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RASSEGNA

 

15 - 18 gennaio 2007

 

Strasburgo

 

 

 


Sommario


ISTITUZIONI
ANGELA MERKEL AL PARLAMENTO: «L'ANIMA DELL'EUROPA È LA TOLLERANZA»
POETTERING È IL NUOVO PRESIDENTE DEL PARLAMENTO
ELETTI I 14 VICEPRESIDENTI: MAURO, COCILOVO E MORGANTINI GLI ITALIANI
ELETTI I SEI NUOVI QUESTORI DEL PARLAMENTO
BENVENUTO AI DEPUTATI BULGARI E RUMENI. COSTITUITO UN NUOVO GRUPPO PARLAMENTARE


TRASPORTI
PACCHETTO FERROVIARIO: PARLAMENTO E CONSIGLIO VIAGGIANO SU BINARI DIVERSI
ZERO ALCOOL NEL SANGUE DEI NEOPATENTATI


RELAZIONI ESTERNE
NO ALLA PENA DI MORTE. LIBERARE LE INFERMIERE BULGARE


DIRITTI DELLE DONNE/PARI OPPORTUNITÀ
PIÙ DONNE IN POLITICA


ISTITUZIONI
DISCORSO DI COMMIATO DEL PRESIDENTE BORRELL
RINVIATO IL RINNOVO DELLA COMPOSIZIONE DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
ALTRI DOCUMENTI APPROVATI


ORDINE DEL GIORNO


CODICI DELLE PROCEDURE PARLAMENTARI, ABBREVIAZIONI


DEPUTATI AL PARLAMENTO EUROPEO

 

ISTITUZIONI

 
Angela Merkel al Parlamento: «l'anima dell'Europa è la tolleranza»
 

Riforme istituzionali e trattato costituzionale, energia e cambiamenti climatici, modello sociale e tutela ambientale, sicurezza e giustizia, ruolo dell'Europa nel mondo e mercato comune transatlantico. Sono questi i principali temi affrontati in Aula durante la presentazione del programma di lavoro della Presidenza tedesca. Ampio spazio è stato dedicato al 50° anniversario della firma dei trattati di Roma, un'occasione per guardare al futuro sulla base dell'esperienza dei padri fondatori.

Il Presidente Hans-Gert POETTERING ha accolto la Cancelliera tedesca definendola - in quanto originaria della Germania Orientale - «un simbolo della trasformazione del Continente europeo» riunificato dopo tanti anni e che conta ora 27 popoli. Ha poi sottolineato che ella si rivolge a un Parlamento «consapevole del proprio ruolo».

Dichiarazione del Consiglio

Dopo aver dato il benvenuto ai nuovi deputati bulgari e rumeni, Angela MERKEL ha esordito affermando la sua intenzione di instaurare una cooperazione «solida, duratura e intensa» con il Parlamento. Ha poi evidenziato che, sebbene sia nata europea, è solo da 17 anni che vive nell'Unione europea. Un'Unione che, vista dall'esterno, appare come una storia di successo senza paragoni che ha garantito pace, libertà e prosperità. Ma anche dall'interno ha potuto constatare che l'Unione è «accogliente» e, pertanto, per nessuna ragione al mondo vorrebbe abbandonare questa «casa comune europea». Una casa che deve essere ampliata e ristrutturata, tenendo però presente che questo impegno deve affrontare gli aspetti essenziali e avere fondamenta solide.

Occorre quindi dare un'anima all'Europa, come chiedeva Jacques Delors, o meglio trovare la sua anima. Un'Europa che è caratterizzata dalla sua molteplicità e diversità, un patrimonio che deve essere tutelato. Ma questa molteplicità è possibile solo grazie alla libertà, che «consente di vivere nella diversità». Libertà di opinione e d'espressione, di fede, d'impresa e artistica che «deve essere riconquistata ogni giorno». Una libertà che non è priva di vincoli e che quindi deve essere accompagnata dalla responsabilità, in quanto riguarda anche gli altri. Ma ciò che consente di assicurare la molteplicità nella libertà, ha spiegato la Cancelliera, è la tolleranza. E' questa l'anima dell'Europa, conquistata dopo secoli di guerre che sono culminate in quella «avviata dal mio popolo». La nostra storia, ha proseguito, «ci impone quindi di promuovere la tolleranza all'interno e all'esterno delle nostre frontiere».

La tolleranza, ha spiegato, «è una virtù esigente», che impegna «la ragione e il cuore» e che non va confusa con l'arbitrarietà. Non è nemmeno la semplice rinuncia alla violenza, ma è «la volontà che richiede che ogni cosa venga vista anche con gli occhi degli altri». L'Unione europea, ha aggiunto, non potrà mai dimostrare nessuna comprensione per l'intolleranza, la violenza e gli estremismi di destra, di sinistra e religiosi. L'anima dell'Europa «si ravvede in una convivenza pacifica in cui si cerca il meglio per tutti». Nonostante i primi trattati non affrontassero il tema della cultura, ha proseguito, già avevano una visione comune e, pertanto, occorre richiamarsi a queste fondamenta, poiché «soltanto assieme si può avere successo».

La Cancelliera ha quindi affermato di professare un'Unione in cui si rinuncia a legiferare a livello europeo se ciò può rappresentare un ostacolo ma che agisce insieme per affrontare le sfide comuni come la globalizzazione e le minacce per la pace e la sicurezza. Al riguardo, ha quindi sottolineato che il Trattato costituzionale - che per la prima volta menziona la tolleranza - getta le basi per nuove regole comuni che permettono all'UE di affrontare queste sfide, di essere operativa e di essere ampliata.

Ha quindi ricordato che è sua intenzione consultare i Capi di Stato e di governo per cercare di trovare una soluzione che consenta di uscire da questa stasi e, poi, proporre al Vertice di giugno una tabella di marcia per il varo del nuovo trattato. In proposito, ha sottolineato che l'intenzione sarebbe di disporre di nuove regole prima delle prossime elezioni europee. Un nuovo fallimento, ha ammonito, «sarebbe un errore storico».

Questo compito, ha proseguito, deve essere affrontato «ispirandoci alla nostra diversità e alla nostra tolleranza». Le sfide, ha spiegato, «sono enormi» e riguardano principalmente la sicurezza e la difesa. Occorre quindi garantire la stabilità dei Balcani occidentali e, quindi, offrire loro una prospettiva europea, promuovere il processo di pace in Medio Oriente in seno al quartetto, rafforzare la politica di vicinato per offrire ai paesi del Mar Nero e dell'Asia Minore un'alternativa all'adesione e concludere con successo i negoziati commerciali internazionali. E' poi necessario approfondire il partenariato transatlantico trovando accordi sulla normativa in materia di brevetti e sull'accesso ai mercati. Al riguardo, la Cancelliera ha sottolineato che «realizzare un mercato comune transatlantico è negli interessi più profondi dell'UE». Ma vi è anche l'esigenza di approfondire le relazioni con la Russia, in particolare nel campo dell'energia.

In merito alla questione dei cambiamenti climatici, la Cancelliera ha sottolineato la necessità di incoraggiare gli USA a collaborare maggiormente con l'Europa, sostenendo che l'accesso alle fonti energetiche e i cambiamenti climatici rappresentano una delle più grandi sfide dell'umanità in questo secolo. Per quanto riguarda la politica estera, ha affermato che solo assieme è possibile affrontare e vincere le sfide ad essa connessa e che il "Ministro degli Esteri" europeo dev'essere alla base del Trattato costituzionale. D'altra parte, la Cancelliera si è soffermata sulla necessità di garantire il benessere, la crescita e la sicurezza sociale, «come chiesto dai cittadini», spiegando che la crescita economica non è un obiettivo a sé stante se non crea nuova occupazione. La crescita, inoltre, dev'essere favorita eliminando la burocrazia superflua e legiferando meglio. A questo proposito, ha poi avanzato la proposta di discontinuità legislativa, ossia che ogni proposta il cui esame non è terminato nel corso di una data legislatura decada, conferendo così maggiore importanza alle elezioni europee.

Dopo aver sottolineato la validità del Programma comune alle tre presidenze che si succederanno nei prossimi 18 mesi, la Cancelliera ha insistito sulla necessità di riformare i trattati per rendere più efficace e efficiente l'Unione e consentirle di risolvere i suoi problemi. Citando un accademico americano, Richard Florida, ha identificato tre "ingredienti" fondamentali per uno sviluppo di successo: tecnologia, talento e tolleranza. E questa, ha aggiunto, è «una buona notizia» per l'Europa, visto che li possiede tutti. Solo così, ha infatti spiegato, è possibile crescere in modo sostenibile e duraturo.

Dichiarazione della Commissione

José Manuel BARROSO ha esordito affermando che il 2007 è l'anno giusto per celebrare quanto è stato costruito in passato e per guardare al futuro. Evidenziando la «felice coincidenza» con la Presidenza tedesca, ha quindi voluto esprimere la sua gratitudine alla Germania per quanto fatto a favore dell'integrazione europea. Il Presidente della Commissione ha quindi illustrato le grandi linee della sua proposta in materia energetica e le connessioni con la questione dei cambiamenti climatici. In proposito, ha sottolineato l'esigenza di creare un vero mercato unico dell'energia e la necessità per l'Europa di mantenere la leadership nel promuovere azioni volte a combattere i cambiamenti climatici.

In merito alla Costituzione, ha voluto porre in luce l'importanza della dichiarazione sul futuro dell'UE che sarà adottata al Vertice straordinario convocato per celebrare il 50° anniversario della firma dei trattati di Roma. Una dichiarazione, ha precisato, che sarà comune agli Stati membri, alla Commissione e al Parlamento in modo da riaffermare il principio che l'Europa «è una comunità politica» e non solo economica.
 

Al riguardo ha anche suggerito cinque linee guida in merito ai contenuti di questa dichiarazione che, basandosi sull'esempio dei padri fondatori, dovrà guardare «ai prossimi 50 anni», ossia alle evoluzioni che non potevano essere immaginate nel 1957. Si tratterà in sostanza, ha spiegato, di preparare i cittadini alla globalizzazione, in un'Europa di economie e società aperte, fondata sul consenso dei cittadini.

Questi cinque punti concreti sono: solidarietà (garantire maggiore coesione sociale), sostenibilità (lotta ai cambiamenti climatici), responsabilità (trasparenza e accesso alle informazioni come diritto per i cittadini e obbligo per le istituzioni), sicurezza (preservando le libertà fondamentali) e la promozione dei valori europei nel mondo. La dichiarazione, ha aggiunto, dovrà dare un nuovo impulso alla riforma istituzionale che andrà risolta prima delle prossime elezioni europee. «Nizza non basta, non possiamo costruire l'Europa di domani con gli strumenti del passato», ha concluso, dicendosi fiducioso che nei prossimi sei mesi potranno essere realizzati progressi in questo senso.

Interventi in nome dei gruppi

Joseph DAUL (PPE/DE, FR), dopo aver sottolineato che la Cancelliera, il Presidente della Commissione e quello del Parlamento sono membri della sua stessa famiglia politica, ha affermato che il ruolo di un politico «è di anticipare, di fare delle scelte e di assumersene le responsabilità di fronte all'opinione pubblica». Si è quindi congratulato con la Presidenza per le proposte avanzate in numerosi settori in merito ai quali «la Presidenza sviluppa un approccio risolutamente europeo e anche pro-europeo». Sulla questione istituzionale, il nuovo leader dei popolari ha ricordato che la Cancelliera non ha intenzione di avere un approccio minimalista ma di cercare un equilibrio tra le diverse posizioni. Ciò, ha commentato, sarà difficile, ma non è illusorio. E' infatti lunga la lista delle ambizioni politiche che sembravano irrealizzabili e che sono invece diventate realtà: la pace in Europa, il ritorno alla prosperità e alla crescita fino alla creazione dell'euro, la fine del comunismo e la riunificazione del Continente europeo».

Dopo aver evidenziato che l'Europa non ha sempre un'immagine positiva agli occhi di taluni cittadini ma che, paradossalmente, è anche percepita da molti come il giusto livello per rispondere ai problemi quotidiani, ha anche ricordato l'importanza del principio della sussidiarietà. Accennando al settore dell'energia, ha sostenuto che l'Unione deve essere capace di parlare con una sola voce, che sia anche ferma nel difendere i propri interessi strategici. Al riguardo ha quindi affermato di condividere la posizione della Presidenza nei riguardi della Russia, così come la necessità di rafforzare il partenariato con gli USA. In particolare, nella prospettiva di un mercato transatlantico «che non potrà che rendere più dinamiche le nostre economie, favorire la crescita e creare occupazione».

Il Vertice di marzo per celebrare la firma dei trattati di Roma, ha proseguito, sarà marcato dall'adozione di una dichiarazione che dovrà ricordare a tutti i valori comuni che ci uniscono ma che dovrà anche avanzare le priorità future della costruzione europea. Il mondo è cambiato negli ultimi 50 anni, ha aggiunto il deputato, e i motivi per i quali dobbiamo unirci sono parzialmente evoluti, ma il ruolo dei politici - così come degli attori economici e dei media - «è di far passare in maniera forte e convincente un messaggio positivo, lucido e illuminato: un messaggio di responsabilità». La nuova realtà, ha concluso, è che le grandi sfide possono essere affrontate solo a livello di grandi regioni e l'Europa è una di queste, forse una delle più potenti, più prospere, più stabili e più democratiche e, pertanto, più attraenti.

Per Martin SCHULZ (PSE, DE) il discorso della Cancelliera è stato «incoraggiante» e fondato sullo spirito giusto. Tuttavia, ha lamentato la poca importanza attribuita alla questione dell'Europa sociale. La libertà dalla paura e dalla minaccia sociale, ha infatti sostenuto, costituisce il presupposto per garantire tutte le altre libertà. I cittadini inoltre si aspettano dall'Europa delle risposte a tali problematiche, altrimenti non l'accettano. Dicendosi d'accordo sui tre criteri citati - tecnologia, talento e tolleranza, il leader socialdemocratico - ha poi sottolineato che occorre abbinare il progresso tecnologico alla sicurezza sociale.

In merito alla Costituzione, il deputato ha evidenziato che è possibile anticipare alcuni elementi. Occorre istituire un meccanismo che consenta di valutare l'impatto sociale  delle decisioni «così da evitare - come nel caso delle direttiva sui servizi - di dover correggere gli errori madornali della Commissione». Sostenendo poi che «per riuscire assieme un'opera comune» si deve giungere a un compromesso, ha sottolineato che il nucleo della Costituzione è condiviso dalla maggioranza. Riguardo alla questione climatica ha posto in luce l'esigenza per l'UE di istituire un partenariato con gli altri paesi, abbandonare «il modello economico dello spreco» e mantenere fede agli impegni. Ha esortato poi la Cancelliera a sfruttare il suo ruolo europeo per convincere gli altri Stati membri ad abbandonare il nucleare.

Riconoscendo poi a Helmut Khol il merito di aver riunificato la Germania in un'ottica europea e ricordando l'azione di altri statisti europei (come Mitterrand, Delors e Thatcher) che ha portato a nuovi trattati volti a superare le spaccature concentrandosi sui diritti comuni, il deputato ha concluso sostenendo che il suo gruppo è disposto a lottare per l'anima europea: la tolleranza.

Graham WATSON (ALDE/ADLE, UK) ha osservato come il Programma della Presidenza citi il termine "sociale" almeno il doppio delle volte rispetto al termine "competitività", mentre il termine "liberale" appare una volta sola. Esprimendo quindi il timore che il Programma sia stato più influenzato dal lato dell'SPD della coalizione che dalle altre componenti al governo. In proposito, ha espresso la contrarietà del proprio gruppo alla tutela dei colossi energetici come EDF nella speranza che possano contrastare GazProm. Occorrono infatti mercati liberi e sicurezza degli approvvigionamenti, esigenze che «non sono in contraddizione». Si è detto poi d'accordo in merito allo sviluppo delle tecnologie ma, ha ammonito, ciò non potrà essere realizzato se si tagliano i fondi per la ricerca.

In tema di giustizia e sicurezza, il leader liberaldemocratico ha criticato il fatto che il programma della Presidenza abbia un approccio improntato più sulla repressione che sulle libertà. Al riguardo ha sottolineato che se è menzionata la questione dello scambio di dati, nulla è detto sulla protezione di tali dati. Inoltre, pone l'accento sulla sorveglianza delle frontiere contro l'immigrazione illegale senza citare gli aiuti allo sviluppo per i loro paesi d'origine. Ha poi sottolineato la necessità che in tale materia si adottino le normative in codecisione.

Dopo aver rilevato che il programma cita il ruolo dei parlamenti nazionali senza menzionare qullo del Parlamento europeo, ha anche evidenziato l'incapacità dell'Unione in materia di politica estera. Dicendosi poi d'accordo su quanto proposto in campo ambientale, ha concluso dicendosi pessimista sulla situazione in diverse capitali europee riguardo alla Costituzione. In proposito, ha sottolineato che occorre avvicinare maggiormente l'Unione ai cittadini, legiferare meglio e garantire maggiore trasparenza.

Cristiana MUSCARDINI (UEN, IT) ha affermato di aver apprezzato le parole della Cancelliera, precisando però che occorrono anche «nuove certezze». Concordando su quanto detto riguardo alla responsabilità della libertà, ha tuttavia affermato che «non si può abusare della propria libertà a discapito di altri». Ricordando anche le parole di Voltaire - "se vuoi parlar con me, fissa i tuoi termini" - ha quindi affermato che oggi vi è la necessità di regole interne ed esterne «più chiare e condivise» e l'esigenza di avere accanto alla carta dei diritti in Europa anche la carta dei doveri, «quelli dei cittadini verso le Istituzioni, ma soprattutto quelli delle Istituzioni verso i cittadini». Occorrono, ha aggiunto, «tolleranza e desiderio nei confronti dell'altro». Osservando poi come Angela Merkel sia il primo Cancelliere donna e la prima Presidente del Consiglio nata e cresciuta al di là della Cortina di ferro, ha affermato che questo rappresenta anche «un auspicio e un segno della crescita morale e politica della nostra Europa».

Ha quindi sottolineato che il semestre si apre con due eventi significativi: l'ingresso di Bulgaria e Romania e la conseguente necessità di maggior spirito di collaborazione, nonché l'elezione del nuovo Presidente del Parlamento, il quale ha ricevuto molti inviti ad adoperarsi per portare a compimento le grandi riforme istituzionali indispensabili. Al riguardo ha posto in luce il fatto che «il pieno ruolo politico» appartiene al Consiglio e al Parlamento, il quale «non può essere emarginato nel dialogo che si deve subito riaprire in ordine alle riforme». Il nuovo trattato dovrà quindi «divenire più comprensibile, adeguato alle esigenze, rispettando le radici dei nostri popoli e dimostrandosi capace di provvedere ai mutamenti vertiginosi della nostra e dell'altrui società». Inoltre, si dovrà riaprire il dibattito nel Parlamento «e non seguire solo il metodo intergovernativo».

Affermando di condividere l'allarme per il problema energetico - che andrebbe risolto in un quadro europeo e non certo in un accordo bilaterale tra la Russia e singoli Stati dell'Unione - la deputata ha sottolineato che l'energia «è la garanzia per lo sviluppo, la stabilità dell'economia e la vita quotidiana». Energia e sviluppo, inoltre, «vanno di pari passo con il problema ambientale e il rispetto di parametri la cui violazione porterà alla catastrofe». Ha poi rilevato che l'Europa non può affrontare una carenza di informazioni su quanto avviene nel continente africano, in termini di sviluppo economico, condizioni di vita, tutela dei diritti umani, politica di sicurezza, «avendo come obiettivo lo sradicamento del terrorismo». La condanna a morte di cittadini europei in Libia, il continuo rapimento di tecnici in Nigeria, poi, «non possono vedere l'Unione amorfa o con posizioni blande». Quanto avvenuto in Somalia, ha aggiunto, «dimostra la poca informazione dell'Unione europea sulla realtà somala e la poca conoscenza che l'Europa ha dei movimenti jihadisti internazionali». L'Unione, invece, «ha in compito di sostenere i governi legittimi, aiutare le popolazioni a raggiungere migliori condizioni di vita, sconfiggere il terrorismo ovunque».

In conclusione, ha chiesto alla Presidenza tedesca di impegnarsi «contro il dilagare della pedofilia e dell'utilizzo delle reti informatiche e dei media per strappare ai bambini la dignità, la vita e la speranza». In proposito, ha affermato che «occorre difendere i più deboli, i bambini violentati e sfruttati, la loro integrità fisica e mentale, far crescere in serenità anche la nostra società» e, pertanto, ha sollecitato «una nuova strada che porti l'Europa ad avere norme condivise per disciplinare la tecnologia e la comunicazione, a garanzia dei cittadini e dei nostri paesi».

Daniel COHN-BENDIT (Verdi/ALE, DE) ha affermato condividere «l'entusiasmo giovanile» della Cancelliera per l'Europa, ma si è detto perplesso a causa della propria «impazienza giovanile». Dopo avere auspicato che, assieme a Ségolène Royal, «potrà proclamare l'avvento di una nuova era» in cui vi è un ruolo accresciuto per le donne, ha ribadito che non solo Nizza «non basta» ma è anche inaccettabile che si proceda con una CIG simile a quella che ha portato al Trattato di Nizza. Occorre invece una dibattito pubblico, una Convenzione. Sul Medio Oriente, ha proposto che si tenga una Conferenza internazionale sull'acqua, in modo da dare una risposta concreta a problemi comuni ai diversi paesi della regione. Il leader dei Verdi ha poi rivolto un appello a non uniformarsi al modello USA sui brevetti e ha suggerito di allearsi con la California nella lotta contro i cambiamenti climatici, senza considerare l'Amministrazione Bush.    

Francis WURTZ (GUE/NGL, FR) si è congratulato con la Cancelliera per lo «splendido discorso» sulla libertà e la tolleranza. Sottolineando poi le difficoltà cui si andrà incontro nel quadro del processo costituzionale, ha ammonito contro gli «eccessi di autocompiacimento» nella dichiarazione di Berlino poiché non ridurrebbero la crisi di fiducia. Definendo poi «infelice e controproducente» l'idea di riunire i capi di governo dei soli Stati membri che hanno ratificato la Costituzione, ha sottolineato che il malessere nei suoi confronti non è solo francese o olandese, ma europeo. E getta le sue radici nel malessere sociale. In proposito ha ribadito la richiesta di tenere conto, sin da ora, dell'impatto sociale delle decisioni europee, realizzando un'analisi in questo senso sul terzo pacchetto ferroviario e sulla direttiva relativa all'orario di lavoro.

Nigel FARAGE (IND/DEM, UK) ha criticato l'intenzione di rivedere il trattato costituzionale senza ascoltare l'opinione dei cittadini, ossia senza sottoporre la proposta a referendum. La libertà, ha spiegato, è anche permettere alle popolazioni di determinare il loro futuro, altrimenti si crea intolleranza, estremismo e razzismo.

Per Andreas MÖLZER (ITS, AT) si vuole «riesumare» la Costituzione «già affossata» dai referenda, attribuendo maggiori poteri all'Unione europea. Ha poi affermato che non vi è bisogno di un «mostro costituzionale con tendenze centralistiche» e occorre lasciare ai cittadini la possibilità di decidere.

Interventi dei deputati italiani

Gianni DE MICHELIS (NI, IT) ha osservato come la Presidenza prenda inizio «in un momento molto delicato per l'Europa» ma ha subito rilevato che le sarà d'aiuto il fatto che la Cancelliera e il suo paese «rappresentano il principale successo del processo di integrazione europea verso la riunificazione del nostro continente nella libertà della democrazia, dopo le divisioni delle guerre mondiali e della guerra fredda». Nonostante questo successo, ha però aggiunto, «l'Europa è in panne» e troppi suoi concittadini «hanno perso fiducia nell'integrazione». Per il deputato occorre quindi rapidamente invertire tale situazione e il programma della Presidenza «sembra efficace e ben pensato».  Tuttavia, ha proseguito, la priorità deve essere data ai fascicoli sui quali sia possibile dimostrare - «rapidamente, efficacemente e con i fatti» - che «l'Europa è meglio della non Europa».

Tra questi il deputato ha quindi citato la questione dei Balcani e del Medio Oriente, la lotta al terrorismo e la questione energetica. Collegando quest'ultima alla ricorrenza del cinquantenario del trattato di Roma, ha quindi affermato che potrebbe essere una buona occasione «per non limitarsi alle parole» e «per rilanciare un'Istituzione che venne allora introdotta e che probabilmente oggi potrebbe dimostrarsi più utile di allora». Un'Euratom 2, ha spiegato, «potrebbe consentire di affrontare a livello europeo ciò che a livello dei singoli paesi non può essere ancora fatto ovunque e su cui però l'Europa non può rischiare di restare indietro, come la ricerca e la gestione di fasi delicate, quali l'arricchimento e lo smaltimento delle scorie.

Antonio TAJANI (PPE/DE, IT) ha esordito affermando che il discorso della Cancelliera è stato - «finalmente, dopo tanto» - «un intervento di alto profilo» di cui condivide sia i contenuti sia il percorso che indica all'Unione nei prossimi mesi. I cittadini, ha proseguito, chiedono oggi all'Europa di fornire soluzioni ai loro problemi che gli Stati nazionali e le regioni non sono in grado di dare, «per questo serve un'Unione capace di agire sulla base di una Grundnorm, di una regola fondamentale, per affrontare le grandi sfide che abbiamo di fronte: dalla globalizzazione alla lotta al terrorismo, dall'immigrazione alla difesa della pace, dalla libertà energetica all'emergenza climatica, dalla disoccupazione alla questione africana». Occorre quindi una Costituzione «che sancisca il ruolo dell'Europa, anche attraverso un seggio al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite».

L'Europa, ha aggiunto, «deve anche segnare la vittoria della politica sulla burocrazia». Il deputato ha poi affermato di aver apprezzato il riferimento della Cancelliera «ai valori della nostra identità europea: la libertà, la sussidiarietà e la centralità della persona», «valori senza i quali non possiamo costruire il nostro futuro di cittadini europei» ai quali è necessario «tenerci saldamente ancorati».  Ha quindi concluso dicendosi d'accordo sul piano per il mercato comune con gli Stati Uniti d'America, «l'altro volto dell'Occidente che affonda le sue radici nella libertà».

Replica del Consiglio

In merito al processo costituzionale, Angela MERKEL ha sostenuto l'idea di avere un dibattito ma ha anche rivendicato l'importante ruolo che deve svolgere, e che in passato ha svolto, il Consiglio. Si è detta poi contraria a indire un referendum unico in tutta Europa e scettica riguardo all'avvio di una nuova Convenzione. Ha poi affermato che la Costituzione ha proprio l'intenzione di rispondere alle critiche di cui è accusata oggi l'Europa, prevedendo una più ampia partecipazione dei parlamenti nazionali e una maggiore trasparenza nonché chiarendo le competenze. Inoltre, chi si dice a favore dell'ampliamento dovrebbe sostenere la Costituzione che dota l'Unione degli strumenti per realizzarlo. Ha poi precisato che il processo deve andare avanti con la partecipazione di tutti, senza escludere nessuno Stato.

La Cancelliera, sostenendo le proposte della Commissione in materia energetica, ha poi sottolineato che i progressi in questo campo rappresentano anche un passo avanti in direzione della Costituzione, visto che questa tratta anche di nuove competenze in questo settore. Per quanto riguarda la questione sociale, ha affermato che «non è possibile pensare all'Europa senza il suo modello sociale». L'economia sociale di mercato, ha poi spiegato, ha «conciliato il capitale con la società». Questi due principi non debbono essere contrapposti e solo la libertà, la concorrenza e la fiducia creano le condizioni affinché il modello funzioni. Ha infine ribadito la necessità di giungere a una vera semplificazione amministrativa eliminando gli oneri burocratici che gravano su cittadini e imprese.

Link utili

Programma di lavoro della Presidenza (versione inglese e francese)
Sito della Presidenza tedesca

Riferimenti

Dichiarazione della Presidente in carica del Consiglio - Programma della Presidenza tedesca
Dibattito: 17.1.2007

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Poettering è il nuovo Presidente del Parlamento

Con 450 voti sui 689 voti validi (715 i totali), il popolare tedesco Hans-Gert Poettering è stato eletto, al primo turno, nuovo Presidente del Parlamento per i prossimi due anni e mezzo. La sua elezione è frutto di un accordo siglato a inizio legislatura tra i due principali gruppi del Parlamento che prevedeva una staffetta tra un Presidente socialista e uno popolare. La verde italiana, Monica Frassoni ha ottenuto 145 preferenze, Bonde 46 e Wurtz 48. Sono state 26 le schede nulle o bianche.

Preso posto al seggio della Presidenza, Hans-Gert POETTERING ha rivolto un sentito ringraziamento al decano d'età, Giovanni BERLINGUER (PSE, IT), per come ha condotto la tornata di voto. Dopo aver ringraziato i colleghi per la grande fiducia concessagli per un mandato difficile, ha quindi affermato che si adopererà con tutte le sue forze per fare in modo che i cittadini capiscano l'impegno del Parlamento a favore della democrazia. Un Parlamento, ha spiegato, che deve essere forte, democratico e operativo nel mondo. La dignità dell'uomo, lo Stato di diritto e la solidarietà dei popoli, ha aggiunto, guideranno la sua azione. Ha poi sostenuto che «soltanto se si lavora assieme, i nostri popoli potranno difendere i nostri diritti e i nostri interessi nel mondo».

Il neo presidente ha quindi informato che è sua intenzione presentare il suo programma di lavoro in occasione della sessione plenaria del 13 febbraio. Per quella occasione, ha spiegato, inviterà tutti i Presidenti delle Istituzioni e gli ex Presidenti del Parlamento europeo al fine di dimostrare che, al di là delle idee politiche, «tutti hanno la comune volontà di costruire un'unione più stretta tra i popoli europei, nel rispetto delle identità nazionali». Ha poi affermato che, con tutte le sue forze, intende servire i cittadini europei, la democrazia europea e il parlamentarismo. Infine, dopo aver ringraziato Josep Borrell, ha concluso garantendo che sarà un Presidente «equo e obiettivo» e auspicato che il suo lavoro sarà giudicato in base a questi stessi principi.

Interventi in nome dei gruppi politici

Joseph DAUL (PPE/DE, FR), dopo aver affermato che si tratta di un grande momento per il suo gruppo politico, ha sottolineato che il Parlamento deve essere la voce dei cittadini europei. L'Europa, ha poi aggiunto, «le è già grata per il suo impegno politico e personale a favore della riunificazione del continente», mentre il Parlamento europeo e le altre Istituzioni hanno già beneficiato del suo lavoro teso a rafforzare le loro competenze.

Martin SCHULZ (PSE, DE) ha anzitutto assicurato che il suo gruppo - nella speranza di contribuire ai progressi dell'Europa - lavorerà in modo leale con il nuovo Presidente che, senza dubbio, si comporterà in maniera neutrale. Ricordando poi che Poettering è orfano di padre, deceduto durante la seconda guerra mondiale, si è detto convinto che questa esperienza, comune a tutta una generazione, possa contribuire al suo impegno per un'Europa unita.

Graham WATSON (ALDE/ADLE, UK) ha affermato che il suo gruppo, pur opponendosi al principio della staffetta, ha dato il suo voto al nuovo Presidente riconoscendo la sua esperienza politica, ammirando i suo lavoro in Aula e convinto della sua capacità di essere giusto e obiettivo. Lo ha quindi esortato a procedere con le riforme interne che sono necessarie affinché il Parlamento possa far fronte alle sfide che attendono l'Europa.

Cristiana MUSCARDINI (UEN, IT) ha affermato che il suo gruppo «celebra oggi un momento importante» poiché è convinto che questa elezione, nel giorno in cui il Parlamento rappresenta ben ventisette paesi, «sia anche un nuovo impulso all'Europa delle cose non soltanto sussurrate e all'Aula, nella quale le chiarezze e le limpidezze siano tali per cui i gruppi contino e le persone contino per quello che dicono, per quello che fanno e non soltanto per le concezioni numeriche». Ricordando che nel prossimo futuro il Parlamento dovrà affrontare appuntamenti difficili e importanti, si è quindi detta fiduciosa sulla capacità del nuovo Presidente di rendere il Parlamento europeo «in grado di non occuparsi più di tante cose sterili, ma di affrontare più seriamente alcune grandi sfide».

Al riguardo, ha voluto sottolineare che, in molte occasioni, è stata dimenticata l'Africa. Infatti, non è stata affrontata la situazione in Nigeria e l'Unione europea ha sbagliato obiettivo per quanto riguarda la Somalia, «appoggiando più i terroristi che il governo legittimo». Ha poi citato le questioni «funzionali», come le traduzioni «che servono» poiché, «se dobbiamo parlare con le altre culture e crescere insieme ad esse, abbiamo bisogno però di difendere anche le nostre identità e le nostre tradizioni». In questo spirito e con questo auspicio, ha concluso, «speriamo di aprire oggi una nuova, importante, pagina, la quale ci renda effettivamente capaci di dare vita alle riforme istituzionali che ci servono, ma anche di essere più vicini ai nostri cittadini».

Daniel COHN-BENDIT (Verdi/ALE, DE) ha affermato di non aver alcun dubbio sul fatto che il nuovo Presidente sarà indipendente, anche se talvolta sarà difficile e «non potrà abbracciare qualche capo di governo». L'indipendenza, ha aggiunto, va anche garantita all'Amministrazione del Parlamento. Ha quindi rinnovato l'invito ad affrontare in Aula sia la questione della sede del Parlamento sia le discussioni sul trattato costituzionale.

Francis WURTZ (GUE/NGL, FR) ha sottolineato che Poettering è ora «il Presidente di tutti» e si è detto sicuro che svolgerà questo compito con successo.

Jens-Peter BONDE (IND/DEM, DK) ha rinnovato l'esortazione a procedere con le riforme, a definire un'unica sede e dotare il Parlamento di un'equa rappresentanza esterna e garantire un'Amministrazione indipendente. Dicendosi convinto che il Presidente sia dotato delle migliori qualità per svolgere questa nuova funzione, ha auspicato che dimostri anche forza di volontà e coraggio.

Bruno GOLLNISCH (ITS, FR), riconoscendo le qualità personali del nuovo Presidente, ha auspicato che sarà in grado di garantire una gestione imparziale del Parlamento, senza distinguere tra piccoli e grandi gruppi, anche quando si tratta dell'immunità dei deputati. Alla vicepresidente della Commissione Wallstrom - che ha definito una «funzionaria» - ha poi ricordato che spetta al Parlamento controllare la Commissione e non viceversa.

Intervento del Presidente della Commissione

José-Manuel BARROSO ha sottolineato le qualità personali e politiche del neo Presidente affermando che esse sono «perfette» per l'incarico che va a ricoprire. Ponendo in luce la sua integrità e visione politica, la sua affidabilità e la sua esperienza, nonché il suo impegno nella difesa degli interessi dell'Unione europea, ha voluto evidenziare che si tratta del primo Presidente dell'UE a 27 Stati membri. Il Presidente ha quindi insistito sulla necessità, sempre più pressante, che le istituzioni lavorino con uno spirito di partenariato, anche perché nessuna di essa «può costruire il proprio prestigio contro un'altra». Ha poi rivolto un invito a formare una «grandissima coalizione» di coloro che difendono l'Europa e i suoi valori, al di là delle divergenze ideologiche.

Dibattito prima del turno di votazione - presentazione dei candidati

Aprendo la seduta di voto, il decano d'età Giovanni BERLINGUER (PSE, IT) aveva anzitutto ricordato che, «senza merito», è la seconda volta che aveva il privilegio di regolare l'elezione del Presidente del Parlamento. Aveva poi sottolineato che gli applausi con cui erano stati salutati i nuovi deputati bulgari e rumeni e l'omaggio caloroso tributato al Presidente Borrell «sono segni di fiducia e di continuità». Ricordando poi che tra poche settimane ricorrerà il 50° anniversario della firma dei Trattati di Roma, che hanno segnato «la nascita della famiglia europea», aveva affermato che l'evento dovrà essere festeggiato «con orgoglio». Anzitutto «per gli straordinari sessant'anni di pace (quasi totale) del nostro Continente», ma anche «per i valori che condividiamo: la libertà, la democrazia, la giustizia sociale» e «per le speranze che l'Europa politica ha suscitato in molte parti del Mondo».

A queste attese, alle esigenze, e anche alle critiche dei cittadini europei sui temi istituzionali e su quelli sociali, aveva aggiunto, «possiamo rispondere soltanto guardando avanti». In proposito, ha precisato di riferirsi «ad un mondo globalizzato, ai suoi progressi e alle sue crescenti ingiustizie», «all'alta responsabilità che abbiamo verso le prospettive dell'energia e dell'ambiente, cioè verso la vita del pianeta e verso le future generazioni» e «alle nuove opportunità legate agli sviluppi della scienza, alla guida delle sue applicazioni, ai benefici e ai dilemmi etici che nascono nella coscienza di ciascuno e che implicano scelte consapevoli». Il decano aveva quindi dato la parola ai quattro candidati.

Jens-Peter BONDE (IND/DEM, DK), osservando come l'elezione del candidato del PPE/DE fosse scontata, ha sottolineato la necessità di realizzare importanti riforme all'interno del Parlamento e di consentirgli di decidere sulla propria sede di lavoro. Ha poi sostenuto l'opportunità di concentrare l'attività legislativa del Parlamento sulle questioni importanti, «non su quisquilie tecniche», e di «non perdere tempo in dibattiti su temi in merito ai quali il Parlamento non ha nessun potere». Il deputato ha quindi esortato a tenere in maggiore considerazione le opinioni minoritarie e ha quindi criticato il fatto che gli edifici del Parlamento siano oggetto di propaganda a favore del Trattato costituzionale. Il nuovo Presidente, ha aggiunto, dovrà inaugurare una nuova tradizione non partecipando alle riunioni dei gruppi e dimostrando così di essere veramente super partes.

Monica FRASSONI (Verdi/ALE, IT) - che è intervenuta in italiano, francese, spagnolo, inglese e tedesco - ha anzitutto rilevato che il Parlamento europeo è l'unico Parlamento sovranazionale con reali poteri legislativi eletto a suffragio universale nel mondo. Il suo Presidente, ha aggiunto, «è la voce e la faccia del Parlamento». Ha quindi affermato di candidarsi perché convinta che «l'ambizione di rendere più concreta la dimensione europea della democrazia e la capacità di rappresentare la volontà della maggioranza, mantenendo la propria autonomia di giudizio e rispettando il valore dei singoli deputati, siano le caratteristiche indispensabili per chi viene scelto per guidare la nostra assemblea».

Nei prossimi due anni e mezzo, ha proseguito, il Presidente o la Presidente, «dovrà sapere dimostrare spesso di rappresentare un'istituzione libera rispetto agli interessi degli Stati membri o alle pressioni delle lobby economiche e di saper parlare ad un'opinione pubblica sempre più divisa e indifferente». Dovrà anche dimostrare di essere capace di battersi per il diritto costituzionale acquisito dal Parlamento e saper difendere questa rivendicazione essenziale e legittima se venisse detto, per esempio dalla Cancelliera Merkel, che per uscire dall'impasse costituzionale è inutile passare dal Parlamento o tenere un dibattito pubblico poiché un rapido negoziato tra i governi sarà ampiamente sufficiente. Una CIG a porte chiuse, ha aggiunto, che porterà all'eterno compromesso al ribasso.

«In un mondo in cui la Commissione e alcuni Stati membri tollerano che le violazioni dei diritti individuali e collettivi siano moneta di scambio in ambito economico, del controllo e della lotta al terrorismo» - ha aggiunto - il Parlamento e il suo Presidente «devono continuare a dare voce a coloro che non possono parlare e agire liberamente» nonché a denunciare pubblicamente «verità scomode», come in Cecenia, in Cina, i voli CIA, Guantanamo o Cuba. Il Presidente, inoltre, dovrà garantire che la questione della sede del Parlamento non sia posta nel dimenticatoio dai grandi gruppi, visto che più di un milione di cittadini hanno firmato una petizione a favore di una sola sede di lavoro. Questo tema, ha insistito, è molto importante per la credibilità dell'istituzione, «che ci piaccia o meno». La strada scelta non ha importanza, ma occorre che vi sia almeno un dibattito in Aula al riguardo.

Il Presidente eletto, ha proseguito, dovrà dare carattere prioritario alle riforme interne «che sono state bloccate per troppo tempo». Al riguardo, ha spiegato che i dibattiti devono essere resi più interessanti e incisivi, mentre il Consiglio e la Commissione devono essere incoraggiati a migliorare le loro risposte durante il "question time" e le dichiarazioni, evitando affermazioni diplomatiche e motivando così i membri del Parlamento a partecipare a tali dibattiti. Infine, rilevando l'esigenza di migliorare la legislazione, ha sottolineato la necessità che il Presidente garantisca l'autonomia del personale del Parlamento. In proposito ha criticato la tendenza alla politicizzazione dell'Amministrazione che, influenzando la ripartizione dei posti, «sminuisce i funzionari e indebolisce l'Istituzione». Ha quindi chiesto il sostegno dei colleghi affinché il Parlamento non diventi «silenzioso e obbediente» e si è impegnata a formare una «coalizione per il cambiamento».

Hans-Gert POETTERING (PPE/DE, DE) ha affermato di candidarsi per far sì che, insieme, il Parlamento possa «servire i diritti e la solidarietà dei popoli a servizio dei cittadini». Dopo aver ripercorso brevemente la sua esperienza di deputato europeo, sin dal 1979, nella commissione per gli affari regionali, nella commissione difesa, come collaboratore dell'ex Presidente del Parlamento Klaus Hänsch e nelle sue vesti di vicepresidente e presidente del gruppo, ha sottolineato che l'Europa «deve essere dei cittadini». Ha quindi il compito di lavorare in modo convincente «per conquistare i cittadini al progetto europeo, mantenendo l'identità nazionale». Ha pertanto sottolineato la necessità di migliorare la collaborazione con i parlamenti nazionali e locali.

Evidenziando poi il suo costante impegno affinché potesse essere realizzato il Trattato costituzionale, ha rivolto un appello a continuare la lotta pacifica per procedere con le riforme di cui l'Europa ha bisogno. Ha quindi affermato di voler dare il suo contributo per favorire il dialogo tra le culture, in particolare con il mondo arabo e islamico, rinsaldando legami di amicizia «sulla base delle nostre convinzioni». Ha poi sottolineato il suo impegno a favore dei diritti umani, ricordando la situazione in Cecenia ed esortando «gli amici americani» a chiudere Guantanamo, che «non è conciliabile con i valori europei». Ha quindi concluso affermando che sarà un Presidente «giusto, equo e obiettivo».

Francis WURTZ (GUE/NGL, FR) ha spiegato che la sua candidatura è giustificata dal fatto che il suo gruppo ritiene l'elezione del Presidente un atto politico forte e quindi, almeno al primo turno, l'occasione di evidenziare le differenti opzioni politiche. Smarcandosi pertanto dalla visione dell'Europa del candidato del PPE/DE, ha precisato il suo approccio enunciando le cinque principali dimensioni: sociale (no alla concorrenza tra modelli sociali), ecologica (da non sacrificare a nome della competitività), solidale (colmare le ineguaglianze), democratica (stimolare lo spirito critico), mondiale (cambiare le relazioni internazionali).

Background

Attribuzioni del Presidente

Il Presidente dirige l'insieme dei lavori del Parlamento e dei suoi organi. Dispone di tutti i poteri necessari per presiedere alle deliberazioni del Parlamento e per assicurarne il buon svolgimento. Il Presidente apre, sospende e toglie le sedute. Decide in merito alla ricevibilità degli emendamenti nonché in merito alle interrogazioni al Consiglio e alla Commissione e alla conformità delle relazioni con il regolamento. Fa osservare il regolamento, mantiene l'ordine, concede la facoltà di parlare, dichiara chiuse le discussioni, mette le questioni ai voti e proclama i risultati delle votazioni. Trasmette alle commissioni le comunicazioni che sono di loro competenza.

Nel caso di infrazioni all'ordine o di turbativa dell'attività del Parlamento con modalità eccezionalmente gravi, il Presidente, previa consultazione del deputato interessato, adotta con decisione motivata la sanzione adeguata e la notifica all'interessato e ai presidenti degli organi, commissioni e delegazioni ai quali appartiene, prima di informarne la plenaria. Il Presidente dirige l'Ufficio di Presidenza (il cosiddetto «bureau»), cui fanno parte anche i quattordici vicepresidenti e, con funzioni consultive, i questori. Nelle deliberazioni dell'Ufficio di presidenza, in caso di parità di voti, il voto del Presidente «è preponderante». Partecipa inoltre alle riunioni della Conferenza dei presidenti, composta dai presidenti dei gruppi politici costituitesi in seno al Parlamento.

l Presidente, infine, rappresenta il Parlamento nelle relazioni internazionali, nelle cerimonie e negli atti amministrativi, giudiziari o finanziari. Più in particolare, prende la parola davanti al Consiglio europeo prima dell'inizio delle sue riunioni, esprimendo il parere del Parlamento sugli argomenti iscritti all'ordine del giorno. Il Presidente, inoltre, firma il bilancio dell'UE e tutti gli atti adottati in codecisione con il Consiglio dei Ministri.

I Presidenti del Parlamento europeo dal 1952 al 2006

Presidenti dell'Assemblea comune dal 1952 al 1958

1952 - 1954: Paul-Henri SPAAK (Soc, BE)
1954: Alcide DE GASPERI (CD, IT)
1954 - 1956: Giuseppe PELLA (CD, IT)
1956 - 1958: Hans FURLER (CD, DE)

Presidenti del Parlamento europeo dal 1958 al 1979

1958 - 1960: Robert SCHUMAN (CD, FR)
1960 - 1962:Hans FURLER (CD, DE)
1962 - 1964: Gaetano MARTINO (L, IT)
1964 - 1965: Jean DUVIEUSART (CD, BE)
1965 - 1966: Victor LEEMANS (CD, BE)
1966 - 1969: Alain POHER (CD, FR)
1969 - 1971: Mario SCELBA (CD, IT)
1971 - 1973: Walter BEHRENDT (Soc, DE)
1973 - 1975: Cornelis BERKHOUWER (L, NL)
1975 - 1977: Georges SPENALE (Soc, FR)
1977 - 1979: Emilio COLOMBO (CD, IT)

Presidenti del Parlamento europeo dopo le elezioni a suffragio universale

1979 - 1982: Simone VEIL (LDR, FR)
1982 - 1984: Pieter DANKERT (PSE, NL)
1984 - 1987: Pierre PFLIMFIN (PPE, FR)
1987 - 1989: Lord Henry PLUMB (DE, UK)
1989 - 1992: Enrique Baron CRESPO (PSE, ES)
1992 - 1994: Egon KLEPSCH (PPE, DE)
1994 - 1997: Klaus HÄNSCH (PSE, DE)
1997 - 1999: Jose Maria GIL ROBLES (PPE, ES)
1999 - 2002: Nicole FONTAINE (PPE, FR)
2002 - 2004: Pat COX (ELDR, IE)
2004 - 2006: Josep BORRELL (PSE, ES)

Link utili

Dati personali di Hans-Gert POETTERING
Dati personali di Monica FRASSONI
Dati personali di Francis WURTZ
Dati personali di Jens-Peter BONDE
Regolamento del Parlamento europeo

Riferimenti

Elezione del Presidente del Parlamento europeo
16.1.2007

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Eletti i 14 Vicepresidenti: Mauro, Cocilovo e Morgantini gli italiani
 

Per acclamazione, il Parlamento ha eletto i nuovi 14 vicepresidenti del Parlamento europeo, di cui quattro del PPE/DE, cinque del PSE, due dell'ALDE/ADLE e uno ciascuno per UEN, Verdi/ALE e GUE/NGL. Oltre ai tre vicepresidenti italiani, ve ne sono due britannici, due francesi, due polacchi, due spagnoli, uno greco, uno portoghese e uno tedesco. Le donne sono quattro. 

Essendo il numero dei candidati pari a quello dei posti da assegnare, l'Aula ha eletto per acclamazione i 14 vicepresidenti il cui ordine di precedenza è stato determinato - da una votazione successiva cui hanno partecipato 703 votanti - nel modo seguente:

  1. Rodi KRATSA-TSAGAROPOULOU (PPE/DE, EL) con 322 voti
  2. Alejo VIDAL-QUADRAS ROCA (PPE/DE, ES) con 300 voti
  3. Gérard ONESTA (Verdi/ALE, FR) con 285 voti
  4. Edward McMILLAN-SCOTT (PPE/DE, UK) con 274 voti
  5. Mario MAURO (PPE/DE, IT) con 262 voti
  6. Miguel MARTÍNEZ MARTÍNEZ (PSE, ES) con 260 voti
  7. Luigi COCILOVO (ALDE/ADLE, IT) con 234 voti
  8. Mechtild ROTHE (PSE, DE) con 217 voti
  9. Luisa MORGANTINI (GUE/NGL, IT) con 207 voti
  10. Pierre MOSCOVICI (PSE, FR) con 207 voti
  11. Manuel dos SANTOS (PSE, PT) con 193 voti
  12. Diana WALLIS (ALDE/ADLE, UK) con 192 voti
  13. Marek SIWIEC (PSE, PL) con 180 voti
  14. Adam BIELAN (UEN, PL) con 128 voti.

Le schede bianche o nulle sono state 7, per cui i voti validi erano 696.

Attribuzioni dei Vicepresidenti. I Vicepresidenti, in caso di necessità, possono sostituire il Presidente, assieme al quale compongono l'Ufficio di Presidenza (il «bureau») del Parlamento europeo. Il Presidente, inoltre, può delegare ai vicepresidenti qualsiasi funzione, come quella di rappresentare il Parlamento in relazione a cerimonie o atti determinati. Il bureau affida a due di essi il compito di curare le relazioni con i parlamenti nazionali. Tre vicepresidenti, appartenenti ad almeno due gruppi politici diversi, sono inoltre nominati dai gruppi politici come membri permanenti della delegazione del Parlamento al Comitato di conciliazione, per un periodo di dodici mesi.

Attribuzioni dell'Ufficio di Presidenza. Il bureau è l'organo di direzione regolamentare del Parlamento. In effetti spetta ad esso adottare le decisioni di carattere finanziario, organizzativo e amministrativo concernenti i deputati, l'organizzazione interna del Parlamento, il suo Segretariato e i suoi organi. Per quanto riguarda l'attività parlamentare, è l'Ufficio di presidenza che disciplina le questioni relative allo svolgimento delle sedute, al rimborso delle spese e al pagamento delle indennità dei deputati, nonché le norme di comportamento, i diritti e i privilegi degli ex deputati.

L'Ufficio di presidenza può annullare, confermare o ridurre la portata della sanzione inflitta a un deputato dal Presidente. Inoltre, è suo compito fissare le direttive per i questori riguardo ai loro compiti amministrativi e finanziari concernenti direttamente i deputati. Il bureau fissa poi le disposizioni relative alla concessione, all'esecuzione e al controllo della segreteria e delle strutture amministrative, degli stanziamenti e delle relative deleghe dei poteri di esecuzione del bilancio di cui dispongono i gruppi politici.

Spetta al bureau rilasciare l'autorizzazione ad effettuare le riunioni di commissione al di fuori dei luoghi abituali di lavoro, nonché approvare l'organizzazione delle audizioni e i viaggi di studio e di informazione dei relatori. L'Ufficio di Presidenza dispone poi di ampi poteri in merito allo statuto e al finanziamento dei partiti politici a livello europeo. Per quanto riguarda l'organizzazione interna del Parlamento, il bureau nomina il Segretario generale e stabilisce l'organigramma del Segretariato generale (l'amministrazione), i regolamenti relativi alla situazione amministrativa e finanziaria dei dipendenti di ruolo e degli altri agenti, nonché il progetto preliminare di stato di previsione del Parlamento. L'Ufficio di presidenza, infine, stabilisce norme atte ad assicurare che tutti i documenti del Parlamento siano registrati e può adottare norme, che disciplinano le modalità di accesso ai documenti e che sono pubblicate nella Gazzetta Ufficiale.

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Dati personali di Mario MAURO
Dati personali di Luigi COCILOVO
Dati personali di Luisa MORGANTINI

Riferimenti

Elezione dei Vicepresidenti del Parlamento europeo
16.1.2007

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Eletti i sei nuovi questori del Parlamento
 

Il Parlamento, per acclamazione, ha eletto i nuovi questori del Parlamento europeo che svolgeranno tale funzione fino al termine della legislatura. Tre di questi appartengono al PPE/DE; due al PSE e uno all'ALDE/ADLE. I questori sono principalmente incaricati di compiti amministrativi e finanziari concernenti direttamente i deputati.

Essendo il numero di candidati pari a quello dei posti disponibili, l'Aula ha eletto per acclamazione i sei questori, il cui ordine di precedenza è stato determinato - da una votazione successiva cui hanno partecipato 669 votanti - nel modo seguente:

  1. James NICHOLSON (PPE/DE, UK) con 334 voti
  2. Astrid LULLING (PPE/DE, LU) con 298 voti
  3. Mia DE VITS (PSE, BE) con 285 voti
  4. Ingo FRIEDRICH (PPE/DE, DE) con 280 voti
  5. Szabolcs FAZAKAS (PSE, HU) con 267 voti
  6. Jan MULDER (ALDE/ADLE, NL) con 265 voti

Le schede bianche o nulle sono state 16, per cui i voti validi erano 653.

I questori sono incaricati di compiti amministrativi e finanziari concernenti direttamente i deputati ai sensi di direttive fissate dall'Ufficio di presidenza, di cui sono membri con funzioni consultive. Tengono un registro (pubblico) in cui il deputato dichiara le attività professionali da lui svolte e qualsiasi altra funzione o attività retribuita, nonché i sostegni tanto finanziari, quanto in personale e in materiale, che si aggiungono ai mezzi forniti dal Parlamento e che sono conferiti al deputato nell'ambito delle sue attività politiche da parte di terzi, con indicazione dell'identità di questi ultimi. Gestiscono inoltre il registro dei gruppi d'interesse presenti al Parlamento.

Il numero dei questori dovrebbe tornare a cinque a partire dalla prossima legislatura (2009-2014).

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Dati personali di James NICHOLSON
Dati personali di Astrid LULLING
Dati personali di Mia DE VITS
Dati personali di Ingo FRIEDRICH
Dati personali di Szabolcs FAZAKAS
Dati personali di Jan MULDER

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Elezione dei Questori del Parlamento europeo
16.1.2007

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Benvenuto ai deputati bulgari e rumeni. Costituito un nuovo gruppo parlamentare
 

Accolti da un lungo applauso, i deputati bulgari e i rumeni sono entrati in Aula preceduti dalle rispettive bandiere nazionali.  Josep BORRELL, dopo averli salutati uno a uno, ha piantato le due bandiere accanto a quelle degli altri 25 Stati membri e ha pronunciato un breve discorso, cui è seguito l'inno europeo. L'arrivo dei nuovi deputati ha permesso la costituzione di un nuovo gruppo politico - Identità, Tradizione, Sovranità - in cui sono confluiti membri attualmente "non iscritti".

«E' con gioia e emozione che accogliamo oggi i nostri 53 nuovi colleghi bulgari e rumeni» ha esordito il Presidente uscente Josep Borrell, sottolineando che il Parlamento conta ora 785 deputati, di 27 nazionalità e provenienti da 177 partiti. Ha quindi ricordato che, nei prossimi mesi, i cittadini bulgari e rumeni saranno chiamati ad eleggere i loro rappresentanti europei e, in proposito, ha affermato di aver potuto constatare il loro «grande entusiasmo europeo», definendolo «confortante» in un periodo di forte euroscetticismo. I bulgari e irumeni, ha proseguito, sono fieri di esseri diventati cittadini europei e ora tutto quello che li riguarda «ci riguarda». La sorte delle infermiere bulgare condannate a morte in Libia, ad esempio, è ormai una questione europea. Il 1° maggio 2004 e il 1° gennaio 2007, ha aggiunto, sono date che segneranno per sempre la storia del Continente: quelle della riunificazione della famiglia europea che, divisa da un muro vergognoso, condivide oggi un destino comune.

Rivolgendosi ai nuovi deputati, il Presidente ha poi affermato che apportano le loro storie, le loro culture e la loro fede nell'Europa. Inoltre, portano con loro «una finestra marittima sul Mar Nero», di cui tutti conoscono l'importanza geostrategica, in particolare per gli approvvigionamenti energetici. Ma anche uno sguardo nuovo sui paesi vicini, viste le frontiere condivise con i paesi dei Balcani occidentali, con l'Ucraina, con la Moldova e con la Turchia. Sforzi giganteschi sono stati realizzati per raggiungere l'UE, ha proseguito il Presidente, e molto resta ancora da fare. In proposito ha ricordato che il Parlamento ha esortato i governi bulgaro e rumeno a proseguire senza affanno il ritmo delle riforme.

Nuovo gruppo politico al Parlamento europeo

L'Unione europea conta ora 27 Stati membri e le istituzioni comunitarie si adeguano. Nominati i nuovi commissari, il Parlamento ha accolto solennemente i 18 deputati bulgari e i 35 rumeni, che vanno a infoltire i gruppi PPE/DE, PSE e ALDE/ADLE. Il PPE/DE ha infatti accolto 9 deputati rumeni e 4 bulgari e raggiunge un totale di 277 membri, il PSE 12 rumeni e 6 bulgari (totale 217, ma dovrebbero diventare 218 quando un membro uscente sarà reintegrato), mentre hanno aderito all'ALDE/ADLE 9 deputati rumeni e 7 bulgari (totale 106). Altri 5 rumeni e 1 bulgaro hanno permesso la costituzione di un nuovo gruppo politico - "Identità, Tradizione, Sovranità" (ITS) - in cui sono confluiti anche 14 deputati attualmente "non iscritti" (l'equivalente del gruppo misto), tra cui gli italiani Alessandra Mussolini e Luca Romagnoli, nonché i deputati francesi del Front National e i belgi del Vlaams Belang. Gli altri gruppi politici al Parlamento europeo sono l'UEN con 44 membri, i Verdi/ALE con 42 e IND/DEM con 23. I membri "non iscritti", sono 14.

Facendo riferimento a una dichiarazione alla stampa di Alessandra MUSSOLINI (IST, IT) secondo la quale il nuovo gruppo cui ha aderito ha un carattere più tecnico che politico, Martin SCHULZ (PSE, DE) ha contestato la validità della sua costituzione a norma del regolamento interno del Parlamento e ha chiesto che ne sia verificata la legittimità dalla commissione competente. Il Presidente del gruppo, Bruno GOLLNISCH (IST, FR) ha replicato affermando che tutti i membri del gruppo hanno sottoscritto una dichiarazione politica, per cui le obiezioni sollevate non possono essere accolte. Il Presidente BORRELL ha confermato tale approccio.

Background

Con l'arrivo dei nuovi deputati, i membri del Parlamento saliranno transitoriamente dagli attuali 732 a 785, per poi scendere a 736 a partire dalla prossima legislatura (2009), salvo se nel frattempo sopraggiungono nuove disposizioni istituzionali. La Costituzione, ad esempio, prevedeva un numero fisso di 750 deputati, a prescindere dal numero di Stati membri. Se tutto dovesse rimanere come disposto dal Trattato di Nizza, i deputati delle diverse delegazioni nazionali - comprese quella bulgara e rumena - dovranno quindi essere ridotti e, all'Italia, spetterebbero 72 seggi al posto degli attuali 78.

I deputati bulgari e rumeni che siederanno in Aula la prossima sessione sono stati designati dai rispettivi parlamenti nazionali. Entro la fine dell'anno, probabilmente a maggio, si terranno quindi nei due paesi le prime elezioni europee per eleggere i deputati che porteranno a termine la sesta legislatura.

Per quanto riguarda tutto il periodo che porterà alla fine dell'attuale legislatura, l'aumento del numero dei deputati avrà una serie di impatti procedurali, come l'innalzamento dei quorum e delle maggioranze, o del numero di firme necessarie (che salgono da 37 a 40) per poter, ad esempio, presentare delle proposte di risoluzione o delle interrogazioni orali alla Commissione o al Consiglio, per proporre degli emendamenti in Plenaria o una raccomandazione al Consiglio, oppure per proporre la reiezione di una posizione comune di quest'ultimo. Ma anche per chiedere modifiche all'ordine del giorno della sessione o la verifica del numero legale o di procedere a un voto per appello nominale, per proporre un candidato all'elezione di Presidente o Vicepresidente e per appoggiare una candidatura alla funzione di Mediatore. Occorreranno inoltre maggiori deputati per presentare una mozione di censura contro la Commissione (un decimo dei deputati) o per consentire la composizione di un gruppo politico.

Articolo 29: Costituzione di gruppi politici

1.   I deputati possono organizzarsi in gruppi secondo le affinità politiche.

Non è necessario di norma che il Parlamento valuti l'affinità politica dei membri di un gruppo. Al momento di formare un gruppo sulla base del presente articolo, i deputati interessati accettano per definizione di avere un'affinità politica. Soltanto quando questa è negata dai deputati interessati è necessario che il Parlamento valuti se il gruppo è costituito in conformità al regolamento.

2.   Un gruppo politico è composto da deputati eletti in almeno un quinto degli Stati membri. Per costituire un gruppo politico occorre un numero minimo di venti deputati.

3.   Un deputato può appartenere a un solo gruppo politico.

4.   La costituzione di un gruppo politico deve essere dichiarata al Presidente. Tale dichiarazione deve indicare la denominazione del gruppo, il nome dei suoi membri e la composizione del suo ufficio di presidenza.

5.   La dichiarazione è pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea.

Articolo 31:  Deputati non iscritti

1.   I deputati non appartenenti ad alcun gruppo politico dispongono di una segreteria, secondo modalità fissate dall'Ufficio di presidenza, su proposta del Segretario generale.

2.   L'Ufficio di presidenza disciplina inoltre la posizione e le prerogative parlamentari di tali deputati.

3.   L'Ufficio di presidenza fissa altresì le disposizioni relative alla concessione, all'esecuzione e al controllo degli stanziamenti previsti nel bilancio del Parlamento per le spese di segreteria e per le strutture amministrative dei membri non iscritti.

Link utili

Deputati per Stato membro e gruppo politico//6a legislatura
Elenco dei deputati bulgari
Elenco dei deputati rumeni
Pagina di accesso ai siti web dei gruppi politici

Riferimenti

Accoglienza dei nuovi deputati bulgari e rumeni
15.1.2007

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TRASPORTI

 
Pacchetto ferroviario: Parlamento e Consiglio viaggiano su binari diversi
 

Il Parlamento tira dritto e propone una vagonata di emendamenti alle indicazioni del Consiglio sulle proposte relative alla liberalizzazione del trasporto passeggeri, ai diritti e agli obblighi dei passeggeri e alla certificazione del personale viaggiante. I deputati, infatti, intendono consentire un risarcimento anche per i ritardi sulle tratte nazionali, sollecitano norme più incisive a favore delle persone a mobilità ridotta e pretendono una relazione annuale sulla qualità dei servizi. Sarà quindi necessario ricorrere alla "conciliazione" per cercare un compromesso tra i colegislatori. Ma non sulla richiesta di apertura dei mercati nazionali, che non ha raccolto sufficienti consensi da parte dei deputati.

Liberalizzazione del trasporto ferroviario

Nel Libro bianco sulla politica europea dei trasporti fino al 2010, la Commissione ha annunciato di voler proseguire la realizzazione del mercato interno dei servizi ferroviari anche attraverso la proposta di aprire il mercato dei servizi di trasporto ferroviario internazionale di passeggeri. Già il primo e il secondo pacchetto ferroviario contengono disposizioni dettagliate sull'accesso all'infrastruttura, l'interoperabilità e la sicurezza ferroviaria a livello nazionale e europeo, fornendo un quadro che consentirà l'apertura del mercato dei servizi di trasporto ferroviario di merci e di trasporto internazionale di passeggeri.

Il Parlamento, in prima lettura, insisteva affinché il campo d'applicazione della direttiva fosse esteso ai servizi di trasporto nazionali, non limitandosi a quelli internazionali. Chiedeva inoltre che la liberalizzazione di questi ultimi fosse anticipata dal 2010 al 2008, prevedendo l'apertura delle tratte nazionali nel 2012. La relazione di Georg JARZEMBOWSKI (PPE/DE, DE), adottata oggi dal Parlamento propone di accettare la data del 1° gennaio 2010, sostenuta dal Consiglio, per la liberalizzazione del traffico internazionale di passeggeri.

Tuttavia, per mancanza della maggioranza qualificata, rinuncia a chiedere l'apertura del traffico nazionale, questa volta a partire dal 2017 (o dal 2022 per i dieci Stati membri che hanno aderito all'UE nel 2004), che era invece avversata dai Ministri. Visto il risultato della votazione, tale questione non potrà essere oggetto di negoziati nell'ambito della procedura di conciliazione. D'altra parte, il Parlamento ha accolto un emendamento che chiede alla Commissione di presentare, entro il 31 dicembre 2012, una relazione che analizzi lo stato di preparazione per l'apertura del mercato dei servizi nazionali passeggeri e di presentare eventualmente delle misure di accompagnamento per agevolarla nel rispetto degli obblighi di servizio pubblico.

In proposito, il relatore ha dichiarato che tale risultato è stato dovuto all'assenza di un gran numero di deputati dall'Aula e alla contemporanea necessità di ottenere la maggioranza qualificata di 393 voti. Se il voto si fosse tenuto il giorno precedente, ha aggiunto, forse sarebbe passata la linea della commissione trasporti.

Riguardo al cosiddetto cabotaggio, ossia la possibilità di far salire e scendere passeggeri di un convoglio internazionale tra stazioni situate nel medesimo Stato membro, il Consiglio, pur accettandone il principio, propone di concedere tale diritto di accesso ai soli servizi internazionali la cui "finalità principale" è trasportare passeggeri tra stazioni situate in Stati membri diversi. Intende così evitare che si giunga, di fatto, all'apertura del mercato dei servizi di trasporto ferroviario nazionale di passeggeri. Tale limitazione, respinta dalla commissione trasporti, è stata però accettata dal Parlamento.

La proposta della GUE/NGL di respingere in toto la posizione comune non è stata accolta dall'Aula con 104 voti favorevoli, 434 contrari e 4 astensioni. Per completezza, va precisato che l'attuale legislazione comunitaria ha aperto alla concorrenza il trasporto ferroviario di merci dal 1° gennaio 2007.

Diritti e obblighi dei passeggeri

Con la sua proposta, la Commissione sottolinea la necessità di riportare gli utenti dei sistemi di trasporti al centro della politica europea dei trasporti e di eliminare le carenze nei livelli di servizi nel settore del trasporto internazionale di passeggeri per ferrovia. La proposta rappresenta inoltre una risposta ai reclami ricevuti dalla Commissione da parte di cittadini europei riguardo alla qualità inadeguata del servizio fornito dalle imprese di trasporto ferroviario internazionale di passeggeri.

Il Parlamento, già in prima lettura, aveva chiesto che la normativa sui diritti dei passeggeri non fosse applicata unicamente alle linee internazionali, come proposto dall'Esecutivo, ma anche agli utenti che viaggiano sulle reti nazionali degli Stati membri. Il Consiglio, nella sua posizione comune, ha deciso di limitare il campo di applicazione per quanto riguarda i ritardi, le perdite di coincidenza e le soppressioni ed i requisiti di qualità del servizio. Pertanto, al fine di evitare oneri finanziari eccessivi, propone di applicarle soltanto ai viaggi internazionali nel quadro di servizi internazionali e di escludere i fornitori di servizi nazionali (per le tratte di un viaggio internazionale) dagli obblighi relativi al rimborso e agli itinerari alternativi, all'indennità per il prezzo del biglietto e all'assistenza in caso di ritardi all'arrivo o alla partenza.

La relazione di Dirk STERCKX (ALDE/ADLE, BE) approvata dal Parlamento non condivide questo approccio. I deputati infatti ritengono che non abbia senso legiferare per una minoranza cosi limitata di passeggeri (il 5%), lasciando senza protezione la maggior parte degli utenti delle ferrovie, in particolare i pendolari. D'altra parte, osservano che la legislazione europea in materia di trasporti aerei non opera questa distinzione tra voli nazionali e internazionali quando si tratta di proteggere i diritti dei passeggeri o di stabilire le responsabilità in caso di incidente o di ritardo.

Sull'entità dell'indennità di ritardo, d'altra parte, è accolta la proposta del Consiglio di rimborsare ai passeggeri il 25% del prezzo del biglietto in caso di ritardo compreso tra 60 e 119 minuti ed il 50% del prezzo del biglietto in caso di ritardo pari o superiore a 120 minuti, rinunciando così a chiedere, come in prima lettura, il 75% per ritardi superiori ai 180 minuti. Tali indennità andrebbero corrisposte ai passeggeri entro un mese dalla domanda di rimborso, e non entro 14 giorni come proposto dal Consiglio. Gli utenti che sono in possesso in un abbonamento, invece, avranno diritto a un'indennità corrisposta sotto forma di riduzione di prezzo all'acquisto di un nuovo abbonamento o di prolungamento del periodo di validità dell'abbonamento esistente.

Per quanto concerne la responsabilità delle imprese ferroviarie in caso di morte o lesioni dei passeggeri, il Consiglio rinvia a una Convenzione internazionale. Il Parlamento, facendo proprio un emendamento proposto dall'ALDE/ADLE, chiede che non vi siano limiti finanziari di responsabilità dell'impresa ferroviaria in caso di morte o lesioni fisiche di un passeggero. E' precisato che anche se l'impresa ferroviaria contesta le sue responsabilità in ordine alle lesioni fisiche causate a un passeggero, «essa rimane l'unico interlocutore» e «il solo organismo» da cui il passeggero «può esigere il risarcimento danni», fatti salvi i ricorsi per risarcimento che l'impresa può avviare contro terzi.

Una serie di emendamenti hanno l'obiettivo di tutelare le persone a mobilità ridotta e i disabili. Sulla scorta di quanto previsto per il trasporto aereo, i deputati dispongono che un'impresa ferroviaria, un venditore di biglietti o un tour operator - salvo determinate eccezioni - non possono rifiutare, a causa della mobilità ridotta del passeggero, di accettare una prenotazione o di emettere un biglietto. Le prenotazioni e i biglietti, inoltre, debbono essere offerti alle persone a mobilità ridotta senza costi aggiuntivi. Chiedono poi che, per garantire a queste persone la possibilità di viaggiare, dovranno essere eliminati tutti gli ostacoli che impediscono l'accesso ai binari, l'imbarco o lo sbarco dei treni, o la semplice permanenza nelle carrozze.

Un altro emendamento chiede poi che, qualora la riduzione della mobilità non consenta a una persona di avere accesso ai servizi offerti sul treno ai passeggeri e se il treno è sprovvisto di personale di accompagnamento, all'impresa ferroviaria è consentito fornire servizi alternativi o adottare altre disposizioni per raggiungere il medesimo fine. Inoltre, tutti i treni, compresi quelli internazionali e quelli ad alta velocità, dovranno consentire ai passeggeri di portare con sé, eventualmente dietro pagamento, in uno spazio polivalente appositamente previsto, sedie a rotelle, carrozzelle per bambini, biciclette e attrezzature sportive.

Un altro emendamento impone a imprese ferroviarie, gestori delle stazioni e tour operator di informare i passeggeri in merito ai diritti di cui beneficiano e agli obblighi che loro incombono in virtù del regolamento. Facendo proprio un emendamento avanzato dal PSE, infine, il Parlamento chiede alle imprese ferroviarie di pubblicare ogni anno una relazione sulle prestazioni in materia di qualità del servizio. Questi risultati dovranno essere pubblicati sul loro sito internet e su quello delle autorità competenti, nonché su quello dell'Agenzia ferroviaria europea in modo tale da permettere una comparazione dei risultati delle diverse imprese ferroviarie.

Certificazione del personale di bordo

La proposta della Commissione prevede l'introduzione di una licenza europea comprendente due parti: la licenza UE propriamente detta (rilasciata sulla base di requisiti comunitari generali minimi), ed un certificato complementare armonizzato, che riflette le esigenze connesse all'utilizzazione di un particolare sistema ferroviario. Inoltre, il testo mira a definire meglio i poteri e le responsabilità per quanto riguarda la formazione, la valutazione e il riconoscimento delle qualifiche dei macchinisti e degli altri membri del personale viaggiante addetti a mansioni attinenti alla sicurezza.

La posizione comune del Consiglio e la prima lettura del Parlamento divergono nettamente per quanto riguarda il campo di applicazione della direttiva. Il Consiglio, infatti, lo limita ai macchinisti e non richiede alcuna certificazione per gli altri membri del personale viaggiante. Il Parlamento, con la relazione di Gilles SAVARY (PSE, FR), chiede nuovamente l'estensione della normativa anche "all'altro personale viaggiante addetto a mansioni attinenti alla sicurezza". Con tale termine - è precisato - si intendono gli agenti a bordo del treno che, pur non essendo macchinisti, concorrono a garantire la sicurezza dello stesso, dei passeggeri e delle merci trasportate.

Link utili

Posizione comune del Consiglio sulla direttiva relativo allo sviluppo delle ferrovie
Prima lettura del Parlamento europeo
Posizione comune del Consiglio sul regolamento relativo ai diritti e agli obblighi dei passeggeri
Prima lettura del Parlamento europeo
Posizione comune del Consiglio sulla direttiva relativa alla certificazione dei macchinisti
Prima lettura del Parlamento europeo

Riferimenti

Georg JARZEMBOWSKI (PPE/DE, DE)
Raccomandazione per la seconda lettura relativa alla posizione comune del Consiglio in vista dell'adozione della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 91/440/CEE del Consiglio relativa allo sviluppo delle ferrovie comunitarie e la direttiva 2001/14/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla ripartizione della capacità di infrastruttura ferroviaria, all'imposizione dei diritti per l'utilizzo dell'infrastruttura ferroviaria
&
Gilles SAVARY (PSE, FR)
Raccomandazione per la seconda lettura sulla posizione comune del Consiglio in vista dell'adozione della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla certificazione dei macchinisti addetti alla guida di locomotori e treni sul sistema ferroviario della Comunità
&
Dirk STERCKX (ALDE/ADLE, BE)
Raccomandazione per la seconda lettura relativa alla posizione comune del Consiglio in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ai diritti e agli obblighi dei passeggeri nel trasporto ferroviario internazionale
Procedura: Codecisione, seconda lettura
Dibattito: 17.1.2007
Votazione: 18.1.2007

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Zero alcool nel sangue dei neopatentati
 

Gli incidenti stradali causano ogni anno più di 40.000 morti, con un costo di 180 miliardi di euro (2% del PIL dell'UE). Si è quindi ancora ben lontani dall'obiettivo di dimezzare il loro numero entro il 2010. Tasso zero di alcolemia per i neopatentati, armonizzazione della segnaletica, divieto di sorpasso per gli autocarri di più di 12 tonnellate, sanzioni severe e sviluppo di nuove tecnologie, sono la ricetta del Parlamento per garantire una maggiore sicurezza stradale.

Partendo dalla considerazione che i progressi compiuti in tutta l'UE in materia di sicurezza stradale non sono ancora sufficienti a dimezzare gli incidenti entro il 2010, come era stato prefisso dal Programma di azione europeo, Il Parlamento propone una serie di misure per aggiungere tale obiettivo. La relazione di Ewa HEDKVIST PETERSEN (PSE, SE) sostiene anzitutto che occorre concentrarsi in via prioritaria su una serie di politiche miranti a un'attuazione più efficace della legislazione (cinture di sicurezza, limiti di velocità, rispetto dei codici stradali), al miglioramento delle norme di idoneità alla guida (patenti, comportamento dei conducenti, rispetto dei pedoni), al miglioramento delle infrastrutture (qualità delle reti autostradali e stradali, corsie stradali e segnaletica) e al miglioramento dei veicoli (controlli periodici, modelli).

Il Parlamento chiede poi agli Stati membri di valutare l'introduzione di un tasso massimo di alcolemia dello zero per mille per i giovani conducenti nonché per gli autisti che guidano veicoli per il trasporto di passeggeri e merci pericolose. Maggiori risorse dovrebbero inoltre essere destinate alla ricerca e alla lotta contro la guida sotto l'effetto di stupefacenti. I deputati sollecitano poi un rafforzamento degli sforzi tesi a un maggiore impiego delle cinture di sicurezza in tutti i veicoli. Al riguardo, peraltro, i deputati ritengono particolarmente importante che le infrazioni alle norme in materia di eccesso di velocità, uso delle cinture di sicurezza e guida in stato di ebbrezza vengano punite «in modo efficace e con severe sanzioni», indipendentemente dal fatto che tali infrazioni siano avvenute nel paese d'origine del cittadino o in un altro Stato membro.

Compiacendosi della proposta della Commissione sull'uso di specchietti retrovisori privi di angoli ciechi, il Parlamento le chiede anche iniziative volte a imporre l'obbligo di guida con i fari di giorno, la segnalazione dei contorni dei mezzi pesanti con strisce catarifrangenti, e l'estensione del divieto di sorpasso per gli autocarri di oltre 12 tonnellate a tutte le strade a una e due corsie. Invita poi gli Stati membri a elaborare un Piano d’azione sulla formazione e l’educazione stradale, capace di coprire l'intero ciclo di studi degli alunni, dai 3 ai 18 anni, in tutti gli istituti scolastici dell'Unione, e reputa opportuno stabilire norme di formazione e misure di sicurezza per permettere di fare pratica accompagnata a partire dall’età di 16 anni. Ma la Commissione è anche invitata a occuparsi della definizione di regole minime comuni in materia di esami e certificazione degli istruttori di scuola guida e ad elaborare norme per un accesso non discriminatorio dei portatori di handicap alla patente di guida.

In considerazione dell'elevato numero di incidenti e di decessi nei pressi dei cantieri stradali, i deputati invitano la Commissione ad elaborare orientamenti comuni sugli obblighi da rispettare per garantire la sicurezza dei tratti in cui si svolgono lavori. La sollecitano poi ad effettuare uno studio sull'armonizzazione della segnaletica stradale in Europa quale mezzo per migliorare la sicurezza delle strade, «dal momento che una segnaletica poco chiara o incoerente causa inutili rischi per la sicurezza stradale».

Secondo il Parlamento, anche le tecnologie permettono, nel lungo periodo, di evitare in modo molto significativo gli incidenti mortali. Per questo motivo sollecita l'intensificazione della ricerca e della cooperazione tra tutti i soggetti interessati, per promuovere la rapida introduzione delle tecnologie più promettenti. In tale contesto, ritiene che, nell'ampia scelta delle tecnologie, meritino particolare attenzione le seguenti soluzioni: spie di allarme per le cinture di sicurezza e sistemi avanzati di contenimento, controllo elettronico della stabilità (ESC), sistemi di limitazione della velocità, alcolock, dispositivi ausiliari attivi (frenata di emergenza assistita, sistemi di regolazione della velocità adattativi, sistemi di avviso di uscita di corsia, controllo a ultrasuoni dell'angolo cieco, dispositivi di controllo degli ammortizzatori) e la chiamata elettronica.

La relazione, infine, invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere maggiormente la conoscenza del numero internazionale di emergenza 112 e invita i Paesi che ancora non l'hanno attivato, a rendere il servizio disponibile al fine di migliorare la situazione nell'UE.

Background

Globalmente, nei paesi che oggi formano l’Unione europea si sono registrate 50.000 vittime della strada nel 2001 e l’obiettivo comune, proposto nel 2001 e aggiornato dopo l’allargamento nel 2004, è di non superare le 25.000 vittime all’anno entro il 2010. Nel 2005, sono decedute in Europa 41.600 persone, pari a una riduzione del 17,5% in 4 anni. Un ritmo insufficiente per raggiungere l'obiettivo preposto.

Particolarmente allarmante è il dato che riguarda i motociclisti. I centauri morti sulla strada sono aumentati del 5,6% fra il 2000 e il 2003, mentre nello stesso periodo il totale delle vittime della strada è diminuito del 12%. Il numero di motociclisti che hanno perso la vita sulle strade in Italia, Belgio, Svezia e Regno Unito è aumentato rispettivamente del 40%, 39%, 21% e 15%. Ma anche i giovani di età compresa fra i 18 e i 25 anni sono una categoria a rischio: questo 10% della popolazione rappresenta il 21% delle vittime, così come i pedoni, soprattutto anziani, che contano 5.400 vittime e i ciclisti (2.000 vittime).

L'Italia si piazza seconda in Europa, dopo la Germania, nella poco onorevole classifica degli incidenti stradali ed è insidiata solo dal Regno Unito. Nel nostro Paese nel 2004 si sono infatti verificati 224.553 incidenti (contro i 339.000 in Germania e 214.000 in Regno Unito) che hanno coinvolto quasi 428.000 automobili e causato 322.225 vittime, di cui 5.625 sono decedute (3.739 conducenti, 1.164 passeggeri e 710 pedoni), di cui 1.133 donne e 4.492 uomini. I decessi di giovani tra i 18 e 24 anni sono stati più di mille, leggermente inferiori a quelli registrati tra le persone di più i 65 anni.

Link utili

Comunicazione della Commissione: Programma di azione europeo per la sicurezza stradale - Dimezzare il numero di vittime della strada nell’Unione europea entro il 2010: una responsabilità condivisa
Comunicazione della Commissione: Programma di azione europeo per la sicurezza stradale - bilancio intermedio":
Incidenti nell'UE nel 2004

Riferimenti

Ewa HEDKVIST PETERSEN (PSE, SE)
Relazione sul programma d'azione per la sicurezza stradale - bilancio intermedio
Procedura: Iniziativa
Dibattito: 17.1.2007
Votazione: 18.1.2007

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RELAZIONI ESTERNE

 
No alla pena di morte. Liberare le infermiere bulgare
 

Prendendo spunto dalla condanna alla pena capitale inflitta da un tribunale libico a cinque infermiere bulgare, il Parlamento ribadisce la radicale opposizione alla pena di morte. La risoluzione adottata dall'Aula sollecita l'annullamento del verdetto, si appella al Colonnello Gheddafi affinché assicuri il rilascio degli operatori sanitari e, in caso contrario, chiede alla Commissione e al Consiglio di prendere in considerazione una revisione della politica comune di impegno con la Libia.

Adottando la risoluzione comune sostenuta da tutti i gruppi politici esclusi IND/DEM e ITS (con 567 voti favorevoli, 1 contrari e 7 astensioni), il Parlamento ribadisce «la sua radicale opposizione alla pena di morte» e ricorda che l'Unione europea ritiene che l'abolizione della pena di morte «contribuisca al rafforzamento della dignità umana e al progressivo sviluppo dei diritti umani». Sottolinea, inoltre, che l'Unione europea è andata oltre questo impegno e sostiene l'abolizione della pena capitale nei paesi terzi.

Il 9 febbraio 1999 le autorità libiche hanno arrestato alcuni operatori sanitari bulgari che lavoravano presso l'ospedale "Al-Fatih" di Bengasi (sei cittadini bulgari, un cittadino palestinese e nove cittadini libici), accusandoli di aver volontariamente infettato con il virus HIV centinaia di bambini. Sottoposte a diversi processi, queste persone sono state condannate a morte il 19 dicembre 2006. Il Parlamento deplora tale verdetto ed esprime nuovamente la sua seria preoccupazione per quanto concerne la base sulla quale gli imputati sono stati processati, il loro trattamento durante il periodo di detenzione e i lunghi ritardi nel processo.

Esorta le autorità libiche a adottare le misure necessarie per rivedere e annullare la condanna alla pena capitale e ad aprire la strada a una tempestiva soluzione del caso su una base umanitaria, «rispettando in tal modo i prerequisiti necessari per il proseguimento della politica comune di impegno nei confronti della Libia». Al riguardo invita il Colonnello Gheddafi «a esercitare i suoi poteri e ad assicurare urgentemente il rilascio degli operatori sanitari arrestati». Ma esorta anche la Commissione e il Consiglio a intervenire presso il governo libico, al fine di assicurare la tempestiva liberazione degli operatori sanitari detenuti in carcere. In mancanza di una soluzione positiva del caso, il Parlamento chiede che sia presa in considerazione «una revisione della politica comune di impegno con la Libia in tutti i settori interessati che l'Unione ritenga opportuni».

Il Parlamento invita infine la Commissione, il Consiglio e gli Stati membri a continuare a fornire assistenza per l'attuazione del Piano d'azione per la lotta all'HIV e a sostenere il Fondo internazionale per Bengasi, «al fine di alleviare le sofferenze dei bambini infetti e delle loro famiglie e di aiutare le autorità libiche a prevenire e a contrastare la diffusione del contagio da HIV nel paese».

Riferimenti

Risoluzione comune sulla condanna e l'incarcerazione da parte della Libia di cinque infermiere bulgare e di un medico palestinese
Procedura: Risoluzione comune
Dibattito: 17.1.2007
Votazione: 18.1.2007

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DIRITTI DELLE DONNE/PARI OPPORTUNITÀ

 
Più donne in politica
 

Con il recente allargamento UE, la presenza delle donne nel Parlamento ha subito un leggero calo. Il Parlamento rivendica l'importanza della parità fra uomini e donne nelle decisioni politiche e si appella ai gruppi politici affinché incentivino e appoggino la piena partecipazione delle donne alla vita pubblica. L'Aula, tuttavia, ha respinto la proposta di invitare i partiti politici europei «a provvedere affinché nelle loro liste per ogni organo collettivo venga introdotto un sistema obbligatorio di quote».

Adottando la relazione di Anna ZÁBORSKÁ (PPE/DE, SK), il Parlamento afferma che la rivendicazione circa la parità fra uomini e donne «deve concretizzarsi in un'impostazione pratica che non opponga le donne agli uomini», affinché l'integrazione della dimensione di genere comporti sviluppi positivi per entrambi i sessi. Questa integrazione, è tuttavia precisato, non può sostituire politiche specifiche miranti a rimediare a situazioni risultanti da disparità uomo-donna. In proposito, ricorda che le politiche specifiche finalizzate alla promozione della parità tra i sessi e all'integrazione della dimensione di genere sono complementari e, pertanto, vanno condotte di pari passo per conseguire l’obiettivo della parità fra uomini e donne.

La relazione rileva inoltre che l’integrazione della dimensione di genere postula che la parità di trattamento tra uomini e donne occupi «una posizione centrale» in tutte le attività, quali la definizione delle politiche, la ricerca, la rappresentanza, il dialogo, la legislazione, l’attribuzione di risorse o l’attuazione e la verifica degli scadenzari di programmi e progetti.

I deputati insistono poi sul rilevante ruolo che i gruppi politici possono svolgere per incentivare, appoggiare e rendere possibile la piena partecipazione delle donne nella vita pubblica. In particolare, tramite l'applicazione e la valutazione dell'integrazione della dimensione di genere nell'ambito dei loro programmi e attività, nonché incoraggiando una maggiore partecipazione delle donne alle elezioni al Parlamento europeo e ai parlamenti nazionali. Con 174 voti favorevoli, 240 contrari e 3 astensioni, il Parlamento ha soppresso i paragrafo che invitava i partiti politici di tutta Europa «a provvedere affinché nelle loro liste per ogni organo collettivo venga introdotto un sistema obbligatorio di quote».

Per quanto riguarda la presenza di donne nell'amministrazione del Parlamento europeo, deplorando che vi siano solo due Direttrici generali (tra cui un'italiana, ndr), la relazione «sprona le donne a prospettare seriamente una loro candidatura a posti di responsabilità». D'altra parte, è lamentato il fatto che lo Statuto dei funzionari delle Comunità non preveda misure sufficienti riguardo alla conciliazione della vita familiare e professionale ed è chiesto che si tenga conto della prospettiva di genere nel bandire i posti vacanti all'interno delle istituzioni dell'UE.

Background - Le deputate al Parlamento europeo

Dal 1979 si è osservata una costante progressione della percentuale di donne membri del Parlamento europeo. Tale percentuale è passata dal 17,5% al 30,46% (ottobre 2006). L'adesione di Bulgaria e Romania ha tuttavia portato ad una leggera flessione della presenza femminile, che scende al 30,44%. Per quanto riguarda il nostro Paese, le italiane presenti oggi al Parlamento europeo sono solo 14 su un totale di 78 deputati (17,95%). Sempre meglio di Cipro e Malta che non hanno nessuna rappresentante donna, e della Polonia che conta 7 donne su 54 deputati (poco meno del 13%), ma molto al di sotto delle percentuali svedese che - record europeo - è pari al 52,63%, estone e lituana (50%), oppure olandese (44,44%), slovena (42,86%) e francese (42,31%). La Germania conta 32 donne su 99 deputati (32,32%), il Regno Unito 20 su 78 (25,64%) e la Spagna 18 su 54 (33,33%).

Link utili

Commissione per i diritti della donna e uguaglianza di genere
Sito della Commissione europea sull'uguaglianza di genere

Riferimenti

Anna ZÁBORSKÁ (PPE/DE, SK)
Relazione sull'integrazione della dimensione di genere nell'ambito dei lavori delle commissioni
Procedura: Iniziativa
Dibattito: 18.1.2007
Votazione: 18.1.2007

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ISTITUZIONI

 
Discorso di commiato del Presidente Borrell
 

Il Presidente uscente ha pronunciato un discorso di commiato con il quale, ricordando i principali eventi che hanno caratterizzato la prima metà della legislatura, ha sottolineato il ruolo e l'influenza crescenti del Parlamento europeo sulla scena politica europea e mondiale. Ha anche rivolto un appello affinché, con il contributo del Parlamento, sia rilanciata la costruzione europea.

Ricordando i timori espressi nel luglio 2004 sulla capacità del Parlamento di lavorare con tante lingue supplementari, il Presidente Borrell ha sottolineato come l'integrazione dei nuovi deputati abbia avuto luogo senza problemi come il Parlamento, molto spesso, abbia anche avuto un ruolo di «ammortizzatore Est-Ovest». Ha quindi rivendicato il successo dell'adozione del nuovo Statuto dei deputati che «garantirà la parità di trattamento di tutti i membri del Parlamento, così come la trasparenza delle loro spese». Inoltre, ha posto in luce le riforme interne intraprese per migliorare il funzionamento dell'Istituzione e per rendere il suo lavoro maggiormente aderente all'attualità. Il Presidente ha anche sottolineato che la politica di acquisti immobiliari permetterà di risparmiare 100 milioni di euro l'anno che consentiranno l'applicazione dello Statuto dei deputati senza dover ricorrere a risorse supplementari.

In merito alle relazioni con le altre istituzioni europee, il Presidente ha rilevato come il Parlamento abbia raggiunto la sua «maturità politica» in occasione dell'investitura della Commissione poiché ha «osato far uso delle sue competenze ed esercitare le sue responsabilità rifiutando proposte inadeguate». Il Parlamento ha aggiunto, ha dimostrato così che le audizioni dei commissari non erano una pura formalità, che «non è una tigre di carta» e che può utilizzare i suoi poteri in maniera esigente e responsabile, «senza per questo far cadere in crisi l'Europa». Commissione e Parlamento, ha proseguito, sono usciti più forti da questo esercizio di democrazia parlamentare. La cooperazione tra le due Istituzioni s'impone, ha aggiunto, «poiché rappresentano l'interesse generale europeo». Ma ciò non esclude il confronto: non ascoltato, il Parlamento ha respinto tre proposte della Commissione.

Con il Consiglio, ha proseguito, le relazioni si sono migliorate, anche se vi sono stati momenti di forte tensione, come nel caso della definizione delle Prospettive finanziarie. Ha quindi espresso soddisfazione per la parte avuta dal Parlamento in quanto colegislatore e, in particolare, per il contributo decisivo nella definizione delle direttiva sui servizi e sui prodotti chimici (Reach), ma anche nella lotta al terrorismo con l'accordo sulla conservazione dei dati personali. Sottolineando poi l'importanza di legiferare meglio, ha però ammonito che ciò non può essere fatto legiferando di meno oppure inficiando i diritti sociali e ambientali. 

Al di là dell'attività legislativa, il Presidente ha voluto porre in luce le altre iniziative del Parlamento, come la commissione temporanea sulle attività della CIA in Europa o la commissione d'inchiesta sul crac di Equitable Life, oppure le missioni a Ceuta, Melilla e Lampedusa «che hanno permesso di ottenere risultati concreti per migliorare il trattamento ricevuto dagli immigrati illegali e i richiedenti asilo». Ma anche il ruolo avuto nell'ambito del periodo di riflessione sul futuro dell'Europa seguito ai no francese e olandese alla Costituzione, che il Parlamento aveva invece approvato a larga maggioranza. In proposito, sottolineando la necessità che il Parlamento sia implicato strettamente nella ricerca di una soluzione a questa crisi, si è congratulato con la Cancelliera Merkel per avergli chiesto di designare un rappresentante incaricato di questo compito. Ha poi ricordato di aver già ammonito il Consiglio europeo che non vi possono essere ulteriori ampliamenti dell'UE senza una riforma profonda delle istituzioni.

Il Presidente ha anche voluto porre in luce il rafforzamento della «diplomazia parlamentare» che si è realizzata attraverso le sue numerose visite ufficiali nei paesi terzi, ma anche attraverso le 33 missioni di osservazione elettorale e le visite di 15 Capi di Stato stranieri al Parlamento. Il Premio Sacharov, inoltre, rida coraggio «a coloro che lottano per la libertà» e il Parlamento è intervenuto anche in diverse occasioni a difesa dei diritti dell'uomo come ad esempio nei confronti della Cina, della Tunisia e della Russia. Ha poi posto in luce l'importanza delle attività svolte nell'ambito della cooperazione a livello regionale, come quella in seno all'Assemblea euromediterranea, «unico consesso in cui è stato possibile approvare posizioni comuni a fronte di situazioni particolarmente conflittuali, come il caso delle vignette satiriche su Maometto». Così come l'Assemblea paritaria ACP/UE e la costituzione dell'Assemblea euro-latinoamericana.

Dopo aver sottolineato i progressi realizzati nelle relazioni con i Parlamenti nazionali e, in particolare, l'organizzazione di incontri interparlamentari, ha posto l'accento sulla necessità per l'UE di «trovare una risposta economica e sociale alla globalizzazione» e di avviare una politica comune dell'energia, che garantisca la sicurezza degli approvvigionamenti e potere negoziale nei confronti dei paesi terzi. Ma occorre anche una politica sull'immigrazione che bilanci la debolezza demografica dell'Europa, favorendo l'integrazione, nonché un nuovo sistema di risorse proprie che permetta degli accordi sul bilancio che esulino dal "saldo netto" a favore dei singoli Stati membri. In proposito, parafrasando il noto detto, ha affermato che nella costruzione dell'Europa politica potrebbe valere il principio del «No representation without taxation».

Per rafforzare la sua legittimità, ha quindi concluso, l'Europa ha bisogno di produrre dei risultati attraverso buone politiche delineata da istituzioni forti e efficaci e il Parlamento, «simbolo della democrazia rappresentativa e embrione della democrazia sovranazionale», dovrà avere quindi avere un ruolo importante nel rilancio della costruzione europea.

Link utili

Discorso del Presidente (versione francese e versione spagnola)
2004-2006: Bilancio di metà legislatura

Riferimenti

Allocuzione del Presidente del Parlamento europeo
15.1.2007

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Rinviato il rinnovo della composizione delle commissioni parlamentari
 

Il Parlamento ha deciso di prorogare a titolo eccezionale e temporaneo la composizione nominativa attuale delle commissioni e delle sottocommissioni parlamentari. Ai deputati bulgari e rumeni sono attribuiti, in qualità di membri titolari, i posti già riservati agli osservatori in seno a tali organi. Il rinnovo della composizione delle commissioni dovrebbe aver luogo in occasione della sessione che si terrà dal 31 gennaio al 1° febbraio 2007.

Riferimenti

Proposta di decisione sulla composizione delle commissioni
Procedura: Proposta di decisione
Votazione: 18.1.2007

Altri documenti approvati

I testi di tutti i documenti approvati sono reperibili sul sito del Parlamento europeo.

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Ordine del giorno 31 gennaio - 1° febbraio 2007

Bruxelles 

Mercoledì 31 gennaio 2007

 (15:00 - 20:00, 21:00 - 24:00)

 

Dichiarazioni del Consiglio e della Commissione - Cambiamento climatico

 

Dichiarazioni del Consiglio e della Commissione - Moratoria sulla pena di morte

 

Discussione congiunta - PNR/SWIFT
Dichiarazioni del Consiglio e della Commissione - Nuovo accordo "PNR"
Interrogazioni orali - SWIFT

 

Interventi di un minuto (articolo 144 del regolamento del Parlamento)

 

Relazione Ries - Promuovere diete sane e attività fisica: una dimensione europea per la prevenzione di sovrappeso , obesità e malattie croniche

 

Relazione Wallis - Termini di prescrizione nel caso di danni alle persone e di incidenti mortali nel contenzioso transfrontaliero

 

Relazione Flasarová - Discriminazioni di giovani donne e ragazze nel settore dell'istruzione

 

Relazione Deva - Relazioni dell'UE con le isole del Pacifico: strategia per una partenariato rafforzato

*

Relazione Arnaoutakis - Accordo di partenariato CE/Gabon in materia di pesca

 Giovedì 1° febbraio 2007

 (9:00 - 10:50)

 

Relazione Lehne - Statuto della società privata europea

 

Interrogazione orale - Accordo sugli appalti pubblici (AAP)

 (11:00 - 11:30)

 

Seduta solenne - Allocuzione di Georgi Parvanov, Presidente della Bulgaria e di Traian Băsescu, Presidente della Romania

 (11:30 - 13:00) Votazione

***

Raccomandazione Barón Crespo - Protezione dei passeggeri contro lo spostamento dei bagagli

***

Raccomandazione Barón Crespo - Omologazione dei veicoli a motore in riferimento al campo di visibilità anteriore del conducente

*

Relazione Chcichester - Accordo di cooperazione scientifica e tecnologica CE/Corea

 

Relazione Budreikaité - Integrazione della sostenibilità nelle politiche di cooperazione allo sviluppo

 

Relazione Elles - Progetto di bilancio rettificativo n. 1/2007

 

Proposta di risoluzione - Diritti umani dei Dalit in India

 

Testi di cui sarà stata chiusa la discussione

 L'ordine del giorno può subire modifiche.

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Codici delle procedure parlamentari

Serie A

Relazioni e raccomandazioni

Serie B

Risoluzioni e interrogazioni orali

Serie C

Documenti di altre Istituzioni

*

Procedura di consultazione

**I

Procedura di cooperazione, prima lettura

**II

Procedura di cooperazione, seconda lettura

***

Parere conforme

***I

Procedura di codecisione, prima lettura

***II

Procedura di codecisione, seconda lettura

***III

Procedura di codecisione, terza lettura

Abbreviazioni

BE

Belgio

IT

Italia

PL

Polonia

CZ

Repubblica ceca

CY

Cipro

PT

Portogallo

DK

Danimarca

LV

Lettonia

SI

Slovenia

DE

Germania

LT

Lituania

SK

Slovacchia

EE

Estonia

LU

Lussemburgo

FI

Finlandia

EL

Grecia

HU

Ungheria

SE

Svezia

ES

Spagna

MT

Malta

UK

Regno Unito

FR

Francia

NL

Olanda

BG

Bulgaria

IE

Irlanda

AT

Austria

RO

Romania

Gruppi politici

PPE/DE

Gruppo del Partito popolare europeo (Democratici-cristiani) e dei Democratici europei

PSE

Gruppo socialista al Parlamento europeo

ALDE/ADLE

Gruppo dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa

Verdi/ALE

Gruppo Verde/Alleanza libera europea

GUE/NGL

Gruppo confederale della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica

IND/DEM

Gruppo Indipendenza/Democrazia

UEN

Gruppo "Unione per l'Europa delle nazioni"

ITS

Gruppo Identità, Tradizione  Sovranità

NI

Non iscritti

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Deputati al Parlamento europeo

 Situazione al 18.1.2007
 

 

PPE/DE

PSE

ALDE/ADLE

UEN

Verdi/ALE

GUE/NGL

IND/DEM

ITS

NI

Totale

BG

4

6

7

 

 

 

 

1

 

18

BE

6

7

6

 

2

 

 

3

 

24

CZ

14

2

 

 

 

6

1

 

1

24

DK

1

5

4

1

1

1

1

 

 

14

DE

49

23

7

 

13

7

 

 

 

99

EE

1

3

2

 

 

 

 

 

 

6

EL

11

8

 

 

 

4

1

 

 

24

ES

24

24

2

 

3

1

 

 

 

54

FR

17

31

11

 

6

3

3

7

 

78

IE

5

1

1

4

 

1

1

 

 

13

IT

24

15

12

13

2

7

 

2

3

78

CY

3

 

1

 

 

2

 

 

 

6

LV

3

 

1

4

1

 

 

 

 

9

LT

2

2

7

2

 

 

 

 

 

13

LU

3

1

1

 

1

 

 

 

 

6

HU

13

9

2

 

 

 

 

 

 

24

MT

2

3

 

 

 

 

 

 

 

5

NL

7

7

5

 

4

2

2

 

 

27

AT

6

6

1

 

2

 

 

1

1

17

PL

15

9

5

20

 

 

2

 

3

54

PT

9

12

 

 

 

3

 

 

 

24

RO

9

12

9

 

 

 

 

5

 

35

SI

4

1

2

 

 

 

 

 

 

7

SK

8

3

 

 

 

 

 

 

3

14

FI

4

3

5

 

1

1

 

 

 

14

SE

6

5

3

 

1

2

2

 

 

19

UK

27

19

12

 

5

1

10

1

3

78

Totale

277

217

106

44

42

41

23

20

14

784

Deputati uscenti
Maria BERGER (PSE, AT) (10.1.2007)

Deputati entranti
Søren Bo SØNDERGAARD (GUE/NGL, DK) (1.1.2007)

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