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RASSEGNA
3 - 5 maggio 2004
Strasburgo
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Sommario Codici delle procedure parlamentari, Abbreviazioni Deputati al Parlamento europeo Allargamento Dichiarazioni Regolamento del
PE Giustizia e
Affari interni Immunità e
Statuto dei deputati
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Codici delle procedure parlamentari
Abbreviazioni
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Deputati al Parlamento europeo |
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Seduta solenne: un Parlamento per l'Unione europea a 25 |
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Apertura solenne della prima seduta del Parlamento europeo allargato Dibattito: 03.05.2004 Il Presidente Pat COX ha aperto la seduta solenne affermando che per lui «quest'oggi è un dovere molto piacevole a nome del Parlamento aprire questa Plenaria che raccoglie i 626 membri eletti del Parlamento e i 162 nuovi membri dei dieci nuovi Stati che hanno aderito all'Unione europea sabato scorso 1° maggio». Per il nostro Parlamento, ha proseguito, «è un momento speciale, straordinario». Ricordando le parole pronunciate dal Premio Nobel per la letteratura Seamus Heaney il primo maggio scorso, il Presidente ha affermato che questo «è un ritorno a casa». E' un momento di speranza, un momento che dimostra come «la volontà delle Istituzioni e degli Stati membri può portare a veri risultati a vantaggio di tutti». Ha poi proseguito affermando che «quindici anni fa questo sarebbe sembrato un sogno impossibile, un sogno che è diventato realtà: che momento meraviglioso!». A nome dei 626 parlamentari ha poi voluto dare «un caloroso benvenuto» ai 162 nuovi parlamentari e rendere omaggio «a tutti coloro che hanno contribuito a questo momento»: i parlamentari europei e nazionali, i governi degli Stati membri e molte Presidenze del Consiglio europeo nonché la guida determinata della Commissione europea. La vicepresidente della Commissione Loyola de PALACIO ha voluto esprimere innanzitutto la sua forte emozione. «Oggi», ha affermato, «finalmente si realizzano molte ambizioni e molte speranze» con cui vengono superate le «cicatrici brutali che per molti anni hanno provocato un'artificiale divisione della nostra Europa, che aveva la propria origine nella guerra e che ha lasciato molti Paesi europei separati da questo muro della vergogna». Il XXI secolo, ha proseguito, è quello che vede finalmente l'Europa come protagonista fondamentale in ambito internazionale e pertanto «dobbiamo concludere il più presto un accordo sul trattato costituzionale che ci doti di tutti gli strumenti e di tutte le capacità affinché l'Europa sia una realtà non solo nel nostro continente ma anche come attore principale a livello internazionale». La commissaria ha poi auspicato la continuazione della collaborazione tra le Istituzioni nella costruzione del progetto europeo che cerca di garantire «la pace, le libertà, la democrazia, i diritti umani e la dignità dell'essere umano», un progetto che deve anche «essere un faro affinché a livello internazionale si possano portare avanti i nostri valori, principi e auspici». Ella ha poi voluto sottolineare come la Commissione sia il cuore della costruzione europea - che «batte grazie all'appoggio sistematico del Parlamento» - e il ruolo chiave che essa ha avuto quando si è trattato di dare un impulso all'allargamento. La commissaria ha poi concluso affermando che questi giorni storici «saranno un esempio per le generazioni future» e che «tutti lavoreremo assieme, Parlamento, Consiglio e Commissione, per questo grande progetto, per questa grande ambizione che è l'Europa». Günter VERHEUGEN, commissario responsabile dell'Ampliamento, ha esordito affermando che «in questo momento si realizza un sogno»: un Parlamento europeo eletto democraticamente che rappresenta venticinque Stati liberi, sovrani e che li rappresenta appunto volontariamente. Queste, ha proseguito, «sono molto di più che non una somma di Stati». Evidenziando come si tratti del più grande allargamento della storia, il commissario ha quindi sottolineato che questa «è una prova eclatante dell'attrattività, della dinamica e della giovinezza dell'ideale europeo» e ciò dimostra anche «cosa possono fare gli europei se vogliono realizzare un progetto comune e hanno la volontà di realizzarlo». Nel ricordare poi come, nel mondo, molti non avessero fiducia nel progetto europeo, egli ha affermato che «possiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo raggiunto e questa è la prova della capacità e della forza del pensiero dell'integrazione europea». Il Commissario ha poi voluto controbattere ad alcune opinioni molto diffuse e popolari. In primo luogo «non è vero che l'integrazione europea è un progetto perdente», questa adesione è stata il desiderio, la volontà dichiarata dei popoli. Inoltre, «questo grande allargamento non indebolisce l'Europa», la rende molto più forte, più forte politicamente e più forte economicamente. Non negando che vi siano dei problemi e dei rischi, il commissario ha affermato che le possibilità e l'eventualità di molti miglioramenti «ci incoraggiano moltissimo e dunque non di deve prestare il fianco al pessimismo». In terzo luogo, «essere parte di questa Unione europea non significa rinunciare alla propria sovranità o alla propria identità nazionali». Nessun Paese preso singolarmente - ha proseguito - può affrontare le conseguenze della globalizzazione, può ottenere l'equilibrio di quella che è la crescita e la giustizia sociale, può vincere la lotta contro il terrorismo e la criminalità internazionali. Questo, ha concluso, possiamo raggiungerlo soltanto assieme e «la sovranità nazionale può essere sempre difesa se viene considerata un bene di tutti». Hans-Gert POETTERING (PPE/DE, D), ha ricordato la sua appartenenza al Parlamento europeo sin dalla prima elezione diretta del 1979 e che allora sarebbe stato considerato irrealizzabile «nel corso della nostra vita» il sogno che il 1° maggio del 2004 «tre nazionali occupate dall'Unione sovietica (i paesi baltici), la Polonia, la Repubblica ceca, la Slovacchia e l'Ungheria che erano parte del Patto di Varsavia, nonché una parte della Iugoslavia comunista, oltre che Malta e Cipro, avrebbero fatto parte dell'Unione europea». Invece, ha affermato, «questo sogno è diventato realtà e oggi accogliamo 162 nuovi colleghi di questi nuovi dieci Paesi ed è dunque un grande giorno per l'Unione europea, un grande giorno per la democrazia, un grande giorno per il Parlamento». L'oratore, ha poi voluto ricordare è stato proprio il Parlamento europeo a pretendere l'apertura dei negoziati con i dodici Paesi e non solo con cinque ed a volere un calendario e una scadenza per le trattative in modo tale da dare ai nuovi Paesi la possibilità di partecipare alle elezioni europee del 2004. Di ciò, ha detto, «possiamo essere orgogliosi». Il rappresentante dei popolari ha poi evidenziato come «il grande aspetto di quest'Unione europea sta nel fatto che la lotta e la discussione non si svolge più con le armi e con la violenza, ma con la parola, con l'argomentazione». Gli interessi di tutti i Paesi, ha proseguito, devono essere rispettati senza metterne in dubbio l'indipendenza e «questi interessi nazionali devono diventare i nostri e viceversa». Questa Europa, ha concluso, «è un'Europa della solidarietà» e per la prima volta nella storia millenaria di questo continente si può affrontare il futuro con pace e partenariato, «nessuno saprà dividerci». Enrique BARÓN CRESPO (PSE, E) ha esordito congratulandosi con il Presidente del Parlamento europeo e con la Commissione Prodi ed ha sottolineato che «oggi abbiamo un appuntamento con la storia e con il nostro futuro». Abbiamo ampliato il territorio e la popolazione del continente, per la prima volta «senza che si tratti di un dittatore, di un re, di un imperatore che conduce questo allargamento, liberamente tutti e tutte abbiamo raggiunto questo risultato». Siamo stati in grado di fare questo passo, ha proseguito, perché crediamo nella democrazia e nella libertà, nei diritti umani, nella governance, nello Stato di diritto, in un'organizzazione comune che crede nelle varie filosofie che ci distinguono. Ricordando gli estremismi e le dittature del XX secolo ma anche la liberazione dopo la seconda guerra mondiale e l'avvento delle democrazie più recenti, l'oratore ha affermato che «oggi raccogliamo i frutti di quanto abbiamo fatto dopo la caduta del muro di Berlino». Auspicando anche una rapida riunificazione di Cipro, egli ha poi sottolineato come «mai nella storia europea ci sono stati tanti cittadini, tante persone che vivono assieme nella pace, in democrazia, in uno Stato di diritto, sulla base di una sovranità e un destino condiviso». Il rappresentante dei socialisti ha poi affermato «l'Europa è una creazione eccezionale che non si è mai vista nella storia» ed ha il suo ruolo importante nel mondo. Ci deve guidare uno spirito di solidarietà, una base veramente profonda che ci fortifichi, che ci rafforzi a partire dai valori condivisi che si basano sulla fraternità e la mutua tolleranza. Adesso, ha detto, «siamo una famiglia con gli stessi diritti ma anche con gli stessi obblighi» e la cosa migliore da fare per concludere questa legislatura è adottare «la Costituzione europea entro giugno». Mátyás EÖRSI (ELDR/HU), si è detto profondamente commosso e «in quanto liberale e ungherese» ha voluto sottolineare che il 1° maggio si è definitivamente abbandonato «il retaggio di Yalta». Egli ha poi ringraziato «la famiglia liberale e il gruppo ELDR perché sono sempre stati grandi difensori dell'allargamento», e saranno il motore dei futuri allargamenti «quando arriveranno gli altri Paesi balcanici e la Turchia». L'oratore ha poi proseguito affermando che «ogni cambiamento richiede anche un processo di adattamento, doloroso talvolta, però certamente potremo tutti godere dei vantaggi dell'Unione ampliata», non solo quelli finanziari. Un Europa più rispettata e con maggiore peso internazionale potrà propugnare dappertutto la cooperazione, la fratellanza e il rispetto dei diritti dei cittadini. L'Europa è forte e l'Europa ha successo, ha concluso, ma possiamo renderla ancora più forte e possiamo ottenere altri successi, perché il potenziale dei cittadini europei è enorme e il nostro compito principale è «liberare tutto questo potenziale enorme che ha l'Europa». Francis WURTZ (GUE/NGL, F) ha esordito affermando che «oggi si esprime la speranza di un'Europa unita, solidale e pacifica, nella prospettiva delle numerose battaglie che ci attendono per rendere questo grande sogno una realtà». Se si vuole avere il successo da questo grande progetto, secondo l'oratore, ci si deve chiedere «che cosa vogliamo fare assieme e quali strumenti ci diamo per arrivare a ciò». Per molti l'obiettivo primario dell'Unione allargata è quello di essere più forti per difendere un modello sociale avanzato e solidale nella mondializzazione. E allora, se così è «non possiamo accettare il ricatto della delocalizzazione e la corsa al ribasso sociale e fiscale», il vero motore del nostro sviluppo comune sono il progresso sociale e la promozione delle capacità umane di tutta la popolazione dell'Unione e tutti gli strumenti di cui disponiamo devono essere messi al servizio di questa ambizione. «Perché l'allargamento abbia successo non basta unire l'Europa bisogna unire gli europei», ha proseguito. Un altro motivo per costruire assieme questa Europa era di riconquistare per i cittadini quei poteri che progressivamente erano stati lasciati alle forze del mercato e l'ampliamento decuplica l'attualità di questa esigenza. Più abbassiamo le frontiere più bisogna innalzare i diritti nuovi dei cittadini, «altrimenti si crea una giungla». Bisogna quindi creare nuovi diritti per i salariati e per i cittadini, bisogna avere una democrazia vera e partecipativa in Europa, dai luoghi di vita e di lavoro fino alle Istituzioni. L'obiettivo deve essere quello di unire gli europei attorno a progetti comuni nei quali si riconoscano e dei quali siano artefici. Monica FRASSONI (Verdi/ALE, B) ha esordito affermando che si tratta di un momento storico, di pace, di gioia e di reale progresso, «dove una speranza luminosa può vincere tranquillamente sul cinismo un po' grigio con il quale tanto spesso noi dobbiamo fare i conti». E' un grande privilegio - ha proseguito - «del quale dobbiamo essere fieri e grati a tutti gli uomini e a tutte le donne che ci hanno portato a questo giorno». L'oratrice ha poi sottolineato che «l'Europa oggi non è riunita, è unita per la prima volta ed è unita oggi come non lo è mai stata nella sua storia, perché non lo è mai stata sulla base della democrazia e della libera volontà dei popoli». Nel ricordare suo nonno Roberto che faceva parte dell'ultima leva di ragazzi spedita al fronte durante la prima guerra mondiale, ha osservato come dopo sole tre generazioni si sta festeggiando «un evento impensabile e a lungo persino impensato». La deputata ha poi evidenziato come questa unificazione però «non è completa» e che «la consapevolezza del cammino percorso deve essere la nostra guida per completare il grande sogno ancora non compiuto di una grande Europa unita e democratica». Nei prossimi mesi, prima delle fine di questo anno, ha voluto ricordare la deputata, vi sono «tre grandi occasioni da giocare tutti insieme anche per conquistare coloro che ancora non misurano o non credono alla grandezza di questo giorno». Il primo tema riguarda la Costituzione. Oggi, ha sottolineato, non abbiamo ancora una Costituzione e se i negoziati sono ripresi, non siamo sicuri di averne una «come quella che noi vogliamo», ovvero quella adottata dalla Convenzione e «non quella che è stata in parte prospettata durante gli ultimi vertici e durante le ultime conferenze intergovernative». Quell'Europa che noi vogliamo e la Costituzione che noi vogliamo è ancora in pericolo e non è ancora acquisita. Il secondo tema sul quale si deve lavorare e concludere possibilmente entro la fine di quest'anno è la questione di Cipro. Affermando che «è inutile essere ipocriti», la deputata ha affermato che l'ampliamento non sarà completo «fino a quando l'ultimo muro europeo non sarà caduto». Il Terzo tema riguarda la guerra in Iraq. «Preparare e avere la pace in quel Paese, in quella regione, è una responsabilità di tutti noi che dobbiamo prendere rapidamente e urgentemente, altrimenti anche questo giorno come alcuni altri sarà soltanto un insieme di retorica», ha concluso. Michał Tomasz KAMIŃSKI (UEN, PL) si è detto commosso per avere l'onore di pronunciare il primo discorso in polacco nell'Aula del Parlamento europeo. L'oratore ha poi voluto ricordare «tutti coloro che la nuova Europa deve ringraziare per questa riunificazione: i milioni di soldati e civili vittime della seconda guerra mondiale»e ha quindi reso omaggio a chi, nell'Europa centrale ai tempi dello stalinismo, «ha saputo mantenere viva la fiamma della libertà». Il deputato ha quindi affermato che oggi non ci sarebbero queste celebrazioni se Sua Santità Giovanni Paolo II non avesse ispirato il grande movimento Solidarnosc, «che diede inizio alla caduta del comunismo» e il cui capo, Lech Walesa, è stato simbolo della lotta per la democrazia e i diritti dell'uomo. Infine, l'oratore ha voluto esprimere la propria gratitudine a due grandi Capi di Stato che negli anni Ottanta «hanno permesso di sciogliere i lacci che ci cingevano», Margareth Thatcher e il Presidente Ronald Reagan. Jens-Peter BONDE (EDD, DK), nel dare il benvenuto ai nuovi colleghi, ha auspicato che saranno «capaci di correggere il tiro» affinché si giunga a una democrazia dove si potrà controllare ricompensando o punendo attraverso le elezioni. Purtroppo, secondo l'oratore, la Costituzione che si vuole adottare non terrà conto di questa esigenza e si vuole creare un sistema in cui si può essere designati senza essere eletti. Si tratta di un deficit democratico che dovrà essere corretto in futuro. Ogni Paese dovrebbe essere libero di decidere il proprio Commissario da inviare a Bruxelles, che sarebbe responsabile di fronte agli elettori. Marie-Françoise GARAUD (NI, F), nel dare il benvenuto ai nuovi colleghi, ha esordito citando le parole del Papa secondo cui «l'Europa respira oggi con i suoi due polmoni». D'altronde, ha proseguito, per la prima volta dal XVI secolo l'Europa recupera le frontiere della Chiesa Romana, fatta eccezione della Grecia. Tuttavia, secondo l'oratrice, permangono delle preoccupazioni: la questione della sua natura e dei suoi limiti resta aperta. L'Europa vorrebbe essere politica, ma i Padri fondatori non volevano che lo fosse, essi volevano creare un spazio di pace attraverso il diritto e l'economia. Sono stati, però, i rapporti di forza a pacificare il continente, dalla seconda guerra alla caduta del muro d Berlino. Certamente vi sono stati anche molti atti di fede politica (de Gaulle, Adenauer, Walesa, Kohl, ecc). Se l'Europa vuole essere una grande potenza e difendere i suoi valori, tuttavia, si deve tornare alla realtà e riconoscere che ciò non si farà senza gli Stati. Sono gli Stati, seconda la deputata, che consentono ai cittadini di trovare un accordo. Senza gli Stati, l'Europa sarà debole, non sarà che un grande mercato, un club di consumatori. Elmar BROK (PPE/DE, D), presidente della commissione per gli affari esteri, ha citato tutti i relatori del Parlamento sull'ampliamento affinché figurino nel processo verbale della seduta solenne. Il futuro dell'Unione allargataDichiarazioni del Consiglio e della Commissione - Verso
una Costituzione europea Dichiarazione del Consiglio Dick ROCHE, T.D., a nome della Presidenza si è detto molto soddisfatto per l'andamento dei negoziati sul Trattato costituzionale, affermando che si sta andando al di là di quanto si poteva immaginare lo scorso mese di dicembre. Il Trattato resisterà al tempo: è stato scritto in modo chiaro, spiega bene chi fa cosa, approfondisce il principio della sussidiarietà, semplifica le procedure decisionali e ne migliora la trasparenza ed il controllo democratico. Esso inoltre, include la Carta dei diritti fondamentali e dota l'Unione degli strumenti necessari per promuovere nel mondo i valori condivisi. Il Ministro, ha quindi invitato gli «scettici» a rileggere quel «formidabile documento» affinché vi possano trovare i meriti. Nel ringraziare il Parlamento per l'impegno e il sostegno dimostrato nell'elaborazione della Costituzione, il Ministro ha affermato che è intenzione della Presidenza «fare tutto il possibile» affinché i negoziati si chiudano con successo entro il mese di giugno, in occasione del Vertice di Dublino, nonostante vi siano ancora dei piccoli punti di divergenza. Per preparare il Vertice, i Ministri degli Affari esteri si riuniranno il 17 e il 18 maggio e, se necessario, potrebbero rivedersi anche il 24 per risolvere tutti i problemi residui. Nel frattempo, proseguiranno i contatti bilaterali. Il Ministro, nell'accennare a quelli che sono i principali nodi del negoziato, ha affermato che se «c'è la volontà politica, si trovano i mezzi». Sulla «doppia maggioranza» ha affermato che sarà possibile trovare un consenso, garantendo al contempo l'equilibrio tra gli Stati membri, forse attraverso qualche correzione sulle soglie di popolazione. In generale, ha affermato il Ministro, sono tutti d'accordo per estendere il ricorso alla maggioranza qualificata al fine di migliorare l'efficienza del processo decisionale. Tuttavia, si deve tenere conto delle preoccupazioni specifiche degli Stati membri. Riguardo alla composizione della Commissione e alla sua efficienza, la Presidenza sostiene che sarà possibile mantenere per un certo periodo un commissario per Stato membro e poi giungere ad una riduzione delle rappresentanze nazionali, ma adottando un sistema di rotazione egualitaria. La Presidenza ha infine precisato che il grosso del lavoro della Convenzione non sarà intaccato dalla CIG: i valori e i principi che tutti condividono non saranno rimessi in discussione. Il Ministro ha poi voluto ricordare i «notevoli e sostanziali progressi» sulle questioni non istituzionali cui è giunta la Presidenza italiana, spiegando che le proposte sulle quali si sta lavorando oggi sono il frutto del lavoro dei predecessori. Dichiarazione della Commissione Antonio VITORINO, a nome della Commissione, ha esordito affermando che le celebrazioni per l'ampliamento costituiscono un incoraggiamento per tutti. L'allargamento dell'Unione rappresenta il futuro, ha affermato. «Un futuro di pace, prosperità, solidarietà e di unione su scala continentale», ma anche il futuro del progetto europeo al quale si deve lavorare tutti assieme e il cui valore aggiunto deve essere dimostrato tutti i giorni ai cittadini, per «meritare il loro consenso». L'ampliamento, ha continuato, rappresenta un'opportunità unica per riformare le politiche e ristrutturare le Istituzioni europee, per sviluppare gli strumenti adeguati che permettano all'Unione di orientarsi non solo sulle esigenze interne di efficacia, trasparenza e semplificazione, ma anche per rispondere alle preoccupazioni concrete dei cittadini. Dopo aver ricordato il mandato che il Vertice di Laeken ha attribuito alla Convenzione, il Commissario ha sottolineato che in risposta a tutti i quesiti è stata fatta una scelta chiara: «la via costituzionale», ponendo il cittadino al centro del progetto europeo con l'integrazione della Carta dei diritti fondamentali nel Trattato. Pur non giudicando il testo della Convenzione «perfetto» e ritenendo necessari alcuni miglioramenti, il Commissario ritiene che il progetto di Costituzione ha raggiunto gli obiettivi di semplicità, efficacia e democrazia. Va quindi perfezionato il processo decisionale con un'estensione generale della maggioranza qualificata e la Commissione appoggia fermamente il principio della doppia maggioranza, con i necessari adeguamenti affinché tutti si riconoscano nel sistema, ma senza introdurre nuovi elementi di confusione che ne minerebbero l'efficacia e la chiarezza. Allo scopo di rispondere alle evoluzioni future, inoltre, va resa più flessibile la procedura di revisione dei Trattati per quanto riguarda le politiche dell'Unione. Secondo il Commissario, infatti, allo stato attuale non sono presi sufficientemente in considerazione i nuovi obiettivi dell'Unione enunciati dall'Agenda di Lisbona e quelli in materia di sviluppo sostenibile. Infine, va preservato un trattamento equo degli Stati membri, prevedendo una Commissione composta da un commissario con diritto di voto per Stato membro, con una strutturazione interna della Commissione fedele al principio di collegialità. Nel sostenere la determinazione irlandese di concludere i negoziati per quanto riguarda la futura Costituzione «idealmente prima delle elezioni europee o almeno subito dopo tale avvenimento cruciale», il Commissario ha voluto ringraziare il Parlamento per il suo contributo fondamentale all'elaborazione della Costituzione europea, in particolare tramite gli sforzi di tutti i suoi rappresentanti alla Convezione e per le riflessioni approfondite e costanti della commissione per gli affari costituzionali con la presidenza costruttiva di Giorgio Napolitano. In tale contesto, la Commissione condivide l'insistenza del Parlamento europeo affinché il consenso cui si è giunti in seno alla Convenzione sulla quasi la totalità dei punti affrontati non venga rimesso in causa nella volata finale di negoziato in seno alla CIG. Passi indietro, per esempio nell'equilibrio tra il Parlamento e il Consiglio per quanto riguarda gli aspetti finanziari e di bilancio, sarebbero inspiegabili «alla luce del principio della rappresentatività democratica». Il Commissario ha poi voluto ribadire che il processo di costituzionalizzazione in Europa «invoca sforzi da parte del prossimo Parlamento e da parte della prossima Commissione» e, alla luce delle procedure di ratifica in tutti gli stati membri attuali e nuovi, sarà vitale avere un dibattito pubblico sulla Costituzione europea. Non dovrà trattarsi di 25 dibattiti nazionali ma di un dibattito europeo. Dibattito Hans-Gert POETTERING (PPE/DE, D), ha affermato che facendo un breve bilancio del passato «possiamo avere la sicurezza, la speranza di poter guardare con ottimismo al futuro del nostro Continente». Dopo aver ricordato le diverse fasi dell'unificazione europea ed i suoi protagonisti, l'oratore a quindi sottolineato come, malgrado le difficoltà il Continente «è andato sempre avanti nella giusta direzione». Sulla Costituzione, per il Gruppo del PPE/DE, restano delle questioni aperte: nel preambolo deve essere fatto un riferimento alla tradizione giudaico-cristiana «perché dà corpo ai nostri valori» e non si può approvare la limitazione delle competenze di bilancio del Parlamento. La Costituzione europea, secondo l'oratore, è un grande progresso perché viene rafforzata la democrazia europea, il parlamentarismo e la sussidiarietà. Enrique BARÓN CRESPO (PSE, E) ha iniziato il suo intervento associandosi all'omaggio espresso a Monnet e Spinelli. Ricordando come «il Trattato di Spinelli» sia stato un riferimento per molti in occasione della revisione dei Trattati e della Convenzione, ha consigliato al Ministro Roche di trovare anch'egli ispirazione in quel testo. L'oratore ha quindi espresso l'appoggio al progetto di Costituzione «così come è stato elaborato dalla Convenzione», pur ritenendo necessari alcuni adattamenti, ma non per quel che riguarda i valori «perché siamo molto felici di questa Europa democratica e laica per tutti». Più in particolare, dichiarandosi favorevole al sistema della maggioranza qualificata, il deputato ha chiesto al Ministro Roche di spiegare quante volte è stato applicato il protocollo di Joannina in passato «perché magari potrebbero esserci delle proposte in questa ottica». Inoltre, ha sottolineato la necessità della massima trasparenza nel processo legislativo e di «un potere legislativo condiviso non solo per varare delle leggi ma anche per approvare i bilanci». Infine, ha auspicato che siano resi simultanei i mandati della Commissione e del Parlamento. Per concludere, l'oratore ha chiesto al Presidente che, in sede di CIG, i rappresentanti del Parlamento possano partecipare appieno ai dibattiti della Conferenza e tengano informata l'Aula. Andrew DUFF (ELDR, UK) ritiene che il ruolo del Parlamento è fondamentale nell'ambito della procedura costituzionale. Dal Consiglio si attende la volontà politica affinché conduca in porto i lavori coronati da successo della CIG «per giungere ad un sistema efficace e operativo di governo democratico di cui abbiamo bisogno per rafforzare l'Unione e anche il suo ruolo nel proscenio internazionale». Il Parlamento, dal canto suo, dovrà opporsi ad ogni indebolimento dei suoi poteri nell'ambito della codecisione. L'oratore si è poi detto preoccupato per alcuni «segnali» della Presidenza, ad esempio la rimessa in discussione del potere di codecisione del Parlamento per quanto riguarda i fondi strutturali, oppure la tentazione del Consiglio di avocare a sé la possibilità di stimolare l'unanimità per quanto riguarda le questioni finanziarie. Il deputato ha quindi concluso sostenendo che, in caso di crisi della CIG, andrebbe convocata una riunione straordinaria della Conferenza dei Presidenti per rafforzare la posizione negoziale del Parlamento Francis WURTZ (GUE/NGL, F) ha ricordato che, in occasione della presentazione del progetto di Costituzione, il suo Gruppo aveva rifiutato in blocco di partecipare a un processo di costituzionalizzazione del liberismo. Successivamente, la posizione del Gruppo è stata confortata dal dibattito tenutosi nella sinistra europea e dall'atteggiamento delle associazioni intermondialiste. L'oratore ha poi sottolineato come, nel bilancio sul processo di Lisbona, la Commissione abbia affermato che sono stati persi 200.000 posti lavoro e descritto un preoccupante dato sull'analfabetismo, mentre la Strategia mira al pieno impiego e all'Europa della conoscenza. Infine, il deputato ha ribadito la richiesta di procedere a un referendum sulla Costituzione, preceduto da un vero dibattito. Monica FRASSONI (Verdi/ALE, B) ha sottolineato la «differenza fondamentale» tra i lavori sulla Costituzione nella Convenzione e quelli nella Conferenza intergovernativa: se della Convenzione tutto o quasi era visibile, le crisi come gli altri momenti e il risultato è stato un compromesso appena sufficiente, in seno alla CIG il lavoro resta segreto e quello che sta accadendo in quella sede «non piace per niente». Dietro un «ottimismo di facciata», ha spiegato la deputata, «si nasconde, in realtà, un'ulteriore possibile vittoria per quei governi, vecchi e nuovi, che se ne infischiano allegramente dell'interesse europeo». Questa valutazione, secondo l'oratrice, pare essere condivisa anche dalla Commissione la quale, «dietro molte cerimonie e diplomazie, ha qui esposto una linea che va in una direzione completamente diversa da quello che si sta per accordare a Dublino». Se il Presidente Roche fosse entrato nei dettagli, ha proseguito la deputata, si sarebbe potuto constatare «il prezzo che stiamo per pagare, tra gli altri, a Blair e al suo referendum». In particolare, è deplorato il mantenimento dell'unanimità in materia di giustizia e affari interni, il rafforzamento della clausola interpretativa della Carta dei diritti fondamentali introdotta dal Regno Unito a Salonicco «che rende praticamente virtuale la Carta dei diritti fondamentali e la sua cogenza» e l'eliminazione del potere di parere conforme del Parlamento europeo per la decisione sui Fondi strutturali. La rappresentante dei Verdi ha quindi affermato che «il primo dovere che oggi abbiamo è quello di far sapere ai cittadini che i termini sui quali la Presidenza ha scelto di negoziare sono gli stessi che questo Parlamento aveva rifiutato a dicembre». Ella ha infine concluso evidenziando la necessità di iniziare un «dibattito serio» su quali devono essere le conseguenze di un «No» ad un referendum che, a suo parere, devono essere chiarissime: «chi dice No ad un referendum sulla Costituzione, come diceva Spinelli, è fuori dall'Europa». Rudolf ŽIAK (UEN, SK) ha auspicato per lunghi anni l'ingresso della Slovacchia nell'Unione. A seguito dell'ampliamento, ha affermato, è necessario l'adattamento delle istituzioni e un nuovo quadro europeo. Nella definizione di questo quadro, è importante non dividere nuovamente l'Europa tra grandi e piccoli, ricchi e poveri. Al contrario, sostiene l'oratore, bisogna ascoltare gli Stati e rispettare il principio della sovranità. Ogni Stato membro, ha concluso, deve avere il suo commissario. William ABITBOL (EDD, F) ha esordito sottolineando come 300 milioni di elettori che rappresentano 25 Paesi saranno chiamati a votare senza sapere né quale sarà la Costituzione europea, né quali saranno le frontiere dell'Unione. Ciò, secondo il deputato, dimostra il disprezzo dell'Europa nei confronti dei suoi cittadini e dei suoi popoli. Georges BERTHU (NI, F) ha sottolineato l'inadeguatezza del processo costituzionale al governo di 25 o 30 membri e la necessità di riabilitare la sovranità e la legittimità delle Nazioni, rispettandone la libertà. Antonio TAJANI (PPE/DE, I) ha esordito affermando che «l'Europa che sta nascendo in questi giorni conclude definitivamente la triste stagione delle grandi dittature che hanno insanguinato nel secolo scorso il nostro Continente». La nuova Europa, ha proseguito, non è l'Europa dell'allargamento ma piuttosto l'Europa della riunificazione perché «finalmente diventano partecipi di una grande area di pace e di libertà Paesi e popoli che hanno dovuto subire la dittatura comunista». Nel dare in benvenuto ai nuovi colleghi, l'oratore si è soffermato sulla necessità di una federazione di Stati Nazioni con una legge fondamentale che regoli i rapporti tra Istituzioni e cittadini. A tale proposito, ha quindi affermato che è importante arrivare «quanto prima alla firma della Costituzione basata sui principi di libertà, di sussidiarietà, centralità della persona e promotrice di un'economia sociale e di mercato». Tuttavia, il deputato ha sottolineato che l'Europa non può rinunciare alle sue radici giudaico-cristiane, «che sono il ponte che unisce l'Ovest con l'Est, sono il vero elemento che unisce mezzo miliardo di persone, sono la garanzia per la laicità delle Istituzioni». Ricordando il precetto evangelico «rendete a Dio quel che è di Dio, rendete a Cesare quel che è di Cesare», ha quindi ribadito la richiesta che questo riferimento figuri nel preambolo della Costituzione «come lo è nella bandiera», precisando che le 12 stelle rappresentano le 12 tribù di Israele che cingono la testa di Maria. L'oratore ha quindi rivolto un appello affinché sia preso a modello il testo della Costituzione polacca - «come più volte sollecitato dal partito popolare europeo nel corso del dibattito della Convenzione» - dove c'è un riferimento alla parola Dio, affermando che questo è l'esempio «che gli amici che da oggi fanno parte di questo Parlamento ci possono dare, un esempio che siamo convinti l'Europa intera debba seguire». Via libera alla Commissione ampliata, ma non prenda iniziative politiche rilevanti dopo le elezioniDecisione volta ad approvare la Commissione nella sua
nuova forma Il Parlamento europeo, con 531 voti favorevoli, 18 contrari e 39 astensioni ha dato il via libera alla Commissione «nella sua nuova forma per il mandato restante fino al 31 ottobre 2004», che comprende i 10 nuovi membri dei Paesi che hanno appena aderito all'Unione e i due membri che hanno sostituito i commissari francese e spagnolo dimissionari. Salgono quindi a 30 i membri dell'Esecutivo comunitario, anche se i nuovi 10 non avranno portafogli specifici ma affiancheranno i colleghi già in funzione. Nella risoluzione adottata, l'Aula prendendo atto dei risultati delle audizioni dei Commissari designati, ricorda che il Parlamento «dovrà approvare la nuova Commissione prima della sua entrata in carica il 1° novembre 2004 e che avranno luogo, in quella fase, audizioni globali e decisive tenute dalle commissioni parlamentari». Il nuovo Esecutivo conterà 25 commissari, uno per Stato membro. Inoltre, pur riconoscendo che la Commissione Prodi debba continuare a eseguire i suoi compiti conformemente al programma legislativo e di lavoro per il 2004 fino al termine del suo mandato, i deputati auspicano che essa, nel periodo dopo le elezioni, «non adotti nuove iniziative di rilevante importanza politica relative al periodo seguente alla scadenza del suo mandato». Il Parlamento poi esorta gli Stati membri e il Consiglio «ad astenersi dal sostituire i membri dell'attuale Commissione che cessano dalle funzioni prima della fine del suo mandato» e chiede una revisione della procedura volta a coprire le circostanze in cui i singoli membri della Commissione cessano dalle funzioni prima del termine del loro mandato. Inoltre, l'Aula ribadisce il suo appello «a favore di un parallelismo dei mandati tra il Parlamento europeo e la Commissione». Allargamento: ampliata anche la Corte dei ContiDiemut THEATO
(PPE/DE, D) Adottando la relazione di Diemut THEATO (PPE/DE, D) con la procedura di consultazione, il Parlamento ha espresso parere favorevole alla nomina di otto nuovi membri della Corte dei Conti:
Il Parlamento, viceversa, con 429 voti favorevoli, 74 contrari e 54 astensioni ha confermato il parere negativo raccomandato dalla commissione per il controllo dei bilanci riguardo alla nomina del candidato slovacco Julius MOLNÁR. Si noti infine che, a seguito di un parere negativo della commissione per il controllo dei bilanci, il cipriota Constantinos KARMIOS ha ritirato la propria candidatura. |
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COX: il Parlamento agisce con responsabilità |
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Discorso di fine mandato del Presidente del Parlamento europeo Il Presidente Pat COX ha pronunciato un discorso di commiato con il quale ha stilato un bilancio molto positivo della legislatura che si chiude dal punto di vista politico, legislativo e di bilancio. «Quando gli sono affidate responsabilità» ha affermato «il Parlamento agisce con responsabilità». Ricordando la conclusione di 403 procedure di codecisione e 86 concilizioni (un aumento del 250% rispetto alla legislatura scorsa), il Presidente ha voluto sottolineare come il Parlamento abbia dimostrato di essere «maturo» e un partner legislativo affidabile per a Commissione e per il Consiglio. Accennando a taluni temi oggetto di questa attività legislativa - ambiente, trasporti, scambi culturali, servizi finanziari e protezione dei consumatori - il Presidente ha evidenziato come ciò abbia contribuito al miglioramento della qualità della vita dei popoli ad abbia posto le basi per migliorare la prosperità. Egli ha poi sottolineato come, nell'ambito dei suoi poteri in materia di bilancio, il Parlamento sia stato «più prudente» del Consiglio riguardo alle spese. Anche le prerogative in termini di «parere conforme», come nei casi del Trattato di adesione o dell'Accordo con gli USA sul trasferimento dei dati dei passeggeri, dimostrano che il ruolo del Parlamento non è solo di «timbrare» decisioni prese da altri. L'Aula infine, è stata anche una «tribuna» per i popoli come dimostrano i dibattiti tenutisi sui disastri dell'Erika e del Prestige che hanno portato a nuove leggi in materia. Il Presidente ha poi ricordato che i principali obiettivi che si era posto ad inizio mandato erano di contribuire all'ampliamento dell'Unione, migliorare la comunicazione con i cittadini e promuovere le riforme interne. Riguardo all'allargamento, egli ha sottolineato come il Parlamento abbia elevato il dibattito «dalla sterilità dell'acquis alla vitalità del momento», incoraggiando i necessari compromessi e raggiungendo l'opportuno accordo sulle prospettive finanziarie. Dopo il 2002, che è stato l'anno politico dell'allargamento, il 2003 è stato l'anno dei parlamenti e del parlamentarismo e «noi abbiamo fatto il passo inedito invitando i nuovi Stati membri ad inviare degli osservatori, aiutando così a preparaci e a preparare i nuovi colleghi a questa settimana». Dopo aver espresso l'auspicio che sarà possibile giungere alla riconciliazione a Cipro, il Presidente ha sottolineato che l'ampliamento rende necessaria l'adozione di nuove regole a governo dell'Unione e che farà tutto il possibile affinché un accordo basato sui risultati della Convenzione possa essere trovato entro la fine della Presidenza irlandese. Per quanto attiene alle riforme economiche, il Parlamento ha fatto tutto quanto era possibile a favore dell'Agenda di Lisbona. Mentre la comunicazione è stata intensificata con le altre Istituzioni e i Parlamenti nazionali. Il Presidente ha esortato il prossimo Parlamento ad investire di più nella comunicazione «per vendere la nostra storia di cui dobbiamo essere fieri». Tuttavia, egli ha affermato che «non vi sono pubbliche relazioni o campagne di informazione che possano sostituire la vera politica fondata sulla convinzione, sulla passione e sulla ragione». Spetta quindi ai deputati il compito di dare una visione ai cittadini. Riguardo alle relazioni esterne, il Presidente ha accennato alle difficoltà riscontrate dall'Unione nella crisi irachena definendola uno scacco delle relazioni transatlantiche. Ciò dimostra che anche le migliori disposizioni costituzionali possono rimanere lettera morta se non sono sostenute dalla volontà politica. Ricordando come il Parlamento abbia sempre difeso i valori dell'Unione, egli ha sottolineato le iniziative prese a favore del Tribunale penale internazionale, le proteste per la situazione di Guantanamo e la visita del Segretario generale dell'ONU per ricevere il Premio Sacharov. Egli ha poi ribadito l'importanza delle relazioni con la Russia e con gli USA, nonché la costituzione dell'Assemblea parlamentare euromediterranea decisa a Napoli nel dicembre 2003. In materia di riforme interne, il Presidente ha evidenziato l'importante lavoro svolto dalla Conferenza dei Presidenti a favore del miglioramento dell'assistenza ai deputati. Tuttavia, ha deplorato il fatto che non si sia giunti all'adozione dello Statuto dei deputati europei, anche se la colpa non va attribuita al Parlamento. Ciò porta ad una situazione insostenibile, in cui deputati di una stessa Assemblea godono di 25 regimi giuridici e finanziari diversi. L'auspicio è che il prossimo Parlamento possa risolvere la questione. Il Presidente ha poi evocato le riforme avviate in materia di trasparenza sulle indennità e sulle spese di viaggio e, accennando alle accuse infondate che sono state fatte a taluni deputati, le ha definite «vergognose». Dopo aver esortato tutti a trattare tematiche europee in occasione della prossima campagna elettorale, il Presidente ha ringraziato i colleghi (in particolare i presidenti dei gruppi). Infine, ha affermato di avere tentato di servire il Parlamento senza pregiudizi e favoritismi, nell'interesse dell'Aula ed ha annunciato che non sarà candidato alle prossime elezioni. Calendario delle sessioniIl Presidente ha informato che la sessione aggiuntiva prevista per il 29 e 30 settembre 2004 è stata spostata al 13 e 14 ottobre per consentire al Parlamento di effettuare in tempo utile le audizioni dei membri della nuova Commissione, che inizierà il mandato il 1° novembre 2004. Le audizioni avranno luogo dal 27 settembre all'8 ottobre, mentre l'investitura della nuova Commissione nel suo insieme da parte della Plenaria è prevista per la sessione del 25-28 ottobre. |
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Respinta la mozione di censura contro la Commissione |
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Con 88 voti favorevoli, 515 contrari e 63 astensioni, il Parlamento ha respinto la mozione di censura presentata da 65 deputati contro la Commissione europea per non avere dato una risposta adeguata «alle gravissime critiche formulate dall'autorità di discarico nella risoluzione del 29 gennaio 2004 in ordine all'operato della Commissione e del Commissario Solbes nella vicenda Eurostat». Per l'approvazione della mozione di censura era necessario raccogliere due terzi dei voti espressi e la maggioranza dei deputati che compongono il Parlamento. Per
ulteriori informazioni: Paula
Fernández Hervás (Bruxelles)
Tel.(32-2) 28 42535 e-mail
:
econ-press@europarl.eu.int |
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Accordo UE-USA sul trasferimento dei dati dei passeggeri |
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Richiesta di applicazione della procedura d'urgenza sulla proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione di un accordo tra la Comunità europea e gli Stati Uniti d'America sul trattamento e trasferimento di dati PNR da parte dei vettori aerei all'ufficio doganale e di protezione dei confini del dipartimento per la sicurezza interna degli Stati Uniti Procedura: Urgenza (articolo 112 del Regolamento del Parlamento) Votazione: 04.05.2004 La richiesta di applicazione della procedura è stata respinta con 301 voti favorevoli, 343 contrari e 18 astensioni. Per
ulteriori informazioni: Danny
de Paepe (Bruxelles)
Tel.(32-2) 28 42531 e-mail
:
libe-press@europarl.eu.int |
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Il Parlamento accoglie i 162 rappresentanti dei nuovi Stati membri |
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Verifica dei poteri dei nuovi membri del Parlamento europeo Votazione: 05.05.2004 Adottando la relazione orale del Presidente della commissione giuridica e per il mercato interno Giuseppe GARGANI (PPE/DE, I) il Parlamento ha confermato la validità del mandato dei 162 membri provenienti dai 10 nuovi Stati membri e di sei membri che sostituiscono i deputati dimissionari. Per maggiori informazioni riguardo ai nuovi membri del
Parlamento, consultare il seguente sito: |
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