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RESOCONTO
1 settembre 2008 Bruxelles
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Apertura della sessione
Dando inizio ai lavori, il Presidente ha reso omaggio ai due eurodeputati Bronisław Geremek e Wilhelm Piecyk, nonché all'ex deputata Maria Luisa Cassanmagnago Cerretti, deceduti durante la pausa estiva. Ha poi espresso il cordoglio del Parlamento per le vittime dei due incidenti aerei in Spagna e Kirghizistan che ad agosto hanno causato centinaia di morti. Ha poi annunciato un avvicendamento nella delegazione italiana al Parlamento europeo. Marco Pannella è intervenuto sulla crisi in Georgia.
Crollo del soffitto dell'Aula di Strasburgo
Rilevando che in principio la sessione si sarebbe dovuta tenere a Strasburgo, il Presidente ha ricordato che il crollo parziale del soffitto dell'Aula ha portato alla decisione di svolgere i lavori a Bruxelles. Dai primi risultati dell'inchiesta, ha spiegato, risulta che il crollo è stato causato dalla rottura di componenti che collegano il soffitto alle strutture portanti. Ulteriori perizie chiariranno le responsabilità. Il Presidente ha anche precisato che il soffitto è in riparazione con una nuova tecnica ed ha auspicato che tutte le verifiche potranno essere ultimate prima della prossima sessione (22-25 settembre).
Omaggio a Geremek, Pecyk e Cassanmagnago Cerretti e alle vittime degli incidenti aerei
Il Presidente ha reso anzitutto omaggio a Bronisław GEREMEK (ALDE/ADLE, PL) - deceduto questa estate in un incidente d'auto - definendolo un patriota polacco e un europeo eminente che ha lottato per la libertà, i diritti dell'uomo e lo Stato di diritto. Oggi, ha aggiunto, la Polonia occupa il posto che le spetta in seno alle nazioni democratiche e all'Unione europea, anche grazie all'operato del deputato. Egli, ha proseguito, credeva al progetto europeo e si è sempre impegnato a favore del processo d'integrazione. Era un «collega straordinario» e «la sua morte lascia un vuoto incolmabile». Sarà sempre ricordato con onore al Parlamento europeo.
Il Presidente ha poi commemorato Wilhelm PIECYK (PSE, DE), europdeputato dal 1992, impegnato soprattutto nella commissione per i trasporti e il turismo. Con il suo decesso, ha detto, «perdiamo un emerito e stimato collega».
Pöttering ha poi reso un sentito omaggio a Maria Luisa CASSANMAGNAGO CERRETTI, deputata al Parlamento europeo dal 1976 al 1994, che ha «dedicato il suo lavoro all'Europa». Grazie al suo impegno, ha aggiunto, «ha ispirato molte donne e fornito un contributo prezioso all'integrazione» del Continente. «La ricorderemo sempre», ha concluso. Infine, ha espresso il cordoglio del Parlamento per tutte le vittime degli incidenti aerei a Madrid (Spagna) e a Bishkek (Kirghizistan)vittime.
Il Presidente ha quindi invitato l'Aula a osservare un minuto di silenzio.
Rinnovo della delegazione italiana al Parlamento
Il Presidente ha poi annunciato all'Aula che, a partire dal 24 luglio, Eleonora LO CURTO (PPE/DE, IT) sostituisce Innocenzo LEONTINI (PPE/DE, IT) - subentrato in precedenza a Francesco MUSOTTO - quale membro del Parlamento europeo.
Interventi di un minuto
Marco PANNELLA (ALDE/ADLE, IT) ha affermato quanto segue: «Ci siamo costituiti in Europa a partire dalla convinzione che non fosse più possibile garantire benessere, libertà, democrazia e pace a partire dalle sovranità nazionali. Ebbene noi stiamo condannando i georgiani, che in nome dell'Europa e con l'Europa come speranza, avevano rotto un giogo dittatoriale che li soffocava, li stiamo condannando ad un'indipendenza nazionale mentre con vigliaccheria profonda gran parte della nostra Europa oggi è serva anche di Mosca e della politica di Putin preparandosi ad esserla anche della Cina. Quello che oggi è il nostro problema è che non possiamo continuare a condannare la Georgia, la Turchia, Israele, il Marocco, il cui Re nel 1985 ha chiesto di aderire all'Unione europea, non possiamo assolutamente condannarli a quello a cui ci siamo rifiutati e che ha costituito la nostra salvezza».
Jelko KACIN (ALDE/ADLE, SI), sottolineando come la protezione dell'ambiente e i più elevati bisogni energetici connessi ai cambiamenti climatici, siano «senza confini» e rappresentino sfide «che richiedono un approccio responsabile di tutti i politici», ha affermato che la costruzione di un terminal per il gas in un mare chiuso come l'Adriatico «è una questione molto sensibile». In proposito, ha osservato che ci sono progetti per costruire dei "gas terminal" sia su terra ferma che in mare nel Golfo di Trieste «a cinque miglia dalla costa slovena» e «proprio di fronte alla zona turistica».
Il deputato ha poi rilevato che se il governo italiano intendesse costruire un tale terminal nella laguna di Venezia, tutto il mondo sarebbe contrario. Ha quindi sostenuto che i cittadini «hanno il diritto ad opporsi a questo progetto e i politici devono rispettare i loro desideri per colmare il deficit democratico nell'Unione europea». In conclusione, ha affermato: «anche se non abbiamo sempre rispettato l'ambiente non possiamo ora tollerare un tale progetto e, anche in sede di Europarlamento, dobbiamo ribadirlo al governo italiano».
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I Punti forti della sessione
L'Aula si pronuncerà sulla crisi in Georgia, ma anche sul regime UE di sanzioni internazionali e sui prigionieri palestinesi in Israele. Approverà poi delle relazioni sulla parità uomo/donna e chiederà un sistema di allerta UE per i bambini scomparsi. Adotterà una nuova normativa sull'etichettatura delle sostanze chimiche pericolose, una relazione sulla lotta all'evasione fiscale e una risoluzione sulla clonazione di animali a scopi alimentari. L'Aula dibatterà anche del "pacchetto telecom".
Situazione in Georgia - Il Ministro degli esteri francese illustrerà all'Aula le conclusioni del Vertice straordinario dedicato alla crisi innescata dall'intervento dell'esercito georgiano in Ossezia del Sud che ha provocato una risposta militare della Russia, condannata dall'Occidente. I ritardi nel ritiro delle truppe e il riconoscimento russo dell'indipendenza delle regioni separatiste hanno riesumato un clima da guerra fredda. Il Parlamento adotterà una risoluzione (dibattito 1/9, voto 3/9).
Rendere più efficace e coerente il regime di sanzioni UE - Una relazione all'esame dell'Aula chiede un regime sanzionatorio UE più coerente ed efficace che, prevalendo sugli interessi commerciali, colpisca comportamenti contrari alla sicurezza e ai diritti umani e che causano danni volontari e irreversibili all'ambiente. Occorre poi inserire una clausola sui diritti umani in tutti gli accordi UE e privilegiare sanzioni mirate, corredate di misure incitative. La redazione di liste nere antiterrorismo deve garantire il rispetto dei diritti fondamentali (relazione Flautre, dibattito 3/9, voto 4/9).
Detenuti palestinesi in Israele - A seguito del dibattito tenutosi in Aula lo scorso 9 luglio, il Parlamento adotterà una risoluzione sui palestinesi detenuti nelle carceri israeliane (dibattito 9/7, voto 4/9).
Colmare il
divario retributivo uomini/donne
e codici etici per contro gli stereotipi sulle donne
nei media - Una relazione all'esame dell'Aula sollecita
misure per colmare le differenze salariali tra uomini e donne, anche
imponendo ai datori di lavoro di elaborare piani d'azione specifici.
Nel rilevare gli effetti positivi delle "quote rosa" in politica,
auspica una politica UE contro la tratta delle donne e misure per
scoraggiare la domanda di prostituzione. Un'altra relazione chiede
codici etici e un comportamento più responsabile nel ricorso a
modelle "anoressiche" nei mass media e nella pubblicità ed esorta il
monitoraggio dei media. Sollecita poi un'attenzione particolare
nella diffusione degli stereotipi nei videogiochi, su internet e nei
programmi per bambini. (relazioni García Pérez e Svensson, dibattito
2/9, voto 3/9). Un sistema di allerta UE per i bambini scomparsi - Il rapimento dei bambini è tra i crimini più inumani ed è in aumento in Europa. Rilevando come talvolta le vittime siano trasportate aldilà delle frontiere, i deputati sollecitano un sistema di allerta UE per l'immediata trasmissione di particolari sul bambino scomparso, di informazioni sulla sparizione e sui sospetti rapitori, e l'attivazione di un numero verde. Inoltre, gli Stati membri dovrebbero cooperare per consentire di lanciare l'allarme rapidamente in tutti i territori interessati.
Chimica: nuove norme per etichettare le sostanze pericolose - L'Aula è chiamata a adottare un regolamento che istituisce un nuovo sistema di classificazione ed etichettatura delle sostanze pericolose. Lo scopo è di tutelare i consumatori e l'ambiente, ma anche di ridurre i costi per le imprese. Sulle etichette dovranno figurare pittogrammi e indicazioni di pericolo e consigli di prudenza (generali, di reazione, di conservazione e di smaltimento). Gli imballaggi dovranno essere sicuri e non attirare l'interesse dei bambini o indurre in errore i consumatori (relazioni Sartori, dibattito e voto 3/9).
Più impegno contro l'evasione e abolire i paradisi fiscali - Una relazione all'esame dell'Aula chiede maggiore impegno agli Stati membri nella lotta contro le frodi fiscali e l'adozione di una strategia europea in questo campo. Incitando l'UE a promuovere l'abolizione dei paradisi fiscali, anche per tutelare il modello sociale europeo, auspica inoltre l'applicazione della direttiva sulla tassazione del risparmio a tutti i soggetti giuridici e a tutte le fonti di reddito finanziario e una riforma radicale del regime IVA basandolo sul principio di origine (relazione Bowles, dibattito 1/9, voto 2/9).
Vietare la clonazione di animali a scopi alimentari? - Un'interrogazione orale aprirà un dibattito in Aula sulla clonazione degli animali. Rilevando le sue conseguenze negative sul benessere degli animali, i deputati vorrebbero conoscere le misure attuate per informare i consumatori. Chiedono poi se la clonazione di animali a scopi alimentari sia eticamente giustificata e se vi sia l'intenzione di vietarla e di proibire le importazioni di animali clonati e della loro prole, nonché dei loro prodotti. Il Parlamento adotterà una risoluzione (dibattito 2/9, votazione 3/9).
Il "pacchetto telecom" all'esame del Parlamento - L'Aula dibatterà delle tre proposte legislative intese a modificare il quadro normativo sulle comunicazioni elettroniche. L'obiettivo è di aumentarne l'efficacia riducendo le risorse amministrative necessarie all'applicazione della regolamentazione economica e agevolando l'accesso alle frequenze radio. Si tratta inoltre di rafforzare e migliorare la tutela dei consumatori e i diritti degli utenti nonché di rafforzare la tutela della vita privata e la riservatezza dei dati a carattere personale (relazioni Trautman, del Castillo Vera e Harbour, dibattito 2/9, voto prossima tornata).
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Dibattito in Aula sulla crisi in Georgia: la Russia rispetti gli impegni
A seguito del Vertice europeo, si è tenuto un dibattito in Aula sulla situazione in Georgia. Molti deputati hanno rilevato la necessità di rispettare l'integrità territoriale della Georgia e, ritenendo sproporzionata la reazione russa, hanno chiesto di rafforzare la politica di vicinato dell'UE. E' stata anche evocata la necessità di affrancarsi dalla dipendenza energetica. Molti hanno condannato il riconoscimento delle regioni indipendentiste, taluni hanno criticato l'azione della Georgia.
Il Parlamento voterà una risoluzione mercoledì.
Dichiarazione della Presidenza
Bernard KOUCHNER, Ministro degli esteri francese, ha ripercorso dettagliatamente l'azione diplomatica della Presidenza a seguito del conflitto in Georgia scoppiato nella notte del 7/8 agosto. Ha poi ricordato i principali elementi del "protocollo d'accordo" in sei punti concordato con la Russia e la Georgia, sottolineando il successo di aver portato a un cessate il fuoco immediato. Il ritiro delle truppe russe, invece, si è completato 8 giorni dopo, salvo per alcuni presidi che dovranno poi essere rilevati da osservatori internazionali.
Per quanto riguarda le conclusioni del Vertice straordinario, il Ministro ha sottolineato che - a differenza del "precedente" del 2003 in occasione della guerra in Iraq - «l'unità dell'Europa ha prevalso». Le divergenze tra i 27, infatti, sono state meno difficili da superare di quanto atteso. Il documento approvato dai Capi di Stato e di governo, in particolare, ritiene inaccettabili le azioni militari e sottolinea il carattere sproporzionato della reazione russa. Condanna poi il riconoscimento delle regioni separatiste e ricorda la necessità di garantire l'integrità della Georgia e riafferma la necessità di attuare l'accordo in 6 punti, in particolare il ritiro delle truppe russe. L'Unione afferma inoltre la propria disponibilità a inviare osservatori in loco ed a fornire aiuti d'urgenza, e intende rafforzare le proprie relazioni con la Georgia, anche attraverso un accordo sui visti e l'attuazione di una zona di libero scambio. Il Vertice ha inoltre deciso di nominare un rappresentante speciale e di intensificare gli sforzi in materia di sicurezza degli approvvigionamenti energetici.
Il Ministro ha poi sottolineato che l'8 e il 9 settembre una delegazione europea di recherà a Mosca e a Tbilisi per constatare l'effettivo rientro delle truppe russe entro i confini precedenti il conflitto e la sostituzione dei check point russi con osservatori internazionali. Ha poi evocato l'idea di organizzare una conferenza internazionale, con la partecipazione dell'ONU e di altri partner, per agevolare progressi nei negoziati. Ha tuttavia affermato che ogni riunione di partenariato con la Russia sarà sospesa fintantoché il ritiro non sarà completato. Ha quindi sottolineato la necessità per la Russia di non isolarsi e di attenersi a un comportamento responsabile. Interventi in nome dei gruppi politici
Joseph DAUL (PPE/DE, FR) ha definito la situazione «inaccettabile», sostenendo che merita «una risposta decisa dell'UE». La Russia, ha aggiunto, ha gli stessi diritti e gli stessi doveri di tutti gli altri paesi e, pertanto, «deve rispettare l'integrità territoriale degli altri Stati». Il riconoscimento unilaterale delle regioni separatiste, pertanto, «viola il diritto internazionale». I 27, ha aggiunto, devono dare prova di unità e di fermezza, usando i propri strumenti politici ed economici per convincere la Russia a rispettare gli impegni presi, in particolare sul ritiro delle truppe, e, in caso contrario, sospendendo i negoziati per l'accordo di partenariato.
Nel condannare i saccheggi delle truppe russe e dei miliziani, ha lanciato un appello a favore del rimpatrio dei profughi. Ha poi rilevato la necessità di assicurare il flusso degli approvvigionamenti energetici, di rafforzare la politica estera europea (come sarebbe possibile con il trattato di Lisbona) e di potenziare la collaborazione con gli USA. Ha infine ricordato che la Georgia intende aderire alla NATO.
Per Hannes SWOBODA (PSE, AT) nulla giustifica l'intervento russo, che è «espressione di un comportamento imperialista». Neanche il riconoscimento del Kosovo, ha insistito, è una giustificazione, poiché in quel caso l'UE ha sempre cercato un consenso internazionale, tenendo presente la minoranza serba. Sottolineando la necessità di rafforzare la politica di vicinato europea nell'interesse della stabilità della regione, ha poi ricordato che è già stata proposta una Unione del Mar Nero, cui potrebbe partecipare anche la Russia. Le conclusioni del Vertice, ha infine affermato, rappresentano una buona base.
Secondo Graham WATSON (ALDE/ADLE, UK) è corretto condannare la reazione russa, ma «non si deve chiudere in un angolo l'orso russo». Il piano in 6 punti non è forse perfetto, ha proseguito, ma ha messo fine al conflitto e va realizzato totalmente. Ha poi apprezzato l'idea di un fondo per la ricostruzione e l'intenzione di predisporre l'aiuto umanitario, nonché la decisione di nominare un rappresentante speciale e l'invio di osservatori. Dicendosi d'accordo sull'idea della conferenza di pace, ha chiesto però di porre fine all'anomalia secondo cui i georgiani con passaporto russo hanno un più facile accesso all'UE dei concittadini che non ne dispongono.
Konrad SZYMAŃSKI (UEN, PL) ha sottolineato che la Russia non ha rispettato 3 dei 6 punti del protocollo d'accordo negoziato dal Presidente francese. A suo parere, pertanto, la Russia deve capire cos'è l'isolamento politico ed economico, «altrimenti si sentirà autorizzata ad agire come meglio crede». Ha poi rilevato la necessità di rivedere la politica energetica e di rinunciare a costruire i gasdotti nella regione.
Daniel COHN-BENDIT (Verdi/ALE, DE) ha sottolineato che è possibile realizzare le decisioni del Vertice. A suo parere, la questione fondamentale riguarda le relazioni UE/Russia ed è «sciocco» affrontare ora il tema dell'integrazione nella NATO della Georgia e dell'Ucraina. Pur concordando sul fatto che l'intervento russo è stato inaccettabile, ha però sottolineato che è stato altrettanto inaccettabile il bombardamento georgiano. Ha poi suggerito di proporre a Georgia e Ucraina un partenariato privilegiato come primo passo verso un'eventuale integrazione. Citando l'ex Presidente francese, François Mitterand, ha infine lanciato un appello ad estirpare dalla regione il nazionalismo «che porta alla guerra».
Francis WURTZ (GUE/NGL, FR) ha sottolineato che prendere una posizione a favore dell'uno o dell'altro contendente «porterebbe a un vicolo cieco», anche perché «il mosaico etnico e religioso offre un terreno fertile ai nazionalismi». Ha poi stigmatizzato il fatto che il Presidente georgiano non abbia smesso di parlare di rivincita nazionalista e ha condannato il bombardamento «alla cieca» di zone residenziali. Ha inoltre deplorato la brutalità della risposta russa e il riconoscimento delle regioni indipendentiste. Il deputato ha inoltre voluto ricordare i danni «dell'avventurismo americano» cui si è accodata l'Europa con il riconoscimento del Kosovo e lo scudo antimissile. In conclusione, ha sostenuto che la priorità è inviare gli osservatori e valutare la possibilità di concludere un nuovo trattato europeo per la sicurezza e la cooperazione, che affronti anche le tematiche energetiche. Ha infine ricordato che il 1° settembre è la giornata internazionale della pace.
Dopo aver ricordato la sua provenienza da un paese che ha sofferto a causa della guerra, Bernard Wojciechowski (IND/DEM, PL), ha ribadito di essere in favore della pace in tutto il mondo. Gli Stati dell'Europa dell'Est, inclusi quelli baltici, vogliono che la Russia paghi per le sue azioni. A suo parere, l'Unione europea ha sì bisogno della Georgia, ma ancor di più della Russia, pertanto, «non dovrebbe partecipare a questo conflitto e neanche prendere posizione». Ricordando la necessità di «una politica indipendente nelle relazioni con gli Stati Uniti», ha anche sottolineato che la Russia è il terzo partner commerciale dell'UE e non si possono quindi mettere a rischio le relazioni con tale Paese. Infine, sottolineando che il Parlamento non è co-legislatore per gli affari esteri, si è interrogato sull'utilità del dibattito in Aula visto che tutto è già stato deciso dai Capi di Stato e di governo.
Interventi dei deputati italiani
Marco CAPPATO (ALDE/ADLE, IT) ha sostenuto che, di fronte a dati così divergenti sui morti e sui possibili crimini di guerra, occorre un'inchiesta internazionale eventualmente coordinata dal tribunale penale internazionale. Ha poi sottolineato che è forse vero che qualcuno ha incoraggiato troppo i georgiani, ma ha deplorato che molti li hanno «scoraggiati a sentirsi europei», ignorando la loro vocazione europea. Ha infine affermato che la conferenza internazionale dovrebbe raccogliere anche «tutti i popoli non rappresentati dell'area»
Per Vittorio AGNOLETTO (GUE/NGL, IT), «l'Ossezia e l'Abkhazia di oggi sono il Kosovo di ieri». Riconoscendo il Kosovo, infatti, gli USA e l'UE hanno creato un precedente destinato a destabilizzare il Caucaso. Ha poi affermato che gli USA e la NATO hanno spinto la Georgia ad attaccare, il che ha provocato una risposta russa «preparata da tempo». Nel deplorare poi il numero di vittime civili, ha sottolineato che alla guerra tra nazionalismi si è sovrapposta quella tra le grandi potenze per assicurarsi gli approvvigionamenti energetici. A suo parere, invece, l'UE deve lavorare per una soluzione pacifica e aiutare i rifugiati. Ha quindi concluso dicendo «no alla Georgia nella NATO» e perorando il ritiro delle navi USA dal Mar nero e la rinuncia alle basi missilistiche in Europa.
Mario BORGHEZIO (UEN, IT) ha giudicato le conclusioni del Vertice un messaggio chiaro a Mosca, ovvero che l'UE «difende i diritti dei popoli aldilà delle convenienze geopolitiche». D'altra parte, ha sostenuto la posizione di Silvio Berlusconi di «tenere aperto un canale d dialogo» tra la Russia e l'Europa. Anche perché «i popoli europei non vogliono la guerra fredda».
Stefano ZAPPALÀ (PPE/DE, IT) ha dato atto al Ministro francese di avere avuto coraggio per quanto affermato in Aula, condividendo appieno i contenuti della posizione «forte e precisa». Ha poi voluto sottolineare «il salto di qualità dell'UE» che ha dimostrato di esistere e che, pur senza il trattato di Lisbona, può affrontare temi di grande importanza. Approvando quanto realizzato da Sarkozy, Merkel e Berlusconi, ha concluso affermando di «andare piano con l'adesione alla NATO e all'UE» della Georgia.
Giulietto CHIESA (PSE, IT) ha sottolineato che il Presidente georgiano ha commesso l'errore di credere che la Russia non avrebbe reagito e l'UE non deve ripetere lo stesso errore. A suo parere, infatti, l'ingresso dell'Ucraina nella NATO non rafforza la sicurezza poiché la Russia reagirebbe anche più forte. Ha quindi concluso rilevando la necessità di «rimettersi al tavolo negoziale».
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Conclusioni
della Presidenza (in
francese)
Riferimenti
Dichiarazione del Consiglio e della Commissione - Situazione in Georgia Dibattito: 1.9.2008 Votazione: 3.9.2008 |
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Più impegno contro l'evasione e abolire i paradisi fiscali
Il Parlamento sollecita maggiore impegno ai governi nella lotta contro le frodi fiscali e l'adozione di una strategia europea efficace in questo campo. Incita L'UE a promuovere l'abolizione dei paradisi fiscali, anche avvalendosi del proprio potere commerciale. Chiede poi di esaminare la possibilità di ampliare il campo di applicazione della direttiva sull'imposizione del risparmio e di riformare radicalmente il regime IVA basandolo sul principio di origine, ma senza armonizzare le imposte.
Approvando con 391 voti favorevoli, 93 contrari e 178 astensioni la relazione di Sharon BOWLES (ALDE/ADLE, UK), il Parlamento prende anzitutto atto delle stime che situano le perdite globali (dirette e indirette) derivanti dalle frodi fiscali tra i 200 e 250 miliardi di euro, equivalenti al 2-2,25% del PIL nell'Unione europea. Su tale importo, ricorda, le frodi nel settore dell'IVA rappresentano 40 miliardi di euro e interessano, secondo le stime, il 10% del gettito IVA, l'8% del gettito totale delle accise sulle bevande alcoliche nel 1998 e il 9% del gettito totale delle accise sui prodotti del tabacco. Ma chiede alla Commissione di studiare un sistema europeo armonizzato per la raccolta dei dati sulla frode fiscale per poter valutare più precisamente la reale portata del fenomeno.
Una strategia europea contro la frode fiscale
I deputati esortano poi gli Stati membri a «impegnarsi seriamente nella lotta contro la frode fiscale» e ricordano che «non è possibile eliminare l'economia informale senza applicare idonei incentivi». Si rammaricano quindi dell'ostruzionismo «praticato da alcuni Stati membri negli ultimi dieci anni», che ha ostacolato l'adozione da parte del Consiglio di «una strategia efficace dell'Unione europea nella lotta contro la frode fiscale». Tale strategia, a loro parere, dovrebbe mirare a ovviare alle perdite fiscali dovute alle frodi individuando i settori in cui sia la legislazione comunitaria sia la cooperazione amministrativa tra gli Stati membri possono essere migliorate, senza creare inutili oneri per le amministrazioni fiscali e i contribuenti.
Il Parlamento sottolinea peraltro che gli Stati membri non possono lottare individualmente contro la frode fiscale a livello transfrontaliero e occorre pertanto migliorare gli scambi di informazioni e la cooperazione fra gli Stati membri e con la Commissione. Inoltre, insiste sul fatto che, al fine di proteggere il gettito fiscale, gli Stati membri dovrebbero adottare misure comparabili contro gli autori delle frodi indipendentemente dal luogo in cui si registrano le perdite di gettito. Invita quindi la Commissione a proporre meccanismi atti a promuovere questo tipo di cooperazione tra gli Stati membri. L'Aula ha peraltro respinto la richiesta di misure comparabili «sul piano delle sanzioni e delle azioni penali».
Abolire i paradisi fiscali e riformare la tassazione del risparmio
I deputati esortano l'Unione europea a mantenere all'ordine del giorno «l'abolizione dei paradisi fiscali a livello mondiale», considerando i loro effetti negativi sul gettito fiscale dei singoli Stati membri. I paradisi fiscali, inoltre, potrebbero esercitare una pressione al ribasso eccessiva sulle aliquote fiscali e, in generale, sul gettito fiscale. D'altro canto osservano che, in tempi di disciplina di bilancio, qualsiasi erosione della base fiscale «pregiudicherà la capacità degli Stati membri di rispettare il patto di stabilità e crescita riformato».
In tale contesto, il Parlamento invita il Consiglio e la Commissione ad avvalersi del potere commerciale dell'UE in sede di negoziazione degli accordi commerciali e di cooperazione con i governi dei paradisi fiscali «al fine di convincerli ad abolire le disposizioni e le pratiche fiscali che favoriscono l'evasione e la frode fiscali». Alla Commissione, pertanto, è chiesto di proporre immediatamente una clausola sul buon governo in materia fiscale nei negoziati sui futuri accordi commerciali. Sottolinea inoltre che l'abolizione dei paradisi fiscali richiede, tra l'altro, una strategia articolata su tre assi: contrastare l'evasione fiscale, ampliare il campo di applicazione della direttiva sulla tassazione dei redditi da risparmio ed esigere che l'OCSE, attraverso i suoi membri, sanzioni i paradisi fiscali che non cooperano.
In proposito, il Parlamento si rammarica del fatto che gli Stati membri ostacolano, «avanzando sempre nuove riserve e utilizzando tattiche dilatorie», una riforma della direttiva sull'imposizione fiscale dei risparmi e sollecita la Commissione a presentare quanto prima le sue proposte, «indipendentemente dalle resistenze che incontrano». Nel sottolineare che la riforma deve rimediare alle sue varie lacune che ostacolano l'individuazione di operazioni di evasione e di frode fiscali, invita la Commissione a esaminare la possibilità di ampliamento nel campo di applicazione della direttiva «per quanto concerne i tipi di entità giuridica e le fonti di reddito finanziario».
Riformare radicalmente il regime IVA
I deputati rilevano che la questione della frode fiscale in materia di IVA è particolarmente preoccupante per il funzionamento del mercato interno in quanto ha conseguenze dirette a livello transfrontaliero, comporta considerevoli perdite di entrate e incide direttamente sul bilancio UE. Ricordano, peraltro, che l'attuale regime, instaurato dal 1993, doveva essere transitorio e che il Parlamento ha chiesto alla Commissione di presentare proposte in vista dell'adozione di una decisione finale sul sistema definitivo IVA entro il 2010. Il sistema vigente, inoltre, approfittando del mercato unico rende più difficile la lotta alle frodi ed ha portato a un incremento della frode "carosello".
Il Parlamento chiede quindi «una revisione radicale» dell'attuale sistema, senza sovraccaricare di burocrazia le imprese oneste. In tale contesto, ricorda che la creazione di un regime IVA basato sul "principio di origine" (in virtù del quale alle operazioni tra gli Stati membri soggette all'IVA sarebbe applicata l'aliquota d'imposta prevista nel paese di origine anziché l'aliquota zero) «costituisce, a lungo termine, uno strumento efficace di lotta contro la frode fiscale». Per applicare un tale regime, ricorda, è necessaria la creazione di un sistema di compensazione. Respinta a larga maggioranza la parte in cui si rilevava anche la necessità di procedere a una «armonizzazione fiscale tra i paesi, al fine di evitare la concorrenza fiscale».
Nel rilevare poi che un sistema di inversione contabile l'IVA (reverse charge) ha il vantaggio di eliminare i rischi di frode "missing trader", i deputati sottolineano però che il sistema IVA doppio sarebbe incompatibile con il buon funzionamento del mercato interno e condurrebbe all'instaurazione di un quadro più complesso, oltre a presentare altri problemi tecnici. Pertanto formulano un invito alla prudenza e sollecitano un attento esame prima dell'introduzione del sistema di inversione contabile, rilevando però che l'applicazione di una soglia al fine di limitare il rischio del consumo finale non tassato contribuisce alla lotta contro la frode.
D'altra parte, i deputati ritengono che la migliore soluzione per fare fronte alle frodi in materia di IVA connesse a forniture transfrontaliere consista nell'introdurre un sistema in cui l'esenzione IVA per le forniture intracomunitarie sia sostituito da una tassazione con un’aliquota del 15%. Allo stesso tempo occorrerebbe semplificare notevolmente la varietà e la complessità delle aliquote ridotte. La tassazione delle forniture intracomunitarie renderebbe necessario un riequilibrio dei pagamenti tra gli Stati membri attraverso una stanza di compensazione che faciliterebbe il trasferimento delle entrate tra gli Stati membri.
Link utili
Comunicazione della Commissione su alcuni elementi chiave della
strategia di lotta contro la frode all'IVA nell'UE
Riferimenti
Sharon BOWLES (ALDE/ADLE, UK) Relazione su una strategia coordinata volta a migliorare la lotta contro la frode fiscale Procedura: Iniziativa Dibattito: 1.9.2008 Votazione: 2.9.2008 |
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