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RASSEGNA

 

25 - 26 maggio 2005

 

Bruxelles

 


Sommario

Codici delle procedure parlamentari, abbreviazioni

Deputati al Parlamento europeo

Affari costituzionali
Mozione di censura contro la Commissione

Sanità pubblica e Consumatori
Alimentare: etichette chiare che non ingannano i consumatori
Sì all'aggiunta di vitamine, ma non a frutta e verdura

Giustizia e Affari interni
Norme più severe per combattere il finanziamento del terrorismo

Relazioni esterne
UE-Russia: partnership importante ma occorre garantire la democrazia

Affari economici e monetari
Rilanciare competitività, produttività, occupazione e crescita

Politica sociale e dell’occupazione
Agenda sociale 2006-2010
Politiche per l'occupazione

Diritti dell’uomo
L'Unione ha il dovere di tutelare i diritti fondamentali

Sicurezza e Difesa
Armi leggere e di piccolo calibro

Affari costituzionali
Nuovo accordo quadro tra Parlamento e Commissione

Dichiarazioni
Avvicendamento di deputati italiani
Interventi di un minuto

Varie
Conti trimestrali non finanziari nel settore istituzionale
Più fondi per la competitività delle PMI
Stipendi base e indennità per il personale Europol
Accordo CE/Cile su alcuni aspetti dei servizi aerei
Finanziamenti comunitari agli studi sulla pesca
Accordo CE/Costa d'Avorio sulla pesca
PAC: semplificata la struttura dei finanziamenti
Sedili e poggiatesta dei veicoli a motore
Cinture di sicurezza e sistema di ritenuta dei veicoli a motore
Ancoraggi delle cinture di sicurezza dei veicoli a motore
Parità uomo-donna: più fondi in attesa di PROGRESS
Sistemi di protezione frontale dei veicoli a motore
Servizio europeo di azione esterna
Lavoratori dei servizi di interoperabilità transfrontaliera

Ordine del giorno 6 - 9 giugno 2005 Strasburgo




 

Codici delle procedure parlamentari

Serie A

Relazioni e raccomandazioni

Serie B

Risoluzioni e interrogazioni orali

Serie C

Documenti di altre Istituzioni

*

Procedura di consultazione

**I

Procedura di cooperazione, prima lettura

**II

Procedura di cooperazione, seconda lettura

***

Parere conforme

***I

Procedura di codecisione, prima lettura

***II

Procedura di codecisione, seconda lettura

***III

Procedura di codecisione, terza lettura

 Abbreviazioni

 - Gruppi politici: vedere pagina seguente

BE

Belgio

IT

Italia

PL

Polonia

CZ

Repubblica ceca

CY

Cipro

PT

Portogallo

DK

Danimarca

LV

Lettonia

SI

Slovenia

DE

Germania

LT

Lituania

SK

Slovacchia

EE

Estonia

LU

Lussemburgo

FI

Finlandia

EL

Grecia

HU

Ungheria

SE

Svezia

ES

Spagna

MT

Malta

UK

Regno Unito

FR

Francia

NL

Olanda

 

 

IE

Irlanda

AT

Austria

 

 

 

Deputati al Parlamento europeo

Situazione al 26.05.2005

 

PPE/DE

PSE

ALDE/ADLE

Verdi/ALE

GUE/NGL

IND/DEM

UEN

NI

Totale

BE

6

7

6

2

 

 

 

3

24

CZ

14

2

 

 

6

1

 

1

24

DK

1

5

4

1

1

1

1

 

14

DE

49

23

7

13

7

 

 

 

99

EE

1

3

2

 

 

 

 

 

6

EL

11

8

 

 

4

1

 

 

24

ES

24

24

2

3

1

 

 

 

54

FR

17

31

11

6

3

3

 

7

78

IE

5

1

1

 

1

1

4

 

13

IT

24

15

13

2

7

4

9

4

78

CY

3

 

1

 

2

 

 

 

6

LV

3

 

1

1

 

 

4

 

9

LT

2

2

7

 

 

 

2

 

13

LU

3

1

1

1

 

 

 

 

6

HU

13

9

2

 

 

 

 

 

24

MT

2

3

 

 

 

 

 

 

5

NL

7

7

5

4

2

2

 

 

27

AT

6

7

 

2

 

 

 

3

18

PL

19

10

4

 

 

10

7

4

54

PT

9

12

 

 

3

 

 

 

24

SI

4

1

2

 

 

 

 

 

7

SK

8

3

 

 

 

 

 

3

14

FI

4

3

5

1

1

 

 

 

14

SE

5

5

3

1

2

3

 

 

19

UK

28

19

12

5

1

10

 

3

78

Totale

268

201

89

42

41

36

27

28

732

Deputati uscenti:                                                           Deputati entranti:
Ottaviano DEL TURCO (PSE, IT) (2.5.2005)              Vincenzo LAVARRA (PSE, IT) (24.5.2005)
Theresa VILLIERS (PPE/DE, UK) (11.5.2005              Syed Salah KAMALL (PPE/DE, UK) (12.5.2005)
Christopher HUHNE (ALDE/ADLE, UK) (11.5.2005)      Sharon Margaret BOWLES (ALDE/ADLE, UK)
                                                                        (12.5.2005)
Mercedes BRESSO (PSE, IT) (25.5.2005)                     Giovanni RIVERA (ALDE/ADLE, IT) (25.5.2005)
 

Gruppi politici

PPE/DE

Gruppo del Partito popolare europeo (Democratici-cristiani) e dei Democratici europei

PSE

Gruppo socialista al Parlamento europeo

ALDE/ADLE

Gruppo dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa

Verdi/ALE

Gruppo Verde/Alleanza libera europea

GUE/NGL

Gruppo confederale della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica

IND/DEM

Gruppo Indipendenza/Democrazia

UEN

Gruppo "Unione per l'Europa delle nazioni"

NI

Non iscritti

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AFFARI COSTITUZIONALI

Mozione di censura contro la Commissione
 

Mozione di censura contro la Commissione delle Comunità europee

Doc.: B6-0318/2005

Dibattito: 25.05.2005

Votazione: giugno 2005

 Dibattito

Nigel FARAGE (IND/DEM, UK), promotore della mozione di censura, ha ricordato di non aver ricevuto risposte alle sue domande poste nel mese di febbraio in merito alle vacanze dei commissari. Tuttavia, grazie a notizie stampa, si era invece venuti a conoscenza che il Presidente Barroso era stato ospitato in crociera dal miliardario greco Latsis mentre il commissario Mandelson era stato ospite del cofondatore di Microsoft. Non si tratta di accusare i commissari, ha precisato, «ma chiediamo che si dica la verità». Ignorando le sue richieste, ha poi aggiunto, il Presidente «si è messo in una posizione scomoda».

L'oratore ha quindi accennato alle pressioni che i gruppi politici avrebbero esercitato sui deputati affinché non sottoscrivessero la mozione o ritirassero il loro sostegno nel tentativo di impedire che il Parlamento potesse «fare il suo dovere» ed ha precisato che tra di essi figurano anche membri del Parlamento favorevoli all'Europa e alla Costituzione.

Egli ha quindi ceduto la parola a Roger HELMER (PPE/DE, UK) che gli ha chiesto se fosse d'accordo sul fatto che quanto tentato dai leader dei gruppi fosse un «vergognoso affronto alla democrazia e alla trasparenza» e che «le minacce di gravi conseguenze» da essi ventilate fossero «inappropriate». Farage, dicendosi d'accordo, ha aggiunto che i leader dei gruppi hanno adottato «una tattica prepotente» e «dovrebbero vergognarsi per quello che hanno fatto».

«La mozione di censura è ingiustificata e infondata», ha esordito José Manuel BARROSO. Infatti, ha spiegato, non è la mozione l'unico modo per spiegare quanto avvenuto ed ha ricordato la sua disponibilità nei confronti del Parlamento europeo «per una questione di rispetto, di apertura e trasparenza». La realtà, ha proseguito, è che la maggioranza dei gruppi non ha ritenuto necessario un dibattito in Aula ritenendo sufficienti le spiegazioni fornite nella lettera inviata al Presidente Borrell ad aprile. Egli ha quindi spiegato che le relazioni con Latsis risalgono a più di vent'anni fa' - «prima che iniziassi la carriera politica» - non sono soggette a «interessi commerciali» e che la loro natura non è cambiata da allora. Pertanto, non è mai stato a conoscenza di un qualunque legame tra questo e la Commissione tanto da poter avanzare un sospetto di conflitto d'interessi.

Le affermazioni dei promotori della mozione in merito agli aiuti di Stato greci erogati con l'accordo della Commissione, ha poi aggiunto, «rilevano della malafede» poiché non hanno nessun legame con la sua personale situazione. In effetti, ha spiegato, il nulla osta a tali aiuti è stato deciso dal Collegio precedente guidato da Romano Prodi, su proposta di Mario Monti, il che dimostra come l'iniziativa della censura «abbia un carattere ingiustificato, illegittimo e assurdo». Questo divario temporale, ha proseguito, «è stato omesso dal promotore della mozione di censura», che rappresenta quindi una «manipolazione deliberata».

Il Presidente della Commissione ha quindi ricordato che il nuovo Collegio, su sua iniziativa, ha adottato norme molto severe in materia di conflitti d'interesse e trasparenza pertanto, la mozione poggia su «insinuazioni abusive». Il fatto che un commissario abbia rapporti personali senza nessi con la sua funzione «non può essere considerato un conflitto d'interesse» perché, ha spiegato, «la sola conoscenza non è motivo di sospetto». Il processo politico e legislativo, altrimenti, si fermerebbe.

Il Presidente ha quindi spiegato che la sua presenza in Aula è motivata dalla volontà di conoscere la posizione del Parlamento su «questo tipo di manovre politiche» e non perché considera la mozione come un attacco personale da parte dell'autore della mozione. Quest'ultimo ritiene molto strano un invito a passare qualche giorno in barca e, in effetti, ha esclamato, «non conosco una persona che avrebbe il coraggio di invitarlo per un solo giorno in barca e capisco quindi molto bene le sue difficoltà!».

Non è quindi una questione personale, bensì una questione istituzionale seria perché, ha spiegato, «si iscrive in una tendenza populista che ricorre alla manipolazione con la presunta semplificazione di argomenti importanti e complessi, una tendenza contro l'Europa che stiamo costruendo». In effetti la mozione si serve di valori essenziali per la democrazia, come la deontologia e la trasparenza, «con fini mistificatori e con processi alle intenzioni e cerca di dissimulare le sue vere intenzioni, ossia rimettere in questione la credibilità delle istituzioni dell'Unione e l'insieme della sua opera di integrazione». Cerca, ha proseguito, di sviare l'attenzione dai dibattiti importanti verso presunti scandali prefabbricati e questo, ha aggiunto, «oltrepassa la soglia che separa la democrazia dalla demagogia e non possiamo accettare questo abuso della democrazia».

I cittadini europei «non vogliono la politica spettacolo» e la grande maggioranza dell'Assemblea condivide certamente questo approccio, ha affermato l'oratore. Le sfide politiche che abbiamo davanti richiedono grandi sforzi. E' legittimo essere più o meno entusiasti dell'Europa o degli orientamenti del Parlamento o della Commissione oppure avere opinioni politiche diverse, ha detto il Presidente, «ma non è legittimo utilizzare le Istituzioni contro loro stesse». Inoltre, non è legittimo lanciare insinuazioni prive di fondamento e avviare processi alle intenzioni «che impediscono un dibattito costruttivo che consenta all'Europa di rispondere alle attese dei cittadini».

Ribadendo quindi l'impegno del suo Collegio a rispettare tutte le regole deontologiche e di trasparenza, il Presidente ha concluso esortando il Parlamento «a censurare la mozione di censura, respingendola massicciamente».

Hans-Gert POETTERING (PPE/DE, DE), a nome del gruppo, ha affermato di rispettare il diritto di presentare una mozione di censura e che l'uso che ne è fatto in questa occasione «lo sminuisce». Egli ha quindi ricordato che, il 13 maggio scorso, i quattro principali gruppi del Parlamento, cui si è aggiunto successivamente l'UEN, hanno definito «ingiustificata e eccessiva» la mozione. Una mozione, ha aggiunto, «umanamente inaccettabile e politicamente poco trasparente», che va contro il concetto di integrazione europea.

Dopo aver ripercorso la cronologia degli eventi riguardanti la crociera del Presidente della Commissione, ha quindi affermato che la decisione degli aiuti di Stato ricadeva sotto la responsabilità del Collegio precedente e, pertanto, la motivazione alla mozione «crolla come un castello di carta». I promotori, ha aggiunto, sono solo interessati ad attaccare le Istituzioni e la loro credibilità al fine di screditarle e ciò, ha sottolineato, «a pochi giorni dai referendum» sulla Costituzione.

In merito ai cinque conservatori britannici appartenenti al suo gruppo che hanno sottoscritto la mozione, l'oratore ha spiegato che essi non hanno informato né consultato gli organi del gruppo riguardo alle loro intenzioni, «mettendosi così al di fuori» di esso. Egli ha quindi affermato «di non aver mai avuto tanta pazienza come l'ha avuta con HELMER» che, di fatto, «ha quindi rinunciato alla sua appartenenza al gruppo».

Ribadendo quindi la fiducia del suo gruppo al Presidente della Commissione e al suo Collegio, il leader dei popolari ha quindi concluso affermando che «non permetteremo a nessuno di intralciare la nostra determinazione in questo progetto di pace per un'Europa unita».

Martin SCHULZ (PSE, DE) ha affermato che, sul merito, basta dire che la decisione di concedere l'aiuto di Stato è stata presa dall'Esecutivo Prodi e che, pertanto, questa Commissione «non c'entra niente». Per gli ispiratori della mozione, ha aggiunto, la «sostanza politica» della loro iniziativa era di «fare spettacolo», allo scopo di richiamare l'attenzione di «telecamere e  media».

Ricordando di aver già indicato cosa il suo gruppo si aspetta dalla Commissione e che, in tale ambito, non esiterà a formulare «critiche sostanziali» se ciò fosse necessario, l'oratore ha detto di non condividere la tendenza «a fare della diffamazione una strategia parlamentare». Egli ha quindi annunciato il voto contrario del suo gruppo alla mozione. 

«Siete ridicoli!» ha esclamato Graham R. WATSON (ALDE/ADLE, UK) rivolgendosi ai promotori della mozione. Il loro "J'accuse" non fa di loro degli Emile Zola, ha aggiunto, e la mozione «non è altro che un'astuzia per screditare la Commissione europea».

La vera posta in gioco, ha continuato, non è la trasparenza perché, se così fosse, «le firme di almeno quattro sovranisti britannici che hanno rifiutato di pubblicare i loro interessi finanziari su Internet non figurerebbero in calce alla mozione». I firmatari della proposta, ha aggiunto, hanno un solo scopo: «screditare il Presidente della Commissione e l'Unione nel suo insieme» a pochi giorni dai referendum in Francia e nei Paesi Bassi per «provocare il massimo imbarazzo per l'Unione prima delle consultazioni popolari».

Il Presidente della Commissione, ha proseguito, dev'essere piuttosto perplesso. Abbiamo iniziato un dibattito sull'ospitalità ed egli ha fornito tutte le informazioni sulle sue vacanze con un amico di vecchia data, prima di assumere il suo incarico. Notando poi come esistano poche industrie in Europa che non ricevono il sostegno di qualche governo, ha quindi esclamato che se il Presidente non avesse nessun contatto con gli industriali, «avrebbe altrettanti pochi amici del Signor Farage!».

Il deputato ha quindi affermato che il suo gruppo difende la trasparenza in tutti gli affari europei perché questa rappresenta parte del «contratto con l'elettorato» e ha ricordato gli accordi siglati tra il Parlamento e la Commissione, nonché la revisione del codice di condotta che, forse, «necessita di essere più esplicito sulla nozione di ospitalità».

 Il suo gruppo difende anche il diritto di ricorrere alla mozione di censura ma, ha spiegato, questo strumento «deve essere utilizzato con cautela e i deputati dovrebbero fare attenzione a non farne un uso frivolo che rischi di discreditarlo». Occorre essere vigili sull'obbligo di rendiconto dei poteri pubblici ma, ha aggiunto, «dobbiamo anche lasciare lavorare la Commissione al fine di ravvicinare gli Stati membri dell'Unione europea». Egli ha quindi concluso affermando che l'Europa «ha bisogno di costruttori e non di demolitori, di deputati  che guardano avanti e non di quelli che guardano indietro, di parlamentari che vedono opportunità e non di quelli che intendono sfruttare le diffcoltà».

Monica FRASSONI (Verdi/ALE, IT) ha affermato che una vasta maggioranza del suo gruppo ritiene inopportuna la presentazione di questa mozione di censura ed esprimerà in giugno un voto contrario. Inopportuna, ha spiegato, «perché non ci sembrano rilevanti, per i destini dell'Europa, i rapporti personali del Presidente Barroso con il dott. Latzis». Dicendosi quindi dispiaciuta che «questo accanimento su presunte irregolarità da parte della Commissione in merito a questioni finanziarie faccia sempre dimenticare che l'80% dei casi di cattiva gestione del denaro comunitario riguarda gli Stati membri», ha esortato i colleghi a un «maggiore attivismo» a questo proposito.

Lo strumento della mozione di censura, ha aggiunto, non aiuta per nulla «la causa, giusta, di una maggiore trasparenza e responsabilità della Commissione», e non fa altro che «rafforzare l'opinione di coloro che, come il sig. Farage, pensano che l'Unione debba semplicemente essere abolita».

Questo non significa, ha però precisato, che il giudizio politico sull'operato della Commissione e del suo Presidente sia cambiato. La deputata ha espresso «un certo malessere» sul modo in cui si svolge il dibattito: «in forma solenne sì, ma con tempi e possibilità di espressione così limitati da apparire come uno show dei favorevoli e dei contrari a Barroso, offrendo una tribuna esagerata al compagno Farage e al suo compagno di giochi, Helmer».

La co-presidente dei Verdi ha voluto quindi cogliere l'occasione per richiamare l'attenzione del Presidente della Commissione sul fatto che questa «è soltanto la prima, prevedibile conseguenza della decisione sbagliata di mantenere la sig.ra Kroes al suo posto» e che «è evidente che questa situazione offre un'occasione d'oro per manipolazioni e illazioni oltre, ovviamente, a moltiplicare i ritardi e complicare la legittimità dei procedimenti in corso». Inoltre, ha aggiunto, è più che evidente che «soltanto la più totale trasparenza e una maggiore disponibilità ad accettare da subito il dibattito possono contribuire ad evitare di cadere in queste trappole e oggi la Commissione è esposta a problemi di potenziali conflitti d'interesse che non sono stati recisi alla radice».

La deputata ha quindi concluso affermando che «per vincere il dibattito e per mandare Farage e i suoi ai margini del dibattito politico», occorre rilanciare il ruolo dell'Esecutivo come guardiano dei Trattati e dell'interesse dell'Europa. Attualmente, ha infatti sottolineato, non v'è nessuna iniziativa positiva da parte della Commissione in campo ambientale, sociale o culturale ed ha quindi esortato i membri del Collegio ad agire «in modo tale che i cittadini europei vi possano riconoscere e, con voi, possano riconoscere tutta la legittimità del piano europeo».

Miguel PORTAS (GUE/NGL, PT) ha affermato che l'obiettivo della mozione era di chiarire i conflitti di interessi e per tale motivo alcuni deputati del suo gruppo hanno aderito all'iniziativa ma, ha aggiunto, se l'obiettivo è invece di censurare le vacanze del Presidente della Commissione, il Gruppo si dissocia. Egli ha quindi sostenuto che ciò che divide il suo gruppo dalla Commissione sono le politiche liberali da essa promosse e che le relazioni tra il Presidente e il signor Latsis sono state chiarite e hanno svuotato di significato la mozione. La cosa importante, ha aggiunto, è ricucire i rapporti con i cittadini e la trasparenza va valutata con i fatti, non con processi alle intenzioni e illazioni.

Jens-Peter BONDE (IND/DEM, DK) ha ricordato di non aver ricevuto risposta alla sua richiesta della lista di tutti i doni di valore superiore a 100 euro ricevuti dai commissari. Il limite tra il dono e la corruzione, ha detto è pari a 120 euro. Inoltre, ha espresso l'auspicio di poter conoscere i nomi dei numerosi esperti che partecipano ai vari comitati e i diversi atti dell'Esecutivo nella preparazione della normativa, nonché di controllare le assunzioni nelle Istituzioni.

Brian CROWLEY (UEN, IE) ha voluto ringraziare il Presidente della Commissione per la sua presenza in Aula e ha definito «ridicoli» i promotori della mozione che impediscono al Parlamento di trattare le cose veramente importanti. Sono «menzogne e insinuazioni», ha aggiunto, le accuse relativo al «pericolo» rappresentato dalla Commissione poiché è noto che ogni decisione vede la partecipazione di numerosi soggetti. I promotori ricorrono quindi a un «opportunismo della peggior specie» per contrastare il progetto europeo.

Hans-Peter MARTIN (NI, AT) si è detto deluso dall'andamento del dibattito perché si aspettava delle spiegazioni e, invece, il Presidente della Commissione è ricorso unicamente alla demagogia, con dichiarazioni che danno un segnale sbagliato, «di intolleranza». Egli ha quindi stigmatizzato «l'Europa dei lobbisti e dei suoi amici» e il danno che questo provoca agli ideali europei e, dichiarandosi europeista ma non a favore di questa Europa, ha concluso affermando che «non ci può essere democrazia senza trasparenza».

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SANITÀ PUBBLICA E CONSUMATORI

Alimentare: etichette chiare che non ingannano i consumatori
 

Adriana POLI BORTONE (UEN, IT)

Relazione sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti alimentari

Doc.: A6-0128/2005

Procedura: Codecisione, prima lettura

Dibattito: 25.5.2005

Votazione: 26.5.2005

 Con 458 voti favorevoli, 116 contrari e 15 astensioni, il Parlamento ha adottato in prima lettura della procedura di codecisione la relazione di Adriana POLI BORTONE (UEN, IT) sulla proposta di regolamento relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti alimentari.

La Plenaria, di stretta maggioranza, ha accolto la posizione della commissione parlamentare che non ritiene necessario che dette indicazioni debbano rispettare specifici profili nutrizionali. Inoltre, precisa il campo d'applicazione del regolamento escludendo le campagne promozionali pubbliche, i prodotti venduti sfusi e gli ortofrutticoli e prevede misure specifiche a favore delle PMI e per la protezione dei segreti industriali.

La proposta di regolamento nasce dall'esigenza di armonizzare legislazioni nazionali divergenti al fine di garantire un elevato livello di protezione dei consumatori. Essa considera una serie di indicazioni che figurano comunemente in etichetta - come «light», «povera in grassi» o «senza zucchero» - e stabilisce le relative soglie il cui rispetto permette l'uso delle indicazioni stesse. Inoltre, prevedeva una condizione generale per tutte le indicazioni: l'apposizione in etichetta dei profili nutrizionali, specialmente riguardo ai contenuti in grassi, zuccheri e sodio.

D'accordo con la Commissione, taluni deputati, inclusa la relatrice, avevano deplorato l'esito del voto in commissione per l'ambiente, la salute e la protezione dei consumatori, considerando che ai produttori non dovrebbe essere concesso di vantare particolare vantaggi dei loro prodotti se nascondono alti contenuti in grassi, zuccheri o sodio, che sono la causa di diverse complicazioni per la salute, come le malattie cardiovascolari. Essi hanno pertanto tentato di reintrodurre tale disposizione (l'articolo 4) senza, tuttavia, avere successo.

La maggioranza dei deputati, infatti, ha confermato il voto della commissione parlamentare temendo che l'apposizione obbligatoria in etichetta dei profili nutrizionali potesse operare una discriminazione tra i prodotti classificandoli in «buoni» e «cattivi». Ai loro occhi, inoltre, non è tanto la composizione del prodotto che conta, quanto l'uso che ne è fatto e, in particolare, l'equilibrio del regime alimentare. Durante il dibattito in Aula, tuttavia, il commissario Markos KYPRIANOU ha affermato di non accettare la soppressione della disposizione in questione in quanto è da considerare la pietra angolare di tutto il regolamento.

L'Esecutivo proponeva inoltre che tutte le indicazioni che vantano i benefici per la salute dei prodotti fossero soggette a un sistema di autorizzazione che vedesse implicata l'Autorità europea per la Sicurezza Alimentare. I deputati, confermando quanto proposto dalla commissione parlamentare, sostengono invece una più semplice procedura di notifica, piuttosto che un'autorizzazione vera e propria. Altrimenti detto, il produttore o l'importatore devono informare le autorità responsabili al momento di immettere sul mercato un prodotto che presenta un'indicazione nutrizionale. Spetterà a queste emettere eventuali obiezioni o pronunciarsi per un divieto di commercializzazione.

L'Esecutivo auspicava anche vietare esplicitamente talune indicazioni in materia di salute ma i deputati sono stati meno restrittivi. A loro parere, le indicazioni relative al peso (controllo del peso o dell'appetito, valore energetico, ecc.) e quelle che si riferiscono ai consigli di professionisti della salute potrebbero essere autorizzate se si rivelano scientificamente fondate. D'altra parte, introducono il divieto di apporre indicazioni destinate direttamente ed esclusivamente ai bambini.

 Riguardo al campo d'applicazione del regolamento, i deputati precisano che esso si applica alle indicazioni nutrizionali e sulla salute contenute in comunicazioni commerciali relative agli alimenti nell'etichettatura, nella presentazione e nella pubblicità dei prodotti alimentari forniti al consumatore finale.

Inoltre, accolgono la proposta di applicarlo anche ai prodotti alimentari destinati a ristoranti, ospedali, scuole e mense. Tuttavia, puntualizzano che non si applica ai prodotti alimentari che sono presentati e venduti sfusi , cioè senza imballaggi, e agli ortofrutticoli.

Essi, poi, propongono di escludere esplicitamente i «semplici messaggi» relativi a campagne condotte da autorità pubbliche «volte a promuovere un'alimentazione sana mediante il consumo di determinati alimenti», come ad esempio porzioni raccomandate di frutta, verdure e pesce grasso. Le disposizioni del regolamento, infine, non si applicano ai marchi commerciali che, con il loro stesso nome, evocano un'indicazione nutrizionale, a condizione che siano stati depositati in conformità alla legislazione vigente.

I deputati hanno anche adottato un emendamento che rafforza la protezione dei dati. Un produttore che dovesse essere portato a svelare dei segreti di fabbricazione per soddisfare alle esigenze scientifiche, sarà pertanto coperto dal diritto di proprietà intellettuale.

Inoltre, le piccole e medie imprese non dovrebbero risultare penalizzate dal nuovo sistema e, a tal fine, il Parlamento chiede che siano a loro destinati aiuti particolari per la preparazione dei dossier.

Background

Light, con meno grassi, senza zucchero, ricco in calcio, a basso contenuto calorico, con più fibre, purifica l'organismo, mantiene giovani, riduce il rischio di malattie cardiovascolari. Sono queste alcune delle indicazioni che, ogni giorno, possiamo leggere sulle etichette degli alimenti che consumiamo. Ma che cosa significano? Quanto sono vere e in che misura possono condizionare le scelte di acquisto? E' possibile che molte di queste indicazioni, esaltando presunte virtù, abbiano l'obiettivo di celare altri vizi, ingannando così i consumatori?

E' partendo da queste considerazioni che la Commissione, dando seguito al Libro bianco sulla sicurezza alimentare del 1999, ha presentato una proposta di regolamento tesa a disciplinare la moltiplicazione delle indicazioni apposte in etichetta, al fine di raggiungere un livello elevato di tutela dei consumatori mediante la fornitura volontaria di ulteriori informazioni che si aggiungano a quelle già obbligatoriamente previste dalla legislazione UE.

Gli scopi sono anche di migliorare la libera circolazione delle merci nell’ambito del mercato interno vista la proliferazione di disposizioni nazionali a volte divergenti, aumentare la certezza giuridica per gli operatori economici e garantire una concorrenza leale nel settore dei prodotti alimentari.

Da ultimo vi è l'obiettivo di promuovere e tutelare l’innovazione nel settore dei prodotti alimentari. Le prescrizioni generali relative alla legislazione alimentare sono contenute nel regolamento 178/2002, mentre i principi generali sull'etichettatura degli alimenti sono previsti dalla direttiva 2000/13/CE.

La proposta, presentata nel luglio 2003, è stata oggetto di intensi dibattiti, anche al Parlamento. A seguito della presentazione di ben 600 emendamenti, la commissione ambiente decise di rinviare il voto.

Il nuovo progetto, per il quale erano stati presentati «solo» 350 emendamenti, è stato adottato lo scorso mese di aprile dalla commissione parlamentare, con 30 voti favorevoli, 15 contrari e 2 astensioni.

Link utili

Proposta della Commissione
Regolamento 178/2002 che stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare, istituisce l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (testo consolidato)
Direttiva 2000/13/CE relativa al ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri concernenti l'etichettatura e la presentazione dei prodotti alimentari, nonché la relativa pubblicità (testo consolidato).

Sì all'aggiunta di vitamine, ma non a frutta e verdura
 

Karin SCHEELE (PSE, AT)

Relazione sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sull'aggiunta di vitamine e minerali e di talune altre sostanze agli alimenti

Doc.: A6-0124/2005

Procedura: Codecisione, prima lettura

Dibattito: 25.5.2005

Votazione: 26.5.2005

Con 516 voti favorevoli, 69 contrari e 6 astensioni, il Parlamento ha adottato in prima lettura della procedura di codecisione la relazione di Karin SCHEELE (PSE, AT) che approva la proposta di regolamento sull'aggiunta di vitamine e minerali e di talune altre sostanze agli alimenti introducendo, tuttavia, una serie di emendamenti volti principalmente a chiarirne le disposizioni.

La proposta, che mira ad armonizzare le diverse norme esistenti negli Stati membri per permettere la libera circolazione delle derrate alimentari «fortificate», stila un elenco delle vitamine, dei minerali e di altre sostanze che possono essere aggiunte agli alimenti. L'etichetta dovrà indicare ai consumatori quali nutrienti sono stati aggiunti agli alimenti. I loro tenori minimi e massimi saranno fissati sulla base di pareri scientifici.

I deputati, non modificano nella sostanza l'allegato che elenca più di 100 vitamine e minerali che possono essere aggiunti agli alimenti e lasciano integro il divieto di aggiunta di tali sostanze ai prodotti freschi non trattati, come gli ortofrutticoli, le carni e i pesci, così come alle bevande contenenti un volume alcolico superiore all'1,2%.

A quest'ultimo proposito, tuttavia, precisano che tale divieto non si applica a taluni prodotti tradizionali britannici e irlandesi nonché ai prodotti commercializzati prima dell'entrata in vigore del regolamento, «a condizione che non siano fornite indicazioni nutrizionali o sulla salute».

Contrariamente a quanto hanno fatto nel caso del regolamento sulle indicazioni nutrizionali, i deputati non hanno eliminato l'obbligo di etichettatura ma hanno introdotto talune precisazioni alla proposta della Commissione. Più in particolare, prevedono l'obbligo per il produttore di indicare la quantità da esso raccomandata per il consumo giornaliero e un'avvertenza a non superare tale dose.

D'altra parte, alla Commissione è chiesto di fissare «rapidamente» le dosi giornaliere raccomandate per tutte le vitamine e i minerali considerati nell'allegato del regolamento.

Background

Vitamine e sostanze minerali possono essere aggiunte alle derrate alimentari per tre principali ragioni:

-         per sostituire parte dei valori nutrizionali andati persi nel corso della fabbricazione o dello stoccaggio di un prodotto, come il ferro aggiunto alla farina;

-         per somigliare maggiormente ai prodotti che i succedanei intendono sostituire, come le vitamine A e D aggiunte alle margarine per raggiungere tenori equivalenti a quelli del burro;

-         per rafforzare o arricchire un alimento, come l'apporto di calcio supplementare in taluni succhi di frutta.

Con il cambiamento delle abitudini alimentari non è raro il caso che queste aggiunte rappresentino una parte importante della dose giornaliera raccomandata per queste sostanze. Ad esempio, si stima che nei paesi in cui sono aggiunte le vitamine A e D nelle margarine, queste contribuiscono, rispettivamente, al 20% e al 30% delle dosi raccomandate.

D'altra parte, se le vitamine e i minerali contribuiscono ad un'alimentazione sana, il loro consumo eccessivo può risultare nocivo. Troppa vitamina A, ad esempio, è sconsigliata alle donne incinte o alle persone che soffrono di una malattia del fegato.

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Proposta della Commissione

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GIUSTIZIA E AFFARI INTERNI

Norme più severe per combattere il finanziamento del terrorismo
 

Hartmut NASSAUER (PPE/DE, DE)

Relazione sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla prevenzione dell'uso del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose compreso il finanziamento del terrorismo

Doc.: A6-0137/2005

Procedura: Codecisione, prima lettura

Dibattito: 25.5.2005

Votazione: 26.5.2005

Il Parlamento ha adottato la relazione di Hartmut NASSAUER (PPE/DE, DE) sulla proposta di direttiva volta a prevenire l'uso del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose compreso il finanziamento del terrorismo. I deputati, pur sostenendo la proposta dell'Esecutivo, hanno approvato diversi emendamenti destinati principalmente a chiarire le responsabilità dei soggetti che potrebbero essere implicati nel riciclaggio di denaro sporco o nel finanziamento del terrorismo.

La direttiva originale del 1991 istituiva un sistema d'allarme teso ad impedire che determinate transazioni finanziarie potessero servire per riciclare denaro. Tuttavia, le disposizioni coprivano unicamente i reati legati al traffico di droga.

La nuova proposta rende il finanziamento delle attività terroristiche un reato penale, al pari del riciclaggio, includendolo nel campo d'applicazione della direttiva. Al riguardo i deputati hanno voluto precisare che il finanziamento del terrorismo non deve costituire una sottofattispecie del riciclaggio di denaro, bensì una fattispecie distinta e, di conseguenza, distinguono i due reati.

D'altra parte, essi introducono una definizione di «finanziamento del terrorismo» con la quale si intende «la fornitura o raccolta di fondi, in qualunque modo, direttamente o indirettamente, con l'intenzione di utilizzarli, completamente o in parte, per compiere uno dei reati» indicati agli articoli da 1 a 4 della decisione quadro 2002/475/GAI, «o sapendo che saranno utilizzati a tal fine».

La direttiva si applica a banche, enti creditizi e finanziari, revisori dei conti, contabili esterni, consulenti tributari, notai e ad altri liberi professionisti nell'esercizio della loro attività professionale. Inoltre, entrano nel campo d'applicazione anche prestatori di servizi, intermediari assicurativi, agenti immobiliari, case da gioco e altre persone fisiche e giuridiche che negoziano beni o prestano servizi se il pagamento in contanti, superiore a 15.000 euro, è effettuato «con un'operazione unica o con diverse operazioni apparentemente collegate».

Ai sensi della direttiva, gli Stati membri dovranno proibire ai loro enti creditizi e finanziari di tenere conti e libretti di risparmio anonimi o conti intestati a nomi fittizi. Saranno inoltre richiesti controlli più severi ove il rischio di riciclaggio di denaro risulta elevato, ossia quando non vi è stato un incontro personale con il cliente o quando si tratta di «persone politicamente esposte» come pure «i loro familiari diretti o coloro con i quali tali persone intrattengono notoriamente stretti legami».

Gli enti e le persone che rientrano nel campo di applicazione della direttiva dovranno inoltre applicare delle procedure di identificazione della clientela. Se ciò non risulta possibile si dovrà porre fine alla relazione commerciale e esaminare i conti. I clienti, peraltro, non dovranno essere a conoscenza che le loro transazioni sono soggette a inchiesta.

Spetterà agli Stati membri decidere in quali circostanze un'operazione finanziaria presenta il rischio elevato di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo. In tali casi, l'istituto finanziario o qualsiasi altro operatore avrà l'obbligo giuridico di segnalare immediatamente la transazione «all'unità di informazione finanziaria» dello Stato membro che tratterà la questione e la trasmetterà alle autorità competenti. Gli Stati membri saranno tenuti a sanzionare chiunque non ottemperi a questa norma. L'unica eccezione riguarda i legali che difendono un cliente soggetto a un procedimento giudiziario.

Un altro emendamento proposto dai deputati introduce l'obbligo per le istituzioni finanziarie di non identificare solamente il direttore della società, del casinò o della fondazione che effettua la transazione, ma anche le persone («titolari economici») che possiedono o controllano, direttamente o indirettamente, il 25% delle azioni o dei diritti di voto di queste entità giuridiche.

Sempre in tema di identificazione, gli Stati membri dovranno imporre la verifica dell'identità di ogni cliente di una casa da gioco che acquisti o venda gettoni da gioco di valore pari o superiore a 2.000 euro (al posto dei 1.000 proposti dalla Commissione). 

Link utili

Proposta della Commissione
Parere della Banca centrale europea
Decisione quadro 2002/475/GAI

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RELAZIONI ESTERNE

UE-Russia: partnership importante ma occorre garantire la democrazia
 

Cecilia MALMSTRÖM (ALDE/ADLE, SE)

Relazione sulle relazioni UE/Russia

Doc.: A6-0135/2005

Procedura: Iniziativa

Dibattito: 25.5.2005

Votazione: 26.5.2005

Adottando con 488 voti favorevoli, 20 contrari e 63 astensioni la relazione di Cecilia MALMSTRÖM (ALDE/ADLE, SE), il Parlamento conferma che la Russia è un partner importante dell'Unione europea in campo economico e commerciale ma, potenzialmente, può diventarlo anche per la garanzia della pace, della stabilità e della sicurezza.

Tuttavia, esprime anche preoccupazione per la situazione dei diritti umani e delle libertà economica e di espressione nel Paese. D'altra parte, nel sostenerne l'adesione all'OMC, i deputati chiedono di avviare con la Russia dei negoziati volti all'istituzione di una zona di libero scambio. I deputati si pronunciano anche sulla politica estera della Russia, in particolare, nei confronti dei paesi vicini ora appartenenti all'Unione europea e quelli della CSI, nonché sulla situazione in Cecenia.

Un partner importante

La relazione riconosce l'importanza della Russia in quanto partner «per una cooperazione pragmatica», con il quale l'Unione condivide non soltanto interessi economici e commerciali, ma anche «l'obiettivo di agire come partner strategici sulla scena internazionale».

I deputati, infatti, rilevano il «potenziale della Russia quale partner strategico speciale» per garantire la pace, la stabilità e la sicurezza, per lottare contro il terrorismo internazionale e l'estremismo violento, e per affrontare questioni di soft security quali i rischi ambientali e nucleari, il traffico di stupefacenti, di armi e di esseri umani, nonché la criminalità organizzata transfrontaliera nel vicinato europeo, in collaborazione con l'OSCE e altri forum internazionali.

In tale ottica, i deputati si attendono che il Consiglio e la Commissione, ma anche la Russia, sfruttino la spinta impressa dal recente Vertice per procedere, con misure concrete, ad attuare i piani d'azione e formulano una serie di raccomandazioni in merito ai quattro spazi comuni.

Per quanto riguarda lo spazio economico comune, pur plaudendo alla decisione di rafforzare la cooperazione in materia ambientale, nei settori delle telecomunicazioni, dei trasporti e dell'energia, sottolineano che sono necessari ulteriori progressi sul tema della concorrenza e che occorre migliorare le condizioni d'investimento, aumentando la prevedibilità e la certezza dei diritto.

I progressi nello spazio comune di libertà, sicurezza e giustizia, per i deputati, devono riguardare «azioni volte a consolidare la democrazia, lo stato di diritto e l'indipendenza dei mezzi di comunicazione» e non solo in materia di riammissione e visti. Inoltre, sottolineano che le consultazioni in materia di diritti umani devono divenire «un elemento permanente» del partenariato UE-Russia.

Circa lo spazio comune in materia di sicurezza esterna, il Parlamento si attende azioni concrete rispetto al rinnovato impegno a risolvere i «conflitti congelati» nel Caucaso e nella Transdnistria, nonché un potenziamento del dialogo sulla gestione delle crisi e la sicurezza. Mentre per lo spazio comune di ricerca, istruzione e cultura, i deputati accolgono favorevolmente la decisione di aprire un istituto europeo a Mosca, nel 2006, considerandolo un «passo concreto verso una maggiore cooperazione in questo settore».

La relazione sottolinea l'importanza del multilateralismo e della cooperazione tra l'UE e la Russia a sostegno dell'autorità delle Nazioni Unite e per coordinare le posizioni sulla riforma di queste ultime, in particolare per quanto riguarda il Consiglio di sicurezza. Inoltre, accoglie con favore il sostegno della Russia al Tribunale Penale Internazionale e al protocollo di Kyoto.

A quest'ultimo proposito, i deputati plaudono alla ratifica del protocollo da parte della Duma russa nell'ottobre 2004 e auspicano che gli altri grandi produttori di CO2 seguano il suo esempio. All'UE e alla Russia è chiesto inoltre di studiare congiuntamente future strategie volte a conseguire ulteriori riduzioni delle emissioni di gas ad effetto serra per il periodo successivo alla scadenza del protocollo nel 2012.

I deputati evidenziano inoltre la necessità di sviluppare ulteriormente e attuare una strategia energetica comune per l'Europa «allo scopo di creare un sistema energetico trasparente e sostenibile» e di rafforzare la diversificazione regionale degli approvvigionamenti.

L'apertura del mercato dell'UE alle esportazioni russe di elettricità, tuttavia, dovrà avvenire a condizione che i pertinenti standard russi in materia di sicurezza, in particolare per quanto riguarda gli impianti nucleari e il trattamento e lo smaltimento sicuri delle scorie nucleari, siano portati a livello di quelli dell'UE, «in modo da evitare il rischio di dumping ambientale». La Russia è inoltre invitata a procedere alla disattivazione graduale dei suoi reattori di prima generazione e ad intensificare gli sforzi tesi a garantire lo smaltimento sicuro delle scorie nucleari.

I deputati sottolineano che la cooperazione internazionale nella lotta contro il terrorismo deve diventare più efficace e «che le opinioni divergenti sulle cause profonde del terrorismo e su chi andrebbe considerato un terrorista ostacolano tale cooperazione». Inoltre, ribadiscono che questa lotta «non può essere condotta a spese dei diritti umani e delle libertà civili». D'altra parte, rilevano che la lotta al terrorismo ha portato le questioni della proliferazione delle armi di distruzione di massa e della sicurezza dell'arsenale nucleare «in cima alla lista delle preoccupazioni in materia di sicurezza globale».

In proposito, la Russia è invitata a lavorare su non proliferazione e disarmo in maniera globale e ad agire, in particolare, «rinunciando a sviluppare nuovi tipi di armi nucleari» nonché provvedendo allo smaltimento sicuro dei rifiuti nucleari e allo smantellamento continuo e controllato del suo arsenale nucleare. Commissione e Consiglio sono invece esortati ad offrire alla Russia un'assistenza tecnica e materiale sostanziale per aiutarla in tale opera di smantellamento.

Relazioni economiche, OMC e zona di libero scambio

Nel sostenere l'ambizione del Paese di aderire all'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), i deputati ravvisano un interesse comune «nell'incoraggiare la Russia a diventare un partner caratterizzato da un'economia aperta, dinamica e diversificata», ma sottolineano la necessità di rafforzare l'indipendenza e la trasparenza del sistema giudiziario, «allo scopo di creare un clima migliore per gli investimenti». D'altra parte, essi rilevano che l'ingresso nell'OMC invierà un segnale importante agli investitori stranieri, «contribuendo in tal modo a rafforzare e diversificare le relazioni commerciali».

La Commissione è quindi invitata a proseguire e ad intensificare il dialogo con le autorità russe su questioni di cooperazione commerciale ed economica, in particolare su quelle concernenti le regolamentazioni tecniche e la standardizzazione delle procedure doganali, la liberalizzazione dei servizi, l'abolizione dei monopoli e l'apertura del sistema bancario. L'Esecutivo dovrà inoltre assicurare che la Russia ponga in essere, prima della sua adesione all'OMC, misure per l'applicazione della normativa sulla proprietà intellettuale «che diano luogo ad una sostanziale riduzione della pirateria riguardante i diritti di proprietà intellettuale».

Per i deputati, immediatamente dopo l'adesione all'OMC, l'UE e la Russia devono sviluppare un'integrazione più profonda preparando e avviando negoziati per una zona di libero scambio che rappresenti «una tappa ambiziosa nella formazione dello spazio economico comune» e che riguardi gli scambi di beni e servizi, la libertà di stabilimento, le norme sugli appalti pubblici, la compatibilità regolamentare e altri aspetti commerciali.

Democrazia e diritti dell'uomo

I deputati, citando anche il caso Yukos, esprimono preoccupazione «quanto all'evidente indebolimento dell'impegno della Russia a favore della democrazia, dell'economia di mercato e della protezione dei diritti dell'uomo» e deplorano le restrizioni imposte all'operato dei mass media liberi e indipendenti.

Inoltre, ribadiscono la critica riguardo «all'uso del sistema giudiziario a fini chiaramente politici» e, nel rilevare come tali tendenze influiscano sia sulla situazione del popolo russo che sulle relazioni esterne della Russia, ammoniscono che, fino a quando esse non saranno invertite, «lo sviluppo del partenariato UE-Russia risulterà più difficile».

Prendendo atto delle consultazioni regolari avviate recentemente dall'UE e dalla Russia in materia di diritti dell'uomo e libertà fondamentali, la relazione sottolinea che una siffatta consultazione deve essere in linea con gli orientamenti dell'UE in materia di dialogo sui diritti dell'uomo e dovrebbe pertanto includere nel suo processo la partecipazione del Parlamento europeo e di organizzazioni non governative, «in modo da individuare le principali questioni da sollevare».

I deputati, infine, esprimono preoccupazione riguardo a quanto viene riportato sulla discriminazione di taluni gruppi etnici, come i mari, e in merito alle manifestazioni di antisemitismo in Russia.

Politica di vicinato e politica estera

Dicendosi contrari «ad una politica estera intesa a creare sfere di influenza», i deputati sottolineano la necessità di rispettare pienamente la sovranità e l'integrità territoriale di tutti gli Stati, «compreso il diritto di ciascuno di essi di voler sviluppare le proprie relazioni con altri Stati e organizzazioni sulla base della concezione che esso stesso ha dei propri interessi».

Alla Russia è quindi chiesto di considerare la diffusione della democrazia nei paesi vicini e l'instaurazione di legami più saldi con l'UE - «inclusa un'eventuale adesione» - come «un'occasione per rilanciare la cooperazione politica ed economica con tali paesi su una base di parità e reciproco rispetto».

Nel sottolineare poi l'importanza di perseguire una risoluzione pacifica e politica di tutti i conflitti territoriali e politici che interessano una parte della Federazione russa o uno Stato vicino, i deputati invitano la Russia a rispettare tutti i movimenti riformisti pacifici negli Stati della CSI, ad incoraggiare le riforme democratiche negli Stati dell'Asia centrale ed a ritirare le proprie truppe dalla Georgia e dalla Moldavia.

In merito alla Cecenia, i deputati ritengono essenziale una soluzione politica che garantisca a tutte le persone ivi residenti «un vero diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza», e al popolo ceceno «il rispetto della sua identità e dignità culturale e nazionale». Al contempo, questa soluzione dovrebbe rispettare l'integrità territoriale della Federazione russa ed essere compatibile con il perseguimento, «con mezzi legittimi ed efficaci», della stabilità e della sicurezza in tutto il Caucaso settentrionale e nell'intera Federazione.

I deputati si dicono inoltre profondamente preoccupati per il «continuo fallimento dei tentativi di porre termine allo stato di anarchia in Cecenia». Nel chiedere quindi che si ponga immediatamente fine all'impunità e alla violenza da entrambe le parti, esprimono inquietudine «quanto alla mancanza di volontà nel ricercare una soluzione negoziata, come dimostrano il rifiuto del cessate il fuoco proposto dal compianto Presidente Maskhadov e la sua successiva barbara uccisione».

La relazione sollecita poi le autorità russe a porre fine alle vessazioni nei confronti dei difensori dei diritti dell'uomo che indagano e denunciano le violazioni di tali diritti in Cecenia. Nell'invitare il Consiglio a prestare particolare attenzione alla tutela di queste persone, la Russia è quindi esortata a concedere agli osservatori internazionali, ai mezzi di informazione indipendenti e alle organizzazioni umanitarie l'accesso in Cecenia, fornendo tutte le necessarie condizioni di sicurezza per lo svolgimento del loro lavoro.

Condannando infine tutti gli atti terroristici, i deputati offrono la disponibilità del Parlamento, in qualità di uno dei rami dell'autorità di bilancio, ad esaminare proposte in vista di una partecipazione dell'UE agli sforzi di ricostruzione e di consolidamento della pace, se potranno essere intrapresi sforzi di questo tipo con ragionevoli garanzie che l'assistenza raggiungerà i beneficiari previsti.

La relazione accenna anche alle relazioni con gli Stati baltici, con l'Ucraina e con la Bielorussia ed affronta la questione di Kaliningrado.

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AFFARI ECONOMICI E MONETARI

Rilanciare competitività, produttività, occupazione e crescita
 

Robert GOEBBELS (PSE, LU)

Relazione sulla raccomandazione della Commissione sugli indirizzi di massima per le politiche economiche degli Stati membri e della Comunità nel contesto degli orientamenti integrati per la crescita e l’occupazione (2005-2008)

Doc.: A6-0150/2005

Procedura: Iniziativa

Dibattito: 26.5.2005

Votazione: 26.5.2005

Con 388 voti favorevoli, 69 contrari e 45 astensioni, il Parlamento ha adottato la relazione di Robert GOEBBELS (PSE, LU) in merito alla raccomandazione della Commissione sugli indirizzi di massima per le politiche economiche degli Stati membri e della Comunità nel contesto degli orientamenti integrati per la crescita e l’occupazione (2005-2008), che sarà esaminata dal Consiglio europeo di giugno. I deputati chiedono maggiore attenzione alle tematiche ambientali, attribuiscono priorità all'aumento di competitività, crescita e occupazione e sollecitano la Commissione a presentare orientamenti più dettagliati per ogni singolo Stato membro.

Essi chiedono anche riforme fiscali e del mercato del lavoro e sottolineano la necessità di aumentare la produttività e gli investimenti. Agli Stati membri è chiesto di coordinare le politiche di bilancio, di orientare la spesa verso gli obiettivi di Lisbona e di rispettare rigorosamente il Patto di stabilità. Per incentivare le PMI, secondo i deputati, occorre agire sul sistema fiscale e sull'accesso al credito. E' necessario, poi, promuovere le scienze del futuro, garantendo però un'informazione più obiettiva sulle ricerche più controverse, come quelle su OGM e cellule staminali embrionali.

Pur compiacendosi della presentazione integrata degli indirizzi di massima per le politiche economiche e degli orientamenti per l'occupazione, che traduce la complementarità tra le politiche economica e sociale e la volontà di avanzare sulla via della semplificazione e di una migliore leggibilità del quadro macroeconomico stabilito per l'Unione, i deputati deplorano che la dimensione ambientale sia oggetto di minore attenzione nelle raccomandazioni della Commissione per il rilancio di crescita e occupazione.

Essi sostengono, poi, la determinazione di Commissione e Consiglio a concentrarsi maggiormente su crescita ed occupazione con l'aumento della competitività, la realizzazione del mercato interno anche nel settore dei servizi e il consolidamento dei servizi pubblici più efficaci e, quindi, attraverso il rafforzamento della domanda interna.

La relazione, inoltre, sottolinea anche l'importanza di creare posti di lavoro nel settore dei servizi «in una società ad elevato tasso di occupazione femminile e di popolazione in via di invecchiamento ed inurbata». I deputati, ritengono inoltre importante che il settore sia diversificato e goda di maggiore concorrenza.

D'altra parte, è deplorato «il carattere troppo generico» degli orientamenti integrati che, per i deputati, non tengono in sufficiente considerazione le disparità tra gli Stati membri. Pertanto, la Commissione è incoraggiata a presentare una comunicazione che individui le maggiori sfide per ogni singolo Stato membro, «soprattutto nel settore delle riforme e degli investimenti strutturali».

Inoltre, i deputati ricordano che un ambiente macroeconomico sano implica l'adeguata interazione tra politiche di bilancio coordinate e «una politica monetaria che mantenga l'obiettivo della stabilità dei prezzi e prosegua nella realizzazione degli obiettivi generali dell'Unione».

Il Parlamento sottolinea poi «l'attrazione esercitata dal modello europeo e l'importanza del ruolo dell'Unione e degli Stati membri nel commercio mondiale» e pone l'accento sulla necessità di un mercato del lavoro aperto a tutti i cittadini, «sufficientemente flessibile per aiutare le persone a integrarvisi e che non costringa gli anziani che desiderano continuare a lavorare a lasciare il proprio impiego». In proposito, i deputati ritengono che occorre ristrutturare la politica economica «focalizzandola su fattori collegati all'aumento della produttività», come ad esempio la modernizzazione dell'economia, della conoscenza, dello stato sociale e dei sistemi istituzionali, «per far fronte alle sfide del nuovo ampliamento, ai requisiti di un'economia moderna e resistere alla pressione deflazionistica del terzo mondo».

L'aumento della produttività del lavoro e gli sforzi per rafforzare la competitività, gli investimenti e la crescita, per i deputati, «sono condizioni preliminari per un aumento dei salari e una ripartizione più equa dei risultati della crescita e degli sforzi per ottenere un rafforzamento della competitività, dell'occupazione e della coesione sociale». Tale sviluppo, peraltro, «dovrebbe essere seguito dall'obbligo delle imprese di assumersi le proprie responsabilità sociali». Per ottenere una crescita più forte e sostenibile in Europa, secondo il Parlamento, occorrono azioni simultanee e coordinate da parte di tutti gli Stati membri, «compreso il completamento del mercato interno, maggiori investimenti nonché riforme innovative del mercato del lavoro».

Il Parlamento, inoltre, propone al Consiglio una serie di modifiche agli orientamenti della Commissione. Una di queste sostiene l'opportunità che gli Stati membri riorientino la spesa pubblica verso voci di bilancio «destinate a sostenere gli obiettivi della Strategia di Lisbona, soprattutto gli investimenti volti a sviluppare le risorse umane, la conoscenza, le innovazioni e le infrastrutture al servizio dello sviluppo economico».

D'altra parte, per salvaguardare la sostenibilità dell'economia, il Parlamento reputa necessario che gli Stati membri procedano alla riduzione del debito a un ritmo soddisfacente al fine di rafforzare le finanze pubbliche, riformino i regimi fiscali «riducendo, tra l'altro, l'onere a carico dei salari più bassi», riformino ulteriormente i regimi pensionistici e sanitari e varino provvedimento atti a incrementare la responsabilità dei cittadini per i regimi pensionistici e ad innalzare il tasso d'occupazione.

La spesa pubblica, inoltre, dovrebbe stimolare gli investimenti privati, in particolare «creando un quadro fiscale favorevole alle PMI, che offra incentivi alla creazione di posti di lavoro». Ciò, per i deputati, può essere realizzato anche agevolando l'accesso delle PMI ai fondi di rischio e ai microcrediti, riformando e adeguando i sistemi fiscali e stimolando l'investimento «iniziando con l'armonizzazione della base di calcolo dell'imposta». Occorre, inoltre, lottare contro «la stigmatizzazione dei giovani imprenditori» che non hanno avuto pieno successo e facilitare un loro nuovo inizio.

Per i deputati, al fine di garantire la coerenza tra politiche macroeconomiche e strutturali è necessario che gli Stati membri varino riforme mantenendo «rigorose procedure fiscale», stimolando gli investimenti e le imprese, nonché favorendo la fiducia dei consumatori.  In tale contesto andrebbe attribuita particolare attenzione alla flessibilità e alla sicurezza del mercato del lavoro.

Gli Stati membri, inoltre, dovrebbero garantire un migliore coordinamento delle loro politiche economiche e di bilancio, a partire da un'armonizzazione dei rispettivi calendari di bilancio. Gli Stati membri, poi, dovrebbero completare la riforma del Patto di stabilità e crescita e «provvedere ad una sua rigorosa applicazione» al fine di ripristinare la fiducia.

Attenzione va poi attribuita alla promozione delle scienze del futuro, come la società dell'informazione, l'assistenza sanitaria preventiva, la biotecnologia, «promuovendo in particolare un'informazione più obiettiva sui vantaggi e sui rischi legati alle ricerche più controverse, come quelle sugli OGM e sulle cellule staminali embrionali».

Gli Stati membri dovrebbero inoltre utilizzare le politiche ambientali in modo più attivo per promuovere la crescita e l'occupazione. Si tratterebbe quindi di sviluppare le ecotecnologie e le ecoinnovazioni, in particolare gli investimenti necessari al raggiungimento degli obiettivi di Kyoto, «compresa l'utilizzazione efficiente delle tradizionali forme di energia», in particolare quelle che non presentano rischi per gli obiettivi del protocollo di Kyoto.

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Comunicazione della Commissione

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POLITICA SOCIALE E DELL’OCCUPAZIONE

Agenda sociale 2006-2010
 

Ria G.H.C. OOMEN-RUIJTEN (PPE/DE, NL)

Relazione sull'Agenda per la politica sociale 2006-2010

Doc.: A6-0142/2005

Procedura: Iniziativa

Dibattito: 26.5.2005

Votazione: 26.5.2005

Evoluzione demografica, miglioramento dell'occupazione, sostegno alle PMI, regimi pensionistici, protezione sociale e assistenza sanitaria, norme antidiscriminazione di donne, anziani e disabili e dialogo sociale, sono i principali argomenti trattati dalla relazione di Ria G.H.C. OOMEN-RUIJTEN (PPE/DE, NL) sull'Agenda per la politica sociale 2006-2010, adottata dalla Plenaria con 243 voti favorevoli, 131 contrari e 56 astensioni.

Osservazioni generali

In linea generale i deputati reputano necessario che l'Agenda europea per la politica sociale contribuisca ad una equilibrata attuazione dei quattro pilastri della strategia di Lisbona ossia il coordinamento economico, la politica occupazionale, la politica sociale e lo sviluppo sostenibile. Essi tuttavia deplorano che, a causa del carattere vago delle proposte e/o della mancanza di iniziative concrete nell'Agenda sociale, l'ambiziosa Strategia di Lisbona non si realizzi nella maniera così dinamica annunciata in altre sedi.

La relazione, peraltro sottolinea l'importanza della responsabilità di ogni singolo Stato membro in termini di attuazione e di applicazione della legislazione in vigore e dell'introduzione delle riforme volte a realizzare gli obiettivi di Lisbona. D'altra parte è chiesto a Commissione e Consiglio di predisporre un vero e proprio programma che sviluppi l'Agenda per la politica sociale con proposte politiche concrete, uno scadenzario e procedure specifiche (quadro di valutazione) per la verifica della sua attuazione. In proposito è sottolineata l'importanza di procedere a riunioni annuali per seguire e valutare l'Agenda.

Nel prendere atto dell'intenzione della Commissione di presentare una comunicazione sui servizi sociali d'interesse generale, i deputati chiedono di escludere tali servizi dall'obbligo di notifica contestuale alla politica sugli aiuti statali e di presentare un progetto di direttiva quadro sui servizi d'interesse generale che garantisca i principi e il finanziamento di tali servizi. Il Parlamento, inoltre, consapevole del fatto che le economie locali e le PMI «sono fattori chiave per lo sviluppo economico e per l'occupazione», e che rappresentano oltre il 90% dell'attività imprenditoriale nelle economie europee, rileva che si può promuovere la creazione di nuovi posti di lavoro aiutando le PMI e sviluppando condizioni favorevoli, programmi specifici e vantaggi per i nuovi posti di lavoro.

Demografia e accesso all'occupazione

I deputati reputano che l'attuale evoluzione demografica eserciti pressioni sul mercato del lavoro e sulla previdenza sociale. Pertanto, sottolineano la necessità urgente «di misure positive per migliorare la posizione dei lavoratori anziani sul mercato del lavoro» e di adeguate risposte politiche che aprano anche nuove opportunità per una maggiore flessibilità nella scelta dei regimi pensionistici ed incentivi positivi per l'aumento degli anni di vita attiva. In sede di coordinamento delle pensioni, reputano necessario intavolare un ampio dibattito sul diritto «a pensioni decenti per tutti», inclusi i lavoratori con forme atipiche di lavoro o persone facenti parte di gruppi vulnerabili.

Più occupazione e di migliore qualità

I deputati chiedono misure concrete tese a istituire programmi per promuovere l'insegnamento e la formazione professionale e porre concretamente in atto l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, «con l'obiettivo di valorizzare meglio il sapere e la società dell'informazione di fronte alle necessità del mercato del lavoro». Occorre inoltre promuovere un modello europeo d'istruzione e di formazione in cui l'accesso all'insegnamento ed alla formazione professionale sia considerato un diritto sociale fondamentale.

Nel sollecitare poi l'urgente approvazione e attuazione della proposta di direttiva sul riconoscimento delle qualifiche professionali, i deputati invitano la Commissione ad affrontare in maniera più mirata le cause e le conseguenze degli incidenti sul lavoro, facendo riferimento alla nuova strategia per il periodo 2007-2012 riguardante la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro.

Gli Stati membri dovrebbero inoltre migliorare le condizioni per la creazione e il sostegno di PMI già esistenti, in particolare nei settori dell'informazione e della comunicazione e in quello dei servizi, «poiché tali settori dispongono di potenzialità particolarmente elevate in materia di creazione di posti di lavoro». Essi, d'altra parte, dovrebbero avvalersi maggiormente di provvedimenti per trasformare in occupazione regolare le attività professionali non dichiarate.

Mobilità

I deputati sollecitano una relazione circostanziata sulle incidenze economiche risultanti dal divieto di accesso per i lavoratori dei nuovi Stati membri al mercato del lavoro negli altri paesi dell'UE nonché un miglioramento ed un'estensione della direttiva 96/71/CE relativa al distacco dei lavoratori nell'ambito di una prestazione di servizi. In tale contesto, reputano necessario potenziare la cooperazione transfrontaliera fra i servizi di ispezione e invitano la Commissione ad esaminare la possibilità di creare una piattaforma europea per la cooperazione di tali servizi, «una sorta di Europol sociale».

Essi ribadiscono, inoltre, la richiesta di uno strumento legislativo relativo all'introduzione di controlli avanzati e vincolanti sulle incidenze transfrontaliere in materia di diritto sociale e fiscale ("Europe test") e si compiacciono per l'intenzione della Commissione di presentare proposte volte ad eliminare gli ostacoli alla mobilità professionale, come quelli che derivano da regimi pensionistici complementari.

Previdenza sociale e assistenza sanitaria

Nel ritenere necessaria «una politica sociale seria» che garantisca il diritto di tutti alla protezione sociale e alla coesione delle società degli Stati membri, i deputati appoggiano l'intenzione della Commissione di procedere a un'approfondita consultazione «sulle carenze dei vigenti sistemi di previdenza sociale».

La Commissione ed il Consiglio Occupazione ed Affari sociali sono poi invitati ad impegnarsi per il conseguimento degli obiettivi di Lisbona, in particolare quello di ridurre la povertà nell'Unione, e a vigilare sull'attuazione di tutti gli elementi stabiliti nell'ambito del metodo aperto di coordinamento per la lotta alla povertà ed all'emarginazione sociale.

La relazione, inoltre, appoggia l'intenzione della Commissione di trasformare in una procedura a tutti gli effetti il metodo aperto di coordinamento riguardo alle cure di lungo periodo ed all'assistenza sanitaria. In tale contesto, è anche precisato che occorre «definire criteri qualitativi tesi a garantire il diritto di tutti a cure abbordabili all'insegna della solidarietà». A parere dei deputati, inoltre, l'assistenza sanitaria non deve essere subordinata alle norme del mercato interno e della concorrenza.

Antidiscriminazione

I deputati ricordano che la dimensione uomo-donna dev'essere inclusa in tutte le politiche comunitarie, «in quanto è l'unico modo per garantire alle donne i tre pilastri di una pari qualità di vita: consapevolezza, opportunità e successo».

In tale contesto, deplorano la mancanza di proposte efficaci «tese a promuovere, seguire da vicino e valutare i progressi in materia di parità tra i sessi» nonché la mancanza di iniziative politiche tese a rendere più agevole la conciliazione di lavoro e famiglia, aiutando quanti prestano assistenza a persone incapaci di lavorare e, in generale, aumentando l'elasticità dell'orario di lavoro.

La Commissione è pertanto invitata a vigilare con maggior vigore sull'osservanza della normativa vigente e, se necessario, a presentare proposte di modifica, includendo l'imposizione di sanzioni. I deputati, inoltre, accolgono con soddisfazione la creazione di un Istituto europeo sulle questioni di genere, poiché lo ritengono in grado di migliorare la visibilità in materia di parità tra i sessi.

La relazione chiede alla Commissione di integrare l'Agenda sociale con una direttiva recante divieto di discriminazione dei disabili e di conferire un maggiore significato politico al piano d'azione europeo per i disabili. Gli Stati membri, pertanto, dovrebbero notificare la trasposizione delle disposizioni in materia di disabilità contenute nella legislazione UE e coinvolgere attivamente in tale processo le organizzazioni dei disabili a livello nazionale. I deputati, inoltre reputano necessaria una direttiva specifica volta a vietare la discriminazione delle persone in base all'età, per quanto concerne l'accesso a beni e servizi.

 Dialogo sociale e legislazione sociale

Nel prendere atto dell'intenzione della Commissione di predisporre un Libro verde sull'evoluzione del diritto del lavoro nell'intento di giungere ad una semplificazione delle sue norme, i deputati precisano che la politica europea non deve intaccare le conquiste sociali. Essi, inoltre, accolgono con favore la proposta dell'Esecutivo in ordine al dialogo sociale transnazionale e transfrontaliero e lo invitano ad adoperarsi per promuovere tale dialogo.

La Commissione, poi, è invitata a presentare una proposta di revisione della direttiva riguardante l'istituzione di un comitato aziendale europeo prefiggendosi quali principali obiettivi l'estensione della sfera di applicazione e l'inasprimento del diritto all'informazione e alla consultazione in caso di ristrutturazione, nonché il miglioramento delle infrastrutture lavorative per i rappresentanti dei lavoratori in seno al Comitato aziendale europeo.

L'obiettivo di Lisbona relativo a maggiori e migliori posti di lavoro con un reddito stabile al di sopra della soglia di povertà, per i deputati, può essere conseguito nel momento in cui gli Stati membri si assumono delle responsabilità in termini di attuazione ed applicazione della legislazione in vigore e strutture sufficientemente moderne e dinamiche offrano ai cittadini europei sicurezza sociale e certezza giuridica.

La Commissione è pertanto invitata a proporre delle direttive sulla tutela dei diritti dei lavoratori in caso di ristrutturazioni, sui licenziamenti individuali, sulla protezione sociale per le nuove forme di occupazione, sul controllo del rispetto delle disposizioni minime e sulle norme minime di protezione sociale.

La Commissione ed il Consiglio sono infine invitati a garantire una adeguata protezione sociale per i lavoratori delle agenzie di lavoro interinale «facendo avanzare le attuali proposte», mentre l'Esecutivo dovrebbe anche presentare proposte per un quadro volontario di contratti collettivi transnazionali che comprendano sia il livello intersettoriale che il livello dell'impresa e del settore.

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Comunicazione della Commissione  


Politiche per l'occupazione

 

Ana MATO ADROVER (PPE/DE, ES)

Relazione sulla proposta di decisione del Consiglio sugli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell’occupazione

Doc.: A6-0149/2005

Procedura: Consultazione legislativa

Dibattito: 26.5.2005

Votazione: 26.5.2005

Adottando la relazione di Ana MATO ADROVER (PPE/DE, ES) sugli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell’occupazione che, in particolare, il Parlamento chiede maggiore attenzione sulle questioni attinenti la conciliazione di vita familiare e lavorativa, la situazione delle persone disabili, le sfide poste dall'immigrazione e la necessità di ridurre gli incidenti sul luogo di lavoro.

 La proposta in esame rappresenta il primo pacchetto presentato dalla Commissione a seguito della richiesta del Consiglio europeo della primavera 2005. Seppur accogliendo con favore gli obiettivi e i contenuti degli orientamenti a favore dell'occupazione, i deputati propongono una serie di emendamenti volti a migliorare la proposta.

Una delle questioni evidenziate dalla relazione riguarda la necessità di adottare misure tese ad assistere l'integrazione nel mondo lavorativo di donne, anziani, giovani, disabili, immigrati e delle minoranze, la cui partecipazione al mercato del lavoro è giudicata troppo bassa. Inoltre, la relazione rileva che occorre promuovere dei provvedimenti volti a conciliare vita lavorativa e familiare, ad esempio ricorrendo a modelli lavorativi più flessibili sia per gli uomini che per le donne.

Ma i deputati non desiderano solo aumentare la partecipazione al mercato del lavoro, intendono anche migliorare la qualità del lavoro stesso. A tal fine, rilevano che occorre sviluppare la formazione lungo l'arco di tutta la vita, promuovere l'uguaglianza tra uomini e donne e ridurre le disparità di trattamento nei salari. Inoltre, i rischi per la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro debbono essere ridotti, in particolare attraverso degli accordi a livello europeo sulla prevenzione dei rischi. Così come va ridotta l'incidenza dei prepensionamenti causa invalidità permanente, incidenti o malattie professionali.

Il Parlamento chiede poi agli Stati membri di attuare misure volte alla promozione della parità di trattamento, compreso tra immigranti legali e illegali, e alla lotta contro tutti i tipi di discriminazione sul luogo di lavoro e nella società.

I deputati, infine, vorrebbero garantire la promozione di buone relazioni industriali attraverso un miglioramento dell'informazione e della consultazione dei lavoratori, nonché la cooperazione con i partner sociali.

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Comunicazione della Commissione

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DIRITTI DELL’UOMO

L'Unione ha il dovere di tutelare i diritti fondamentali
 

Kinga GÁL (PPE/DE, HU)

Relazione sulla promozione e la tutela dei diritti fondamentali: il ruolo delle istituzioni nazionali ed europee, inclusa l’Agenzia dei diritti fondamentali

Doc.: A6-0144/2005

Votazione: 26.5.2005

La presa in considerazione dei diritti fondamentali in tutte le politiche europee, la cooperazione con le autorità nazionali, la difesa di tali diritti nei consessi internazionali e l’istituzione di un Agenzia europea forte e indipendente, responsabile davanti al Parlamento. E' quanto chiedono i deputati con la relazione di Kinga GÁL (PPE/DE, HU) sulla promozione dei diritti fondamentali, adottata dalla Plenaria con 447 voti favorevoli, 57 contrari e 37 astensioni.

Dare nuovo impulso alla politica europea dei diritti fondamentali

I deputati ritengono che un’effettiva protezione e promozione dei diritti fondamentali costituisca «la base della democrazia in Europa». Con l’integrazione della Carta dei diritti fondamentali nel trattato costituzionale e con la futura adesione dell’Unione europea alla Convenzione europea di salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU), inoltre, è stato rafforzato notevolmente l’obbligo dell’Unione di garantire una promozione attiva dei diritti fondamentali in tutte le sue politiche. 

Sin da ora, pertanto, numerosi obiettivi dell’Unione vanno considerati «indissociabili dalla promozione dei diritti fondamentali». Per i deputati è inoltre essenziale «attuare i valori proclamati nei trattati fondatori e nella nuova Costituzione», la cui firma è accolta con favore anche perchè attribuisce alla Corte di giustizia la piena competenza per lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia, prevede l’adesione alla CEDU e l’integrazione della Carta dei diritti fondamentali nel Trattato, nonché un uso più sistematico della procedura di codecisione, «rafforzando in tal modo il ruolo del Parlamento europeo».

L’attuazione dei diritti fondamentali dev’essere uno scopo di tutte le politiche europee e, a tal fine, le istituzioni dell’Unione devono «tenere pienamente conto di tali diritti e della loro orizzontalità in sede di elaborazione e di approvazione dei testi legislativi». Compiacendosi poi dell’istituzione di un Gruppo di Commissari competente per le questioni “Diritti fondamentali, lotta contro la discriminazione e parità di trattamento”, i deputati invitano l’Esecutivo ad elaborare una strategia globale e coerente per garantire che i diritti fondamentali siano rispettati in tutte le politiche dell’Unione.

Qualsiasi proposta o programma politici e legislativi dovrebbero quindi essere corredati di una valutazione d’impatto per quanto riguarda il rispetto dei diritti fondamentali. Riferendosi alla nuova minaccia terroristica, è quindi sottolineata la necessità di raggiungere un equilibrio tra le libertà individuali e la sicurezza collettiva attraverso politiche adeguate per conciliare questi due obiettivi.

Nel ricordare, poi, che gli Stati membri e le istituzioni dell’Unione godono di un diritto di ricorso privilegiato davanti alla Corte di giustizia nell’interesse della legge, i deputati ritengono che il Parlamento europeo potrebbe per tale via «divenire il difensore dei diritti dei cittadini allorché i diritti fondamentali rischiassero di essere inficiati da un atto dell’Unione».

Cooperazione con le istituzioni nazionali dei diritti dell’uomo

I deputati deplorano che, in sede di attuazione del diritto della Comunità e dell’Unione, alcuni Stati membri manifestino sempre maggiori reticenze in materia di reciproco riconoscimento, «prendendo a pretesto un livello di tutela inadeguato dei diritti fondamentali nell’uno o nell’altro di essi». Questi, ove non vi abbiano già provveduto, sono quindi invitati a creare istituzioni nazionali per la protezione e la promozione dei diritti fondamentali e a dotare le commissioni e gli istituti nazionali di adeguate risorse finanziarie. 

Convinti dell’esigenza di informare i cittadini sui loro diritti, i deputati ritengono che la costituzione di commissioni e di istituti nazionali per i diritti fondamentali possa permettere alle ONG «di strutturare meglio le loro posizioni, di precisare maggiormente le loro richieste e le loro denunce di trattamenti ritenuti abusivi».

La Commissione, inoltre, dovrebbe prestare attenzione «alle ripetute e continue violazioni dei diritti dell’uomo - segnatamente i diritti civili come il diritto attivo e passivo di partecipare ai processi elettorali - commesse in taluni paesi dell’Unione». I deputati, infine, appoggiano l’instaurazione di un dialogo permanente sui diritti fondamentali con i parlamenti nazionali degli Stati membri.

I diritti fondamentali all’esterno dell’Unione

«L’universalità e l’indivisibilità dei diritti fondamentali», per i deputati, deve indurre l’Unione europea e i suoi Stati membri a promuovere la loro diffusione nelle sue relazioni con i paesi terzi, «anche in vista della conclusione di accordi di associazione», e con le organizzazioni internazionali come l'ONU.

Essi propongono inoltre l’elaborazione di un codice di condotta interistituzionale destinato a conferire maggiore coerenza ed equità all’azione esterna dell’Unione in materia di democratizzazione e di diritti dell’uomo. Tale codice dovrebbe disciplinare le relazioni tra l’Unione e gli oltre 120 Stati a cui attualmente è applicabile la clausola democratica in quanto elemento essenziale degli accordi di ogni tipo che li legano ad essa.

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L’Agenzia: strumento operativo dell’UE

Per i deputati, l’istituzione dell’Agenzia dovrebbe contribuire a rafforzare la fiducia reciproca tra gli Stati membri e costituire una garanzia dell’osservanza permanente dei principi enunciati negli articoli 6 e 7 del Trattato sull’Unione europea. Sostenendo la necessità per l’Agenzia di avere un mandato forte e il potere di seguire lo sviluppo dell’attuazione della Carta dei diritti fondamentali nell’Unione europea, essi ritengono che questa dovrebbe fornire tutte le informazioni necessarie allo sviluppo dell’attività legislativa dell’Unione, della sua attività di controllo e della sua politica di sensibilizzazione ai diritti fondamentali.

L’Agenzia dei diritti fondamentali, inoltre, dovrebbe godere di uno «status speciale» ed essere considerata totalmente indipendente sotto ogni aspetto. I deputati, pertanto, sono convinti che essa «godrà di una maggiore legittimità» se sarà il Parlamento a nominarne gli organi direttivi e se tali organi saranno responsabili nei confronti del Parlamento e dovranno riferire alle commissioni parlamentari competenti. La Commissione, è quindi invitata a presentare una proposta legislativa sulla base delle indicazioni fornite, in particolare per quanto riguarda le politiche nelle quali il Parlamento è colegislatore.

L’Agenzia, per i deputati, deve operare come organizzazione di coordinamento competente per tutte le questioni in materia di diritti umani, in modo da evitare duplicazioni di attività ad opera di differenti strutture e garantire la qualità e la coerenza della politica dell’Unione europea in tale materia. Essa dovrebbe essere concepita come «una rete di reti» con competenze orizzontali.

L’Agenzia dovrebbe raccogliere tutte le informazioni, le analisi e le esperienze pertinenti disponibili presso le istituzioni europee e nazionali, i parlamenti nazionali, i governi e gli organismi dei diritti umani, le corti supreme e costituzionali, le ONG e le reti esistenti, nonché sfruttare l’esperienza maturata dall’Osservatorio europeo dei fenomeni di razzismo e xenofobia (EUMC) e della sua rete informativa RAXEN.

L’Agenzia dovrebbe essere articolata sulla base delle questioni trattate dalla Carta dei diritti fondamentali e, qualora in un settore esista già un organo a livello di Unione europea che copre un particolare settore, i compiti dell’Agenzia per tale settore dovrebbero essere assunti da questo istituto specializzato che diventa una parte integrante dell’Agenzia. Il futuro Istituto europeo per la parità di genere dovrà poi essere parte dell’Agenzia dei diritti fondamentali, operando a nome proprio.

Le tre principali funzioni che l’Agenzia deve svolgere dovrebbero essere la promozione dei diritti fondamentali, il loro monitoraggio e la sensibilizzazione degli attori principali (Stati membri, istituzioni dell’Unione europea e cittadini), «al fine di rispondere alle esigenze strategiche di uno spazio comune di libertà, sicurezza e giustizia». Per poter adempiere alle sue funzioni, secondo i deputati, l’Agenzia dovrebbe procedere alla raccolta di dati attraverso le sue reti e alla loro analisi, dovrebbe avere la facoltà di elaborare pareri e di formulare raccomandazioni al Parlamento, al Consiglio e alla Commissione. Essa dovrebbe poi essere in grado di occuparsi anche dei paesi terzi implicati in questioni attinenti ai diritti umani che toccano l’Unione, «per esempio in caso di sospetta violazione della clausola democratica».

Nel promuovere i diritti fondamentali, inoltre, l’Agenzia dovrebbe anche avere il compito di procurare «un sostegno proattivo» all’elaborazione delle politiche in materia di diritti dell’uomo, «attraverso l’individuazione dei settori che richiedono miglioramenti legislativi e il controllo dell’applicazione e dell’esecuzione della legislazione esistente». L’Agenzia dovrebbe poi avere un ruolo consultivo per quanto concerne le disposizioni degli articoli 6 e 7 del TUE ed elaborare una relazione annuale sullo stato dei diritti che rientrano nella sua sfera di competenza, da sottoporre al Parlamento europeo, al Consiglio e alla Commissione.

L’Agenzia, infine, dovrebbe adottare misure concrete per trovare le modalità più efficaci per sensibilizzare i cittadini dell’Unione europea sui diritti fondamentali di cui essi godono. I deputati ritengono quindi necessaria una strategia d’informazione e di comunicazione più incisiva e, nel perorare l’inclusione di una materia nei piani di studio degli Stati membri che tratti tanto i diritti fondamentali, la promozione di azioni di formazione organizzate destinate agli operatori nel campo dei diritti dell’uomo.

Link utili

Diritti fondamentali

Carta dei diritti fondamentali dell'Unione
Convenzione europea di salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU)
Sito dell'ONU sugli strumenti internazionali dei diritti dell'uomo (inglese)
Sito dell'Osservatorio europeo dei fenomeni di razzismo e xenofobia

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SICUREZZA E DIFESA

Armi leggere e di piccolo calibro
 

Risoluzione comune sulle armi leggere e di piccolo calibro

Doc.: B6-0321/2005

Procedura: Risoluzione comune

Dibattito: 10.5.2005

Votazione: 26.5.2005

La proliferazione di armi leggere e di piccolo calibro è motivo di preoccupazione per il Parlamento, in quanto «aggrava i conflitti armati e l'instabilità, agevola il terrorismo, mina lo sviluppo sostenibile e lo Stato di diritto e contribuisce a gravi violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale». Per tale motivo, l'Aula ha adottato una risoluzione comune su questo tipo di armamenti.

I deputati, innanzitutto, sottolineano che l'Unione europea e gli Stati membri hanno «un ruolo fondamentale da svolgere nello sviluppo e nella promozione di standard internazionali e regionali adeguati per combattere la proliferazione e l'abuso delle armi». I sei Stati membri dell'Unione che non hanno ancora firmato il Protocollo ONU sulle armi da fuoco sono pertanto esortati «a procedervi senza indugio».

Deve altresì essere incoraggiato un dialogo costruttivo sui contenuti e sulle priorità delle politiche dell'Unione «nelle iniziative e nei negoziati internazionali e regionali in materia di controllo». La Plenaria si dice poi compiaciuta del sostegno mostrato dall'Unione nell'ambito del Gruppo di lavoro ONU sul rintracciamento di armi illecite, «in vista della stipula di un accordo e dell'introduzione delle munizioni per armi leggere e di piccolo calibro nella portata dello strumento giuridico».

Il Parlamento si rivolge poi a Consiglio e Stati membri, raccomandando la promozione di «un meccanismo di revisione dinamico per lo strumento ONU di rintracciamento negoziato, comprendente la creazione di un gruppo di esperti tecnici incaricato di elaborare direttive basate sulle migliori prassi in materia di marcatura, registrazione e rintracciamento delle armi».

L'Aula invita quindi il Consiglio e gli Stati membri a «rilanciare i propri sforzi per costruire il consenso regionale e internazionale sulla necessità di un trattato internazionale sul controllo delle armi di piccolo calibro e il brokeraggio delle armi leggere».

A tal fine, le due istituzioni sono invitate ad incoraggiare «una discussione determinata in occasione della riunione biennale degli Stati ONU del luglio 2005 sul programma d'azione ONU», che avrà luogo a New York, subito dopo la Conferenza di revisione del programma d'azione ONU del 2006.

In vista di tale evento, il Parlamento prevede l'adozione di una relazione di iniziativa che dia l'opportunità di «esaminare accuratamente le azioni e la politica dell'Unione in relazione alle armi leggere e di piccolo calibro e di impegnare ulteriormente il Consiglio e gli Stati membri nelle loro politiche in materia a livello regionale e internazionale».

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AFFARI COSTITUZIONALI

Nuovo accordo quadro tra Parlamento e Commissione
 

Jo LEINEN (PSE, DE)

Relazione sulla revisione dell'accordo quadro tra il Parlamento europeo e la Commissione europea

Doc.: A6-0147/2005

Procedura: Accordo interistituzionale

Dibattito: 25.5.2005

Votazione: 26.5.2005

L'Aula ha adottato una relazione di Jo LEINEN (PSE, DE) sulla revisione dell'accordo quadro tra il Parlamento europeo e la Commissione che si compiace in modo particolare per «le nuove disposizioni in materia di potenziale conflitto di interessi » e «le intese concordate in caso di sostituzione di un membro della Commissione durante il mandato della stessa».

Prima della firma solenne con il Presidente della Commissione, Borrell ha sottolineato l'importanza politica dell'accordo in quanto alla base della cooperazione tra le due istituzioni. L'accordo rafforza inoltre il ruolo del Parlamento quale organo di controllo dell'espressione democratica dell'Unione nonché della legittimità dei progetti comunitari.

Secondo il Presidente, esso costituisce un valido strumento per la migliore comprensione della politica dell'Unione da parte dei cittadini. Permette, infatti, a Parlamento e Commissione di «lavorare in un clima di fiducia reciproca ed in piena trasparenza nei confronti dell'opinione pubblica». A tal fine si è convenuto sulla necessità di stabilire «un dialogo politico permanente di altissimo livello». E' dunque essenziale che i programmi di lavoro siano quanto più armonizzati, cosa possibile grazie ad una migliore coordinazione delle procedure.

Da parte sua, Barroso, ha rilevato che tale accordo rappresenta un ulteriore e decisivo passo avanti per la collaborazione «strategica e durevole» tra le due istituzioni.

La relazione adottata dalla Plenaria, considerava poi di grande rilievo il dialogo regolare fra le due istituzioni, che permette «l'individuazione congiunta delle proposte e iniziative di particolare rilevanza in base al programma legislativo e di lavoro della Commissione ed alla programmazione interistituzionale pluriennale».

Il nuovo accordo, peraltro, «conferma le disposizioni relative alla partecipazione del Parlamento alle conferenze internazionali e i nuovi riferimenti specifici alle conferenze di donatori e all'osservazione di elezioni». Per questo l'Aula rileva che i deputati che partecipano a tali incontri devono poter presenziare alle riunioni di coordinamento interne all'Unione, rispettando le norme di riservatezza ad esse inerenti.

L'accordo rivisto, inoltre, presenta gli impegni assunti dall'Esecutivo nell'ambito dell'accordo fra questo ed il Parlamento europeo sulle modalità di applicazione della decisione "comitatologia", ma, in tal senso, la Plenaria sottolinea «la rilevanza che annette ad una piena trasparenza in ordine alla composizione e alle attività dei gruppi di esperti della Commissione».

Quest'ultima, per quel che concerne la presentazione degli orientamenti integrati per l'economia e l'occupazione all'inizio di gennaio di ogni anno, è esortata a prevedere un lasso di tempo sufficiente per la consultazione del Parlamento europeo prima del Vertice di primavera (previsto per il mese di marzo).

Background

Il progetto di accordo quadro riveduto tra il Parlamento europeo e la Commissione, che la Conferenza dei presidenti ha trasmesso alla commissione per gli affari costituzionali in vista della sua approvazione in seduta plenaria, è il quarto accordo di questo tipo fra le due istituzioni, dopo il codice di condotta approvato nel 1990, la sua versione riveduta nel 1995 e l’accordo quadro negoziato nel 2000.

Con l’entrata in vigore dell’Atto unico europeo che ha introdotto la procedura di cooperazione, nel 1987, le relazioni tra i due organi europei si sono costantemente approfondite, tanto da portare alla conclusione del primo codice di condotta in tal senso. Tale accordo interistituzionale è uno dei primi finalizzati ad inquadrare le relazioni fra istituzioni delle Comunità europee dell’epoca.

Il trattato di Maastricht (1993), poi, ha consolidato tale relazione politica tra il Parlamento e la Commissione, sottoponendo quest’ultima ad un voto di investitura del Parlamento e la conclusione del trattato di Amsterdam (1999) ha permesso di siglare un accordo quadro molto più ambizioso, volto a regolare tutti gli aspetti delle loro relazioni.

Link utile

Comunicato stampa del Presidente Borrell
(in francese)

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DICHIARAZIONI

Avvicendamento di deputati italiani 

Il Presidente si è congratulato con Mercedes BRESSO (PSE, IT) per la sua elezione alla Presidenza della Regione Piemonte. Ricordando che questa carica è incompatibile con il mandato di deputato europeo, ha quindi informato l'Assemblea che la deputata è stata sostituita, dal 25 maggio, da Gianni RIVERA (ALDE/ADLE, IT).

Il Presidente ha inoltre informato l'Aula che le autorità italiane hanno comunicato che, dal 24 maggio, Vincenzo LAVARRA (PSE, IT) sostituisce Ottaviano DEL TURCO (PSE, IT) il cui seggio era vacante dal 1° maggio scorso a seguito della sua elezione alla Presidenza della Regione Abruzzo. Si ricorda che Vincenzo Lavarra è già stato deputato europeo nel corso della precedente legislatura (1999-2004).

Interventi di un minuto 

Cristiana MUSCARDINI (UEN, IT) ha ricordato che ormai da diversi giorni è stata rapita in Afghanistan una giovane donna italiana che lavorava nella cooperazione «per aiutare donne e bambini».

La deputata ha quindi chiesto ai colleghi parlamentari di sottoscrivere un appello per la sua liberazione, già sostenuto da diversi deputati, tra cui il presidente della commissione affari esteri, «per chiedere al popolo afgano di isolare i rapitori e di aiutare la liberazione della giovane Clementina».

I colleghi, ha suggerito, potrebbero anche mandare autonomamente una e-mail all'Ambasciata afgana a Bruxelles e ai maggiori mezzi d'informazione a Kabul. Il Parlamento europeo, che ha ricevuto il Presidente Karzaï il quale «sta aiutando il popolo afgano nel suo ritorno alla normalità», ha «il dovere in questa tragica vicenda di far sentire la sua voce, la sua solidarietà a questa giovane donna», ha concluso la deputata.

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VARIE

Conti trimestrali non finanziari nel settore istituzionale
 

Astrid LULLING (PPE/DE, LU)

Raccomandazione sui conti trimestrali non finanziari dei settori istituzionali

Doc.: A6-0152/2005

Procedura: Codecisione, seconda lettura

Relazione senza dibattito ai sensi dell'artico 131 del Regolamento del Parlamento

Votazione: 26.5.2005

La raccomandazione è stata approvata. 

Più fondi per la competitività delle PMI
 

Britta THOMSEN (PSE, DK)

Relazione sul programma pluriennale a favore dell'impresa e dell'imprenditorialità (2001-2005)

Doc.: A6-0118/2005

Procedura: Codecisione, prima lettura

Relazione senza dibattito ai sensi dell'artico 131 del Regolamento del Parlamento

Votazione: 26.5.2005

La relazione è stata approvata.

 Stipendi base e indennità per il personale Europol 

Claude MORAES (PSE, UK)

Relazione sugli stipendi base e indennità applicabili al personale dell'Europol

Doc.: A6-0139/2005

Procedura: Consultazione legislativa

Relazione senza dibattito ai sensi dell'artico 131 del Regolamento del Parlamento

Votazione: 26.5.2005

La relazione è stata respinta e torna quindi all'esame della commissione parlamentare competente.

Accordo CE/Cile su alcuni aspetti dei servizi aerei
 

Paolo COSTA (ALDE/ADLE, IT)

Relazione sull'Accordo CE/Cile su alcuni aspetti dei servizi aerei

Doc.: A6-0100/2005

Procedura: Consultazione legislativa

Relazione senza dibattito ai sensi dell'artico 131 del Regolamento del Parlamento

Votazione: 26.5.2005

La relazione è stata approvata.

Finanziamenti comunitari agli studi sulla pesca
 

Philippe MORILLON (ALDE/ADLE, FR)

Relazione sul finanziamento di studi e progetti pilota connessi alla politica comune della pesca

Doc.: A6-0113/2005

Procedura: Consultazione legislativa

Relazione senza dibattito ai sensi dell'artico 131 del Regolamento del Parlamento

Votazione: 26.5.2005

La relazione è stata approvata con 574 voti favorevoli, 15 contrari e 10 astensioni. 

Accordo CE/Costa d'Avorio sulla pesca
 

Philippe MORILLON (ALDE/ADLE, FR)

Relazione sul Protocollo all'accordo CE/Costa d'Avorio sulla pesca (1° luglio 2004 - - 30 giugno 2007)

Doc.: A6-0114/2005

Procedura: Consultazione legislativa

Relazione senza dibattito ai sensi dell'artico 131 del Regolamento del Parlamento

Votazione: 26.5.2005

La relazione è stata approvata.

PAC: semplificata la struttura dei finanziamenti
 

Agnes SCHIERHUBER (PPE/DE, AT)

Relazione sul finanziamento della politica agricola comune

Doc.: A6-0127/2005

Procedura: Consultazione legislativa

Relazione senza dibattito ai sensi dell'artico 131 del Regolamento del Parlamento

Votazione: 26.5.2005 

La relazione è stata approvata.

Sedili e poggiatesta dei veicoli a motore
 

Dieter-Lebrecht KOCH (PPE/DE, DE)

Raccomandazione sui sedili e poggiatesta dei veicoli motore

Doc.: A6-0115/2005

Procedura: Codecisione, seconda lettura

Dibattito: 25.5.2005

Votazione: 26.5.2005

La raccomandazione è stata approvata.

Cinture di sicurezza e sistema di ritenuta dei veicoli a motore
 

Paolo COSTA (ALDE/ADLE, IT)

Raccomandazione sulle cinture di sicurezza e sistemi di ritenuta dei veicoli motore

Doc.: A6-0120/2005

Procedura: Codecisione, seconda lettura

Dibattito: 25.5.2005

Votazione: 26.5.2005

La raccomandazione è stata approvata.

Ancoraggi delle cinture di sicurezza dei veicoli a motore
 

Paolo COSTA (ALDE/ADLE, IT)

Raccomandazione sugli ancoraggi delle cinture di sicurezza dei veicoli motore

Doc.: A6-0117/2005

Procedura: Codecisione, seconda lettura

Dibattito: 25.5.2005

Votazione: 26.5.2005

La raccomandazione è stata approvata.

Parità uomo-donna: più fondi in attesa di PROGRESS
 

Rodi KRATSA-TSAGAROPOULOU (PPE/DE, EL)

Relazione sulla modifica dei programmi d'azione sulla parità tra donne e uomini

Doc.: A6-0132/2005

Procedura: Codecisione, prima lettura

Dibattito: 25.5.2005

Votazione: 26.5.2005

La relazione è stata approvata.

Sistemi di protezione frontale dei veicoli a motore
 

Ewa HEDKVIST PETERSEN (PSE, SE)

Relazione sui sistemi di protezione frontale dei veicoli a motore

Doc.: A6-0053/2005

Procedura: Codecisione, prima lettura

Dibattito: 25.5.2005

Votazione: 26.5.2005

La relazione è stata approvata.

Servizio europeo di azione esterna
 

Risoluzione sul servizio europeo di azione esterna

Doc.: B6-0320/2005

Procedura: Risoluzione

Dibattito: 11.5.2005

Votazione: 26.5.2005

La risoluzione è stata approvata.

Lavoratori dei servizi di interoperabilità transfrontaliera
 

Risoluzione sulle condizioni di utilizzazione dei lavoratori mobili che effettuano servizi di interoperabilità transfrontaliera

Doc.: B6-0319/2005

Procedura: Risoluzione

Votazione: 26.5.2005

La risoluzione è stata approvata.

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Ordine del giorno 6 - 9 giugno 2005
Strasburgo

Lunedì 6 giugno 2005 

(17:00 - 22:00)

 

Apertura della sessione e ordine dei lavori

**I

Relazione Karas - Sorveglianza delle posizioni di bilancio nonchè sorveglianza e coordinamento delle politiche economiche

*

Relazione Karas - Disavanzi eccessivi

***I

Relazione Laperrouze - Reti transeuropee dell'energia

***I

Relazione Rothe - Efficienza energetica negli utilizzi finali, servi energetici

 

Relazione Bösch - Protezione degli interessi finanziari delle Comunità e lotta antifrode

 Martedì 7 giugno 2005 

(9:00 - 12:00, 21:00 - 24:00)

 

Votazione sulle richieste di applicazione della procedure d'urgenza (articolo 134 del Regolamento del Parlamento)

 

 

 

 

 

  

*

Discussione congiunta - Lotta al terrorismo

  Relazione Díez González - Piano d'azione dell'Unione europea contro il terrorismo

  Relazione Mayor Oreja - Attacchi terroristici: prevenzione, preparazione e risposta

  Relazione Lambrinidis - Protezione delle infrastrutture sensibili nel quadro della lotta al terrorismo

  Relazione Borghezio - Lotta al finanziamento del terrorismo

  Relazione Duquesne - Scambio di informazioni in particolare con riguardo ai reati gravi, compresi gli atti terroristici

  Relazione Duquesne - Cooperazione in materia di reati terroristici

  Relazione Duquesne - Scambio di informazioni e intelligence in materia di reati terroristici

  Relazione Alvaro - Prevenzione, ricerca, accertamento e perseguimento della criminalità e dei reati, compreso il terrorismo

  Interrogazioni orali Florenz - Bioterrorismo

 

Relazione Garriga Polledo, Jensen - Progetto di bilancio rettificativo 2/2005

***II

Raccomandazione per la seconda lettura Peillon - Controllo dei movimenti di denaro contante

*

Relazione Rosati - Prodotti soggetti ad accisa

 

 

Relazione Gaubert - Legami tra immigrazione legale e clandestina ed integrazione dei migranti

 

Relazione Bowis - Mobilità dei pazienti, sviluppi dell'assistenza sanitaria

 

(12:00 - 13:00 ) Votazione

***

Raccomandazione Brok - Protocollo all'accordo euromediterraneo con la Giordania a seguito dell'allargamento

 

Proposte di risoluzione - Spazio di libertà, sicurezza e giustizia

 

Testi di cui sarà stata chiusa la discussione

 (15:00 - 18:00)

 

Relazione Böge - Sfide politiche e mezzi di bilancio dell'Unione allargata 2007-2013

 (18:00 - 19:30)

 

Tempo delle interrogazioni alla Commissione

 Mercoledì 8 giugno 2005

(9:00 - 12:00)

 

Dichiarazioni del Consiglio e della Commissione - Preparazione del Consiglio europeo (Bruxelles, 16 e 17 giugno 2005)

 (12:00 - 13:00) Votazione

 

Testi di cui sarà stata chiusa la discussione

 (15:00 - 17:30, 21:00 - 24:00)

 

Dichiarazioni del Consiglio e della Commissione - Riforma dell'ONU

 

Dichiarazioni del Consiglio e della Commissione  - Relazioni transatlantiche

 

Dichiarazione del Consiglio e della Commissione - Sicurezza in Estremo Oriente

 

Interrogazioni orali Staes - Accordo Commissione-Stati membri/Philip Morris in materia di lotta alla frode

 

Relazione Dimitrakopoulos - L'Unione europea e l'Iraq - Quadro per l'impegno

 

Relazione Vlasto - Rafforzare la competitività europea

***I

Relazione Adamou - Idrocarburi policiclici aromatici contenuti negli oli diluenti e negli pneumatici

*

Relazione Schierhuber - Sostegno allo sviluppo rurale da parte del FEASR

***I

Relazione Brepoels - Infrastruttura per l'informazione territoriale nella Comunità (INSPIRE)

 

Interrogazione orale Gargani - Brevetto comunitario

 

Relazioni iscritte conformemente all'articolo 134 del Regolamento del Parlamento

 (17:30 - 19:00)

 

Tempo delle interrogazioni al Consiglio

Giovedì 9 giugno 2005

 (10:00 - 12:00, 15:00 - 16:30)

*

Relazione Fraga Estévez - Sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nel Mediterraneo

*

Relazione Freitas - Accordo sul programma internazionale per la conservazione dei delfini

 

Relazione Őry - Inserimento sociale nei nuovi Stati membri

 

Relazione Juknevičienė - Occupazione e produttività e relativo contributo alla crescita economica

 (12:00 - 13:00) Votazione

 

Testi di cui sarà stata chiusa la discussione

 (16:30 - 17:30)

 

Discussioni su casi di violazione dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto (articolo 115 del regolamento del Parlamento)

 (17:30) Votazione

 

Proposte di risoluzione concernenti le discussioni su casi di violazione dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto (articolo 115 del regolamento del Parlamento)

 

Testi di cui sarà stata chiusa la discussione

 L'ordine del giorno può subire modifiche.

 

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