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RESOCONTO

 

13 - 14 ottobre 2004

Bruxelles


Sommario

Codici delle procedure parlamentari, Abbreviazioni

Deputati al Parlamento europeo

Programma di lavoro della Commissione
1999-2004, cinque anni di Commissione Prodi

Diritti dell’uomo
Leyla Zana "onora il Parlamento"

Affari costituzionali
Una strategia di comunicazione per la Costituzione

Giustizia e Affari interni
Cinque anni dopo Tampere, l'avvenire dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia

Relazioni esterne
Il Parlamento sostiene l'integrità territoriale della Georgia

Commercio estero
Sostegno al Sistema delle preferenze generalizzate, ma si avvii un processo di consultazione

Bilancio
Prospettive finanziarie: tre italiani nella commissione temporanea
Garante europeo per la protezione dei dati

Agricoltura
Promozione dei prodotti agricoli più semplice
SAPARD per Bulgaria e Romania

Ordine del giorno 25 - 28 ottobre 2004 Strasburgo


Codici delle procedure parlamentari

 

Serie A

Relazioni e raccomandazioni

Serie B

Risoluzioni e interrogazioni orali

Serie C

Documenti di altre Istituzioni

*

Procedura di consultazione

**I

Procedura di cooperazione, prima lettura

**II

Procedura di cooperazione, seconda lettura

***

Parere conforme

***I

Procedura di codecisione, prima lettura

***II

Procedura di codecisione, seconda lettura

***III

Procedura di codecisione, terza lettura

 Abbreviazioni

 - Gruppi politici: vedere pagina seguente

BE

Belgio

IT

Italia

PL

Polonia

CZ

Repubblica ceca

CY

Cipro

PT

Portogallo

DK

Danimarca

LV

Lettonia

SI

Slovenia

DE

Germania

LT

Lituania

SK

Slovacchia

EE

Estonia

LU

Lussemburgo

FI

Finlandia

EL

Grecia

HU

Ungheria

SE

Svezia

ES

Spagna

MT

Malta

UK

Regno Unito

FR

Francia

NL

Olanda

 

 

IE

Irlanda

AT

Austria

 

 


 

Deputati al Parlamento europeo

 Situazione al 14.10.2004

X

PPE/DE

PSE

ALDE/ADLE

Verdi/ALE

GUE/NGL

IND/DEM

UEN

NI

Totale

BE

6

7

6

2

X

X

X

3

24

CZ

14

2

X

X

6

1

X

1

24

DK

1

5

4

1

1

1

1

X

14

DE

49

23

7

13

7

X

X

X

99

EE

1

3

2

X

X

XX

X

X

6

EL

11

8

X

X

4

1

X

X

24

ES

24

24

2

3

1

X

X

X

54

FR

17

31

11

6

3

3

X

6*

77*

IE

5

1

1

X

1

1

4

X

13

IT

24

16

12

2

7

4

9

4

78

CY

3

X

1

X

2

X

X

X

6

LV

3

X

1

1

X

X

4

X

9

LT

2

2

7

X

X

X

2

X

13

LU

3

1

1

1

X

X

X

X

6

HU

13

9

2

X

X

X

X

X

24

MT

2

3

X

X

X

X

X

X

5

NL

7

7

5

4

2

2

X

X

27

AT

6

7

X

2

X

X

X

3

18

PL

19

8

4

X

X

10

7

6

54

PT

9

12

X

X

3

X

X

X

24

SI

4

1

2

X

X

X

X

X

7

SK

8

3

X

X

X

X

X

3

14

FI

4

3

5

1

1

X

X

X

14

SE

5

5

3

1

2

3

X

X

19

UK

28

19

12

5

1

11

X

2

78

Totale

268

200

88

42

41

37

27

28*

731*

 


Deputato uscente
:

Chantal SIMONOT (NI, FR)

Gruppi politici

PPE/DE

Gruppo del Partito popolare europeo (Democratici-cristiani) e dei Democratici europei

PSE

Gruppo socialista al Parlamento europeo

ALDE/ADLE

Gruppo dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa

Verdi/ALE

Gruppo Verde/Alleanza libera europea

GUE/NGL

Gruppo confederale della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica

IND/DEM

Gruppo Indipendenza/Democrazia

UEN

Gruppo "Unione per l'Europa delle nazioni"

NI

Non iscritti

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Programma di lavoro della Commissione


1999-2004, cinque anni di Commissione Prodi

Dichiarazione della Commissione - Bilancio della Commissione Prodi
Dibattito: 13.10.2004
 

Dichiarazione della Commissione

L'ampliamento, la riforma istituzionale e dell'amministrazione della Commissione, il ruolo dell'Europa nel mondo, l'euro e la nuova agenda economica e sociale, le politiche a favore dei cittadini e dei consumatori. Sono questi i principali risultati della Commissione uscente illustrati da Romano PRODI nel suo ultimo discorso innanzi al Parlamento.

Ampliamento

L’unificazione dell’Europa, attraverso l’ampliamento a 10 nuovi paesi e la definizione di un chiaro calendario agli altri paesi candidati, nonché la concreta prospettiva di piena integrazione a tutti i paesi dei Balcani, secondo il Presidente della Commissione, «rappresentano il più grande contributo che l’Unione potesse dare alla stabilizzazione e alla crescita politica, economica e culturale dell’intero continente». Per vincere la sfida dell’amplimaento, ha aggiunto, si doveva trovare un giusto equilibrio, «abbiamo perciò accompagnato e sostenuto con forza i processi di riforma in corso nell’Europa centrale e orientale e, allo stesso tempo, ci siamo fatti carico delle preoccupazioni espresse dagli europei, legate ai costi dell’allargamento, ai movimenti delle popolazioni, ai rischi ambientali, alla sicurezza nucleare, alla corruzione». Così facendo, ha continuato, «abbiamo dimostrato che il negoziato e il dialogo (...) sono l’unico modo democratico di esportare democrazia e stabilità».

Riforma istituzionale e Trattato Costituzionale

L'ambizione dell'ampliamento, ha poi detto Prodi, «imponeva di affrontare con altrettanta ambizione il tema della revisione dell'assetto istituzionale», per questo, ha aggiunto, «abbiamo spinto per una riforma all’altezza dei bisogni di governo di un’Europa a 25 e più Stati membri». Grazie agli sforzi congiunti del Parlamento e della Commissione, ha sottolineato, «il metodo della Convenzione si è finalmente affermato come una realtà, che apporta più democrazia e più trasparenza in Europa».

Notando poi come in questo periodo si siano scontrate due visioni dell’Europa «un’Europa forte, politica, all’altezza delle sfide globali che abbiamo innanzi, e un’altra debole, intesa come semplice spazio di prosperità, di stabilità  e di regolamentazione», il Presidente ha evidenziato come non vi siano stati «gruppi di paesi che hanno coerentemente spinto per una maggiore integrazione». La Commissione, ha aggiunto Prodi, ha sempre lottato per rendere l'Unione più forte, più democratica e più efficace, presentando anche proposte «molto innovative» come quella sul ministro degli affari esteri dell’Unione.

Citando la prossima firma del trattato Costituzionale, a Roma il 29 ottobre, il Presidente ha affermato che ciò «rappresenta senza dubbio la realizzazione di un grande evento per l’Europa, portando più democrazia, più semplicità e più trasparenza, anche se presenta altri aspetti meno soddisfacenti», come i casi in cui rimane il voto all’unanimità. Si tratta di un'opera alla quale «noi e soprattutto voi onorevoli parlamentari, abbiamo apportato un contributo fondamentale», ha concluso.

La riforma della Commissione

Dopo aver ricordato come, nel 1999, la credibilità e l'autorevolezza della Commissione fossero «ridotte ai minimi termini» e come fosse quindi «necessario rilanciare la sua immagine», il Presidente ha affermato che l'allargamento, la riforma istituzionale, la politica per la crescita e per la pace, non sarebbero stati possibili se «non avessimo ridato ordine, forza, prestigio e orgoglio alla Commissione europea».  Ma la riforma, ha spiegato citando l'esempio del sistema di rotazione dei Direttori generali, «conteneva soprattutto forti messaggi politici e mirava a far recuperare legittimità, indipendenza ed efficienza alla Commissione». Egli ha poi aggiunto che più di ogni altro elemento, è la collegialità che ha caratterizzato la sua Commissione e di ciò si è detto «particolarmente fiero». Infine si è detto sicuro che la Commissione «potrà divenire ancora più forte sotto la presidenza di José Manuel Barroso», a cui ha poi augurato «ogni successo».

Il ruolo dell'Unione nel mondo

L'unificazione continentale, ha affermato Prodi, «rappresenta una grande occasione per estendere la stabilità e la prosperità dell’Unione in tutta la regione che la circonda». L'attuale Commissione ha proposto una nuova visione delle frontiere dell’Unione, ha spiegato, «attraverso una politica di vicinato, volta a realizzare una vera e propria relazione speciale con tutto l’arco di paesi che va dalla Russia al Marocco». Inoltre, la stessa Costituzione europea, ha aggiunto, prende atto della necessità di stabilire un rapporto nuovo tra l’Unione e i paesi vicini.

Sostenendo che quello che alcuni chiamano «scontro di civiltà» è in realtà uno «scontro tra ignoranze», il Presidente ha evidenziato l'impulso «forte» dato dalla sua Commissione a favore del dialogo interculturale e della conoscenza reciproca, in particolare nell’area euromediterranea. A quest'ultimo proposito, egli ha voluto ricordare le critiche cui era stato oggetto al momento della sua apertura alla Libia del Colonnello Gheddafi che, con la revoca delle sanzioni, è sulla via della riammissione nella Comunità internazionale.

Nel ricordare, poi, «la scelta molto chiara a favore del multilateralismo», Prodi ha affermato che gli obiettivi ad ispirare le sue azioni sono stati una maggiore governance mondiale e regionale, un partenariato più stretto con le Nazioni Unite e meno disparità tra Nord e Sud. Dopo aver citato alcuni esempi, Prodi ha quindi sottolineato come la Commissione abbia apportato «un contributo concreto ad una più forte relazione transatlantica». Nonostante qualcuno pensasse che dopo la guerra in Iraq il divario tra i due continenti fosse incolmabile, egli si è detto convinto che «nei settori in cui l’Europa esiste veramente, in cui non è paralizzata dal veto nazionale, si possano raggiungere risultati importanti assieme a Washington». In tale ambito, ha spiegato, «abbiamo lavorato duramente, e con efficacia, con i partner americani su questioni concrete di grande importanza, sia nel settore della sicurezza e della lotta contro il terrorismo che in alcune aree del mondo, come ad esempio i Balcani». Il Presidente ha quindi concluso affermando che «in questo mondo difficile, spesso tragico, l’Europa è stata l’unica capace di esportare democrazia».

L’euro e la nuova agenda economica e sociale

In campo economico, secondo Prodi, l’euro è stato senza dubbio il protagonista. Sin dall’inizio, ha detto, l’euro è stato interpretato come un grande progetto politico e non solo economico. Perciò, ha proseguito,  per tutta la durata del mandato, «abbiamo insistito sulla necessità di rafforzare la governance economica, poiché é ancora troppo alto il costo della non Europa in questo campo». Egli ha quindi ricordato le proposte per adattare il Patto di Stabilità e di crescita alle nuove esigenze e alla nuova realtà economica europea, nonché il contributo alla Strategia di Lisbona e le varie proposte presentate per raggiungere l’obiettivo di fare dell’Unione l’economia più competitiva e dinamica al mondo entro il 2010. La stessa riforma della politica della concorrenza, ha aggiunto, «rappresenta uno dei nostri contributi più significativi in favore di una più forte competitività». In campo sociale, infine, l'oratore ha ricordato che la “Agenda per la politica sociale” ha costituito il quadro di riferimento per tutta una serie di interventi nel campo dell’occupazione, della protezione sociale, della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, delle pari opportunità e per l’inclusione sociale.

Prodi ha tuttavia deplorato che «molti obiettivi sono stati mancati». Soprattutto, ha detto citando l'esempio del brevetto comunitario, «non abbiamo raggiunto quegli obiettivi per i quali non si poteva ricorrere al metodo comunitario e che erano vincolati dal voto all’unanimità». Egli ha quindi concluso sostenendo che «se gli Stati membri non cambiano i propri comportamenti, la strategia di Lisbona è a rischio».

Le politiche a favore dei cittadini e dei consumatori

Il Presidente della Commissione ha quindi voluto ricordare i «numerosissimi risultati ottenuti e le proposte presentate per realizzare lo spazio di libertà, di sicurezza e di giustizia, per migliorare la protezione dell’ambiente, per i settori  energetico e dei trasporti e per rafforzare la tutela della salute e la protezione dei consumatori»: l’attuazione dell’agenda di Tampere e «lo sforzo compiuto per rispondere alle nuove sfide del terrorismo internazionale dopo gli attentati dell’11 settembre 2001»; la strategia di sviluppo sostenibile di Göteborg, il Summit di Johannesburg e l’azione europea in favore del protocollo di Kyoto; il sistema europeo di navigazione satellitare Galileo o la strategia globale per il «cielo unico europeo»; le pronte reazioni a situazione di necessità, come i naufragi dell’Erika e del Prestige. Egli si è quindi soffermato sull'azione svolta a favore del settore alimentare «in cui era fondamentale ristabilire la fiducia dei consumatori», dopo la crisi della “mucca pazza”: la strategia integrata «dalla fattoria alla tavola», accompagnata da strumenti come l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare e la stessa riforma della politica agricola comune, «volta a rispondere alle nuove sfide, interne e mondiali, mirando ad una strategia più sostenibile e più attenta allo sviluppo rurale».

Le nuove prospettive finanziarie 2007 - 2013

Presentando le proprie proposte sulle prospettive finanziarie come «la nostra visione per l’Unione del dopo-allargamento», Prodi ha affermato che si tratta di un progetto politico «volto a realizzare concretamente una vera cittadinanza europea,  per un’Unione con dimensioni ormai continentali, che deve farsi carico di nuove responsabilità nei confronti dei suoi cittadini, e assumere le proprie responsabilità sulla scena internazionale».

Relazioni Commissione- Parlamento

Ricordando poi come la stipula dell'accordo quadro per l’intera durata della legislatura abbia rafforzato il ruolo politico fra la Commissione e la base della sua legittimità democratica, «che risiede in grande misura nel Parlamento europeo», il Presidente ha sostenuto che ciò rappresenta «un progresso democratico innegabile» al quale tiene molto.

Rilevando, poi, la grande intesa fra il Parlamento europeo e la Commissione in materia legislativa, egli ne ha attribuito il merito alla procedura di codecisione e alle correttezze con cui le tre Istituzioni coinvolte l’hanno gestita. Auspicando quindi che lo sviluppo dei costruttivi rapporti instaurati fra Commissione e Parlamento possano proseguire in futuro, egli ha affermato che «la Commissione uscente (...) ha anche posto le premesse per un rafforzamento ulteriore della democrazia in Europa».

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Intervento del Presidente

Prima di aprire il dibattito, il Presidente José BORREL, a nome del Parlamento, si è congratulato con il Presidente della Commissione per il suo lavoro, sottolineando come sia entrato in carica in un momento critico per la storia dell'Europa e che ha visto «trasformazioni storiche» durante il suo mandato. L'oratore ha ricordato il successo dell'introduzione dell'euro, «che recherà il nome della Commissione Prodi», il maggiore ampliamento della storia d'Europa, una trasformazione strutturale legata a questo Esecutivo, nonché «la partecipazione ricca e intensa» ai lavori della Convenzione per l'Europa. «Lei riparte con le bisacce piene», ha detto il Presidente, che ha ringraziato Prodi per aver sempre collaborato con il Parlamento ed aver sempre ascoltato le richieste dell'Aula, «anche se non sempre ha seguito i nostri consigli». Egli ha affermato che l'impegno europeo del Presidente della Commissione è stato riconosciuto da tutti e lo è ancora di più oggi.

Interventi a nome dei gruppi politici

Hans-Gert POETTERING (PPE/DE, DE) ha aperto il suo intervento affermando che sarebbe stato meglio se il dibattito si fosse tenuto in presenza del Consiglio e di tutti i membri della Commissione. Questa Commissione ha avuto «luci e ombre», ha detto, facendo presente che il Parlamento è sì alleato, ma anche controllore dell'Esecutivo e così continuerà in futuro. Egli ha ricordato l'importanza dell'accordo interistituzionale, che ha rafforzato la democrazia e il parlamentarismo.

L'oratore si è poi riferito all'ampliamento, definito «un grande successo», rallegrandosi per la presenza in Aula di deputati dei dieci nuovi Stati membri. Egli ha ravvisato come il Presidente della Commissione abbia oggi definito intelligente qualcosa che aveva in passato chiamato stupido: i criteri di Maastricht. L'oratore ha riconosciuto il lavoro della Commissione attuale per l'euro, ma ha anche voluto ricordare i meriti dei precedenti commissari responsabili in materia.

«Non sempre siamo stati soddisfatti delle proposte presentate dalla Commissione», ha detto il rappresentante dei popolari, che ha espresso il suo sostegno per «un'Europa competitiva ma non deindustrializzata», che veda un equilibrio tra l'economia e l'ecologia. «La migliore politica sociale è quella di mantenere i posti di lavoro e di crearne di nuovi », ha detto, esprimendo il rammarico per la mancata fissazione di «obiettivi ben concreti» ai fini della realizzazione dell'agenda di Lisbona.

Egli ha manifestato la sua «tristezza» in questo momento di separazione e la sua «estrema stima personale» per il Presidente della Commissione, ma lo ha anche rimproverato di essersi concentrato, nel corso degli ultimi mesi, sulla politica italiana piuttosto che su quella europea. L'oratore lo ha poi ringraziato per il suo operato nel corso di tutto il suo mandato, estendendo il ringraziamento a Loyola de Palacio per il suo spirito di collaborazione. Egli ha infine augurato a tutti i membri dell'Esecutivo «successo anche per il futuro», sottolineando la valutazione estremamente positiva sia del Presidente, sia di tutti i membri della Commissione.

Martin SCHULZ (PSE, DE) ha innanzitutto voluto ringraziare i Presidente Prodi per tutto il lavoro svolto negli ultimi cinque anni «per l'Europa». Malgrado la situazione difficile che esisteva all'inizio del mandato, alcune delle sue azioni, secondo l'oratore, sono state delle «pietre miliari». C'era tensione tra il Parlamento e la Commissione, ha ricordato, ma Prodi è riuscito a ridare equilibrio, ha messo in chiaro il suo rispetto per il Parlamento e «per tutti i popoli europei». Il suo successore, ha continuato, sarà misurato con lo stesso peso e le stesse misure, «se vuole la fiducia dovrà dimostrarsi allo stesso livello».

Il rappresentante dei socialisti ha voluto ringraziare il Presidente della Commissione per alcune sue affermazioni del passato in cui sosteneva che il ricorso alle armi dev'essere l'ultimo strumento da usare in politica, solo dopo che tutti gli altri strumenti siano stati sperimentati, e che l'unico quadro legittimo d'azione si situa nell'ONU.

Dopo aver elogiato la condotta della Commissione nell'ambito dell'adozione dell'euro, nelle trattative sulla Costituzione e nella gestione dell'allargamento, l'oratore ha affermato che Prodi, quando tornerà in Italia, potrà contare sul sostegno del gruppo socialista.

Graham R. WATSON (ALDE/ADLE, UK) ha espresso il suo sostegno al Presidente della Commissione, sottolineando alcuni aspetti per i quali l'Esecutivo si è distinto: l'agenda di Lisbona, la riforma interna, l'ampliamento, la lotta al terrorismo. Prodi aveva promesso di mettere ordine nella Commissione: «il suo lavoro non è finito, ma è stato coraggiosamente difeso dal commissario Kinnock e la riforma ha oggi solide basi».

L'oratore ha sottolineato lo spirito di collaborazione dell'Esecutivo con il Parlamento e la strada per le riforme economiche tracciata a Lisbona, sulla quale non si è andati avanti abbastanza «non per colpa della Commissione nel definire le regole, ma per colpa degli Stati membri che non le hanno mantenute». Egli ha ricordato il lancio dell'euro, «la più grande operazione logistica in Europa in 60 anni è stata un trionfo pratico e politico». Il rappresentante dell'ALDE ha poi sottolineato il successo dell'allargamento, che ha eliminato «una linea che si estendeva da Trieste fino a Danzica», riconoscendo il lavoro di Prodi e Verheugen.

Egli ha affermato che il Presidente della Commissione ha onorato gli impegni assunti all'inizio del mandato e ha quindi contestato coloro i quali lo hanno accusato di essersi dedicato solo alla politica italiana. L'oratore ha infine paragonato Prodi ad Augusto, che ereditò una Roma di mattoni lasciandola in marmo; allo stesso modo, «la sua Commissione lascia dietro di sé un'Europa più grande, migliore e più saggia: bravo!».

Monica FRASSONI (Verdi/ALE, IT) ha ricordato come, negli ultimi cinque anni, le relazioni del Presidente Prodi con il gruppo dei Verdi abbiano avuto momenti positivi e momenti difficili, aggiungendo tuttavia che, alla luce delle audizioni di queste settimane, teme che molti «rimpiangeranno la sua Commissione, in particolare alcuni dei suoi membri, e questa non è sicuramente una buona notizia né per l'Europa né per noi».

La deputata ha poi riconosciuto che nel corso della riforma dell'Unione europea e dei lavori della Convenzione la Commissione ha saputo tenere «la barra dritta» a favore del rafforzamento e della democratizzazione dell'Unione europea e per il mantenimento stesso di un'Istituzione autonoma e realmente europea. Ricordando poi che la posizione del Presidente sull'Iraq «è stata chiara e da noi condivisa», ha aggiunto che «purtroppo non è servita ad evitare la guerra perché l'Unione europea nel suo complesso rifiuta ancora di parlare con una sola voce e di organizzarsi per parlare con una sola voce sui temi della guerra e della pace».

La rappresentante dei Verdi ha poi dato atto al Presidente di aver saputo resistere alle pressioni di quei governi - definiti «tirchi e miopi» - «che pensano di far camminare l'Europa mantenendo il suo bilancio al di sotto dell'1%» ed ha auspicato che il suo successore sappia resistere allo stesso modo. Riconoscendo poi «l'enorme lavoro» svolto anche in preparazione dei futuri ampliamenti e in particolare alla Turchia, la deputata ha espresso delusione in merito alla mancata soluzione della questione di Cipro, «in merito alla quale noi da tempo avevamo chiesto un'iniziativa più ferma da parte della Commissione, che purtroppo non è venuta».

Dopo aver espresso apprezzamento per la sua leadership sulla questione del protocollo di Kyoto e in generale sui cambiamenti climatici, l'oratrice ha tuttavia evidenziato come al suo gruppo «sarebbe molto piaciuto che la Commissione proponesse un patto di stabilità anche sui cambiamenti climatici, un vero e proprio piano, con cifre chiare e sanzioni». Per quanto riguarda il patto di stabilità, la deputata ha deplorato il fatto che sia mancata un'iniziativa immediata, pur dicendosi sostanzialmente d'accordo e soddisfatta della recente proposta.

Su almeno tre temi, invece, la deputata ha ricordato di essersi trovata, assieme al suo gruppo, su fronti opposti: la revoca della moratoria sugli organismi geneticamente modificati, il poco impegno sul rafforzamento delle energie rinnovabili e il caso del PNR. A quest'ultimo proposito, l'oratrice ha giudicato molto sbagliato da parte della Commissione concentrarsi su una procedura che escludeva il Parlamento dalla partecipazione ad una questione che riguarda molto da vicino i diritti dei cittadini ed ha auspicato «di non dovere più avere a che fare con una Commissione che ritiene che il Parlamento non debba intervenire su simili temi».

Francis WURTZ (GUE/NGL, FR) ha affrontato tre temi: agenda di Lisbona, programma di Tampere, relazioni transatlantiche. Sull'agenda di Lisbona, ha citato le statistiche sull'occupazione, che indicano come «oggi, per la prima volta dopo dieci anni, stiamo distruggendo posti di lavoro più di quanti riusciamo a crearne». Inoltre, pur volendo creare l'economia della conoscenza più dinamica del mondo, l'Esecutivo stesso riconosce un declino generale degli investimenti nella ricerca, istruzione e formazione. Oltre il 17% dei giovani europei di 15 anni non possiedono il minimo di competenze richieste nella lettura, scrittura e calcolo.

In merito alla politica di asilo e immigrazione, l'oratore ha fatto notare come la cosiddetta «Europa fortezza» non sia stata capace di gestire i flussi migratori, «come testimoniano i drammi a ripetizione al largo delle coste siciliane». Anziché smuovere le regole impietose dell'economia mondiale per attaccare alla radice il problema dell'immigrazione, la Commissione lancia dei progetti pilota di istituzione di centri di ritenzione per i rifugiati intercettati sul mare, ha detto.

«Alleati ma non allineati», si diceva all'indomani dell'11 settembre delle relazioni UE-USA, in quanto la solidarietà con il popolo americano non significava accettazione docile delle concezioni dei suoi dirigenti in materia di sicurezza internazionale, ha ricordato il rappresentante della GUE. Egli ha sottolineato come non ci sia mai confronto tra i due alleati in merito alle possibili opzioni da perseguire.

Maciej Marian GIERTYCH (IND/DEM, PL) ha lamentato il fatto che la Commissione uscente sia stata ingiusta nei confronti di alcuni paesi di recente adesione, affermando che, al contrario, nel corso delle precedenti adesioni (Grecia, Portogallo e Irlanda) e in particolare al momento dell'inclusione della Germania dell'Est, erano state assegnate le stesse condizioni dei paesi già membri. Egli si è quindi detto insoddisfatto dei lavori sulla Costituzione che sono sfociati in una soluzione di «Superstato dell'Unione europea» che interviene in campi in cui i singoli Stati potrebbero agire da soli.

«Signor Presidente Prodi, all'inizio del suo mandato avevamo espresso un voto favorevole nella speranza che alcuni nodi cruciali venissero risolti, purtroppo ad oggi ne rimangono ancora molti da sciogliere» ha esordito Cristiana MUSCARDINI (UEN, IT), sottolineando come la Commissione non sia riuscita, insieme al Consiglio, a rendere meno oneroso per i cittadini il passaggio all'euro. Inoltre, la mancata definizione dei criteri relativi al sistema di preferenze generalizzate lascia aperto il problema di un corretto sviluppo e cooperazione tra Europa e paesi più poveri, ha detto.

L'oratrice ha affermato che la stessa Agenzia per la sicurezza alimentare «è rimasta un po' sulla carta», anche per colpa Consiglio, in quanto non è operativa. Ella ha rivolto delle critiche in merito alle politiche sull'immigrazione clandestina, sul traffico degli esseri umani e sulla lotta al terrorismo. La rappresentante dell'UEN ha ricordato di aver richiamato l'attenzione sulla necessità di una regolamentazione del sistema informatico, almeno per i paesi dell'Unione, «ma siamo rimasti inascoltati, con la conseguenza che oggi il terrorismo internazionale è diventato anche terrorismo mass mediatico. Vi sono regole per la stampa televisiva, per la carta stampata, ma non per Internet e questo è un problema aperto».

L'oratrice ha definito questi anni «di grandi e positive novità», citando l'euro, la riunificazione europea e il Trattato costituzionale, ringraziando «la Commissione nel suo complesso e lei signor Presidente per avere lavorato a questi obiettivi, ma purtroppo non si è riusciti a dare all'Europa la svolta richiesta dai cittadini e cioè più sussidiarietà, meno burocrazia e più politica». Ella ha infine denunciato «il duplice ruolo da lei ricoperto, quello di Presidente della Commissione a Bruxelles e di leader del centrosinistra in Italia».

Ryszard CZARNECKI (NI, PL) nel ricordare il suo primo incontro, in veste di Ministro degli esteri, con il Presidente Prodi e l'apertura espressa all'epoca nei confronti del suo paese, ha colto l'occasione per esprimergli i suoi ringraziamenti. Evidenziando come Prodi abbia guidato la Commissione al momento del più grande ampliamento della storia dell'Unione, egli ha affermato che «l'Unione è diventata più europea».

Dibattito

Roberto MUSACCHIO (GUE/NGL, IT), che ha detto al Presidente della Commissione «noi siamo europeisti come lei», gli ha rivolto una domanda: «Come sta la costruzione dell'Europa rispetto alla globalizzazione liberista?» Secondo l'oratore, questa globalizzazione «si mangia i diritti maturati negli Stati sociali del Novecento e costruisce nuove dinamiche globali di ingiustizia e di espropriazione democratica». Egli ha poi criticato la Costituzione per l'Europa, che rappresenta un ritorno all'indietro rispetto a quella italiana, fondata sul lavoro e che ripudia la guerra. Il parlamentare ha concluso dicendo «per noi l'Europa può essere la speranza di un futuro diverso, ma se saprà essere al contrario di quanto è stata fin qui».

Roberta ANGELILLI (UEN, IT) ha voluto evidenziare, in una funzione costruttiva per il futuro, anche «gli obiettivi mancati o non precisamente raggiunti». Innanzitutto, l'introduzione dell'euro, in merito alla quale «la Commissione avrebbe potuto fare di più per sostenere gli Stati membri nella lotta contro il conseguente aumento dei prezzi e nell'aiutare le imprese costrette a fare i conti con un euro troppo forte». Poi, la deputata ha citato i problemi relativi all'allargamento che «sono ben lungi dall'essere risolti», con i nuovi paesi che lamentano di essere discriminati e i vecchi che «dovranno fare i conti con minori finanziamenti disponibili e con una forza lavoro nei paesi dell'allargamento dal costo molto inferiore rispetto alla propria». Infine ha deplorato «l'ancora incompiuta riforma del Patto di stabilità».

La deputata ha quindi concluso sostenendo di aspettare dalla futura Commissione «risposte concrete e veloci anche a questi problemi, accorciando al massimo i tempi dell'euburocrazia» e si è detta dispiaciuta che il Presidente sia stato «troppo protagonista di parte nella politica nazionale italiana».

Secondo Massimo D'ALEMA (PSE, IT) «il bilancio della Commissione Prodi è segnato da grandi progressi e da indiscutibili risultati». Egli ha menzionato la riunificazione dell'Europa, «un grande successo della democrazia e della stabilità» e ha affermato che il bilancio di questo Esecutivo ha il suo elemento politicamente più significativo nella concezione del ruolo della Commissione, «non organo burocratico, ma organo politico, che ha dato impulso e slancio a tutto il processo europeo». L'oratore ha aggiunto che, grazie al dialogo tra Commissione e Parlamento, si è rafforzato proprio quel motore dell'Unione «che in una visione europeista e federalista, quale io condivido», è l'unico che può fare dell'Europa davvero una grande realtà politica sovranazionale. «Questo ha talora potuto dare fastidio a qualche Governo nazionale», ha detto il parlamentare.

Rivolgendosi a Prodi, ha affermato che le sfide che attendono l'Europa «potranno essere vinte soltanto con istituzioni più forti, come tu hai detto». Nel porgere il riconoscimento grato del Parlamento, l'oratore ha ricordato che toccò a lui, cinque anni fa e insieme al Cancelliere Schroeder di proporre nel Consiglio europeo di Berlino il nome di Prodi come Presidente della Commissione, nominando poi anche Mario Monti. Egli ha concluso il suo intervento dicendo «vorrei dire a te Romano e a Mario Monti che c'è un'Italia che si sente onorata per il modo in cui avete saputo rappresentare, nel vostro lavoro europeo, la migliore tradizione europeista e democratica del nostro paese».

Lapo PISTELLI (ALDE/ADLE, IT), citando le guerre in Afganistan e Iraq, l'11 settembre e la strage terrorista di Madrid, ha ricordato come gli ultimi cinque anni siano stati densi di cambiamenti e di eventi talvolta drammatici. Di fronte a queste sfide, ha aggiunto, gli Stati nazionali non sempre hanno risposto con una voce sola, «ma la Commissione da lei guidata ha tenuto fermo il timone in una direzione di un'Europa sempre più grande e sempre più unita». Nessuno infatti può negare, ha proseguito, «che lei abbia raggiunto obiettivi di portata storica, destinati a mutare per sempre l'idea di Europa e il suo ruolo sullo scenario internazionale». Il deputato ha poi affermato che grazie alla sua azione «la Commissione ha ritrovato slancio, rispettabilità ed autorevolezza».

L'unificazione dell'Europa raggiunta con l'adesione di 10 nuovi paesi «ha sanato la ferita di cinquant'anni di divisioni e ha costituito la risposta politica alla fine della guerra fredda». L'introduzione dell'euro e la sua affermazione sui mercati internazionali «hanno aumentato il peso economico dell'Europa nel mondo e costituiscono oggi elementi fondamentali per il rafforzamento del nostro continente nel tempo dell'interdipendenza economica e della globalizzazione». La politica di vicinato «ha permesso la stabilizzazione dei Balcani e dei confini dell'Europa». Il trattato che istituisce la Costituzione europea, «è un passo storico e per noi punto di una nuova partenza verso il traguardo dell'integrazione politica». Questi obiettivi, ha concluso, «non sarebbero stati raggiunti senza la sua leadership, la sua integrità morale e la sua dedizione alla causa dell'Unione europea». Ringraziando il Presidente «per la visione e il coraggio che ha dimostrato in questi cinque anni, gettando le basi per un'Europa più unita al suo interno e protagonista nel mondo», ha quindi riassunto il suo intervento dicendo «mission accomplished».

Marco RIZZO (GUE/NGL, IT) ha parlato di un «filo coerente» nel lavoro del Presidente Prodi e della Commissione: la volontà di costruire un'Europa politica. Secondo l'oratore, essa oggi è più vicina, ma proprio per questo è utile rimarcare quello che ancora manca per avere «la pace come obiettivo, nonché come strumento per risolvere le controversie politiche nel mondo». Secondo il parlamentare, quest'ultima, insieme al multipolarismo, permetterà di battere «lo scontro tra civiltà, frutto della guerra preventiva e del terrorismo».

Egli ha auspicato un'Europa dei diritti sociali e individuali, in cui «il diritto di ognuno sia la ricchezza di tutti». L'oratore ha ringraziato il Presidente della Commissione: siamo e saremo critici su molte questioni, ma siamo e saremo uniti per un'Europa di pace e di progresso, ha detto. Il deputato ha concluso affermando «visti i recenti fatti, siamo sicuri che la dovremo rimpiangere».

Antonio TAJANI (PPE/DE, IT) ha esordito ricordando come, in questi ultimi anni, l'Europa abbia compiuto molti passi in avanti ed abbia raggiunto alcuni importanti obiettivi: la riunificazione con i paesi dell'Est, la nascita dell'euro, la firma della prima Costituzione. Risultati che, secondo l'oratore, sono stati ottenuti grazie all'impegno di tutte le Istituzioni dell'Unione, Commissione, Consiglio e Parlamento. Tuttavia, egli ha voluto sottolineare che «altri obiettivi di competenza della Commissione sono stati disattesi». Innanzitutto, ha spiegato, «sono stati banalizzati gli esercizi di Lisbona» ed ha espresso la frequente delusione in merito ai rapporti di primavera. In secondo luogo, ha proseguito, «c'è stata una carenza di attività propositive e di pianificazione della politica industriale». Poi, riferendosi all'attività legislativa, ha sottolineato che «i programmi annuali non hanno mai superato il 50%». Per quanto riguarda la riforma della Commissione, inoltre, «troppo sono state le scelte paracadutate dall'alto nelle nomine».

Insomma, ha concluso, in questi cinque anni «molte ombre hanno offuscato il buon lavoro svolto da tanti commissari, a cominciare dalla signora Loyola de Palacio». Egli ha poi ricordato al Presidente che «anche noi, suoi avversari politici in Italia, le avevamo dato fiducia in nome di superiori interessi dell'Unione europea e del nostro paese», per dimostrare che «un conto è la polemica nazionale, un altro la guida delle Istituzioni europee». Con grande senso di responsabilità, ha proseguito, non è mai mancato «il nostro sostegno in quest'Aula», mentre il Presidente ha «preferito utilizzare il suo prestigioso incarico per svolgere attività politica in Italia contro il governo e per prendere la guida dell'opposizione». I deputato ha quindi affermato che avrebbe preferito un atteggiamento analogo a quello Jacques Delors «che abbandonò la guida del comune di Clichy prima di assumere la Presidenza della Commissione», facendo capire che «il governo della Commissione non può essere confuso con la partecipazione all'attività politica nazionale».

Alfonso ANDRIA (ALDE/ADLE, IT) ha ricordato che uno degli elementi di valore della Commissione Prodi è stato «la costante attenzione nei confronti degli enti locali, in particolare le regioni, che con Agenda 2000 sono diventate protagoniste della politica di coesione europea». Secondo l'oratore, le periferie hanno apprezzato la politica di dialogo dell'Esecutivo, testimoniata anche dall'appello ai rappresentanti locali «1000 dibattiti per l'Europa», sulla Costituzione, lanciato da Prodi, dall'ex Presidente del Parlamento Cox e dal Presidente del Comitato delle Regioni.

Egli ha citato il Libro bianco sulla governance come strumento per affrontare il deficit democratico e rilanciare il di un concetto di democrazia di prossimità. L'oratore ha sottolineato come le politiche comunitarie abbiano aiutato le regioni più deboli a costituire istituzioni per lo sviluppo e ha ricordato che l'Esecutivo ha introdotto la cultura della programmazione, della valutazione e dell'integrazione degli interventi.


Replica della Commissione

In fase di replica, Romano PRODI ha affermato di aver preso nota delle osservazioni dei deputati in merito allo sviluppo industriale, la necessità della ripresa economica, alla relazione tra sviluppo e ambiente. Egli ha osservato come tutti gli interventi abbiano tenuto presente che «il modello europeo ha qualcosa di diverso. In fondo, abbiamo dato al mondo un insegnamento: si può fare dei progressi con una metodologia che non è quella tradizionale della politica di forza soltanto». Secondo l'oratore, l'Europa considera il mondo come uno in tanti diversi campi, facendo leva sul multilateralismo: è questo il suo straordinario contributo per affrontare la globalizzazione. Quest'ultima «va avanti, il problema è di interpretarla, e solo il metodo europeo ci è riuscito», ha detto il Presidente della Commissione.

Egli ha ricordato che, durante una sua visita al Parlamento romeno, ha scoperto la vera grande definizione dell'Europa: gli fu detto «noi vogliamo entrare in Europa, perché è un'Unione di minoranze in cui nessuno è arbitro degli altri». Questa è una lezione per il mondo, anche se poi ci sono gli insuccessi del quotidiano, ha detto, ricordando che, in un suo viaggio nel Caucaso, la bandiera nazionale veniva tenuta insieme a quella dell'Unione, «senza una ragione alcuna, salvo questo sentimento di essere sicuri vicino ad una grande struttura che non ha desideri coloniali».

La Commissione ha operato in armonia, senza mai litigi tensioni, «non ci siamo mai fatti dispetti a vicenda», ha detto, aggiungendo che «anche noi abbiamo subìto questo spirito europeo di essere un'unione di minoranze nella Commissione, e quindi di assorbire questo insegnamento, che credo sia l'eredità più grande che noi possiamo dare a tutti i cittadini del mondo». Egli ha concluso con i ringraziamenti ai membri del Parlamento per la loro comprensione e anche «per aver tollerato alcune intemperanze e alcune scelte che non avete condiviso, ma di cui avete capito lo spirito».

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Diritti dell’uomo


Leyla Zana «onora il Parlamento»

Seduta solenne - Leyla Zana, vincitrice del premio Sacharov nel 1995
Dibattito: 14.10.2004

Il Presidente BORREL ha aperto la seduta solenne affermando che oggi «è un giorno speciale per il Parlamento» e ha poi aggiunto: «siamo tutti felici del fatto che, alla fine, possiamo sentire la voce di Leyla Zana». Borrell ha poi ricordato che, nel consegnare il Premio Sacharov al marito di Leyla Zana, l'allora Presidente del Parlamento, Klaus HÄNSCH (PSE, DE) aveva espresso l'auspicio e l'impazienza di accoglierla in Aula.

Il Presidente ha poi voluto ricordare i motivi per i quali il Parlamento, nel 1995, le aveva concesso il Premio. Prima donna eletta all'Assemblea nazionale turca, pronunciò un discorso in curdo che invitava turchi e curdi a convivere in modo pacifico. Questa iniziativa le costò una condanna a 15 anni di carcere, assieme ad altri tre deputati. Pronunciando quel discorso, ha proseguito Borrell, Leyla Zana era cosciente delle conseguenze e ha pagato un «prezzo alto in termini di anni e di salute». Rimase decisa nella sue convinzioni, ha notato il Presidente, rifiutando l'offerta di grazia per motivi di salute. La comunità internazionale l'ha appoggiata, il Parlamento europeo aveva condannato la sua incarcerazione definendola una violazione dei principi democratici e, in diverse risoluzioni, ne aveva chiesto la liberazione.

Le sofferenze, ha sottolineato il Presidente, «non sono state vane», ed ha ricordato come la sua lotta abbia contribuito in maniera significativa ai cambiamenti avvenuti in Turchia: «parlare curdo non è più un reato, le trasmissioni radiofoniche e l'insegnamento del curdo sono ora permessi, la legge marziale è stata levata nel Sud-Est del Paese e il conflitto durato 15 anni è praticamente terminato». Nel ricordare come la stessa Leyla Zana abbia affermato che rimangono ancora molte cose da fare, Borrell ha evidenziato come il giorno della sua liberazione, il 9 giugno scorso, ella abbia confermato la volontà di lottare per la pace e la fratellanza tra i popoli turco e curdo, e abbia lanciato un appello per il mantenimento del cessate il fuoco.

In lingua curda, infine, il Presidente ha dichiarato «Sti Leyla Zana, hatenava we yave parlemento e ji bo me seblindi ye», ossia: «Signora Zana, la sua presenza nel nostro Parlamento ci onora».

Leyla ZANA ha pronunciato il suo discorso per metà in lingua turca, per metà in lingua curda, come simbolo di quella fratellanza tra i popoli turco e curdo che lei stessa aveva auspicato nel corso del giuramento davanti al parlamento turco nel 1991. Le prime parole che ella ha pronunciato sono peraltro state in lingua catalana, rivolte al Presidente Borrell, che ringraziato per le parole in lingua curda: «un gesto significativo». Sono stata dietro sbarre fredde e circondata da muri sordi, ho pagato un prezzo, ha detto, «ma la lotta per la libertà, giustizia e l'uguaglianza non ha prezzo».

L'oratrice ha chiarito di non essere affranta, né rancorosa, né indignata per gli anni trascorsi in prigione: «l'ho fatto per la democrazia». Ella ha espresso la sua gratitudine per il Premio Sacharov, nonché per il sostegno ricevuto durante la prigionia. «Di fatto, non avete dato il premio a me, ma al popolo curdo, al popolo turco nostro fratello, alla Turchia, ai difensori della pace, dell'eguaglianza e della fratellanza, ai bambini che hanno perso i loro genitori in guerra, alle donne, agli oppressi». L'oratrice ha espresso il suo dolore per la sofferenza dei bambini e delle loro madri generata dalla guerra che distrugge anche la natura, ha affermato. «La violenza genera più violenza e non porta alla soluzione», ha detto, aggiungendo: «dobbiamo dire no alla violenza e alla guerra, non importa la causa». Non dobbiamo dire «muori e uccidi, ma piuttosto vivi e lascia vivere», ha sottolineato.

Ella ha rivolto «un appello al mio Paese: la Turchia», chiedendo al Governo turco di porre all'ordine del giorno la soluzione democratica al problema curdo: «tutto in natura ha un nome, solo i Curdi non hanno un nome». L'oratrice ha affermato che i Curdi sono a favore di una soluzione pacifica nel rispetto dell'integrità territoriale della Turchia, in quanto rispettano i valori che la simbolizzano. Ma il Governo turco non sembra disponibile nei loro confronti, ha detto. Ella ha proposto come passaggi verso una soluzione il disarmo, il ritorno degli esuli alla vita politica, maggiore libertà di pensiero e di associazione, misure sociali ed economiche per ridurre le disparità regionali, la rimozione degli ostacoli all'uso della propria lingua, una nuova Costituzione che riconosca i diritti dei Curdi.

«La pace all'interno della Turchia significa la pace nel Medio Oriente, la pace in Europa e la pace nel mondo» ed è oggi nelle nostre mani, ha affermato. L'oratrice si è rivolta al mondo e all'Europa: «è tempo che il mondo riconosca i diritti politici, sociali e culturali di una popolazione di oltre 40 milioni», ha detto, senza che ciò sia oggetto di mercanteggiamenti. Ella ha detto che l'Europa e il mondo dovrebbero rimuovere «i muri invisibili che hanno eretto tra loro e i Curdi», agendo piuttosto come un ponte per trovare la soluzione.

Dopo aver rivolto un appello all'opinione pubblica democratica e agli «avvocati della pace», l'oratrice si è rivolta ai Curdi, invitandoli a trovare dapprima la pace tra di loro e a rimanere coesi, «per evitare che gli altri possano forgiare la loro propria varietà di Curdi». Ella ha concluso auspicando un avvenire in cui tutti i popoli possano vivere in pace ed armonia.

Nella replica, il Presidente Borrell ha sottolineato quanto detto da Leyla Zana che definisce la Turchia come il suo Paese nonché il richiamo al riconoscimento de popolo curdo nel rispetto dell'integrità territoriale turca. Per tale motivo, Borrell ha voluto ringraziare l'oratrice anche in lingua turca, «Konushmanez itshen teshekür edrim», ossia «grazie per il suo discorso». Prendendo spunto dalle parole pronunciate da Leyla Zana in materia di identità, poi, il Presidente ha affermato che il processo d'unificazione europea rappresenta «il superamento degli antagonismi» e un esempio di identità comune che completa e arricchisce quella originale.

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Affari costituzionali


Una strategia di comunicazione per la Costituzione

Risoluzione sulle procedure di ratifica del trattato che istituisce una Costituzione per l'Europa e su una strategia di comunicazione per tale trattato
Doc.: B6-0067/2004
Procedura: Risoluzione
Dibattito: 15.09.2004
Votazione: 14.10.2004

Il Parlamento europeo invita il Consiglio a «ricercare un approccio coordinato» per la definizione del calendario delle procedure nazionali di ratifica e invita il Consiglio e la Commissione ad elaborare «un'adeguata strategia in materia di campagna referendaria e di comunicazione». I deputati suggeriscono di mettere in comune le migliori pratiche per quanto riguarda il controllo parlamentare e le campagne referendarie e si dichiarano pronti a contribuire alla strategia di cui sopra.

È il messaggio lanciato dall'Aula, attraverso una risoluzione presentata dal Presidente della commissione per gli affari costituzionali, Jo LEINEN (PSE, DE), a pochi giorni dalla firma del Trattato costituzionale a Roma, il prossimo 29 ottobre. Essa è stata adottata con 449 voti favorevoli e 141 contrari e 36 astensioni. Il Parlamento suggerisce che il processo di ratifica in tutti gli Stati membri sia ultimato entro il giugno 2006. Tenendo presente che l'8 maggio 2005 sarà il 60° anniversario della fine della seconda guerra mondiale in Europa, i deputati suggeriscono di scegliere i giorni dal 5 all'8 maggio 2005 «come periodo adatto per lo svolgimento dei referendum sulla Costituzione o per la ratifica parlamentare previsti negli Stati membri, in quanto detto periodo avrebbe un valore simbolico sia per la pace nel nostro continente che per l'integrazione europea».

L'Aula si impegna a esprimere il suo parere sul progetto di trattato costituzionale «quanto prima possibile dopo la firma dello stesso». In effetti, la relazione di Íñigo MÉNDEZ DE VIGO (PPE/DE, ES) e di Richard CORBETT (PSE, UK) sulla Costituzione dovrebbe essere approvata dalla commissione per gli affari costituzionali il prossimo 30 novembre, per poi essere definitivamente adottata dalla Plenaria il 15 dicembre a Strasburgo. Il Parlamento europeo sarà così la prima assemblea a pronunciarsi in merito al Trattato costituzionale.

Per ulteriori informazioni:

Enrico D'Ambrogio

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 42591

e-mail :             constit-press@europarl.eu.int

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Giustizia e Affari interni


Cinque anni dopo Tampere, l'avvenire dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia

Relazione recante una proposta di raccomandazione del Parlamento europeo destinata al Consiglio e al Consiglio europeo sul futuro dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia nonché sulle condizioni per rafforzarne la legittimità e l'efficacia
Doc.: A6-0010/2004
Procedura: Iniziativa
Dibattito: 13.10.2004
Votazione: 14.10.2004

Il Consiglio europeo del 5 novembre prossimo procederà alla definizione delle priorità dello spazio di libertà, di sicurezza e di giustizia (SLSG) per i prossimi anni, su una scia di continuità con il piano d'azione deciso dal Consiglio europeo di Tampere del 1999. Il Parlamento europeo ha approvato una relazione di Jean-Louis BOURLANGES (ALDE/ADLE, FR) che raccomanda tre grandi priorità per l'SLSG:

  •  rafforzare la legittimità dell'SLSG

  • promuovere le libertà e i diritti fondamentali attraverso le politiche connesse all'SLSG

  • essere credibile sia a livello dell'Unione che della risposta degli Stati membri

L'Aula ritiene che qualsiasi sviluppo futuro dell'SLSG dovrà tenere conto di una serie di circostanze: la minaccia del terrorismo internazionale; l'ampliamento a 10 nuovi Stati membri; l'entrata in vigore del trattato di Nizza, che estende la maggioranza qualificata e la codecisione a talune disposizioni di rilievo della politica in materia di asilo e immigrazione, nonché della cooperazione giudiziaria in materia civile; la nuova Costituzione, che riprende la Carta dei diritti fondamentali, generalizza il ricorso alla codecisione ed estende il controllo della Corte alle misure dell'SLSG.

I deputati dichiarano di aver preso atto «dei considerevoli progressi compiuti, ma anche dei numerosi ritardi accumulati dall'Unione» nella messa in atto dell'SLSG. «La risposta dell'Unione è stata più virtuale che reale» per via della regola dell'unanimità, che rende molto difficili le decisioni vincolanti, nonché «dell'alibi delle competenze sovrane che spesso dissimula riflessi corporativistici». In particolare, si deplora il fatto che «i progressi in materia di asilo e di immigrazione si siano finora concentrati sulla repressione dell'immigrazione clandestina e non siano stati affiancati da uno sforzo sufficiente a favore dell'integrazione degli stranieri in situazione regolare». Tra l'altro, essi chiedono di riconoscere che «i migranti non sono solo una fonte di manodopera temporanea che serve a colmare gli squilibri», ma offrono un apporto a lungo termine alle nostre società.

I parlamentari sottolineano che non è possibile dissociare la realizzazione dell'SLSG da una politica di protezione e di promozione dei diritti fondamentali e di cittadinanza in seno all'Unione, né dissociare il principio del mutuo riconoscimento da un'armonizzazione minima che crei una fiducia reciproca. Essi peraltro si compiacciono con la Presidenza dei Paesi Bassi per il suo impegno ad adottare, al più tardi il 1° aprile 2005, la Decisione che prevede il passaggio alla maggioranza qualificata e alla codecisione di tutte le misure attinenti al titolo IV del Trattato che istituisce la Comunità europea.

Legittimità. L'Aula chiede il passaggio alla procedura di codecisione con il Parlamento, il ricorso alla maggioranza qualificata in seno al Consiglio e l'estensione del controllo della Corte nei settori dell'SLSG. Il principio della trasparenza delle discussioni legislative in seno al Consiglio dovrebbe essere di immediata applicazione. Il Parlamento dovrebbe essere consultato sistematicamente su qualsiasi accordo internazionale dell'Unione concluso in materia di cooperazione giudiziaria, in materia penale e di polizia, nonché su qualsiasi progetto di posizione comune riguardante l'SLSG. Esso dovrebbe essere associato «pienamente e a tempo debito», insieme ai parlamenti nazionali, alla definizione e all'aggiornamento della programmazione legislativa e operativa nell'SLSG.

Libertà e diritti fondamentali. I deputati chiedono di promuovere la conoscenza dei diritti inerenti alla cittadinanza europea di concerto con gli Stati membri, «affinché nessun cittadino europeo si consideri uno straniero in un paese dell'Unione». Essi raccomandano di sistematizzare la formazione in diritto europeo dei giudici, degli avvocati e dei funzionari di polizia incaricati di vigilare sul rispetto dello stato di diritto, «fermo restando che ogni giudice o poliziotto nazionale è altresì giudice o poliziotto europeo». I parlamentari esigono che venga rapidamente istituita l'Agenzia europea per i diritti fondamentali e che la Commissione europea istituisca rapidamente «un Ufficio europeo di assistenza alle vittime del terrorismo».

Credibilità. Gli orientamenti scaturiti dal prossimo Consiglio europeo dovranno prevedere per ogni obiettivo «uno scadenzario credibile, la costituzione di un gruppo per il follow-up (che associ il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali) e la definizione di obiettivi sufficientemente ambiziosi». Tra questi obiettivi dovrebbero figurare: l'impegno a favore di ricerche sistematiche in materia di sicurezza interna dell'Unione; la creazione a livello europeo di un nucleo di disposizioni operative in materia di cooperazione giudiziaria e di polizia; il rafforzamento a livello dell'Unione del ruolo della Commissione relativamente alle attività operative; lo sviluppo di un insieme coerente di reti informatiche; la trasformazione di Europol in Agenzia europea; l'imposizione del controllo democratico del Parlamento alle autorità esecutive dell'Unione che si occupano di raccolta e di trattamento di informazioni riservate.

Per ulteriori informazioni:

Pia Siitonen

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 41498

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Relazioni esterne


Il Parlamento sostiene l'integrità territoriale della Georgia

Risoluzione comune sulla Georgia
Doc.: B6-0073/2004
Procedura: Risoluzione comune
Dibattito: 13.10.2004
Votazione: 14.10.2004

Il Parlamento europeo, adottando una risoluzione comune sulla Georgia, esprime il proprio pieno sostegno alla sovranità e all'integrità territoriale di questo Paese. I deputati richiamano l'attenzione sulla necessità di pervenire a una soluzione dei conflitti in Abkhazia e Ossezia meridionale «attraverso i negoziati e la creazione di fiducia ed esclusivamente con strumenti pacifici». Essi insistono sul fatto che la completa demilitarizzazione della zona di conflitto dell'Ossezia meridionale, con l'eccezione della forza congiunta di mantenimento della pace dell'OSCE, costituisce una «precondizione» per una soluzione pacifica duratura del conflitto nella regione.

L'Aula «disconosce le "elezioni presidenziali" in Abkhazia in quanto illegittime». I parlamentari invitano la Commissione e il Consiglio ad appoggiare un più intenso processo di negoziato sotto l'egida delle Nazioni Unite nel conflitto Georgia-Abkhazia e a coinvolgere pienamente la Federazione russa in questo processo di garanzia della stabilità attraverso negoziati politici. La questione dell'integrità territoriale della Georgia dovrebbe essere inserita all'ordine del giorno del dialogo con la Russia nel quadro dell'accordo di partenariato e cooperazione.

Il Parlamento sollecita la Russia a rispettare gli impegni assunti durante il Vertice OSCE di Istanbul svoltosi nel 1999 sulla riduzione e il ritiro delle forze militari russe dalla Georgia e a sostenere l'impegno della Georgia, espresso dal Presidente Saakashvili in sede ONU, secondo cui non sarebbero entrate truppe straniere una volta effettuato il ritiro dei militari russi.

I deputati si compiacciono infine al riguardo dell'accordo raggiunto sul futuro incontro tra il Primo ministro della Georgia, Zurab Zhvania, e il leader separatista dell'Ossezia meridionale, Eduard Kokoiti e invitano il Consiglio a seguire da vicino gli sviluppi.


Per ulteriori informazioni:

Joëlle Fiss

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 41075

e-mail :             foreign-press@europarl.eu.int

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Commercio estero

Sostegno al Sistema delle preferenze generalizzate, ma si avvii un processo di consultazione

Risoluzione comune sulla comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo e al Comitato economico e sociale europeo "Paesi in via di sviluppo, commercio internazionale e sviluppo sostenibile: Il ruolo del Sistema delle preferenze generalizzate (SPG) della Comunità per il decennio 2006/2015"
Doc.: B6-0072/2004
Procedura: Risoluzione comune
Dibattito: 14.10.2004
Votazione: 14.10.2004

Il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione comune che accoglie con favore gli obiettivi fissati dalla comunicazione della Commissione "Paesi in via di sviluppo, commercio internazionale e sviluppo sostenibile: Il ruolo del Sistema delle preferenze generalizzate (SPG) della Comunità per il decennio 2006/2015. L'Aula sostiene la decisione della Commissione di migliorare l'attuale Sistema delle preferenze generalizzate.

I deputati deplorano tuttavia che questa comunicazione non faccia alcun riferimento ad una completa valutazione preventiva del funzionamento e dell'impatto dell'attuale SPG. Essi invitano la Commissione a fornire agli organi decisionali solidi elementi di informazione, sia sulla necessità di riforma, sia sul potenziale di miglioramento.

L'Aula deplora che la comunicazione della Commissione non sia stata preceduta da un'adeguata consultazione dei soggetti interessati e non giunga a tempo per consentire proficue consultazioni, prima della pubblicazione della proposta concernente il prossimo regolamento. I deputati invitano quindi il Consiglio e la Commissione ad avviare per tempo il processo di consultazione sul primo regolamento di attuazione del nuovo SPG, in modo da consentire un'adeguata partecipazione e consultazione del Parlamento europeo, dei paesi partner e delle altre parti interessate.

Per ulteriori informazioni:

Richard Freedman

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 41448

e-mail :         rfreedman@europarl.eu.int

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Bilancio


Prospettive finanziarie: tre italiani nella commissione temporanea

Proposta della Conferenza dei Presidenti sulla nomina dei membri della commissione temporanea sulle sfide e i mezzi finanziari dell'Unione allargata nel periodo 2007-2013
Votazione: 14.10.2004

Il Parlamento ha adottato la proposta della Conferenza dei Presidenti in merito alla composizione della commissione temporanea sulle sfide e i mezzi finanziari dell'Unione allargata 2007-2013, composta da 50 membri. Nel corso della riunione costitutiva della commissione, che avrà luogo il 14 ottobre pomeriggio, saranno nominati per acclamazione il Presidente, il relatore e i Vicepresidenti.

La decisione di costituire una commissione temporanea «sulle sfide e gli strumenti di bilancio dell'Unione allargata nel periodo 2007-2013» è stata adottata dal Parlamento il 15 settembre scorso. Secondo i termini del mandato adottato dalla Plenaria, sarà compito di questa commissione temporanea presentare al Parlamento una relazione finale sulle prossime prospettive finanziarie, prima che il Consiglio adotti la sua posizione comune su tale questione. La commissione dovrà inoltre «definire le priorità politiche del Parlamento per le future prospettive finanziarie, sia a livello legislativo che in termini di bilancio; proporre, per le future prospettive finanziarie, una struttura in linea con dette priorità; valutare le risorse finanziarie da destinare alla spesa dell'Unione europea nel periodo 2007-2013; proporre una ripartizione indicativa delle risorse tra le varie rubriche delle prospettive finanziarie e all'interno delle stesse, conformemente alle priorità e alla struttura proposte»

Si ricorda che il Parlamento, lo scorso mese di aprile, aveva adottato una relazione di Terence WYNN (PSE, UK) su tale questione. I deputati, in quell'occasione, avevano lanciato un monito al Consiglio: senza l'accordo del Parlamento non ci sarebbero state prospettive finanziarie. Ora, il Parlamento intende coordinare il suo approccio e proporre una posizione dettagliata in vista dei negoziati sul prossimo quadro finanziario dell'Unione.

Di seguito figurano i nominativi dei membri italiani

  •  Paolo CIRINO POMICINO (PPE/DE, IT)

  • Francesco MUSOTTO (PPE/DE, IT)

  • Giovanni PITTELLA (PSE, IT)

Per ulteriori informazioni:

Jean-Yves Loog

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 44652

e-mail :             budg-press@europarl.eu.int

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Garante europeo per la protezione dei dati

 Neena GILL (PSE, UK)
Progetto di bilancio rettificativo n. 9/2004
Doc.: A6-0013/2004
Procedura: Bilancio
Dibattito: 13.10.2004
Votazione: 14.10.2004

Il progetto di bilancio rettificativo n. 9/2004 è stato approvato.

Per ulteriori informazioni:

Jean-Yves Loog

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 44652

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Agricoltura


Promozione dei prodotti agricoli più semplice

Joseph DAUL (PPE/DE, FR)
Relazione sulla proposta di regolamento del Consiglio che modifica il Regolamento (CE) n. 2702/1999 del Consiglio relativo ad azioni di informazione e di promozione dei prodotti agricoli nei paesi terzi e il Regolamento (CE) n. 2826/2000 del Consiglio relativo ad azioni d'informazione e di promozione dei prodotti agricoli sul mercato interno
Doc.: A6-0008/2004
Procedura: Consultazione legislativa
Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 43, paragrafo 1, del Regolamento del Parlamento
Votazione: 14.10.2004

La relazione è stata approvata con 568 voti favorevoli, 17 contrari e 10 astensioni.

Per ulteriori informazioni:

Maria Andrés Marìn

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 44299

e-mail :             agri-press@europarl.eu.int

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SAPARD per Bulgaria e Romania

Joseph DAUL (PPE/DE, FR)

Relazione sulla proposta di regolamento del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 1268/1999 relativo a un sostegno comunitario per misure di preadesione a favore dell'agricoltura e dello sviluppo rurale da attuare nei paesi candidati dell'Europa centrale e orientale nel periodo precedente all'adesione
Doc.: A6-0009/2004
Procedura: Consultazione legislativa
Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 43, par 1, del Regolamento del Parlamento
Votazione: 14.10.2004

La relazione è stata approvata.

Per ulteriori informazioni:

Maria Andrés Marìn

(Bruxelles)       Tel.(32-2) 28 44299

e-mail :             agri-press@europarl.eu.int

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Ordine del giorno 25 - 28 ottobre 2004
Strasburgo

 Lunedì 25 ottobre 2004

 

(17:00 - 20:00)

 

Apertura della sessione e ordine dei lavori

 

Relazione Lipietz - Banca centrale europea (2003)

 

*

Discussione congiunta - Sostegno finanziario alla comunità turco-cipriota
Relazione ...... - Strumento di sostegno finanziario (comunità turco-cipriota)
Relazione Mulder - Progetto di bilancio rettificativo 10 del bilancio generale 2004

Martedì 26 ottobre 2004

(9:00 - 12.00)

 

Votazione sulle richieste di applicazione della procedure d'urgenza (articolo 134 del Regolamento del Parlamento)

 

Dichiarazione di José Manuel Barroso, Presidente designato della Commissione

 (12:00 - 13:00 ) Votazione

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Relazione ..... - Accordo di partenariato e di cooperazione CE/Russia

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Relazione ..... - Accordo di partenariato e di cooperazione CE/Georgia

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Relazione ..... - Accordo di partenariato e di cooperazione CE/Kirghizistan

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Relazione ..... - Accordo di partenariato e di cooperazione CE/Moldova

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Relazione ..... - Accordo di partenariato e di cooperazione CEArmenia

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Relazione ..... - Accordo di partenariato e di cooperazione CE/Kazakistan

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Relazione ..... - Accordo di partenariato e di cooperazione CE/Uzbekistan

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Relazione ..... - Accordo di partenariato e di cooperazione CE/Azerbaigian

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Relazione ..... - Accordo di partenariato e di cooperazione CE/Ucraina

 

Testi di cui sarà stata chiusa la discussione

 (15:00 - 17:30)

 

Discussione congiunta - Procedura di bilancio 2005
Relazione Garriga Polledo - Progetto di bilancio generale 2005 (sezione III)
Relazione Jensen - Progetto di bilancio generale 2005 (sezioni I, II, IV, V, VI, VII, VIII)

 (17:30 - 18:00)

 

Comunicazione della Commissione – Decisioni prese nella riunione odierna

(18:00 - 19:30)

 

Tempo delle interrogazioni alla Commissione

Mercoledì 27 ottobre 2004

(9:00 - 12:00)

 

Dichiarazione del Consiglio e della Commissione - Preparazione del Consiglio europeo (Bruxelles, 5 novembre 2004)

 (12:00 - 13:00) - Votazione

 

Elezione della Commissione europea

 

Testi di cui sarà stata chiusa la discussione

(15:00 - 17:30)

 

Interrogazioni orali - Adesione della Turchia

 

Relazioni iscritte conformemente all'articolo 134 del Regolamento del Parlamento

 (17:30 - 19:00)

 

Tempo delle interrogazioni al Consiglio

Giovedì 28 ottobre 2004

(10:00 - 12:00)

*

Relazione Fazakas - Nomina di un membro della Corte dei conti europea

 (12:00 - 13:00) Votazione

 

Progetto di bilancio generale dell'Unione europea - Esercizio 2005

 

Relazione Garriga Polledo - Progetto di bilancio generale 2005 (sezione III)

 

Relazione Jensen - Progetto di bilancio generale 2005 (altre sezioni)

 

Testi di cui sarà stata chiusa la discussione

 (15:00 - 16:00)

 

Discussioni su casi di violazione dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto (articolo 115 del regolamento del Parlamento)

 

 

 (16:00) (o al termine delle discussioni precedenti) Votazione

 

Proposte di risoluzione concernenti le discussioni su casi di violazione dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto (articolo 115 del regolamento del Parlamento)

 

Testi di cui sarà stata chiusa la discussione

 

L'ordine del giorno può subire modifiche.

 

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