L'AGE informa |
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<<Sommario
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RASSEGNA
25 - 26 maggio 2005
Bruxelles
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Sommario
Codici delle procedure
parlamentari, abbreviazioni
Deputati al Parlamento
europeo
Affari costituzionali
Mozione di censura contro la Commissione
Sanità pubblica e Consumatori
Alimentare: etichette chiare che non ingannano i consumatori
Sì all'aggiunta di vitamine, ma non a frutta e verdura
Giustizia e Affari interni
Norme più severe per combattere il finanziamento del terrorismo
Relazioni esterne
UE-Russia: partnership importante ma occorre garantire la democrazia
Affari economici e
monetari
Rilanciare competitività, produttività, occupazione e crescita
Politica sociale e dell’occupazione
Agenda sociale 2006-2010
Politiche per l'occupazione
Diritti dell’uomo
L'Unione ha il dovere di tutelare i diritti fondamentali
Sicurezza e Difesa
Armi leggere e di piccolo calibro
Affari costituzionali
Nuovo accordo quadro tra Parlamento e Commissione
Dichiarazioni
Avvicendamento di deputati italiani
Interventi di un minuto
Varie
Conti trimestrali non finanziari nel settore istituzionale
Più fondi per la competitività delle PMI
Stipendi base e indennità per il personale Europol
Accordo CE/Cile su alcuni aspetti dei servizi aerei
Finanziamenti comunitari agli studi sulla pesca
Accordo CE/Costa d'Avorio sulla pesca
PAC: semplificata la struttura dei finanziamenti
Sedili e poggiatesta dei veicoli a motore
Cinture di sicurezza e sistema di ritenuta dei veicoli a motore
Ancoraggi delle cinture di sicurezza dei veicoli a motore
Parità uomo-donna: più fondi in attesa di PROGRESS
Sistemi di protezione frontale dei veicoli a motore
Servizio europeo di azione esterna
Lavoratori dei servizi di interoperabilità transfrontaliera
Ordine del giorno 6 - 9
giugno 2005 Strasburgo
|
Codici delle
procedure parlamentari
Serie
A |
Relazioni e raccomandazioni |
Serie
B |
Risoluzioni e interrogazioni orali |
Serie
C |
Documenti di altre Istituzioni |
*
|
Procedura di consultazione |
**I |
Procedura di cooperazione, prima lettura |
**II |
Procedura di cooperazione, seconda lettura |
*** |
Parere
conforme |
***I |
Procedura di codecisione, prima lettura |
***II |
Procedura di codecisione, seconda lettura |
***III |
Procedura di codecisione, terza lettura |
Abbreviazioni
-
Gruppi politici: vedere pagina seguente
BE |
|
IT |
Italia |
PL |
Polonia |
CZ |
|
CY |
Cipro |
PT |
Portogallo |
DK |
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LV |
Lettonia |
SI |
Slovenia |
DE |
Germania |
LT |
Lituania |
SK |
Slovacchia |
EE |
Estonia |
LU |
Lussemburgo |
FI |
Finlandia |
EL |
Grecia |
HU |
Ungheria |
SE |
Svezia |
ES |
Spagna |
MT |
Malta |
UK |
Regno
Unito |
FR |
Francia |
NL |
Olanda |
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|
IE |
Irlanda |
AT |
Austria |
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Deputati al Parlamento europeo
Situazione al 26.05.2005 |
|
PPE/DE |
PSE |
ALDE/ADLE |
Verdi/ALE |
GUE/NGL |
IND/DEM |
UEN |
NI |
Totale |
BE |
6 |
7 |
6 |
2 |
|
|
|
3 |
24 |
CZ |
14 |
2 |
|
|
6 |
1 |
|
1 |
24 |
DK |
1 |
5 |
4 |
1 |
1 |
1 |
1 |
|
14 |
DE |
49 |
23 |
7 |
13 |
7 |
|
|
|
99 |
EE |
1 |
3 |
2 |
|
|
|
|
|
6 |
EL |
11 |
8 |
|
|
4 |
1 |
|
|
24 |
ES |
24 |
24 |
2 |
3 |
1 |
|
|
|
54 |
FR |
17 |
31 |
11 |
6 |
3 |
3 |
|
7 |
78 |
IE |
5 |
1 |
1 |
|
1 |
1 |
4 |
|
13 |
IT |
24 |
15 |
13 |
2 |
7 |
4 |
9 |
4 |
78 |
CY |
3 |
|
1 |
|
2 |
|
|
|
6 |
LV |
3 |
|
1 |
1 |
|
|
4 |
|
9 |
LT |
2 |
2 |
7 |
|
|
|
2 |
|
13 |
LU |
3 |
1 |
1 |
1 |
|
|
|
|
6 |
HU |
13 |
9 |
2 |
|
|
|
|
|
24 |
MT |
2 |
3 |
|
|
|
|
|
|
5 |
NL |
7 |
7 |
5 |
4 |
2 |
2 |
|
|
27 |
AT |
6 |
7 |
|
2 |
|
|
|
3 |
18 |
PL |
19 |
10 |
4 |
|
|
10 |
7 |
4 |
54 |
PT |
9 |
12 |
|
|
3 |
|
|
|
24 |
SI |
4 |
1 |
2 |
|
|
|
|
|
7 |
SK |
8 |
3 |
|
|
|
|
|
3 |
14 |
FI |
4 |
3 |
5 |
1 |
1 |
|
|
|
14 |
SE |
5 |
5 |
3 |
1 |
2 |
3 |
|
|
19 |
UK |
28 |
19 |
12 |
5 |
1 |
10 |
|
3 |
78 |
Totale |
268 |
201 |
89 |
42 |
41 |
36 |
27 |
28 |
732 |
Deputati
uscenti:
Deputati entranti:
Ottaviano DEL TURCO (PSE, IT)
(2.5.2005) Vincenzo LAVARRA (PSE, IT)
(24.5.2005)
Theresa VILLIERS (PPE/DE, UK) (11.5.2005 Syed
Salah KAMALL (PPE/DE, UK) (12.5.2005)
Christopher HUHNE (ALDE/ADLE, UK) (11.5.2005) Sharon
Margaret BOWLES (ALDE/ADLE, UK)
(12.5.2005)
Mercedes BRESSO (PSE, IT) (25.5.2005)
Giovanni RIVERA (ALDE/ADLE, IT) (25.5.2005)
Gruppi politici
PPE/DE |
Gruppo del Partito popolare europeo (Democratici-cristiani)
e dei Democratici europei |
PSE |
Gruppo socialista al Parlamento europeo |
ALDE/ADLE |
Gruppo dell'Alleanza dei Democratici e dei
Liberali per l'Europa |
Verdi/ALE |
Gruppo Verde/Alleanza libera europea |
GUE/NGL |
Gruppo confederale della Sinistra unitaria
europea/Sinistra verde nordica |
IND/DEM |
Gruppo Indipendenza/Democrazia |
UEN |
Gruppo "Unione per l'Europa delle nazioni" |
NI |
Non iscritti |
top |
AFFARI COSTITUZIONALI |
Mozione di censura contro la Commissione
Mozione di censura contro la Commissione delle Comunità europee
Doc.: B6-0318/2005
Dibattito: 25.05.2005
Votazione: giugno 2005
Dibattito
Nigel FARAGE
(IND/DEM, UK), promotore della mozione di censura, ha ricordato
di non aver ricevuto risposte alle sue domande poste nel mese di
febbraio in merito alle vacanze dei commissari. Tuttavia, grazie a
notizie stampa, si era invece venuti a conoscenza che il Presidente
Barroso era stato ospitato in crociera dal miliardario greco Latsis
mentre il commissario Mandelson era stato ospite del cofondatore
di Microsoft. Non si tratta di accusare i commissari, ha precisato,
«ma chiediamo che si dica la verità». Ignorando le sue
richieste, ha poi aggiunto, il Presidente «si è messo in una
posizione scomoda».
L'oratore ha
quindi accennato alle pressioni che i gruppi politici avrebbero
esercitato sui deputati affinché non sottoscrivessero la mozione o
ritirassero il loro sostegno nel tentativo di impedire che il
Parlamento potesse «fare il suo dovere» ed ha precisato che
tra di essi figurano anche membri del Parlamento favorevoli
all'Europa e alla Costituzione.
Egli ha quindi
ceduto la parola a Roger HELMER (PPE/DE, UK) che gli ha
chiesto se fosse d'accordo sul fatto che quanto tentato dai leader
dei gruppi fosse un «vergognoso affronto alla democrazia e alla
trasparenza» e che «le minacce di gravi conseguenze» da
essi ventilate fossero «inappropriate». Farage, dicendosi
d'accordo, ha aggiunto che i leader dei gruppi hanno adottato
«una tattica prepotente» e «dovrebbero vergognarsi per quello
che hanno fatto».
«La mozione di
censura è ingiustificata e infondata», ha esordito José Manuel BARROSO. Infatti, ha spiegato, non è
la mozione l'unico modo per spiegare quanto avvenuto ed ha ricordato
la sua disponibilità nei confronti del Parlamento europeo «per
una questione di rispetto, di apertura e trasparenza». La
realtà, ha proseguito, è che la maggioranza dei gruppi non ha
ritenuto necessario un dibattito in Aula ritenendo sufficienti le
spiegazioni fornite nella lettera inviata al Presidente Borrell ad
aprile. Egli ha quindi spiegato che le relazioni con Latsis
risalgono a più di vent'anni fa' - «prima che iniziassi la
carriera politica» - non sono soggette a «interessi
commerciali» e che la loro natura non è cambiata da allora.
Pertanto, non è mai stato a conoscenza di un qualunque legame tra
questo e la Commissione tanto da poter avanzare un sospetto di
conflitto d'interessi.
Le affermazioni
dei promotori della mozione in merito agli aiuti di Stato greci
erogati con l'accordo della Commissione, ha poi aggiunto,
«rilevano della malafede» poiché non hanno nessun legame con la
sua personale situazione. In effetti, ha spiegato, il nulla osta a
tali aiuti è stato deciso dal Collegio precedente guidato da Romano
Prodi, su proposta di Mario Monti, il che dimostra come l'iniziativa
della censura «abbia un carattere ingiustificato, illegittimo e
assurdo». Questo divario temporale, ha proseguito, «è stato
omesso dal promotore della mozione di censura», che rappresenta
quindi una «manipolazione deliberata».
Il Presidente
della Commissione ha quindi ricordato che il nuovo Collegio, su sua
iniziativa, ha adottato norme molto severe in materia di conflitti
d'interesse e trasparenza pertanto, la mozione poggia su
«insinuazioni abusive». Il fatto che un commissario abbia
rapporti personali senza nessi con la sua funzione «non può
essere considerato un conflitto d'interesse» perché, ha
spiegato, «la sola conoscenza non è motivo di sospetto». Il
processo politico e legislativo, altrimenti, si fermerebbe.
Il Presidente ha
quindi spiegato che la sua presenza in Aula è motivata dalla volontà
di conoscere la posizione del Parlamento su «questo tipo di
manovre politiche» e non perché considera la mozione come un
attacco personale da parte dell'autore della mozione. Quest'ultimo
ritiene molto strano un invito a passare qualche giorno in barca e,
in effetti, ha esclamato, «non conosco una persona che avrebbe il
coraggio di invitarlo per un solo giorno in barca e capisco quindi
molto bene le sue difficoltà!».
Non è quindi una
questione personale, bensì una questione istituzionale seria perché,
ha spiegato, «si iscrive in una tendenza populista che ricorre
alla manipolazione con la presunta semplificazione di argomenti
importanti e complessi, una tendenza contro l'Europa che stiamo
costruendo». In effetti la mozione si serve di valori essenziali
per la democrazia, come la deontologia e la trasparenza, «con
fini mistificatori e con processi alle intenzioni e cerca di
dissimulare le sue vere intenzioni, ossia rimettere in questione la
credibilità delle istituzioni dell'Unione e l'insieme della sua
opera di integrazione». Cerca, ha proseguito, di sviare
l'attenzione dai dibattiti importanti verso presunti scandali
prefabbricati e questo, ha aggiunto, «oltrepassa la soglia che
separa la democrazia dalla demagogia e non possiamo accettare questo
abuso della democrazia».
I cittadini
europei «non vogliono la politica spettacolo» e la grande
maggioranza dell'Assemblea condivide certamente questo approccio, ha
affermato l'oratore. Le sfide politiche che abbiamo davanti
richiedono grandi sforzi. E' legittimo essere più o meno entusiasti
dell'Europa o degli orientamenti del Parlamento o della Commissione
oppure avere opinioni politiche diverse, ha detto il Presidente,
«ma non è legittimo utilizzare le Istituzioni contro loro stesse».
Inoltre, non è legittimo lanciare insinuazioni prive di fondamento e
avviare processi alle intenzioni «che impediscono un dibattito
costruttivo che consenta all'Europa di rispondere alle attese dei
cittadini».
Ribadendo quindi
l'impegno del suo Collegio a rispettare tutte le regole
deontologiche e di trasparenza, il Presidente ha concluso esortando
il Parlamento «a censurare la mozione di censura, respingendola
massicciamente».
Hans-Gert
POETTERING (PPE/DE, DE), a nome del gruppo, ha affermato di
rispettare il diritto di presentare una mozione di censura e che
l'uso che ne è fatto in questa occasione «lo sminuisce». Egli
ha quindi ricordato che, il 13 maggio scorso, i quattro principali
gruppi del Parlamento, cui si è aggiunto successivamente l'UEN,
hanno definito «ingiustificata e eccessiva» la mozione. Una
mozione, ha aggiunto, «umanamente inaccettabile e politicamente
poco trasparente», che va contro il concetto di integrazione
europea.
Dopo aver
ripercorso la cronologia degli eventi riguardanti la crociera del
Presidente della Commissione, ha quindi affermato che la decisione
degli aiuti di Stato ricadeva sotto la responsabilità del Collegio
precedente e, pertanto, la motivazione alla mozione «crolla come
un castello di carta». I promotori, ha aggiunto, sono solo
interessati ad attaccare le Istituzioni e la loro credibilità al
fine di screditarle e ciò, ha sottolineato, «a pochi giorni dai
referendum» sulla Costituzione.
In merito ai
cinque conservatori britannici appartenenti al suo gruppo che hanno
sottoscritto la mozione, l'oratore ha spiegato che essi non hanno
informato né consultato gli organi del gruppo riguardo alle loro
intenzioni, «mettendosi così al di fuori» di esso. Egli ha
quindi affermato «di non aver mai avuto tanta pazienza come l'ha
avuta con HELMER» che, di fatto, «ha quindi rinunciato alla
sua appartenenza al gruppo».
Ribadendo quindi
la fiducia del suo gruppo al Presidente della Commissione e al suo
Collegio, il leader dei popolari ha quindi concluso affermando che
«non permetteremo a nessuno di intralciare la nostra
determinazione in questo progetto di pace per un'Europa unita».
Martin SCHULZ
(PSE, DE) ha affermato che, sul merito, basta dire che la
decisione di concedere l'aiuto di Stato è stata presa dall'Esecutivo
Prodi e che, pertanto, questa Commissione «non c'entra niente».
Per gli ispiratori della mozione, ha aggiunto, la «sostanza
politica» della loro iniziativa era di «fare spettacolo»,
allo scopo di richiamare l'attenzione di «telecamere e media».
Ricordando di
aver già indicato cosa il suo gruppo si aspetta dalla Commissione e
che, in tale ambito, non esiterà a formulare «critiche
sostanziali» se ciò fosse necessario, l'oratore ha detto di non
condividere la tendenza «a fare della diffamazione una strategia
parlamentare». Egli ha quindi annunciato il voto contrario del
suo gruppo alla mozione.
«Siete ridicoli!»
ha esclamato Graham R. WATSON (ALDE/ADLE, UK) rivolgendosi ai
promotori della mozione. Il loro "J'accuse" non fa di loro degli
Emile Zola, ha aggiunto, e la mozione «non è altro che un'astuzia
per screditare la Commissione europea».
La vera posta in
gioco, ha continuato, non è la trasparenza perché, se così fosse,
«le firme di almeno quattro sovranisti britannici che hanno
rifiutato di pubblicare i loro interessi finanziari su Internet non
figurerebbero in calce alla mozione». I firmatari della
proposta, ha aggiunto, hanno un solo scopo: «screditare il
Presidente della Commissione e l'Unione nel suo insieme» a pochi
giorni dai referendum in Francia e nei Paesi Bassi per «provocare
il massimo imbarazzo per l'Unione prima delle consultazioni
popolari».
Il Presidente
della Commissione, ha proseguito, dev'essere piuttosto perplesso.
Abbiamo iniziato un dibattito sull'ospitalità ed egli ha fornito
tutte le informazioni sulle sue vacanze con un amico di vecchia
data, prima di assumere il suo incarico. Notando poi come esistano
poche industrie in Europa che non ricevono il sostegno di qualche
governo, ha quindi esclamato che se il Presidente non avesse nessun
contatto con gli industriali, «avrebbe altrettanti pochi amici
del Signor Farage!».
Il deputato ha
quindi affermato che il suo gruppo difende la trasparenza in tutti
gli affari europei perché questa rappresenta parte del «contratto
con l'elettorato» e ha ricordato gli accordi siglati tra il
Parlamento e la Commissione, nonché la revisione del codice di
condotta che, forse, «necessita di essere più esplicito sulla
nozione di ospitalità».
Il suo gruppo
difende anche il diritto di ricorrere alla mozione di censura ma, ha
spiegato, questo strumento «deve essere utilizzato con cautela e
i deputati dovrebbero fare attenzione a non farne un uso frivolo che
rischi di discreditarlo». Occorre essere vigili sull'obbligo di
rendiconto dei poteri pubblici ma, ha aggiunto, «dobbiamo anche
lasciare lavorare la Commissione al fine di ravvicinare gli Stati
membri dell'Unione europea». Egli ha quindi concluso affermando
che l'Europa «ha bisogno di costruttori e non di demolitori, di
deputati che guardano avanti e non di quelli che guardano indietro,
di parlamentari che vedono opportunità e non di quelli che intendono
sfruttare le diffcoltà».
Monica
FRASSONI (Verdi/ALE, IT) ha affermato che una vasta maggioranza
del suo gruppo ritiene inopportuna la presentazione di questa
mozione di censura ed esprimerà in giugno un voto contrario.
Inopportuna, ha spiegato, «perché non ci sembrano rilevanti, per
i destini dell'Europa, i rapporti personali del Presidente Barroso
con il dott. Latzis». Dicendosi quindi dispiaciuta che
«questo accanimento su presunte irregolarità da parte della
Commissione in merito a questioni finanziarie faccia sempre
dimenticare che l'80% dei casi di cattiva gestione del denaro
comunitario riguarda gli Stati membri», ha esortato i colleghi a
un «maggiore attivismo» a questo proposito.
Lo strumento
della mozione di censura, ha aggiunto, non aiuta per nulla «la
causa, giusta, di una maggiore trasparenza e responsabilità della
Commissione», e non fa altro che «rafforzare l'opinione di
coloro che, come il sig. Farage, pensano che l'Unione debba
semplicemente essere abolita».
Questo non
significa, ha però precisato, che il giudizio politico sull'operato
della Commissione e del suo Presidente sia cambiato. La deputata ha
espresso «un certo malessere» sul modo in cui si svolge il
dibattito: «in forma solenne sì, ma con tempi e possibilità di
espressione così limitati da apparire come uno show dei favorevoli e
dei contrari a Barroso, offrendo una tribuna esagerata al compagno
Farage e al suo compagno di giochi, Helmer».
La co-presidente
dei Verdi ha voluto quindi cogliere l'occasione per richiamare
l'attenzione del Presidente della Commissione sul fatto che questa
«è soltanto la prima, prevedibile conseguenza della decisione
sbagliata di mantenere la sig.ra Kroes al suo posto» e che «è
evidente che questa situazione offre un'occasione d'oro per
manipolazioni e illazioni oltre, ovviamente, a moltiplicare i
ritardi e complicare la legittimità dei procedimenti in corso».
Inoltre, ha aggiunto, è più che evidente che «soltanto la più
totale trasparenza e una maggiore disponibilità ad accettare da
subito il dibattito possono contribuire ad evitare di cadere in
queste trappole e oggi la Commissione è esposta a problemi di
potenziali conflitti d'interesse che non sono stati recisi alla
radice».
La deputata ha
quindi concluso affermando che «per vincere il dibattito e per
mandare Farage e i suoi ai margini del dibattito politico»,
occorre rilanciare il ruolo dell'Esecutivo come guardiano dei
Trattati e dell'interesse dell'Europa. Attualmente, ha infatti
sottolineato, non v'è nessuna iniziativa positiva da parte della
Commissione in campo ambientale, sociale o culturale ed ha quindi
esortato i membri del Collegio ad agire «in modo tale che i
cittadini europei vi possano riconoscere e, con voi, possano
riconoscere tutta la legittimità del piano europeo».
Miguel PORTAS
(GUE/NGL, PT) ha affermato che l'obiettivo della mozione era di
chiarire i conflitti di interessi e per tale motivo alcuni deputati
del suo gruppo hanno aderito all'iniziativa ma, ha aggiunto, se
l'obiettivo è invece di censurare le vacanze del Presidente della
Commissione, il Gruppo si dissocia. Egli ha quindi sostenuto che ciò
che divide il suo gruppo dalla Commissione sono le politiche
liberali da essa promosse e che le relazioni tra il Presidente e il
signor Latsis sono state chiarite e hanno svuotato di significato la
mozione. La cosa importante, ha aggiunto, è ricucire i rapporti con
i cittadini e la trasparenza va valutata con i fatti, non con
processi alle intenzioni e illazioni.
Jens-Peter
BONDE (IND/DEM, DK) ha ricordato di non aver ricevuto risposta
alla sua richiesta della lista di tutti i doni di valore superiore a
100 euro ricevuti dai commissari. Il limite tra il dono e la
corruzione, ha detto è pari a 120 euro. Inoltre, ha espresso
l'auspicio di poter conoscere i nomi dei numerosi esperti che
partecipano ai vari comitati e i diversi atti dell'Esecutivo nella
preparazione della normativa, nonché di controllare le assunzioni
nelle Istituzioni.
Brian CROWLEY
(UEN, IE) ha voluto ringraziare il Presidente della Commissione
per la sua presenza in Aula e ha definito «ridicoli» i
promotori della mozione che impediscono al Parlamento di trattare le
cose veramente importanti. Sono «menzogne e insinuazioni», ha
aggiunto, le accuse relativo al «pericolo» rappresentato
dalla Commissione poiché è noto che ogni decisione vede la
partecipazione di numerosi soggetti. I promotori ricorrono quindi a
un «opportunismo della peggior specie» per contrastare il
progetto europeo.
Hans-Peter
MARTIN (NI, AT) si è detto deluso dall'andamento del dibattito
perché si aspettava delle spiegazioni e, invece, il Presidente della
Commissione è ricorso unicamente alla demagogia, con dichiarazioni
che danno un segnale sbagliato, «di intolleranza». Egli ha
quindi stigmatizzato «l'Europa dei lobbisti e dei suoi amici»
e il danno che questo provoca agli ideali europei e, dichiarandosi
europeista ma non a favore di questa Europa, ha concluso affermando
che «non ci può essere democrazia senza trasparenza».
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SANITÀ PUBBLICA E CONSUMATORI |
Alimentare: etichette chiare che non ingannano i consumatori
Adriana POLI BORTONE (UEN, IT)
Relazione sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del
Consiglio relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute
fornite sui prodotti alimentari
Doc.: A6-0128/2005
Procedura: Codecisione, prima lettura
Dibattito: 25.5.2005
Votazione: 26.5.2005
Con 458 voti
favorevoli, 116 contrari e 15 astensioni, il Parlamento ha adottato
in prima lettura della procedura di codecisione la relazione di
Adriana POLI BORTONE (UEN, IT) sulla proposta di regolamento relativo alle indicazioni
nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti alimentari.
La Plenaria, di
stretta maggioranza, ha accolto la posizione della commissione
parlamentare che non ritiene necessario che dette indicazioni
debbano rispettare specifici profili nutrizionali. Inoltre, precisa
il campo d'applicazione del regolamento escludendo le campagne
promozionali pubbliche, i prodotti venduti sfusi e gli
ortofrutticoli e prevede misure specifiche a favore delle PMI e per
la protezione dei segreti industriali.
La proposta di
regolamento nasce dall'esigenza di armonizzare legislazioni
nazionali divergenti al fine di garantire un elevato livello di
protezione dei consumatori. Essa considera una serie di indicazioni
che figurano comunemente in etichetta - come «light», «povera in
grassi» o «senza zucchero» - e stabilisce le relative soglie il cui
rispetto permette l'uso delle indicazioni stesse. Inoltre, prevedeva
una condizione generale per tutte le indicazioni: l'apposizione in
etichetta dei profili nutrizionali, specialmente riguardo ai
contenuti in grassi, zuccheri e sodio.
D'accordo con la
Commissione, taluni deputati, inclusa la relatrice, avevano
deplorato l'esito del voto in commissione per l'ambiente, la salute
e la protezione dei consumatori, considerando che ai produttori non
dovrebbe essere concesso di vantare particolare vantaggi dei loro
prodotti se nascondono alti contenuti in grassi, zuccheri o sodio,
che sono la causa di diverse complicazioni per la salute, come le
malattie cardiovascolari. Essi hanno pertanto tentato di
reintrodurre tale disposizione (l'articolo 4) senza, tuttavia, avere
successo.
La maggioranza
dei deputati, infatti, ha confermato il voto della commissione
parlamentare temendo che l'apposizione obbligatoria in etichetta dei
profili nutrizionali potesse operare una discriminazione tra i
prodotti classificandoli in «buoni» e «cattivi». Ai loro occhi,
inoltre, non è tanto la composizione del prodotto che conta, quanto
l'uso che ne è fatto e, in particolare, l'equilibrio del regime
alimentare. Durante il dibattito in Aula, tuttavia, il commissario
Markos KYPRIANOU ha affermato di non accettare la
soppressione della disposizione in questione in quanto è da
considerare la pietra angolare di tutto il regolamento.
L'Esecutivo
proponeva inoltre che tutte le indicazioni che vantano i benefici
per la salute dei prodotti fossero soggette a un sistema di
autorizzazione che vedesse implicata l'Autorità europea per la
Sicurezza Alimentare. I deputati, confermando quanto proposto dalla
commissione parlamentare, sostengono invece una più semplice
procedura di notifica, piuttosto che un'autorizzazione vera e
propria. Altrimenti detto, il produttore o l'importatore devono
informare le autorità responsabili al momento di immettere sul
mercato un prodotto che presenta un'indicazione nutrizionale.
Spetterà a queste emettere eventuali obiezioni o pronunciarsi per un
divieto di commercializzazione.
L'Esecutivo
auspicava anche vietare esplicitamente talune indicazioni in materia
di salute ma i deputati sono stati meno restrittivi. A loro parere,
le indicazioni relative al peso (controllo del peso o dell'appetito,
valore energetico, ecc.) e quelle che si riferiscono ai consigli di
professionisti della salute potrebbero essere autorizzate se si
rivelano scientificamente fondate. D'altra parte, introducono il
divieto di apporre indicazioni destinate direttamente ed
esclusivamente ai bambini.
Riguardo al
campo d'applicazione del regolamento, i deputati precisano che esso
si applica alle indicazioni nutrizionali e sulla salute contenute in
comunicazioni commerciali relative agli alimenti nell'etichettatura,
nella presentazione e nella pubblicità dei prodotti alimentari
forniti al consumatore finale.
Inoltre,
accolgono la proposta di applicarlo anche ai prodotti alimentari
destinati a ristoranti, ospedali, scuole e mense. Tuttavia,
puntualizzano che non si applica ai prodotti alimentari che sono
presentati e venduti sfusi , cioè senza imballaggi, e agli
ortofrutticoli.
Essi, poi,
propongono di escludere esplicitamente i «semplici messaggi»
relativi a campagne condotte da autorità pubbliche «volte a
promuovere un'alimentazione sana mediante il consumo di determinati
alimenti», come ad esempio porzioni raccomandate di frutta, verdure
e pesce grasso. Le disposizioni del regolamento, infine, non si
applicano ai marchi commerciali che, con il loro stesso nome,
evocano un'indicazione nutrizionale, a condizione che siano stati
depositati in conformità alla legislazione vigente.
I deputati hanno
anche adottato un emendamento che rafforza la protezione dei dati.
Un produttore che dovesse essere portato a svelare dei segreti di
fabbricazione per soddisfare alle esigenze scientifiche, sarà
pertanto coperto dal diritto di proprietà intellettuale.
Inoltre, le
piccole e medie imprese non dovrebbero risultare penalizzate dal
nuovo sistema e, a tal fine, il Parlamento chiede che siano a loro
destinati aiuti particolari per la preparazione dei dossier.
Background
Light, con meno
grassi, senza zucchero, ricco in calcio, a basso contenuto calorico,
con più fibre, purifica l'organismo, mantiene giovani, riduce il
rischio di malattie cardiovascolari. Sono queste alcune delle
indicazioni che, ogni giorno, possiamo leggere sulle etichette degli
alimenti che consumiamo. Ma che cosa significano? Quanto sono vere e
in che misura possono condizionare le scelte di acquisto? E'
possibile che molte di queste indicazioni, esaltando presunte virtù,
abbiano l'obiettivo di celare altri vizi, ingannando così i
consumatori?
E' partendo da
queste considerazioni che la Commissione, dando seguito al Libro
bianco sulla sicurezza alimentare del 1999, ha presentato una
proposta di regolamento tesa a disciplinare la moltiplicazione delle
indicazioni apposte in etichetta, al fine di raggiungere un livello
elevato di tutela dei consumatori mediante la fornitura volontaria
di ulteriori informazioni che si aggiungano a quelle già
obbligatoriamente previste dalla legislazione UE.
Gli scopi sono
anche di migliorare la libera circolazione delle merci nell’ambito
del mercato interno vista la proliferazione di disposizioni
nazionali a volte divergenti, aumentare la certezza giuridica per
gli operatori economici e garantire una concorrenza leale nel
settore dei prodotti alimentari.
Da ultimo vi è
l'obiettivo di promuovere e tutelare l’innovazione nel settore dei
prodotti alimentari. Le prescrizioni generali relative alla
legislazione alimentare sono contenute nel regolamento 178/2002,
mentre i principi generali sull'etichettatura degli alimenti sono
previsti dalla direttiva 2000/13/CE.
La proposta,
presentata nel luglio 2003, è stata oggetto di intensi dibattiti,
anche al Parlamento. A seguito della presentazione di ben 600
emendamenti, la commissione ambiente decise di rinviare il voto.
Il nuovo
progetto, per il quale erano stati presentati «solo» 350
emendamenti, è stato adottato lo scorso mese di aprile dalla
commissione parlamentare, con 30 voti favorevoli, 15 contrari e 2
astensioni.
Link utili
Proposta della Commissione
Regolamento 178/2002 che stabilisce i principi e i requisiti
generali della legislazione alimentare, istituisce l'Autorità
europea per la sicurezza alimentare (testo consolidato)
Direttiva 2000/13/CE relativa al ravvicinamento delle
legislazioni degli Stati membri concernenti l'etichettatura e la
presentazione dei prodotti alimentari, nonché la relativa pubblicità
(testo consolidato).
Sì all'aggiunta di vitamine, ma non
a frutta e verdura
Karin SCHEELE (PSE, AT)
Relazione sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del
Consiglio sull'aggiunta di vitamine e minerali e di talune altre
sostanze agli alimenti
Doc.: A6-0124/2005
Procedura: Codecisione, prima lettura
Dibattito: 25.5.2005
Votazione: 26.5.2005
Con 516 voti
favorevoli, 69 contrari e 6 astensioni, il Parlamento ha adottato in
prima lettura della procedura di codecisione la relazione di Karin
SCHEELE (PSE, AT) che approva la proposta di regolamento
sull'aggiunta di vitamine e minerali e di talune altre sostanze agli
alimenti introducendo, tuttavia, una serie di emendamenti volti
principalmente a chiarirne le disposizioni.
La proposta, che
mira ad armonizzare le diverse norme esistenti negli Stati membri
per permettere la libera circolazione delle derrate alimentari
«fortificate», stila un elenco delle vitamine, dei minerali e di
altre sostanze che possono essere aggiunte agli alimenti.
L'etichetta dovrà indicare ai consumatori quali nutrienti sono stati
aggiunti agli alimenti. I loro tenori minimi e massimi saranno
fissati sulla base di pareri scientifici.
I deputati, non
modificano nella sostanza l'allegato che elenca più di 100 vitamine
e minerali che possono essere aggiunti agli alimenti e lasciano
integro il divieto di aggiunta di tali sostanze ai prodotti freschi
non trattati, come gli ortofrutticoli, le carni e i pesci, così come
alle bevande contenenti un volume alcolico superiore all'1,2%.
A quest'ultimo
proposito, tuttavia, precisano che tale divieto non si applica a
taluni prodotti tradizionali britannici e irlandesi nonché ai
prodotti commercializzati prima dell'entrata in vigore del
regolamento, «a condizione che non siano fornite indicazioni
nutrizionali o sulla salute».
Contrariamente a
quanto hanno fatto nel caso del regolamento sulle indicazioni
nutrizionali, i deputati non hanno eliminato l'obbligo di
etichettatura ma hanno introdotto talune precisazioni alla proposta
della Commissione. Più in particolare, prevedono l'obbligo per il
produttore di indicare la quantità da esso raccomandata per il
consumo giornaliero e un'avvertenza a non superare tale dose.
D'altra parte,
alla Commissione è chiesto di fissare «rapidamente» le dosi
giornaliere raccomandate per tutte le vitamine e i minerali
considerati nell'allegato del regolamento.
Background
Vitamine e
sostanze minerali possono essere aggiunte alle derrate alimentari
per tre principali ragioni:
-
per sostituire parte dei valori nutrizionali andati persi nel corso
della fabbricazione o dello stoccaggio di un prodotto, come il ferro
aggiunto alla farina;
-
per somigliare maggiormente ai prodotti che i succedanei intendono
sostituire, come le vitamine A e D aggiunte alle margarine per
raggiungere tenori equivalenti a quelli del burro;
-
per rafforzare o arricchire un alimento, come l'apporto di calcio
supplementare in taluni succhi di frutta.
Con il
cambiamento delle abitudini alimentari non è raro il caso che queste
aggiunte rappresentino una parte importante della dose giornaliera
raccomandata per queste sostanze. Ad esempio, si stima che nei paesi
in cui sono aggiunte le vitamine A e D nelle margarine, queste
contribuiscono, rispettivamente, al 20% e al 30% delle dosi
raccomandate.
D'altra parte, se
le vitamine e i minerali contribuiscono ad un'alimentazione sana, il
loro consumo eccessivo può risultare nocivo. Troppa vitamina A, ad
esempio, è sconsigliata alle donne incinte o alle persone che
soffrono di una malattia del fegato.
Link utili
Proposta
della Commissione
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GIUSTIZIA E AFFARI INTERNI |
Norme più severe per combattere il finanziamento del terrorismo
Hartmut NASSAUER (PPE/DE, DE)
Relazione sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del
Consiglio relativa alla prevenzione dell'uso del sistema finanziario
a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose compreso
il finanziamento del terrorismo
Doc.: A6-0137/2005
Procedura: Codecisione, prima lettura
Dibattito: 25.5.2005
Votazione: 26.5.2005
Il Parlamento ha
adottato la relazione di Hartmut NASSAUER (PPE/DE, DE) sulla
proposta di direttiva volta a prevenire l'uso del sistema
finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività
criminose compreso il finanziamento del terrorismo. I deputati, pur
sostenendo la proposta dell'Esecutivo, hanno approvato diversi
emendamenti destinati principalmente a chiarire le responsabilità
dei soggetti che potrebbero essere implicati nel riciclaggio di
denaro sporco o nel finanziamento del terrorismo.
La direttiva
originale del 1991 istituiva un sistema d'allarme teso ad impedire
che determinate transazioni finanziarie potessero servire per
riciclare denaro. Tuttavia, le disposizioni coprivano unicamente i
reati legati al traffico di droga.
La nuova proposta
rende il finanziamento delle attività terroristiche un reato penale,
al pari del riciclaggio, includendolo nel campo d'applicazione della
direttiva. Al riguardo i deputati hanno voluto precisare che il
finanziamento del terrorismo non deve costituire una
sottofattispecie del riciclaggio di denaro, bensì una fattispecie
distinta e, di conseguenza, distinguono i due reati.
D'altra parte,
essi introducono una definizione di «finanziamento del terrorismo»
con la quale si intende «la fornitura o raccolta di fondi, in
qualunque modo, direttamente o indirettamente, con l'intenzione di
utilizzarli, completamente o in parte, per compiere uno dei reati»
indicati agli articoli da 1 a 4 della decisione quadro 2002/475/GAI,
«o sapendo che saranno utilizzati a tal fine».
La direttiva si
applica a banche, enti creditizi e finanziari, revisori dei conti,
contabili esterni, consulenti tributari, notai e ad altri liberi
professionisti nell'esercizio della loro attività professionale.
Inoltre, entrano nel campo d'applicazione anche prestatori di
servizi, intermediari assicurativi, agenti immobiliari, case da
gioco e altre persone fisiche e giuridiche che negoziano beni o
prestano servizi se il pagamento in contanti, superiore a 15.000
euro, è effettuato «con un'operazione unica o con diverse operazioni
apparentemente collegate».
Ai sensi della
direttiva, gli Stati membri dovranno proibire ai loro enti creditizi
e finanziari di tenere conti e libretti di risparmio anonimi o conti
intestati a nomi fittizi. Saranno inoltre richiesti controlli più
severi ove il rischio di riciclaggio di denaro risulta elevato,
ossia quando non vi è stato un incontro personale con il cliente o
quando si tratta di «persone politicamente esposte» come pure «i
loro familiari diretti o coloro con i quali tali persone
intrattengono notoriamente stretti legami».
Gli enti e le
persone che rientrano nel campo di applicazione della direttiva
dovranno inoltre applicare delle procedure di identificazione della
clientela. Se ciò non risulta possibile si dovrà porre fine alla
relazione commerciale e esaminare i conti. I clienti, peraltro, non
dovranno essere a conoscenza che le loro transazioni sono soggette a
inchiesta.
Spetterà agli
Stati membri decidere in quali circostanze un'operazione finanziaria
presenta il rischio elevato di riciclaggio o di finanziamento del
terrorismo. In tali casi, l'istituto finanziario o qualsiasi altro
operatore avrà l'obbligo giuridico di segnalare immediatamente la
transazione «all'unità di informazione finanziaria» dello Stato
membro che tratterà la questione e la trasmetterà alle autorità
competenti. Gli Stati membri saranno tenuti a sanzionare chiunque
non ottemperi a questa norma. L'unica eccezione riguarda i legali
che difendono un cliente soggetto a un procedimento giudiziario.
Un altro
emendamento proposto dai deputati introduce l'obbligo per le
istituzioni finanziarie di non identificare solamente il direttore
della società, del casinò o della fondazione che effettua la
transazione, ma anche le persone («titolari economici») che
possiedono o controllano, direttamente o indirettamente, il 25%
delle azioni o dei diritti di voto di queste entità giuridiche.
Sempre in tema di
identificazione, gli Stati membri dovranno imporre la verifica
dell'identità di ogni cliente di una casa da gioco che acquisti o
venda gettoni da gioco di valore pari o superiore a 2.000 euro (al
posto dei 1.000 proposti dalla Commissione).
Link utili
Proposta
della Commissione
Parere
della Banca centrale europea
Decisione quadro 2002/475/GAI
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RELAZIONI ESTERNE |
UE-Russia: partnership importante ma occorre garantire la democrazia
Cecilia MALMSTRÖM (ALDE/ADLE, SE)
Relazione sulle relazioni UE/Russia
Doc.: A6-0135/2005
Procedura: Iniziativa
Dibattito: 25.5.2005
Votazione: 26.5.2005
Adottando con 488
voti favorevoli, 20 contrari e 63 astensioni la relazione di Cecilia
MALMSTRÖM (ALDE/ADLE, SE), il Parlamento conferma che la
Russia è un partner importante dell'Unione europea in campo
economico e commerciale ma, potenzialmente, può diventarlo anche per
la garanzia della pace, della stabilità e della sicurezza.
Tuttavia, esprime
anche preoccupazione per la situazione dei diritti umani e delle
libertà economica e di espressione nel Paese. D'altra parte, nel
sostenerne l'adesione all'OMC, i deputati chiedono di avviare con la
Russia dei negoziati volti all'istituzione di una zona di libero
scambio. I deputati si pronunciano anche sulla politica estera della
Russia, in particolare, nei confronti dei paesi vicini ora
appartenenti all'Unione europea e quelli della CSI, nonché sulla
situazione in Cecenia.
Un partner
importante
La relazione
riconosce l'importanza della Russia in quanto partner «per una
cooperazione pragmatica», con il quale l'Unione condivide non
soltanto interessi economici e commerciali, ma anche «l'obiettivo di
agire come partner strategici sulla scena internazionale».
I deputati,
infatti, rilevano il «potenziale della Russia quale partner
strategico speciale» per garantire la pace, la stabilità e la
sicurezza, per lottare contro il terrorismo internazionale e
l'estremismo violento, e per affrontare questioni di soft security
quali i rischi ambientali e nucleari, il traffico di stupefacenti,
di armi e di esseri umani, nonché la criminalità organizzata
transfrontaliera nel vicinato europeo, in collaborazione con l'OSCE
e altri forum internazionali.
In tale ottica, i
deputati si attendono che il Consiglio e la Commissione, ma anche la
Russia, sfruttino la spinta impressa dal recente Vertice per
procedere, con misure concrete, ad attuare i piani d'azione e
formulano una serie di raccomandazioni in merito ai quattro spazi
comuni.
Per quanto
riguarda lo spazio economico comune, pur plaudendo alla decisione di
rafforzare la cooperazione in materia ambientale, nei settori delle
telecomunicazioni, dei trasporti e dell'energia, sottolineano che
sono necessari ulteriori progressi sul tema della concorrenza e che
occorre migliorare le condizioni d'investimento, aumentando la
prevedibilità e la certezza dei diritto.
I progressi nello
spazio comune di libertà, sicurezza e giustizia, per i deputati,
devono riguardare «azioni volte a consolidare la democrazia, lo
stato di diritto e l'indipendenza dei mezzi di comunicazione» e non
solo in materia di riammissione e visti. Inoltre, sottolineano che
le consultazioni in materia di diritti umani devono divenire «un
elemento permanente» del partenariato UE-Russia.
Circa lo spazio
comune in materia di sicurezza esterna, il Parlamento si attende
azioni concrete rispetto al rinnovato impegno a risolvere i
«conflitti congelati» nel Caucaso e nella Transdnistria, nonché un
potenziamento del dialogo sulla gestione delle crisi e la sicurezza.
Mentre per lo spazio comune di ricerca, istruzione e cultura, i
deputati accolgono favorevolmente la decisione di aprire un istituto
europeo a Mosca, nel 2006, considerandolo un «passo concreto verso
una maggiore cooperazione in questo settore».
La relazione
sottolinea l'importanza del multilateralismo e della cooperazione
tra l'UE e la Russia a sostegno dell'autorità delle Nazioni Unite e
per coordinare le posizioni sulla riforma di queste ultime, in
particolare per quanto riguarda il Consiglio di sicurezza. Inoltre,
accoglie con favore il sostegno della Russia al Tribunale Penale
Internazionale e al protocollo di Kyoto.
A quest'ultimo
proposito, i deputati plaudono alla ratifica del protocollo da parte
della Duma russa nell'ottobre 2004 e auspicano che gli altri grandi
produttori di CO2 seguano il suo esempio. All'UE e alla Russia è
chiesto inoltre di studiare congiuntamente future strategie volte a
conseguire ulteriori riduzioni delle emissioni di gas ad effetto
serra per il periodo successivo alla scadenza del protocollo nel
2012.
I deputati
evidenziano inoltre la necessità di sviluppare ulteriormente e
attuare una strategia energetica comune per l'Europa «allo scopo di
creare un sistema energetico trasparente e sostenibile» e di
rafforzare la diversificazione regionale degli approvvigionamenti.
L'apertura del
mercato dell'UE alle esportazioni russe di elettricità, tuttavia,
dovrà avvenire a condizione che i pertinenti standard russi in
materia di sicurezza, in particolare per quanto riguarda gli
impianti nucleari e il trattamento e lo smaltimento sicuri delle
scorie nucleari, siano portati a livello di quelli dell'UE, «in modo
da evitare il rischio di dumping ambientale». La Russia è inoltre
invitata a procedere alla disattivazione graduale dei suoi reattori
di prima generazione e ad intensificare gli sforzi tesi a garantire
lo smaltimento sicuro delle scorie nucleari.
I deputati
sottolineano che la cooperazione internazionale nella lotta contro
il terrorismo deve diventare più efficace e «che le opinioni
divergenti sulle cause profonde del terrorismo e su chi andrebbe
considerato un terrorista ostacolano tale cooperazione». Inoltre,
ribadiscono che questa lotta «non può essere condotta a spese dei
diritti umani e delle libertà civili». D'altra parte, rilevano che
la lotta al terrorismo ha portato le questioni della proliferazione
delle armi di distruzione di massa e della sicurezza dell'arsenale
nucleare «in cima alla lista delle preoccupazioni in materia di
sicurezza globale».
In proposito, la
Russia è invitata a lavorare su non proliferazione e disarmo in
maniera globale e ad agire, in particolare, «rinunciando a
sviluppare nuovi tipi di armi nucleari» nonché provvedendo allo
smaltimento sicuro dei rifiuti nucleari e allo smantellamento
continuo e controllato del suo arsenale nucleare. Commissione e
Consiglio sono invece esortati ad offrire alla Russia un'assistenza
tecnica e materiale sostanziale per aiutarla in tale opera di
smantellamento.
Relazioni
economiche, OMC e zona di libero scambio
Nel sostenere
l'ambizione del Paese di aderire all'Organizzazione Mondiale del
Commercio (OMC), i deputati ravvisano un interesse comune
«nell'incoraggiare la Russia a diventare un partner caratterizzato
da un'economia aperta, dinamica e diversificata», ma sottolineano la
necessità di rafforzare l'indipendenza e la trasparenza del sistema
giudiziario, «allo scopo di creare un clima migliore per gli
investimenti». D'altra parte, essi rilevano che l'ingresso nell'OMC
invierà un segnale importante agli investitori stranieri,
«contribuendo in tal modo a rafforzare e diversificare le relazioni
commerciali».
La Commissione è
quindi invitata a proseguire e ad intensificare il dialogo con le
autorità russe su questioni di cooperazione commerciale ed
economica, in particolare su quelle concernenti le regolamentazioni
tecniche e la standardizzazione delle procedure doganali, la
liberalizzazione dei servizi, l'abolizione dei monopoli e l'apertura
del sistema bancario. L'Esecutivo dovrà inoltre assicurare che la
Russia ponga in essere, prima della sua adesione all'OMC, misure per
l'applicazione della normativa sulla proprietà intellettuale «che
diano luogo ad una sostanziale riduzione della pirateria riguardante
i diritti di proprietà intellettuale».
Per i deputati,
immediatamente dopo l'adesione all'OMC, l'UE e la Russia devono
sviluppare un'integrazione più profonda preparando e avviando
negoziati per una zona di libero scambio che rappresenti «una tappa
ambiziosa nella formazione dello spazio economico comune» e che
riguardi gli scambi di beni e servizi, la libertà di stabilimento,
le norme sugli appalti pubblici, la compatibilità regolamentare e
altri aspetti commerciali.
Democrazia e
diritti dell'uomo
I deputati,
citando anche il caso Yukos, esprimono preoccupazione «quanto
all'evidente indebolimento dell'impegno della Russia a favore della
democrazia, dell'economia di mercato e della protezione dei diritti
dell'uomo» e deplorano le restrizioni imposte all'operato dei mass
media liberi e indipendenti.
Inoltre,
ribadiscono la critica riguardo «all'uso del sistema giudiziario a
fini chiaramente politici» e, nel rilevare come tali tendenze
influiscano sia sulla situazione del popolo russo che sulle
relazioni esterne della Russia, ammoniscono che, fino a quando esse
non saranno invertite, «lo sviluppo del partenariato UE-Russia
risulterà più difficile».
Prendendo atto
delle consultazioni regolari avviate recentemente dall'UE e dalla
Russia in materia di diritti dell'uomo e libertà fondamentali, la
relazione sottolinea che una siffatta consultazione deve essere in
linea con gli orientamenti dell'UE in materia di dialogo sui diritti
dell'uomo e dovrebbe pertanto includere nel suo processo la
partecipazione del Parlamento europeo e di organizzazioni non
governative, «in modo da individuare le principali questioni da
sollevare».
I deputati,
infine, esprimono preoccupazione riguardo a quanto viene riportato
sulla discriminazione di taluni gruppi etnici, come i mari, e in
merito alle manifestazioni di antisemitismo in Russia.
Politica di
vicinato e politica estera
Dicendosi
contrari «ad una politica estera intesa a creare sfere di
influenza», i deputati sottolineano la necessità di rispettare
pienamente la sovranità e l'integrità territoriale di tutti gli
Stati, «compreso il diritto di ciascuno di essi di voler sviluppare
le proprie relazioni con altri Stati e organizzazioni sulla base
della concezione che esso stesso ha dei propri interessi».
Alla Russia è
quindi chiesto di considerare la diffusione della democrazia nei
paesi vicini e l'instaurazione di legami più saldi con l'UE -
«inclusa un'eventuale adesione» - come «un'occasione per rilanciare
la cooperazione politica ed economica con tali paesi su una base di
parità e reciproco rispetto».
Nel sottolineare
poi l'importanza di perseguire una risoluzione pacifica e politica
di tutti i conflitti territoriali e politici che interessano una
parte della Federazione russa o uno Stato vicino, i deputati
invitano la Russia a rispettare tutti i movimenti riformisti
pacifici negli Stati della CSI, ad incoraggiare le riforme
democratiche negli Stati dell'Asia centrale ed a ritirare le proprie
truppe dalla Georgia e dalla Moldavia.
In merito alla
Cecenia, i deputati ritengono essenziale una soluzione politica che
garantisca a tutte le persone ivi residenti «un vero diritto alla
vita, alla libertà e alla sicurezza», e al popolo ceceno «il
rispetto della sua identità e dignità culturale e nazionale». Al
contempo, questa soluzione dovrebbe rispettare l'integrità
territoriale della Federazione russa ed essere compatibile con il
perseguimento, «con mezzi legittimi ed efficaci», della stabilità e
della sicurezza in tutto il Caucaso settentrionale e nell'intera
Federazione.
I deputati si
dicono inoltre profondamente preoccupati per il «continuo fallimento
dei tentativi di porre termine allo stato di anarchia in Cecenia».
Nel chiedere quindi che si ponga immediatamente fine all'impunità e
alla violenza da entrambe le parti, esprimono inquietudine «quanto
alla mancanza di volontà nel ricercare una soluzione negoziata, come
dimostrano il rifiuto del cessate il fuoco proposto dal compianto
Presidente Maskhadov e la sua successiva barbara uccisione».
La relazione
sollecita poi le autorità russe a porre fine alle vessazioni nei
confronti dei difensori dei diritti dell'uomo che indagano e
denunciano le violazioni di tali diritti in Cecenia. Nell'invitare
il Consiglio a prestare particolare attenzione alla tutela di queste
persone, la Russia è quindi esortata a concedere agli osservatori
internazionali, ai mezzi di informazione indipendenti e alle
organizzazioni umanitarie l'accesso in Cecenia, fornendo tutte le
necessarie condizioni di sicurezza per lo svolgimento del loro
lavoro.
Condannando
infine tutti gli atti terroristici, i deputati offrono la
disponibilità del Parlamento, in qualità di uno dei rami
dell'autorità di bilancio, ad esaminare proposte in vista di una
partecipazione dell'UE agli sforzi di ricostruzione e di
consolidamento della pace, se potranno essere intrapresi sforzi di
questo tipo con ragionevoli garanzie che l'assistenza raggiungerà i
beneficiari previsti.
La relazione
accenna anche alle relazioni con gli Stati baltici, con l'Ucraina e
con la Bielorussia ed affronta la questione di Kaliningrado.
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AFFARI ECONOMICI E MONETARI |
Rilanciare competitività, produttività, occupazione e crescita
Robert GOEBBELS (PSE, LU)
Relazione sulla raccomandazione della Commissione sugli indirizzi di
massima per le politiche economiche degli Stati membri e della
Comunità nel contesto degli orientamenti integrati per la crescita e
l’occupazione (2005-2008)
Doc.: A6-0150/2005
Procedura: Iniziativa
Dibattito: 26.5.2005
Votazione: 26.5.2005
Con 388 voti
favorevoli, 69 contrari e 45 astensioni, il Parlamento ha adottato
la relazione di Robert GOEBBELS (PSE, LU) in merito alla
raccomandazione della Commissione sugli indirizzi di massima per le
politiche economiche degli Stati membri e della Comunità nel
contesto degli orientamenti integrati per la crescita e
l’occupazione (2005-2008), che sarà esaminata dal Consiglio europeo
di giugno. I deputati chiedono maggiore attenzione alle tematiche
ambientali, attribuiscono priorità all'aumento di competitività,
crescita e occupazione e sollecitano la Commissione a presentare
orientamenti più dettagliati per ogni singolo Stato membro.
Essi chiedono
anche riforme fiscali e del mercato del lavoro e sottolineano la
necessità di aumentare la produttività e gli investimenti. Agli
Stati membri è chiesto di coordinare le politiche di bilancio, di
orientare la spesa verso gli obiettivi di Lisbona e di rispettare
rigorosamente il Patto di stabilità. Per incentivare le PMI, secondo
i deputati, occorre agire sul sistema fiscale e sull'accesso al
credito. E' necessario, poi, promuovere le scienze del futuro,
garantendo però un'informazione più obiettiva sulle ricerche più
controverse, come quelle su OGM e cellule staminali embrionali.
Pur compiacendosi
della presentazione integrata degli indirizzi di massima per le
politiche economiche e degli orientamenti per l'occupazione, che
traduce la complementarità tra le politiche economica e sociale e la
volontà di avanzare sulla via della semplificazione e di una
migliore leggibilità del quadro macroeconomico stabilito per
l'Unione, i deputati deplorano che la dimensione ambientale sia
oggetto di minore attenzione nelle raccomandazioni della Commissione
per il rilancio di crescita e occupazione.
Essi sostengono,
poi, la determinazione di Commissione e Consiglio a concentrarsi
maggiormente su crescita ed occupazione con l'aumento della
competitività, la realizzazione del mercato interno anche nel
settore dei servizi e il consolidamento dei servizi pubblici più
efficaci e, quindi, attraverso il rafforzamento della domanda
interna.
La relazione,
inoltre, sottolinea anche l'importanza di creare posti di lavoro nel
settore dei servizi «in una società ad elevato tasso di occupazione
femminile e di popolazione in via di invecchiamento ed inurbata». I
deputati, ritengono inoltre importante che il settore sia
diversificato e goda di maggiore concorrenza.
D'altra parte, è
deplorato «il carattere troppo generico» degli orientamenti
integrati che, per i deputati, non tengono in sufficiente
considerazione le disparità tra gli Stati membri. Pertanto, la
Commissione è incoraggiata a presentare una comunicazione che
individui le maggiori sfide per ogni singolo Stato membro,
«soprattutto nel settore delle riforme e degli investimenti
strutturali».
Inoltre, i
deputati ricordano che un ambiente macroeconomico sano implica
l'adeguata interazione tra politiche di bilancio coordinate e «una
politica monetaria che mantenga l'obiettivo della stabilità dei
prezzi e prosegua nella realizzazione degli obiettivi generali
dell'Unione».
Il Parlamento
sottolinea poi «l'attrazione esercitata dal modello europeo e
l'importanza del ruolo dell'Unione e degli Stati membri nel
commercio mondiale» e pone l'accento sulla necessità di un mercato
del lavoro aperto a tutti i cittadini, «sufficientemente flessibile
per aiutare le persone a integrarvisi e che non costringa gli
anziani che desiderano continuare a lavorare a lasciare il proprio
impiego». In proposito, i deputati ritengono che occorre
ristrutturare la politica economica «focalizzandola su fattori
collegati all'aumento della produttività», come ad esempio la
modernizzazione dell'economia, della conoscenza, dello stato sociale
e dei sistemi istituzionali, «per far fronte alle sfide del nuovo
ampliamento, ai requisiti di un'economia moderna e resistere alla
pressione deflazionistica del terzo mondo».
L'aumento della
produttività del lavoro e gli sforzi per rafforzare la
competitività, gli investimenti e la crescita, per i deputati, «sono
condizioni preliminari per un aumento dei salari e una ripartizione
più equa dei risultati della crescita e degli sforzi per ottenere un
rafforzamento della competitività, dell'occupazione e della coesione
sociale». Tale sviluppo, peraltro, «dovrebbe essere seguito
dall'obbligo delle imprese di assumersi le proprie responsabilità
sociali». Per ottenere una crescita più forte e sostenibile in
Europa, secondo il Parlamento, occorrono azioni simultanee e
coordinate da parte di tutti gli Stati membri, «compreso il
completamento del mercato interno, maggiori investimenti nonché
riforme innovative del mercato del lavoro».
Il Parlamento,
inoltre, propone al Consiglio una serie di modifiche agli
orientamenti della Commissione.
Una di queste
sostiene l'opportunità che gli Stati membri riorientino la spesa
pubblica verso voci di bilancio «destinate a sostenere gli obiettivi
della Strategia di Lisbona, soprattutto gli investimenti volti a
sviluppare le risorse umane, la conoscenza, le innovazioni e le
infrastrutture al servizio dello sviluppo economico».
D'altra parte,
per salvaguardare la sostenibilità dell'economia, il Parlamento
reputa necessario che gli Stati membri procedano alla riduzione del
debito a un ritmo soddisfacente al fine di rafforzare le finanze
pubbliche, riformino i regimi fiscali «riducendo, tra l'altro,
l'onere a carico dei salari più bassi», riformino ulteriormente i
regimi pensionistici e sanitari e varino provvedimento atti a
incrementare la responsabilità dei cittadini per i regimi
pensionistici e ad innalzare il tasso d'occupazione.
La spesa
pubblica, inoltre, dovrebbe stimolare gli investimenti privati, in
particolare «creando un quadro fiscale favorevole alle PMI, che
offra incentivi alla creazione di posti di lavoro». Ciò, per i
deputati, può essere realizzato anche agevolando l'accesso delle PMI
ai fondi di rischio e ai microcrediti, riformando e adeguando i
sistemi fiscali e stimolando l'investimento «iniziando con
l'armonizzazione della base di calcolo dell'imposta». Occorre,
inoltre, lottare contro «la stigmatizzazione dei giovani
imprenditori» che non hanno avuto pieno successo e facilitare un
loro nuovo inizio.
Per i deputati,
al fine di garantire la coerenza tra politiche macroeconomiche e
strutturali è necessario che gli Stati membri varino riforme
mantenendo «rigorose procedure fiscale», stimolando gli investimenti
e le imprese, nonché favorendo la fiducia dei consumatori. In tale
contesto andrebbe attribuita particolare attenzione alla
flessibilità e alla sicurezza del mercato del lavoro.
Gli Stati membri,
inoltre, dovrebbero garantire un migliore coordinamento delle loro
politiche economiche e di bilancio, a partire da un'armonizzazione
dei rispettivi calendari di bilancio. Gli Stati membri, poi,
dovrebbero completare la riforma del Patto di stabilità e crescita e
«provvedere ad una sua rigorosa applicazione» al fine di
ripristinare la fiducia.
Attenzione va poi
attribuita alla promozione delle scienze del futuro, come la società
dell'informazione, l'assistenza sanitaria preventiva, la
biotecnologia, «promuovendo in particolare un'informazione più
obiettiva sui vantaggi e sui rischi legati alle ricerche più
controverse, come quelle sugli OGM e sulle cellule staminali
embrionali».
Gli Stati membri
dovrebbero inoltre utilizzare le politiche ambientali in modo più
attivo per promuovere la crescita e l'occupazione. Si tratterebbe
quindi di sviluppare le ecotecnologie e le ecoinnovazioni, in
particolare gli investimenti necessari al raggiungimento degli
obiettivi di Kyoto, «compresa l'utilizzazione efficiente delle
tradizionali forme di energia», in particolare quelle che non
presentano rischi per gli obiettivi del protocollo di Kyoto.
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Comunicazione
della Commissione
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POLITICA SOCIALE E
DELL’OCCUPAZIONE |
Agenda sociale 2006-2010
Ria G.H.C. OOMEN-RUIJTEN (PPE/DE, NL)
Relazione sull'Agenda per la politica sociale 2006-2010
Doc.: A6-0142/2005
Procedura: Iniziativa
Dibattito: 26.5.2005
Votazione: 26.5.2005
Evoluzione
demografica, miglioramento dell'occupazione, sostegno alle PMI,
regimi pensionistici, protezione sociale e assistenza sanitaria,
norme antidiscriminazione di donne, anziani e disabili e dialogo
sociale, sono i principali argomenti trattati dalla relazione di Ria
G.H.C. OOMEN-RUIJTEN (PPE/DE, NL) sull'Agenda per la politica
sociale 2006-2010, adottata dalla Plenaria con 243 voti favorevoli,
131 contrari e 56 astensioni.
Osservazioni
generali
In linea generale
i deputati reputano necessario che l'Agenda europea per la politica
sociale contribuisca ad una equilibrata attuazione dei quattro
pilastri della strategia di Lisbona ossia il coordinamento
economico, la politica occupazionale, la politica sociale e lo
sviluppo sostenibile. Essi tuttavia deplorano che, a causa del
carattere vago delle proposte e/o della mancanza di iniziative
concrete nell'Agenda sociale, l'ambiziosa Strategia di Lisbona non
si realizzi nella maniera così dinamica annunciata in altre sedi.
La relazione,
peraltro sottolinea l'importanza della responsabilità di ogni
singolo Stato membro in termini di attuazione e di applicazione
della legislazione in vigore e dell'introduzione delle riforme volte
a realizzare gli obiettivi di Lisbona. D'altra parte è chiesto a
Commissione e Consiglio di predisporre un vero e proprio programma
che sviluppi l'Agenda per la politica sociale con proposte politiche
concrete, uno scadenzario e procedure specifiche (quadro di
valutazione) per la verifica della sua attuazione. In proposito è
sottolineata l'importanza di procedere a riunioni annuali per
seguire e valutare l'Agenda.
Nel prendere atto
dell'intenzione della Commissione di presentare una comunicazione
sui servizi sociali d'interesse generale, i deputati chiedono di
escludere tali servizi dall'obbligo di notifica contestuale alla
politica sugli aiuti statali e di presentare un progetto di
direttiva quadro sui servizi d'interesse generale che garantisca i
principi e il finanziamento di tali servizi. Il Parlamento, inoltre,
consapevole del fatto che le economie locali e le PMI «sono fattori
chiave per lo sviluppo economico e per l'occupazione», e che
rappresentano oltre il 90% dell'attività imprenditoriale nelle
economie europee, rileva che si può promuovere la creazione di nuovi
posti di lavoro aiutando le PMI e sviluppando condizioni favorevoli,
programmi specifici e vantaggi per i nuovi posti di lavoro.
Demografia e
accesso all'occupazione
I deputati
reputano che l'attuale evoluzione demografica eserciti pressioni sul
mercato del lavoro e sulla previdenza sociale. Pertanto,
sottolineano la necessità urgente «di misure positive per migliorare
la posizione dei lavoratori anziani sul mercato del lavoro» e di
adeguate risposte politiche che aprano anche nuove opportunità per
una maggiore flessibilità nella scelta dei regimi pensionistici ed
incentivi positivi per l'aumento degli anni di vita attiva. In sede
di coordinamento delle pensioni, reputano necessario intavolare un
ampio dibattito sul diritto «a pensioni decenti per tutti», inclusi
i lavoratori con forme atipiche di lavoro o persone facenti parte di
gruppi vulnerabili.
Più occupazione e
di migliore qualità
I deputati
chiedono misure concrete tese a istituire programmi per promuovere
l'insegnamento e la formazione professionale e porre concretamente
in atto l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, «con
l'obiettivo di valorizzare meglio il sapere e la società
dell'informazione di fronte alle necessità del mercato del lavoro».
Occorre inoltre promuovere un modello europeo d'istruzione e di
formazione in cui l'accesso all'insegnamento ed alla formazione
professionale sia considerato un diritto sociale fondamentale.
Nel sollecitare
poi l'urgente approvazione e attuazione della proposta di direttiva
sul riconoscimento delle qualifiche professionali, i deputati
invitano la Commissione ad affrontare in maniera più mirata le cause
e le conseguenze degli incidenti sul lavoro, facendo riferimento
alla nuova strategia per il periodo 2007-2012 riguardante la salute
e la sicurezza sul luogo di lavoro.
Gli Stati membri
dovrebbero inoltre migliorare le condizioni per la creazione e il
sostegno di PMI già esistenti, in particolare nei settori
dell'informazione e della comunicazione e in quello dei servizi,
«poiché tali settori dispongono di potenzialità particolarmente
elevate in materia di creazione di posti di lavoro». Essi, d'altra
parte, dovrebbero avvalersi maggiormente di provvedimenti per
trasformare in occupazione regolare le attività professionali non
dichiarate.
Mobilità
I deputati
sollecitano una relazione circostanziata sulle incidenze economiche
risultanti dal divieto di accesso per i lavoratori dei nuovi Stati
membri al mercato del lavoro negli altri paesi dell'UE nonché un
miglioramento ed un'estensione della direttiva 96/71/CE relativa al
distacco dei lavoratori nell'ambito di una prestazione di servizi.
In tale contesto, reputano necessario potenziare la cooperazione
transfrontaliera fra i servizi di ispezione e invitano la
Commissione ad esaminare la possibilità di creare una piattaforma
europea per la cooperazione di tali servizi, «una sorta di Europol
sociale».
Essi ribadiscono,
inoltre, la richiesta di uno strumento legislativo relativo
all'introduzione di controlli avanzati e vincolanti sulle incidenze
transfrontaliere in materia di diritto sociale e fiscale ("Europe
test") e si compiacciono per l'intenzione della Commissione di
presentare proposte volte ad eliminare gli ostacoli alla mobilità
professionale, come quelli che derivano da regimi pensionistici
complementari.
Previdenza
sociale e assistenza sanitaria
Nel ritenere
necessaria «una politica sociale seria» che garantisca il diritto di
tutti alla protezione sociale e alla coesione delle società degli
Stati membri, i deputati appoggiano l'intenzione della Commissione
di procedere a un'approfondita consultazione «sulle carenze dei
vigenti sistemi di previdenza sociale».
La Commissione ed
il Consiglio Occupazione ed Affari sociali sono poi invitati ad
impegnarsi per il conseguimento degli obiettivi di Lisbona, in
particolare quello di ridurre la povertà nell'Unione, e a vigilare
sull'attuazione di tutti gli elementi stabiliti nell'ambito del
metodo aperto di coordinamento per la lotta alla povertà ed
all'emarginazione sociale.
La relazione,
inoltre, appoggia l'intenzione della Commissione di trasformare in
una procedura a tutti gli effetti il metodo aperto di coordinamento
riguardo alle cure di lungo periodo ed all'assistenza sanitaria. In
tale contesto, è anche precisato che occorre «definire criteri
qualitativi tesi a garantire il diritto di tutti a cure abbordabili
all'insegna della solidarietà». A parere dei deputati, inoltre,
l'assistenza sanitaria non deve essere subordinata alle norme del
mercato interno e della concorrenza.
Antidiscriminazione
I deputati
ricordano che la dimensione uomo-donna dev'essere inclusa in tutte
le politiche comunitarie, «in quanto è l'unico modo per garantire
alle donne i tre pilastri di una pari qualità di vita:
consapevolezza, opportunità e successo».
In tale contesto,
deplorano la mancanza di proposte efficaci «tese a promuovere,
seguire da vicino e valutare i progressi in materia di parità tra i
sessi» nonché la mancanza di iniziative politiche tese a rendere più
agevole la conciliazione di lavoro e famiglia, aiutando quanti
prestano assistenza a persone incapaci di lavorare e, in generale,
aumentando l'elasticità dell'orario di lavoro.
La Commissione è
pertanto invitata a vigilare con maggior vigore sull'osservanza
della normativa vigente e, se necessario, a presentare proposte di
modifica, includendo l'imposizione di sanzioni. I deputati, inoltre,
accolgono con soddisfazione la creazione di un Istituto europeo
sulle questioni di genere, poiché lo ritengono in grado di
migliorare la visibilità in materia di parità tra i sessi.
La relazione
chiede alla Commissione di integrare l'Agenda sociale con una
direttiva recante divieto di discriminazione dei disabili e di
conferire un maggiore significato politico al piano d'azione europeo
per i disabili. Gli Stati membri, pertanto, dovrebbero notificare la
trasposizione delle disposizioni in materia di disabilità contenute
nella legislazione UE e coinvolgere attivamente in tale processo le
organizzazioni dei disabili a livello nazionale. I deputati, inoltre
reputano necessaria una direttiva specifica volta a vietare la
discriminazione delle persone in base all'età, per quanto concerne
l'accesso a beni e servizi.
Dialogo sociale
e legislazione sociale
Nel prendere atto
dell'intenzione della Commissione di predisporre un Libro verde
sull'evoluzione del diritto del lavoro nell'intento di giungere ad
una semplificazione delle sue norme, i deputati precisano che la
politica europea non deve intaccare le conquiste sociali. Essi,
inoltre, accolgono con favore la proposta dell'Esecutivo in ordine
al dialogo sociale transnazionale e transfrontaliero e lo invitano
ad adoperarsi per promuovere tale dialogo.
La Commissione,
poi, è invitata a presentare una proposta di revisione della
direttiva riguardante l'istituzione di un comitato aziendale europeo
prefiggendosi quali principali obiettivi l'estensione della sfera di
applicazione e l'inasprimento del diritto all'informazione e alla
consultazione in caso di ristrutturazione, nonché il miglioramento
delle infrastrutture lavorative per i rappresentanti dei lavoratori
in seno al Comitato aziendale europeo.
L'obiettivo di
Lisbona relativo a maggiori e migliori posti di lavoro con un
reddito stabile al di sopra della soglia di povertà, per i deputati,
può essere conseguito nel momento in cui gli Stati membri si
assumono delle responsabilità in termini di attuazione ed
applicazione della legislazione in vigore e strutture
sufficientemente moderne e dinamiche offrano ai cittadini europei
sicurezza sociale e certezza giuridica.
La Commissione è
pertanto invitata a proporre delle direttive sulla tutela dei
diritti dei lavoratori in caso di ristrutturazioni, sui
licenziamenti individuali, sulla protezione sociale per le nuove
forme di occupazione, sul controllo del rispetto delle disposizioni
minime e sulle norme minime di protezione sociale.
La Commissione ed
il Consiglio sono infine invitati a garantire una adeguata
protezione sociale per i lavoratori delle agenzie di lavoro
interinale «facendo avanzare le attuali proposte», mentre
l'Esecutivo dovrebbe anche presentare proposte per un quadro
volontario di contratti collettivi transnazionali che comprendano
sia il livello intersettoriale che il livello dell'impresa e del
settore.
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Comunicazione della Commissione
Politiche per l'occupazione
Ana MATO ADROVER (PPE/DE, ES)
Relazione sulla proposta di decisione del Consiglio sugli
orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore
dell’occupazione
Doc.: A6-0149/2005
Procedura: Consultazione legislativa
Dibattito: 26.5.2005
Votazione: 26.5.2005
Adottando la
relazione di Ana MATO ADROVER (PPE/DE, ES) sugli orientamenti
per le politiche degli Stati membri a favore dell’occupazione che,
in particolare, il Parlamento chiede maggiore attenzione sulle
questioni attinenti la conciliazione di vita familiare e lavorativa,
la situazione delle persone disabili, le sfide poste
dall'immigrazione e la necessità di ridurre gli incidenti sul luogo
di lavoro.
La proposta in
esame rappresenta il primo pacchetto presentato dalla Commissione a
seguito della richiesta del Consiglio europeo della primavera 2005.
Seppur accogliendo con favore gli obiettivi e i contenuti degli
orientamenti a favore dell'occupazione, i deputati propongono una
serie di emendamenti volti a migliorare la proposta.
Una delle
questioni evidenziate dalla relazione riguarda la necessità di
adottare misure tese ad assistere l'integrazione nel mondo
lavorativo di donne, anziani, giovani, disabili, immigrati e delle
minoranze, la cui partecipazione al mercato del lavoro è giudicata
troppo bassa. Inoltre, la relazione rileva che occorre promuovere
dei provvedimenti volti a conciliare vita lavorativa e familiare, ad
esempio ricorrendo a modelli lavorativi più flessibili sia per gli
uomini che per le donne.
Ma i deputati non
desiderano solo aumentare la partecipazione al mercato del lavoro,
intendono anche migliorare la qualità del lavoro stesso. A tal fine,
rilevano che occorre sviluppare la formazione lungo l'arco di tutta
la vita, promuovere l'uguaglianza tra uomini e donne e ridurre le
disparità di trattamento nei salari. Inoltre, i rischi per la salute
e la sicurezza sul luogo di lavoro debbono essere ridotti, in
particolare attraverso degli accordi a livello europeo sulla
prevenzione dei rischi. Così come va ridotta l'incidenza dei
prepensionamenti causa invalidità permanente, incidenti o malattie
professionali.
Il Parlamento
chiede poi agli Stati membri di attuare misure volte alla promozione
della parità di trattamento, compreso tra immigranti legali e
illegali, e alla lotta contro tutti i tipi di discriminazione sul
luogo di lavoro e nella società.
I deputati,
infine, vorrebbero garantire la promozione di buone relazioni
industriali attraverso un miglioramento dell'informazione e della
consultazione dei lavoratori, nonché la cooperazione con i partner
sociali.
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Comunicazione
della Commissione
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DIRITTI DELL’UOMO |
L'Unione ha il dovere di tutelare i diritti fondamentali
Kinga GÁL (PPE/DE, HU)
Relazione sulla promozione e la tutela dei diritti fondamentali: il
ruolo delle istituzioni nazionali ed europee, inclusa l’Agenzia dei
diritti fondamentali
Doc.: A6-0144/2005
Votazione: 26.5.2005
La presa in
considerazione dei diritti fondamentali in tutte le politiche
europee, la cooperazione con le autorità nazionali, la difesa di
tali diritti nei consessi internazionali e l’istituzione di un
Agenzia europea forte e indipendente, responsabile davanti al
Parlamento. E' quanto chiedono i deputati con la relazione di Kinga
GÁL (PPE/DE, HU) sulla promozione dei diritti fondamentali,
adottata dalla Plenaria con 447 voti favorevoli, 57 contrari e 37
astensioni.
Dare nuovo
impulso alla politica europea dei diritti fondamentali
I deputati
ritengono che un’effettiva protezione e promozione dei diritti
fondamentali costituisca «la base della democrazia in Europa». Con
l’integrazione della Carta dei diritti fondamentali nel trattato
costituzionale e con la futura adesione dell’Unione europea alla
Convenzione europea di salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle
libertà fondamentali (CEDU), inoltre, è stato rafforzato
notevolmente l’obbligo dell’Unione di garantire una promozione
attiva dei diritti fondamentali in tutte le sue politiche.
Sin da ora,
pertanto, numerosi obiettivi dell’Unione vanno considerati
«indissociabili dalla promozione dei diritti fondamentali». Per i
deputati è inoltre essenziale «attuare i valori proclamati nei
trattati fondatori e nella nuova Costituzione», la cui firma è
accolta con favore anche perchè attribuisce alla Corte di giustizia
la piena competenza per lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia,
prevede l’adesione alla CEDU e l’integrazione della Carta dei
diritti fondamentali nel Trattato, nonché un uso più sistematico
della procedura di codecisione, «rafforzando in tal modo il ruolo
del Parlamento europeo».
L’attuazione dei
diritti fondamentali dev’essere uno scopo di tutte le politiche
europee e, a tal fine, le istituzioni dell’Unione devono «tenere
pienamente conto di tali diritti e della loro orizzontalità in sede
di elaborazione e di approvazione dei testi legislativi».
Compiacendosi poi dell’istituzione di un Gruppo di Commissari
competente per le questioni “Diritti fondamentali, lotta contro la
discriminazione e parità di trattamento”, i deputati invitano
l’Esecutivo ad elaborare una strategia globale e coerente per
garantire che i diritti fondamentali siano rispettati in tutte le
politiche dell’Unione.
Qualsiasi
proposta o programma politici e legislativi dovrebbero quindi essere
corredati di una valutazione d’impatto per quanto riguarda il
rispetto dei diritti fondamentali. Riferendosi alla nuova minaccia
terroristica, è quindi sottolineata la necessità di raggiungere un
equilibrio tra le libertà individuali e la sicurezza collettiva
attraverso politiche adeguate per conciliare questi due obiettivi.
Nel ricordare,
poi, che gli Stati membri e le istituzioni dell’Unione godono di un
diritto di ricorso privilegiato davanti alla Corte di giustizia
nell’interesse della legge, i deputati ritengono che il Parlamento
europeo potrebbe per tale via «divenire il difensore dei diritti dei
cittadini allorché i diritti fondamentali rischiassero di essere
inficiati da un atto dell’Unione».
Cooperazione con
le istituzioni nazionali dei diritti dell’uomo
I deputati
deplorano che, in sede di attuazione del diritto della Comunità e
dell’Unione, alcuni Stati membri manifestino sempre maggiori
reticenze in materia di reciproco riconoscimento, «prendendo a
pretesto un livello di tutela inadeguato dei diritti fondamentali
nell’uno o nell’altro di essi». Questi, ove non vi abbiano già
provveduto, sono quindi invitati a creare istituzioni nazionali per
la protezione e la promozione dei diritti fondamentali e a dotare le
commissioni e gli istituti nazionali di adeguate risorse
finanziarie.
Convinti
dell’esigenza di informare i cittadini sui loro diritti, i deputati
ritengono che la costituzione di commissioni e di istituti nazionali
per i diritti fondamentali possa permettere alle ONG «di strutturare
meglio le loro posizioni, di precisare maggiormente le loro
richieste e le loro denunce di trattamenti ritenuti abusivi».
La Commissione,
inoltre, dovrebbe prestare attenzione «alle ripetute e continue
violazioni dei diritti dell’uomo - segnatamente i diritti civili
come il diritto attivo e passivo di partecipare ai processi
elettorali - commesse in taluni paesi dell’Unione». I deputati,
infine, appoggiano l’instaurazione di un dialogo permanente sui
diritti fondamentali con i parlamenti nazionali degli Stati membri.
I diritti
fondamentali all’esterno dell’Unione
«L’universalità e
l’indivisibilità dei diritti fondamentali», per i deputati, deve
indurre l’Unione europea e i suoi Stati membri a promuovere la loro
diffusione nelle sue relazioni con i paesi terzi, «anche in vista
della conclusione di accordi di associazione», e con le
organizzazioni internazionali come l'ONU.
Essi propongono
inoltre l’elaborazione di un codice di condotta interistituzionale
destinato a conferire maggiore coerenza ed equità all’azione esterna
dell’Unione in materia di democratizzazione e di diritti dell’uomo.
Tale codice dovrebbe disciplinare le relazioni tra l’Unione e gli
oltre 120 Stati a cui attualmente è applicabile la clausola
democratica in quanto elemento essenziale degli accordi di ogni tipo
che li legano ad essa.
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L’Agenzia:
strumento operativo dell’UE
Per i deputati,
l’istituzione dell’Agenzia dovrebbe contribuire a rafforzare la
fiducia reciproca tra gli Stati membri e costituire una garanzia
dell’osservanza permanente dei principi enunciati negli articoli 6 e
7 del Trattato sull’Unione europea. Sostenendo la necessità per
l’Agenzia di avere un mandato forte e il potere di seguire lo
sviluppo dell’attuazione della Carta dei diritti fondamentali
nell’Unione europea, essi ritengono che questa dovrebbe fornire
tutte le informazioni necessarie allo sviluppo dell’attività
legislativa dell’Unione, della sua attività di controllo e della sua
politica di sensibilizzazione ai diritti fondamentali.
L’Agenzia dei
diritti fondamentali, inoltre, dovrebbe godere di uno «status
speciale» ed essere considerata totalmente indipendente sotto ogni
aspetto. I deputati, pertanto, sono convinti che essa «godrà di una
maggiore legittimità» se sarà il Parlamento a nominarne gli organi
direttivi e se tali organi saranno responsabili nei confronti del
Parlamento e dovranno riferire alle commissioni parlamentari
competenti. La Commissione, è quindi invitata a presentare una
proposta legislativa sulla base delle indicazioni fornite, in
particolare per quanto riguarda le politiche nelle quali il
Parlamento è colegislatore.
L’Agenzia, per i
deputati, deve operare come organizzazione di coordinamento
competente per tutte le questioni in materia di diritti umani, in
modo da evitare duplicazioni di attività ad opera di differenti
strutture e garantire la qualità e la coerenza della politica
dell’Unione europea in tale materia. Essa dovrebbe essere concepita
come «una rete di reti» con competenze orizzontali.
L’Agenzia
dovrebbe raccogliere tutte le informazioni, le analisi e le
esperienze pertinenti disponibili presso le istituzioni europee e
nazionali, i parlamenti nazionali, i governi e gli organismi dei
diritti umani, le corti supreme e costituzionali, le ONG e le reti
esistenti, nonché sfruttare l’esperienza maturata dall’Osservatorio
europeo dei fenomeni di razzismo e xenofobia (EUMC) e della sua rete
informativa RAXEN.
L’Agenzia
dovrebbe essere articolata sulla base delle questioni trattate dalla
Carta dei diritti fondamentali e, qualora in un settore esista già
un organo a livello di Unione europea che copre un particolare
settore, i compiti dell’Agenzia per tale settore dovrebbero essere
assunti da questo istituto specializzato che diventa una parte
integrante dell’Agenzia. Il futuro Istituto europeo per la parità di
genere dovrà poi essere parte dell’Agenzia dei diritti fondamentali,
operando a nome proprio.
Le tre principali
funzioni che l’Agenzia deve svolgere dovrebbero essere la promozione
dei diritti fondamentali, il loro monitoraggio e la
sensibilizzazione degli attori principali (Stati membri, istituzioni
dell’Unione europea e cittadini), «al fine di rispondere alle
esigenze strategiche di uno spazio comune di libertà, sicurezza e
giustizia». Per poter adempiere alle sue funzioni, secondo i
deputati, l’Agenzia dovrebbe procedere alla raccolta di dati
attraverso le sue reti e alla loro analisi, dovrebbe avere la
facoltà di elaborare pareri e di formulare raccomandazioni al
Parlamento, al Consiglio e alla Commissione. Essa dovrebbe poi
essere in grado di occuparsi anche dei paesi terzi implicati in
questioni attinenti ai diritti umani che toccano l’Unione, «per
esempio in caso di sospetta violazione della clausola democratica».
Nel promuovere i
diritti fondamentali, inoltre, l’Agenzia dovrebbe anche avere il
compito di procurare «un sostegno proattivo» all’elaborazione delle
politiche in materia di diritti dell’uomo, «attraverso
l’individuazione dei settori che richiedono miglioramenti
legislativi e il controllo dell’applicazione e dell’esecuzione della
legislazione esistente». L’Agenzia dovrebbe poi avere un ruolo
consultivo per quanto concerne le disposizioni degli articoli 6 e 7
del TUE ed elaborare una relazione annuale sullo stato dei diritti
che rientrano nella sua sfera di competenza, da sottoporre al
Parlamento europeo, al Consiglio e alla Commissione.
L’Agenzia,
infine, dovrebbe adottare misure concrete per trovare le modalità
più efficaci per sensibilizzare i cittadini dell’Unione europea sui
diritti fondamentali di cui essi godono. I deputati ritengono quindi
necessaria una strategia d’informazione e di comunicazione più
incisiva e, nel perorare l’inclusione di una materia nei piani di
studio degli Stati membri che tratti tanto i diritti fondamentali,
la promozione di azioni di formazione organizzate destinate agli
operatori nel campo dei diritti dell’uomo.
Link utili
Diritti
fondamentali
Carta dei diritti fondamentali dell'Unione
Convenzione europea di salvaguardia dei diritti dell’uomo e
delle libertà fondamentali (CEDU)
Sito dell'ONU
sugli strumenti internazionali dei diritti dell'uomo (inglese)
Sito
dell'Osservatorio europeo dei fenomeni di razzismo e xenofobia
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SICUREZZA E DIFESA |
Armi leggere e di piccolo calibro
Risoluzione comune sulle armi leggere e di piccolo calibro
Doc.: B6-0321/2005
Procedura: Risoluzione comune
Dibattito: 10.5.2005
Votazione: 26.5.2005
La proliferazione
di armi leggere e di piccolo calibro è motivo di preoccupazione per
il Parlamento, in quanto «aggrava i conflitti armati e
l'instabilità, agevola il terrorismo, mina lo sviluppo sostenibile e
lo Stato di diritto e contribuisce a gravi violazioni dei diritti
umani e del diritto umanitario internazionale». Per tale motivo,
l'Aula ha adottato una risoluzione comune su questo tipo di
armamenti.
I deputati,
innanzitutto, sottolineano che l'Unione europea e gli Stati membri
hanno «un ruolo fondamentale da svolgere nello sviluppo e nella
promozione di standard internazionali e regionali adeguati per
combattere la proliferazione e l'abuso delle armi». I sei Stati
membri dell'Unione che non hanno ancora firmato il Protocollo ONU
sulle armi da fuoco sono pertanto esortati «a procedervi senza
indugio».
Deve altresì
essere incoraggiato un dialogo costruttivo sui contenuti e sulle
priorità delle politiche dell'Unione «nelle iniziative e nei
negoziati internazionali e regionali in materia di controllo». La
Plenaria si dice poi compiaciuta del sostegno mostrato dall'Unione
nell'ambito del Gruppo di lavoro ONU sul rintracciamento di armi
illecite, «in vista della stipula di un accordo e dell'introduzione
delle munizioni per armi leggere e di piccolo calibro nella portata
dello strumento giuridico».
Il Parlamento si
rivolge poi a Consiglio e Stati membri, raccomandando la promozione
di «un meccanismo di revisione dinamico per lo strumento ONU di
rintracciamento negoziato, comprendente la creazione di un gruppo di
esperti tecnici incaricato di elaborare direttive basate sulle
migliori prassi in materia di marcatura, registrazione e
rintracciamento delle armi».
L'Aula invita
quindi il Consiglio e gli Stati membri a «rilanciare i propri sforzi
per costruire il consenso regionale e internazionale sulla necessità
di un trattato internazionale sul controllo delle armi di piccolo
calibro e il brokeraggio delle armi leggere».
A tal fine,
le due istituzioni sono invitate ad incoraggiare «una discussione
determinata in occasione della riunione biennale degli Stati ONU del
luglio 2005 sul programma d'azione ONU», che avrà luogo a New York,
subito dopo la Conferenza di revisione del programma d'azione ONU
del 2006.
In vista di tale
evento, il Parlamento prevede l'adozione di una relazione di
iniziativa che dia l'opportunità di «esaminare accuratamente le
azioni e la politica dell'Unione in relazione alle armi leggere e di
piccolo calibro e di impegnare ulteriormente il Consiglio e gli
Stati membri nelle loro politiche in materia a livello regionale e
internazionale».
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AFFARI COSTITUZIONALI |
Nuovo accordo quadro tra Parlamento e Commissione
Jo LEINEN (PSE, DE)
Relazione sulla revisione dell'accordo quadro tra il Parlamento
europeo e la Commissione europea
Doc.: A6-0147/2005
Procedura: Accordo interistituzionale
Dibattito: 25.5.2005
Votazione: 26.5.2005
L'Aula ha
adottato una relazione di Jo LEINEN (PSE, DE) sulla revisione
dell'accordo quadro tra il Parlamento europeo e la Commissione che
si compiace in modo particolare per «le nuove disposizioni in
materia di potenziale conflitto di interessi » e «le intese
concordate in caso di sostituzione di un membro della Commissione
durante il mandato della stessa».
Prima della firma
solenne con il Presidente della Commissione, Borrell ha sottolineato
l'importanza politica dell'accordo in quanto alla base della
cooperazione tra le due istituzioni. L'accordo rafforza inoltre il
ruolo del Parlamento quale organo di controllo dell'espressione
democratica dell'Unione nonché della legittimità dei progetti
comunitari.
Secondo il
Presidente, esso costituisce un valido strumento per la migliore
comprensione della politica dell'Unione da parte dei cittadini.
Permette, infatti, a Parlamento e Commissione di «lavorare in un
clima di fiducia reciproca ed in piena trasparenza nei confronti
dell'opinione pubblica». A tal fine si è convenuto sulla necessità
di stabilire «un dialogo politico permanente di altissimo livello».
E' dunque essenziale che i programmi di lavoro siano quanto più
armonizzati, cosa possibile grazie ad una migliore coordinazione
delle procedure.
Da parte sua,
Barroso, ha rilevato che tale accordo rappresenta un ulteriore e
decisivo passo avanti per la collaborazione «strategica e durevole»
tra le due istituzioni.
La relazione
adottata dalla Plenaria, considerava poi di grande rilievo il
dialogo regolare fra le due istituzioni, che permette
«l'individuazione congiunta delle proposte e iniziative di
particolare rilevanza in base al programma legislativo e di lavoro
della Commissione ed alla programmazione interistituzionale
pluriennale».
Il nuovo accordo,
peraltro, «conferma le disposizioni relative alla partecipazione del
Parlamento alle conferenze internazionali e i nuovi riferimenti
specifici alle conferenze di donatori e all'osservazione di
elezioni». Per questo l'Aula rileva che i deputati che partecipano a
tali incontri devono poter presenziare alle riunioni di
coordinamento interne all'Unione, rispettando le norme di
riservatezza ad esse inerenti.
L'accordo
rivisto, inoltre, presenta gli impegni assunti dall'Esecutivo
nell'ambito dell'accordo fra questo ed il Parlamento europeo sulle
modalità di applicazione della decisione "comitatologia", ma, in tal
senso, la Plenaria sottolinea «la rilevanza che annette ad una piena
trasparenza in ordine alla composizione e alle attività dei gruppi
di esperti della Commissione».
Quest'ultima, per
quel che concerne la presentazione degli orientamenti integrati per
l'economia e l'occupazione all'inizio di gennaio di ogni anno, è
esortata a prevedere un lasso di tempo sufficiente per la
consultazione del Parlamento europeo prima del Vertice di primavera
(previsto per il mese di marzo).
Background
Il progetto di
accordo quadro riveduto tra il Parlamento europeo e la Commissione,
che la Conferenza dei presidenti ha trasmesso alla commissione per
gli affari costituzionali in vista della sua approvazione in seduta
plenaria, è il quarto accordo di questo tipo fra le due istituzioni,
dopo il codice di condotta approvato nel 1990, la sua versione
riveduta nel 1995 e l’accordo quadro negoziato nel 2000.
Con l’entrata in
vigore dell’Atto unico europeo che ha introdotto la procedura di
cooperazione, nel 1987, le relazioni tra i due organi europei si
sono costantemente approfondite, tanto da portare alla conclusione
del primo codice di condotta in tal senso. Tale accordo
interistituzionale è uno dei primi finalizzati ad inquadrare le
relazioni fra istituzioni delle Comunità europee dell’epoca.
Il trattato di
Maastricht (1993), poi, ha consolidato tale relazione politica tra
il Parlamento e la Commissione, sottoponendo quest’ultima ad un voto
di investitura del Parlamento e la conclusione del trattato di
Amsterdam (1999) ha permesso di siglare un accordo quadro molto più
ambizioso, volto a regolare tutti gli aspetti delle loro relazioni.
Link utile
Comunicato stampa del Presidente Borrell
(in francese)
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DICHIARAZIONI |
Avvicendamento di deputati italiani
Il Presidente si
è congratulato con Mercedes BRESSO (PSE, IT) per la sua
elezione alla Presidenza della Regione Piemonte. Ricordando che
questa carica è incompatibile con il mandato di deputato europeo, ha
quindi informato l'Assemblea che la deputata è stata sostituita, dal
25 maggio, da Gianni RIVERA (ALDE/ADLE, IT).
Il Presidente ha
inoltre informato l'Aula che le autorità italiane hanno comunicato
che, dal 24 maggio, Vincenzo LAVARRA (PSE, IT) sostituisce
Ottaviano DEL TURCO (PSE, IT) il cui seggio era vacante dal
1° maggio scorso a seguito della sua elezione alla Presidenza della
Regione Abruzzo. Si ricorda che Vincenzo Lavarra è già stato
deputato europeo nel corso della precedente legislatura (1999-2004).
Interventi di un minuto
Cristiana
MUSCARDINI (UEN, IT) ha ricordato che ormai da diversi giorni è
stata rapita in Afghanistan una giovane donna italiana che lavorava
nella cooperazione «per aiutare donne e bambini».
La deputata ha
quindi chiesto ai colleghi parlamentari di sottoscrivere un appello
per la sua liberazione, già sostenuto da diversi deputati, tra cui
il presidente della commissione affari esteri, «per chiedere al
popolo afgano di isolare i rapitori e di aiutare la liberazione
della giovane Clementina».
I colleghi, ha
suggerito, potrebbero anche mandare autonomamente una e-mail
all'Ambasciata afgana a Bruxelles e ai maggiori mezzi d'informazione
a Kabul. Il Parlamento europeo, che ha ricevuto il Presidente Karzaï
il quale «sta aiutando il popolo afgano nel suo ritorno alla
normalità», ha «il dovere in questa tragica vicenda di far
sentire la sua voce, la sua solidarietà a questa giovane donna»,
ha concluso la deputata.
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VARIE |
Conti trimestrali non finanziari nel settore istituzionale
Astrid LULLING (PPE/DE, LU)
Raccomandazione sui conti trimestrali non finanziari dei settori
istituzionali
Doc.: A6-0152/2005
Procedura: Codecisione, seconda lettura
Relazione senza dibattito ai sensi dell'artico 131 del Regolamento
del Parlamento
Votazione: 26.5.2005
La
raccomandazione è stata approvata.
Più fondi per la competitività delle PMI
Britta THOMSEN (PSE, DK)
Relazione sul programma pluriennale a favore dell'impresa e
dell'imprenditorialità (2001-2005)
Doc.: A6-0118/2005
Procedura: Codecisione, prima lettura
Relazione senza dibattito ai sensi dell'artico 131 del Regolamento
del Parlamento
Votazione: 26.5.2005
La relazione è
stata approvata.
Stipendi
base e indennità per il personale Europol
Claude MORAES (PSE, UK)
Relazione sugli stipendi base e indennità applicabili al personale
dell'Europol
Doc.: A6-0139/2005
Procedura: Consultazione legislativa
Relazione senza dibattito ai sensi dell'artico 131 del Regolamento
del Parlamento
Votazione: 26.5.2005
La relazione è
stata respinta e torna quindi all'esame della commissione
parlamentare competente.
Accordo CE/Cile su alcuni aspetti dei servizi aerei
Paolo COSTA (ALDE/ADLE, IT)
Relazione sull'Accordo CE/Cile su alcuni aspetti dei servizi aerei
Doc.: A6-0100/2005
Procedura: Consultazione legislativa
Relazione senza dibattito ai sensi dell'artico 131 del Regolamento
del Parlamento
Votazione: 26.5.2005
La relazione è
stata approvata.
Finanziamenti comunitari agli studi sulla pesca
Philippe MORILLON (ALDE/ADLE, FR)
Relazione sul finanziamento di studi e progetti pilota connessi alla
politica comune della pesca
Doc.: A6-0113/2005
Procedura: Consultazione legislativa
Relazione senza dibattito ai sensi dell'artico 131 del Regolamento
del Parlamento
Votazione: 26.5.2005
La relazione è
stata approvata con 574 voti favorevoli, 15 contrari e 10
astensioni.
Accordo CE/Costa d'Avorio sulla pesca
Philippe MORILLON (ALDE/ADLE, FR)
Relazione sul Protocollo all'accordo CE/Costa d'Avorio sulla pesca
(1° luglio 2004 - - 30 giugno 2007)
Doc.: A6-0114/2005
Procedura: Consultazione legislativa
Relazione senza dibattito ai sensi dell'artico 131 del Regolamento
del Parlamento
Votazione: 26.5.2005
La relazione è
stata approvata.
PAC: semplificata la struttura dei finanziamenti
Agnes SCHIERHUBER (PPE/DE, AT)
Relazione sul finanziamento della politica agricola comune
Doc.: A6-0127/2005
Procedura: Consultazione legislativa
Relazione senza dibattito ai sensi dell'artico 131 del Regolamento
del Parlamento
Votazione: 26.5.2005
La relazione è
stata approvata.
Sedili e poggiatesta dei veicoli a motore
Dieter-Lebrecht KOCH (PPE/DE, DE)
Raccomandazione sui sedili e poggiatesta dei veicoli motore
Doc.: A6-0115/2005
Procedura: Codecisione, seconda lettura
Dibattito: 25.5.2005
Votazione: 26.5.2005
La
raccomandazione è stata approvata.
Cinture di sicurezza e sistema di ritenuta dei veicoli a motore
Paolo COSTA (ALDE/ADLE, IT)
Raccomandazione sulle cinture di sicurezza e sistemi di ritenuta dei
veicoli motore
Doc.: A6-0120/2005
Procedura: Codecisione, seconda lettura
Dibattito: 25.5.2005
Votazione: 26.5.2005
La
raccomandazione è stata approvata.
Ancoraggi delle cinture di sicurezza dei veicoli a motore
Paolo COSTA (ALDE/ADLE, IT)
Raccomandazione sugli ancoraggi delle cinture di sicurezza dei
veicoli motore
Doc.: A6-0117/2005
Procedura: Codecisione, seconda lettura
Dibattito: 25.5.2005
Votazione: 26.5.2005
La
raccomandazione è stata approvata.
Parità uomo-donna: più fondi in attesa di PROGRESS
Rodi KRATSA-TSAGAROPOULOU (PPE/DE, EL)
Relazione sulla modifica dei programmi d'azione sulla parità tra
donne e uomini
Doc.: A6-0132/2005
Procedura: Codecisione, prima lettura
Dibattito: 25.5.2005
Votazione: 26.5.2005
La relazione è
stata approvata.
Sistemi di protezione frontale dei veicoli a motore
Ewa HEDKVIST PETERSEN (PSE, SE)
Relazione sui sistemi di protezione frontale dei veicoli a motore
Doc.: A6-0053/2005
Procedura: Codecisione, prima lettura
Dibattito: 25.5.2005
Votazione: 26.5.2005
La relazione è
stata approvata.
Servizio europeo di azione esterna
Risoluzione sul servizio europeo di azione esterna
Doc.: B6-0320/2005
Procedura: Risoluzione
Dibattito: 11.5.2005
Votazione: 26.5.2005
La risoluzione è
stata approvata.
Lavoratori dei servizi di interoperabilità transfrontaliera
Risoluzione sulle condizioni di utilizzazione dei lavoratori mobili
che effettuano servizi di interoperabilità transfrontaliera
Doc.: B6-0319/2005
Procedura: Risoluzione
Votazione: 26.5.2005
La risoluzione è
stata approvata.
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Ordine del giorno 6 - 9 giugno 2005
Strasburgo
Lunedì 6 giugno 2005
(17:00 -
22:00)
|
Apertura della sessione e ordine dei lavori |
**I |
Relazione Karas - Sorveglianza delle posizioni di
bilancio nonchè sorveglianza e coordinamento delle
politiche economiche |
* |
Relazione Karas - Disavanzi eccessivi |
***I |
Relazione Laperrouze - Reti transeuropee
dell'energia |
***I |
Relazione Rothe - Efficienza energetica negli
utilizzi finali, servi energetici |
|
Relazione Bösch - Protezione degli interessi
finanziari delle Comunità e lotta antifrode |
Martedì
7 giugno 2005
(9:00 -
12:00, 21:00 - 24:00)
|
Votazione sulle richieste di applicazione della
procedure d'urgenza (articolo 134 del Regolamento
del Parlamento) |
* |
Discussione congiunta - Lotta al terrorismo
Relazione Díez González - Piano d'azione
dell'Unione europea contro il terrorismo
Relazione Mayor Oreja - Attacchi
terroristici: prevenzione, preparazione e risposta
Relazione Lambrinidis - Protezione delle
infrastrutture sensibili nel quadro della lotta al
terrorismo
Relazione Borghezio - Lotta al finanziamento
del terrorismo
Relazione Duquesne - Scambio di informazioni
in particolare con riguardo ai reati gravi, compresi
gli atti terroristici
Relazione Duquesne - Cooperazione in materia
di reati terroristici
Relazione Duquesne - Scambio di informazioni
e intelligence in materia di reati terroristici
Relazione Alvaro - Prevenzione, ricerca,
accertamento e perseguimento della criminalità e dei
reati, compreso il terrorismo
Interrogazioni orali Florenz - Bioterrorismo |
|
Relazione Garriga Polledo, Jensen - Progetto
di bilancio rettificativo 2/2005 |
***II |
Raccomandazione per la seconda lettura Peillon
- Controllo dei movimenti di denaro contante |
* |
Relazione Rosati - Prodotti soggetti ad
accisa
|
|
Relazione Gaubert - Legami tra immigrazione
legale e clandestina ed integrazione dei migranti |
|
Relazione Bowis - Mobilità dei pazienti,
sviluppi dell'assistenza sanitaria |
(12:00 -
13:00 )
Votazione
*** |
Raccomandazione Brok - Protocollo all'accordo
euromediterraneo con la Giordania a seguito
dell'allargamento |
|
Proposte di risoluzione - Spazio di libertà,
sicurezza e giustizia |
|
Testi di cui sarà stata chiusa la discussione |
(15:00 -
18:00)
|
Relazione Böge - Sfide politiche e mezzi di
bilancio dell'Unione allargata 2007-2013 |
(18:00 -
19:30)
|
Tempo delle interrogazioni alla Commissione |
Mercoledì 8 giugno 2005
(9:00 -
12:00)
|
Dichiarazioni del Consiglio e della Commissione
- Preparazione del Consiglio europeo (Bruxelles, 16
e 17 giugno 2005) |
(12:00 -
13:00)
Votazione
|
Testi di cui sarà stata chiusa la discussione |
(15:00
- 17:30, 21:00 - 24:00)
|
Dichiarazioni del Consiglio e della Commissione
- Riforma dell'ONU |
|
Dichiarazioni del Consiglio e della Commissione
- Relazioni transatlantiche |
|
Dichiarazione del Consiglio e della Commissione
- Sicurezza in Estremo Oriente |
|
Interrogazioni orali Staes - Accordo
Commissione-Stati membri/Philip Morris in materia di
lotta alla frode |
|
Relazione Dimitrakopoulos - L'Unione europea
e l'Iraq - Quadro per l'impegno |
|
Relazione Vlasto - Rafforzare la
competitività europea |
***I |
Relazione Adamou - Idrocarburi policiclici
aromatici contenuti negli oli diluenti e negli
pneumatici |
* |
Relazione Schierhuber - Sostegno allo
sviluppo rurale da parte del FEASR |
***I |
Relazione Brepoels - Infrastruttura per
l'informazione territoriale nella Comunità (INSPIRE) |
|
Interrogazione orale Gargani - Brevetto
comunitario |
|
Relazioni iscritte conformemente all'articolo 134
del Regolamento del Parlamento |
(17:30 -
19:00)
|
Tempo delle interrogazioni al Consiglio |
Giovedì 9 giugno
2005
(10:00
- 12:00, 15:00 - 16:30)
* |
Relazione Fraga Estévez - Sfruttamento sostenibile
delle risorse della pesca nel Mediterraneo |
* |
Relazione Freitas - Accordo sul programma
internazionale per la conservazione dei delfini |
|
Relazione Őry - Inserimento sociale nei nuovi
Stati membri |
|
Relazione Juknevičienė - Occupazione e
produttività e relativo contributo alla crescita
economica |
(12:00 - 13:00)
Votazione
|
Testi
di cui sarà stata chiusa la discussione |
(16:30
- 17:30)
|
Discussioni su casi di violazione dei diritti umani,
della democrazia e dello Stato di diritto (articolo 115
del regolamento del Parlamento) |
(17:30)
Votazione
|
Proposte di risoluzione concernenti le discussioni su
casi di violazione dei diritti umani, della democrazia e
dello Stato di diritto (articolo 115 del regolamento del
Parlamento) |
|
Testi
di cui sarà stata chiusa la discussione |
L'ordine
del giorno può subire modifiche.
|
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