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RESOCONTO
20 giugno 2006
Bruxelles
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Vertice europeo: bene la trasparenza ma ulteriori progressi sulla Costituzione I gruppi politici si sono congratulati con la Presidenza austriaca per l'apertura al pubblico delle riunioni del Consiglio e molti oratori erano lieti di sentire che nessuno Stato membro ha rimesso in questione la sostanza della proposta di Costituzione europea. Diversi deputati avrebbero però auspicato conclusioni più chiare su come procedere a seguito dell'anno di riflessione e un maggior coinvolgimento dei cittadini. Dichiarazione della Presidenza Wolfgang SCHÜSSEL ha ricordato che il motto del Vertice era "from reflection to action" (dalla riflessione all'azione) e, in tale ambito, i Capi di Stato e di governo hanno dato avvio a una serie di iniziative volte a realizzare trenta progetti concreti entro il 2010. Dopo aver elencato le decisioni prese in occasione del Consiglio europeo, il Cancelliere si è soffermato sul dibattito in merito al futuro dell'Europa. A tale proposito, ha affermato che la pausa di riflessione è stata utile per il sondare il terreno, ma ha anche sottolineato che occorrono azioni e scadenze chiare. Ha quindi sostenuto che è «poco immaginabile» che la Costituzione sia approvata nella sua versione attuale, precisando tuttavia che «nessuno al Consiglio europeo ha messo in forse il suo contenuto». Ha quindi evidenziato che la Presidenza tedesca riferirà sulla situazione costituzionale e sui suoi sviluppi per poi proporre come continuare, ed ha espresso l'auspicio che sarà presa una decisione con la Presidenza francese. In occasione del cinquantesimo anniversario dei Trattati di Roma, ha proseguito, sarà organizzata un Vertice straordinario a Berlino che dovrà definire il modello europeo e che dovrà avere la stessa valenza della dichiarazione di Messina del 1955. In merito all'allargamento dell'UE, ha ribadito l'auspicio che Bulgaria e Romania potranno aderire nel 2007 e ha ricordato che il Vertice ha definito una prospettiva europea per i Paesi dei Balcani. D'altra parte, ha sottolineato che la Commissione dovrà presentare in autunno una relazione sulla capacità di assorbimento dell'Unione che, ha precisato, deve essere associata a criteri verificabili. Il Cancelliere ha poi definito come «un passo determinante» la decisione di aprire al pubblico le riunioni del Consiglio quando delibera in codecisione, di implicare maggiormente il Parlamento nel processo decisionale svolto nell'ambito dei comitati tecnici e di coinvolgere maggiormente i parlamenti nazionali nel rispetto del principi odi sussidiarietà. Il Cancelliere, si è quindi rallegrato che, rispetto all'anno precedente, il numero di occupati nell'UE è aumentato di 2 milioni di unità e, in proposito, ha affermato che evidentemente la nuova strategia di Lisbona sta dando i suoi frutti. Ha poi accennato ad alcuni risultati ottenuti durante la Presidenza - ricerca, patente europea, tunnel del Brennero, prospettive finanziarie e direttiva servizi - dicendo "adieu tristesse" ha concluso esortando a procedere con maggiore gioia nella costruzione europea. Dichiarazione della Commissione José Manuel BARROSO, sostenendo che il Vertice ha confermato che è possibile realizzare progressi e che non è quindi vero che si vive una paralisi, ha posto l'accento sull'Europa dei risultati e sulla necessità di trovare soluzioni ai problemi concreti. Per il Presidente della Commissione occorre poi «apprendere dal passato e andare avanti nel processo costituzionale» ed ha sottolineato che occorre «più codecisione» e maggiore impegno sull'Agenda sociale. Ha poi accennato alla decisione di stilare una relazione sugli ostacoli che tuttora permangono alla realizzazione del mercato interno. Ha quindi sottolineato i miglioramenti da realizzare verso una maggiore trasparenza, una migliore regolamentazione e la sussidiarietà, essendo questi «aspetti cruciali per dimostrare che l'Europa non è un mostro burocratico». Per il Presidente della Commissione, la questione istituzionale è «essenziale», «ancora attuale» e «urgente» e «l'unico modo per costruire l'Europa è la democrazia». Ha quindi sottolineato che i Capi di Stato e di Governo hanno riaffermato che Nizza non è sufficiente e, pertanto, occorre una soluzione istituzionale per l'Unione allargata che, con un approccio graduale, si concluda nel 2008. Non si tratta, ha spiegato, di cambiare solo le regole ma anche di «confermare i nostri valori» e, per tale ragione, con la dichiarazione di Berlino del marzo 2007 si dovranno assumere nuovi impegni che dovranno essere sottoscritti da tutte le istituzioni per dimostrare una volontà comune. Ponendo poi l'accento sulla necessità di trovare soluzioni creative alla questione istituzionale e di continuare il dialogo con i cittadini, il Presidente ha concluso sostenendo che occorre «allontanarsi dal pessimismo e dal grigiore» e «avere maggiore fiducia», altrimenti non sarà possibile andare avanti. Interventi in nome dei gruppi politici Hans-Gert POETTERING (PPE/DE, DE) ha sottolineato che la fiducia è un aspetto molto importante, perché altrimenti «non c'è futuro per il Continente», mentre il compito dei politici è di ascoltare, capire e agire in comune. Dopo aver sottolineato i successi del Parlamento sulle prospettive finanziarie e sulla direttiva servizi, ha sostenuto che la Costituzione non è morta, ma rappresenta un punto di partenza verso una soluzione definitiva alla quale tutti devono dare il loro contributo. Ribadendo la volontà del suo gruppo di raggiungere un risultato concreto per il 2009, il leader dei popolari ha quindi proposto di costituire un gruppo di lavoro politico composto da rappresentanti di tutte le istituzioni al fine di preparare il Vertice straordinario di Berlino. In vista del vertice UE/USA del 21 giugno, il deputato ha poi esortato il Cancelliere ad affrontare le questioni del processo di pace in Medio oriente e di Guantanamo. Ha poi sottolineato la necessità di sostenere il processo democratico in Bielorussia, che rimane l'unica dittatura sul Continente europeo. In conclusione, ha voluto ricordare la grande fiducia che ha sempre avuto nell'Austria anche quando, nel 2000, era stata posta sotto osservazione da parte dell'UE ed ha concluso affermando che, oggi, occorre avere l'onestà di ringraziare il Cancelliere e il governo austriaco per la loro condotta. Anche Martin SCHULZ (PSE, DE) ha ringraziato il Cancelliere sottolineando la presenza molto attiva della Presidenza in Aula. Ha poi condiviso l'analisi del Presidente della Commissione secondo cui le cose stanno migliorando sostenendo che ciò è vero perché, «grazie a Dio», «è finito lo spirito neoliberale». La Commissione e il Consiglio, ha spiegato, sempre più spesso si sono accorti che senza un'unione sociale non va progredisce nemmeno quella economica. In proposito, il leader socialdemocratico ha sottolineato come la direttiva servizi sia stata riscritta dal Parlamento abbandonando la proposta originale «neoliberale e inattuabile». In merito alla Costituzione, il deputato si è detto lieto che i Capi di Stato e di governo non ne abbiano rimesso in questione la sostanza, ma ha anche criticato il fatto che questo riconoscimento non sia stato fatto in modo adeguato e a tempo debito, ossia durante le campagne referendarie. Ha inoltre sottolineato che si perderà un altro anno che, invece, poteva essere utilizzato per realizzare le riforme necessarie. Silvana KOCH-MEHRIN (ALDE/ADLE, DE), dopo aver ironizzato sui successi nel campo della musica, delle belle cravatte e del torneo di calcio, ha riconosciuto anche la disponibilità della Presidenza e il fatto che importanti dossier siano stati chiusi. Ha tuttavia giudicato negativamente il Vertice in quanto poco visibile e per il fatto che la pausa di riflessione perdurerà ancora per un anno. In seguito ha stigmatizzato la tendenza dei governi a attribuirsi i successi dell'UE e, viceversa, a scaricare su di essa i propri insuccessi. In merito alla Costituzione, la deputata ha preso atto che non potrà essere adottata nel suo stato attuale, ma si è detta lieta che la sua sostanza sarà salvaguardata. Ha poi sottolineato l'esigenza di migliorare la trasparenza del processo decisionale dell'UE, sostenendo che si tratta di un diritto dei cittadini. D'altra parte ha criticato la Presidenza per aver liquidato con una lettera la questione della sede del Parlamento a Strasburgo, ricordando che l'iniziativa della petizione "one seat for the European Parliament" ha già raccolto più di 600.000 firme. Ha anche disapprovato i pochi progressi nella deregolamentazione e esortato l'UE a farsi sentire dai cittaidni. Monica FRASSONI (Verdi/ALE, IT), dopo aver riconosciuto alla Presidenza la personale simpatia del Cancelliere nonché la disponibilità e la cortesia del suo staff, si è detta convinta, «che anche l'esperienza del 2000 ha contribuito a questa crescita del senso europeo» del governo austriaco, sostenendo che si sia trattato di «un'esperienza importante» non solo per il Cancelliere, ma anche per tutta l'Europa. A proposito dei diritti, ha chiesto al Cancelliere di ricordare al Presidente Bush «la questione dei voli della CIA» in Europa. Dopo aver ricordato che il suo gruppo aveva accolto con favore le proposte e l'entusiasmo della Presidenza sulla questione della Costituzione, la deputata ha affermato che, invece, oggi si vive «un periodo di limbo e di silenzio prolungati» e ha criticato il fatto che la Presidenza non ha fatto un rapporto intermedio, non ha descritto una Road Map e «ha anche dato una mano a fare del primo forum parlamentare un simpatico talk show». Dalle conclusioni del Vertice, ha aggiunto, si evince che non ci sarà nessun coinvolgimento dei cittadini e delle associazioni, mentre ha espresso timore in merito alla «solennità dell'incontro di marzo» a Berlino. In proposito, ricordando che il 29 di ottobre a Roma «non c'era il popolo a festeggiare la Costituzione», ha paventato il rischio che «questa dichiarazione sia qualcosa di lasciato soltanto per noi, che siamo qui a discutere di Europa un po' spesso nel vuoto». Per la deputata, si deve «smettere di aspettare i governi», «prendere atto che anche i parlamenti nazionali appaiono a volte più occupati a proteggere le loro prerogative che a giocare in squadra per l'Europa» e smettere «di nasconderci dietro le ratifiche». Sostenendo che ormai tutti parlano di modificare il testo, ha sottolineato che l'unico a non farlo ancora è il Parlamento. Occorre, invece, «giungere a una proposta chiara per arrivare in tempo per le prossime scadenze». La deputata ha poi sostenuto che questa Presidenza sarà ricordata «per un aumento senza precedenti del bilancio europeo della ricerca nucleare», con il risultato che un continente praticamente senza risorse energetiche «ha deciso di investire 4 o 5 volte più denaro per una tecnologia pericolosa», invece di affrontare gli aspetti legati all'efficienza energetica e alle energie rinnovabili. Facendo riferimento poi al tunnel del Brennero ha sottolineato che sarebbe servita molto di più la ratifica della Convenzione delle Alpi ed ha auspicato che il nuovo governo italiano potrà essere convinto su tale questione. In merito allo sviluppo sostenibile, ha posto in luce che nelle conclusioni del Consiglio vi è «soltanto una stanca ripetizione di obiettivi, già detti e ridetti che, purtroppo, non sono stati raggiunti», mentre non si dice molto di quello che, invece, bisognerebbe concretamente fare. Inoltre, stigmatizzando il fatto che dalle conclusioni sia stato soppresso «il timidissimo riferimento al tema dell'impronta ecologica e dell'impegno a ridurre del 3% all'anno l'uso delle nostre risorse», ha ammonito il Presidente Barroso e il commissario Verheugen che, «se non stanno attenti», uno di questi giorni «riceveranno anche il premio Attila per l'Europa». Infine, la deputata ha voluto ricordare che anche al Consiglio di Tampere e a quello di Siviglia, si era parlato di questioni positive per l'immigrazione «e non soltanto repressive». In proposito, ha affermato che l'unico modo per risolvere e affrontare veramente, in modo europeo, il tema dell'immigrazione «è quello di fare accordi con i paesi terzi per aiutarli ad uscire dalla loro situazione di sottosviluppo e quello di fare delle politiche chiare ed europee per l'immigrazione legale nel nostro continente». Per Gabriele ZIMMER (GUE/NGL, DE) una delle decisioni importanti del Vertice è quella di aprire al pubblico le riunioni del Consiglio. Ha poi sottolineato la necessità di affrontare i problemi sociali e ambientali che persistono e, in proposito, non ha giudicato un buon compromesso quello raggiunto sulla direttiva servizi. Ha poi criticato l'adozione di misure che rafforzano "l'Unione fortezza" «in cui l'uomo è considerato un bene economico», la politica energetica «fuori dal tempo» e anche la politica estera. Per la deputata, il Vertice ha dimostrato che il periodo di riflessione non è stato utilizzato per capire le cause del no francese e porvi rimedio e ciò, a suo parere, denota un atteggiamento «arrogante» e «inaccettabile». Il Vertice di marzo 2007, ha concluso, dovrebbe essere un momento per riflettere assieme ai cittadini e non dovrà limitarsi ai festeggiamenti. Brian CROWLEY (UEN, IE) ha insistito sulla necessità di un dialogo sincero e aperto con i cittadini che ponga in luce i successi dell'Europa, senza ipocrisie. A tale proposito, oltre alla stabilità e alla prosperità, ha citato l'uguaglianza uomo-donna e le garanzie sociali. Ha poi chiesto di non ricorrere alla "passerella" per le questioni legate alla giustizia e gli affari interni. Jens-Peter BONDE (IND/DEM, DK) ha accolto con favore la decisione di aprire al pubblico le riunioni del Consiglio ma, allo stesso tempo, ha ricordato i 3000 gruppi di lavoro che continuano a riunirsi a porte chiuse. Rilevando la necessità di concentrarsi sul principio della sussidiarietà e criticando la tendenza a voler imporre la Costituzione anche contro la volontà popolare, il deputato ha chiesto la convocazione di una nuova Convenzione eletta dai cittadini. Interventi dei deputati italiani Per Mario BORGHEZIO (NI, IT), dalla Presidenza austriaca emerge un'Europa dei risultati: nel controllo dell'immigrazione, nel rilancio del ruolo delle piccole e medie imprese e nel coinvolgimento dei parlamenti nazionali nella costruzione europea. «Era ora!», ha esclamato, che ci si ricordasse del «ruolo fondamentale» dei parlamenti nazionali, «che rappresentano la democrazia dei paesi membri, la voce della democrazia». Accennando al referendum in Catalogna - «una buona notizia, per noi autonomisti e regionalisti» - ha apprezzato il segnale dato dalla Presidenza austriaca per «il rilancio del ruolo delle regioni, di un'Europa a macchia di leopardo». Ha poi sottolineato le «positive le indicazioni» del Cancelliere sul ruolo portante delle piccole e medie imprese - un potenziale nascosto dell'Europa - che non sono solo sostenute dalla ricerca «ma anche nella loro richiesta di abolizione di molti intoppi burocratici». Riguardo al Vertice di Bruxelles, ha insistito sul tema di futuri allargamenti dell'UE sul quale «anche a causa della posizione traballante di alcuni governi come quello italiano, non ha raggiunto un accordo finale». Per il deputato, «questi criteri devono diventare precisi e concreti e non rimanere un'espressione puramente retorica» e, a tale proposito, ha criticato «l'invito rivolto ai colleghi dal Ministro D'Alema», concludendo che non bisogna avere «un approccio dogmatico» su tale questione. Sepp KUSSTATSCHER (Verdi/ALE, IT) ha posto il problema della minoranza slovena in Carinzia e si pronunciato contro il tunnel nel Brennero. In proposito, ha anche chiesto di rivedere la politica europea dei trasporti. Per Antonio TAJANI (PPE/DE, IT) il bilancio del semestre a guida austriaca «è positivo soprattutto per il risultato politico raggiunto» poiché «si è conclusa la fase del pessimismo europeista» e, oggi, la politica europea «guarda avanti». Inoltre, nonostante le resistenze di qualche paese, «si ricomincia a parlare di progetto operativo per dar vita finalmente alla Costituzione europea» e, in proposito, ha chiesto al Consiglio e alla Commissione di accogliere la proposta avanzata dal suo capogruppo. Secondo il deputato, il testo firmato a Roma «andrà modificato per arrivare all'approvazione finale», ma «la sostanza di quella che deve essere la Grundnorm europea non dovrà essere cambiata». Senza trattato, ha aggiunto, «non esisterà l'Europa dei cittadini, non esisterà un'Unione europea, capace di svolgere il suo ruolo». A tale proposito ha sottolineato che il ruolo dell'UE, «basato sul principio di sussidiarietà», è di «dare soddisfazione alle domande dei cittadini che non possono trovare risposte adeguate dagli Stati nazionali e dagli enti locali». Nell'era della globalizzazione, ha aggiunto, i paesi membri, da soli, «non possono risolvere le grandi questioni dell'immigrazione, della lotta al terrorismo, della politica energetica, della liberalizzazione del mercato e del bilancio». Il deputato ha quindi concluso rivolgendo un appello al Cancelliere affinché, riguardo alla ricerca sulle cellule staminali, «continui a difendere il principio di sussidiarietà, a difendere i valori etici, patrimonio della cultura europea». Link utili Conclusioni della Presidenza sul Consiglio europeo del 15 e del 16 giugno 2006 a Bruxelles Riferimenti Discussione congiunta -
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