Vi sono tuttavia una rete di sicurezza e degli strumenti con i quali è possibile continuare ad agire, ha spiegato il deputato, «in particolare l'eventualità di ricorrere alle clausole di salvaguardia». Queste, però, «non devono essere concepite come delle sanzioni, ma piuttosto come uno strumento di pressione positiva affinché le evoluzioni vadano nella giusta direzione» nei settori citati.

A tale proposito, il relatore ha ricordato che il Parlamento intende continuare ad essere incisivo nel processo di adesione anche dopo il parere conforme ed ha chiesto a Commissione e Consiglio come intendono dare seguito a tale richiesta. Spetterà poi al Parlamento giudicare se l'impegno che le due Istituzioni prendono sarà rispettato e trarne le dovute conclusioni. L'auspicio, ha poi concluso, è che il Parlamento possa votare a larga maggioranza il parere conforme.

Bárbara DÜHRKOP DÜHRKOP (PSE, ES), relatrice per gli aspetti finanziari delle adesioni, ha stigmatizzato il fatto che il Consiglio consideri il pacchetto finanziario proposto dalla Commissione come giusto ed equilibrato e, inoltre, che pretenda includere un allegato al Trattato d'adesione che presenta importi fissi per spese non obbligatorie nel periodo 2007-2009. Ciò, secondo la deputata, rende dunque «vulnerabili le competenze istituzionali e di bilancio del Parlamento».

La relatrice ha quindi affermato che il Parlamento si rammarica che il Consiglio non abbia voluto siglare una dichiarazione congiunta per quel che concerne le implicazioni economiche del futuro allargamento, cosa che equivale «ad una mancanza di cooperazione leale nello spirito dell'accordo interistituzionale». Tutto ciò, ha quindi concluso, non può far altro che alimentare la sfiducia per i negoziati futuri sulle prospettive finanziarie.

Reimer BÖGE (PPE/DE, DE), anch'egli relatore sugli aspetti finanziari dell'adesione, ha esordito affermando che avrebbe preferito una dichiarazione congiunta che vedesse riconosciuti i diritti parlamentari nella politica di bilancio, presentando un serio pacchetto per la Romania e la Bulgaria. Viste le numerose difficoltà presentatesi in occasione dell'ultimo allargamento, ha spiegato, il Consiglio avrebbe dovuto trarne degli insegnamenti.

Purtroppo, ha continuato, «gli sforzi profusi fino a questo momento non sono stati coronati dal successo». Questo fatto, ha ammonito il deputato, «getta una luce sfavorevole sui prossimi pacchetti che saremo chiamati a trattare».

Egli ha quindi ricordato che, in base alle stime della Commissione e alle verifiche effettuate, si parte dal presupposto che gli importi ammonteranno a circa 44,3 miliardi di euro con 2 miliardi e mezzo che sono stati già concertati nel trattato di adesione e fra il 2010 e il 2013 sono previsti 28 miliardi. Il problema, ha subito spiegato, è che se non si trova un accordo sulle prossime Prospettive finanziarie «questi accordi violano le prerogative di bilancio del Parlamento europeo», oltre a minare le possibilità di azione del Parlamento, in particolare nel settore della politica interna ed estera.

Nicolas SCHMIT, a nome del Consiglio, ha ricordato che nel preambolo del Trattato di Roma gli Stati membri chiamano gli altri popoli europei che condividono gli stessi ideali di pace e di libertà ad associarsi al progetto di costruzione di un'Europa unita. L'adesione è «innanzitutto un'adesione a questi valori» e l'ambizione, condivisa dai cittadini bulgari e rumeni che «hanno ritrovato la libertà dopo quasi cinque decenni d'oppressione a volte terribile», è precisamente di ancorare questi paesi a tali valori.

Adottando il parere conforme, ha spiegato il ministro, il Parlamento permetterà all'Unione di fare un nuovo passo decisivo nel processo d'unificazione. Il successo di questo allargamento, ha infatti proseguito, dipende anche dal sostegno dei cittadini, che ne devono capire l'importanza per la stabilità del Continente. E, il Parlamento ha quindi un ruolo vitale da svolgere conferendo la sua legittimità politica e la sua credibilità a questo processo.

In occasione del Consiglio europeo del dicembre 2002, ha poi ricordato, era stata decisa l'adesione di dieci nuovi Stati membri e la dichiarazione su una sola Europa aveva sottolineato il carattere continuo, inclusivo e irreversibile del processo d'allargamento, annunciando chiaramente l'intenzione di voler accogliere Romania e Bulgaria nel 2007.

I risultati contenuti nel trattato di adesione sono «equi e appropriati», ha sottolineato l'oratore, e sono paragonabili a quelli risultanti dai negoziati con i dieci nuovi membri. I due paesi hanno adesso circa 20 mesi per completare la preparazione all'adesione e, come il Parlamento, il Consiglio ritiene che per quella data potranno essere pronti, se continuano il cammino verso le riforme.

Il Ministro ha sottolineato che spetta a questi paesi fare di tutto per rispettare gli impegni presi e per non rischiare l'applicazione delle clausole di salvaguardia. A tale proposito, ha rassicurato i deputati affermando che il Consiglio si pronuncerà «tenendo debitamente conto della posizione del Parlamento europeo».

Egli ha quindi ricordato che il Presidente del Consiglio ha inviato una lettera al Presidente del Parlamento europeo a tale riguardo ed ha ribadito che «l'allargamento non può avere successo se non beneficia dell'ampio sostegno dei popoli dell'Unione», rappresentati dal Parlamento. «La vostra voce deve essere ascoltata, la vostra valutazione merita di essere pienamente presa in considerazione quando si tratterà di prendere una decisione sull'applicazione delle clausole di salvaguardia», ha aggiunto.

 Anche dopo il parere conforme, secondo il Ministro, il contributo politico del Parlamento al processo «continuerà ad essere prezioso». Egli ha quindi concluso affermando che questa adesione sarà il coronamento di un processo iniziato a Lussemburgo nel 1997 e, 16 anni dopo la caduta del muro di Berlino, «questo grande progetto di pace e democrazia supera con successo una nuova tappa».

Olli REHN, a nome della Commissione, ha sottolineato che la conclusione dei negoziati d'adesione non ferma il processo di adeguamento dei paesi candidati, i quali hanno ancora 21 mesi per adeguarsi ai parametri dell'Unione. Romania e Bulgaria, pertanto, saranno sotto continuo monitoraggio per tutto questo periodo. In base a quanto osservato finora, ha precisato il commissario, i due paesi potrebbero essere soggetti alla clausola di salvaguardia.

E, a tale proposito, ha voluto rassicurare i deputati affermando che intende procedere ad un dialogo regolare con essi e che il parere del Parlamento sarà debitamente preso in considerazione dalla Commissione prima di raccomandare un eventuale ricorso alla clausola di salvaguardia. In questo senso va la lettera inviata da Barroso al Presidente Borrell la settimana scorsa.

Il commissario ha quindi illustrato quali sono i settori in cui i due paesi dovranno compiere progressi. Per la Bulgaria ha evidenziato la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata, nonché la riforma del sistema giudiziario. Per la Romania, invece, ha posto l'accento sulla necessità di procedere alla riforma della Pubblica amministrazione e del sistema giudiziario, così come sul rafforzamento della lotta alla corruzione e sull'adeguamento delle politiche in materia di concorrenza, aiuti di Stato e ambiente. Egli si è detto poi d'accordo con relatori in merito ai rilievi sulla lotta alla criminalità organizzata e sul controllo delle frontiere.

 In merito agli aspetti finanziari di queste adesioni, dopo aver ricordato che la collega Dalia GRYBAUSKAITĖ ha lavorato con i relatori, il commissario ha precisato che gli importi stabiliti per il 2007-2009 sono inclusi nel trattato di adesione mentre la Prospettive finanziarie devono essere suddivise in ampi categorie di spesa per l'Unione a 27. La Commissione, ha quindi aggiunto, non ritiene opportuno distinguere gli importi indicativi per gruppi di paesi.

 In conclusione, il Commissario ha affermato che l'Esecutivo continuerà a sostenere i due paesi candidati, anche con i programmi di assistenza finanziaria, auspicando che il processo vada a buon fine.

Alessandro BATTILOCCHIO (NI, IT), a nome del Nuovo Psi, e come membro della delegazione mista per i rapporti con la Romania, ha voluto ribadire quanto precedentemente richiesto dal Parlamento al Governo rumeno circa la problematica insoluta dei «casi sospesi» di adozione internazionale.

Il deputato pretende quindi che Bucarest affronti «in maniera decisa» la questione dei bambini rumeni che attendono da «troppo tempo» di poter abbracciare le loro nuove famiglie. Ad oggi, ha stigmatizzato, nonostante le tante promesse ed espressioni di buona volontà, «nulla di concreto è stato fatto ed il tempo continua incessantemente a trascorrere senza alcun atto formale assunto dalle Autorità». I bambini in questione, ha spiegato, «hanno alle spalle delle vicende umane spesso raccapriccianti», sono ospitati «in strutture pubbliche del tutto fatiscenti, vetuste e prive di ogni calore ed affetto umano», che il deputato ha avuto «la ventura di visitare».

Egli ha quindi sollecitato a non permettere «che venga loro dato l'ennesimo schiaffo». Ricordando, infine, come l'incontro con le nuove famiglie abbia «acceso negli occhi di questi minori una luce per una vita diversa e per un futuro migliore», l'oratore ha quindi concluso esortando a fare tutto il possibile affinché «la speranza non si trasformi in disillusione» e «non venga negato, fino in fondo, a questi bimbi il diritto ad una infanzia serena e felice».

Salvatore TATARELLA (UEN, IT), a nome del suo gruppo e della delegazione italiana di Alleanza Nazionale, si è detto favorevole al parere conforme e alla firma del Trattato d'adesione per Bulgaria e Romania. Egli ha ricordato che è dal 1989 che i diversi governi hanno come obiettivo unico e prioritario l'adesione all'Unione europea.

«La strada è stata difficile e tortuosa, ma è indubbio che sono stati registrati progressi significativi», ha detto. In particolare, ha sottolineato i risultati ottenuti per «rafforzare la democrazia, lo Stato di diritto e del rispetto delle minoranze, ma anche la riforma dell'amministrazione pubblica». Per questo, a suo parere, occorre essere fiduciosi, sebbene vi siano ancora dei problemi da risolvere.

Guido PODESTÀ (PPE/DE, IT) ha ricordato che la delegazione alla commissione parlamentare mista del Parlamento si è recata a Bucarest la settimana scorsa e che, in quell'occasione, hanno avuto luogo degli incontri con i colleghi parlamentari, con il nuovo Capo dello Stato, con il Primo ministro e con altri Ministri.

Le impressioni sono state «globalmente positive» anche perché, ha spiegato il deputato, non si sono nascoste, neanche da parte rumena, le difficoltà che ancora restano sul tavolo, tenuto conto degli sforzi che sono stati fin qui fatti.

Ribattendo quindi a un collega, l'oratore ha ribadito fermamente che la Romania e la Bulgaria «hanno fatto grandi progressi». Per quanto riguarda la Romania, «soprattutto negli ultimi mesi dopo il cambio di governo seguito alle elezioni di novembre», questi progressi sono andati nella direzione di ciò che il Parlamento europeo ha chiesto.

 Ci dev'essere coerenza da parte dell'Unione europea, ha proseguito il deputato, perchè «sarebbe davvero strano se noi dovessimo spiegare all'opinione pubblica rumena che il loro paese così come la Bulgaria possono diventare ostaggio di un'incapacità di Consiglio e Parlamento a risolvere in modo proprio gli equilibri per quanto riguarda gli argomenti di bilancio e di prospettive finanziarie».

A tale proposito ha quindi affermato che è necessario rendersi conto «dell'impegno che è stato profuso da questi paesi». «Non vi saranno scorciatoie», ha tuttavia precisato, «il destino relativo a quando davvero riusciranno ad essere membri dipende soltanto dalla loro capacità» ma, ha aggiunto, «noi non possiamo a priori pregiudicare quello che è un obiettivo che questi paesi si sforzano di poter raggiungere»

Mario BORGHEZIO (IND/DEM, IT) ha esordito rivolgendo i suoi migliori auguri alla Romania, «dove sono presenti migliaia di imprese padane», fermi restando alcuni punti ancora delicati che riguardano l'immigrazione clandestina, il traffico di esseri umani e la questione degli affidamenti dei minori. In merito alla Bulgaria, l'oratore ha ricordato «un fatto nuovo», ossia le rivelazioni dell'ex direttore dei servizi segreti di Berlino Est ad un importante quotidiano, «il quale ha chiarito una volta per tutte la verità, e cioè che l'attentato al Papa è stato organizzato, diretto, attivato dai servizi segreti bulgari».

Egli ha quindi esortato Consiglio e Commissione a chiedere alle autorità bulgare di dire la verità e di aprire gli archivi. Queste devono dire all'Europa «che cosa è avvenuto, chi ha armato la mano di Alì Agca, addestrato in Bulgaria», perché «sono mani ancora sporche del sangue di quell'attentato e gravano come una pesante responsabilità storica sui responsabili di quella gestione, di quel periodo per fortuna tramontato con la caduta del muro di Berlino».

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CONSIGLIO EUROPEO


Vertice di Primavera: la valutazione del Parlamento

Risoluzione comune sull'esito del Consiglio europeo di Bruxelles (22-23 marzo 2005)

Doc.: B6-0225/2005

Procedura: Risoluzione comune

Dibattito: 13.4.2005

Votazione: 13.4.2005

Con una risoluzione comune, adottata con 393 voti favorevoli, 92 contrari e 39 astensioni, il Parlamento accoglie sostanzialmente con favore le conclusioni del Vertice di Primavera. I principali temi sui quali si sono pronunciati i deputati riguardano il Patto di stabilità e il rilancio della Strategia di Lisbona, compresi il modello sociale europeo, la politica ambientale, la direttiva servizi, REACH, le reti transeuropee e la ricerca.

Inoltre, sono trattati lo sviluppo sostenibile e i cambiamenti climatici, nonché il Vertice ONU di settembre e la proposta di rinnovare la commissione per i diritti dell'uomo. In materia di politica estera, il Parlamento si esprime sull'embargo delle armi alla Cina, sul processo di adesione della Croazia e sulla situazione in Libano e in Kirghizistan.

Patto di stabilità e crescita

Il Parlamento si compiace del fatto che, dopo mesi di segnali controversi, il Consiglio europeo abbia raggiunto un accordo sulla riforma del Patto di stabilità e crescita, inteso a migliorare il coordinamento e il monitoraggio delle politiche economiche, garantendo nel contempo una maggiore flessibilità, e a rilanciare l'impegno per la disciplina di bilancio, quale fondamento di stabilità monetaria, crescita economica e creazione di posti di lavoro.

Sono particolarmente apprezzate le misure tese a rafforzare la componente preventiva del Patto, la maggiore attenzione prestata ai livelli di indebitamento e la decisione comune di collegare il Patto agli obiettivi e alle politiche di Lisbona. Tuttavia, i deputati esprimono preoccupazione per la mancanza di chiarezza delle nuove norme del lato coercitivo del Patto.

Il Consiglio e la Commissione sono quindi invitate a presentare le modifiche concordate ai pertinenti regolamenti e a coinvolgere pienamente il Parlamento europeo, al fine di «assicurare che siano affrontati gli aspetti che destano ancora preoccupazione». La Commissione, inoltre, dovrà avvalersi pienamente del proprio diritto di iniziativa e delle procedure a sua disposizione «al fine di assicurare la corretta attuazione del Patto e svolgere un ruolo attivo ai fini del coordinamento macroeconomico». D'altra parte, i deputati esprimono dubbi su tale aspetto della riforma, «giacché è andata persa la possibilità di rafforzare il ruolo della Commissione».

Rilancio del processo di Lisbona

Il Parlamento plaude all'impegno assunto dal Consiglio e dalla Commissione di imprimere un nuovo dinamismo alla strategia di Lisbona con un approccio mirato che si fonda su un ciclo triennale e sul sostegno da esso accordato a molte delle posizioni adottate prima del Vertice dal Parlamento europeo, «tra cui la riaffermazione dell'interdipendenza delle dimensioni economica, sociale ed ambientale della strategia». I deputati, d'altra parte, chiedono alla Commissione di presentare un programma che stabilisca una chiara tabella di marcia per l'azione delle Istituzioni comunitarie. Il contenuto di tale programma, tuttavia, dev'essere frutto di una consultazione approfondita con il Parlamento.

Per il Parlamento, inoltre, gli Stati membri devono contribuire maggiormente e più concretamente alla crescita e all'occupazione e, per tale motivo, appoggia l'idea di «programmi di riforma nazionali». Tuttavia, si rammarica che il Consiglio europeo non abbia sottoscritto la raccomandazione del Gruppo di alto livello secondo cui la Commissione dovrebbe riferire annualmente sugli Stati membri che ottengono i migliori risultati rispetto agli obiettivi di Lisbona e su quelli che invece presentano ritardi.

I deputati ribadiscono poi la convinzione che la strategia di Lisbona dovrebbe costituire un mezzo per rafforzare il modello sociale europeo, grazie a una maggiore coesione sociale, per accrescere il tasso e la qualità dell'occupazione, migliorare l'adattabilità dei lavoratori, investire nel capitale umano, garantire la protezione sociale, promuovere le pari opportunità e l'equilibrio di genere e agevolare l'armonia tra lavoro e vita familiare.

Inoltre, nel sostenere la necessità di un solido tessuto industriale su tutto il territorio europeo, i deputati chiedono il perseguimento di una politica industriale attiva e sottolineano il ruolo vitale delle PMI nell'innovazione, nella crescita e nell'occupazione.

La politica ambientale «costituisce un elemento essenziale per la crescita sostenibile che contribuisce all'occupazione». Per tale motivo il Parlamento sottolinea l'importanza di incentrarsi sull'eco-innovazione e le tecnologie ambientali, permettendo in tal modo all’Unione europea di «raccogliere le diverse sfide nel settore delle risorse naturali e dell'ambiente, quali la biodiversità e i cambiamenti climatici».

Compiacendosi dell'impegno del Consiglio europeo a favore di un mercato interno dei servizi «pienamente operativo e compatibile con il modello sociale europeo», il Parlamento rileva la necessità di compiere tutti gli sforzi possibili nell'ambito del processo legislativo per garantire un ampio consenso sulla direttiva sui servizi. Tale direttiva dovrà promuovere la competitività, la creazione di posti di lavoro e la crescita, garantendo nel contempo la responsabilità sociale e la tutela dei diritti dei consumatori e delle norme sociali e ambientali.

Per quanto riguarda REACH, i deputati ritengono che esso debba conciliare le preoccupazioni in materia ambientale e sanitaria con l'esigenza di promuovere la competitività dell'industria europea, prestando nel contempo particolare attenzione alle PMI e alla loro capacità di innovazione.

Nel sottolineare l'esigenza di garantire le necessarie risorse finanziarie per l'attuazione dell'Agenda di Lisbona, il Parlamento chiede che i bilanci nazionali e il bilancio comunitario, tra cui le future prospettive finanziarie 2007-2013, riflettano gli obiettivi perseguiti nel contesto della strategia di Lisbona.

In tale ambito, si compiace del forte sostegno del Consiglio europeo per i progetti prioritari nell'ambito della Rete di trasporto transeuropea e invita il Consiglio e gli Stati membri ad accelerare la programmazione e ad assegnare le necessarie risorse finanziarie a titolo dei bilanci nazionali per i progetti prioritari, segnatamente per i collegamenti transfrontalieri mancanti.

In materia di ricerca e sviluppo, il Parlamento si compiace che sia stato mantenuto l'obiettivo globale del 3% di investimenti del PIL dell'Unione per il settore, con un'adeguata ripartizione tra investimenti pubblici e privati. Gli Stati membri e l'Unione europea sono quindi invitati a dare precedenza ai programmi di ricerca che soddisfano gli obiettivi di migliorare la qualità della vita e rafforzare la sostenibilità dell'economia.

Infine, i deputati richiamano l'attenzione sull'importanza di investire nel settore dell'innovazione e delle nuove tecnologie, giudicati «elementi chiave per permettere all’Unione di raccogliere le sfide della globalizzazione».

Sviluppo sostenibile

Il Parlamento accoglie con soddisfazione l'accento posto sulle politiche ambientali, quale contributo positivo alla crescita, all'occupazione, alla competitività e alla qualità della vita. Pertanto, appoggia la richiesta del Consiglio di una celere attuazione del piano d'azione per le eco-tecnologie.

D'altra parte, i deputati si dicono delusi dallo scadenzario stabilito per la revisione della strategia di sviluppo sostenibile dell'Unione europea, ritenendo che la politica ambientale possa offrire notevoli opportunità economiche soprattutto tenuto conto delle ricadute sull'innovazione industriale. Essi esortano quindi la Commissione ad «intervenire risolutamente» e a presentare quanto prima le opportune proposte. A tale proposito, è sottolineata la necessità di stanziare risorse finanziarie sufficienti a conseguire gli obiettivi definiti nell'ambito della strategia di Lisbona rivista.

La Commissione inoltre dovrà includere la gestione sostenibile dell'uso delle risorse naturali nella sua strategia, mentre la revisione intermedia dovrà tenere debitamente conto del contributo che possono fornire le nuove tecnologie con un futuro promettente, come pure le tecnologie ambientali ed elevate norme ambientali.

Nel chiedere poi un maggiore sostegno alle eco-tecnologie e alle innovazioni eco-efficienti, il Parlamento sottolinea «che ignorare i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità significa pregiudicare gravemente la capacità di conseguire tali obiettivi».

Cambiamenti climatici 

Nell'accogliere favorevolmente la volontà di studiare le diverse opzioni per un accordo post 2012 sui mutamenti climatici, parallelamente allo sviluppo di una strategia comunitaria che preveda una riduzione delle emissioni del 15-30% entro il 2020, il Parlamento insiste affinché l'Unione conservi il proprio ruolo guida nel quadro degli sforzi internazionali tesi a far fronte ai cambiamenti climatici e formuli proposte concrete per un programma ambizioso oltre il 2012. 

Sebbene gli obiettivi del Protocollo di Kyoto «costituiscano una condizione indispensabile per una strategia globale sui cambiamenti climatici», per i deputati occorre fissare ulteriori obiettivi per il periodo dopo il 2012, mentre le emissioni globali dovrebbero essere dimezzate entro il 2050, al fine di contenere il riscaldamento globale al di sotto di 2°C rispetto ai livelli dell'era preindustriale.

Il Parlamento, ritiene inoltre necessarie ulteriori politiche ed interventi programmati, soprattutto nei settori dell'energia e dei trasporti, per conseguire l'obiettivo collettivo di Kyoto. Pertanto, esorta gli Stati membri ad adottare ulteriori misure per accrescere il risparmio e l'efficienza energetica e passare a fonti di energia rinnovabile.

Infine, è ribadita la richiesta di negoziare gli accordi internazionali «in modo tale da integrare le emissioni dei voli e dei trasporti marittimi internazionali negli obiettivi di riduzione delle emissioni per il secondo periodo d'impegno a partire dal 2012».

Preparazione del vertice delle Nazioni Unite

Compiacendosi della priorità attribuita dal Consiglio europeo ai preparativi per il vertice delle Nazioni Unite sugli Obiettivi di sviluppo del Millennio, previsto per il prossimo settembre, sottolinea l'esigenza che l'Unione e gli Stati membri diano prova del loro impegno per gli Obiettivi di sviluppo del Millennio. Si tratterebbe quindi di aumentare gli stanziamenti del bilancio comunitario, migliorando l'efficacia degli aiuti, ad esempio mediante il completo svincolamento di tutti gli aiuti allo sviluppo.

Il Parlamento, inoltre, accoglie favorevolmente l'affermazione del Consiglio europeo secondo cui andrebbe potenziato il sostegno dell'Unione europea all'Africa e plaude alle iniziative a favore di tale continente proposte dalla Commissione per il 2005.

I deputati, poi, sostengono risolutamente l'appello rivolto dal Segretario generale delle Nazioni Unite ai capi di Stato e di governo dei paesi sviluppati affinché fissino uno scadenzario preciso per il conseguimento dell'obiettivo dello 0,7% del RML per gli aiuti ufficiali allo sviluppo. A tale proposito, pertanto, sollecitano gli Stati membri dell'Unione europea ad approvare senza indugio le imminenti proposte della Commissione relative a un siffatto scadenzario.

 Il Parlamento, infine, esorta gli Stati membri dell'Unione «a dimostrare la propria dedizione al rispetto dei diritti dell'uomo», appoggiando la proposta del Segretario generale delle Nazioni Unite di sostituire la Commissione ONU per i diritti dell'uomo con un Consiglio per i diritti dell'uomo «più autorevole e più credibile».

Relazioni esterne

Il Parlamento rammenta di aver insistito ripetutamente sulla necessità di non revocare l'embargo delle armi imposto alla Cina nelle attuali circostanze e «rileva con soddisfazione che il Consiglio europeo non ha adottato ulteriori iniziative verso tale revoca».

 L'Aula, inoltre, plaude alla decisione del Consiglio europeo di creare una task force incaricata di riferire in merito ai progressi della Croazia nel soddisfare le condizioni necessarie per l'avvio dei negoziati di adesione con l'Unione europea. Il Consiglio e la Commissione sono invitati ad inviare al più presto la task force di monitoraggio in Croazia, affinché fornisca al Consiglio, nel corso della sua prossima riunione, risultati affidabili in base ai quali adottare una decisione.

Per quanto attiene alla situazione in Libano, i deputati ribadiscono la loro posizione e plaudono all'annuncio da parte del ministro degli Esteri siriano circa la necessità di ritirare pienamente e interamente entro il 30 aprile tutte le truppe, le infrastrutture militari e l'apparato dei servizi segreti della Siria, nel rispetto della risoluzione dell'ONU. Gli Stati membri dell'Unione e il Consiglio sono quindi esortati a sollevare la questione della stabilizzazione del paese in seno al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Il Parlamento, inoltre, auspica che la formazione di un nuovo governo possa contribuire alla stabilità del paese con l'intento di indire elezioni libere, corrette e trasparenti, come previsto. A tale proposito,  il Consiglio dovrebbe prevedere una missione di osservazione elettorale dell'Unione europea, che copra anche il periodo pre-elettorale, di concerto con le autorità libanesi.

Infine, i deputati ritengono che i recenti avvenimenti nel Kirghizistan diano prova del desiderio di una svolta democratica dei cittadini kirghisi e sottoscrivono la dichiarazione del Consiglio in cui si chiede ai leader recentemente nominati di tale paese di avviare un dialogo onde garantire il processo democratico, che includa il pieno rispetto dello stato di diritto e dei diritti dell'uomo, attraverso la riconciliazione nazionale.

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BILANCIO


Bilancio 2006 in linea con gli obiettivi di Lisbona

Giovanni (Gianni) PITTELLA (PSE, IT)

Relazione sul bilancio 2006: la Strategia politica annuale della Commissione (SPA)

Doc.: A6-0071/2005

Procedura: Bilancio

Dibattito: 12.4.2005

Votazione: 13.4.2005

Adottando la relazione di Gianni PITTELLA (PSE, IT) sul bilancio 2006 e la strategia politica annuale della Commissione, il Parlamento chiede una gestione sana e rigorosa del bilancio comunitario e che le risorse assegnate corrispondano agli obiettivi politici prefissati. Il bilancio 2006 deve riflettere, in particolare, il nuovo approccio della strategia di Lisbona attraverso il rafforzamento del suo contributo alla competitività e alla coesione sociale, economica e ambientale.

Ma questo collegamento con la Strategia è da realizzarsi anche con la concentrazione e il rafforzamento del sostegno dell'UE a settori chiave quali l'occupazione, la politica ambientale, la ricerca e lo sviluppo, le PMI, la promozione della società dell'informazione, l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita e una adeguata realizzazione delle reti transeuropee.

Il bilancio, inoltre, deve rispecchiare «l'importante ruolo svolto dai giovani per l'integrazione e il benessere dell'Unione» prevedendo nuove proposte in materia di programmi di scambio, nonché il rafforzamento del ruolo dell'UE nella comunità internazionale.

Quadro finanziario

Per i deputati, è nell'interesse di tutti i cittadini europei che, al fine di realizzare gli obiettivi dichiarati dell'Unione europea, si abbia una gestione sana e rigorosa del bilancio comunitario. Questi obiettivi, inoltre, devono essere concordati e disporre di fondi adeguati alla loro effettiva realizzazione. Pertanto, riguardo ai negoziati sulle future prospettive finanziarie, essi fanno presente che il Parlamento utilizzerà i suoi poteri «per garantire che il bilancio 2006 fornisca gli stanziamenti necessari per far fronte alle responsabilità dell'Unione».

Sarà quindi necessario ricorrere a tutti gli strumenti disponibili contenuti nel Trattato e/o nell'attuale accordo interistituzionale sulla disciplina di bilancio per rispondere alle sfide finanziarie cui l'UE dovrà far fronte con il bilancio 2006 e per fornire una solida base per gli esercizi futuri.

D'altra parte, i deputati si compiacciono della proposta della Commissione che invita il Parlamento e il Consiglio a raggiungere congiuntamente un accordo su una piattaforma comune d'azione delle istituzioni europee per i prossimi cinque anni. Tuttavia, consapevoli dei problemi di esecuzione del bilancio, i deputati attendono le proposte della Commissione volte a sburocratizzare il regolamento finanziario.

Priorità

La relazione appoggia l'approccio generale della Commissione inteso a promuovere prosperità, solidarietà e sicurezza all'interno dell'Unione e a rendere l'Europa più competitiva e coesa, più vicina ai suoi cittadini e più forte nel mondo. Tuttavia sottolinea che l'ultima programmazione finanziaria e la sua strategia politica annuale (SPA) «presentano notevoli discrepanze tra azioni chiave per il 2006 e risorse di bilancio».

A tale proposito cita, tra gli altri, gli esempi delle iniziative «i2020», «Crescita» e «Gioventù», dell'assistenza in materia di asilo, dei programmi volti a contribuire all'attuazione della legislazione ambientale, dell'Anno europeo della mobilità dei lavoratori.

Agricoltura

La relazione sostiene gli obiettivi fissati nell'ambito della riforma della PAC, in particolare quelli relativi al rafforzamento dello sviluppo rurale, per il quale i deputati si dicono decisamente favorevoli a fornire i finanziamenti necessari. Tuttavia, essi richiamano l'attenzione sul fatto che un accordo sul trasferimento di stanziamenti dalla sottorubrica 1a) alla sottorubrica 1b) - relativa alla «modulazione di bilancio» - è necessario anteriormente alla prima lettura del Consiglio.

La relazione chiede stanziamenti adeguati per portare avanti i progetti pilota sulla promozione di sistemi di qualità e sul finanziamento dei rischi connessi alle epizoozie che sono stati concordati nell'ambito della procedura di bilancio 2004.

Interventi strutturali

 I deputati sottolineano l'importanza di iscrivere integralmente in bilancio il reale fabbisogno di  pagamenti a titolo dei fondi strutturali e la necessità di garantire un sufficiente livello di pagamenti per non compromettere la realizzazione dei programmi.

Essi, inoltre, sostengono che occorre controllare attentamente la norma N+2 (clausola di caducità), nonché rafforzare un'informazione esaustiva e rapida dell'autorità di bilancio, in particolare sugli impegni di bilancio che rischiano di essere cancellati. A tale proposito, invitano quindi la Commissione a presentare entro la fine di luglio 2005 una valutazione globale dello stato di esecuzione dei pagamenti rispetto alle previsioni pluriennali iniziali.

Politiche interne

La relazione invita la Commissione a proporre, nell'ambito della strategia di Lisbona, azioni prioritarie concrete che creino valore aggiunto europeo, attribuendo la priorità all'occupazione, alla ricerca e allo sviluppo, al sostegno delle PMI, alla promozione della società dell'informazione e della conoscenza nonché alla diffusione delle tecnologie ambientali e all'apprendimento lungo tutto l'arco della vita. E' sottolineata poi la necessità di mettere a punto un'infrastruttura efficace attraverso reti transeuropee di trasporti, energia e telecomunicazioni nonché corridoi paneuropei rispettosi dell'ambiente.

Nel sostenere il lancio dell'Anno europeo della mobilità dei lavoratori, è auspicato che gli Stati membri non utilizzino più le deroghe che bloccano la libera circolazione dei lavoratori provenienti dai nuovi Stati membri. La relazione propone anche di rafforzare il bilancio dell'UE destinato agli interventi per i giovani.

In tale ambito, rileva l'importanza dei programmi di scambio in questo settore e insiste sul fatto che il programma Erasmus venga esteso in modo da comprendere anche gli studenti della scuola secondaria superiore e i giovani imprenditori. D'altra parte, i deputati deplorano che la Commissione, nella propria programmazione finanziaria, abbia ridotto gli stanziamenti destinati al programma Leonardo da Vinci rispetto al bilancio 2005.

I deputati appoggiano una strategia integrata di lotta al terrorismo che includa «l'assistenza alle vittime, un'efficace cooperazione e scambi di informazione tra autorità giudiziarie e di polizia, la lotta contro la povertà, una strategia intesa a prevenire la proliferazione di armi, la prevenzione, la gestione e la risoluzione dei conflitti ed il sostegno rafforzato al dialogo tra la culture». Essi inoltre sottolineano che, nel contempo, l'Unione deve promuovere ulteriormente i diritti fondamentali, lo stato di diritto e la qualità della giustizia.

Il Parlamento, facendo proprio un emendamento proposto dal gruppo socialista, invita la Commissione a presentare proposte per rafforzare la capacità globale dell'UE di fornire assistenza ai cittadini in caso di emergenze, comprese quelle che si verificano al di fuori del territorio dell'UE e a gestire crisi transfrontaliere. Al riguardo, sottolinea inoltre l'importanza di associare pienamente  il Parlamento all'attuale discussione in materia.

La relazione, infine, ritiene che l'informazione e la comunicazione «siano risorse essenziali per avvicinare maggiormente l'UE ai cittadini». Per raggiungere tale obiettivo sono quindi necessarie innovazioni più dinamiche e comunicative.

In tale ottica, la Commissione è sollecitata a presentare una proposta relativa ad una politica integrata UE in materia di informazione e comunicazione, «che consenta alle attività di informazione delle istituzioni dell'Unione di essere coordinate in misura più elevata».

Azioni esterne

I deputati sottolineano l'attuale impossibilità di conciliare le priorità tradizionali dell'Unione con un'ampia gamma di nuove responsabilità di bilancio e ricordano al Consiglio che i nuovi impegni «non devono essere finanziati a scapito delle priorità tradizionali del Parlamento».

Le risorse finanziarie destinate ad assistere i paesi e le comunità colpite dallo tsunami o da altre calamità naturali, pertanto, devono essere aggiunte ai bilanci esistenti o previsti in materia di aiuto e «non semplicemente spostate nell'ambito di questi ultimi o dirottate da altre regioni» (reimpiego).

La relazione ribadisce l'impegno del Parlamento a sostenere la realizzazione degli obiettivi di sviluppo del Millennio e tutte le regioni che stanno beneficiando del bilancio UE. Al contempo, sottolineando l'importanza delle libertà fondamentali e della promozione della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritti dell'uomo, compresa la nuova politica di prossimità, i deputati invitano la Commissione a presentare proposte per ripristinare il controllo del Parlamento sull'Iniziativa europea per la democrazia e i diritti dell'uomo (EIDHR).

Personale e amministrazione

Il Parlamento si aspetta che, in base al piano pluriennale in materia di risorse umane supplementari dopo l'ampliamento del 2004, l'Esecutivo chieda la creazione di 700 nuovi posti nel 2006. Prende poi atto che la Commissione ritiene che l'adesione di Bulgaria e Romania richiederebbe 850 nuovi posti da coprire gradualmente entro il 2010.

Accogliendo un emendamento dei popolari, l'Aula invita la Commissione a presentare entro il 31 luglio 2005 una revisione del fabbisogno a medio termine in materia di personale. A quella data, inoltre, l'Esecutivo dovrebbe presentare una relazione dettagliata sul suo personale di sostegno e con funzioni di coordinamento.

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CONTROLLO DEI BILANCI


Bilancio 2003: sì al discarico ma più rigore nei controlli

Terence WYNN (PSE, UK)

Relazione sul discarico per l'esecuzione del bilancio generale dell'UE per l'esercizio 2003

Doc.: A6-0070/2005
&

Ona JUKNEVIČIENĖ (ALDE/ADLE, LT)

Relazione sul discarico per l'esecuzione del bilancio generale dell'UE per l'esercizio 2003

Doc.: A6-0063/2005
&

Alexander STUBB (PPE/DE, FI)

Relazione sul discarico per l'esecuzione del bilancio generale dell'UE per l'esercizio 2003, Sezioni II, IV, V, VI, VII e VIII

Doc.: A6-0066/2005
&

Inés AYALA SENDER (PSE, ES) e Carl SCHLYTER (Verdi/ALE, SE)

Relazione sul discarico ad Agenzie ed altri Organi per l'esercizio finanziario 2003

Doc.: A6-0074/2005
&

Marilisa XENOGIANNAKOPOULOU (PSE, EL)

Relazione sul discarico alla Commissione del sesto, settimo, ottavo e nono FES per l'esercizio 2003

Doc.: A6-0069/2005

Procedura: Discarico

Dibattito: 12.4.2005

Votazione: 12.4.2005

Il Parlamento ha concesso il discarico per l'esecuzione del bilancio 2003. Il sistema dei controlli della spesa UE è nuovamente criticato dai deputati che chiedono insistentemente un suo rafforzamento e norme più vincolanti per gli Stati membri. Il contabile della Commissione, poi, dovrebbe avere un ruolo più incisivo nel sistema.

Inoltre, i deputati ricordano che le tre sedi di lavoro del Parlamento comportano un costo annuo aggiuntivo di 200 milioni di euro. Il Parlamento si pronuncia anche sullo statuto dei deputati e sul regime dei loro assistenti, nonché sulla sua politica immobiliare. Chiede inoltre che siano prese misure antifumo più rigorose nei suoi locali e che si proceda all'assunzione di personale linguistico per garantire ai deputati il diritto ad esprimersi nella propria lingua materna.

Migliorare i controlli degli Stati membri sulle spese comunitarie

Con 542 voti favorevoli, 51 contrari e 10 astensioni, il Parlamento ha adottato la relazione di Terence WYNN (PSE, UK) che approva i conti del bilancio generale del 2003. Tuttavia, in una risoluzione annessa, puntualizza che i sistemi di controllo degli Stati membri debbono essere rivisti al più presto affinché siano corretti i loro errori.

A tal fine, la risoluzione propone che l'autorità di gestione degli Stati membri (ad esempio il Ministero delle Finanze) dichiari ogni anno, prima di procedere alle spese, «che vengono applicati adeguati sistemi di controllo in grado di fornire garanzie sufficienti nell'ottica della responsabilità della Commissione». L'Esecutivo è quindi invitato a presentare una relazione volta a studiare la possibilità di concludere un protocollo con gli Stati membri a tale scopo.

I deputati ammoniscono Commissione e Consiglio: se tale principio di notifica delle autorità di gestione non fosse accettato, il Parlamento potrebbe avere difficoltà a trovare un accordo sulle prossime prospettive finanziarie. La creazione di un tale meccanismo è resa necessaria dal fatto che i sistemi di controllo esistenti non permettono di garantire la legalità e la regolarità delle operazioni quando la responsabilità della spesa ricade sulla Commissione e sugli Stati membri (gestione concorrente). 

Infatti, i controlli centralizzati della Commissione non permettono, da soli, di risolvere il problema, mentre gli Stati membri non sempre gestiscono i crediti comunitari con la stessa attenzione accordata a quelli nazionali. Durante il dibattito, il commissario Siim KALLAS ha annunciato che in luglio sarà presentata una tabella di marcia che proporrà una serie di misure volte a migliorare questi controlli.

Il rafforzamento del sistema di controllo s'impone anche perché la dichiarazione di affidabilità della Corte dei conti (DAS), pur permettendo di stabilire se le risorse sono state utilizzate in modo regolare e legale, non consente di valutare l'efficacia della spesa comunitaria. Così, anche se il denaro è stato speso in modo regolare e legale, niente consente di appurare che questo non sia stato sprecato.

I deputati chiedono che il contabile della Commissione certifichi i conti sulla base di verifiche di convalida o di controlli di sistema e che sia promosso al grado di responsabile finanziario (Chief Financial Officer) assumendo così il ruolo di contrappeso istituzionale dell'amministrazione. Esso, inoltre, sarà pienamente responsabile e disporrà dei mezzi necessari per assolvere ai suoi compiti. L'Esecutivo è quindi invitato a includere queste misure in occasione della prossima revisione del regolamento finanziario.

Riguardo al modello di controllo unico, reclamato dal Parlamento dal 2002 per migliorare la situazione, il Parlamento prende nota con interesse delle raccomandazioni della Corte dei conti che ipotizzano anch'esse l'attuazione di un modello del genere. Il Consiglio, infine, è invitato a concretizzare le sue intenzioni attraverso la creazione di un gruppo d'esperti incaricati di rivedere il funzionamento del controllo e della revisione dei conti dell'Unione, in modo particolare per quanto riguarda la gestione condivisa da Commissione e Stati membri.

Le tre sedi del Parlamento costano 200 milioni di euro

A larga maggioranza (551 voti favorevoli, 81 contrari e 7 astensioni), l'Aula ha adottato la relazione di Ona JUKNEVIČIENĖ (ALDE/ADLE, LT) che concede il discarico dell'esecuzione del bilancio 2003 del Parlamento, sottolineando che, come negli esercizi precedenti, è stato raggiunto un livello molto elevato d'esecuzione finanziaria.

In una risoluzione annessa, i deputati osservano che tale risultato è stato ottenuto soprattutto grazie alla politica immobiliare del Parlamento che, invece di affittare, ha acquistato i suoi edifici. Sottolineando poi con soddisfazione che il Parlamento è una delle rare «piccole» istituzioni ad aver attuato il nuovo regolamento finanziario, si chiedono tuttavia se la complessità del dispositivo di controllo in vigore non sia sproporzionata, tenuto conto che il bilancio del Parlamento è essenzialmente amministrativo.

Il Parlamento, tra le altre cose, ricorda che i costi indotti dalla sue tre sedi di lavoro sono stimati a più di 200 milioni di euro all'anno. Riguardo alle indennità dei deputati, l'Aula «appoggia l'iniziativa presa dall'attuale Presidenza dell'Unione europea di pervenire ad un accordo sullo statuto dei deputati, introducendo una remunerazione unica per i deputati al Parlamento europeo.

L'accresciuta disparità di remunerazione tra i deputati che è venuta a crearsi dopo l'allargamento ha contribuito a sostenere tale posizione. Nondimeno, la risoluzione ritiene che, anche in assenza di uno statuto comune, dovrebbe essere possibile concepire un sistema chiaro, trasparente ed equo. Tuttavia, una volta adottato lo statuto, con l'attuazione di un regime pensionistico identico per tutti i deputati, dovrebbe cessare ogni contributo del bilancio del Parlamento a un fondo pensionistico volontario.

Infine, rivolgendosi all'Ufficio di Presidenza del Parlamento, i deputati deplorano la mancanza di chiarezza riguardo al regime di sicurezza sociale degli assistenti parlamentari. Essi, inoltre, giudicando inaccettabile l'autorizzazione a fumare negli uffici del Parlamento, sollecitano con urgenza delle misure volte a ridurre il tabagismo e chiedono pertanto ai questori di designare una zona per fumatori chiaramente definita e ben areata. Il Parlamento, poi, insiste sulla necessità di accelerare l'assunzione di personale linguistico al fine di garantire ad ogni deputato il diritto di esprimersi con la sua lingua materna.

La relazione di Alexander STUBB (PPE/DE, FI) sul discarico per l'esecuzione del bilancio generale dell'UE per l'esercizio 2003, Sezioni II, IV, V, VI, VII e VIII è stata approvata con 560 voti favorevoli, 56 contrari e 10 astensioni.

La relazione di Inés AYALA SENDER (PSE, ES) e Carl SCHLYTER (Verdi/ALE, SE) sulla relazione sul discarico ad Agenzie ed altri Organi per l'esercizio finanziario 2003 è stata approvata con 565 voti favorevoli, 47 contrari e 26 astensioni.

La relazione di Marilisa XENOGIANNAKOPOULOU (PSE, EL) sulla relazione sul discarico alla Commissione del sesto, settimo, ottavo e nono FES per l'esercizio 2003 è stata approvata con 556 voti favorevoli, 70 contrari e 10 astensioni.

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