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RESOCONTO
5 giugno 2008 Bruxelles
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Una politica estera e di sicurezza più efficace per l'UE | |
Approvando con 520 voti favorevoli e 107 contrari la relazione di Jacek SARYUSZ-WOLSKI (PPE/DE, PL), il Parlamento sottolinea il contributo della PESC - che comprende la politica europea di sicurezza e di difesa (PESD) - nel rafforzamento dell'identità europea e del ruolo dell'UE come attore globale. Osserva tuttavia come il ruolo dell'UE nel mondo «non sia commisurato al suo potenziale e alle aspettative dell'opinione pubblica europea» a causa della riluttanza degli Stati membri a adottare le riforme «necessarie e indispensabili» per rafforzare l'efficacia, la coerenza e la responsabilità della loro politica estera.
Il Parlamento esprime poi la convinzione che l'UE possa esercitare un impatto e portare avanti una vera PESC «efficace e credibile» solo se definisce chiaramente i suoi obiettivi comuni e se si dota degli opportuni strumenti. Sottolinea inoltre che «il rispetto del diritto internazionale, un effettivo multilateralismo, la sicurezza umana e il diritto dei cittadini ad essere protetti in tutto il mondo, la prevenzione dei conflitti, il disarmo e il ruolo delle istituzioni internazionali» dovrebbero diventare principi guida per quanto concerne l'azione esterna dell'UE. D'altro canto, sarebbe anche necessario uno sforzo aggiuntivo per «snellire» il processo legislativo in materia di politica estera tramite «il superamento del potere di veto e l'introduzione del voto a maggioranza qualificata».
I deputati insistono affinché tutte le azioni esterne dell'Unione - «comprese quelle nell'ambito della futura PSDC (politica di sicurezza e di difesa comune, ndr), ma ad esclusione di qualsiasi spesa militare» - siano finanziate in futuro a partire dal bilancio comune dell'UE e ritengono che l'importo totale di 1.740 milioni di euro assegnato alla PESC per il periodo compreso tra il 2007 e il 2013 «sia insufficiente per conseguire gli ambiziosi e specifici obiettivi dell'UE in quanto attore globale».
Priorità orizzontali per il 2008
Prendendo atto della relazione annuale 2006 del Consiglio sulla PESC, il Parlamento propone che nel 2008 venga data priorità ad un numero limitato di argomenti per quanto concerne il ruolo dell'UE nelle questioni internazionali. Sollecita quindi ad affrontare con maggiore urgenza le questioni di interesse comune per l'Europa quali il terrorismo, la criminalità organizzata, il miglioramento della sicurezza attraverso la cooperazione e lo sviluppo nonché la sicurezza energetica, il cambiamento climatico e lo sviluppo sostenibile. Andrebbe poi data priorità al miglioramento della stabilità nelle regioni confinanti, alla gestione delle crisi e alla prevenzione e risoluzione dei conflitti nonché alla non diffusione delle armi di distruzione di massa (WMD), la gestione della migrazione e la promozione dei diritti umani e delle libertà civili.
Il Parlamento chiede altresì di rivedere la strategia europea in materia di sicurezza (SES) in modo da includere un'analisi approfondita della missione della futura direzione della NATO e delle relazioni UE-NATO a livello operativo e strategico, nonché un'analisi delle ramificazioni di sicurezza di un ulteriore allargamento della NATO. Invita poi il Consiglio europeo a formulare, per la prima volta, una «posizione coerente» sulla politica UE-NATO che non solo servirà a dare nuovo slancio alle relazioni transatlantiche ma anche a fornire sostegno ad uno sviluppo tempestivo della politica di sicurezza e di difesa dell'UE. I deputati deplorano la mancanza di progressi verso una politica estera europea comune sull'energia e la forte dipendenza energetica dell'UE da paesi non democratici, nonché il bilateralismo delle azioni intraprese da taluni Stati membri dell'UE. Ribadiscono poi che il terrorismo costituisce una delle principali minacce alla sicurezza dell'UE e rilevano che la lotta al terrorismo debba essere condotta in stretta cooperazione con i partner internazionali e in linea con la strategia stabilita dalle Nazioni Unite. Riaffermano anche l'importanza di una gestione ordinata dei flussi migratori e ritengono pertanto fondamentale approfondire la cooperazione dei paesi sia di origine sia di transito e incentivarla tramite una politica di condizionalità positiva, sottolineando la necessità di evitare l'immigrazione illegale e di lottare contro i gruppi che lucrano su di essa.
Priorità geografiche per il 2008
Il Parlamento ritiene che la stabilità nei Balcani occidentali debba costituire la massima priorità nel 2008 ed attribuiscono pertanto estrema importanza al potenziamento degli sforzi per avvicinarli all'UE con l'introduzione di un regime di esenzione dall'obbligo di visto, il rafforzamento della cooperazione regionale in settori come gli scambi, i trasporti e l'energia. Una maggiore enfasi sulle questioni economiche e sociali agevolerebbe e sosterrebbe poi i preparativi di tali paesi all'adesione all'Unione. Il dialogo con la Serbia andrebbe intensificato e la firma dell'accordo di stabilizzazione e associazione sarebbe un'azione concreta verso la sua futura adesione.
Secondo il Parlamento, la missione EULEX in Kosovo dovrebbe tutelare gli interessi delle minoranze nazionali, creare fiducia tra le comunità etniche, consolidare lo Stato di diritto e promuovere lo sviluppo economico. I deputati, tuttavia, esprimono preoccupazione per lo stallo che si registra nei negoziati sul trasferimento delle responsabilità dall'UNMIK a EULEX ed invitano gli Stati membri ad avviare un'azione concertata a livello di Nazioni Unite per garantire il riconoscimento della missione EULEX quale parte della presenza civile internazionale in Kosovo.
Un altro degli obiettivi principali per il 2008 dovrebbe essere il rafforzamento della politica europea di vicinato (PEV). I deputati ribadiscono anche l'importanza di ottenere risultati tangibili nella regione euromediterranea dove il rispetto dei diritti umani e lo sviluppo economico e sociale nei paesi della sponda Sud andrebbero promossi, accordando altresì più attenzione alle sfide dell'energia e dell'ambiente.
Il Parlamento invita il Consiglio e la Commissione a proseguire gli sforzi, sia nell'ambito del Quartetto per il Medio Oriente sia in loco, intesi a favorire i negoziati fra israeliani e palestinesi per «una soluzione di pace globale, duratura e giusta» sulla base di due Stati sicuri e vitali, conformemente agli impegni definiti nell'Agenda di Annapolis. L'Unione, infatti, deve «massimizzare la propria influenza in termini finanziari, commerciali e politici» sulle due parti per giungere a tale soluzione di pace e «deve svolgere, nelle pertinenti sedi, un ruolo corrispondente al suo contributo finanziario e politico». Andrebbe anche rafforzata l'alleanza transatlantica e intensificati i contatti con gli Stati Uniti attraverso un Accordo di partenariato più avanzato e esaustivo che dovrebbe includere la consultazione su interessi reciproci, nonché la prevenzione dei conflitti civili, l'ordine legale internazionale, la pace e il disarmo, lo sviluppo sostenibile e la lotta contro la povertà. Per il Parlamento, sarebbe inoltre estremamente importante la revisione delle relazioni con la Russia che dovrebbero basarsi su un partenariato equilibrato e affrontare sfide globali come la non proliferazione di WMD, la sicurezza regionale e la sicurezza dell'energia, promuovendo «il consolidamento della democrazia, la protezione dei diritti umani, la libertà di circolazione e, soprattutto, il rispetto dello Stato di diritto».
Secondo i deputati, il regime di non proliferazione nucleare nel quadro del trattato di non proliferazione (NPT) si trova in grave pericolo, vista anche l'impossibilità di separare chiaramente l'uso della tecnologia nucleare a fini energetici dal suo uso per la produzione di armi. A tal riguardo rilevano le incertezze in merito agli obiettivi del programma nucleare dell'Iran. La promozione della stabilità, della pace e dello sviluppo economico, umano e democratico, lo Stato di diritto e la lotta agli stupefacenti devono restare tra le priorità della politica dell'UE nei confronti dell'Afghanistan nel 2008. Ma i deputati sottolineano che il ripristino della sicurezza nel paese non possa essere conseguito con i soli mezzi militari e rilevano, con inquietudine, la progressiva intensificazione della produzione di droga nel paese.
Il Parlamento infine raccomanda che le relazioni politiche ed economiche con la Cina vengano approfondite «a condizione che il paese realizzi progressi sostanziali nel settore della democrazia e dei diritti umani» e tenga conto delle «gravi preoccupazioni dell'UE in merito al suo comportamento in Tibet», portando avanti un dialogo costruttivo con le autorità su tale argomento nella prospettiva dei Giochi olimpici di Pechino. Deplora, peraltro, la mancanza di risultati sostanziali per quanto concerne il dialogo sui diritti umani UE-Cina.
Approvando con 500 voti favorevoli, 106 contrari e 36 astenuti la relazione di Helmut KUHNE (PSE, DE), il Parlamento accoglie con favore la firma del Trattato di Lisbona, che apporterà profonde innovazioni nel settore della PESD, in particolare attraverso il rafforzamento della figura dell'Alto rappresentante, la creazione di un Servizio europeo per l'azione esterna e l'introduzione di un articolo in materia di mutua difesa e di una clausola di solidarietà.
Invita poi gli Stati membri interessati ad esaminare la possibilità e l’eventuale impatto di un regime di cooperazione strutturata permanente per le attuali forze multinazionali europee, tra cui Eurocorps, Eurofor, Euromarfor, la forza di gendarmeria europea e la forza anfibia italo-spagnola, nonché il gruppo aereo europeo, la cellula europea di coordinamento del trasporto aereo di Eindhoven e il centro multinazionale di coordinamento del trasporto strategico marittimo di Atene e tutte le forze e le strutture che possono essere impiegate per le operazioni PESD. Sollecita inoltre la pubblicazione di un Libro bianco che valuti i progressi compiuti e le carenze emerse nell'attuazione della SES (Strategia europea in materia di sicurezza) dopo il 2003.
Il Parlamento tratta poi della gestione delle crisi civili e della protezione civile e giudica importante rafforzare la capacità civile di risoluzione dei conflitti. Invita pertanto il Consiglio e la Commissione ad istituire un «Corpo civile di pace dell'UE» per la gestione delle crisi e la prevenzione dei conflitti ed è favorevole all'istituzione di un meccanismo comunitario di protezione civile. Seguendo il suggerimento di PPE/DE, UEN e GUE/NGL, l'Aula ha peraltro soppresso il paragrafo che invitava il Consiglio ad esaminare le opzioni circa la costituzione di una Forza di intervento integrata e a carattere civile-militare per la “sicurezza delle persone”, incaricata di condurre operazioni per la sicurezza degli individui e composta di circa 15.000 effettivi, di cui almeno un terzo specialisti civili (agenti di polizia, operatori specializzati nel monitoraggio dei diritti umani, nelle questioni umanitarie e di sviluppo, amministratori).
I deputati, d'altra parte, ritengono che i Gruppi tattici (Battle Groups) siano strumenti adatti a rafforzare l'interoperabilità e ad instaurare «una cultura strategica comune in materia di difesa» ma rilevano che finora non sono stati impiegati a causa di norme di dislocamento eccessivamente vincolanti. Riguardo ai trasporti, le comunicazioni e l'intelligence, deplorano «il ritardo nella consegna e i crescenti costi del velivolo di trasporto a lungo raggio A400M e la mancanza di elicotteri operativi per il trasporto a corto raggio».
Sottolineando che la NATO rappresenta il forum transatlantico dove la maggior parte degli Stati membri dell'UE, gli USA e il Canada affrontano i problemi della sicurezza, i deputati propongono che tale dialogo si concentri su questioni concrete come «aumentare la credibilità dei valori occidentali nella lotta al terrorismo, la stabilizzazione e la ricostruzione». Inoltre, ritengono che l'UE e la NATO si rafforzino vicendevolmente ed auspicano una stretta collaborazione tra le due entità. Deplorano poi le obiezioni della Turchia all'attuazione della cooperazione strategica fra l'UE e la NATO nell'ambito e oltre l'accordo di Berlino Plus e sono preoccupati per le conseguenze negative di tali obiezioni per la protezione del personale dell'UE impiegato sul posto, in particolare nel quadro della missione EUPOL in Afghanistan e della missione EULEX in Kosovo, e chiedono alla Turchia di ritirare tali obiezioni quanto prima.
Il Parlamento sottolinea che il progetto USA di dislocare in Europa un sistema anti-missili potrebbe ostacolare gli sforzi internazionali di disarmo e si dice preoccupato per la sospensione dell'esecuzione, da parte della Russia, dei suoi obblighi a norma del Trattato sulle forze armate convenzionali in Europa. Il Consiglio e la NATO dovrebbero inoltre valutare le possibili future minacce provenienti da taluni paesi e il pericolo di una nuova corsa agli armamenti in Europa, proponendo un'adeguata risposta multilaterale. Ma l'Aula ha respinto la proposta di integrare nella NATO il sistema anti-missili USA.
I deputati invitano poi gli Stati membri a proseguire nell’introduzione di una messa al bando internazionale delle munizioni a grappolo, a continuare a sviluppare metodi per localizzare e distruggere gli ordigni inesplosi e a fornire assistenza finanziaria e tecnica ai paesi interessati. Si dovrebbe proseguire nella conclusione delle attuali trattative riguardanti il rafforzamento della messa al bando internazionale delle mine terrestri e delle armi all’uranio e nel controllo globale dei trasferimenti di armi convenzionali. Si rammaricano infine per il fatto che il codice di condotta UE sulle esportazioni di armi non sia ancora legalmente vincolante e le esportazioni incontrollate di armi dagli Stati membri dell'UE sembrino continuare indisturbate.
Link utili
Sito
della Commissione - Relazioni esterne Riferimenti
Jacek SARYUSZ-WOLSKI (PPE/DE, PL) Relazione sulla relazione annuale del Consiglio al Parlamento europeo sugli aspetti principali e le scelte di base della politica estera e di sicurezza comune (PESC), presentata al Parlamento europeo in applicazione della sezione G, punto 43, dell'accordo interistituzionale del 17 maggio 2006 – 2006 & Helmut KUHNE (PSE, DE) Relazione sull'attuazione della strategia europea in materia di sicurezza e la PESD Procedura: Iniziativa Dibattito: 4.6.2008 Votazione: 5.6.2008 |
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Verso un rafforzamento del partenariato UE-USA | |
In vista del prossimo vertice, il Parlamento sollecita il rafforzamento del partenariato con gli USA, in ambito NATO e nella lotta alla proliferazione nucleare, ma rileva anche le divergenze esistenti, come sui metodi anti-terrorismo (Guantanamo e prigioni segrete). Auspicando una collaborazione con il futuro Presidente, plaude all'impegno forte in Afghanistan e chiede agli USA la ratifica dello statuto del TPI. Occorrono sforzi comuni per la politica di sviluppo e sul cambiamento climatico.
Il partenariato UE/USA è la pietra angolare dell'azione esterna dell'Unione e si basa su valori condivisi come la libertà, la democrazia, i diritti umani e lo Stato di diritto, oltre al sostegno allo sviluppo sostenibile. Adottando con 552 voti favorevoli, 68 contrari e 23 astenuti una risoluzione proposta da tutti i gruppi politici (tranne GUE/NGL e IND/DEM), il Parlamento raccomanda l'adozione di misure per potenziare le relazioni transatlantiche con gli Stati Uniti mediante un nuovo accordo di partenariato e propone la creazione di una vera e propria "Assemblea transatlantica".
Ritiene poi che tale partenariato debba essere rafforzato su questioni controverse, come le sfide globali della povertà e del cambiamento climatico. Il Parlamento sottolinea, peraltro, che su «numerosi temi politici», come quelli relativi al Tribunale penale internazionale (TPI), ai metodi applicati alla lotta contro il terrorismo e al Protocollo di Kyoto sul cambiamento climatico, «esistono divergenze di approccio» tra i due paesi.
Invita quindi l'UE e gli Stati Uniti a una più stretta cooperazione in un ampio ventaglio di settori di interesse comune, in particolare in Medio Oriente, Iran, Iraq, Kosovo e nei Balcani occidentali, in Afghanistan e in Africa, e a collaborare per il miglioramento della situazione della sicurezza e dei diritti umani in paesi come la Birmania e lo Zimbabwe. Tali questioni dovrebbero essere affrontate in tutti i forum pertinenti, compreso il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Il Parlamento, d'altra parte, auspica un impegno del prossimo Presidente degli Stati Uniti nella soluzione di tali problemi e nei confronti del multilateralismo, della pace e della democrazia. Attende quindi «con interesse», in seguito alle prossime elezioni presidenziali, di potervi collaborare.
Terrorismo e diritti dell'uomo
Nella lotta contro il terrorismo e la criminalità organizzata, il Parlamento sottolinea l'importanza di rispettare i diritti fondamentali e lo Stato di diritto ed esprime preoccupazione per il fatto che la stessa esistenza del centro di detenzione di Guantanamo Bay e la pratica degli arresti e delle consegne straordinarie di detenuti «continui a dare un segnale negativo sul modo in cui viene condotta la lotta contro il terrorismo». Esorta a trovare un meccanismo volto a facilitare l'incriminazione o la liberazione dei detenuti in conformità del diritto internazionale ed invita il Consiglio e gli USA ad emanare una dichiarazione comune «chiara e vigorosa» per porre fine alle pratiche degli arresti arbitrari e delle consegne straordinarie.
Esorta inoltre il governo degli Stati Uniti a rilasciare i restanti detenuti, nel pieno rispetto del diritto internazionale, fornendo anche chiarimenti sull'esistenza di prigioni segrete al di fuori del loro territorio. Si rammarica poi per la decisione dell'Amministrazione USA di costruire una nuova struttura di detenzione in Afghanistan come «duro riconoscimento che probabilmente gli Stati Uniti continueranno a tenere prigionieri in territorio straniero per molti anni a venire». D'altro canto, ribadisce l'appello affinché la Commissione e il Consiglio attuino le raccomandazioni rivoltegli dalla commissione temporanea sul presunto utilizzo di paesi europei da parte della CIA per il trasporto e la detenzione illegali di persone.
I deputati chiedono agli Stati Uniti di revocare «immediatamente» il regime dei visti e a «trattare i cittadini di tutti gli Stati membri dell'UE in modo ugualitario, sulla base di una piena reciprocità» ed accolgono con favore l'avvio di colloqui sulla nuova gamma di richieste sollevate dagli USA per la sicurezza volte a istituire un sistema di esenzione del visto.
Sottolineano poi che la condivisione dei dati e delle informazioni può essere «un prezioso strumento» per la lotta internazionale contro il terrorismo e la criminalità. Ma ricordano che ciò dovrebbe avvenire «entro un quadro giuridico appropriato che definisca norme e condizioni chiare e garantisca una protezione adeguata della vita privata e delle libertà civili e individuali dei cittadini». Chiedono quindi che, nel contesto del Consiglio economico transatlantico vengano urgentemente elaborate norme per la protezione dei dati «a livello mondiale» in modo da garantire un livello elevato di protezione dei dati personali e certezza giuridica per le imprese.
Il Parlamento invita i governi dell'UE e degli USA ad avviare un'iniziativa nell'ambito delle Nazioni Unite intesa a riformare la vigente prassi degli elenchi di sanzioni, inclusa la definizione di debite procedure per un giusto processo, la motivazione, la tutela giurisdizionale efficace e il ricorso legale. Allo stesso tempo, sottolinea la necessità di rivedere le procedure relative alla lista nera UE dei terroristi.
Partenariato con la NATO, difesa missilistica, proliferazione nucleare e controllo degli armamenti
Gli Stati membri dell'UE e gli USA dovrebbero poi collaborare nella ricerca di nuove idee per lanciare un partenariato EU-NATO «ridefinito e più forte», tenuto conto della necessità di una maggiore cooperazione in Afghanistan. L'adeguamento e il perfezionamento della strategia europea di sicurezza, secondo i deputati, dovrebbero infatti essere connessi alle discussioni su un «nuovo concetto strategico» di Alleanza Atlantica, che «rimane il forum essenziale per le consultazioni tra Europa e Stati Uniti sulla sicurezza». Il Parlamento si compiace poi del riconoscimento, espresso dagli USA, del fatto che «la costruzione di un'alleanza NATO forte richieda anche un'adeguata capacità di difesa da parte dell'Europa». Raccomanda infine di sviluppare le relazioni esistenti in materia di sicurezza tra la NATO e l'UE, «rispettando nel contempo la natura indipendente delle due organizzazioni».
I deputati sono del parere che il piano degli Stati Uniti di creare un sistema antimissilistico in Europa possa attualmente «nuocere agli sforzi internazionali di disarmo» ed esprimono la loro preoccupazione in merito alla decisione della Russia di sospendere l'ottemperanza al trattato sulle forze armate convenzionali in Europa. Ricordando la dichiarazione del vertice di Bucarest del Consiglio dell'Atlantico del Nord del 3 aprile 2008 che mira a un'architettura di difesa missilistica esaustiva con una copertura estesa a tutti i territori alleati, sottolineano che entrambe le questioni non dovrebbero essere oggetto di discussioni unicamente bilaterali tra USA e singoli paesi europei.
Il Parlamento invita poi a rafforzare il sistema internazionale di trattati e di regimi contro la proliferazione di armi di distruzione di massa e sottolinea l'esigenza di una cooperazione più stretta tra l'UE e gli Stati Uniti. Si augura che in occasione del Vertice il governo statunitense sarà disposto a adottare una strategia comune intesa a far progredire la questione del disarmo, per quanto riguarda sia le armi di distruzione di massa sia gli armamenti convenzionali. Gli Stati Uniti dovrebbero poi ratificare il trattato di interdizione totale degli esperimenti nucleari (CTBT), «in quanto si tratterebbe di un importante passo verso la riduzione della pertinenza operativa delle armi nucleari».
I deputati plaudono alla stretta cooperazione tra l'UE e gli Stati Uniti sulla questione del nucleare iraniano, che ha portato lo scorso 3 marzo 2008 all'adozione di una risoluzione dell'ONU che impone nuove sanzioni all'Iran. Sottolineano anche l'importanza della cooperazione con gli Stati Uniti, la Russia, la Cina e i paesi non allineati nel prendere in esame formule alternative allo scopo di raggiungere un accordo globale con l'Iran sui suoi impianti nucleari e il loro uso. Accolgono inoltre con favore la recente iniziativa dei membri del Consiglio di sicurezza dell'ONU e della Germania, il "P-5+1", volta a presentare all'Iran un nuovo pacchetto di incentivi «nel tentativo di convincere il paese ad interrompere il programma di arricchimento dell'uranio».
Relazioni internazionali
Il Parlamento sottolinea che la risoluzione del conflitto israeliano-palestinese è di «cruciale importanza» per garantire la pace e la stabilità nel Medio Oriente e reitera il suo appello a Israele affinché «cessi tutte le attività d'insediamento ... e smantelli tutti gli avamposti costruiti dal marzo 2001». Ribadisce poi la sua profonda preoccupazione dinnanzi alla crisi umanitaria e politica della Striscia di Gaza ed esorta la milizia palestinese a «cessare immediatamente il lancio di razzi dalla Striscia di Gaza verso il territorio israeliano».
Invitano poi il Consiglio ad impegnarsi in un dialogo con gli Stati Uniti sull'Iraq e a continuare a sostenere la multilateralizzazione rafforzata del ruolo svolto dalla comunità internazionale. La sicurezza a livello euro-atlantico ed internazionale è, a loro parere, strettamente legata al futuro dell'Afghanistan «quale Stato pacifico e democratico, rispettoso dei diritti umani e libero dalla minaccia del terrorismo». Plaudono pertanto all'impegno «forte e a lungo termine» della NATO nel paese e all'approccio globale adottato dalla comunità internazionale, inclusa la missione di polizia dell'UE. Chiedono di adottare misure urgenti volte ad aumentare, migliorare e coordinare meglio l'assistenza all'Afghanistan, indirizzando anche la maggior quantità possibile di fondi verso le istituzioni afgane e ONG con una vasta esperienza.
I deputati sottolineano l'impegno comune dispiegato attualmente a favore della sicurezza e della stabilità regionali in tutta l'area dei Balcani e plaudono all'intervento rapido, imparziale ed efficace della KFOR di fronte alla recente ondata di violenza scoppiata in Kosovo. Ricordano l'avvio della missione di giustizia e polizia Eulex per il Kosovo e si compiacciono del fatto che, per la prima volta, la missione PESD includerà ufficiali di polizia statunitensi.
Il Parlamento sollecita inoltre un'azione concertata nei confronti della Cina, in particolare individuando urgentemente strumenti per promuovere la democrazia, allentare la tensione nelle relazioni con i paesi vicini e facilitare il dialogo tra le autorità di Pechino e il Dalai Lama per conseguire progressi concreti sulla questione del Tibet. Invita poi il Consiglio ad affrontare nuovamente con gli Stati Uniti la questione del Tribunale penale internazionale e si attende dal prossimo governo statunitense un atteggiamento più costruttivo nel ratificare gli Statuti del TPI e nell'impegnarsi attivamente per il conseguimento di un accordo sulla questione ancora irrisolta della definizione di reato di aggressione. Ribadisce infine la propria condanna della pena di morte e invita tutti gli Stati americani ad abolirla.
Cooperazione allo sviluppo e prezzi dei prodotti alimentari
Il Parlamento chiede un aumento degli aiuti di emergenza per affrontare la minaccia immediata che l'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari rappresenta per i popoli più poveri del mondo. Invita il Consiglio, la Commissione, il Congresso e l'amministrazione statunitensi ad esaminare i problemi strutturali, come l'insufficienza degli investimenti nell'agricoltura, e chiede un approccio globale coordinato, che includa norme commerciali più eque e maggiori investimenti nell'agricoltura nei paesi in via di sviluppo. E' anche favorevole all'iniziativa del governo statunitense di svincolare l'aiuto alimentare e ritiene che ciò rappresenti «un primo passo importante verso la riforma dell'intero programma di aiuti alimentari».
Invita poi la Commissione a sollevare la questione della necessità di destinare una quota significativa del bilancio comunitario e statunitense per gli aiuti allo sviluppo alla ricerca agricola, alla formazione degli agricoltori e allo scambio di prassi agricole eccellenti. Sarà così possibile sviluppare ulteriormente sistemi di coltivazione efficienti e sostenibili, come la rotazione delle colture e le colture miste, e tecniche partecipative di selezione varietale e riproduzione animale adeguate alle esigenze locali «ed esenti dall'impiego di OGM».
Il Parlamento, d'altra parte, si rammarica della decisione del governo statunitense di diminuire il sostegno finanziario a favore del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFP) che svolge un «ruolo determinante» nel calo volontario del tasso di fertilità nei paesi meno sviluppati. L'accesso ai contraccettivi e ai servizi riproduttivi, il rafforzamento del ruolo delle donne e delle ragazze e la promozione della salute delle madri e dei bambini dovrebbero essere, infatti, «strategie fondamentali per rallentare la crescita della popolazione e mantenere la sostenibilità delle risorse».
Cambiamento climatico
I deputati chiedono una strategia comune per limitare il cambiamento climatico a un incremento massimo di 2°C della temperatura rispetto ai livelli dell'era preindustriale ed invitano UE e USA a collaborare per giungere nel 2009 ad un ambizioso accordo post 2012, che comprenda un'azione di mitigazione e di adeguamento a livello internazionale. Esortano poi gli Stati Uniti ad accelerare l'adeguamento della normativa nazionale in materia di clima prima della conferenza ONU del dicembre 2009 a Copenaghen e li invitano a proseguire gli sforzi per creare un sistema di scambio del carbonio che, in futuro, potrebbe essere collegato con il programma UE di commercio di emissioni.
Link utili
Relazioni UE/ Stati Uniti
- sito della Commissione
Riferimenti
Risoluzione comune sul prossimo vertice UE-Stati Uniti del 10 giugno 2008 Procedura: Risoluzione comune Dibattito: 4.6.2008 Votazione: 5.6.2008 |
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Un nuovo impulso al partenariato euromediterraneo | |
In vista del Vertice del 13 luglio, il Parlamento sollecita un nuovo impulso al partenariato con i paesi del Mediterraneo, che promuova anche i diritti umani e la democrazia ed elevi la condizione giuridica delle donne. Ricorda poi la propria proposta di creare una Banca euromediterranea per gli investimenti e, sottolineando il ruolo dell'Assemblea parlamentare congiunta, accoglie con favore la proposta di una co-presidenza e di un Comitato permanente comune con sede a Bruxelles.
La regione mediterranea e il Medio Oriente sono per l'UE d'importanza strategica ed è quindi necessaria una politica mediterranea «basata sulla solidarietà, il dialogo, la cooperazione e lo scambio». Adottando con 562 voti favorevoli, 50 voti contrari e 30 astenuti una risoluzione sostenuta da tutti i gruppi politici (tranne GUE/NGL e IND/DEM), il Parlamento accoglie favorevolmente la comunicazione della Commissione europea sul processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo. Ne condivide infatti l'obiettivo di dare nuovo slancio politico e pratico alle relazioni multilaterali dell'UE con i suoi partner mediterranei attraverso «l'innalzamento del livello politico delle relazioni, una maggiore cotitolarità del processo e una maggiore condivisione delle responsabilità, nonché sviluppando progetti regionali che rispondano ai bisogni dei cittadini della regione».
Ricordando che al vertice costitutivo del processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo, in programma a Parigi il 13 luglio 2008, dovranno essere stabiliti orientamenti chiari per l'intensificazione delle relazioni multilaterali dell'UE con i suoi partner mediterranei, il Parlamento ritiene opportuno imprimere un nuovo impulso al processo di Barcellona che dovrebbe confermarsi lo «strumento fondamentale» della cooperazione comunitaria con la regione. Sottolinea peraltro che la dichiarazione di Barcellona, i suoi obiettivi e aree di cooperazione dovrebbero essere una pietra miliare di tali relazioni.
Il Parlamento sottolinea poi che il partenariato UE-Mediterraneo non può concentrarsi esclusivamente sulle questioni economiche e commerciali, ma dovrebbe anche contribuire alla «pace, stabilità e prosperità». Pur rilevando che uno dei principali obiettivi della politica euromediterranea consista appunto nella promozione dello Stato di diritto, della democrazia e del rispetto dei diritti umani, nonché del pluralismo politico, ritiene tuttavia che il partenariato «non abbia finora raggiunto i risultati attesi». Pertanto il Consiglio e la Commissione dovrebbero iscrivere chiaramente tali temi negli obiettivi della nuova iniziativa, potenziando l'attuazione dei meccanismi esistenti, quali la clausola dei diritti umani negli accordi di associazione e la creazione di un meccanismo per attuarla. Sarebbe poi necessario elevare la condizione giuridica delle donne nella regione mediterranea mediante politiche che attribuiscano loro un ruolo di maggior rilievo nelle società e promuovendo l'uguaglianza di genere. Il rispetto delle tradizioni e delle usanze, ricordano i deputati, «non dovrebbe andare a detrimento dei loro diritti fondamentali». Il Parlamento ricorda la propria proposta di creare una Banca euromediterranea per gli investimenti e lo sviluppo, capace di attrarre investimenti diretti esteri, di cui la regione mediterranea è carente e rileva che la partecipazione degli Stati del Golfo, primi investitori nella regione, «potrebbe contribuire alla realizzazione di questo obiettivo». Ricorda poi gli esempi di iniziative proposte dalla Commissione, come le autostrade del mare, l'interconnessione dell'autostrada del Maghreb arabo (AMA), il disinquinamento del Mediterraneo, la protezione civile e il Piano solare mediterraneo. Sottolinea inoltre le opportunità offerte da un generatore di elettricità a energia solare termica nel deserto dell'Africa settentrionale e sostiene anche altre iniziative, quali la dissalazione dell'acqua marina per facilitare l'accesso all'acqua potabile.
Aspetti istituzionali
I deputati accolgono con favore la proposta di creare una copresidenza per il processo di Barcellona: un'Unione per il Mediterraneo a livello di capi di Stato e di ministri degli Esteri, riconoscendo che ciò «rafforzerà la titolarità comune della cooperazione euromediterranea» e approvano l'idea di attribuire la copresidenza dell'UE alle istituzioni comunitarie. Sottoscrivono inoltre la proposta della Commissione di istituire un Comitato permanente comune, con sede a Bruxelles, di rappresentanti nominati da tutti i partecipanti, che «potrebbe avere un ruolo importante nel migliorare la governance istituzionale».
Sono poi favorevoli all'organizzazione, ogni due anni, di riunioni di vertice aventi come finalità l'adozione di dichiarazioni politiche e di decisioni sui principali programmi e progetti da sviluppare a livello regionale. In tale ambito, sostengono inoltre la proposta della Commissione riguardo al ruolo dell'Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM) che dovrebbe diventare parte integrante del quadro istituzionale del processo di Barcellona, quale dimensione parlamentare dello stesso. L'APEM, infatti, quale organo consultivo, dovrebbe avere la facoltà di formulare proposte e valutazioni.
Infine, il Parlamento sottolinea che l'ambito della cooperazione dovrebbe estendersi «anche agli altri Stati costieri del Mediterraneo» e sarebbe necessario potenziare i programmi di cooperazione culturale attraverso una maggiore utilizzazione di ERASMUS MUNDUS, ENPI e di Euromed Audiovisual II (2006-2008).
Background - Il processo di Barcellona
Il processo di Barcellona, varato nel 1995, è uno strumento centrale delle relazioni euromediterranee. Il Partenariato comprende gli Stati membri e 10 partner mediterranei (Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Marocco, Autorità Palestinese, Siria, Tunisia e Turchia). La Libia ha lo status di osservatore dal 1999. Il Partenariato fornisce un vasto quadro per lo sviluppo delle relazioni politiche, economiche e sociali tra Stati membri e partner mediterranei. I tre principali obiettivi, enunciati nella Dichiarazione di Barcellona, prevedono la definizione di un'area comune di pace e stabilità attraverso il rafforzamento del dialogo politico e di sicurezza, la creazione di una zona di prosperità comune mediante un partenariato economico e finanziario e la graduale istituzione di un'area di libero scambio nonché il riavvicinamento tra le popolazioni attraverso un partenariato sociale e culturale.
Il programma MEDA (sostituito dall'ENPI a partire dal 1° gennaio 2007) è stato il principale strumento finanziario del Partenariato euro-mediterraneo. Dal 1995 al 2003, infatti, MEDA ha erogato 5.458 milioni di euro per programmi e progetti di cooperazione e per altre attività di supporto. Un'altra fonte di finanziamento è la Banca europea degli investimenti che ha prestato 14 miliardi di euro per sviluppare le attività del Partenariato.
Link utili
Comunicazione della Commissione
su "Processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo" (in inglese)
Riferimenti
Risoluzione comune sul processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo Procedura: Risoluzione comune Dibattito: 5.6.2008 Votazione: 5.6.2008
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