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Rese note dalla Commissione Ue le previsioni  intermedie provvisorie
 
Almunia: economia in crescita nell'Unione europea

 

Il commissario per gli Affari economici e monetari sottolinea che l’accelerazione è dovuta alla ripresa degli investimenti privati e al protrarsi di condizioni di finanziamento favorevoli – Riviste in basso le stime per l’Italia


Bruxelles, 21 febbraio 2006 - La Commissione europea prevede che nel 2006 la crescita economica raggiungerà il 2,2% nell’Unione europea e l’1,9% nell’area dell’euro, con un aumento rispetto al 1,5% e 1,3% registrati nel 2005. Rispetto alle previsioni d’autunno 2005, la crescita della produzione nell’UE è rivista al rialzo di 0,1 punti percentuali, mentre la previsione per l’area dell’ euro rimane invariata. Questi dati, presentati oggi dal commissario per gli Affari economici dell’ Ue Joaquin Almunia, sono il risultato di previsioni intermedie che verranno pubblicate regolarmente fra le previsioni complete di autunno e di primavera, per fornire un quadro più aggiornato delle tendenze dell’economia europea. Queste previsioni intermedie vengono pubblicate oggi per la prima volta.

A fronte dell’ accelerazione dell’ economia europea, le previsioni della Commissione Ue evidenziano che l’Italia cresce meno del previsto. Secondo i dati resi noti oggi, il Pil (prodotto interno lordo) italiano sarebbe salito dello 0,1 % nel 2005 e aumenterà quest’anno solo dell’ 1,3 %. Le previsioni dello scorso novembre erano più alte: 0,2 % per il 2005 e 1,5 % per il 2006. Nel tratteggiare uno scenario più ottimistico per il totale dei 25 paesi dell’ Ue e dei 12 della zona-euro, le “previsioni economiche provvisorie” rese note oggi mettono in evidenza, per l’anno in corso, i miglioramenti nelle previsioni di crescita per Germania, Francia e Gran Bretagna.

“L’evidente ripresa degli investimenti privati, stimolata dalle aspettative ottimistiche sul versante della domanda, dai forti profitti delle imprese e dal protrarsi di condizioni di finanziamento favorevoli, confermano l’andamento positivo della crescita iniziato l’estate scorsa nonostante i dati della crescita nel quarto trimestre siano un po’ deludenti. Tuttavia, permangono ovviamente alcuni rischi.”, ha dichiarato Joaquín Almunia, commissario per gli Affari economici e monetari
Nel 2006 la crescita economica dovrebbe raggiungere il 2,2% nell’Ue e l’1,9% nell’area dell’euro, con un aumento rispetto all’1,5% e 1,3% del 2005. L’inflazione dei prezzi al consumo è prevista al 2,2% per entrambe le aree. Questi dati sono sostanzialmente in linea con le proiezioni dell’autunno 2005. L’attuale aggiornamento si basa sull’ipotesi che i prezzi del petrolio aumentino moderatamente fino alla fine dell’anno, in linea con le aspettative del mercato, e che il tasso di cambio dell’euro rispetto al dollaro USA rimanga attorno al suo attuale livello.

Accelerazione della crescita sostenuta da una ripresa della domanda interna
I dati delle indagini indicano una ripresa dell’attività economica nel primo trimestre del 2006. La ripresa dovrebbe essere sostenuta durante l’intero anno dal protrarsi di una crescita mondiale forte combinata con una serie di politiche di ampio sostegno. La domanda interna rappresenterà il principale motore della ripresa. In particolare, dati recenti hanno confermato un’evidente ripresa degli investimenti privati nel 2005, che dovrebbe proseguire nel 2006, stimolata dai recenti aumenti nel tasso di utilizzo della capacità, dalle aspettative ottimistiche sul versante della domanda, da migliori bilanci delle imprese e dal protrarsi di condizioni di finanziamento favorevoli. Anche la spesa dei consumatori ha dato segnali di ripresa nel 2005. Anche se è probabile che nel quarto trimestre del 2005 vi sia stato un arresto momentaneo della tendenza al rialzo della spesa per il consumo privato, il recupero della fiducia dei consumatori, graduale ma continuo dall’estate 2005 in poi, unito ai miglioramenti previsti nel mercato del lavoro, dovrebbe incidere positivamente sulla spesa nel 2006. Le esportazioni dovrebbero inoltre continuare a crescere ad un ritmo rapido nel 2006, sostenute dalla crescita robusta degli scambi a livello mondiale. Nell’UE gli esportatori dovrebbero trarre beneficio da precedenti aumenti di competitività, sebbene vi siano notevoli differenze tra un paese e l’altro. Poiché le importazioni dovrebbero rifletter l’aumento atteso alla domanda interna, il contributo delle esportazioni nette alla crescita sarà piccolo.

Diminuiscono le differenze in termini di crescita tra gli Stati membri più grandi
I dati relativi all’area dell’euro per il quarto trimestre del 2005 sono stati limitati, in particolare, dalla ridotta crescita della produzione in Germania ed in Francia, stimata rispettivamente allo 0,0% e allo 0,2%. Anche il dato trimestrale per l’Italia dovrebbe essere deludente. La crescita della produzione in Spagna e nel Regno Unito è stata migliore del previsto, registrando rispettivamente uno 0,9% e uno 0,6%. Le differenze in termini di crescita tra i cinque Stati membri più grandi dovrebbero diminuire nel 2006 in quanto si prevede una ripresa dell’attività, in particolare in Germania ed in Francia. Verso la fine del 2006 tutti e cinque gli Stati membri dovrebbero registrare una crescita pari o superiore alla crescita potenziale. Nel caso della Germania, la crescita dovrebbe inoltre essere temporaneamente stimolata, alla fine del 2006, dall’anticipo degli acquisti da parte dei consumatori in previsione dell’aumento di tre punti percentuali dell’IVA.

L’inflazione rimane stabile
L’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA) è salito nel 2005 con una media annua del 2,2% sia nell’UE che nell’area dell’euro. Si tratta di 0,1 punti percentuali in meno di quanto pronosticato in autunno grazie, soprattutto, ad una diminuzione temporanea dei prezzi del petrolio più forte del previsto. I prezzi al consumo sono nuovamente risaliti all’inizio del 2006, ma il dato annuo dovrebbe diminuire dal secondo trimestre in poi, con una conseguente inflazione media annuale del 2,2% sia nell’UE che nell’area dell’euro, dunque senza variazioni dall’autunno in poi. L’ipotesi alla base di questa previsione è un aumento ridotto dei prezzi del petrolio nel secondo semestre del 2006, in linea con le aspettative di mercato, senza effetti secondari significativi sui salari dovuti all’aumento dei prezzi del petrolio.

Alcuni rischi negativi per le previsioni, presenti già in autunno, non sono nel frattempo diminuiti. In particolare, in conseguenza del difficile equilibrio tra domanda e offerta, i prezzi del petrolio evolvono in un modo sempre più instabile e non è possibile escludere il rischio di ulteriori aumenti significativi. Gli squilibri a livello mondiale nelle partite correnti continuano a rappresentare un rischio per le prospettive internazionali, in particolare se vengono risolti con bruschi riaggiustamenti dei tassi di cambio tra le principali valute. Infine, anche se i dati delle indagini forniscono indicazioni relativamente affidabili in merito alle tendenze economiche sottostanti, i dati più pessimistici degli ultimi mesi attenuano l’ottimismo predominante nel settore delle imprese. Il dato positivo è che la generalizzazione della ripresa economica a partire dell’estate scorsa implica che il miglioramento previsto risulta ora più robusto rispetto al momento delle previsioni di autunno.
Il rapporto più dettagliato è disponibile su:

http://europa.eu.int/comm/economy_finance/about/activities/activities_keyindicatorsforecasts_en.htm

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