<<Sommario | |
RASSEGNA
22 marzo 2006
Bruxelles
|
|
Cessate il fuoco dell'ETA: un momento di speranza Il cessate il fuoco annunciato dall'ETA è stato accolto con grande sollievo dalla maggioranza dei deputati intervenuti in Aula. Molti hanno espresso la speranza che ciò ponga le basi per un futuro di pace. Altri hanno auspicato che non sia il frutto di uno scambio politico. Aprendo la seduta, il Presidente BORRELL ha informato i colleghi della «buona notizia», «non solo per la Spagna ma anche per tutta l'Europa», dell'annuncio dell'ETA in merito alla sua decisione di procedere al cessate il fuoco permanente. «Si apre quindi uno spiraglio per un futuro senza violenza terroristica», ha aggiunto, ed è un momento di unità e speranza per tutte le forze politiche democratiche. Nel rendere omaggio a tutte le vittime e ai loro familiari, ha affermato che ciò dimostra che si può lottare e vincere il terrorismo «grazie alla forza della democrazia». A nome del gruppo PSE, è intervenuta Bárbara DÜHRKOP DÜHRKOP (PSE, ES), il cui marito è stato assassinato anni addietro dall'ETA. Per la deputata, l'annuncio dell'ETA «infonde grandissima speranza a tutti i cittadini dell'UE». Ha quindi rivolto un appello all'unità di tutti i democratici a favore della pace ed ha sottolineato, molto emozionata, che «è il momento di rendere omaggio alle vittime». Dopo il lungo applauso tributatole dall'Aula, è intervenuto Hans-Gert POETTERING (PPE/DE, DE) che, rendendo anch'egli omaggio alle vittime e rallegrandosi per l'annuncio dell'ETA, ha espresso l'auspicio che questa tregua non sia frutto di uno scambio e che non porti a ricompense politiche per i membri dell'ETA. Nell'auspicare un futuro di pace in Spagna, ha esortato «ad alzare sempre la voce per tutelare la dignità della vita umana». Graham WATSON (ALDE/ADLE, UK) si è detto compiaciuto che, per una volta, è chiamato ad intervenire per celebrare qualcosa che può essere considerata una vittoria. Nell'Europa occidentale, ha aggiunto, grazie ai leader politici della generazione successiva alla guerra, «possiamo beneficiare della democrazia». In una democrazia, ha quindi spiegato, i cambiamenti si realizzano tramite le elezioni e «non con le pallottole». Le azioni dell'ETA, dell'IRA e delle Brigate rosse cui si è assistito in passato erano del tutto ingiustificate. Ha quindi concluso esprimendo l'augurio che l'annuncio dell'ETA sia sincero. Daniel COHN-BENDIT (Verdi/ALE, DE) ha affermato che la dichiarazione dell'ETA dimostra che le democrazie hanno ragione a resistere al terrorismo ma anche che occorre sempre intraprendere la via del dialogo, come è avvenuto in Irlanda. Si è quindi congratulato con le forze politiche spagnole che hanno condotto le trattative affermando che «per fermare la carneficina bisogna parlarsi». Ha poi auspicato che l'ETA invii il suo comunicato ad Hamas affinché quest'ultimo segua il suo esempio. Brian CROWLEY (UEN, IE), associandosi alle parole dei colleghi, ha rivolto un pensiero a chi si è salvato grazie alla decisione dell'ETA. Ha quindi sottolineato l'importanza di negoziare su un piede di parità e nel rispetto reciproco, ponendo l'accendo sul fatto che non si deve mai dimenticare che delle vite sono state sacrificate invano. L'UE, ha poi aggiunto, è il miglior processo di pace possibile, proprio perché si fonda sul rispetto, sul dialogo e sulla tolleranza. Sylvia-Yvonne KAUFMANN (GUE/NGL, DE) ha esordito volendo chiarire che «non c'è nessun motivo al mondo che giustifica il terrorismo» ed è importante che tutti i democratici non l'accettino in nessun modo. Ogni vittima, ha aggiunto, «è una vittima di troppo» e tutti devono difendere la democrazia e i diritti umani. Ha quindi concluso auspicando una rapida soluzione politica e pacifica in Spagna. Jens-Peter BONDE (IND/DEM, DK) ha accolto favorevolmente l'annuncio che dimostra che la pace è sempre possibile. Sono poi intervenuti gli irlandesi del nord Jim ALLISTER (NI, UK) e James NICHOLSON (PPE, UK) che hanno sottolineato l'importanza di non ricompensare i terroristi per una decisione dovuta. Lo spagnolo Alejo VIDAL-QUADRAS ROCA (PPE/DE, ES) ha invece sostenuto che il comunicato dell'ETA «non cambia niente alla situazione attuale». Il comunicato, ha insistito, afferma solo che l'ETA «cessa di ammazzare per un periodo da determinare» con il solo scopo di trarne vantaggi politici. Ha quindi stigmatizzato il fatto che nel comunicato dell'ETA non ci siano né pentimento né richiesta di perdono, a dimostrazione del «cinismo e della miseria morale di quel gruppo criminale». Modifiche all'ordine del giorno Dopo una confusa discussione in Aula, il Presidente ha acconsentito a aggiungere all'ordine del giorno della seduta di domani un dibattito sulla situazione in Bielorussia, a condizione che entro questa sera siano espletate le necessarie formalità previste dal regolamento del Parlamento. La relazione di Jean-Paul GAUZES (PPE/DE, FR) sulla notifica e la comunicazione degli atti giudiziari e extragiudiziali in materia civile e commerciale è stata invece rinviata ad una prossima sessione per consentire ulteriori negoziati con il Consiglio, tesi a trovare un compromesso in prima lettura. Situazione nel gruppo Indipendenza e Democrazia Mario BORGHEZIO (NI, IT) ha ricordato che, in occasione della precedente sessione, aveva richiesto delle delucidazioni in ordine a quanto comunicato dalla Presidenza circa la composizione del gruppo IND/DEM. Il deputato, ha infatti voluto informare la Presidenza che la sua delegazione, assieme a quella polacca, hanno ricevuto una convocazione per una riunione del gruppo IND/DEM. In proposito, ha affermato di voler sapere a che titolo è stata fatta questa convocazione, dopo che le delegazioni erano state escluse dal gruppo «secondo una procedura incomprensibile e assolutamente irregolare». Ha quindi dichiarato che «questa riunione non sana minimamente l'irregolarità compiuta dalla dirigenza del gruppo IND/DEM nei confronti di 11 deputati della cosiddetta minoranza interna del gruppo» che, «forse non casualmente», dichiarano anche «di essere totalmente estranei alle vicende oscure che hanno posto la dirigenza all'attenzione della Corte dei conti europea». |
|
Verso una politica energetica comune Il Parlamento si appresta a adottare una risoluzione con la quale chiede una politica energetica europea comune e più ambiziosa che preveda anche la solidarietà tra gli Stati membri in caso di difficoltà di approvvigionamento. Preoccupati per le misure protezionistiche, i deputati chiedono lo sviluppo delle reti transeuropee e misure per migliorare l'efficienza energetica. Occorre poi promuovere le fonti rinnovabili e la ricerca e deve essere rafforzata la cooperazione internazionale. La proposta di risoluzione accoglie con favore il nuovo Libro verde della Commissione su una politica energetica sicura, competitiva e sostenibile per l'Europa. Tuttavia, rileva che il Libro verde «non propone nuovi obiettivi e non avanza proposte concrete che rispondano ai recenti appelli in vista di una politica energetica comune». Sollecita quindi la Commissione e il Consiglio ad assicurare un processo politico rapido, al fine di pervenire quanto prima ad una politica energetica europea «più ambiziosa», che comprenda un piano d’azione concreto che veda anche la partecipazione del Parlamento europeo. Per i deputati, d'altra parte, il Libro verde «non tratta di settori fondamentali che dipendono in ampia misura da fonti di energia importate», in particolare i trasporti e l'aviazione e chiede alla Commissione di reagire ai recenti inviti riguardanti una politica energetica comune. Gli Stati membri sono comunque esortati ad elaborare un piano energetico di prospettiva basato su previsioni di medio e lungo termine riguardanti la gestione delle forniture e della domanda. In tale ambito dovrebbero anche dichiarare quali mezzi intendono usare per soddisfare la domanda energetica, in termini sia di produzione nazionale che di importazioni, precisando gli effetti di questo equilibrio per quanto riguarda le emissioni di gas ad effetto serra. Solidarietà nell'Unione La risoluzione sottolinea che «un elemento essenziale» della politica energetica comune dovrebbe consistere in una «solidarietà rafforzata tra gli Stati membri in caso di difficoltà correlate alla sicurezza fisica delle infrastrutture e alla sicurezza dell’approvvigionamento». Al riguardo chiede inoltre che, nel porre in atto la politica energetica a livello nazionale, si segua un approccio «basato sull'equità e sulla responsabilità condivisa». Occorre pertanto che, al momento dell'adozione delle decisioni strategiche, vengano consultati anche quei partner fra gli Stati membri dell'UE che potrebbero essere interessati dalle decisioni stesse. I deputati si dicono poi favorevoli ad un rafforzamento della politica europea di vicinato, in particolare per quanto riguarda la cooperazione con i paesi vicini nel settore dell'energia, includendo le infrastrutture di trasporto, cui andrebbe accordata una particolare assistenza finanziaria. La cooperazione in materia di politica energetica dovrebbe anche essere integrata nei piani d'azione elaborati nel quadro della politica europea di vicinato. Un mercato interno ben funzionante I deputati si dicono fermamente convinti che un ruolo essenziale per mantenere la sicurezza degli approvvigionamenti è sostenuto dalla rapida trasposizione delle attuali disposizioni UE da parte di tutti gli Stati membri, per giungere ad un mercato interno pienamente funzionante nel settore dell'elettricità e del gas «in modo da promuovere la competitività, la trasparenza e l'efficienza energetica». Esprimono quindi profonda preoccupazione per la distorsione del mercato interno causata da misure protezionistiche a sostegno di aziende leader a livello nazionale e sollecitano la Commissione ad assicurare la piena attuazione delle disposizioni relative al mercato interno, al fine di assicurare una concorrenza equa e non discriminatoria ed evitare la formazione di mercati dell’energia oligopolistici. Per eludere strozzature, aumentare la sicurezza dell’approvvigionamento e completare il mercato interno, i deputati chiedono al Consiglio di accettare la posizione del Parlamento sulle priorità delle reti transeuropee. Inoltre, sollecitano gli Stati membri a creare un mercato interno dell’energia giungendo ad un equilibrio tra fonti di approvvigionamento interne ed esterne, assicurando l’interoperabilità delle reti energetiche nazionali e creando un ambiente competitivo per l’energia, disaggregando le funzioni di fornitura da quelle di distribuzione e garantendo al contempo la concorrenza tra i distributori. La risoluzione riconosce poi la crescente importanza del gas, visto l’aumento della sua quota sull'energia totale, e la necessità di ricorrere a strategie differenti per assicurare la sicurezza dell'approvvigionamento di gas, «quali lo sviluppo di terminal e di strutture di immagazzinamento di GNL oltre che di nuovi oleodotti». In merito all'energia nucleare, approdata nel dibattito politico europeo sul mix energetico, i deputati ritengono che, se la produzione di energia nucleare continuerà a svolgere un ruolo in taluni Stati membri, «le decisioni a tale proposito potranno essere prese solo a livello degli Stati membri nel quadro della sussidiarietà». Efficienza energetica Per i deputati, la Commissione dovrebbe proporre «misure concrete» in materia di energia ed investire «con urgenza e in modo massiccio» in un’economia veramente efficiente dal punto di vista energetico «per diminuire drasticamente la nostra dipendenza dai combustibili fossili». Sarebbe inoltre opportuno che la Commissione insistesse sempre «sul ruolo chiave svolto dalla conservazione e dall’efficienza energetiche nella riduzione della dipendenza energetica». La prima priorità d’azione dovrebbe essere nel campo delle misure di gestione della domanda al fine di migliorare l’efficienza dell’utilizzo energetico e ridurre il consumo mediante la conservazione. A tale riguardo, però, la risoluzione «deplora profondamente» il ritardo nella presentazione di proposte per il settore dei trasporti. I deputati, rilevano inoltre il potenziale economico rappresentato dal risparmio almeno del 20% dell’energia consumata e segnalano che tale potenziale crescerà con l’aumento dei prezzi dell’energia, i miglioramenti tecnologici e le economie di scala. Osservando poi che il settore edilizio, responsabile di oltre il 40% di tutto il consumo energetico nell’UE-25, costituisce il singolo maggiore consumatore di energia e l'aumento dei prezzi dell'energia colpisce soprattutto le fasce socialmente svantaggiate, i deputati incoraggiano la Commissione e gli Stati membri ad elaborare un'iniziativa europea coordinata per migliorare il parco immobiliare europeo, «che proponga soluzioni finanziarie innovative in stretta collaborazione con la Banca europea per gli investimenti». Fonti di energia sostenibili Sottolineando «l’importanza eccezionale» delle fonti di energia rinnovabile (FER) e dell’efficienza energetica, la risoluzione chiede quindi alla Commissione e al Consiglio di proporre nuovi obiettivi e azioni ambiziosi in tale ambito per il periodo successivo al 2010, al fine di garantire uno sviluppo più rapido in ciascuno Stato membro. Nel ribadire poi il loro fermo sostegno alle FER, i deputati invitano gli Stati membri a raddoppiare gli sforzi intesi a portare la quota delle energie rinnovabili nel consumo globale di energia al 12% e nella produzione di elettricità al 22,1% entro il 2010. Accolgono quindi favorevolmente l'adozione della direttiva sull'elettricità prodotta da fonti energetiche rinnovabili, le nuove iniziative avviate dalla Commissione nel suo piano d'azione sulla biomassa e la proposta sui biocarburanti. D'altra parte, ritengono che la Commissione dovrebbe presentare «urgentemente» delle proposte volte ad accelerare il ricorso alle pile a idrogeno e a combustibile e rilevano che la biomassa in genere può contribuire a far fronte al fabbisogno energetico dell'Unione mediante la combustione convenzionale. Visti i vantaggi che il reddito aggiuntivo apporta ai settori agricolo e silvicolo, la Commissione è quindi invitata ad attuare un programma accelerato per organizzare, nel più breve tempo possibile, la produzione, la raccolta di residui agricoli e silvicoli, la pirolisi e l'uso del gas prodotto. E' poi sottolineata la necessità di una direttiva concernente il riscaldamento e il raffreddamento mediante fonti di energia rinnovabile per assicurare una maggiore penetrazione nel mercato delle fonti rinnovabili nel settore del riscaldamento. Ricerca e sviluppo La risoluzione riconosce l'importanza di aumentare gli investimenti nella R&S, di trarre vantaggio dalle tecnologie esistenti e di promuoverne nuove per mantenere ai primi posti la competitività dell'Europa e di creare nuovi posti di lavoro di lungo termine e sostenibili. Per i deputati vi è un considerevole margine di miglioramento per le fonti di energia rinnovabili e per un mercato mondiale di apparecchiature e sistemi basati su tali fonti, pertanto invitano l'Unione europea a prevedere nel suo settimo programma quadro di ricerca tecnologie di energia rinnovabile dotate di risorse sufficienti, nonché ad assistere le PMI in questo settore. Chiedono inoltre che nel Settimo programma quadro vengano svolte ricerche sulla biomassa, su tutte le fonti energetiche rinnovabili (inclusa l'energia marina e l'immagazzinamento dell'energia) e sulla tecnologia per la gasificazione del carbone, «per ridurre le emissioni inquinanti e creare un mercato globale in tale settore». Dicendosi poi favorevoli a promuovere la ricerca e lo sviluppo per quanto concerne l'efficienza delle centrali elettriche convenzionali, che continueranno ad incidere fortemente nella produzione di elettricità, i deputati ritengono che la conoscenza della tecnologia in materia di fusione nucleare e la sua applicazione «abbiano valore strategico e debbano pertanto essere sviluppate ulteriormente nell'UE». Infine, rilevano che gli accordi volontari sarebbero altresì utili per potenziare gli sforzi di ricerca e sviluppo da parte delle società operanti nel settore del petrolio e del gas, «come parte delle loro responsabilità sociali d’impresa», ai fini della messa a punto di nuove tecnologie in campo energetico. Garantire gli approvvigionamenti Le recenti controversie fra la Russia e i suoi vicini sui prezzi del gas, nonché il recente aumento del prezzo del petrolio greggio, secondo i deputati hanno messo in evidenza la vulnerabilità delle forniture e della distribuzione di energia. In proposito, rilevano che la politica energetica in senso stretto va collegata alla politica estera e di sicurezza e invita l'UE a prendere l'iniziativa di avviare un'ampia cooperazione con tutti i paesi grandi consumatori di petrolio e di gas – come Stati Uniti, Giappone India e Cina – al fine di elaborare una strategia globale completa per organizzare la domanda e «combinare gli sforzi intesi a contrastare l'oligopolio della produzione». La risoluzione, inoltre, insiste sul fatto che questa strategia dovrebbe anche promuovere le migliori tecnologie in vista del risparmio e dell'efficienza energetici, nonché l'uso di fonti di energia alternative. Occorre poi integrare nella nuova diplomazia energetica dell'UE un dialogo costruttivo con tutti i principali consumatori di energia sull'efficienza energetica e la conservazione dell'energia. Si tratta, in particolare di fissare norme minime di efficienza, da armonizzare progressivamente per prodotti di interesse globale e di promuovere a livello mondiale l'integrazione delle considerazioni ambientali nelle decisioni in materia di trasporti e di energia. Nel riconoscere, poi, l'importanza di mantenere buone relazioni politiche con i paesi partner che sono i principali fornitori di energia dell'UE, i deputati ritengono che una visione comune su una strategia in materia di sicurezza dell'approvvigionamento dovrebbe rispettare le differenze geografiche, economiche, regionali, climatiche e strutturali degli Stati membri. Ma sottolineano anche che una politica attiva a sostegno di riforme democratiche, lo sviluppo della società civile e il progresso sociale nei paesi produttori di energia e in quelli con strutture di transito «contribuiranno in modo sostanziale alla stabilità politica di lungo termine, necessaria per la sicurezza dell'approvvigionamento e della distribuzione di energia». Commissione e Consiglio sono poi invitati a proporre un sistema di mediazione riconosciuto a livello internazionale per i casi di conflitti e dispute concernenti la fornitura e la distribuzione di energia e a mettere a punto un approccio modello alla gestione internazionale della distribuzione di energia. Background - Alcuni dati essenziali La dipendenza dell'UE a 25 dalle importazioni di energia era, nel 2002, de 48% (2002) e vi sono previsioni che, entro il 2030, raggiungerà il 71% se non verranno prese misure addizionali. Le importazioni soddisfano il 76,6% della domanda di petrolio europeo, il 53% della domanda di gas, il 35,4% della domanda di carbone e quasi il 100% della domanda di uranio e di prodotti dell'uranio. Nella produzione lorda di energia dell'UE a 25 intervengono per il 31% il nucleare, per il 25% i combustibili solidi (prevalentemente carbone), per il 18% il gas, per il 14% le FER e per il 5% il petrolio. Tredici Stati membri producono elettricità nucleare, mentre altri hanno una politica dichiarata di abbandono graduale dell'energia nucleare Nel 2005, il consumo di energia primaria nell'UE a 25 è stato di 1.700 milioni di tonnellate equivalenti petrolio, di cui il 38% petrolio, il 23% gas, il 18% carbone/combustibili solidi, il 15% nucleare e il 6% fonti di energia rinnovabile (FER). L'uso finale di energia nell'UE a 25, nel 2004, è stato del 28% nel settore industriale, del 31% nel settore dei trasporti e del 41% nel settore dell'edilizia. Più in particolare, il 59% del petrolio consumato in Europa nel 2004 è stato utilizzato dal settore dei trasporti, il 17% in quello dell'edilizia, il 16% per usi non energetici e l'8% nel settore industriale. Secondo le stime della Commissione, la domanda di energia nel settore dei trasporti dovrebbe aumentare come minimo del 30% entro il 2030, con un incremento che può raggiungere il 5% annuo per il trasporto aereo. Nel 2004, il 29% del gas consumato nell'UE a 25 è stato utilizzato per produrre elettricità, mentre il restante 71% è stato usato in altri settori (industria, edilizia ecc). L'UE si è fissata l'obiettivo di portare, entro il 2010, dal 6% al 12% la quota delle energie rinnovabili nel consumo energetico, al 22,1% la loro quota nella produzione di elettricità e al 5,75% la quota nel settore dei carburanti. Secondo l'ultimo Eurobarometro relativo all'energia, circa la metà dei cittadini dell'UE (48%) ritiene che il governo nazionale dovrebbe concentrarsi sullo sviluppo dell'uso dell'energia solare, seguito dalla promozione di una ricerca avanzata per nuove tecnologie energetiche (41%) e dallo sviluppo dell'uso dell'energia eolica (31%), mentre si è meno favorevoli ad una regolamentazione che riduca la dipendenza dal petrolio (23%) e allo sviluppo dell'uso dell'energia nucleare (12%). Link utili
Libro verde della Commissione - Una strategia europea per un’energia
sostenibile, competitiva e sicura Riferimenti Risoluzione
comune sulla sicurezza dell'approvvigionamento di energia
nell'Unione europea |
|