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RASSEGNA

 

3 - 6 settembre 2007

 

Strasburgo

 

 

 


Sommario

RELAZIONI ESTERNE
LOTTA AL TERRORISMO: PIÙ COLLABORAZIONE IN EUROPA

TRASPORTI
ABROGARE LE NORME SUI LIQUIDI A BORDO DEGLI AEREI
UN TESTO UNICO PER IL TRASPORTO DI MERCI PERICOLOSE

AMBIENTE
INCENDI BOSCHIVI: SANZIONI PENALI PIÙ SEVERE CONTRO I PIROMANI

SANITÀ PUBBLICA
SANZIONI PIÙ SEVERE PER CHI GUIDA UBRIACO E STOP AGLI ALCOPOP

GIUSTIZIA E AFFARI INTERNI
DROGHE: VIA LIBERA AL PROGRAMMA DI PREVENZIONE E INFORMAZIONE

ISTITUZIONI
PER IL PRESIDENTE PORTOGHESE LA SOLIDARIETÀ È ALLA BASE DELL'INTEGRAZIONE EUROPEA
UNA NORMATIVA EUROPEA PIÙ SEMPLICE E COMPRENSIBILE
VERSO UN MERCATO UNICO A VANTAGGIO DI CITTADINI E IMPRESE

RICERCA E INNOVAZIONE
STOP ALLE SPERIMENTAZIONI SCIENTIFICHE SULLE GRANDI SCIMMIE

PROTEZIONE CIVILE
RENDERE EFFICACE IL NUMERO DI EMERGENZA EUROPEO 112

AGRICOLTURA
CONFEZIONI DEL LATTE CON ETICHETTE PIÙ CHIARE

ISTITUZIONI
APERTURA DELLA SESSIONE
DOCUMENTI APPROVATI

CODICI DELLE PROCEDURE PARLAMENTARI, ABBREVIAZIONI

DEPUTATI AL PARLAMENTO EUROPEO

 

RELAZIONI ESTERNE

 

Lotta al terrorismo: più collaborazione in Europa

Sulla base di un'interrogazione orale, si è svolto in Aula un ampio dibattito sulla lotta al terrorismo. La Presidenza ha illustrato in dettaglio le azioni realizzate in questo campo, mentre il Vicepresidente Frattini ha annunciato nuove iniziative per questo autunno, sulla sicurezza degli esplosivi e sul monitoraggio di Internet. Molti deputati hanno chiesto un'azione più incisiva dell'Unione europea, sottolineando però l'esigenza di rispettare le libertà fondamentali e i diritti umani.

Dichiarazioni degli autori dell'interrogazione

Cristiana MUSCARDINI (UEN, IT) ha anzitutto sostenuto che l'Europa è impreparata, di fatto, «ad affrontare in maniera globale e forte il problema del terrorismo». Un tempo, ha ricordato, c'erano gruppi terroristici nelle varie nazioni dell'Unione, erano problemi interni, l'Europa era già in gran parte unita e «già allora si parlava di una strategia comune che non è mai nata». Il 2001 ha invece dimostrato come il terrorismo «sia globale, sia un'organizzazione non piramidale ma a cellule collegate tra loro soprattutto attraverso Internet e i migliori sistemi informatici, radicate in tutto il mondo e in grado di colpire come vogliono e quando vogliono».

Ha quindi deplorato che «non esiste una politica dell'Unione europea per il controllo di Internet e per dare regole certe di sicurezza ai cittadini, i quali non capiscono quali siano le misure adottate dall'Unione e quali si intendono adottare a breve termine». In proposito, ha sostenuto la necessità di rendere responsabili i provider che danno spazio ai siti che fomentano, spalleggiano, giustificano le azioni terroristiche, «per esempio con l'oscuramento obbligatorio di siti riconducibili in maniera diretta o indiretta a persone che predicano, incitano e giustificano la violenza», come è stato già fatto in Svizzera.

Ha poi sottolineato che non esiste una posizione comune «per monitorare i falsi luoghi di culto, i falsi imam, che, come avvenuto anche di recente in Olanda e in Italia, hanno utilizzato luoghi che sarebbero dovuti essere di preghiera per seminare odio, progettare attentati incitando alla violenza contro l'Occidente, la democrazia, i diritti umani, compresi quelli delle donne, fino ad attuare attentati terroristici nelle nostre città». E' inoltre necessario avere la forza e il coraggio di prendere decisioni per prevenire futuri attentati e rendere inoffensive le cellule terroristiche «che si annidano e fanno proseliti utilizzando i nostri valori di libertà, di libertà di culto e di espressione, per agire proprio contro la libertà».

Per la deputata, gli arresti effettuati nelle ultime ore in Danimarca «sono la dimostrazione che non è tempo per abbassare la guardia» e lanciano anche un allarme per tutta l'Unione: «non possiamo più permetterci di affidarci soltanto all'efficacia di leggi nazionali e all'efficienza delle forze investigative dei singoli paesi, occorre più coordinamento». Dietro il politicamente corretto, ha aggiunto, «troppe volte si nasconde l'incapacità o la non volontà di prendere decisioni», mentre è a rischio la democrazia, la libertà e il diritto dei singoli a vivere in pace e in libertà. Ha quindi esortato a uscire dal dibattito con un impegno comune per realizzazioni immediate «e non con presunte posizioni di destra o di sinistra, ma forti e uniti». «Per ciascuno di noi», ha concluso, «il terrorismo sia comunque e sempre un crimine contro l'umanità!».

Per Giusto CATANIA (GUE/NGL, IT), prima di invocare iniziative politiche e legislative nuove, occorrerebbe valutare le scelte maturate in questi anni ponendosi due domande: il terrorismo è più forte o più debole a seguito delle nostre iniziative legislative? Abbiamo dato un contributo determinate alla crescita della nostra cultura giuridica, dei nostri valori, oppure li abbiamo svenduti in nome dell'emergenza terroristica?

Ha quindi osservato che, sovente, «i provvedimenti di emergenza sono stati sbagliati e le liste delle organizzazioni terroristiche sono state approssimative, spesso dettate più da ragioni politiche che dalla reale pericolosità». Ha poi chiesto al Consiglio di non nominare un nuovo coordinatore antiterrorisismo «perché in questi mesi abbiamo scoperto che ne possiamo fare tranquillamente a meno».

Il deputato ha poi voluto ribadire che «il terrorismo è il nemico della nostra civiltà, è nemico del diritto della democrazia, il terrorismo è una barbarie» e che «gli attentati terroristici rappresentano il passaggio dallo Stato di diritto allo Stato di natura». Ma ha deplorato il fatto che invece di riportare il dibattito sul ripristino delle regole democratiche si è scelto di affrontare la questione «attraverso il restringimento delle regole di convivenza civile, di lottare sul terreno privilegiato dell'avversario e di competere sulla violazione dei diritti umani, sul controllo militare della popolazione civile, sulla negazione dei principi cardine della democrazia». A suo parere, le immagini di Abu Ghraib o le immagini della base di Guantanamo «sono l'emblema della vittoria della cultura del terrorismo sul nostro Stato di diritto e sui principi cardine della nostra cultura giuridica».

L'altro emblema, ha aggiunto, può essere rappresentato da quello che è avvenuto con i voli e con i rapimenti della CIA in Europa, «con il coinvolgimento esplicito dei governi europei». In proposito ha osservato che vi è «un silenzio imbarazzante» e «inaccettabile» da parte dei governi, nonostante il Parlamento, la Commissione e il Consiglio d'Europa si siano espressi. Il deputato ha poi aggiunto che in Europa «la procedura d'eccezione è diventata la regola» e, pertanto, occorre discutere chiaramente sugli effetti prodotti dalle nostre scelte legislative. In particolare dei dati biometrici nei passaporti e nei visti, del sistema di controllo dei dati personali, delle banche dati sulle comunicazioni telefoniche e sui passeggeri aerei, degli accordi PNR, del sistema SWIFT, del sistema di immagazzinamento delle impronte digitali e perfino del regolamento sui liquidi. Ha quindi sottolineato che «bisognerebbe fare delle scelte proporzionali a quello che si vuole combattere».

Il deputato ha quindi concluso sostenendo che è necessario «dire con forza» che «abbiamo scelto una torsione autoritaria dello Stato di diritto invece di scegliere la salvaguardia dello Stato di diritto per combattere il terrorismo». Non si comprende, ha spiegato, «se in questi anni per i cittadini europei è stato più pericoloso il terrorismo o sono state più pericolose le pratiche di contrasto al terrorismo».

Dichiarazione della Presidenza

Manuel LOBO ANTUNES ha esordito sottolineando che i recenti eventi hanno confermato come il terrorismo sia una minaccia alla sicurezza e ai valori europei. Per tale motivo occorre che gli Stati membri continuino a collaborare, rispettando però i diritti umani e le libertà fondamentali. La lotta, ha aggiunto, va condotta sia a livello interno sia internazionale e, in proposito, il Sottosegretario ha ribadito la necessità di una risposta globale e concertata. Dopo aver ricordato che l'Unione si è dotata di una strategia antiterrorismo nel 2005 che è periodicamente valutata, ha affermato che l'Alto Rappresentante per la Politica estera sta riflettendo sul modo migliore per garantire il coordinamento tra gli Stati membri dopo la partenza di De Vries. In proposito, ha precisato che il SITCEN svolge unicamente un ruolo di valutazione delle minacce, non avendo alcun potere di coordinamento. 

Il Sottosegretario si è poi detto convinto che l'azione svolta dal Consiglio nella lotta al terrorismo è sostenuta dai cittadini, come anche dai partner. In seguito, ha ricordato che, nel quadro della collaborazione con i paesi terzi, entro dicembre sono previsti incontri con la Russia, gli USA, l'Algeria e il Marocco, ma anche nell'ambito del dialogo euromediterraneo e in nelle sedi internazionali. Le azioni di lotta al terrorismo, come anche il ruolo dei parlamenti nazionali, ha proseguito, saranno rafforzati con il nuovo trattato. Se il consolidamento dello Spazio di libertà, sicurezza e giustizia sarà uno dei principali obiettivi per le tre presidenze che si succederanno, allo stesso tempo, ha ribadito che la tutela dei valori è una priorità per l'Unione europea, che deve continuare a difendere i diritti umani e i diritti dei profughi.

Facendo infine riferimento alla sentenza relativa all'elenco dei presunti terroristi, il Sottosegretario ha sottolineato che il Consiglio ha già approvato alcune misure per adeguarsi alle sue conclusioni che, ha precisato, riguardano unicamente le questioni procedurali. Pertanto, sarà ora possibile presentare ricorso contro l'inserimento del proprio nome in siffatti elenchi ed è stato creato un gruppo di lavoro per rivedere periodicamente tale lista.

Dichiarazione della Commissione

Franco FRATTINI ha anzitutto ricordato che la Commissione si è fortemente impegnata a favore dell'applicazione della strategia europea contro il terrorismo, il cui obiettivo è di assicurare l'equilibrio tra il diritto alla sicurezza e gli altri diritti, come quello alla privacy. Ma la minaccia rimane alta e «non vi è margine per abbassare la guardia». Lo dimostrano i tentativi di attentati sventati in Spagna, Italia e Regno Unito e quelli di questi ultimi giorni in Germania e Danimarca. In proposito, peraltro, il Vicepresidente ha sottolineato che la scoperta di questi tentativi rappresenta un successo della strategia UE.

Ha poi annunciato che, quest'autunno, la Commissione presenterà un pacchetto di misure incentrate sulla prevenzione e il perseguimento dei crimini. Si tratta, più in particolare, di un piano d'azione sulla sicurezza degli esplosivi che prevede tra l'altro la creazione di una banca dati di Europol che fungerà da sistema di allerta rapido, ad esempio, in caso di furti di esplosivi. Sarà inoltre avanzata una proposta di modifica della decisione quadro sul terrorismo per tenere conto del ricorso a Internet da parte dei terroristi. Si intende così evitare la diffusione di strategie terroristiche o di istruzioni su come confezionare ordigni, ma anche consentire di perseguire in tutta Europa chi si avvale di Internet a questi fini. Verrà poi proposta una politica europea in materia di registrazione dei nomi dei passeggeri aerei (PNR), che consentirà lo scambio di informazioni tra gli Stati membri. Infine, sarà realizzata una valutazione complessiva delle misure adottate dagli Stati membri nel quadro della strategia europea, con l'obiettivo di rafforzarle e renderle più efficaci.

Ribadendo l'importanza della collaborazione tra gli Stati membri, il Vicepresidente si è detto fiducioso che, nonostante le difficoltà incontrate finora, sarà possibile giungere ad un accordo sulla protezione dei dati entro dicembre. In proposito, ha sottolineato che occorre un quadro giuridico che garantisca i cittadini sul trattamento corretto dei dati. In merito al SITCEN, anche il commissario ha posto in luce che tale organismo non ha nessun ruolo di coordinamento o nelle indagini sugli individui. Su quest'ultimo aspetto, peraltro, ha affermato che tale compito dovrebbe spettare a Europol e a Eurojust.

Interventi in nome dei gruppi politici

Ricordando gli attentati sventati in questi ultimi giorni, Manfred WEBER (PPE/DE, DE) ha affermato che i cittadini si aspettano che sia garantita la loro sicurezza. Ha quindi osservato che ci si trova in una fase di stallo in cui, mentre gli Stati membri lavorano a livello nazionale, i terroristi agiscono. Serve quindi un nuovo slancio e, pertanto, si è detto favorevole al nuovo pacchetto di misure annunciato dalla Commissione. Nel sottolineare che i terroristi attaccano la nostra società, il deputato ha affermato che si tratta anche di una «sfida culturale», insistendo sul fatto che in Europa si difende la parità uomo/donna, non si accettano i matrimoni forzati e si pratica la tolleranza. Per tale motivo i predicatori di violenza devono essere espulsi.

E' stata sufficiente la cooperazione? Chi succederà a De Vries? Quale seguito sarà dato alla relazione di Claudio Fava sulle attività della CIA in Europa? Si è chiesto Jan WIERSMA (PSE, NL), sottolineando la necessità di collaborazione tra gli Stati membri per evitare le radicalizzazioni. Il deputato ha poi insistito sull'importanza di esaminare le cause che avvicinano i giovani al terrorismo e agire quindi sulla prevenzione, visto che la repressione non basta. Ha quindi proposto l'istituzione di un fondo di integrazione europeo che serva a tale scopo e che dimostri il valore aggiunto dell'azione UE.

Graham WATSON (ALDE/ADLE, UK) ha ricordato che nel 68 Avanti Cristo, il Senato romano conferì i pieni poteri a Pompeo per fronteggiare l'attacco dei pirati, ma che sono stati poi necessari 1.800 anni prima che la democrazia riaffiorasse in Europa. Riconoscendo che le leggi antiterrorismo non sono superflue e che è necessaria una maggiore cooperazione in materia giudiziaria e di polizia, si è detto favorevole alla costituzione di una FBI europea. Tuttavia, ha ribadito la necessità di una risposta proporzionata al pericolo e si è chiesto perché, se la minaccia è così grave, non è ancora stato sostituito il Coordinatore europeo antiterrorismo. Il leader liberaldemocratico ha poi insistito sull'esigenza che l'Europa abbia una propria politica antiterrorismo, senza limitarsi ad applicare quella americana.

Ha poi sottolineato l'esigenza di valutare l'efficacia dell'azione UE per procedere ad una sua revisione, introducendo per esempio una clausola di decadenza delle misure adottate. Nell'esprimere dubbi circa il fatto che i cittadini approvano l'azione europea contro il terrorismo, ha chiesto al Sottosegretario e al commissario se hanno mai notato i numerosi cittadini furiosi ai controlli di sicurezza negli aeroporti, denunciando anche alcuni abusi perpetrati in quelle circostanze.

Dopo aver ricordato che dagli attacchi terroristici di New York, Madrid e Londra la cooperazione tra gli Stati membri si è rafforzata, Konrad SZYMAŃSKI (UEN, PL) ha chiesto che si prosegua su questa strada. A suo parere, le preoccupazioni relative alla condivisione dei dati non dovrebbero bloccare tale cooperazione. Il terrorismo contemporaneo, ha poi aggiunto, ha creato un fenomeno sconosciuto finora, quello dei «soldati senza patria» ai quali risulta difficile applicare la Convenzione di Ginevra. Per tale motivo, ha spiegato,  «dobbiamo convenire sul fatto che garantire diritti procedurali ai terroristi è un'azione insensata, che priva di efficienza la nostra lotta contro questo fenomeno».

Cem ÖZDEMIR (Verdi/ALE, DE) ha sottolineato la necessità di prendere misure mirate ed efficaci. Il suo gruppo desidererebbe avere una vista d'insieme delle misure esistenti e della loro efficacia, per convincere i cittadini che le misure prese sono necessarie e efficaci. A suo parere, inoltre, la dimensione morale non deve essere trascurata e, in proposito ha citato i rapimenti e le prigioni segrete della CIA. Vi è quindi la necessità di un controllo democratico e di un coinvolgimento del Parlamento europeo, la cui commissione per le libertà civili deve essere informata della violazione dei diritti umani causata dall'inclusione non giustificata nell'elenco dei terroristi. Concludendo ha ricordato che i Verdi vorrebbero essere informati delle intenzioni del Consiglio per quanto riguarda il ruolo di coordinatore antiterrorismo e ricevere una valutazione delle attività svolte da De Vries durante il suo mandato.

Per Tobias PFLÜGER (GUE/NGL, DE) il dibattito in corso è molto importante per la democrazia dell'Unione europea. Dall'11 settembre 2001, infatti, è in corso una guerra contro il terrorismo ed è difficile invertire la rotta della strategia militare NATO. In Afghanistan stiamo arrivando ad una situazione molto simile a quella irachena e la guerra contro il terrorismo è proprio quella che lo fomenta. Inoltre, all'interno dell'UE, la decisione quadro sulla lotta al terrorismo ci conduce a nuove leggi e a nuove definizioni del terrorismo, come nel caso della Germania. Tale legislazione non deve anteporsi al rispetto dei diritti fondamentali. Ha quindi sottolineato che per molte persone al di fuori dell'Europa, «siamo noi i terroristi».

Hans BLOKLAND (IND/DEM, NL) ha affermato che occorrono una valutazione delle misure attuate e della loro efficacia, nonché la verifica della loro compatibilità con uno Stato democratico. Auspicando l'abrogazione delle norme sui liquidi nei bagagli a mano dei passeggeri aerei, si è chiesto se l'imponente numero di dati raccolti dal 2001 a scopi di sicurezza sia sempre stato utilizzato efficacemente. A suo parere, i terroristi possono cantare vittoria quando chi lotta contro di loro «perde il credito morale presso la popolazione». Ha quindi auspicato una maggiore collaborazione a livello UE, con la supervisione democratica sulle attività dei servizi di intelligence.

Facendo riferimento agli attacchi terroristici sventati questa settimana in Danimarca ed in Germania, Andreas MÖLZER (ITS, AT) ha posto l'accento sul fatto che la minaccia arrivi da giovani musulmani all'interno dell'UE, i quali frequentano scuole coraniche e «predicatori che incitano all'odio». Esiste ora una «società islamica parallela - nelle scuole e nelle moschee - che è stata sottovalutata in Europa». Ha inoltre aggiunto che «la nostra tolleranza ci trae in inganno» e che «dovremmo smetterla con l'approccio multiculturale ed evidenziare la nostra propria cultura di base europea».

Interventi dei deputati italiani

Mario BORGHEZIO (UEN, IT) ha anzitutto criticato la decisione del sindaco socialista di Bruxelles di proibire «con motivazioni di bassa politica interna» «una grande manifestazione contro il terrorismo islamico» e in ricordo delle vittime dell'11 settembre. Giudicandolo un segnale negativo, ha affermato che è ancora più grave «il corteggiamento che il premier, Romano Prodi, e il ministro degli esteri, D'Alema, fanno ai terroristi di Hamas». A suo parere, bisogna invece che i segnali politici dall'Europa «siano univoci contro il terrorismo islamico e che ci sia una lotta comune con chi predica nelle moschee contro di noi e la nostra sicurezza». 

Si è quindi detto d'accordo con il Commissario sulla necessità che i cittadini europei siano e si sentano più protetti e di rafforzare quindi anche le relazioni transatlantiche. Si è però chiesto se l'Europa è preparata ad affrontare il pericolo incombente di atti di terrorismo, magari batteriologico o nucleare. Anche alla luce del fatto che «l'Europa del Sud si dimostrata impreparata contro la minaccia degli incendi».

Per Claudio FAVA (PSE, IT) il dibattito sta permettendo «di superare alcuni pericolosi equivoci». Ad esempio, ha spiegato, «noi stiamo discutendo di una strategia contro il terrorismo e non contro l'Islam», pertanto «ridurre le cause del terrorismo semplicemente al fondamentalismo islamico sarebbe una lettura piuttosto semplicistica». Si è quindi detto preoccupato per alcune espressioni sentite in Aula, come quella - «piuttosto generica, violenta e rozza» - secondo cui le mosche portano la guerra nelle nostre società. In proposito si è chiesto quale sarebbe la reazione sdegnata del Parlamento europeo se un deputato turco dicesse un giorno al Parlamento turco che le chiese cristiane portano la guerra alla nostra società.

In seguito, pur riconoscendo che il lavoro di repressione «è assolutamente fondamentale tanto quanto quello di prevenzione», il deputato ha suggerito al Commissario di non fare i bilanci con i presunti terroristi arrestati «ma con i veri terroristi condannati». A suo parere, infatti, sarebbe utile un monitoraggio «su quanti sospetti terroristi sono stati arrestati in questi anni nei nostri paesi e sono stati successivamente scarcerati». Dopo aver sottolineato come le risposte ricevute dal Consiglio siano state in parte parziali, ha sostenuto che non è ben chiaro quale debba essere il ruolo del Parlamento europeo e in che modo sarà realmente associato a questa strategia dell'Unione europea. Ritiene infatti che occorre una qualità e un'intensità di condivisione che non può limitarsi ad «appuntamenti formali e rituali».

Non è nemmeno chiaro, ha aggiunto, «cosa accadrà delle funzioni di coordinatore dell'Unione europea nella lotta contro il terrorismo». In proposito, ricordando che De Vries aveva confessato che quella funzione era assolutamente priva di contenuti e di strumenti, ha affermato come «nulla possa essere più dannoso di una funzione istituzionale che non abbia strumenti per poter esistere». Infine, ha sottolineato che non è chiaro in che modo si orienterà la Presidenza portoghese sulla cooperazione euroatlantica. A tale riguardo, ha insistito sul fatto che una strategia comune «ha senso se condivide il rispetto profondo per i diritti fondamentali dei cittadini e non sempre è stato così». Ha quindi concluso affermando che la lotta al terrorismo ha bisogno di un alto livello di consenso sociale, vigilando sul rispetto dei principi del Trattato ed evitando abusi e semplificazioni.

Per Antonio TAJANI (PPE/DE, IT) la lotta al terrorismo «deve rimanere una delle grandi priorità dell'Unione europea». Certamente, ha aggiunto, «occorre un'efficace, continua e coordinata azione di prevenzione e di contrasto» e ha accolto quindi con favore le proposte formulate dal Vicepresidente Frattini in Aula. A suo parere, d'altra parte, «non dobbiamo commettere l'errore di abbassare la guardia quando l'internazionale del terrore colpisce lontano dall'Europa». Purtroppo, ha proseguito, «la minaccia del fondamentalismo islamico non è diminuita, neanche quando l'attacco viene portato lontano dai nostri confini». Azione coordinata - ha poi spiegato - «significa innanzitutto cooperazione all'interno dell'Unione, ma anche un forte collegamento con gli Stati Uniti».

Pertanto, «rompere i legami con gli Stati Uniti in quest'azione contro il terrorismo rappresenterebbe un gravissimo errore, porterebbe un gravissimo danno alla popolazione intera dell'Unione europea». Il collegamento, inoltre, deve essere anche con i paesi arabi moderati, «anch'essi nel mirino di Al Qaeda». L'Europa, ha aggiunto, deve essere in prima fila in quest'azione di prevenzione e contrasto, «facendo però prevalere le azioni sostanziali su quelle burocratiche». In proposito, ha affermato che è purtroppo più facile «che ci siano controlli severi su flaconi di deodorante perché non trasportati in busta di plastica regolare piuttosto che su terroristi infiltrati fra immigrati clandestini».

A suo parere, inoltre, la lotta al terrorismo va condotta anche con iniziative politiche «che portino finalmente alla soluzione della crisi israelo-palestinese con la nascita di uno Stato palestinese e la garanzia di sicurezza per quello ebraico e senza però nulla concedere ad organizzazioni fondamentaliste camuffate da forze politiche, come Hamas e Hezbollah». Non va poi dimenticato che in Europa, «accanto al pericolo di matrice islamica, esiste una pericolosa rete di partiti armati, legati a fenomeni politici interni e indipendentisti». Anche su questo fronte, ha concluso, «l'Europa non deve abbassare la guardia».

Giulietto CHIESA (PSE, IT) ha sottolineato che il Vertice tra Unione europea e Stati Uniti dell'aprile scorso «è stato un'occasione perduta». Alla luce delle risultanze della commissione speciale del Parlamento europeo sui voli segreti della CIA, ha spiegato, «sarebbe stato necessario indicare con chiarezza a Washington che lo sviluppo della cooperazione transatlantica sulla lotta al terrorismo sarà possibile solo nel rispetto dell'articolo 6 del trattato europeo e nel pieno rispetto dei diritti umani».

Ha invece osservato che ciò non è stato fatto e «questo significa che la lotta al terrorismo non solo non sarà rafforzata ma sarà indebolita perché non è ammissibile, oltre ad essere controproducente, combattere il terrorismo con metodi terroristici e illegali». A suo parere, gli Stati membri dell'Unione «che si sono sottomessi alle pressioni americane applicando quei metodi, non solo hanno violato i fondamentali principi dell'Unione, ma hanno aperto la strada all'illegalità esponendo l'Europa ai rischi accresciuti di ritorsioni terroristiche». Rafforzare la lotta contro il terrorismo, ha concluso, «significa in primo luogo farlo nel rispetto della legge».

Link utili

Sito tematico della Commissione
Sito tematico del Consiglio

Riferimenti

Interrogazioni orali - Lotta contro il terrorismo
Procedura: Interrogazione orale
Dibattito: 5.9.2007
Votazione: 11.10.2007 

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TRASPORTI

 

Abrogare le norme sui liquidi a bordo degli aerei

Il Parlamento chiede alla Commissione di rivedere e - se non vengono presentati ulteriori fatti irrefutabili - di abrogare il regolamento che impone misure restrittive sui liquidi nei bagagli a mano dei passeggeri aerei. Nell'evidenziare la sua applicazione non uniforme in tutti gli aeroporti, teme infatti che i suoi costi siano sproporzionati rispetto all'aumento effettivo della sicurezza. Chiede poi la pubblicazione integrale dei divieti e delle restrizioni.

Con 464 voti favorevoli, 158 contrari e 70 astensioni, il Parlamento ha adottato una risoluzione che afferma anzitutto il sostegno a tutte le misure di sicurezza contro i rischi di attacchi terroristici nel settore aereo «che siano concepite realisticamente per ridurre al minimo il rischio e non siano sproporzionate». Sottolinea tuttavia che il controllo dei bagagli a mano attraverso i raggi X «non è in grado di rilevare la presenza di esplosivi liquidi» e chiede alla Commissione e agli Stati membri di intensificare i loro sforzi a sostegno della ricerca volta a trovare strumenti efficaci per tale rilevazione.

I deputati notano poi che le disposizioni di sicurezza fissate dal regolamento n. 1546/2006 non sono state attuate in modo uniforme e coerente in tutti gli aeroporti dell'Unione europea e chiedono quindi di procedere in tal senso. Pur condividendo la necessità di un sistema di sicurezza di qualità, osservano inoltre che l'attuazione del regolamento ha portato a un aumento dei costi per gli aeroporti e per gli operatori, ma anche per i passeggeri attraverso la confisca degli oggetti personali.

Riconoscendo inoltre «i considerevoli disagi» e le difficoltà che i passeggeri, specialmente quelli in transito, e gli operatori devono sopportare, i deputati temono che i costi generati dal regolamento «possano essere sproporzionati rispetto al valore aggiunto che la sua applicazione comporta in termini di sicurezza». Il Parlamento - con 382 voti favorevoli, 298 contrari e 15 astensioni -  chiede quindi alla Commissione di procedere con urgenza «alla revisione e - se non vengono presentati ulteriori fatti irrefutabili - ad abrogare il regolamento».

Su proposta di ALDE, Verdi/ALE e GUE/NGL, l'Aula invita inoltre la Commissione a pubblicare e a mettere a disposizione dei cittadini «il testo integrale dei divieti e delle restrizioni che possono essere loro imposti nonché un elenco delle eccezioni e le ragioni della misura». Non sono invece stati accolti gli emendamenti che invitavano la Commissione a garantire il diritto dei passeggeri ad essere informati sui loro diritti, compresa la possibilità di ricorrere in caso di abuso di potere nell'applicazione delle norme di sicurezza.

Link utili

Resoconto stenografico del dibattito (12/2/2007)
Regolamento (CE) n. 1546/2006 recante modifica del regolamento (CE) n. 622/2003 della Commissione che stabilisce talune misure di applicazione delle norme di base comuni sulla sicurezza dell'aviazione
Regolamento (CE) n. 1448/2006 della Commissione che stabilisce talune misure di applicazione delle norme di base comuni sulla sicurezza dell’aviazione

Riferimenti

Restrizione sul regolamento (CE) n. 1546/2006 della Commissione recante modifica del regolamento (CE) n. 622/2003 che stabilisce talune misure di applicazione delle norme di base comuni sulla sicurezza dell'aviazione (introduzione di liquidi negli aeromobili)
Procedura: Proposta di risoluzione
Dibattito: 12.2.2007
Votazione: 5.9.2007

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Un testo unico per il trasporto di merci pericolose

Il Parlamento ha approvato una nuova direttiva che - recependo le norme internazionali in materia - semplifica e armonizza la legislazione europea sul trasporto di merci pericolose su strada, ferrovia e vie navigabili interne. Ma gli Stati membri, come richiesto dai deputati, saranno liberi di stabilire norme speciali per il trasporto di merci pericolose nei treni passeggeri.

Il trasporto internazionale di merci pericolose è disciplinato da accordi internazionali. Le Nazioni Unite hanno adottato alcune raccomandazioni specifiche per le diverse modalità di trasporto (strada-ADR, ferrovia-RID, vie di navigazione interne-ADN). La maggioranza degli Stati membri sono firmatari degli accordi ADR e RID. L'entrata in vigore dell'accordo ADN è prevista a breve.

Quattro direttive regolano il trasporto delle merci pericolose all'interno dell'UE, ovvero le direttive 94/55/CE (ADR) e 96/49/CE (RID), nonché le direttive 96/35/CE e 2000/18/CE sui consulenti per la sicurezza. Altre quattro decisioni della Commissione concedono deroghe nazionali dalle direttive quadro (2005/263/CE, 2005/903/CE, 2005/180/CE e 2005/777/CE). La legislazione europea regolamenta solo il trasporto ferroviario e su strada delle merci pericolose. Non esistono ancora norme europee che regolano il trasporto delle merci pericolose sulle vie di navigazione interna (ADN).

Lo scopo dell'attuale proposta è l'introduzione degli obiettivi internazionali degli accordi ADR, RID e ADN nel trasporto nazionale da parte degli Stati membri dell'UE. Alcune soluzioni basate sulle raccomandazioni delle Nazioni Unite verranno aggiornate nella proposta. Tutte e tre le modalità di trasporto (strada, ferrovia e vie di navigazione interna), inoltre, verranno regolamentate da un unico atto.

Il volume totale delle merci pericolose trasportate nell'Unione europea si aggira sui 110 miliardi di t/km l’anno, di cui 58% su strada, 25% per ferrovia e il 17% per vie navigabili interne. Si registra una tendenza all‘aumento per i trasporti su strada e per quelli fluviali mentre sono in calo i trasporti ferroviari.

Approvando la relazione di Bogusław LIBERADZKI (PSE, PL), il Parlamento accoglie con favore la proposta della Commissione, ma propone alcune modifiche che dovrebbero essere accettate dal Consiglio, consentendo così di chiudere la procedura in prima lettura. Più in particolare, un emendamento stabilisce che gli Stati membri possono stabilire specifici requisiti di sicurezza per il trasporto nazionale e internazionale di merci pericolose nel territorio effettuato mediante veicoli, carri e navi della navigazione interna non contemplati dalla direttiva stessa. Se del caso, inoltre, possono fissare dei requisiti in materia di uso di rotte prescritte, incluso l'impiego di modi di trasporto prescritti e norme speciali per il trasporto di merci pericolose nei treni passeggeri.

I deputati inoltre chiedono di prorogare di un anno (da 5 a 6) il periodo di validità delle deroghe previste dalla direttiva e rinviano di sei mesi (al 30 giugno 2009) il termine concesso agli Stati membri per mettere in vigore le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla direttiva.

Link utili

Proposta della Commissione

Riferimenti

Bogusław Marian LIBERADZKI (PSE, PL)
Relazione sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa al trasporto interno di merci pericolose
Procedura: Codecisione, prima lettura
Dibattito: 4.9.2007
Votazione: 5.9.2007

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AMBIENTE

 

Incendi boschivi: sanzioni penali più severe contro i piromani

A seguito degli incendi e delle inondazioni che hanno colpito in particolare Grecia e Regno Unito, ma anche l'Italia, il Parlamento chiede la rapida mobilitazione del Fondo di solidarietà e la creazione di una forza europea di reazione rapida. Sollecita poi l'inasprimento delle sanzioni contro i piromani, invita gli Stati membri a garantire la riforestazione dei terreni bruciati assicurando che la loro destinazione non sia modificata per evitare speculazioni e condanna i condoni edilizi.

Il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sostenuta da tutti i gruppi politici, eccetto quelli dei Verdi/ALE e dell'ITS, con la quale esprime anzitutto la propria solidarietà alle vittime delle catastrofi naturali succedutesi questa estate. Rende inoltre omaggio ai vigili del fuoco, ai professionisti e ai volontari «che hanno lavorato incessantemente, rischiando la propria vita per spegnere gli incendi, salvare le persone e limitare i danni provocati dalle catastrofi naturali». Plaudendo alla solidarietà dimostrata dall'Unione europea, dai suoi Stati membri e da altri paesi che hanno aiutato le regioni colpite durante gli incendi forestali, il Parlamento riconosce il contributo del Centro di monitoraggio e Informazione nel sostenere e agevolare la mobilitazione e il coordinamento dell'assistenza della protezione civile durante l'emergenza.

I deputati chiedono poi alla Commissione europea di mobilitare l'attuale Fondo di solidarietà dell'UE «con la massima flessibilità e senza indugio, evitando le lungaggini procedurali e gli ostacoli amministrativi». Precisano inoltre che le risorse necessarie «devono essere rese disponibili immediatamente». La Commissione è poi esortata a introdurre misure straordinarie di aiuto comunitario, soprattutto di natura finanziaria, in modo da «ripristinare il potenziale produttivo delle zone colpite, tentare di rilanciare la creazione di posti di lavoro e adottare le idonee misure per compensare i costi sociali inerenti alla perdita di posti di lavoro e di altre fonti di reddito». Ritenendo «inaccettabile» il ritardo sul nuovo regolamento UE per il Fondo di solidarietà, il Parlamento invita vivamente il Consiglio a giungere «senza indugio» a una decisione. Il nuovo regolamento, è sottolineato, riduce la soglia necessaria per mobilitare il Fondo di solidarietà UE e sarà in grado di riparare i danni in modo «più effettivo, flessibile e tempestivo».

Ritenendo che le dimensioni del fenomeno degli incendi e le sue conseguenze esigano un impegno europeo, i deputati chiedono pertanto che venga creata una forza europea «che possa reagire immediatamente in caso di emergenza» e sottolineano la necessità di sviluppare ulteriormente la capacità di risposta rapida basata sui moduli di protezione civile degli Stati membri. La Commissione europea dovrebbe quindi elaborare una proposta concreta a tale riguardo. Ritengono inoltre necessario rafforzare lo stato di preparazione preventiva e la capacità di risposta della Protezione civile comunitaria in materia di incendi forestali. Invitano quindi la Commissione a studiare la possibilità di prevedere in anticipo l'accesso a capacità supplementari in grado di assicurare una risposta rapida alle emergenze di grave entità, «che possano provenire da altre fonti, tra cui il mercato commerciale». Il costo di una tale forza in stato di allerta, è precisato, dovrebbe essere finanziato dallo Strumento finanziario di protezione civile.

Il Parlamento invita gli Stati membri ad intervenire fermamente per migliorare e attuare il loro quadro legislativo di protezione forestale e «ad astenersi da attività di commercializzazione, riclassificazione e privatizzazione, limitando quindi le ingerenze e la speculazione». Chiede che tutto il know-how disponibile dell'UE, compresi i sistemi satellitari, sia utilizzato a tal fine. Deplorando il fatto che moltissimi incendi boschivi sembrano imputabili ad atti dolosi e preoccupato dal fatto che sempre più spesso gli incendi boschivi in Europa sono dovuti ad atti criminali, il Parlamento invita gli Stati membri ad inasprire le sanzioni penali per gli atti dolosi che danneggiano l'ambiente, in particolare per quelli che provocano incendi boschivi. A suo parere, inoltre, lo svolgimento tempestivo di indagini efficaci per la determinazione delle responsabilità, cui facciano seguito sanzioni proporzionate, può scoraggiare comportamenti negligenti e fraudolenti.

Gli Stati membri sono inoltre invitati a garantire che tutte le zone boschive incendiate continuino ad essere foreste, che siano contemplate da programmi di riforestazione imponendo condizioni vincolanti e che non venga consentito alcun cambiamento della destinazione dei terreni. Accogliendo due emendamenti proposti dai Verdi/ALE, il Parlamento chiede che gli aiuti comunitari utilizzati in modo scorretto, ad esempio se i programmi di riforestazione e l'aggiornamento dei catasti non sono effettuati, dovrebbero essere restituiti e condanna la prassi di condonare le costruzioni edificate illegalmente.

Gli Stati membri dovrebbero inoltre attuare adeguate norme legislative sulla conservazione e il buon uso dei terreni, come le pratiche agricole e forestali sostenibili, la gestione delle acque e la gestione efficace dei rischi. Per i deputati, d'altra parte, una condizione fondamentale per la protezione a lungo termine e la cura territoriale delle foreste è la programmazione sostenibile e l'applicazione di piani di sviluppo regionali e rurali allo scopo di ridurre lo spopolamento rurale, di creare nuovi redditi rurali diversificati e di stabilire le necessarie infrastrutture moderne per attrarre nelle zone rurali il turismo sostenibile e i servizi.

Nell'esprimere preoccupazione per il crescente numero di calamità provocate da fenomeni climatici estremi per lo più imputabili ai cambiamenti climatici, il Parlamento invita pertanto gli Stati membri a adottare i provvedimenti necessari per conformarsi agli obiettivi di Kyoto. Suggerisce, infine, che una delegazione del Parlamento europeo venga inviata nei paesi maggiormente colpiti dalle recenti catastrofi naturali allo scopo di esprimere la sua solidarietà alla popolazione e trarre conclusioni utili per una più efficace prevenzione e reazione a situazioni estreme di questo tipo nell'UE in avvenire.

Dibattito (3/9/2007)

Il commissario Vladimír ŠPIDLA, pur sottolineando «l'impressionante» risposta dell'Unione agli incendi in materia di protezione civile, ha affermato che «è giunta l'ora di rafforzare le sue capacità in questo settore». In proposito, si è detto rassicurato dal fatto che il Parlamento abbia sempre sostenuto uno «sviluppo ambizioso» della protezione civile europea. Ha poi ricordato che nel 2006 la Commissione ha proposto la mobilitazione di fondi comunitari per la protezione civile al fine di fornire dei mezzi complementari alla protezione civile, come aerei per la lotta agli incendi, in caso di sinistri importanti. Tuttavia, ha precisato che ogni nuova misura deve essere adottata all'unanimità dagli Stati membri e alcuni di essi hanno spesso dimostrato reticenze. Ha quindi rivolto un appello agli Stati membri affinché abbiano un approccio più ambizioso quando dovranno esaminare le future proposte in questo campo.

Vittorio PRODI (ALDE/ADLE, IT), dopo aver espresso la sua solidarietà ai greci, ma anche ad altri popoli, come in Sicilia e nell'Italia meridionale, che hanno subito simili catastrofi, ha reso omaggio «all'abnegazione dei vigili del fuoco e dei volontari». Il deputato ha quindi voluto sottolineare l'importanza di un'opera di prevenzione, definita «prioritaria», nel quadro del cambiamento climatico che provoca  piogge più intense e periodi di siccità più lunghi. Si tratta, a suo parere, di «una sfida assolutamente nuova per il nostro territorio».

È quindi necessaria una manutenzione del territorio che miri ad azioni concrete contro tali fenomeni, in particolare contro gli incendi boschivi: «occorre togliere carico d'incendio al bosco, sfoltire, eliminare tutto quello che può essere un elemento di propagazione dell'incendio e mirare in tal modo alla diminuzione del carico di incendio e della velocità di diffusione dell'incendio stesso». La manutenzione deve riguardare anche i corsi d'acqua per quanto concerne le piene, per aumentare i tempi di ritenzione dell'acqua.

In materia, ha concluso, «dobbiamo semplicemente esaminare le numerosissime proposte fatte a partire dalla relazione Barnier per una struttura comunitaria d'intervento nelle catastrofi naturali». Poiché tutto ciò dimostra come anche il settore della protezione civile sia un ambito in cui «c'è bisogno di una capacità d'intervento dell'Unione come tale, proprio perché ci sono catastrofi che superano la dimensione dei singoli Stati membri».

Donata GOTTARDI (PSE, IT) ha sottolineato che anche l'Italia «è stata profondamente colpita, ancora una volta, anche quest'anno» dal fenomeno degli incendi. Non si tratta però di una novità: «è un fenomeno che cresce e soprattutto che non può essere trattato come un'emergenza anno dopo anno». A suo parere, d'altra parte, occorre chiarire che nella gran parte dei casi «non si tratta di tragiche fatalità, ma di veri e propri atti criminali, di crimini compiuti verso l'ambiente, le persone, la società intera e il suo futuro, realizzati a fini speculativi». Di fronte a questi crimini, ha insistito, «è necessario reagire in maniera rapida, efficiente, severa, dissuasiva e programmata».

Nel giudicare buona l'idea di una task force dell'Unione europea per dare un aiuto rapido nei soccorsi, destinare risorse e assistenza, ha tuttavia affermato che l'obiettivo da porsi «deve essere più ampio e puntare alla radice del problema». Si deve quindi «lottare contro la criminalità e il suo sistema di perversi interessi speculativi, contro le microconvenienze, mettendo in atto un coordinamento legislativo tra gli Stati membri relativo all'assetto e alla destinazione d'uso del territorio sottoposto a incendi e devastazioni». A suo parere inoltre «occorre prevedere vincoli temporali che facciano da barriera ad abusi edilizi in agricoltura e nell'allevamento», come anche «investire risorse nella costruzione di una rete di rilevazione comune e aiutare così anche le comunità locali». In questo modo, ha concluso, «si salda la repressione con la prevenzione».

Link utili

Portale della Protezione civile europea
Sito tematico della Commissione sulle foreste
Corpo Forestale dello Stato

Riferimenti

Risoluzione comune sulle catastrofi naturali
Procedura: Risoluzione comune
Dibattito: 3.9.2007
Votazione: 4.9.2007

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SANITÀ PUBBLICA

 

Sanzioni più severe per chi guida ubriaco e stop agli alcopop

Il Parlamento chiede misure volte a prevenire il consumo nocivo e pericoloso di alcol da parte di minori, donne in gravidanza e guidatori. Propone campagne di sensibilizzazione, limiti d'accesso severi agli alcolici per i giovani e zero alcol per i neopatentati. Vanno imposti requisiti di etichettatura più rigorosi e tasse più elevate sugli alcopop e una loro più netta separazione dagli analcolici. A chi guida in stato di ebbrezza va inflitta una sospensione prolungata della patente.

Approvando la relazione di Alessandro FOGLIETTA (UEN, IT), il Parlamento nota anzitutto che il problema del consumo pericoloso di alcol, soprattutto tra i giovani, «è evidente a livello europeo» e che fattori economici e sociali (stress sul lavoro, disoccupazione e precarietà) possono avere un ruolo essenziale nel consumo eccessivo e nel determinare la dipendenza. Tuttavia, i deputati ritengono che, sebbene si possano riscontrare gli stessi preoccupanti vizi del bere tra giovani di diversi Stati membri, «sarebbe impossibile varare un'unica politica uniforme in materia di alcol». Ritengono nondimeno necessaria «un’azione concertata a livello UE», mentre la Commissione europea dovrebbe sollecitare gli Stati membri a perseguire una politica efficace e ambiziosa contro il consumo nocivo e pericoloso di alcol fornendo agli Stati membri il massimo sostegno.

Compiacendosi dell’impostazione adottata nella comunicazione dalla Commissione in merito al consumo nocivo e pericoloso di alcol e alle sue dannose conseguenze per la salute, il Parlamento riconosce d'altra parte che il consumo di alcol «può essere considerato parte del patrimonio culturale e dello stile di vita dell'Europa». Riconosce inoltre che, a determinate condizioni, un moderato consumo di alcol, cioè 10 grammi al giorno, può aiutare «a prevenire le malattie cardiovascolari e l’ischemia in alcuni soggetti di mezza età». Allo stesso tempo, però, pur osservando che i consumatori moderati rappresentano la maggioranza dei consumatori di alcol, sostiene che «il consumo nocivo e pericoloso di alcol costituisce un modello di comportamento secondario non trascurabile».

Rivolgere particolare attenzione ai giovani

Sottolineando poi che il problema del consumo nocivo e pericoloso di alcol riguarda tutte le categorie sociali ed è imputabile a fattori molto diversi, i deputati sostengono che è necessario affrontarlo «con un approccio globale». D'altra parte, rilevano che i problemi più urgenti connessi al consumo nocivo e pericoloso di alcol riguardano gli effetti dell’alcol sui giovani, «che sono più vulnerabili alle sofferenze fisiche ed emotive». Esprimono pertanto preoccupazione per l'aumento del consumo di alcol tra minorenni e giovani. Prendono poi atto della loro allarmante tendenza «a iniziare a bere in sempre più giovane età e ad assumere abitudini pericolose». Anche a causa della loro maggiore disponibilità al rischio, «quali il bere fino ad ubriacarsi e altre forme di consumo pericoloso di alcol finalizzate all’ubriacatura, il consumo di una miscela di alcol e droghe e la guida sotto l'effetto di alcol e droghe».

Il Parlamento chiede quindi alla Commissione europea di indicare e quantificare i concreti effetti nocivi del consumo di alcol tra i giovani negli Stati membri per poi procedere alla formulazione di obiettivi europei destinati agli Stati membri. Commissione e Stati membri sono inoltre invitati a lanciare campagne di sensibilizzazione sui rischi connessi al consumo nocivo e pericoloso di alcol, in particolare attraverso programmi educativi scolastici destinati ai bambini e agli adolescenti, incoraggiandoli soprattutto a praticare una regolare attività sportiva. Ma occorre agire anche sui genitori, al fine di prepararli a parlare dei problemi legati all'alcol in ambito familiare, e sugli insegnanti. Propone inoltre di istituire un premio europeo per la migliore campagna contro il consumo nocivo e pericoloso di alcol destinata alle scuole e ai giovani.

Per i deputati è poi necessario adottare misure volte a limitare l'accesso dei giovani alle bevande alcoliche e la loro disponibilità, ad esempio applicando rigorosamente la legislazione in vigore che proibisce la vendita di alcol ai giovani, intensificando i controlli sui rivenditori e i distributori, come bar e ristoranti, supermercati e punti di mescita. Particolare attenzione deve essere attribuita alle bevande alcoliche premiscelate (alcopop) che sono specificamente destinate ai giovani. Occorre quindi imporre requisiti di etichettatura più rigorosi per tali bevande e l'obbligo di una più netta separazione degli alcopop dalle bibite analcoliche nei negozi, e vietarne la vendita ai giovani, promuovendo inoltre l'applicazione di tasse più elevate su tali bevande.

Stop ai guidatori ubriachi

Per i deputati la riduzione del numero di incidenti stradali e dei danni correlati provocati dall'alcol (17.000 vittime ogni anno) è una priorità dell'Unione europea. E' quindi necessario prendere ogni misura necessaria per aumentare al massimo i controlli sulla guida in stato di ebbrezza e inasprire le sanzioni imposte dagli Stati membri per la guida in stato di ebbrezza, «quali la sospensione prolungata della patente di guida». Occorre poi incoraggiare gli Stati membri a garantire la disponibilità di mezzi di trasporto pubblici alternativi per i conducenti che hanno consumato alcolici e l'estensione dei "programmi sul conducente designato" ("chi guida non beve") attraverso canali educativi.

Il Parlamento chiede anche di promuovere a livello europeo un tasso massimo di alcolemia per quanto possibile pari allo zero per mille per i nuovi conducenti, per i conducenti di un mezzo di trasporto che richieda una patente di guida di categoria A e B, per i conducenti di un mezzo di trasporto che richieda una patente di guida di categoria superiore e per tutti gli autisti professionisti, tenendo presente che alcuni cibi preparati possono contenere tracce di alcol. Sarebbe inoltre opportuno prevedere maggiori possibilità per verificare il proprio tasso di alcolemia rendendo disponibili etilometri presso discoteche, pub e stadi, e lungo le autostrade e le strade in generale. E' anche vivamente sollecitato l’ulteriore sviluppo di sistemi alcolock e di altri strumenti che impediscano meccanicamente alle persone in stato di ebbrezza di guidare.

Donne in gravidanza

I deputati ritengono che donne e uomini dovrebbero essere meglio informati in merito ai rischi legati al consumo di alcol durante la gravidanza e, in particolare, sui disturbi dello spettro fetale alcolico (FASD) «allo scopo di evitare le malattie e i ritardi dello sviluppo di neonati, bambini e adolescenti dovuti al consumo di alcol durante la gravidanza». Opportune comunicazioni sulla confezione delle bevande alcoliche, a loro parere possono prevenire il consumo di alcol da parte delle donne prima e durante la gravidanza. Propongono inoltre che i ginecologi e le cliniche prenatali siano formati a individuare quanto prima i casi potenziali di consumo nocivo e pericoloso di alcol e a incoraggiare tali donne a rinunciare completamente all'alcol durante la gravidanza.

Avvertenze sanitarie e individuazione precoce degli alcolizzati

Accogliendo un emendamento proposto dal PSE, il Parlamento rileva che gli Stati membri possono attualmente introdurre avvertenze sanitarie per le bevande alcoliche. Al contempo però rileva che l'esistenza di requisiti nazionali diversi in materia di etichettatura ha chiare implicazioni per il mercato interno dell'UE. Invita quindi la Commissione a iniziare uno studio comparato sull'impatto e l'efficacia dei vari sistemi d'informazione e di comunicazione, come l'etichettatura e la pubblicità, applicati a livello nazionale per ridurre il consumo pericoloso di alcol e a pubblicarne i risultati entro il 31 dicembre 2009. E' quindi soppressa la richiesta di una normativa europea armonizzata concernente l'introduzione di avvertenze sanitarie sull'alcol.

Nel contempo, il Parlamento sollecita la Commissione a promuovere la diffusione di strumenti quali l'AUDIT (test d'identificazione dei disturbi dovuti al consumo di alcol) messo a punto dall'OMS, che consente di individuare rapidamente le persone a rischio ancor prima che si rendano conto di avere un problema legato all'alcol. Al riguardo, evidenzia che un dialogo informale tempestivo tra medico generico e paziente «costituisce uno degli strumenti più efficaci per informare i pazienti in merito ai rischi legati al consumo nocivo e pericoloso di alcol e promuovere i necessari cambiamenti di comportamento tra i bevitori incalliti». Gli Stati membri sono quindi invitati a sostenere la specializzazione dei medici generici in materia di problemi connessi all'alcol nonché ai disturbi e agli opportuni interventi.

I deputati, inoltre, ritengono che la Commissione e gli Stati membri debbano prendere le necessarie misure per affrontare le negative ripercussioni sociali dell'alcol, quali il bullismo e la violenza domestica. Chiedono anche un maggiore sostegno sociale e psicologico per le famiglie che soffrono di un consumo nocivo e pericoloso di alcol e un'assistenza sociale specifica per i bambini che vivono in famiglie con problemi legati all'alcol. Propongono infine l'istituzione di un numero d'emergenza per denunciare gli abusi legati all'alcol in ambito familiare.

Link utili

Comunicazione della Commissione - Strategia comunitaria volta ad affiancare gli Stati membri nei loro sforzi per ridurre i danni derivanti dal consumo di alcol

Riferimenti

Alessandro FOGLIETTA (UEN, IT)
Relazione su una strategia comunitaria volta ad affiancare gli Stati membri nei loro sforzi per ridurre i danni derivanti dal consumo di alcol
Procedura: Iniziativa
Dibattito: 4.9.2007
Votazione: 5.9.2007

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GIUSTIZIA E AFFARI INTERNI

 

Droghe: via libera al programma di prevenzione e informazione

Il Parlamento ha approvato il programma di prevenzione e informazione in materia di droga. Dotato di 21,3 milioni di euro, finanzierà studi della Commissione e progetti transnazionali presentati da organizzazioni pubbliche e private che operano nel settore dell'informazione e della prevenzione del consumo di droga. Principali destinatari del programma saranno giovani e gruppi svantaggiati, educatori e assistenti sociali, personale medico e giudiziario, ONG, sindacati e comunità religiose.

Adottando la relazione Inger SEGELSTRÖM (PSE, SE), il Parlamento ha approvato la posizione comune del Consiglio sul programma specifico "Prevenzione e informazione in materia di droga".  Questa, infatti, riprende in larga misura i suggerimenti avanzati dal Parlamento in prima lettura il 14 dicembre 2006. Allo stesso tempo, il Parlamento richiama l'attenzione sulla dichiarazione rilasciata dalla Commissione con la quale «ribadisce il suo impegno a trasmettere direttamente alla presidenza della commissione parlamentare competente (LIBE) il progetto di programma annuale e ad informare il Parlamento europeo senza indugio in merito a qualsiasi modifica apportata». Il programma sarà dotato di 21.350.000 euro per il periodo gennaio 2007-dicembre 2013.

Il programma persegue gli obiettivi generali di prevenire e ridurre il consumo di droga, la tossicodipendenza e gli effetti nocivi connessi, contribuire a migliorare l'informazione sul consumo di droga e sostenere l'attuazione della strategia antidroga dell'UE. Più in particolare, il programma intende promuovere azioni transnazionali per costituire reti multidisciplinari, sviluppare le conoscenze e lo scambio di informazioni e di buone pratiche, (compresi la formazione, le visite di studio e gli scambi di personale), sensibilizzare il pubblico ai problemi sanitari e sociali provocati dal consumo di droghe e incoraggiare un dialogo aperto per migliorare la comprensione di tale fenomeno e, infine, per sostenere misure volte a prevenire il consumo di droga. Il Programma, inoltre, mira a coinvolgere la società civile nell’attuazione e nello sviluppo della strategia antidroga dell’UE e dei piani d’azione dell'UE ed a controllare, attuare e valutare la realizzazione di specifiche azioni nell’ambito dei piani d’azione sulla droga 2005-2008 e 2009-2012.

Per conseguire tali obiettivi il programma sostiene azioni specifiche della Commissione, quali studi e ricerche, sondaggi e inchieste, elaborazione di indicatori e metodologie comuni, raccolta, sviluppo e diffusione di dati e statistiche, seminari, conferenze e riunioni di esperti, organizzazione di campagne ed eventi pubblici, sviluppo ed aggiornamento di siti web, preparazione e diffusione di materiale informativo, supporto e gestione di reti di esperti nazionali, attività di analisi, di monitoraggio e di valutazione. Ma anche progetti transnazionali specifici di interesse comunitario presentati da almeno due Stati membri o da almeno uno Stato membro ed un altro Stato, oppure attività di organizzazioni non governative o di altri enti che perseguono un obiettivo di interesse europeo generale.

I destinatari del programma sono tutti i gruppi direttamente o indirettamente interessati dal fenomeno della droga.  Per quanto riguarda la droga, i gruppi a rischio da considerarsi gruppi destinatari sono i giovani, le donne, i gruppi vulnerabili e le persone che vivono in aree socialmente svantaggiate. Altri gruppi destinatari includono gli insegnanti e gli educatori, i genitori, gli assistenti sociali, le autorità locali e nazionali, il personale medico e paramedico, il personale giudiziario, le autorità incaricate dell'applicazione della legge e le autorità penitenziarie, le organizzazioni non governative, i sindacati e le comunità religiose.

Il programma è aperto alla partecipazione di organizzazioni e istituzioni pubbliche o private (autorità locali al livello pertinente, dipartimenti universitari e centri di ricerca) che operano nel settore dell'informazione e della prevenzione del consumo di droga, ivi compreso il settore della
 riduzione della domanda e del trattamento dei danni causati dalla droga. Gli organismi e le organizzazioni a scopo di lucro accedono alle sovvenzioni previste dal programma soltanto in associazione con organizzazioni senza scopo di lucro o statali.

Il finanziamento comunitario può assumere la forma di sovvenzioni o di contratti di appalto pubblico. Le sovvenzioni comunitarie sono concesse in seguito ad inviti a presentare proposte e hanno la forma di sovvenzioni di funzionamento e sovvenzioni alle azioni. Il programma di lavoro annuale - che deve essere stabilito dalla Commissione - dovrà fissare il tasso minimo della spesa annuale da destinare alle sovvenzioni e il tasso massimo di cofinanziamento. Nel caso di contratti di appalto pubblico, i fondi comunitari finanzieranno l'acquisto di beni e servizi. In particolare saranno finanziate le spese di informazione e comunicazione, preparazione, attuazione, monitoraggio, controllo e valutazione dei progetti, delle politiche, dei programmi e della legislazione.

Ogni anno la Commissione pubblicherà l'elenco dei progetti finanziati nell'ambito del programma, corredato di una breve descrizione di ciascun progetto. Dovrà inoltre elaborare orientamenti intesi ad assicurare la visibilità del finanziamento concesso.

Link utili

Posizione comune del Consiglio
Prima lettura del Parlamento (14 dicembre 2006)
Sito tematico della Commissione

Riferimenti

Inger SEGELSTRÖM (PSE, SE)
Raccomandazione per la seconda lettura relativa al programma specifico "Prevenzione e informazione in materia di droga" nell'ambito del programma generale "Diritti fondamentali e giustizia"
Procedura: Codecisione, seconda lettura
Relazione senza dibattito ai sensi dell'articolo 131 del Regolamento del Parlamento
Votazione: 6.9.2007

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ISTITUZIONI

 

Per il Presidente portoghese la solidarietà è alla base dell'integrazione europea

Il Parlamento ha accolto in seduta solenne il Presidente del Portogallo, paese che avrà la Presidenza dell'Unione fino al prossimo dicembre e che guiderà il Vertice che dovrà adottare la riforma dei trattati. Il Presidente ha sottolineato il valore del principio della solidarietà come condizione sine qua non della costruzione europea. Aprendo a soluzioni innovative per quanto riguarda la protezione sociale, ha definito inaccettabile una crescita economica basata sulla distruzione sociale.

Aníbal António Cavaco Silva, Presidente della Repubblica portoghese, ha anzitutto sottolineato il ruolo decisivo svolto dal Parlamento nel processo di integrazione europea, in particolare nella costruzione del mercato unico e nella riforma dei trattati. Ha poi aggiunto che, a suo parere, è giunta l'ora di concentrarsi su cosa è realmente essenziale per rendere l'Europa più forte e coesa. Ricordando che una delle priorità della Presidenza portoghese è di finalizzare la riforma del Trattato sulla base del compromesso raggiunto dal Consiglio europeo di giugno, ha rivolto un appello affinché i necessari sforzi siano profusi al fine di giungere a questa riforma entro la fine dell'anno.

Chiuso il capitolo istituzionale, ha poi aggiunto, l'Unione europea dovrà affrontare «le sfide che preoccupano i cittadini»: crescita economica, occupazione, sicurezza, ambiente, energia e globalizzazione. In tale contesto, il Presidente ha sottolineato il valore della solidarietà come un pilastro fondamentale dell'integrazione europea. A suo parere in fatti, la solidarietà, combinata con la sussidiarietà, «è una condizione sine qua non per il futuro della costruzione europea». Una solidarietà che deve essere tangibile e espressa con azioni comuni e politiche, non solo retorica o "à la carte".

Il Presidente ha poi affrontato il tema della povertà e dell'esclusione sociale, che è uno degli obiettivi dell'Unione europea. Questa sfida, a suo parere, deve essere vinta grazie a soluzioni flessibili e innovative, anche perché la situazione in Europa è molto seria. Si è quindi chiesto se  «le tradizionali politiche di protezione sociale non abbiano raggiunto i limiti della loro efficacia». Pur riconoscendo loro l'importante ruolo svolto a seguito della seconda guerra mondiale, ha sottolineato che per difendere il modello sociale occorre adattarlo alle nuove sfide e al nuovo contesto mondiale.

Sostenendo poi che non vi è progresso sociale senza crescita economica, il Presidente ha però ammonito che sarebbe insostenibile e inaccettabile che quest'ultima fosse basata sulla distruzione sociale. A suo parere, peraltro, la migliore protezione contro la povertà e l'esclusione sociale è quella di agevolare la partecipazione dei cittadini al mercato del lavoro, anche attraverso il miglioramento dell'istruzione e della formazione. La solidarietà deve anche essere rivolta all'esterno delle frontiere europee e, in proposito, il Presidente ha voluto attirare l'attenzione sul Continente africano. E' giunto il momento, ha detto, «di parlare con l'Africa invece di parlare semplicemente dell'Africa e dei suoi problemi». 

Ha poi sottolineato l'importanza dell'energia e dell'ambiente, come nuove forze trainanti dell'integrazione europea. E, anche in questo campo, occorre dimostrare la propria solidarietà. Ha infine affermato che, per la sostenibilità del processo d'integrazione, è «cruciale» garantire le condizioni affinché l'Europa sia un attore centrale e influente nel mondo.

Link utili

Conferenza stampa Pöttering-Cavaco Silva (versione francese e inglese)

Riferimenti

Seduta solenne - Allocuzione di Aníbal António Cavaco Silva, Presidente della Repubblica portoghese
3.9.2007

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Una normativa europea più semplice e comprensibile

Appoggiando le iniziative volte a semplificare la legislazione UE, il Parlamento chiede un più ampio ricorso alla rifusione dei testi ed a un linguaggio più chiaro per rendere la legislazione europea più comprensibile. Nel sollecitare la consultazione delle parti interessate e il potenziamento delle analisi settoriali, ritiene valido ricorrere a forme di autoregolamentazione e auspica la riduzione degli oneri amministrativi che gravano sulle PMI.

Approvando la relazione d'iniziativa di Giuseppe GARGANI (PPE/DE, IT), il Parlamento europeo ricorda anzitutto che la semplificazione del contesto legislativo a garanzia della chiarezza, dell'efficacia e della qualità della legislazione «è una condizione imprescindibile in vista del conseguimento dell'obiettivo di "Legiferare meglio"», che costituisce a sua volta un’azione prioritaria dell'Unione europea finalizzata ad assicurare alti livelli di crescita e di occupazione.

Nel rallegrarsi quindi che, per la prima volta, le iniziative sulla semplificazione siano state inserite nel programma legislativo e di lavoro della Commissione per il 2007, i deputati esortano la Commissione ad accordare maggiore importanza all'attuazione, all'applicazione e alla valutazione della legislazione comunitaria, «quale parte essenziale del processo verso una migliore regolamentazione».

La relazione suggerisce poi che il Parlamento, la Commissione e il Consiglio concludano un accordo interistituzionale su un metodo di lavoro accelerato ai fini della semplificazione delle misure nel loro complesso. Invita inoltre la Commissione ad impegnarsi affinché il processo di semplificazione, e in generale di miglioramento della qualità della legislazione, «non sia compromesso a livello nazionale da norme interne o da ostacoli di natura tecnica».

I deputati propongono inoltre alla Commissione di adottare la rifusione come tecnica legislativa ordinaria al fine di permettere di disporre, per ciascuna iniziativa, del testo nella sua interezza anche in presenza di modifiche puntuali, con la chiara indicazione delle parti nuove e di quelle rimaste invariate, «consentendo così una maggiore leggibilità e una maggiore trasparenza della legislazione comunitaria». Laddove la rifusione non sia possibile, la codificazione dell'ambito legislativo interessato dovrebbe costituire la tecnica legislativa ordinaria in un termine di sei mesi.

A tale proposito, il Parlamento accoglie inoltre con favore gli sforzi della Commissione diretti ad intensificare l'attività di codificazione dell'acquis comunitario come forma primaria e basilare di semplificazione del contesto normativo. Invita tuttavia la Commissione a fare fronte al più presto alle difficoltà legate alla traduzione e ad evitare che la presentazione di nuove proposte legislative abbia un impatto negativo sulle iniziative di codificazione, «nocendo all'intero processo di semplificazione». Insiste inoltre affinché la Commissione si astenga dal proporre progetti di codificazione nelle medesime materie per le quali intende avanzare proposte legislative di merito.

Nell'invitare poi la Commissione ad insistere sulla via della consultazione delle parti interessate, per esempio estendendola ad altri settori, il Parlamento la incoraggia a potenziare le analisi settoriali e la misurazione degli oneri amministrativi generati dalla legislazione comunitaria in vigore. Per i deputati, d'altra parte, valutazioni di impatto regolari e complete «rivestono un ruolo fondamentale nel processo di semplificazione» e, pertanto, Consiglio e Parlamento dovrebbero tenerne conto al momento della presentazione di emendamenti.

Ribadendo, infine, che gli strumenti legislativi tradizionali devono continuare ad essere normalmente utilizzati per raggiungere gli obiettivi fissati dal Trattato, il Parlamento ritiene che la coregolamentazione e l'autoregolamentazione «possano utilmente integrare o sostituire le misure legislative, allorché tali metodi forniscono migliorie di portata equivalente o superiore a quelle che la legislazione permette di realizzare». A patto però che la Commissione definisca le condizioni e i limiti che le parti devono osservare nell’esercizio di tali pratiche e che queste ultime siano soggette al suo controllo.

La relazione di Katalin LÉVAI (PSE, HU) appoggia vivamente il processo di miglioramento della normativa «al fine di rafforzare l'efficacia, l'efficienza, la coerenza, la controllabilità e la trasparenza del diritto dell'Unione europea». La semplificazione, per i deputati, deve anche operarsi nell'interazione fra la Commissione e i cittadini, ad esempio per quanto riguarda gli appalti, i servizi finanziari, i programmi di ricerca, le norme sugli aiuti di Stato e le domande di sovvenzioni. D'altra parte insistono sulla necessità che, nel presentare proposte legislative, la Commissione utilizzi un linguaggio semplice e chiaro, abbandonando «l'utilizzo di acronimi incomprensibili e l'eccessivo ricorso a inutili considerando».

Il Parlamento accoglie poi con favore la decisione di ridurre del 25%, entro il 2012, gli oneri amministrativi a carico delle piccole e medie imprese (PMI) derivanti dalla legislazione comunitaria. Per i deputati tale obiettivo «dovrebbe sfociare in una legislazione più intelligente, più efficace e maggiormente incentrata sull'utente, riducendo gli oneri inutili che gravano sulle PMI senza abbassare il livello della normativa attuale». Plaude, infine, alla decisione della Commissione di ritirare 68 proposte reputate non conformi agli obiettivi della strategia di Lisbona e ai principi di una migliore regolamentazione. Tuttavia si rammarica del ritiro della proposta di direttiva sullo statuto della mutua europea, chiedendo di adottare entro la fine del 2007 un'iniziativa che consenta l'elaborazione di un siffatto statuto.

Antefatti

Il programma «legiferare meglio» è stato lanciato nel 2002 per semplificare e più generalmente migliorare l’ambiente normativo. È destinato a ridurre la burocrazia, a migliorare la qualità della regolamentazione e ad elaborare norme migliori per i consumatori e le imprese. Il programma per «legiferare meglio» consiste in una serie di misure diverse:

-          introdurre un sistema di valutazione d’impatto e migliorare la concezione delle principali proposte della Commissione;

-          varare un programma di semplificazione della normativa esistente;

-          esaminare le proposte della Commissione ancora al vaglio del Consiglio dei ministri e del Parlamento europeo per verificare se non vadano ritirate;

-          integrare la consultazione in tutte le iniziative della Commissione;

-          esaminare le alternative alle leggi e ai regolamenti (quali l’autoregolamentazione oppure la coregolamentazione tra il legislatore e le parti interessate).

In linea con le priorità della sua politica in materia di migliore regolamentazione delineata nel marzo 2005, la Commissione ha adottato una nuova strategia per la semplificazione del contesto normativo nell’ottobre 2005. Scopo generale della strategia è migliorare la qualità e l’efficacia dell’acquis ed eliminare gli oneri superflui per gli operatori, contribuendo così all’obiettivo di rafforzare la competitività dell’economia europea.

La "Prima relazione sullo stato d’avanzamento della strategia per la semplificazione del contesto normativo", pubblicata alla fine del 2006, fa il punto sui progressi conseguiti nell’attuazione del programma di semplificazione inaugurato nell’ottobre 2005 e presenta alcune nuove iniziative per il periodo 2006-2009 tese a rafforzarlo. Nel nuovo programma di semplificazione si annunciano 43 rifusioni, 12 codificazioni, 8 abrogazioni e 46 altre misure di semplificazione sostanziale. A queste vanno aggiunte le circa 500 nuove iniziative legislative contenute in un altro programma modulato specificamente dedicato alle codificazioni (dove se ne annunciano circa 200 per il solo 2007).

Glossario

Per codificazione s'intende il procedimento mediante il quale gli atti da codificare sono revocati e sostituiti da un unico atto che non contiene cambiamenti sostanziali rispetto ad essi. Esso comporta quindi la rielaborazione del testo consolidato in un unico atto giuridico nuovo, coerente e comprensibile, che sostituisce formalmente l'atto di partenza e tutte le modifiche successive.

La rifusione è un processo mediante il quale un nuovo atto giuridicamente vincolante, che abroga gli atti cui si sostituisce, combina insieme, da una parte, la modifica della sostanza politica della legislazione e, dall’altra, la codificazione delle altre disposizioni destinate a rimanere immutate.

L’abrogazione consiste nell’eliminazione degli atti legislativi adottati dal 1957 in poi che sono divenuti, con il passare degli anni, irrilevanti o obsoleti a causa del progresso tecnico o tecnologico, dell’evoluzione delle politiche perseguite dall’Unione europea, di cambiamenti nell’applicazione di regole generali del trattato o dell’elaborazione di regole o norme internazionali.

Link utili

Documento di lavoro della Commissione - Prima relazione sullo stato d’avanzamento della strategia per la semplificazione del contesto normativo
Sito web della Commissione sull'iniziativa "Legiferare meglio"

Riferimenti

Giuseppe GARGANI (PPE/DE, IT)
Relazione sulla Strategia per la semplificazione del contesto normativo
&
Katalin LÉVAI (PSE, HU)
Relazione su "Legiferare meglio nell'Unione europea"
&
Bert DOORN (PPE/DE, NL)
Relazione su "Legiferare meglio 2005": applicazione dei principi di sussidiarietà e proporzionalità - 13a relazione
annuale
&
Manuel MEDINA ORTEGA (PSE, ES)
Relazione sulle implicazioni istituzionali e giuridiche dell'impiego di strumenti normativi non vincolanti
Procedura: Iniziativa
Dibattito: 3.9.2007
Votazione: 4.9.2007

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Verso un mercato unico a vantaggio di cittadini e imprese

Il Parlamento sottolinea l'importanza di una revisione del mercato unico che dimostri ai cittadini i vantaggi che possono trarne. Occorre quindi sviluppare l'innovazione, la concorrenza e la libera circolazione di lavoratori, merci e servizi. Bisogna anche liberalizzare i mercati postali, i trasporti e le telecomunicazioni, integrare il settore finanziario e armonizzare il funzionamento del sistema tributario, lottare contro le contraffazioni e ridurre gli oneri amministrativi delle imprese.

Adottando con 534 voti favorevoli, 119 contrari e 27 astensioni la relazione di Jacques TOUBON (PPE/DE, FR), il Parlamento accoglie positivamente «il ruolo attivo della Commissione, la sua visione lungimirante del mercato unico e il suo lavoro di riesame dello stesso» e auspica che la revisione del mercato unico sia l'occasione per dimostrare ai cittadini europei tutti i vantaggi che essi possono trarre dal suo completamento. In proposito, ritiene che le nuove iniziative politiche dovrebbero poggiare maggiormente su un'analisi dell'impatto sui diversi mercati e settori economici, sull'ambiente e in campo sociale.

Ricorda quindi l'importanza di accrescere la fiducia dei cittadini promuovendo obiettivi sociali e ambientali comuni «nel rispetto della diversità culturale europea». A suo parere, inoltre, la coesione sociale, unita ad un'adeguata tutela dei consumatori, «potrà consentire ai cittadini di rendersi conto meglio dei vantaggi del mercato unico». E' anche evidenziata la necessità di rafforzare l'efficacia del diritto dei consumatori per il mercato unico.

Il Parlamento sottolinea poi l'importanza di incoraggiare la libera circolazione dei lavoratori nell'ambito del mercato unico, ritenendo che ciò favorisce la competitività delle imprese europee e stimola l'innovazione attraverso lo scambio di competenze e una maggiore concorrenza. Occorre inoltre promuovere l'innovazione attraverso il rafforzamento della concorrenza e per creare un contesto favorevole alle imprese, in particolare per le PMI.

Per i deputati, inoltre, un'efficace politica in materia di concorrenza contribuirà a costruire la fiducia dei consumatori, assicurando che i cittadini beneficino di una scelta più ampia, prezzi più bassi e una qualità più elevata. D'altra parte, invitano la Commissione a adottare iniziative «per superare l'incertezza giuridica» concernente lo status dei servizi di interesse generale, in particolare gli aiuti di Stato e le norme relative agli appalti pubblici. Al riguardo, approvano le iniziative volte «a dissipare le ambiguità relative ai settori dei servizi sanitari e sociali di interesse generale nel mercato unico». Anche perché ritengono necessari servizi d'interesse generale «forti e moderni» al fine di conseguire obiettivi di pubblico interesse quali la coesione sociale e  territoriale, la protezione dell'ambiente e la diversità culturale.

Sempre in tema di servizi, il Parlamento ritiene necessario completare la liberalizzazione delle industrie di rete quali i trasporti, le telecomunicazioni, i servizi postali e la trasmissione di energia agevolati da efficaci meccanismi di regolazione. In proposito sottolinea l'importanza di continuare a liberalizzare i mercati postali «assicurando, al contempo, il finanziamento di un servizio universale efficace».

Ma anche di eliminare gli ostacoli alla creazione di una zona unica di pagamento, nonché la necessità di un'ulteriore integrazione finanziaria nell'Unione europea al fine di contribuire ad una crescita sostenibile, in particolare grazie alla riduzione dei costi di transazione e all'ampliamento delle possibilità di condivisione del rischio. D'altra parte, la Commissione è invitata a fugare ogni dubbio in merito a quando si applichino la legislazione o le regolamentazioni del paese d'origine o del paese ospitante e non lasciare lacune nel regime di responsabilità applicabile ai prestatori di servizi.

Per i deputati, inoltre, è necessaria una maggiore armonizzazione del funzionamento del sistema tributario, anche perché ritengono che gli attuali sistemi dell’IVA e delle accise «costituiscano un ostacolo al completamento del mercato unico», in particolare per quanto riguarda il commercio transfrontaliero. La Commissione è quindi invitata ad esaminare i problemi fiscali legati agli ordini personali per corrispondenza e agli acquisti su Internet e a presentare proposte affinché i cittadini europei possano beneficiare pienamente della libera circolazione delle merci.

La libera circolazione delle merci, per i deputati, è infatti fondamentale ai fini dell'efficacia del mercato unico e, in proposito, ricordano che il 25% dei beni fabbricati nell'Unione europea «non sono ancora coperti da misure in materia di armonizzazione». Accolgono pertanto positivamente l'iniziativa della Commissione volta a migliorare il funzionamento del mercato unico in tale campo e invitano gli Stati membri ad «avvalersi pienamente» del riconoscimento reciproco «per assicurare l'esercizio di questa libertà fondamentale nell'interesse dei consumatori e delle imprese».

Nell'accogliere positivamente il Libro verde della Commissione sulla revisione dell'acquis relativo ai consumatori, il Parlamento ricorda che solo il 6% dei consumatori ricorre al commercio elettronico transfrontaliero delle merci. Esorta quindi la Commissione ad assicurare il proprio sostegno ad un quadro idoneo per lo sviluppo del commercio elettronico, a creare un contesto economico più favorevole, a migliorare la qualità della legislazione e a rafforzare i diritti dei consumatori e la posizione delle PMI nei mercati.

La Commissione è poi esortata a adottare una strategia globale in materia di diritti della proprietà intellettuale e a rafforzare ulteriormente la protezione di tali diritti al fine di sostenere l'innovazione, promuovere la capacità industriale dell'Europa e favorirne la crescita. In proposito, i deputati sottolineano l'importanza di istituire un brevetto comunitario e un sistema giurisdizionale di elevata qualità ed efficacia sotto il profilo dei costi. Mettono inoltre in luce l'importanza di lottare contro le frodi e le contraffazioni nel mercato unico.

Il Parlamento chiede che sia rivolta una particolare attenzione alle preoccupazioni delle PMI per quanto riguarda il mercato unico, in particolare mediante miglioramenti in termini di costi e rapidità delle procedure di start-up, disponibilità di capitale di rischio, costi e rapidità dei servizi di pagamento, e mobilità di persone, beni e servizi. Accoglie quindi favorevolmente le iniziative della Commissione volte a ridurre gli oneri amministrativi delle imprese e sollecita ulteriori sforzi per migliorare l'accesso al mercato unico «senza ridurre la protezione necessaria per i cittadini, i consumatori e i lavoratori dipendenti».

I deputati ritengono che affrontare il cambiamento climatico e garantire uno sviluppo sostenibile «siano obiettivi di importanza assoluta», raggiungibili solo con un mix energetico equilibrato. A tale fine è fondamentale una politica del mercato unico che promuova un'energia sostenibile e competitiva. Accolgono quindi positivamente le conclusioni del Consiglio europeo di Bruxelles ma deplorano ciò nondimeno «l'insufficiente accento posto sul potenziale contributo dell'energia nucleare».

I deputati considerano che il deficit in termini di recepimento costituisca uno dei maggiori ostacoli al completamento del mercato unico e che gli Stati membri «siano responsabili di migliorare il recepimento e l'applicazione degli atti legislativi comunitari». Deplorano, inoltre che taluni Stati membri prendano misure per proteggere il proprio mercato nazionale e, al riguardo, sottolineano l'importanza di conseguire condizioni di concorrenza eque nel mercato unico.

Per quanto riguarda gli aspetti internazionali, infine, il Parlamento prende atto dell'iniziativa della Commissione volta ad avviare una revisione integrale degli strumenti commerciali comunitari di difesa dell'Unione. In proposito, sottolinea che efficienti strumenti commerciali di difesa «sono essenziali per la concorrenza, la crescita e l'occupazione in un'economia mondiale in rapida evoluzione».

Link utili

Comunicazione della Commissione - Il mercato unico per i cittadini
Comunicazione della Commissione - Il mercato interno delle merci: un pilastro della competitività dell'Europa

Riferimenti

Jacques TOUBON (PPE/DE, FR)
Relazione sulla revisione del mercato unico: superare gli ostacoli e le inefficienze attraverso una migliore attuazione e applicazione
Procedura: Iniziativa
Dibattito: 4.9.2007
Votazione: 4.9.2007

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RICERCA E INNOVAZIONE

 

Stop alle sperimentazioni scientifiche sulle grandi scimmie

Approvando una dichiarazione sottoscritta da 433 deputati, il Parlamento sollecita la cessazione dell'impiego di primati e scimmie catturati allo stato selvatico negli esperimenti scientifici e la definizione di uno scadenziario relativo alla sostituzione di tutti i primati impiegati negli esperimenti scientifici con metodi alternativi.

Aprendo la seduta, il Presidente ha annunciato all'Aula che, avendo raccolto 433 adesioni da parte dei deputati, la dichiarazione scritta sull'impiego di primati negli esperimenti scientifici è diventata una posizione ufficiale del Parlamento.

Con essa, i deputati esortano «vivamente» la Commissione, il Consiglio dei ministri e il Parlamento europeo a cogliere l'opportunità offerta dalla procedura di revisione prevista dalla direttiva 86/609/CE per accordare urgente priorità alla cessazione dell'impiego negli esperimenti scientifici di primati e scimmie catturati allo stato selvatico e definire uno scadenziario relativo alla sostituzione di tutti i primati impiegati negli esperimenti scientifici con metodi alternativi.

Il Parlamento, nota infatti che l'80% degli intervistati nell'ambito di un sondaggio pubblico effettuato dalla Commissione nel 2006 sulla sperimentazione animale ha ritenuto inaccettabile l'impiego di primati negli esperimenti. Osserva inoltre che nei laboratori dell'UE sono utilizzati ogni anno oltre 10.000 primati in esperimenti e che il 26% delle specie dei primati sono a rischio di estinzione. Sottolinea poi che può essere difficile proteggere i primati da minacce quali il consumo umano «se è noto che tali specie sono impiegate liberamente dagli istituti accademici occidentali».

D'altra parte, il Parlamento ritiene che le tecnologie e le tecniche avanzate «offrono attualmente metodi alternativi che si dimostrano più efficaci ed affidabili» rispetto alla sperimentazione sui primati, quali la risonanza magnetica funzionale (FMRI), i microdosaggi, i modelli computerizzati o la coltura di tessuti o cellule. Rileva infine che, nonostante le similitudini genetiche (90% del DNA in comune), «esistono differenze importanti tra gli esseri umani e altri primati e che la sperimentazione sui primati non può uguagliare la precisione degli studi condotti su esseri umani». Senza dimenticare che le specie di primati «patiscono grandi sofferenze in cattività».

Link utili

Testo completo della dichiarazione scritta

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PROTEZIONE CIVILE

 

Rendere efficace il numero di emergenza europeo 112

Il Parlamento europeo ha approvato una dichiarazione che chiede alla Commissione di mettere a disposizione le risorse necessarie per garantire un servizio 112 efficace in tutta l'UE, al fine di ridurre le sofferenze e le perdite di vite umane negli incidenti quotidiani e nelle catastrofi.

Aprendo il turno di votazioni, il Presidente ha annunciato all'Aula che, avendo raccolto 530 adesioni da parte dei deputati, la dichiarazione scritta sul numero di emergenza europeo 112 è diventata una posizione ufficiale del Parlamento.

Riconoscendo l'importanza del numero d'emergenza europeo creato nel 1991 per tutti i cittadini che circolano liberamente nell'Unione europea, il Parlamento invita gli Stati membri e la Commissione «ad avviare le procedure e mettere a disposizione le risorse necessarie per garantire un servizio 112 efficace in tutta l'UE». A loro parere infatti, l'Unione europea deve dotarsi di telecomunicazioni di emergenza interoperabili di alta qualità «al fine di ridurre le sofferenze e le perdite di vite umane negli incidenti quotidiani e nelle catastrofi».

Il Parlamento chiede poi alla Commissione di far valutare da organi indipendenti «l'effettivo stato di attuazione del 112 in tutta l'Unione europea». La invita, inoltre, a trattare la questione delle telecomunicazioni di emergenza coinvolgendo tutte le politiche interessate (telecomunicazioni, sanità, sicurezza interna, protezione civile, trasporti e turismo), «seguendo l'esempio dei paesi che affrontano la questione in modo nuovo e innovativo».

Link utili

Testo completo della dichiarazione scritta
Decisione del Consiglio sull'introduzione di un numero unico europeo per chiamate di emergenza
Direttiva relativa al servizio universale e ai diritti degli utenti in materia di reti e di servizi di comunicazione elettronica (direttiva servizio universale)
Portale della Commissione sul numero di emergenza 112
Portale dell'European Emergency Number Association (EENA)

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AGRICOLTURA

 

Confezioni del latte con etichette più chiare

Il Parlamento accoglie con favore la possibilità di correggere il contenuto proteico del latte prevista tra una serie di proposte tese a semplificare la normativa sui prodotti lattiero-caseari. Chiede però che i risparmi generati dalla riduzione del prezzo d'intervento restino al settore. Contrario all'abolizione del regime d'ammasso privato per crema e latte in polvere, propone l'aumento dell'aiuto alla distribuzione del latte nelle scuole. Auspica poi maggiore chiarezza nell'etichettatura.

Attualmente non è consentito correggere il contenuto proteico del latte portandolo a un livello standard. Il contenuto proteico naturale del latte raccolto deve essere mantenuto nel latte conservato. Al momento il contenuto proteico naturale del latte in polvere è compreso fra il 31% e il 37%. L’industria lattiero-casearia europea e gli esportatori di latte in polvere e di latte condensato (entrambi indicati con il termine “latte conservato”) chiedono da tempo che la normativa comunitaria sul tenore proteico di tali prodotti venga adeguata agli standard internazionali (Codex).

Secondo la Commissione, la proposta di autorizzare la standardizzazione del tenore proteico minimo al 34% espresso in materia secca sgrassata consente ai produttori europei di entrare in concorrenza con i produttori extracomunitari alle stesse condizioni. Questi, infatti, possono già ora produrre secondo le norme del Codex, godendo pertanto di un vantaggio economico. La relazione di Elisabeth JEGGLE (PPE/DE, DE) approva senza modifiche la proposta della Commissione.

Un'altra proposta recante modifica del regolamento (CE) n. 1255/1999 relativo all'organizzazione comune dei mercati nel settore del latte e dei prodotti lattiero-caseari contiene numerose proposte specifiche. Più in particolare, la Commissione propone la riduzione del prezzo di intervento del latte scremato in polvere (sulla base di una standardizzazione del tenore proteico al 34%), l'introduzione di un unico tasso di aiuto per il latte distribuito nelle scuole e l'abolizione della soglia di attivazione dell’intervento per il burro. Ma anche la soppressione dell’obbligo dei titoli di importazione, l'armonizzazione dei criteri di qualità del burro con l’introduzione di una classe di qualità unica a livello europeo al posto delle 27 “classi nazionali di qualità” attualmente in vigore, l'abolizione degli aiuti all’ammasso privato per la crema e il latte scremato in polvere e l'abolizione dell’aiuto allo smercio in favore delle forze armate.

Approvando con 641 voti favorevoli, 35 contrari e 10 astensioni una seconda relazione di Elisabeth JEGGLE (PPE/DE, DE), il Parlamento avanza una serie di emendamenti alla proposta della Commissione. Uno di questi, ad esempio, precisa che le economie di bilancio realizzate con queste modifiche «dovrebbero rimanere nel settore lattiero caseario» e, a tal fine, chiede l'istituzione di un programma di ristrutturazione del fondo lattiero-caseario «per accompagnare e sostenere le misure di riforma». Un altro emendamento ne precisa anche gli obiettivi. Inoltre, i deputati respingono l'abolizione dell'ammasso privato per la crema e per il latte scremato in polvere e chiedono che il nuovo tasso unico di aiuto per la distribuzione del latte nelle scuole sia aumentato da 16,11 a 18,15 euro/100 kg.

L'ultima proposta della Commissione prevede una definizione più flessibile di "latte alimentare"? Così facendo si liberalizza il mercato in questione autorizzando la produzione e la commercializzazione nell'Unione europea di latte alimentare che non può essere classificato in una delle tre categorie vigenti: latte scremato, contenente al massimo lo 0,5% di materia grassa, latte parzialmente scremato (da 1,5% a 1,8%) e latte intero (contenente almeno il 3,5% di materia grassa). La proposta rende superflue diverse disposizioni (nazionali) transitorie e deroghe all'attuale limitazione a tre categorie di latte.

Un emendamento presentato nella terza relazione di Elisabeth JEGGLE (PPE/DE, DE) sostiene che tenore di grasso e denominazione del prodotto devono essere collegati tra loro e, assieme al tenore specifico di grasso, vanno indicati sulla confezione. Fa inoltre riferimento alla direttiva 2000/13/CE, relativa alle disposizioni generali in materia di etichettatura dei prodotti alimentari, per definire con maggiore esattezza il campo di applicazione. Per i deputati, inoltre, non è necessario introdurre un margine di tolleranza del "+ 0,2%" in quanto non comporterebbe vantaggi pratici. Anzi, porterebbe a notevoli incertezze e renderebbe più difficile un'attuazione omogenea.

Link utili

Proposte della Commissione

Riferimenti

Elisabeth JEGGLE (PPE/DE, DE)
Relazione sulla proposta di direttiva del Consiglio che modifica la direttiva 2001/114/CE relativa a taluni tipi di latte conservato parzialmente o totalmente disidratato destinato all’alimentazione umana
&
Relazione sulla proposta di regolamento del Consiglio recante modifica del regolamento (CE) n. 1255/1999 relativo all'organizzazione comune dei mercati nel settore del latte e dei prodotti lattiero-caseari
&
Relazione sulla proposta di regolamento del Consiglio recante modifica del regolamento (CE) n. 2597/97 che fissa le disposizioni complementari dell’organizzazione comune dei mercati nel settore del latte e dei prodotti lattiero-caseari per quanto riguarda il latte alimentare
Procedura: Consultazione legislativa
Dibattito: 4.9.2007
Voto 5.9.2007

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ISTITUZIONI

 

Apertura della sessione

Il Presidente ha ricordato Gaston Thorn e Raymond Barre, scomparsi durante la pausa estiva, e reso omaggio a Altiero Spinelli in occasione del centenario della sua nascita. Ha poi espresso solidarietà alle vittime degli incendi in Grecia e del terremoto in Perù. Ha anche rivolto un pensiero ai morti in Iraq e ai rifugiati che cercano salvezza in Europa. Il processo ad Agrigento a 7 pescatori tunisini e i vantaggi fiscali alla Chiesa cattolica sono stati oggetto di due dichiarazioni in Aula.

Il Presidente Pöttering ha voluto ricordare i «due grandi europei» Gaston Thorn e Raymond Barre scomparsi durante la pausa estiva. Entrambi, ha detto, si sono distinti sia come commissari europei sia come primi ministri. Il primo è anche stato deputato europeo dal 1959 al 1969. Nel corso della loro vita, ha aggiunto, si sono impegnati a favore della causa per l'integrazione europea e hanno contribuito concretamente a questo processo, «in tempi in cui le condizioni erano spesso difficili».

Il Presidente ha poi reso omaggio ad Altiero Spinelli, cui ricorreva il centenario della nascita in questi giorni. Definendolo uno degli architetti delle odierne istituzioni europee, ha ricordato che, nel corso dei dieci anni in cui è stato membro del Parlamento europeo, Spinelli ha svolto un ruolo fondamentale nel processo di riforma dell'Unione. Il suo progetto di trattato, redatto quando era presidente della commissione per gli affari costituzionali e approvato dal Parlamento a larga maggioranza nel 1984, è stato alla base di numerosi cambiamenti introdotti dai successivi trattati, compreso l'ampliamento dei poteri legislativi del Parlamento europeo.

Pöttering ha poi voluto esprimere la solidarietà del Parlamento a tutte le vittime delle catastrofi naturali avvenute questa estate, come le inondazioni nel Regno Unito, la siccità nel Mediterraneo o gli incendi in Grecia che hanno causato la morte di 60 persone. Ha quindi reso omaggio alle vittime del terremoto in Perù e della violenza «senza senso» in Iraq, ed ha rivolto un pensiero ai rifugiati che cercano la salvezza in Europa affrontando «viaggi della morte».

Ha quindi invitato l'Aula a osservare un minuto di silenzio.

Interventi di un minuto

Hélène FLAUTRE (Verdi/ALE, FR) ha informato l'Aula che sette pescatori tunisini sono sotto processo ad Agrigento accusati di aver favorito l'immigrazione illegale. Secondo la deputata, invece, questi pescatori hanno soccorso 44 persone, tra le quali 11 donne, di cui due incinta, e due bambini. Ha quindi chiesto al Parlamento di denunciare questa mancanza di solidarietà che emerge dal processo e ha annunciato che una delegazione si recherà a Agrigento questo venerdì.

Dopo aver ricordato che la scorsa legislatura il radicale Maurizio Turco aveva presentato delle interrogazioni alla Commissione europea sui privilegi fiscali della Chiesa cattolica «e delle imprese che girano intorno ad essa» in Italia e in Spagna, Marco CAPPATO (ALDE/ADLE, IT) ha sottolineato che, proprio in queste settimane, sono arrivate le risposte della Commissione. Per quanto riguarda la Spagna, ha proseguito, queste interrogazioni hanno avuto l'effetto di provocare la modifica della legge sull'IVA «per eliminare vantaggi e questi privilegi».

In Italia, ha aggiunto, ciò «ha scatenato una serie di reazioni assolutamente scomposte». In proposito ha citato l'ex ministro Gasparri che ha parlato di «di azioni alla Bin Laden», mentre altri «hanno parlato di razzismo anticlericale». Ha poi sottolineato che anche il vicepresidente del Parlamento Mario Mauro ha parlato «di braccio anticattolico e antisociale del ministro radicale Bonino».

Per il deputato, invece, il Parlamento dovrebbe compiacersi «se per una volta le interrogazioni alla Commissione europea hanno avuto un effetto così concreto» e ha concluso affermando che dovrebbe «continuare a mantenere il suo sostegno a questa iniziativa».

Documenti approvati

I testi di tutti i documenti approvati sono reperibili sul sito del Parlamento europeo.

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Codici delle procedure parlamentari

Serie A

Relazioni e raccomandazioni

Serie B

Risoluzioni e interrogazioni orali

Serie C

Documenti di altre Istituzioni

*

Procedura di consultazione

**I

Procedura di cooperazione, prima lettura

**II

Procedura di cooperazione, seconda lettura

***

Parere conforme

***I

Procedura di codecisione, prima lettura

***II

Procedura di codecisione, seconda lettura

***III

Procedura di codecisione, terza lettura

Abbreviazioni

BE

Belgio

IT

Italia

PL

Polonia

CZ

Repubblica ceca

CY

Cipro

PT

Portogallo

DK

Danimarca

LV

Lettonia

SI

Slovenia

DE

Germania

LT

Lituania

SK

Slovacchia

EE

Estonia

LU

Lussemburgo

FI

Finlandia

EL

Grecia

HU

Ungheria

SE

Svezia

ES

Spagna

MT

Malta

UK

Regno Unito

FR

Francia

NL

Olanda

BG

Bulgaria

IE

Irlanda

AT

Austria

RO

Romania

Gruppi politici

PPE/DE

Gruppo del Partito popolare europeo (Democratici-cristiani) e dei Democratici europei

PSE

Gruppo socialista al Parlamento europeo

ALDE/ADLE

Gruppo dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa

Verdi/ALE

Gruppo Verde/Alleanza libera europea

GUE/NGL

Gruppo confederale della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica

IND/DEM

Gruppo Indipendenza/Democrazia

UEN

Gruppo "Unione per l'Europa delle nazioni"

ITS

Gruppo Identità, Tradizione Sovranità

NI

Non iscritti

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Deputati al Parlamento europeo

Situazione al 6.9.2007
 

 

PPE/DE

PSE

ALDE/ADLE

UEN

Verdi/ALE

GUE/NGL

IND/DEM

ITS

NI

Totale

BE

6

7

6

 

2

 

 

3

 

24

BG

5

5

5

 

 

 

 

3

 

18

CZ

14

2

 

 

 

6

1

 

1

24

DK

1

5

4

1

1

1

1

 

 

14

DE

49

23

7

 

13

7

 

 

 

99

EE

1

3

2

 

 

 

 

 

 

6

IE

5

1

1

4

 

1

1

 

 

13

EL

11

8

 

 

 

4

1

 

 

24

ES

24

24

2

 

3

1

 

 

 

54

FR

17

31

11

 

6

3

3

7

 

78

IT

24

14

13

13

2

7

 

2

3

78

CY

3

 

1

 

 

2

 

 

 

6

LV

3

 

1

4

1

 

 

 

 

9

LT

2

2

7

2

 

 

 

 

 

13

LU

3

1

1

 

1

 

 

 

 

6

HU

13

9

2

 

 

 

 

 

 

24

MT

2

3

 

 

 

 

 

 

 

5

NL

7

76

5

 

4

2

2

 

 

26

AT

6

7

1

 

2

 

 

1

1

18

PL

15

9

5

20

 

 

3

 

2

54

PT

9

12

 

 

 

3

 

 

 

24

RO

9

12

8

 

 

 

 

6

 

35

SI

4

1

2

 

 

 

 

 

 

7

SK

8

3

 

 

 

 

 

 

3

14

FI

4

3

5

 

1

1

 

 

 

14

SE

6

5

3

 

1

2

2

 

 

19

UK

27

19

12

 

5

1

10

1

3

78

Totale

278

216

104

44

42

41

24

23

13

785


Deputati uscenti

 

Marc TARABELLA (PSE, BE) (19.7.2007)

Michał Tomasz KAMIŃSKI ((UEN, PL) (6.8.2007)

Margrietus van den BERG (PSE, NL) (1.9.2007)

 

Deputati entranti

 

Ewa, TOMASZEWSKA (UEN, PL) (30.8.2007)

Carla, CORDA (PSE, BE) (31.8.2007)

Lily JACOBS (PSE, NL) (5.9.2007)

 

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