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PARI OPPORTUNITÀ / DIRITTI DELLA DONNA

La Turchia rispetti i diritti delle donne
 

Emine BOZKURT (PSE, NL)

Relazione sul ruolo delle donne in Turchia nella vita sociale, economica e politica

Doc.: A6-0175/2005

Procedura: Iniziativa

Dibattito: 5.7.2005

Votazione: 67.2005

I diritti delle donne e la parità dei sessi appartengono all'acquis comunitario che la Turchia dovrà accettare nel quadro del processo d'adesione all'Unione Europea. Nella relazione di Emine BOZKURT (PSE, NL) adottata dalla Plenaria con 573 voti a favore, 19 contrari  e 32 astensioni, i deputati insistono sul fatto che i progressi realizzati dalla Turchia in materia di legislazione devono ora essere messi in pratica.

L'Aula sottolinea che «i diritti delle donne dovranno essere al centro dei negoziati con la Turchia» e pone l'accento sul ruolo fondamentale della società civile turca nel portare avanti le recenti riforme legislative. I deputati ritengono che la classe politica nel suo insieme nonché i media, le organizzazioni della società civile e le comunità religiose dovranno unire i loro sforzi per favorire gli opportuni cambiamenti democratici.

La violenza sulle donne è un altro dei temi dalla Plenaria, che chiede al Governo turco di prendere misure in difesa delle donne in pericolo e di fornire loro un facile accesso alla sanità e protezione giuridica. Secondo le ONG locali, nel 1995 tutte le donne che vivevano nelle aree svantaggiate di Ankara sono state vittime di violenze domestiche, mentre un sondaggio condotto tra 1990 e 1996 ha rilevato che l'88% delle donne ha dichiarato di vivere in un ambiente violento.

Il Parlamento rileva poi che, in alcune zone della Turchia, la registrazione dei neonati non è immediata, pertanto l'età delle giovani donne è a volte fissata arbitrariamente permettendo così di dichiararle maggiorenni per «legittimare "de facto" matrimoni coatti».

Tra gli altri motivi di preoccupazione è segnalata la scarsa partecipazione femminile alla vita politica turca (solo il 4,4% dei parlamentari del Paese sono donne, con la rappresentanza dell'1% a livello locale) nonché le difficoltà che esse incontrano nell'accesso all'istruzione e al mondo del lavoro. Secondo la Fondazione europea per il Miglioramento delle Condizioni di Vita, solo il 27% delle donne turche hanno un impiego. Il Parlamento invita dunque la Turchia a ratificare il Protocollo aggiuntivo n°12 della Convenzione europea dei Diritti dell'Uomo che mira ad impedire le discriminazioni.

I deputati, infine, affermano la loro intenzione di monitorare la situazione delle donne in Turchia da vicino e di redigere una relazione annuale attraverso la commissione per i diritti per le donne, invitando la Commissione europea a fare altrettanto.

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RELAZIONI ESTERNE

Iraq: forze ONU al posto delle truppe straniere?
 

Giorgos DIMITRAKOPOULOS (PPE/DE, EL)

Relazione su "L'Unione europea e l'Iraq" – Quadro per l'impegno"

Doc.: A6-0198/2005

Procedura: Iniziativa

Dibattito: 6.7.2005

Votazione: 6.7.2005

Adottando la relazione di Giorgos DIMITRAKOPOULOS (PPE/DE, EL), il Parlamento ritiene che andrebbe esaminata la possibilità di sostituire le truppe straniere stanziate in Iraq con le forze di pace dell'ONU e l'Unione europea dovrebbe promuovere una nuova risoluzione del Consiglio di Sicurezza che vada in questa direzione. Occorre anche istituire una commissione indipendente - formata da esperti iracheni, delle Nazioni Unite e dell'Unione europea - che investighi su crimini contro l'umanità perpetrati nel paese. L'Europa deve anche inviare osservatori in occasione delle elezioni e contribuire alla ricostruzione del Paese.

La relazione d'iniziativa, adottata con 345 voti a favore, 109 contrari e 167 astensioni, esprime «forte rammarico per gli oltre 100.000 civili e per i 1.700 militari statunitensi che si stima siano morti dall'inizio dell'invasione nonché per il tasso di decessi che è in costante crescita». Inoltre, sottolinea «la sua viva preoccupazione davanti al deterioramento delle condizioni di sicurezza in Iraq da quando è stata dichiarata la cessazione delle operazioni di combattimento» e si augura che le lezioni ricevute  dalla guerra porteranno in tutto il mondo a una gestione dei conflitti «maggiormente multilaterale, democratica e orientata sul risultato». In proposito, è peraltro evidenziata la necessità di rafforzare il parternariato transatlantico - «attraverso la condivisione degli oneri» - nel quadro di un effettivo multilateralismo che inclusa paesi musulmani e vicini.

I deputati, d'altra parte, sono del parere che la caduta del regime di Saddam Hussein abbia aperto la strada ad un futuro di pace, sicurezza e democrazia per il popolo iracheno. Tuttavia, data l'attuale situazione di insicurezza ed il crescente numero d'attacchi sia terroristici, sia contro le truppe straniere, la commissione ritiene che la comunità internazionale  «abbia l'obbligo morale e politico di reagire».  

All'Unione è chiesto di prendere in esame la possibilità di sostituire le truppe straniere presenti in Iraq con una forza di mantenimento della pace dell'ONU, tenendo conto in particolare del fatto che «tutte le formazioni politiche che hanno partecipato alle elezioni hanno richiesto il ritiro delle truppe straniere».

Comunque, è precisato, ogni decisione riguardo al ritiro delle forze militari «dovrà essere applicata in modo progressivo in base ad un calendario chiaramente definito». Inoltre, una nuova risoluzione ONU dovrebbe prevedere la possibilità che i paesi non associati alle operazioni militari contribuiscano alla formazione di forze armate e di polizia irachene.

L'Aula, poi, sottolinea l'importanza della lotta contro l'impunità e la necessità di «processare tutti i responsabili di gravi violazioni dei diritti umani nel paese». I deputati si compiacciono, quindi, della decisione presa dalle autorità irachene di aderire allo Statuto di Roma del Tribunale penale internazionale, e tornano a chiedere di «abolire la pena di morte, garantire adeguate condizioni di detenzione e creare un efficace apparato giudiziario per perseguire penalmente tutti i colpevoli».

L'assistenza dell'Unione europea dovrebbe porre rimedio alle carenze del passato e «portare ad una migliore comprensione delle dinamiche e delle realtà sociali irachene». Il futuro politico del paese deve riflettere il volere degli iracheni e preservare l'unità nazionale in uno stato federale. La democrazia, i diritti delle minoranze e delle donne e lo stato di diritto sono ancora motivo di preoccupazione per i deputati. Tuttavia, essi stessi constatano dei progressi, come il fatto che al governo partecipino membri della minoranza sunnita, e che l'Assemblea Nazionale di transizione sia costituita dal 31% di donne.

L'Unione europea deve impegnarsi seriamente per sostenere le elezioni generali previste per dicembre, finanziando l'assistenza elettorale e mandando degli osservatori. Deve, inoltre, offrire il proprio aiuto alla preparazione di una nuova Costituzione. Anche gli Stati vicini all'Iraq possono svolgere un ruolo importante nel processo di pace, preservando l'unità del paese e sostenendo il processo democratico.

I deputati sottolineano, tuttavia, che il contributo alla ricostruzione da parte dell'Unione non deve andare a scapito dell'assistenza fornita ad altre zone.

Pertanto la Commissione dovrebbe redigere comunicati completi, regolari e trasparenti sull'effettivo andamento dell'assistenza. L'Unione è incoraggiata a concretizzare il proprio aiuto fornendo i servizi primari, come la sanità, l'istruzione, l'accesso all'acqua potabile e fognature adeguate. Occorre, poi, una più stretta collaborazione con le autorità locali e per la lotta al terrorismo.

Il Parlamento sottolinea peraltro che la condizione fondamentale per la ricostruzione economica irachena è «l'esercizio di una piena autorità e di un pieno controllo sulle risorse naturali del paese e un uso dei proventi della vendita del petrolio che permetta il loro reinvestimento in Iraq». Rileva, poi, «con sorpresa» che i fondi destinati alla ricostruzione siano in parte gestiti dal World Bank Trust e non unicamente dalle Nazioni Unite. Esprime quindi la sua preoccupazione per il fatto che tale ente «abbia utilizzato soltanto una minima parte dei fondi raccolti». Infine, «vista la corruzione massiccia esistente nel paese», i deputati raccomandano un audit indipendente sull'utilizzo di tali fondi.

 Dieci anni dopo Srebrenica: non c'è pace senza giustizia

Risoluzione comune su Srebrenica

Doc.: B6-0395/2005

Procedura: Risoluzione comune

Dibattito: 6.7.2005

Votazione: 7.7.2005

A seguito del dibattito tenutosi in Aula per commemorare i dieci anni dall'eccidio di Srebrenica, il Parlamento ha adottato una risoluzione comune in cui, nel condannare con fermezza il massacro, afferma «che non può esservi vera pace senza giustizia» e che la cooperazione con il Tribunale penale internazionale per l'ex Yugoslavia (ICTY ) «resta la premessa fondamentale per la prosecuzione del processo di integrazione degli Stati dei Balcani occidentali nell'Unione europea».

Il prossimo 11 luglio cade il decennale della strage di Srebrenica, la cittadina bosniaca divenuta simbolo dell'orrore della guerra nell'ex Jugoslavia dopo che le truppe serbe del generale Mladic uccisero oltre 8.000 persone. I sopravvissuti, per lo più donne, cercano ancor oggi i loro familiari scomparsi in una lista di oltre 10.000 persone. Il Tribunale dell'Aia non ha esitato a definire "genocidio" questo episodio, il primo in Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale e la tragedia dell'Olocausto.

Il Parlamento «condanna con la massima fermezza il massacro di Srebrenica» e «onora le vittime delle atrocità» oltre ad esprimere le sue condoglianze alle famiglie delle vittime, «numerose delle quali vivono senza sapere definitivamente il destino di padri, figli, mariti e fratelli». L'Aula riconosce che questo continuo dolore è aggravato dal fatto che i responsabili di questi atti non sono stati processati.

 

Consiglio e Commissione sono invitati a fare lo stesso, in quanto «questa intollerabile vergogna dell'Europa deve rimanere l'ultimo massacro perpetrato in nome dell'ideologia etnica».

 

Inoltre i deputati si rammaricano del fatto che il parlamento serbo non abbia approvato un progetto di risoluzione che condanni formalmente il massacro di Srebrenica «come segno della volontà di accettare il passato e di contribuire alla riconciliazione e alla risoluzione pacifica dei problemi della regione».

 

Essi si dicono poi preoccupati per il fatto che Radovan Karadzic e Ratko Mladic siano tuttora in libertà, e invitano la Republika Srpska e la Serbia-Montenegro a intraprendere azioni volte a rintracciarli e processarli.

 
 

Tra l'altro, vi è una parte dell'opinione pubblica serba che non riconosce i crimini di guerra contro i civili musulmani, per questo i deputati incoraggiano vivamente il governo serbo ad intervenire in tal senso.

 

L'Aula esprime, poi, «incondizionato supporto» all'opera svolta dall'ICTY e ribadisce «che la piena cooperazione con questo organo è per tutti i Paesi della regione la premessa per una più stretta cooperazione» con l'Unione europea.

 

I deputati sottolineano, in seguito, che la prospettiva dell'integrazione europea offerta ai paesi dei Balcani e il processo di stabilizzazione e associazione dovrebbero essere uno stimolo per una  spinta interna verso le riforme e il consolidamento della democrazia, nonché per «sviluppare una visione comune del loro tragico passato e creare le basi per un futuro migliore». L'Unione europea intende dare la propria assistenza nella preparazione all'adesione da parte dei paesi dei Balcani candidati e potenziali candidati. A tal fine, quindi, la Plenaria chiede anche che «le prossime prospettive finanziarie prevedano a questo riguardo strumenti e finanziamenti adeguati».

 

Il Parlamento, riguardo alla tragedia di Srebrenica, ritiene «che la forza di pace dell'ONU ha mancato di tutelare le zone protette a essa assegnate» e, dunque, invita tale organizzazione e le competenti istituzioni internazionali a mettere in pratica gli insegnamenti di questo fallimento. Ciò deve anche servire «da fondamento per un rafforzamento della politica estera e di sicurezza comune» dell'Unione europea.

 

Il Parlamento si dichiara «profondamente scosso e turbato alla visione dei filmati presentati al Tribunale dell'Aia», in cui sei prigionieri civili vengono giustiziati a sangue freddo, e che rappresentano una prova incontestabile dei fatti realmente avvenuti. Plaude, pertanto, alla reazione del Primo ministro serbo Vojislav Kostunica dopo la diffusione del video, che ha portato all'arresto degli ex appartenenti al reparto Scorpion identificati.

Inoltre, sostiene la richiesta formulata dall'Alto rappresentante ONU per la Bosnia-Erzegovina ai ministri serbo-bosniaci di specificare il numero di militari coinvolti nel filmato e di identificare tutti gli individui non bosniaci ivi ripresi.

 

Elogiando «il lavoro e l'impegno di tutti coloro che nel corso di questi anni non hanno mai cessato di cercare la verità», l'Aula invita il Consiglio, la Commissione e gli Stati membri a fornire loro i mezzi necessari per continuare la loro opera. Sostegno deve anche essere fornito per la soluzione della situazione economica e sociale, al fine di «rafforzare la cooperazione regionale e transfrontaliera e di promuovere la riconciliazione fra i popoli dei Balcani occidentali e tra questi e i popoli vicini».

 

Lo sviluppo economico e sociale, infatti, «rappresenta per i popoli della regione la massima priorità», quindi i deputati pongono l'accento sull'importanza delle politiche di riconciliazione. In proposito, evidenziano il peso che le autorità religiose, i media ed il  sistema scolastico hanno in questo processo, «affinché i civili di tutti i gruppi etnici possano superare le tensioni del passato ed iniziare una pacifica e sincera coesistenza per una duratura stabilità e crescita economica».

 

A tale riguardo, infine, si richiede che venga presa in considerazione l'istituzione di una commissione di verità e riconciliazione in Bosnia-Herzegovina.

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AFFARI ECONOMICI E MONETARI

Spiegare meglio i vantaggi dell'uro
 

Jules MAATEN (ALDE/ADLE, NL)

Relazione sull'attuazione della strategia d'informazione e di comunicazione riguardante l'euro e l'Unione economica e monetaria

Doc.: A6-0197/2005

Procedura: Iniziativa

Dibattito: 4.7.2005

Votazione: 5.7.2005

L'euro ha portato numerosi benefici, ma la sua popolarità presso i cittadini è messa a dura prova. La campagna d'informazione europea sulla moneta unica dovrà quindi rispondere alle preoccupazioni dei cittadini, mentre gli Stati membri dovranno trarre la lezione dai precedenti change over per non ripetere gli errori commessi ed evitare ingiustificati aumenti dei prezzi. E' questa la sostanza della relazione d'iniziativa di Jules MAATEN (ALDE/ADLE, NL) sulla strategia d'informazione e di comunicazione riguardante l'euro e l'Unione economica e monetaria adottata dalla Plenaria con 493 voti favorevoli, 117 contrari e 14 astensioni. I deputati, inoltre, lamentano gli eccessivi costi delle transazioni transfrontaliere, s'interrogano sull'opportunità di mantenere le banconote di 500 euro e chiedono di rendere meno vulnerabile alla contraffazione la prossima generazione di banconote.

Il Parlamento saluta con favore i vantaggi offerti dall'UEM: stabilità dei prezzi, costi di transazione ridotti, maggiore trasparenza dei prezzi nella zona euro, minore volatilità dei prezzi sui mercati valutari internazionali e protezione contro le crisi esterne, tassi di interesse storicamente bassi, tassi ipotecari bassi e maggiore facilità per chi viaggia. Inoltre, sostiene l'euro in quanto «potente simbolo dell'integrazione europea» e «mezzo atto ad avvicinare i cittadini europei agli ideali su cui si fonda l'Unione».

Per i deputati l'euro rappresenta probabilmente «il più grande progetto europeo mai lanciato». D'altra parte, adottando un emendamento proposto dal PPE/DE, il Parlamento sottolinea che la debole crescita economica dopo l'introduzione dell'euro «non è stata causata dal cambio di moneta» ma, piuttosto, da «una inappropriata esecuzione degli orientamenti sulla politica economica» nonché dal fatto che l'accordo di Lisbona «non è stato eseguito» e «le riforme strutturali non sono state attuate».

Nel notare «l'evidente mancanza di popolarità dell'euro fra determinati settori della popolazione», i deputati ritengono che la moneta unica rimanga per l'UE una priorità in termini di comunicazione, in quanto sostengono la necessità di spiegare e promuovere al pubblico i benefici che essa comporta. Infatti, le percezioni negative nei confronti della moneta unica, per i deputati, sono state aggravate in ampia misura «da taluni errori effettuati durante il passaggio all'euro» che, peraltro, in realtà avrebbe inciso solo dello 0,2% sull'inflazione.

A loro parere, inoltre, non è stata prestata sufficiente attenzione alle conseguenze del change over per il consumatore medio che ha visto un aumento dei prezzi dei prodotti e dei servizi di uso quotidiano nonché per le PMI che sono state inadeguatamente informate e non sono state fornite di sufficiente liquidità. E' stato «chiaramente un errore», infine, terminare le campagne di comunicazione così presto dopo l'introduzione materiale dell'euro.

Nelle nuove campagne d'informazione, inoltre, un accento particolare andrà posto sull'informazione e sull'aggiornamento dei cittadini e dei consumatori europei e delle PMI che non dispongono di capacità sufficienti per adeguare immediatamente all'euro le loro transazioni economiche.

Per i deputati è essenziale che i principali decisori politici «si assumano la piena responsabilità politica per l'ulteriore sviluppo della politica monetaria comune e di un maggior coordinamento economico», in quanto considerano che la vitalità a lungo termine «contribuirà al progresso generale dell'Unione» e, aggiungono, perchè «la popolarità dell'euro è importante relativamente all'eventuale ratifica del trattato che istituisce una Costituzione per l’Europa».

Il Parlamento, pertanto, si dice favorevole a un più stretto coordinamento delle politiche economiche fra gli Stati membri e alla prudenza fiscale «nel quadro di un riformato ma solido Patto di stabilità e di crescita» che, a suo parere, contribuirà alla stabilità economica a lungo termine degli Stati membri e al loro adeguamento agli obiettivi della strategia di Lisbona.

Nell'invitare la Commissione a perseguire i suoi principali obiettivi di comunicazione e ad indicare in dettaglio i passi necessari a raggiungerli, la relazione sottolinea l'opportunità di utilizzare maggiormente le moderne tecniche di marketing e di avviare una campagna di informazione adatta alla cultura, alla lingua, all'opinione pubblica prevalente ed alle preoccupazioni dei cittadini dei vari paesi.

E' necessario altresì considerare se il paese è già nella zona euro o vi entrerà a medio o breve termine o se intende invece rimanerne fuori. I deputati chiedono inoltre un incremento dei fondi disponibili con il programma PRINCE e, al riguardo, sottolineano che il principio del cofinanziamento sotteso al programma può generare gravi problemi e ritardi nell'introduzione dell'euro nei nuovi Stati membri, che mancano delle necessarie risorse finanziarie.

Gli Stati che entreranno in futuro a far parte della zona euro dovrebbero «far tesoro dell'esperienza acquisita» in quelli che attualmente ne fanno parte, «nei quali sono stati registrati comportamenti scorretti ed esempi di eccessivo arrotondamento», al fine di evitare simili pratiche. In proposito, i deputati sottolineano che l'obbligo della duplice indicazione dei prezzi può ridurre i timori del pubblico rispetto all'aumento dei prezzi indotto dall'euro ed esercitare una certa pressione sulle imprese e i fornitori di servizi «affinché non prendano a pretesto il passaggio all'euro per aumentare i prezzi».

Con l'adozione di un emendamento proposto dal PSE, la Commissione è invitata poi a elaborare relazioni specifiche basate sulle migliore pratiche e a incoraggiare le autorità nazionali, regionali e locali a stabile centri informativi a livello locale «a cui tutti possano riferire eventuali abusi, come gli aumenti ingiustificati dei prezzi»

La relazione invita poi la Commissione a riconoscere l'importanza del ruolo attivo del Parlamento, dei parlamenti nazionali e delle autorità regionali e locali nella pianificazione e nell'attuazione della strategia di comunicazione riguardante l'euro e l'UEM. L'azione di tali organi, infatti, rende più democratico il dialogo sulla strategia di comunicazione e consente di integrarvi le preoccupazioni e le perplessità dei cittadini.

La BCE, invece, è sollecitata ad intraprendere, nel quadro della sua relazione annuale o di una relazione speciale, un'analisi quantitativa annua dei benefici che l'euro ha apportato per il cittadino comune, con esempi concreti di come l'uso della moneta unica abbia influito positivamente sulla vita quotidiana dei cittadini. All'Esecutivo, d'altra parte, è chiesto di condurre un sondaggio specifico tra le PMI di tutta Europa per stabilire il livello di accettazione dell'euro nel settore.

Il settore bancario è invece invitato a mettere a disposizione sportelli bancomat in grado di distribuire alla clientela un maggior numero di biglietti di piccolo taglio in modo da ridurre il contante detenuto in cassa dai negozianti e ridurre conseguentemente il rischio di rapine. D'altra parte i deputati deplorano i costi tuttora elevati dei pagamenti transfrontalieri al dettaglio effettuati in euro, sebbene la normativa comunitaria abbia comportato riduzioni sostanziali delle tariffe relative ai bonifici transfrontalieri standard in euro.

Nel sostenere quindi la creazione di un'Area unica europea dei pagamenti, invitano la Commissione a presentare una disciplina globale per il settore e a cogliere tale opportunità per armonizzare i sistemi elettronici di pagamento nell'UE.

Constatando poi il numero eccessivo di banconote da 500 euro circolanti (per un valore di 190 milioni di euro), i deputati si interrogano sull'opportunità di mantenerle tenuto conto dei rischi di criminalità finanziaria e riciclaggio connessi all'uso di banconote di tale valore. Inoltre, nel salutare con favore la preparazione di una seconda generazione di banconote, la relazione sollecita la BCE ad esercitare grande vigilanza per rendere la moneta unica meno vulnerabile alla contraffazione. Europol e le forze di polizia degli Stati membri dovrebbero quindi trattare questo problema in via prioritaria 

Relazione 2004 della BCE
 

Kurt Joachim LAUK (PPE/DE, DE)

Relazione sulla relazione annuale per il 2004 della Banca centrale europea

Doc.: A6-/2005

Procedura: Iniziativa

Dibattito: 4.7.2005

Votazione: 5.7.2005

Di stretta maggioranza - 287 voti favorevoli, 296 contrari e 41 astensioni - l'Aula ha respinto la relazione di Kurt Joachim LAUK (PPE/DE, DE) sulla relazione annuale della Banca centrale europea, illustrata la vigila dal suo Presidente, Jean Claude Trichet.

La relazione adottata dalla commissione parlamentare plaudeva alla scelta della BCE di concentrarsi «sul suo obiettivo primario», ossia mantenere la stabilità dei prezzi, «contribuendo in tal modo a conseguire una crescita economica sostenuta». Prima del voto finale, era stato respinto un emendamento che chiedeva alla BCE di abbassare i tassi d'interesse.

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COMMERCIO ESTERO

Tessili: rinviato il voto
 

Tokia SAÏFI (PPE/DE, FR)

Relazione sull'avvenire del settore tessile e dell'abbigliamento dopo il 2005

Doc.: A6-0193/2005

Procedura: Iniziativa

Dibattito: 7.7.2005

Con 260 voti favorevoli, 117 contrari e 16 astensioni, l'Aula ha deciso di rinviare il voto della relazione alla prossima sessione.

 

AMBIENTE

Giocattoli più sicuri per i bambini
 

Antonios TRAKATELLIS (PPE/DE, EL)

Raccomandazione per la seconda lettura relativa alla posizione comune del Consiglio in vista dell'adozione della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica per la ventiduesima volta la direttiva 76/769/CEE del Consiglio concernente il ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative degli Stati membri relative alle restrizioni in materia di immissione sul mercato e di uso di talune sostanze e preparati pericolosi (ftalati nei giocattoli e negli articoli di puericultura)

Doc.: A6-0196/2005

Procedura: Codecisione, seconda lettura

Dibattito: 4.7.2005

Votazione: 5.7.2005

Con 497 voti favorevoli e 9 contrari il Parlamento chiede il divieto definitivo di sei ftalati utilizzati nei giocattoli e negli articoli di puericultura. Questi prodotti, che servono a rendere più malleabili le plastiche, sin dal 1999 erano soggetti a un bando temporaneo per gli articoli destinati ai bambini di meno di tre anni in ragione dei loro effetti cancerogeni, mutageni e tossici per la riproduzione.

La relazione votata dalla Plenaria è frutto di una serie di emendamenti di compromesso negoziati, dopo il voto in commissione parlamentare, dal relatore Antonios TRAKATELLIS con il Consiglio. Pertanto, la direttiva concernente il ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative degli Stati membri relative alle restrizioni in materia di immissione sul mercato e di uso degli ftalati nei giocattoli e negli articoli di puericultura, potrà entrare in vigore venti giorni dopo la sua pubblicazione, mentre gli Stati membri dovranno applicarle 12 mesi dopo l'entrata in vigore della direttiva.

Con le nuove disposizioni, tre ftalati (DEHP, DBP e BBP) non potranno essere utilizzati in nessun caso se la loro concentrazione supera lo 0,1% in massa di materia plastificata in tutti i giocattoli e articoli di puericultura. Prima del 1999, non era raro che questa concentrazione superasse il 30%. Gli altri tre - DINP, DIDP e DNOP - sono vietati, per le stesse concentrazioni, negli articoli che possono essere portati alla bocca dai bambini, anche se non è questa la loro finalità. Questi divieti non sono più limitati a determinate fasce d'età.

Aldilà dei giocattoli e degli articoli di puericultura, i deputati chiedono alla Commissione di esaminare i rischi che potrebbero comportare altri tipi di materiali che contengono ftalati, in particolare quelli utilizzati nelle apparecchiature mediche.

Background

Il Parlamento s'era pronunciato in prima lettura nel luglio 2000 e aveva auspicato il divieto di tutti gli ftalati nei giochi e negli articoli destinati ai bambini di meno di tre anni, così come delle avvertenze in etichetta per i giocattoli destinati ai bambini da tre a  sei anni, ma suscettibili di essere messi in bocca dai più giovani. Il Consiglio, nell'aprile 2005, ha poi adottato una posizione comune basata sugli ultimi dati scientifici disponibili e sui pareri del Comitato scientifico della tossicità, dell'ecotossicità e dell'ambiente.

Il Consiglio ha quindi classificato i sei ftalati in questione in due categorie. Quelli rientranti nella prima (DEHP, DBP e BBP) sarebbero vietati in tutti i giocattoli e articoli di puericultura, quelli cha fanno parte della seconda (DINP, DIDP e DNOP) sarebbero vietati unicamente negli articoli destinati ai bambini di età inferiore ai tre anni.

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ENERGIA

Garantire la fornitura di energia elettrica a cittadini e imprese
 

Giles Bryan CHICHESTER (PPE/DE, UK)

Relazione sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio concernente misure per la sicurezza dell'approvvigionamento elettrico e per gli investimenti nelle infrastrutture

Doc.: A6-0099/2005

Procedura: Codecisione, prima lettura

Dibattito: 4.7.2005

Votazione: 5.7.2005

La Plenaria ha adottato in prima lettura della procedura di codecisione la relazione di Giles Bryan CHICHESTER (PPE/DE, UK) sulla proposta di direttiva riguardante le misure per la sicurezza dell'approvvigionamento elettrico e per gli investimenti nelle infrastrutture che, essendo frutto di un compromesso con il Consiglio, consente di chiudere a questo stadio l'iter legislativo. Gli Stati membri dovranno trasporre la direttiva nel diritto nazionale due anni dopo la sua entrata in vigore.

La proposta della Commissione è stata elaborata a seguito del blackout in Italia nel 2003 a causa del guasto avvenuto in Svizzera. Essa sottolinea come, affinché un mercato interno dell'elettricità funzioni veramente, occorra realizzare importanti investimenti nella rete di trasporto.

 Questi investimenti sono anche necessari per garantire che la rete sia in grado di fare fronte alla crescita della domanda, senza che imprese e cittadini patiscano di frequenti interruzioni dell'approvvigionamento.

La direttiva intende stabilire un quadro di riferimento entro il quale gli Stati membri devono definire, in materia di sicurezza degli approvvigionamenti, una strategia generale trasparente e non discriminatoria, che sia conforme ai requisiti di un mercato unico concorrenziale dell'elettricità.

Oggetto della direttiva è, innanzitutto, garantire la sicurezza degli approvvigionamenti elettrici per assicurare il buon funzionamento del mercato interno dell'elettricità dell'Unione europea, nonché per raggiungere un adeguato equilibrio tra l'offerta e la domanda e un livello appropriato d'interconnessione tra gli Stati Membri. Il compromesso prevede, infine, di limitare la competenza dell'autorità di regolamentazione in materia di interconnessioni.

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GIUSTIZIA E AFFARI INTERNI

NO al trasferimento dei dati dei passeggeri in volo verso il Canada
 

Sophia Helena IN'T VELD (ALDE/ADLE, NL)

Relazione sulla proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione di un accordo tra la Comunità europea e il governo del Canada sul trattamento delle informazioni anticipate sui passeggeri (Advance Passenger Information, API) e dei dati delle pratiche dei passeggeri (Passenger Name Record, PNR)

Doc.: A6-0226/2005

Procedura: 0226

Dibattito: 6.7.2005

Votazione: 7.7.2005

Con 321 voti favorevoli, 53 contrari e 192 astensioni, l'Aula ha respinto la conclusione dell'accordo con il Canada sul trattamento delle informazioni anticipate sui passeggeri (API) e dei dati delle pratiche dei passeggeri (PNR) ed ha incaricato il suo Presidente di chiedere al Consiglio di non concludere l'accordo prima che la Corte di giustizia abbia emesso la sentenza nella causa con la quale il Parlamento europeo aveva già fatto opposizione al precedente accordo con gli USA.

Il Canada ha adottato disposizioni di legge che autorizzano l'agenzia canadese per i servizi transfrontalieri (Canada Border Services Agency, CBSA) ad acquisire API e PNR dalle compagnie aeree e, nel mese di febbraio 2005, ha introdotto un sistema di penalità fiscali in caso di mancato rispetto della sua legislazione.

Le penalità sono state sospese per le compagnie europee durante la negoziazione dell'accordo (dal marzo 2005 ad oggi) ma è previsto che esse si applichino a decorrere dal 1° luglio 2005.

 Come avvenuto nel caso del precedente accordo con gli USA sulla stessa materia, la relatrice lamenta il fatto che il Parlamento europeo sia stato consultato dal Consiglio su questo dossier altamente complesso e sensibile solo all'ultimo momento.

Pur ritenendo l'accordo con il Canada migliorativo rispetto a quello concluso con gli Stati Uniti, i deputati puntano l'indice contro la tecnica legislativa cui si è ricorsi, che è giudicata non conforme ai principi di trasparenza e di preminenza del diritto su cui si fonda l'UE. Infatti, è sottolineato che, invece di un vero accordo internazionale che precisi tutti i principali obblighi delle parti contraenti, i diritti e gli obblighi dei passeggeri, delle compagnie e i doveri delle pubbliche autorità, la questione è trattata con un light international agreement.

La proposta di accordo

Rispetto all'accordo con gli USA, quello negoziato con il Canada è giudicato comunque migliore dalla relatrice. In particolare, è sottolineato che tale Paese, a differenza degli USA, possiede una normativa in materia di protezione dei dati, inoltre gli "Impegni" canadesi creano diritti di accesso, rettifica ed opposizione per i passeggeri UE non presenti in Canada e sono vincolanti per l'amministrazione canadese, a differenza degli impegni americani che sono semplici dichiarazioni amministrative. 

I dati PNR richiesti, poi, sono di carattere più limitato e circostanziato di quelli richiesti dagli USA e il Canada accetta il push system (ossia la trasmissione di dati selezionati da parte delle compagnie) anche se può già avvalersi del pull system, che gli consente di prelevare dati dai sistemi di prenotazione e di controllo delle partenze. 

Infine, le finalità e il periodo di conservazione dei dati sono più limitati e specifici che nel caso dell'accordo con gli USA. 

 Background

In base a standard globali non vincolanti i dati API  (nome e cognome, data di nascita, genere, numero di passaporto, cittadinanza, Stato di emissione del passaporto) sono dati concernenti il passeggero che vengono trasmessi dalle compagnie aeree prima del loro arrivo a destinazione, al fine di agevolare i controlli frontalieri, e ciò nell'interesse di chi viaggia nonché della sicurezza delle frontiere. In assenza di norme globali vincolanti, le compagnie aeree sono tenute a rispettare la legislazione nazionale. Nella Comunità europea la raccolta dei dati API è disciplinata dalla direttiva del Consiglio 2004/82/CE del 29 aprile 2004 concernente l'obbligo dei vettori di comunicare i dati relativi alle persone trasportate.

I record dei nominativi dei passeggeri, più noti con l'acronimo PNR, costituiscono un set di dati trattati da ciascuna compagnia aerea per la gestione del contratto di trasporto stipulato con i passeggeri. Alcuni di questi sistemi di dati sui passeggeri contengono una quantità elevata di informazioni che possono riguardare anche i particolari relativi a viaggi fatti in passato, le previste prenotazioni di autovetture e di hotel, numeri telefonici, indirizzi e-mail, recapiti privati e professionali, e dati sulle carte di credito.

All'indomani dei fatti dell'11 settembre, gli Usa, poi seguiti da Nuova Zelanda, Canada e Australia, hanno deciso di utilizzare i dati PNR (anche se non strutturati e poco comparabili) come strumento per verificare in tempi quanto più possibile brevi l'identità del passeggero rispetto a una watch list o alla no-fly list predisposta dai servizi di sicurezza di questi Paesi nonché per eseguire una prima "valutazione di sicurezza" automatizzata attraverso un riscontro degli stessi dati PNR ed eventualmente di altri dati raccolti da altre basi di dati commerciali quali quelle delle carte di credito.

Lo scopo è di verificare se il "profilo" di un dato passeggero richieda ulteriori controlli alla frontiera (o ancora prima del decollo) da parte dei servizi di sicurezza.

Nel 2003 e 2004 il Parlamento europeo ha approvato diverse risoluzioni in cui manifestava serie preoccupazioni in merito alla strategia PNR. In particolare il Parlamento europeo sottolineava che i dati PNR sono lungi dall'essere efficaci nella lotta contro il terrorismo, che possono aprire la strada a un sistema di sorveglianza di massa e che sussiste il grave rischio di violare i principi sulla protezione dei dati. Il Parlamento europeo invitava la Commissione ad astenersi dallo sviluppare strategie di questo tipo all'interno dell'Unione e sottolineava che il trasferimento di dati PNR ai Paesi terzi può essere autorizzato solo in casi eccezionali e solo se i dati in questione non sono classificati come sensibili.

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ALLARGAMENTO

A settembre, deputati bulgari e rumeni al Parlamento europeo
 

Risoluzione comune sul processo di adesione della Bulgaria e della Romania

Doc.: B6-0443/2005

Procedura: Risoluzione comune

Dibattito: 6.7.2005

Votazione: 7.7.2005

Con 360 voti favorevoli, 79 contrari e 125 astensioni, l'Aula ha adottato una risoluzione comune promossa dai gruppi PSE, ALDE, Verdi, GUE e UEN con la quale sostiene la decisione della Conferenza dei Presidenti di invitare il parlamento bulgaro e quello rumeno a designare osservatori e di accoglierli a partire dal 26 settembre 2005, fino all'adesione ufficiale dei rispettivi paesi.

 

I deputati ribadiscono che il Parlamento continuerà a seguire attentamente il processo che porterà all'adesione della Bulgaria e della Romania e invitano la Commissione a tenerlo regolarmente informato della misura in cui le autorità bulgare e rumene onoreranno gli impegni assunti con la firma del trattato di adesione.

In proposito, l'Aula ricorda che la sua approvazione dei trattati di adesione era subordinata alla condizione che il Consiglio e la Commissione facessero partecipare pienamente il Parlamento al processo decisionale qualora le clausole di salvaguardia contenute nel trattato di adesione fossero invocate.

 

D'altra parte, la risoluzione sottolinea che il Parlamento europeo ha accolto osservatori parlamentari dei nuovi dieci Stati membri per l'intero periodo intercorso tra la firma del trattato di adesione e l'adesione effettiva e ufficiale all'Unione europea. Inoltre, segnala che, benché la presenza di osservatori «fosse limitata e ristretta in termini di influenza reale», tale fatto ha reso possibile a parlamentari eletti democraticamente dei paesi di adesione non solo di conoscere meglio le procedure del Parlamento europeo, ma anche «di seguire da vicino l'approvazione concreta della legislazione UE che non è ufficialmente negoziata».

 

I deputati sottolineano che l'arrivo degli osservatori dei parlamenti bulgaro e rumeno, come deciso dalla Conferenza dei Presidenti, «potrà contribuire ad una migliore preparazione dell'adesione all'Unione europea, in particolare ad assicurare che vengano rispettati gli impegni assunti nel corso dei negoziati».

 

Pertanto, sostengono la decisione della Conferenza dei presidenti del 9 giugno 2005 di invitare i parlamenti della Bulgaria e della Romania a designare osservatori parlamentari e di accoglierli a partire dal 26 settembre 2005, fino all'adesione ufficiale dei rispettivi paesi.

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IMMUNITÀ E STATUTO DEI DEPUTATI

Immunità di Umberto Bossi
 

Diana WALLIS (ALDE/ADLE, UK)

Relazione sulla richiesta di difesa dei privilegi e dell'immunità di Umberto Bossi

Docc.: A6-0209/2005 e A6-0210/2005

Procedura: Immunità

Dibattito: 4.7.2005

Votazione: 5.7.2005

Il Parlamento ha adottato due relazioni di Diana WALLIS (ALDE/ADLE, UK) sulla richiesta di immunità di Umberto BOSSI (IND/DEM, IT) in merito a quattro procedimenti giudiziari avviati presso i tribunali di Brescia, Bergamo, Milano e Padova. I deputati hanno deciso di difendere l'immunità del leader della Lega, ad eccezione di quella richiesta per il procedimento di Milano.

Più in particolare, il Parlamento ha deciso «di difendere i privilegi e le immunità» del deputato in quanto valuta che le sue affermazioni, che hanno dato adito alle cause, «rappresentano l'espressione di opinioni nel corso di uno scambio di opinioni politiche». Il Tribunale di Brescia deve trattare una causa per diffamazione avviata nel 1996 dal sostituto procuratore di Varese a seguito di diverse dichiarazioni sulla magistratura, e su un suo rappresentante, espresse dal deputato nel corso di un comizio a Tradate.

La causa di Bergamo, invece, riguarda altre affermazioni pronunciate nei confronti dei «fascisti» in due discorsi pubblici nel 1995 che sono state ritenute come incitazioni a commettere reati. Il Tribunale di Padova, infine, tratta di una denuncia presentata da un ex membro della Lega in merito ad affermazioni ritenute offensive e dannose per la sua reputazione espresse in più occasioni dal deputato.

La richiesta di immunità in merito all'imputazione trattata dalla Pretura circondariale di Milano, viceversa, non è stata accolta dai deputati della commissione giuridica. L'accusa è di aver usato violenza, minacciato e insultato, assieme ad altre persone, funzionari della polizia di Stato che stavano svolgendo una perquisizione nella sede di Milano della Lega predisposta dal Pubblico Ministero di Verona nel settembre 1996.

La commissione giuridica, rifacendosi all'articolo 68, secondo paragrafo, della Costituzione italiana ha ritenuto che il deputato non goda dell'immunità parlamentare per quanto riguarda i procedimenti giudiziari in queste circostanze.

Il suddetto articolo recita quanto segue: «Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell'atto di commettere un delitto per il quale è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza».

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DICHIARAZIONI

Attentati di Londra: il terrorismo non sconfiggerà la pace e la democrazia

Il Presidente BORELL ha informato l'Aula che una serie coordinata di attacchi terroristici al sistema dei trasporti di Londra ha provocato morti e feriti tra la popolazione. Non potendo essere più preciso sul numero di vittime, il Presidente ha detto che continuano ad arrivare notizie di nuovi attacchi.

Come Presidente del Parlamento e cittadino di un Paese che ha subito simili attacchi, Borrell ha quindi voluto esprimere le condoglianze alle vittime degli «atti barbarici» e mandare un messaggio di solidarietà al popolo britannico. Le atrocità del terrorismo, ha concluso «non potranno mai sconfiggere la pace e la democrazia». L'Aula ha quindi osservato un minuto di silenzio.

 Omaggio a Filip Adwent

Aprendo la seduta, il Presidente ha informato l'Aula del decesso a causa di un incidente stradale del deputato Filip ADWENT (IND/DEM, PL) e di parte della sua famiglia. L'Assemblea ha quindi reso omaggio al deputato osservando un minuto di silenzio.

 

VARIE

Lotta ai nematodi a cisti della patata
 

Joseph DAUL (PPE/DE, FR)

Relazione sulla lotta ai nematodi a cisti della patata

Doc.: A6-0192/2005

Procedura: Consultazione legislativa

Relazione senza dibattito ai sensi dell'artico 34 del Regolamento del Parlamento

Votazione: 5.7.2005

La relazione è stata approvata.

 Protocollo sui trasporti marittimi con la Cina

Paolo COSTA (ALDE/ADLE, IT)

Relazione sul protocollo all'accordo sui trasporti marittimi con la Cina a seguito dell'allargamento

Doc.: A6-0205/2005

Procedura: Consultazione legislativa

Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento del Parlamento europeo

Votazione: 5.7.2005

La relazione è stata approvata. 

Conservazione degli uccelli acquatici migratori
 

Karl-Heinz FLORENZ (PPE/DE, DE)

Relazione sull'Accordo sulla conservazione degli uccelli acquatici migratori afro-euroasiatici

Doc.: A6-0187/2005

Procedura: Consultazione legislativa

Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento del Parlamento europeo

Votazione: 5.7.2005

La relazione è stata approvata. 

Immunità di Ashley Mote
 

Klaus-Heiner LEHNE (PPE/DE, DE)

Relazione sulla richiesta di revoca dell'immunità di Ashley Mote

Doc.: A6-0213/2005

Procedura: Immunità

Dibattito: 4.7.2005

Votazione: 5.7.2005

La relazione è stata approvata.

Immunità di Marchiani
 

Francesco Enrico SPERONI (IND/DEM, IT)

Relazione sulla richiesta di difesa dei privilegi e dell'immunità di Jean-Charles Marchiani

Doc.: A6-0208/2005

Procedura: Immunità

Dibattito: 4.7.2005

Votazione: 5.7.2005

La relazione è stata approvata.

Piano per le tecnologie ambientali nell'Unione
 

Riitta MYLLER (PSE, FI)

Relazione sul piano d'azione per le tecnologie ambientali nell'Unione europea

Doc.: A6-0141/2005

Procedura: Iniziativa

Dibattito: 4.7.2005

Votazione: 5.7.2005

La relazione è stata approvata.

Protezione dei passeggeri
 

Enrique BARÓN CRESPO (PSE, ES)

Raccomandazione sulla protezione dei passeggeri in caso di collisione

Doc.: A6-0218/2005

Procedura: Parere conforme

Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 43 del Regolamento del Parlamento

Votazione: 6.7.2005

La raccomandazione è stata approvata.

Sostanze pericolose
 

Risoluzione sulla proposta della Commissione relativa a una decisione del Consiglio che modifica, ai fini dell'adeguamento al progresso tecnico, l'allegato della direttiva 2002/95/CE del Parlamento europeo e del Consiglio sulla restrizione dell'uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche

Doc.: B6-0392/2005

Procedura: Risoluzione

Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 81 del Regolamento del Parlamento

Votazione: 6.7.2005

La risoluzione è stata approvata.

Registro europeo delle sostanze inquinanti
 

Johannes (Hans) BLOKLAND (IND/DEM, NL)

Relazione sulla creazione di un registro europeo delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti

Doc.: A6-0169/2005

Procedura: Codecisione, prima lettura

Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento del Parlamento

Votazione: 6.7.2005

La relazione è stata approvata. 

Parità di retribuzione per uomini e donne
 

Angelika NIEBLER (PPE/DE, DE)

Relazione sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio riguardante l’attuazione del principio delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego

Doc.: A6-0176/2005

Procedura: Codecisione, prima lettura

Dibattito: 5.7.2005

Votazione: 6.7.2005

La relazione è stata approvata.

Quale legge in caso di litigio transfrontaliero?
 

Diana WALLIS (ALDE/ADLE, UK)

Relazione sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulla legge applicabile alle obbligazioni extracontrattuali ("Roma II")

Doc.: A6-0211/2005

Procedura: Codecisione, perima lettura

Dibattito:5.7.2005

Votazione: 6.7.2005

La relazione è stata approvata. 

Protocollo CEE-ONU sulle sostanze inquinanti
 

Johannes (Hans) BLOKLAND (IND/DEM, NL)

Relazione sul protocollo UNECE sui registri delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti

Doc.: A6-0169/2005

Procedura: Codecisione, prima lettura

Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento del Parlamento

Votazione: 6.7.2005

La relazione è stata approvata. 

LIFE+ per l'ambiente
 

Marie Anne ISLER BÉGUIN (Verdi/ALE, FR)

Relazione sullo strumento finanziario per l'ambiente (LIFE+)

Doc.: A6-0131/2005

Procedura: Codecisione, prima lettura

Dibattito: 7.7.2005

Votazione: 7.7.2005

La relazione è stata approvata con 520 voti favorevoli, 52 contrari e 15 astensioni. 

Agricoltura nelle regioni ultraperiferiche
 

Duarte FREITAS (PPE/DE, PT)

Relazione sull'agricoltura a favore delle regioni ultraperiferiche dell'Unione

Doc.: A6-0195/2005

Procedura: Consultazione legislativa

Dibattito: 7.7.2005

Votazione: 7.7.2005

La relazione è stata approvata. 

Europol
 

Claude MORAES (PSE, UK)

Relazione sugli stipendi base e indennità applicabili al personale dell'Europol

Doc.: A6-0139/2005

Procedura: Consultazione legislativa

Votazione: 7.7.2005

La relazione è stata approvata. 

Prestiti CE nei PVS
 

Gabriele ZIMMER (GUE/NGL, DE)

Relazione sulle ripercussioni delle operazioni di concessione di prestiti della Comunità europea nei paesi in via di sviluppo

Doc.: A6-0183/2005

Procedura: Iniziativa

Dibattito: 6.7.2005

Votazione: 7.7.2005 

La relazione è stata approvata.

Un mondo senza mine
 

Risoluzione comune su un mondo senza mine

Doc.: B6-0414/2005

Procedura: Risoluzione comune

Dibattito: 6.7.2005

Votazione: 7.7.2005

La risoluzione comune è stata approvata.

Accordo di associazione UE-Svizzera
 

Timothy KIRKHOPE (PPE/DE, UK)

Relazione sugli accordi di associazione UE-Svizzera

Doc.: A6-0201/2005

Procedura: Consultazione legislativa

Dibattito: 6.7.2005

Votazione: 7.7.2005

La relazione è stata rinviata alla commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni in quanto la Commissione ha annunciato di non poter accettare gli emendamenti adottati dalla Plenaria.

Bielorussia
 

Risoluzione comune sulla situazione politica e indipendenza dei mezzi d'informazione in Bielorussia

Doc.: B6-0411/2005

Procedura: Risoluzione comune

Dibattito: 5.7.2005

Votazione: 7.7.2005

La risoluzione comune è stata approvata. 

Relazioni UE-Cina e Taiwan
 

Risoluzione comune sulle relazioni tra Unione europea, Cina e Taiwan, nonché sicurezza in Estremo Oriente

Doc.: B6-0394/2005

Procedura: Risoluzione comune

Dibattito: 6.7.2005

Votazione: 7.7.2005

La risoluzione comune è stata approvata. 

Piano d'azione nel settore forestale
 

Risoluzione sull'attuazione del piano d'azione comunitario riguardante le normative, la governance e il commercio nel settore forestale (FLEGT)

Doc.: B6-0412/2005

Procedura: Risoluzione

Dibattito: 6.7.2005

Votazione: 7.7.2005

La risoluzione comune è stata approvata.

Mercati finanziari più efficienti nell'UE
 

Piia-Noora KAUPPI (PPE/DE, FI)

Relazione sulla compensazione e il regolamento nell'Unione europea

Doc.: A6-0180/2005

Procedura: Iniziativa

Dibattito: 6.7.2005

Votazione: 7.7.2005


La relazione è stata approvata con 470 voti favorevoli, 20 contrari e 82 astensioni.

 

Ordine del giorno 5 - 8 settembre 2005
Strasburgo

Al momento della chiusura di redazione l'ordine del giorno di settembre non è ancora disponibile.
 

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