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Trasporti


Il Parlamento dice sì al Ponte di Messina

Philip Charles BRADBOURN (PPE/DE, UK)
Raccomandazione per la seconda lettura relativa alla posizione comune del Consiglio in vista dell'adozione della decisione del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la decisione n. 1692/96/CE sugli orientamenti comunitari per lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti
Doc.: A5-0278/2004
Procedura: Codecisione, seconda lettura
Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 110 bis del Regolamento del Parlamento
Votazione: 21.04.2004

Il Parlamento europeo ha adottato una raccomandazione per la seconda lettura di Philip Charles BRADBOURN (PPE/DE, UK) sulla rete transeuropea di trasporti. Questa volta, l'Aula ha detto sì al ponte sullo stretto di Messina, ribaltando il voto negativo dello scorso 11 marzo. In seguito, nella sua posizione comune, il Consiglio aveva reintrodotto il ponte tra i progetti prioritari. Con 181 voti favorevoli, 309 contrari e 19 astensioni, il Parlamento ha respinto un emendamento presentato da verdi, liberali e socialisti, che intendeva togliere nuovamente il ponte sullo Stretto. I deputati hanno respinto anche un emendamento che intendeva reintrodurre il corridoio Bari-Durazzo-Sofia-Varna/Burgas tra i progetti prioritari.

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Accordo raggiunto sul secondo pacchetto ferroviario

Georg JARZEMBOWSKI (PPE/DE, D)
Relazione sul progetto comune, approvato dal comitato di conciliazione, di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 91/440/CEE relativa allo sviluppo delle ferrovie comunitarie
Doc.: A5-0242/2004
Procedura: Codecisione, terza lettura
&
Dirk STERCKX (ELDR, B)
Relazione sul progetto comune, approvato dal comitato di conciliazione, di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla sicurezza delle ferrovie comunitarie e recante modifica della direttiva 95/18/CE del Consiglio relativa alle licenze delle imprese ferroviarie e della direttiva 2001/14/CE relativa alla ripartizione della capacità di infrastruttura ferroviaria, all'imposizione dei diritti per l'utilizzo dell'infrastruttura ferroviaria e alla certificazione di sicurezza (Direttiva sulla sicurezza delle ferrovie)
Doc.: A5-0245/2004
Procedura: Codecisione, terza lettura
&
Sylviane AINARDI (GUE/NGL, F)
Relazione sul progetto comune, approvato dal comitato di conciliazione, di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 96/48/CE del Consiglio relativa all'interoperabilità del sistema ferroviario transeuropeo ad alta velocità e la direttiva 2001/16/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all'interoperabilità del sistema ferroviario transeuropeo convenzionale
Doc.: A5-0243/2004
Procedura: Codecisione, terza lettura
&
Gilles SAVARY (PSE, F)
Relazione sul progetto comune, approvato dal comitato di conciliazione, di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un'Agenzia ferroviaria europea (Regolamento sull'agenzia)
Doc.: A5-0244/2004
Procedura: Codecisione, terza lettura
Dibattito: 21.04.2004
Votazione: 22.04.2004

Le delegazioni del Parlamento e del Consiglio sono pervenute, in sede di conciliazione, ad un accordo sul secondo pacchetto ferroviario. Esso si compone di quattro atti legislativi relativi allo sviluppo delle ferrovie comunitarie (relatore: Georg JARZEMBOWSKI (PPE/DE, D), alla loro sicurezza (Dirk STERCKX (ELDR, B), all'interoperabilità del sistema ferroviario transeuropeo Sylviane AINARDI (GUE/NGL, F) e all'istituzione di un'Agenzia ferroviaria europea (Gilles SAVARY (PSE, F). I principali punti di divergenza erano costituiti dalla data della liberalizzazione delle ferrovie comunitarie, dalla creazione di un sistema di sicurezza ferroviaria e dalla composizione del consiglio di amministrazione dell'Agenzia ferroviaria europea.

Sviluppo delle ferrovie comunitarie

L'Aula ha adottato l'accordo raggiunto in comitato di conciliazione con 387 voti favorevoli, 78 contrari e 6 astensioni. La delegazione del Parlamento si è mostrata disponibile al compromesso. Le imprese ferroviarie titolari di licenza avranno il diritto di accedere ai servizi internazionali di trasporto ferroviario di merci a partire dal 1° gennaio 2006 al più tardi. Esse avranno accesso ai servizi nazionali di trasporto ferroviario di merci a partire dal 1° gennaio 2007, un anno prima di quanto proposto nella posizione comune.

Alla fine dei negoziati, il Parlamento ha accettato il rifiuto del Consiglio di regolare la liberalizzazione dei servizi ferroviari passeggeri nell'ambito della presente direttiva. Il Consiglio ha tuttavia recepito un considerando in cui, per quanto concerne l'apertura del mercato dei servizi internazionali di trasporto ferroviario di passeggeri, la data del 2010 deve essere considerata «alla stregua di un mezzo atto a consentire a tutti gli operatori di prepararsi in modo appropriato».

Sistema di sicurezza ferroviaria

L'Aula ha adottato l'accordo raggiunto in comitato di conciliazione con 406 voti favorevoli, 51 contrari e 6 astensioni. Gli Stati membri hanno convenuto di mantenere al minimo l'introduzione di norme nazionali di sicurezza, con l'obiettivo finale di creare una situazione in cui vige l'applicazione di norme europee. A seguito della conciliazione, sono state notevolmente rafforzate le competenze della Commissione in materia di controllo delle nuove norme nazionali di sicurezza, attribuendole il potere di sospendere l'applicazione di una norma nazionale di sicurezza per un periodo minimo di sei mesi, qualora vi sia un grave dubbio circa la compatibilità di un progetto di norme di sicurezza con la normativa europea o qualora la Commissione ritenga che ciò costituisca un mezzo di discriminazione arbitraria o una restrizione dissimulata alle operazioni di trasporto ferroviario tra Stati membri. Il verdetto finale sulla conformità delle nuove norme nazionali di sicurezza con la legislazione comunitaria spetta a un comitato di regolamentazione.

Gli Stati membri saranno obbligati ad assicurare l'accesso a strutture di formazione per i macchinisti e il personale di bordo addetto alla sicurezza, nonché per i gestori dell'infrastruttura di terra e il loro personale addetto a mansioni essenziali per la sicurezza.

Interoperabilità del sistema ferroviario transeuropeo

Ai sensi dell'accordo di compromesso che è stato raggiunto, il conseguimento dell'obiettivo della direttiva deve portare alla definizione di un livello ottimale dell'armonizzazione tecnica. Una clausola aggiuntiva stabilisce che la direttiva fissa le condizioni necessarie per conseguire l'obiettivo dell'interoperabilità del sistema ferroviario convenzionale transeuropeo, applicando in tal modo le disposizioni della direttiva all'intera rete ferroviaria europea nell'Unione europea.

Il Consiglio ha accolto la proposta del Parlamento secondo cui i treni devono disporre di un dispositivo di registrazione. I dati raccolti grazie a questo dispositivo e il trattamento delle informazioni devono essere oggetto di armonizzazione.

Agenzia ferroviaria europea

Dopo lunghi negoziati, la delegazione del Parlamento ha acconsentito, con riluttanza, a che il consiglio amministrazione dell'Agenzia sia composto da un rappresentante di ogni Stato membro (compresi Malta e Cipro, che non hanno ferrovie) e da quattro rappresentanti della Commissione, nonché da rappresentanti (privi di diritto di voto) delle parti interessate del settore, inclusi i rappresentanti dell'industria ferroviaria e le parti sociali. Per rispondere alle preoccupazioni del Parlamento, si è convenuto che la Commissione presenti, entro cinque anni, una proposta volta a rivedere la composizione del consiglio di amministrazione nel contesto del riesame globale della struttura delle agenzie regolamentari attualmente in corso.

Il Consiglio ha accettato la proposta del Parlamento che i rappresentanti delle organizzazioni dei lavoratori partecipino ai gruppi di lavoro che elaborano raccomandazioni in materia di misure di sicurezza, certificati di sicurezza, interoperabilità, certificazione delle officine di manutenzione o delle competenze professionali, ove tali raccomandazioni abbiano un impatto diretto sulle condizioni di lavoro e sulla salute e la sicurezza dei lavoratori. Ciò rappresenta una grande vittoria per il Parlamento europeo e contribuirà a rendere l'Agenzia il centro di una cultura ferroviaria europea, un fattore chiave per il rilancio del settore ferroviario europeo.

Il Consiglio ha accettato tutte le proposte del Parlamento volte a rendere più efficaci e trasparenti le disposizioni finanziarie. Il consiglio amministrazione deve notificare all'autorità di bilancio la propria intenzione di realizzare progetti suscettibili di avere ripercussioni economiche significative sul finanziamento del bilancio. Il Consiglio ha inoltre accettato la proposta del Parlamento di rafforzare la trasparenza della gestione finanziaria dell'Agenzia. Il regolamento contiene inoltre disposizioni volte a collegare l'esecuzione del bilancio dell'Agenzia alla procedura generale UE di scarico per ogni esercizio finanziario.

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Maggiore sicurezza nelle gallerie

Reinhard RACK (PPE/DE, A)
Raccomandazione per la seconda lettura relativa alla posizione comune del Consiglio in vista dell'adozione della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa ai requisiti minimi di sicurezza nelle gallerie della rete stradale transeuropea
Doc.: A5-0249/2004
Procedura: Codecisione, seconda lettura
Dibattito: 20.04.2004
Votazione: 20.04.2004

Il Parlamento europeo ha adottato una relazione di Reinhard RACK (PPE/DE, A) sulla sicurezza nelle gallerie della rete stradale transeuropea. L'Aula ha così approvato, in seconda lettura della procedura di codecisione, la posizione comune del Consiglio, senza apportarvi alcuna modifica. Il Consiglio ha accettato i principali emendamenti proposti dal Parlamento in prima lettura, in particolare quelli relativi ai bisogni dei disabili.

La nuova direttiva introduce delle norme minime di sicurezza che si applicano alle infrastrutture, al funzionamento dei tunnel e alle regole di circolazione. Tutti i mezzi di trasporto pesante, gli autobus e gli autocarri che passano attraverso una galleria dovranno essere dotati di estintore. Si prevede una segnaletica rafforzata ed un'informazione più completa, che permetteranno una migliore prevenzione degli incidenti.

Oltre alla menzione delle referenze specifiche ai bisogni dei disabili, il Parlamento e il Consiglio sono pervenuti ad un accordo su una serie di questioni tecniche, relative in particolare alle declività e alle deviazioni. Le due istituzioni hanno deciso invece di respingere il sistema di classificazione dei tunnel proposto dalla Commissione, ritenuto troppo rigido.

La nuova normativa, elaborata in un clima di crescente sensibilità dell'opinione pubblica ai rischi della sicurezza nei tunnel, fissa le regole di sicurezza per tutti i tunnel esistenti e futuri di lunghezza superiore a 500 metri. Essa concerne ben 512 tunnel, di cui quasi la metà in Italia. Nella maggior parte dei Paesi, le nuove norme di sicurezza dovranno essere applicate entro dieci anni, mentre il 50% dei tunnel dovranno rispettare queste norme entro sei anni.

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Dall'esperienza del Prestige al rafforzamento della sicurezza marittima

Dirk STERCKX (ELDR, B)
Relazione sul rafforzamento della sicurezza marittima
Doc.: A5-0257/2004
Procedura: Iniziativa
Dibattito: 20.04.2004
Votazione: 21.04.2004

Con 396 voti favorevoli, 24 contrari e 13 astensioni, il Parlamento europeo ha adottato una relazione sul rafforzamento della sicurezza marittima di Dirk STERCKX (ELDR, B). A seguito del disastro della nave Prestige, il Parlamento aveva deciso di istituire una commissione temporanea sul rafforzamento della sicurezza marittima col compito di indagare su questo incidente e su altri, come quello della Erika.

L'Aula sollecita «una politica europea del mare, globale e coerente, finalizzata alla creazione di uno spazio europeo di sicurezza marittima». I deputati ritengono che detta politica debba basarsi in particolare sui seguenti provvedimenti:

·         l'adozione di una bandiera europea e il divieto delle bandiere di comodo e delle navi substandard,

·         la predisposizione di protocolli comuni di prevenzione, intervento e riparazione in caso di disastri,

·         il varo di un regime di responsabilità esteso a tutta la catena del trasporto marittimo nonché alle autorità pubbliche preposte alla sicurezza marittima,

·         il miglioramento delle condizioni di vita, di lavoro e di formazione dei marittimi

L'Aula «aspetta con impazienza le nuove proposte della Commissione annunciate per il 2004 e si augura che esse facciano parte di un pacchetto legislativo intitolato "Prestige"».

I parlamentari ritengono che l'intervento dell'UE possa talvolta risultare necessario nell'interesse della sicurezza, come nel caso del divieto fatto alle navi battenti bandiere ombra di circolare nelle acque territoriali europee. Essi esortano l'istituzione di un servizio di guardacoste europeo dotato delle competenze e degli strumenti necessari per la sicurezza marittima e la tutela dell'ambiente marino, la tutela contro il terrorismo, la pirateria e i crimini commessi in mare, il severo monitoraggio del rispetto di talune rotte marittime e l'applicazione di procedimenti contro le imbarcazioni che le battono illegalmente, il coordinamento più rapido possibile degli interventi necessari in caso di incidenti in mare.

L'Aula deplora la decisione presa dalle autorità spagnole di allontanare la nave dalle coste della Galizia ed esprime le sue preoccupazioni per le dichiarazioni rilasciate dal Commissario governativo spagnolo secondo il quale, qualora dovesse ripetersi un disastro identico a quello della Prestige, sarebbe nuovamente adottata la decisione di allontanare la nave dalle coste. I parlamentari rivolgono inoltre un appello alle autorità giuridiche spagnole affinché consentano al capitano della Prestige di tornare nel suo paese in attesa del processo.

Essi sottolineano la necessità di modificare profondamente la struttura e le responsabilità del complesso nucleo di società che dominano il traffico marittimo internazionale, così come la loro relazione con gli Stati di bandiera di comodo. Questa struttura costituisce un ostacolo per un'efficiente ispezione sullo stato delle navi, la realizzazione delle misure di sicurezza necessarie, la formazione professionale e l'attuazione di condizioni adeguate di lavoro, di condizioni di vita e di salari degli equipaggi e per il rispetto degli obblighi fiscali. Si chiede alla Commissione di analizzare globalmente questo problema fondamentale e di presentare una relazione al riguardo che contempli, in particolare, i rapporti tra le società europee e gli Stati di bandiera di comodo.

L'Aula sottolinea che, con la legislazione contestuale ai disastri delle petroliere Erika e Prestige, sono stati adottati rilevanti provvedimenti tesi a rendere più sicura la navigazione nelle acque europee. Tuttavia, si deplora che sette Stati membri, tra cui l'Italia, non abbiano tuttora recepito nelle normative nazionali, o lo abbiano fatto in maniera incompleta, due cruciali direttive sul controllo dello Stato di approdo e le società di classificazione.

I deputati tengono a che la Commissione europea proponga misure per assicurare che tutte le petroliere e le navi che trasportano un carico significativo di olio combustibile siano tenute a dotarsi di un piano di intervento in caso di emergenza.

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Controllo dell'orario di lavoro nei trasporti su strada

Helmuth MARKOV (GUE/NGL, D)
Relazione sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulle norme minime per l’applicazione della direttiva 2002/15/CE e dei regolamenti (CEE) n. 3820/85 e n. 3821/85 del Consiglio relativi a disposizioni in materia sociale nel settore dei trasporti su strada
Doc.: A5-0216/2004
Procedura: Codecisione, prima lettura
Dibattito: 20.04.2004
Votazione: 20.04.2004

Il Parlamento europeo ha adottato una relazione di Helmuth MARKOV (GUE/NGL, D) sulla legislazione sociale in merito ai trasporti su strada. Secondo i deputati, qualsiasi tentativo di migliorare le condizioni di lavoro dei conducenti rischia di essere vanificato, se si trascura l'aspetto del controllo dell'applicazione delle disposizioni in questione. Essi propongono peraltro che ciascuno Stato membro organizzi i controlli in modo che interessino ogni anno almeno il 2% dei giorni di lavoro effettivo dei conducenti di veicoli, anziché il 3%, come proposto dalla Commissione.

L'Esecutivo propone inoltre che almeno il 30% del numero totale dei giorni lavorativi controllati debba essere verificato su strada e almeno il 50% nei locali delle imprese. L'Aula chiede invece di abbassare al 15% il numero di giorni lavorativi controllati, ma al tempo stesso propone che almeno metà dei controlli nei locali delle imprese riguardi le imprese più piccole (non più di tre veicoli), in modo da evitare che i funzionari preposti ai controlli non controllino le imprese più piccole per considerazioni di ordine economico e per i possibili risultati dei controlli, limitandosi così alle grandi imprese.

La proposta introduce un sistema comune di valutazione del rischio da applicare alle imprese di trasporti, con conseguenti sanzioni. I deputati chiedono di considerare come infrazione grave il superamento del 10% dell'orario massimo di lavoro settimanale. Dato che le sanzioni pecuniarie applicate differiscono attualmente in misura molto notevole tra gli Stati membri, i parlamentari ritengono urgentemente necessaria una loro armonizzazione, per evitare distorsioni della concorrenza. La Commissione dovrà presentare una proposta di direttiva in questo senso entro tre anni dall'entrata in vigore della normativa in oggetto.

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I sistemi di telepedaggio stradale via satellite non saranno obbligatori

Renate SOMMER (PPE/DE, D)
Raccomandazione per la seconda lettura relativa alla posizione comune del Consiglio in vista dell'adozione della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sull’interoperabilità dei sistemi di telepedaggio stradale nella Comunità
Doc.: A5-0246/2004
Procedura: Codecisione, seconda lettura
Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 110 bis del Regolamento del Parlamento
Votazione: 20.04.2004

Il Parlamento europeo ha adottato una raccomandazione per la seconda lettura sull'interoperabilità dei sistemi di telepedaggio stradale nella Comunità. La direttiva intende assicurare l'interoperabilità di questi sistemi nell'Unione, nonché l'introduzione di un sistema di telepedaggio stradale su scala europea, che sia applicabile su tutti i tratti stradali dove viene riscosso un pedaggio. Il Consiglio ha accettato nella posizione comune tutti gli emendamenti più importanti presentati dal Parlamento.

I Ministri dei Trasporti hanno concordato con i parlamentari sul fatto di non introdurre una data per l'introduzione obbligatoria della tecnologia di telecomunicazione mobile via satellite; non solo, ma l'uso di tale tecnologia non sarà obbligatorio. Di conseguenza, i sistemi che utilizzano la tradizionale tecnologia delle microonde a 5,8 GHz potranno coesistere con le nuove tecnologie via satellite.

Il Parlamento e il Consiglio hanno anche modificato la proposta della Commissione in merito alle scadenze entro le quali realizzare in sistema di telepedaggio stradale europeo. La decisione in merito alla definizione di questo servizio dovrebbe essere presa entro il 1° gennaio 2006. Gli operatori dovrebbero essere in grado di offrire il servizio alla loro clientela entro cinque anni dalla definizione del servizio (quindi, al massimo entro il 1° luglio 2011). Questa data è anticipata di due anni per quanto riguarda i veicoli con un peso superiore a 3,5 tonnellate e quelli che trasportano più di nove passeggeri (il conducente più altri otto).

La direttiva non riguarda, comunque, i sistemi di telepedaggio a carattere locale. Essa, infatti, non si applica alle reti stradali per le quali non esiste un sistema di telepedaggio elettronico, né ai sistemi che non richiedono l'installazione di apparecchiature a bordo dei veicoli. Inoltre, rimane salva la competenza nazionale per quanto concerne la tassazione e la disciplina delle infrastrutture viarie.

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«Eurobollo»: per una tassazione più equa dei trasporti pesanti

Luigi COCILOVO (PPE/DE, I)
Relazione sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 1999/62/CE relativa alla tassazione a carico di autoveicoli pesanti adibiti al trasporto di merci su strada per l'uso di alcune infrastrutture
Doc.: A5-0220/2004
Procedura: Codecisione, prima lettura
Dibattito: 20.04.2004
Votazione: 20.04.2004

Il Parlamento europeo ha adottato, in prima lettura della procedura di codecisione, una relazione di Luigi COCILOVO (PPE/DE, I) sulla tassazione a carico di autoveicoli pesanti adibiti al trasporto di merci su strada per l'uso di infrastrutture stradali.

I principi definiti dalla proposta di direttiva si applicano alla rete stradale transeuropea. Tuttavia, gli Stati membri possono estendere i pedaggi e i diritti di utenza, previa informazione alla Commissione, ad altre strade delle rete stradale principale. I deputati hanno chiesto che, nel determinare tali estensioni, gli Stati membri consultino gli enti locali e/o regionali responsabili delle strade dove l’estensione avrebbe luogo e si assicurino che tali pedaggi e/o diritti di utenza siano compatibili con altri sistemi di tariffazione operati a livello locale e regionale. La direttiva lascia impregiudicato il diritto degli Stati membri e, nell'ambito delle rispettive competenze, degli enti regionali e locali, di applicare pedaggi e/o diritti di utenza su altre strade, nel rispetto delle norme del trattato.

I parlamentari hanno allargato la definizione di «pedaggi medi ponderati», in modo da includervi i costi corrispondenti agli elementi ambientali obiettivi, quali ad esempio la contaminazione del terreno e l'inquinamento atmosferico, compresi i costi di congestione, a condizione che essi possano essere quantificati concretamente con metodi di calcolo armonizzati a livello europeo. Nel calcolo dei suddetti pedaggi, anche la qualità dell'aria (il livello di PM10 e NOx) dovrebbe essere preso in considerazione. Gli Stati membri dovranno prevedere una compensazione finanziaria per l'istituzione dei pedaggi, i cui profitti dovrebbero essere utilizzati a favore dell'intero settore dei trasporti.

L'Aula ha adottato un emendamento in base al quale, entro due anni dall'entrata in vigore della presente direttiva, la Commissione deve elaborare «un modello universale, trasparente e di facile comprensione per la monetarizzazione di tutti i costi esterni relativi all'ambiente, alla congestione del traffico e alla salute, il quale costituirà la base per i futuri calcoli degli oneri corrisposti per l'uso delle infrastrutture».

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Adesione della Comunità europea a Eurocontrol

Christine DE VEYRAC (PPE/DE, F)
Raccomandazione sulla proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione da parte della Comunità europea del Protocollo di adesione della Comunità europea all'Organizzazione europea per la sicurezza della navigazione aerea (Eurocontrol)
Doc.: A5-0215/2004
Procedura: Parere conforme
Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 110 bis del Regolamento del Parlamento
Votazione: 20.04.2004

Il Parlamento europeo ha adottato una raccomandazione di Christine DE VEYRAC (PPE/DE, F) relativa alla conclusione del Protocollo di adesione della Comunità europea ad Eurocontrol. Il Parlamento dispone del potere di parere conforme in merito alla decisione. Il Protocollo precisa le disposizioni giuridiche che permettono tale adesione e stabilisce che la Comunità e gli Stati membri parteciperanno congiuntamente agli organi di Eurocontrol. I diritti di voto rispettivi saranno ripartiti a seconda se si tratta di un ambito di competenza comunitaria e o di un ambito di competenza degli Stati membri. La Commissione utilizzerà le competenze tecniche di Eurocontrol, che si è vista assegnare la preparazione e l'applicazione dei regolamenti comunitari nel contesto dell'iniziativa «Cielo unico europeo», tesa a realizzare uno spazio aereo integrato entro il 31 dicembre 2004.

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Trasporto di merci su strada

Giuseppe GARGANI (PPE/DE, I)
Relazione sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all’emanazione di talune norme comuni in materia di trasporti di merci su strada (versione codificata)
Doc.: A5-0250/2004
Procedura: Codecisione, prima lettura
Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 158, paragrafo 1, del Regolamento del Parlamento
Votazione: 21.04.2004

La relazione è stata approvata con 492 voti favorevoli, 4 contrari e 20 astensioni.

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Miriam Orieskova

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Tanja Rudolf

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Mercato interno (tutela dei consumatori)


Vietato ingannare i consumatori

Fiorella GHILARDOTTI (PSE, I)
Relazione sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alle pratiche commerciali sleali tra imprese e consumatori nel mercato interno e che modifica le direttive 84/450/CEE, 97/7/CE e 98/27/CE (direttiva sulle pratiche commerciali sleali)
Doc.: A5-0188/2004
Procedura: Codecisione, prima lettura
&
Joachim WUERMELING (PPE/DE,D)
Relazione sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all'armonizzazione delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri in materia di credito ai consumatori
Doc. A5-0224/2004
Procedura: Codecisione, prima lettura
&
Evelyne GEBHARDT (PSE, D)
Relazione sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulla cooperazione fra le autorità nazionali responsabili dell’esecuzione della normativa che tutela i consumatori (“regolamento in materia di cooperazione per la tutela dei consumatori”)
Doc.: A5-0191/2004
Procedura: Codecisione, prima lettura
Dibattito: 19.04.2004
Votazione: 20.04.2004

Norme europee armonizzate contro le pratiche sleali

Il Parlamento ha adottato in prima lettura della procedura di codecisione la relazione di Fiorella GHILARDOTTI (PSE, I) che introduce numerose modifiche alla proposta di direttiva sulle pratiche commerciali sleali tra imprese e consumatori nel mercato interno. L'obiettivo della direttiva è di definire dei criteri armonizzati validi in tutta l'Unione europea che permettano di identificare le pratiche commerciali sleali «che falsano il comportamento economico dei consumatori». La direttiva, pertanto, prevede un divieto generale delle due tipologie di pratiche sleali più diffuse: quelle ingannevoli e quelle aggressive. L'armonizzazione è considerata necessaria per eliminare gli ostacoli al mercato unico posti dalla coesistenza di diverse legislazioni nazionali e per accrescere la fiducia dei consumatori. Peraltro, si lascia impregiudicata la competenza degli Stati membri nell'adottare misure in settori non armonizzati dalla direttiva, «come la sanità, la protezione del benessere fisico, mentale o morale dei minori e la pubblica sicurezza».

I deputati hanno modificato il campo d'applicazione della direttiva precisando che essa si applica alla pratiche commerciali sleali «delle imprese nei confronti dei consumatori». Si applica anche «alle decisioni di natura commerciale dei consumatori ove tali decisioni non risultino in un contratto tra il consumatore e il professionista». Ove sia stipulato un contratto, la direttiva si applica altresì «alle decisioni di natura commerciale prese prima e dopo la stipula» dello stesso.

Secondo i deputati, l'allegato della direttiva che indica le pratiche commerciali «da considerare sleali in ogni circostanza», dev'essere recepito dagli Stati membri «nella sua integralità, senza modifiche, soppressioni o aggiunte». L'elenco, inoltre, potrà essere modificato, a seguito di periodiche relazioni della Commissione al Parlamento e al Consiglio, secondo la procedura di codecisione. Lo stesso allegato, peraltro, è ampiamente modificato da parte dei deputati, segnatamente attraverso l'estensione della categoria delle pratiche ingannevoli e aggressive. Tra queste figurano quindi il ricorso ad un prezzo di riferimento artificialmente elevato al fine di concedere sconti e «dare l'impressione al consumatore la falsa impressione di beneficiare di un vantaggio in termini di prezzo». Inoltre, sono incluse le pratiche volte a «fornire beni e servizi a consumatori che non li hanno richiesti», quelle tese a pubblicizzare o promuovere prodotti o servizi «in modo tale da celare l'intento commerciale della comunicazione», organizzare concorsi a premi «quando non vi sia l'intenzione di fornire i premi descritti» e imporre ostacoli «di tipo procedurale o sostanziale, onerosi o irragionevoli» per i consumatori che vogliano esercitare il proprio diritto di rescindere un contratto o di cambiare fornitore.

I deputati, inoltre, hanno anche modificato e integrato alcune definizioni riferite ai consumatori. Il «consumatore medio», ad esempio, è quello normalmente informato e ragionevolmente avveduto «tenuto conto delle circostanze sociali, culturali e linguistiche». Inoltre, essi introducono il concetto di «gruppo determinato di consumatori» che abbia particolari caratteristiche di natura non economica, come ad esempio i «consumatori vulnerabili per fattori diversi, quali l'età, l'handicap, le condizioni fisiche o mentali anche temporanee, il livello di alfabetizzazione, che ne influenzano la capacità di valutazione e/o reazione».

La relazione, infine, rimaneggia taluni aspetti legati ai codici di autoregolamentazione prevedendo, in particolare, che la loro elaborazione e applicazione nonché gli impegni assunti in base ad essi debbano essere conformi ai criteri stabiliti dal diritto della concorrenza. Infine, allo scopo di assicurare il più alto grado di protezione dei consumatori, essi reputano opportuno che le organizzazioni dei consumatori partecipino alla stesura ed alla gestione di tali codici.

Norme minime per il credito al consumo

Il Parlamento ha adottato in prima lettura della procedura di codecisione la relazione di Joachim WUERMELING (PSE, D) che apporta diverse modifiche alla proposta di direttiva sul credito al consumo.

Secondo i deputati, i principali obiettivi della direttiva  sono di promuovere la tutela dei consumatori, evitare l'eccessivo indebitamento e fornire la «massima armonizzazione delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative» degli Stati membri in materia di contratti di credito accordati ai consumatori. I deputati ritengono che gli Stati membri debbano mantenere la facoltà di stabilire norme di protezione più elevate.

In alcuni casi, tuttavia, un'armonizzazione completa può rivelarsi necessaria al fine di consentire ai consumatori di paragonare i prodotti offerti e «sviluppare quindi ulteriormente il mercato interno del credito ai consumatori». Le disposizioni stabilite dalla direttiva sul tasso annuo effettivo, ne sono un esempio. Ma ciò vale anche per le informazioni relative alle offerte dei crediti e ai contratti di credito. Pertanto, la relazione stabilisce che queste devono apparire «in forma graficamente chiara ed evidenziata» e devono comprendere «il tasso annuo effettivo globale, la durata del credito convenuta, il numero e l'ammontare delle rate mensili, nonché il costo totale del credito». Informazioni supplementari, nella fattispecie sulle tasse, le modalità di rimborso, gli eventuali acconti richiesti e l'ammontare delle rate, possono essere fornite separatamente.

I deputati, inoltre, auspicano escludere diversi tipi di prestiti dal campo d'applicazione della direttiva. Si tratta più precisamente dei crediti relativi a importi inferiori a 500 euro o di importo netto superiore a 100.000 euro, dei crediti garantiti da ipoteche sugli immobili o da un'altra fideiussione comparabile di importo netto netto superiore a 1.000.000 di euro, dei contratti di locazione e di leasing, dei contratti di credito privati, dei crediti concessi dai datori di lavoro ai dipendenti a titolo di prestazione accessoria «con tassi annui effettivi globali inferiori a quelli prevalenti sul mercato o senza interessi» e dei crediti concessi sotto forma di anticipi sul conto corrente o di un conto debitore, se l'importo totale del credito deve essere rimborsato entro un termine di tre mesi o su domanda.

La relazione, poi, stabilisce che il creditore e il consumatore «sono tenuti a rispettare il principio del prestito responsabile», il che implica il soddisfacimento degli obblighi di informazione precontrattuale da parte del creditore e del consumatore, nonché la verifica della solidità finanziaria compiuta dal creditore sulla base delle informazioni fornite dal consumatore. Per quanto riguarda i crediti transfrontalieri, ogni Stato membro deve assicurare che l'accesso alle banche dati sia garantito ai creditori degli altri Stati membri alle stesse condizioni di quelle previste per le imprese e le persone fisiche nazionali.

Inoltre, la relazione stabilisce che il consumatore ha il diritto di adempiere in modo totale o parziale, agli obblighi che gli derivano dal contratto di credito «in ogni momento anteriore alla scadenza del periodo fissato nell'accordo». Secondo i deputati, inoltre, occorre disciplinare le conseguenze giuridiche del recesso del consumatore dal contratto di credito nonché dal contratto di acquisto nel caso in cui i due contratti siano collegati tra loro. Tuttavia, respingono la previsione di una responsabilità solidale generale in quanto ritengono che non avrebbe senso, ad esempio, chiamare una banca a rispondere delle riparazioni ad una merce difettosa. Pertanto, se il consumatore ha receduto in modo valido dall'accettazione di un contratto di credito al consumo, «egli non è più vincolato neppure alla sua accettazione di un contratto relativo alla fornitura di un bene o di un'altra prestazione collegato al predetto contratto di credito». Il consumatore deve anche poter rifiutare di rimborsare il credito se il bene non è stato fornito o il servizio non è stato prestato.

Rafforzare la cooperazione tra le autorità nazionali

Il Parlamento ha adottato in prima lettura della procedura di codecisione la relazione di Evelyne GEBHARDT (PSE, D) in merito alla proposta di regolamento sulla cooperazione fra le autorità nazionali per la tutela dei consumatori, proponendo taluni emendamenti. La proposta dell'Esecutivo stabilisce le condizioni secondo cui le autorità nazionali competenti responsabili dell'esecuzione della normativa che tutela gli interessi dei consumatori debbono essere designate e sono tenute a cooperare tra loro.

I deputati ritengono che ogni Stato membro, oltre a dover designare le autorità competenti e l’ufficio unico di collegamento responsabile del coordinamento e della cooperazione fra le autorità competenti, può designare altre autorità pubbliche per adempiere agli obblighi del regolamento, nonché organismi che hanno un interesse legittimo nella cessazione delle violazioni intracomunitarie. Le autorità competenti debbono inoltre essere dotate, nel rispetto della legislazione nazionale, dei necessari poteri investigativi ed esecutivi che possono essere esercitati solo quando vi sia un ragionevole sospetto che si sia verificata una violazione.

La relazione, poi, inserisce un nuovo articolo secondo cui la Commissione deve realizzare una base dati elettronica in cui memorizza ed elabora le informazioni ricevute riguardo alla violazioni intracomunitarie e a cui possono accedere solo le autorità competenti. Quando un'autorità competente stabilisce che una violazione intracomunitaria da essa notificata si sia successivamente rivelata infondata, essa ritira la notifica e la Commissione cancella senza indugio le relative informazioni dalla base dati. Quando, invece, un'autorità interpellata notifica alla Commissione che un'infrazione intracomunitaria è cessata, i dati memorizzati relativi a tale violazione sono cancellati dopo cinque anni.

Un altro emendamento mira a garantire una migliore protezione dei dati personali, nonché dei segreti professionali e commerciali stabilendo che tutte le informazioni comunicate debbano essere considerate confidenziali se la loro rivelazione mette a repentaglio la protezione della privacy e l'integrità di una persona fisica, gli interessi commerciali di una persona fisica o giuridica, compresi i diritti di proprietà intellettuale, ricorsi al tribunale e consulenza giuridica nonché l'obiettivo di ispezioni o indagini. Ciò vale fatti salvi i casi in cui la divulgazione stessa sia necessaria per ottenere la cessazione o la proibizione di una violazione intracomunitaria.

Infine, la relazione auspica un rafforzamento della cooperazione tra gli Stati membri, modificando la proposta per far sì che gli Stati membri siano autorizzati, in cooperazione con la Commissione, ad espletare attività comuni nella formazione dei funzionari addetti all'esecuzione della tutela dei consumatori ed a sviluppare un quadro comune per la classificazione de reclami dei consumatori.

Per ulteriori informazioni: Tanja Rudolf

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oppure Miriam Orieskova

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Controllo dei bilanci


Mozione di censura su Eurostat

È stata depositata una mozione di censura nei confronti della Commissione, in merito al caso Eurostat. Essa porta la firma di 65 membri, secondo l'articolo 34 regolamento ne occorrono almeno 63. Il Presidente ha immediatamente comunicato la presentazione della mozione, la cui discussione deve avere inizio almeno 24 ore dopo. Essa è stata fissata per mercoledì 21 alle ore 21. Dato che la votazione ha luogo per appello nominale almeno 48 ore dopo dall'inizio della discussione, questa verrà effettuata nel corso della sessione plenaria del mese di maggio.

Discarico del bilancio 2002: critiche agli Stati membri, ma la Commissione è politicamente responsabile

Juan José BAYONA de PEROGORDO (PPE/DE, E)
Relazione sulla concessione del discarico per l'esecuzione del bilancio generale delle Comunità europee per l'esercizio 2002 (Commissione)
Doc.: A5-0200/2004
Procedura: Discarico
Dibattito: 20.04.2004
Votazione: 21.04.2004

Il Parlamento europeo, con 442 voti a favore, 69 contrari e 4 astensioni, ha deciso di concedere il discarico alla Commissione europea per l'esecuzione del bilancio comunitario del 2002. Tuttavia, nella risoluzione di accompagnamento, i deputati sollevano numerosi problemi di controllo finanziario per i quali si impone un miglioramento. In particolare, sono evidenziati i problemi legati ai fondi gestiti dagli Stati membri in merito ai quali è anche sottolineata la responsabilità politica generale dell'Esecutivo.

La risoluzione di Juan José BAYONA DE PEROGORDO (PPE/DE, E), infatti, è molto critica sulla «gestione concorrente» dei crediti comunitari, ovvero su quei fondi che sono decisi dalla Commissione ma il cui pagamento e il cui controllo sono delegati agli Stati membri. Si tratta in particolare delle spese agricole e dei Fondi Strutturali. I deputati, peraltro, osservano che quando non sono scoperte frodi o irregolarità è il bilancio comunitario che ne soffre, non gli Stati membri. Pertanto, essi dovrebbero migliorare i loro rispettivi sistemi di controllo, mentre la Commissione dovrebbe vigilare affinché questi funzionino correttamente. Gli Stati membri e la Commissione, secondo la relazione, dovrebbero lavorare alla definizione di una «strategia uniforme di revisione dei conti» per i programmi soggetti alla gestione congiunta. L'Esecutivo dovrebbe poi dar prova di maggiore severità quando si tratta di avviare e concludere le procedure di infrazione. I deputati, in proposito, chiedono che nel nuovo Collegio dei commissari un membro sia incaricato delle infrazioni, anche in vista dell'ampliamento che aumenterà notevolmente il lavoro di controllo dell'Esecutivo.

Le riforme amministrative annunciate dalla Commissione, secondo i deputati, non hanno prodotto progressi tangibili, malgrado i lodevoli sforzi profusi per istituire una concezione globale in materia di denunce delle anomalie. Tale concezione, osservano, può essere efficace unicamente se i membri del personale ne prendono coscienza. Inoltre, l'applicazione pratica della valutazione dei rischi nel controllo interno non è giudicata soddisfacente. I deputati, in proposito, deplorano la penuria di contabili in seno alla Commissione nonché una troppo frequente rotazione del personale amministrativo. L'Esecutivo, pertanto, dovrebbe agire sulle cause di questo problema ed eliminarle.

La risoluzione, inoltre, segnala che dall'esame dei problemi riscontrati nel caso di Eurostat si desume che «devono esistere salvaguardie contro l'occultamento di informazioni critiche», mentre è messa in risalto «la necessità di rivedere [...] il funzionamento della catena di responsabilità». Ciascun Commissario, secondo i deputati, deve rispondere dei servizi posti sotto la sua autorità e deve fare in modo che gli obiettivi di tali servizi siano raggiunti nel pieno rispetto dei principi di buona gestione finanziaria. D'altra parte, si ribadisce che il Parlamento considera che «sia stato un errore» concentrare le competenze relative alla predisposizione del bilancio e alla contabilità e quelle relative alla lotta alle frodi nelle mani di un solo membro della Commissione, «dal momento che si viene inevitabilmente a creare un conflitto di interessi». Pertanto, si insiste sull'opportunità che tale conflitto di interessi venga evitato in futuro. I deputati, invitano quindi la Commissione ad adottare misure volte a separare la responsabilità dei suoi membri per quanto riguarda il settore del bilancio e quello del controllo dei bilanci. Infine, il Parlamento constata che la presentazione alle autorità giudiziarie da parte dell'OLAF delle irregolarità avvenute in Eurostat «consiglia un'attitudine vigile in vista della possibilità di esigere responsabilità politiche ai commissari interessati, in funzione dell'evoluzione dei processi giudiziari in corso».

In relazione al Servizio finanziario centrale presso la Direzione generale dei bilanci, l'Aula ha adottato un emendamento presentato dal PPE con il quale si ribadisce quanto affermato nella risoluzione sulla relazione annuale 2002 relativa alla lotta contro la frode, in cui constatava che le proposte legislative presentate dalla Commissione «vanno in parte nella direzione giusta, ma che comunque i seguenti punti sono totalmente inaccettabili tanto da poter essere considerati quasi provocatori». In particolare, i deputati, criticano l'intenzione di collegare il Segretariato del comitato di vigilanza dell'OLAF alla Commissione stessa, anziché collegarlo amministrativamente al Segretariato generale del Parlamento europeo, mettendo quindi in discussione «l'indipendenza del comitato di vigilanza». Inoltre, la relazione sottolinea che «anziché rafforzare i diritti di coloro che sono interessati da un'indagine interna, s'intende togliergli la possibilità, finora prevista dal regolamento OLAF, di adire la Corte di giustizia se l'OLAF adotta provvedimenti che arrecano loro pregiudizio, lasciando in tal modo libero il campo agli abusi di potere», perché tali infrazioni verrebbero in futuro sottratte al controllo giudiziario.  

Riguardo alle Risorse Proprie, i deputati ritengono che esistano buoni motivi per modificare il finanziamento del bilancio comunitario e che l'obiettivo deve essere di assicurare da un lato l'indipendenza economica dell'Unione nei confronti dei contributi nazionali sottoposti alle decisioni dei parlamenti nazionali e, dall'altro, il finanziamento di tutte le azioni che dovrà realizzare un'Unione di 25 membri senza con ciò gravare ulteriormente sui contribuenti europei. Inoltre, notando come il bilancio annuale 2002 era pari solamente al 3,4% del totale delle risorse fiscali degli Stati membri, i deputati affermano che «le fantasie di numerosi cittadini sulle dimensioni del bilancio dell'UE non corrispondono assolutamente alla realtà». Essi chiedono poi alla Commissione «di elaborare una relazione sulle possibilità di introdurre una relazione più diretta tra i contribuenti e il bilancio dell'UE», tenuto conto anche dei dubbi relativi all'affidabilità dei dati forniti dagli Stati membri riguardo all'IVA e al PNL.

In materia agricola, le osservazioni riguardano principalmente il sistema delle restituzioni alle esportazioni, giudicato lacunoso, poco trasparente e fonte di irregolarità. In tale ambito, il regime di prefinanziamento è particolarmente criticato e i deputati ne chiedono nuovamente la soppressione. Riguardo al sostegno concesso alle zone svantaggiate, la risoluzione constata che dal 1975 tale regime di aiuti non è stato oggetto di una valutazione globale, pertanto si esige dalla Commissione che presenti una sintetica valutazione entro il 1° maggio 2004. I deputati, sono particolarmente preoccupati dal fatto che spetta agli Stati membri la classificazione delle zone svantaggiate e che, in alcuni di questi, tali zone si siano considerevolmente ampliate con il passare degli anni. In Italia, ad esempio, dal 1975 al 1988 sono passate dal 37,7 al 53,6%.

Riguardo ai Fondi Strutturali, i deputati sottolineano che nel 2002, l'indice di esecuzione dei pagamenti per le azioni strutturali è stato pari a circa il 75%. Inoltre, tutti i vecchi programmi hanno registrato indici di esecuzione ancora più bassi come ad esempio le linee più importanti (obiettivo 1 e 2, iniziative comunitarie) i cui indici si sono attestati al di sotto del 20%. La risoluzione, poi, richiama l'attenzione sui risultati delle verifiche della Corte dei Conti che evidenziano gravi carenze del sistema. In particolare, si nota come gli Stati membri non abbiano fornito, entro la fine del 2002, alle autorità di gestione, alle autorità di pagamento e agli organismi intermedi, orientamenti adeguati per istituire i sistemi di gestione e di controllo necessari relativi alle forme di intervento per i periodo 2000-2006. Inoltre, circa il 15% delle spese complessive di tale periodo è stato effettuato «senza che la Commissione abbia ottenuto una garanzia sufficiente che i sistemi nazionali di supervisione e di controllo funzionino come previsto dalla normativa».

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Discarico del bilancio 2002: via libera con riserve

Gabriele STAUNER (PPE/DE, D)
Relazione sul discarico per l'esecuzione del bilancio generale dell'Unione europea relativa all'esercizio finanziario 2002 - Sezione II - Consiglio; Sezione IV - Corte di giustizia; Sezione V - Corte dei conti; Sezione VI - Comitato Economico e sociale; Sezione VII - Comitato delle regioni; Sezione VIII - Mediatore
Doc.: A5-0228/2004
Procedura: Discarico
Dibattito: 20.04.2004
Votazione: 21.04.2004

Adottando la relazione di Gabriele STAUNER (PPE/DE, D), il Parlamento ha deciso di concedere il discarico al Consiglio, alla Corte di Giustizia, alla Corte dei Conti, al Comitato economico e Sociale, al Comitato delle Regioni (CdR) e al Mediatore per l'esecuzione del bilancio 2002, nonostante diverse riserve riguardanti la Corte di Giustizia, la Corte dei Conti e il Comitato delle Regioni, riservandosi inoltre un'analisi più profonda sulle spese operative del Consiglio per il futuro.

I deputati hanno sottolineato la necessità di un maggiore scambio complessivo di informazioni con il Consiglio in merito alle sue spese di bilancio. Essi hanno accolto positivamente la proposta del Consiglio per un dialogo informale nel corso della procedura di discarico. I parlamentari hanno criticato il fatto che, a differenza dell'anno scorso, il Consiglio abbia rifiutato di rispondere alle domande inviategli dalla commissione parlamentare.

Per quanto concerne la Corte dei Conti e la Corte di Giustizia, l'Aula ha invitato la commissione per i bilanci ad iscrivere in riserva parte degli stanziamenti amministrativi del 2005, laddove non venga data una risposta soddisfacente ai problemi sollevati nella presente risoluzione in merito all'utilizzo non ufficiale di autovetture e al sistema di coefficienti di correzione degli stipendi. I membri della Corte dei Conti e della Corte di Giustizia godono del diritto di veder trasferire i loro salari in un altro Stato membro con l'aggiunta di un coefficiente. Essi possono inoltre utilizzare le vetture di servizio a scopi privati fino a rispettivamente 30.000 e 40.000 chilometri l'anno.

I deputati hanno ricordato che la verifica delle riforme ispirate dal Parlamento dopo il rinvio del discarico per l'anno 2001 sarà effettuata nel corso della procedura per il discarico relativa al 2003. Essi ritengono essenziali una riforma radicale dell'inquadramento e dei metodi di lavoro, nonché il rispetto dell'audit interno. Essi esprimono «grande sorpresa per il modo in cui sono state liquidate le risultanze e le raccomandazioni dell'OLAF, motivo per cui suggerisce che un'autentica riforma può iniziare soltanto riconoscendo i passati errori e le passate debolezze». La risoluzione, inoltre, deplora il trattamento riservato a colui che allora era il controllore finanziario - divenuto ora il revisore interno - e chiede di sapere per quale ragione l'unità di revisione interna non è ancora stata rafforzata. I parlamentari, infine, chiedono al Comitato di adottare le misure necessarie per garantire l'indipendenza totale del revisore interno.

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EUROSTAT: un Commissario per la lotta contro le frodi

Risoluzione comune su Eurostat
Doc.: B5-0218/2004
Procedura: Risoluzione comune
Dibattito: 20.04.2004
Votazione: 22.04.2004

Il Parlamento europeo ha adottato con 271 voti favorevoli, 194 contrari e 7 astensioni, una risoluzione comune su Eurostat con la quale invita la Commissione a presentare entro il 31 luglio 2004 una valutazione scritta «esauriente e completa delle circostanze dello scandalo», che comprenda tutte le relazioni OLAF e illustri in particolare «i motivi della lentezza con cui i Commissari hanno reagito ai segnali di avvertimento, nonché delle carenze del flusso di informazioni in seno alla Commissione».


I deputati, pur riconoscendo la qualità e l'accuratezza del lavoro svolto dal Servizio di audit interno della Commissione e dalla Struttura di audit interno di Eurostat, reputano tuttavia «inaccettabili gli eccessivi ritardi e la resistenza e l'esitazione della Commissione nel trasmettere queste relazioni cruciali al Parlamento». Peraltro, essi ritengono che l'affare Eurostat «abbia rivelato gravi lacune nel sistema di gestione dei controlli interni della Commissione e che la mancanza di risposte convincenti da parte della Commissione pregiudichi la credibilità dell'intero sistema». Inoltre, essi sostengono che l'Esecutivo non abbia colto gli insegnamenti del caso Eurostat e che, contrariamente agli impegni presi ad inizio mandato, «non si sia assunta la proprie responsabilità né a livello collettivo, né a livello individuale».

 

Più in particolare, il Parlamento rileva che le relazioni finora ricevute in merito all'affare Eurostat hanno rivelato che «non è stata fornita una concreta risposta politica a quanto dichiarato pubblicamente dall'OLAF», né da parte del Commissario responsabile per Eurostat, né da parte di quello responsabile per le questioni inerenti al controllo dei bilanci. I deputati, pur riconoscendo che i problemi siano sorti prima del 1999, ritengono che «le azioni per individuarli e porvi rimedio non sono state adottate con sufficiente prontezza dall'attuale Commissione».

 

Il caso di Eurostat, inoltre, ha dimostrato la mancanza di trasparenza e comunicazione tra il personale direttivo di Eurostat e i servizi orizzontali della Commissione, nonché tra Eurostat e il Commissario competente. I deputati, ritengono che l'accaduto dimostri altresì che «non sono stati adeguatamente presi in considerazione sistemi e metodi che consentirebbero ai Commissari stessi di assumersi le proprie responsabilità politiche nella lotta contro la frode e la cattiva gestione». Ricordando ai Commissari che essi sono responsabili per le irregolarità compiute dai funzionari nei servizi di loro competenza, i deputati ritengono che i membri dell'Esecutivo «non possano essere sollevati dalle loro responsabilità a motivo del fatto che non hanno ricevuto informazioni sufficienti».

 

D'altra parte essi si rammaricano dell'assenza di proposte di modifica strutturale delle relazioni tra i Commissari e i Direttori generali e ritengono che sia fondamentale chiarire il ruolo guida dei Commissari nonché la loro responsabilità politica. A tale proposito, osservano che le proposte formulate in merito alla riforma amministrativa, «non sono sufficientemente ambiziose al riguardo». Il Parlamento, invita quindi la Commissione a presentare proposte per modificare il Codice di condotta dei Commissari e cambiare in modo strutturale le loro relazioni con le Direzioni generali, in modo «da dare un senso concreto al concetto di responsabilità politica dei Commissari per i loro servizi». Inoltre, ritiene essenziale che il Presidente della Commissione disponga degli strumenti necessari per garantire l'applicazione delle disposizioni del codice di condotta e che un membro del Collegio debba assumersi la responsabilità per il coordinamento della lotta contro la frode e la cattiva gestione. I Commissari, inoltre, debbano svolgere un ruolo più diretto e proattivo nella supervisione delle attività dei loro servizi e «devono assumersi la responsabilità tanto delle carenze quanto dei successi».

 

In materia di procedure interne, i deputati rammentano che la riforma amministrativa ha rappresentato uno dei principali obiettivi dell'attuale Commissione e che la Commissione si è impegnata ad attuare un programma ambizioso finalizzato ad una maggiore indipendenza, affidabilità, efficienza e trasparenza e ad applicare le norme più rigorose in materia di responsabilità. In tale ambito, essi rilevano che sono stati compiuti numerosi passi necessari e importanti nella giusta direzione ma «sussistono a tutt'oggi potenziali ostacoli alla riforma che vanno eliminati». Peraltro, il Parlamento è del parere che il caso di Eurostat abbia messo in evidenza la necessità di riesaminare il funzionamento della catena delle responsabilità, «onde assicurare che si compiano progressi non soltanto nel settore della gestione finanziaria ma anche in seno alle strutture di governance della Commissione»

 

Sui progressi in seno a Eurostat i deputati prendono atto delle azioni intraprese finora per porre rimedio alla situazione in questo servizio e, in particolare, accolgono con favore «l'accurata revisione di tutti i contratti esistenti con organismi esterni nonché delle sovvenzioni a favore di questi ultimi e l'annullamento di tutti i rinnovi automatici dei contratti», la completa revisione delle relazioni esistenti tra Eurostat e gli istituti nazionali di statistica, la drastica riduzione del numero di pubblicazioni, nonché la politica di internalizzazione. Il Parlamento, comunque, è del parere che, una volta ultimate le indagini dell'OLAF, vada effettuato un audit indipendente sotto il profilo amministrativo e manageriale della nuova struttura di Eurostat.


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Discarico di bilancio 2002: nuove regole per le indennità dei deputati

Michiel van HULTEN (PSE, NL)
Relazione concernente lo scarico sull'esecuzione del bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2002 (Sezione I - Parlamento europeo)
Doc.: A5-0218/2004
Procedura: Discarico
Dibattito: 20.04.2004
Votazione: 21.04.2004

Adottando la relazione di Michiel VAN HULTEN (PSE, NL) con 436 voti a favore, 34 contrari e 48 astensioni, l 'Aula ha deciso di concedere il discarico al Segretario generale del Parlamento per l'esecuzione del bilancio 2002. La risoluzione adottata raccomanda che i gruppi politici siano maggiormente responsabili dei fondi a loro assegnati, che sia riveduto il sistema di indennità dei deputati e che sia introdotto il divieto di fumare nei locali del Parlamento. 

La risoluzione, in particolare deplora che il Consiglio non abbia approvato lo Statuto dei deputati, ma considera che questo fallimento non esonera il Parlamento dalla sua responsabilità riguardo all'utilizzazione trasparente e onesta del bilancio comunitario. Facendo riferimento alle raccomandazioni della Corte dei Conti, ritiene inoltre che non dovrebbero esserci differenze tra le spese di viaggio rimborsate dal Parlamento e le spese effettivamente sostenute dai deputati. A tale proposito, si chiede all'Ufficio di presidenza  (che riunisce il Presidente e i Vicepresidenti e che tratta delle questioni finanziarie, amministrative e di organizzazione interna) e ai questori di rivedere l’intero sistema delle indennità dei deputati e le relative modalità di applicazione e di controllo, «al fine di garantire risorse eque e sufficienti per lo svolgimento della legittima attività parlamentare, sulla base di un sistema trasparente e responsabile e secondo una procedura di pagamento efficiente e non burocratica». Inoltre, i deputati invitano l’Ufficio di presidenza, in mancanza di un accordo su uno Statuto comune dei deputati, ad «approvare tempestivamente una nuova regolamentazione relativa al pagamento delle spese e delle indennità». La nuova regolamentazione dovrebbe entrare in vigore all’inizio della prossima legislatura e dovrebbe prevedere, tra l'altro, il rimborso delle spese di viaggio sulla base dei costi effettivi incorsi.

Il Parlamento, poi, chiede all'Ufficio di presidenza di conformare maggiormente al regolamento finanziario le norme che attualmente guidano la concessione dei fondi destinati a coprire le spese dei gruppi politici. Ogni deroga al regolamento finanziario, peraltro, dovrebbe essere fondata su sani criteri giuridici e pratici. Le autorità politiche, inoltre, dovrebbero maggiormente rendere conto quando prendono delle decisioni che hanno un impatto finanziario significativo.

Infine, è chiesto che, a partire dal 1° maggio 2004, sia vietato fumare negli spazi pubblici dei locali del Parlamento.

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Discarico 2002 per le Agenzie europee

Jan MULDER (ELDR, NL)
Relazione sul discarico all'Agenzia europea per la ricostruzione per l'esercizio finanziario 2002; sul discarico all'Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro per l'esercizio finanziario 2002; sul discarico all'Agenzia europea dell'ambiente per l'esercizio finanziario 2002; sul discarico all'Agenzia europea di valutazione dei medicinali per l'esercizio finanziario; sul discarico al Centro di traduzione degli organismi dell'Unione europea per l'esercizio finanziario 2002; sul discarico al Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale per l'esercizio finanziario 2002; sul discarico ad Eurojust per l'esercizio finanziario 2002; sul discarico alla Fondazione europea per la formazione professionale per l'esercizio finanziario 2002; sul discarico alla Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro per l'esercizio finanziario 2002; sul discarico all'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze per l'esercizio finanziario 2002; sul discarico all'Osservatorio europeo dei fenomeni di razzismo e xenofobia per l'esercizio finanziario 2002
Doc.: A5-0212/2004
Procedura: Discarico
Dibattito: 20.04.2004
Votazione: 21.04.2004

La relazione è stata approvata.

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Discarico 2002 per la CECA

Heide RÜHLE (Verdi/ALE, D)
Relazione sul discarico per l'esecuzione del bilancio della Comunità europea del carbone e dell'acciaio (CECA) relativo all'esercizio chiuso al 23 luglio 2002
Doc.: A5-0201/2004
Procedura: Discarico
Dibattito: 20.04.2004

Votazione: 21.04.2004

La relazione è stata approvata.

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Il Fondo europeo di Sviluppo va iscritto nel bilancio generale

Jonas SJÖSTEDT (GUE/NGL, S)
Relazione sul discarico alla Commissione per quanto concerne l'esecuzione dei bilanci finanziari e conti di gestione del 6°, 7° e 8° Fondo europeo di sviluppo per l'esercizio 2002
Doc.: A5-0183/2004
Procedura: Discarico
Dibattito: 20.04.2004
Votazione: 21.04.2004

La relazione è stata approvata.

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Bilancio


Prospettive finanziarie solo con l'accordo del Parlamento

Terence WYNN (PSE, UK)
Relazione sulla comunicazione della Commissione "Costruire il nostro avvenire comune: Sfide e mezzi finanziari dell'Unione allargata 2007-2013"
Doc.: A5-0268/2004
Procedura: Iniziativa
Dibattito: 20.04.2004
Votazione: 21.04.2004

Adottando la relazione d'iniziativa di Terence WYNN (PSE, UK) sulla comunicazione della Commissione «Costruire il nostro avvenire comune: Sfide e mezzi finanziari dell'Unione allargata 2007-2013», il Parlamento ricorda che «senza un accordo tra il Parlamento europeo e il Consiglio sul pacchetto finanziario non saranno adottate prospettive finanziarie», in quanto il Trattato in vigore non prevede l'obbligo di disporre di prospettive finanziarie, ma prevede unicamente bilanci annuali.

I deputati, peraltro, si dichiarano determinati - «per motivi democratici» - a non prendere decisioni nel corso della presente legislatura, ritenendo che questa Commissione, questo Parlamento e questo Consiglio, ai quali non partecipano ancora i nuovi Stati membri, «dovrebbero limitarsi a fissare, su una base istituzionale equa, orientamenti di massima per le future prospettive finanziarie», incluse le proposte legislative che la nuova Commissione che entrerà in carica nel novembre 2004 dovrà avanzare e sulle quali il nuovo Parlamento eletto e il Consiglio ampliato dovranno deliberare.

La relazione, inoltre, ribadisce la volontà già espressa nella sua relazione alla Convenzione europea e ampiamente fatta propria dal progetto di Costituzione di disporre di un quadro finanziario stabilito per un periodo di 5 anni. In proposito, ritiene essenziale, «per motivi di obbligo di rendiconto e responsabilità democratica», che il calendario sia meglio adeguato ai mandati del Parlamento e della Commissione. Peraltro, i deputati ritengono che il Parlamento non sia vincolato dalla decisione adottata dal Consiglio europeo nell'ottobre 2002 sulle spese agricole fino al 2013 e non vedono «motivo per accettare un periodo di 7 anni per le nuove prospettive finanziarie a causa di tale decisione». A tale proposito, essi ricordano che la decisione sulla spesa agricola mirava alla fissazione di un massimale e non di un importo base.

Sul massimale del reddito nazionale lordo (RNL), i deputati rilevano che i massimali fissati dalla decisione sul sistema delle risorse proprie sono dell'1,31% del RNL per gli stanziamenti d'impegno e dell'1,24% del RNL per gli stanziamenti di pagamento e che, «nell'interesse della trasparenza», la Commissione dovrebbe indicare anche il totale degli stanziamenti d'impegno, che nel 2013 raggiungeranno l'1,27% del RNL, rispetto al massimale delle risorse proprie destinate agli impegni. La relazione, peraltro, «prende atto con stupore» della possibilità di finanziare il fabbisogno di 27 Stati membri salvaguardando l'acquis comunitario e migliorando la coesione, con un massimale medio dell'1,14% di stanziamenti di pagamento, lasciando quindi un margine inutilizzato dello 0,10% a titolo del massimale delle risorse proprie.

Infine, i deputati sottolineano che nel periodo 1996-2002 il bilancio dell'UE (con 15 Stati membri) è aumentato dell'8,2% mentre i bilanci nazionali sono aumentati in media del 22,9%, «il che dimostra il rigore e la parsimonia dei rami dell'autorità di bilancio».

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Bilancio: nuove risorse per i nuovi fabbisogni

Salvador GARRIGA POLLEDO (PPE/DE, E)
Relazione sul bilancio 2005: comunicazione della Commissione sulla strategia politica annuale (SPA)
Doc.: A5-0269/2004
Procedura: Bilancio
Dibattito: 20.04.2004
Votazione: 21.04.2004

Adottando la relazione di Salvador GARRIGA POLLEDO (PPE/DE, E) in merito alla comunicazione della Commissione sulla strategia politica annuale (SPA) per il 2005, il Parlamento plaude a questo strumento volto ad associare i cicli finanziario e legislativo. I deputati, inoltre, sottolineano che, per il 2005, hanno deciso di modificare la tradizionale procedura per stabilire le priorità finanziarie «al fine di rafforzare ulteriormente la loro visibilità politica».

Per quanto riguarda il quadro finanziario, il Parlamento ricorda al Consiglio che i nuovi fabbisogni, «compreso l'Iraq», possono essere finanziati solo con nuove risorse, «altrimenti saranno compromesse le attività essenziali dell'Unione». I deputati, inoltre, sono consapevoli del fatto che, a causa dei vincoli di bilancio supplementari generati dall’adeguamento dei massimali delle rubriche 3, 4 e 5 delle prospettive finanziarie, l’autorità di bilancio potrebbe dover rivedere le priorità enunciate nella strategia politica annuale della Commissione. A tale proposito, essi si aspettano che la Commissione riassegni le risorse finanziarie e umane in linea con le decisioni dell’autorità di bilancio. D'altra parte, essi sono preoccupati per l’aumento del numero di casi in cui i servizi della Commissione non adottano decisioni a causa della rigidità di alcune disposizioni del nuovo regolamento finanziario.

Per quanto riguarda l'agricoltura, i deputati deplorano che il documento sulla SPA trascuri la principale rubrica di spesa dell’Unione. Inoltre, affermano che, in un’Europa allargata, sarà necessario aumentare il sostegno finanziario a favore delle zone rurali e dei seguenti settori: sovvenzioni ai giovani agricoltori, lotta contro le malattie animali, sviluppo di azioni promozionali e commerciali a favore dell’agricoltura nell’Unione europea e nei paesi terzi, nonché il programma comunitario “Latte nelle scuole”. I deputati, poi, chiedono alla Commissione di mantenere il progetto pilota concernente la creazione di etichette di qualità europee.

In materia di azioni strutturali, la relazione ricorda la loro importanza per l’attuazione di un’efficace politica di coesione e la promozione di una crescita sostenibile. Notando il miglioramento dell’esecuzione degli stanziamenti di pagamento a titolo dei Fondi strutturali nel 2003, tuttavia, sottolinea «il volume tuttora elevato degli impegni da liquidare, pari a 60 miliardi di euro», nell’ambito dei Fondi strutturali e del Fondo di coesione.

Sulle politiche interne, i deputati lamentano i pochi progressi realizzati nell’applicazione della strategia di Lisbona e ribadiscono il loro sostegno alle azioni comunitarie a favore delle PMI, in particolare «per promuovere la competitività in un mercato unico pienamente integrato». A tale proposito, essi chiedono l’ulteriore sviluppo e il rafforzamento di strumenti finanziari e di garanzia per le PMI. D'altra parte, i deputati si dicono stupiti che la Commissione, dopo essersi consultata esclusivamente con il Consiglio, abbia ritirato la sua proposta di aumentare di 100 milioni di euro gli stanziamenti TEN destinati alle regioni frontaliere. Il Parlamento, poi, sottolinea la volontà di compiere «ogni sforzo necessario per intensificare la lotta contro il terrorismo» e, auspicando di mantenere e di rafforzare l’attuale progetto pilota concernente l’assistenza alle vittime di atti di terrorismo, plaude alle ultime iniziative della Commissione in tale ambito, quale la proposta di direttiva relativa all’indennizzo delle vittime di crimini.

Per quanto attiene le azioni esterne, la relazione esprime particolare preoccupazione per l’attuale situazione in Iraq e ritiene che sia opportuno sostenere le misure volte «a migliorare la prospettiva di un Iraq libero e democratico, svolte nell'ambito del mandato ONU. Inoltre, definendo «questioni cruciali» le preoccupazioni per la sicurezza e le prossime elezioni in Afghanistan, i deputati mantengono l’impegno a sostenere la ricostruzione e lo sviluppo del paese. Il Parlamento, poi, condivide le critiche formulate dal Consiglio riguardo al modo di agire della Commissione nell’ideazione di una nuova politica di vicinato e «al suo confuso inserimento» nella strategia dell’Unione europea in materia di politica estera ed esprime il suo sostegno a una nuova politica di vicinato che «contribuisca a creare una zona di prosperità e di stabilità a sud e ad est delle attuali frontiere dell’Unione europea». Inoltre, sottolinea che, nel quadro del partenariato tra l’Unione europea e il Mediterraneo, è necessario rafforzare tutte le misure atte a contribuire al pieno sviluppo del processo di Barcellona.

Peraltro, i deputati evidenziano che le priorità esterne dell’Unione non dipendono unicamente dalla prossimità geografica e che gli sforzi strategici di cooperazione e di solidarietà con altre regioni del mondo devono essere mantenuti e rafforzati, in particolare con l’America latina e i paesi ACP. In tale ambito, i progressi verso la messa a punto di una diplomazia europea comune e la creazione di un servizio europeo di azione esterna contribuirebbero direttamente alla realizzazione di tale obiettivo. Essi, infine, intendono analizzare le esigenze future e la presente attuazione della PESC, tenendo conto del forte aumento delle risorse finanziarie accordate a tale settore per il 2004.

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Prestiti della BEI ai Paesi vicini

Reimer BÖGE (PPE/DE, D)
Relazione sulla proposta di decisione del Consiglio che modifica la decisione 2000/24/CE per tenere conto dell'allargamento dell'Unione europea e di una nuova politica in materia di relazioni con i paesi vicini nel quadro dell'Europa ampliata
Doc.: A5-0198/2004
Procedura: Consultazione legislativa
Votazione: 20.04.2004

La relazione è stata approvata.

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Entrate e spese del Parlamento per il 2005

Wilfried KUCKELKORN (PSE, D)
Relazione sullo stato di previsione delle entrate e delle spese del Parlamento per l'esercizio finanziario 2005
Doc.: A5-0236/2004
Procedura: Bilancio
Dibattito: 20.04.2004
Votazione: 22.04.2004

La relazione è stata approvata.

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Bilancio rettificativo n. 6/2004

Jan MULDER (ELDR, NL)
Relazione sul progetto di bilancio rettificativo n. 6/2004 dell'Unione europea per l'esercizio finanziario 2004
Doc.: A5-0259/2004
Procedura: Bilancio
Votazione: 22.04.2004

La relazione è stata approvata.

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