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RESOCONTO

 

24-25 marzo 2010

Bruxelles

 

 

 



 

 

Bilancio 2011: il Parlamento presenta le proprie priorità

 

Giovani, ripresa economica e ricerca dovrebbero essere le priorità del bilancio comunitario per il 2011. Il Parlamento europeo è la prima istituzione a fornire il proprio parere sul prossimo bilancio. I deputati sottolineano la necessità urgente di rivedere il bilancio pluriennale dell'UE e chiedono ancora una volta di poter svolgere un ruolo più decisivo nell'organizzazione del Servizio europeo per l'azione esterna.

 

I giovani devono essere protagonisti della ripresa dalla crisi ed essere aiutati, soprattutto nella ricerca del primo impiego. Per questo i deputati chiedono strumenti per la promozione dello studio delle lingue straniere e un nuovo programma di mobilità denominato "Erasmus primo impiego".

 

Nel corso del dibattito di mercoledì sera, il commissario per il bilancio, Janusz Lewandowski, ha dato il proprio sostegno a tali priorità sulla politica giovanile. La Commissione adotterà il bilancio preliminare (prima fase della procedura di bilancio) il prossimo 27 aprile e lo presenterà, il giorno stesso, alla commissione per i bilanci del Parlamento europeo.

 

Ripresa economica e agricoltura

 

Per sostenere la ripresa economica è necessario stanziare più fondi UE per la ricerca e l'innovazione, soprattutto ecologica, così come per le tecnologie e i progetti pilota a favore delle piccole e medie imprese nelle zone rurali.

 

La procedura di bilancio 2011 è la prima nella quale il Parlamento avrà gli stessi poteri decisionali del Consiglio sull'intero bilancio, inclusa l'agricoltura. Per quanto riguarda la politica agricola, i deputati sottolineano l'importanza di mantenere un'agricoltura "competitiva e capace di affrontare le nuove sfide ambientali post Copenaghen".

 

Influenza sul Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE)

 

I deputati hanno anche l'intenzione di usare la procedura di bilancio quale strumento per esercitare il loro potere di controllo sul Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE). "Per coinvolgere maggiormente il PE nella formulazione e gestione delle relazioni esterne dell'UE, esso eserciterà pienamente le proprie competenze di bilancio e controllo di bilancio sul SEAE", dicono i deputati.

 

Riesame del quadro finanziario pluriennale

 

Il Parlamento chiede alla Commissione europea di iniziare, prima dell'estate, la revisione intermedia del quadro finanziario pluriennale (QFP) 2007-2013. Tale riesame è "una necessità assoluta", poiché il quadro finanziario attuale non ha permesso all'UE "di rispondere in modo adeguato e soddisfacente a varie problematiche emerse nel corso degli ultimi anni". Il Parlamento sta chiedendo tale riesame ormai da qualche tempo.

 

Per quanto riguarda il bilancio del Parlamento europeo, la priorità riguarda "l'eccellenza legislativa" e il recepimento efficace del trattato di Lisbona.

 

La relazione del Parlamento sulla parte principale del bilancio dell'UE (gestita dalla Commissione) è stata preparata da Sidonia Jędrzejewska (PPE, polacca), mentre Helga Trüpel (Verdi/ALE, tedesca) è la responsabile per la parte che riguarda le altre istituzioni.

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Sostenere e tutelare l’agroalimentare europeo di qualità


Sostegno finanziario, logo Made in Europe, indicazione in etichetta dell'origine dei prodotti e mantenimento delle norme commerciali settoriali. E' questa la ricetta del Parlamento per promuovere l'agricoltura UE di qualità. Auspica anche un rafforzamento della protezione delle Dop e Igp dalla contraffazione, dentro e fuori l’UE, nonché nuove norme sul loro utilizzo come ingredienti e sul potere dei consorzi di regolarne le quantità in vendita e di fissarne i requisiti per il confezionamento. Occorre poi introdurre norme UE sull’agricoltura integrata e sviluppare la produzione biologica, rafforzare le campagne d’informazione sui prodotti europei di qualità e promuovere i mercati gestiti dagli agricoltori.

 

Approvando la relazione di Giancarlo SCOTTA' (EFD, IT), il Parlamento chiede un rafforzamento della politica di qualità dell'UE poiché questa "rappresenta un valore essenziale per il sostegno alla competitività dei produttori agroalimentari europei" e può "contribuire allo sviluppo rurale".

 

Nel rilevare che le norme dell'UE in materia di qualità alimentare "sono le più rigorose del mondo", il Parlamento sollecita, nel quadro della riforma della PAC del 2013, il sostegno finanziario dei fondi regionali per "ottenere una produzione agroalimentare di alta qualità". Ritiene poi necessario riconoscere gli sforzi dei produttori europei per soddisfare i requisiti di produzione UE in materia ambientale e sanitaria, di sicurezza alimentare e di benessere degli animali. E chiede quindi di valutare l'opportunità di introdurre un logo di qualità europeo che certifichi il rispetto di tali requisiti attraverso un'etichetta del tipo: "coltivato [prodotto o fabbricato] in Europa". Rileva poi l'esigenza di garantire che i prodotti alimentari importati rispettino le stesse norme cui sono soggetti quelli UE.

 

Facendo proprio - con 437 voti favorevoli, 153 contrari e 10 astensioni - un emendamento presentato da deputati italiani dei diversi gruppi, il Parlamento ritiene opportuno indicare il paese d'origine per i prodotti agricoli freschi e, nel caso di prodotti trasformati "monoingrediente" il luogo di provenienza della materia prima agricola utilizzata nel prodotto finito, "con l'obiettivo di garantire una maggiore trasparenza e una tracciabilità” per assicurare “acquisti consapevoli da parte dei consumatori".  Chiede inoltre di studiare la fattibilità dell'introduzione dell'etichettatura obbligatoria relativa al luogo di produzione per i prodotti trasformati che contengono "ingredienti significativi" (più del 50% in peso di un alimento) o "ingredienti caratteristici" (cioè associati abitualmente dal consumatore alla denominazione di un alimento).

 

I deputati chiedono poi di mantenere le norme di commercializzazione settoriali poiché "rendono trasparenti i mutamenti ... sul mercato, consentono agli acquirenti di raffrontare prezzi, dimensioni e qualità dei prodotti e assicurano una parità di condizioni di concorrenza a livello europeo". Hanno però respinto (con 364 voti) il paragrafo in cui si deplorava lo smantellamento quasi totale delle norme UE di commercializzazione nel settore degli ortofrutticoli.


 

Semplificare e migliorare il regime per le indicazioni geografiche (DOP/IGP)

 

Secondo i deputati, il sistema delle denominazioni d'origine e delle indicazioni geografiche protette (Dop e Igp) contribuisce a favorire lo sviluppo delle zone rurali, proteggere il patrimonio culturale delle regioni e diversificare l'occupazione in ambito rurale. I tre sistemi di registrazione delle indicazioni geografiche - per i vini, le bevande alcoliche e i prodotti alimentari - vanno quindi mantenuti e non occorre introdurre ulteriori sistemi di certificazione dei prodotti alimentari a livello UE o nuovi sistemi di protezione paralleli sul piano nazionale o regionale. Tuttavia, il sistema va semplificato e adeguato.

 

Il Parlamento rileva anzitutto che le condizioni da rispettare ai fini della registrazione di un prodotto debbano essere "trasparenti e comprensibili" sia per i produttori sia per i consumatori. Ritiene inoltre che non si debbano aggiungere altri criteri al processo di registrazione, esortando anzi la Commissione a individuare soluzioni che consentano di accelerarlo e di migliorare la valutazione delle domande.

 

I deputati ritengono inoltre che, nel caso in cui un prodotto tutelato da un'indicazione geografica sia utilizzato come ingrediente, debba essere possibile definire norme concernenti l'utilizzazione del suo nome nelle denominazioni di vendita dei prodotti trasformati e debbano essere autorizzati controlli specifici "per verificare che le caratteristiche, l'immagine o la reputazione del prodotto non siano alterate". La Commissione dovrebbe inoltre definire linee direttrici chiare in materia.

 

Secondo il Parlamento, una modifica della normativa dovrebbe consentire agli Stati membri di riconoscere e valorizzare il ruolo delle organizzazioni responsabili della gestione e tutela delle indicazioni geografiche e dei loro diritti di proprietà intellettuale. In tale ambito, tali organizzazioni e i consorzi di tutela dovrebbero essere autorizzati "ad adeguare il potenziale di produzione alle esigenze del mercato" al fine di "conseguire il miglior equilibrio possibile tra le quantità prodotte e immesse sui mercati e le quantità che i mercati possono assorbire". Il Parlamento è anche favorevole a norme UE che consentano a tali organizzazioni di fissare regole in materia di condizionamento dei loro prodotti, al fine di "evitare ogni deterioramento della loro alta qualità".

 

... e rafforzarne la tutela contro le contraffazioni, nell'UE e nei paesi terzi

 

Il Parlamento sollecita la revisione del regolamento UE affinché sia garantita una completa protezione ex-officio delle indicazioni geografiche, "come obbligo per le autorità di tutti gli Stati membri". Auspica anche una migliore definizione delle procedure di controllo applicabili in tutte le fasi della commercializzazione e chiede di dare effettiva attuazione alle norme UE in vigore riguardo all'impossibilità di registrare un marchio commerciale che contenga o faccia riferimento a Dop/Igp.

 

Per far fronte alla contraffazione nei paesi terzi che "danneggia la reputazione e l'immagine" di Dop e Igp, il Parlamento chiede una loro maggiore protezione in sede OMC estendendo a tutte le indicazioni geografiche la protezione supplementare già concessa dall'accordo TRIPS (sulle proprietà intellettuali) alle denominazioni dei vini e istituendo un registro multilaterale giuridicamente vincolante. Nel chiedere poi la negoziazione di accordi bilaterali con i paesi terzi, sollecita la Commissione a fornire un sostegno tecnico e finanziario alle organizzazioni responsabili delle indicazioni geografiche “per facilitare la soluzione dei problemi di usurpazione”.
 

Altri prodotti tradizionali, rispettosi dell'ambiente e biologici

 

Il Parlamento è favorevole all'introduzione di strumenti per valorizzare e promuovere piccole produzioni tradizionali, locali e artigianali legate al territorio per le quali le procedure di accesso alle DOP/IGP "sono troppo pesanti e costose". Considera poi che si debba mantenere lo strumento delle specialità tradizionali garantite (STG), ma auspica la semplificazione delle norme, la riduzione dei tempi per la registrazione e il miglioramento della tutela del prodotto. Chiede poi di valutare la possibilità di creare una banca dati europea delle antiche ricette e metodi storici di preparazione degli alimenti, "affinché la conoscenza dei cibi tradizionali e dei modi in cui sono stati preparati per generazioni non scompaia".

 

Per promuovere i sistemi di produzione rispettosi dell'ambiente e basati su una razionalizzazione degli input, i deputati chiedono l'introduzione di una regolamentazione UE in materia di "produzione integrata". Ritengono inoltre necessaria l'esistenza di un autentico mercato unico dei prodotti biologici e sostengono quindi gli sforzi volti a sviluppare un nuovo logo applicabile a tutti i prodotti biologici ottenuti nell'UE. A loro parere, poi, occorre registrare l’origine dei prodotti biologici freschi e trasformati importati da paesi terzi, assoggettarli agli stessi requisiti previsti per i prodotti UE e rafforzare i relativi controlli.

 

Il Parlamento auspica poi una definizione e un'utilizzazione chiare delle espressioni "di montagna", "isolano" e "a bassa emissione di carbonio", nonché l'adozione di orientamenti UE per l'utilizzazione di tali espressioni. Chiede poi alla Commissione di assicurare un'adeguata tutela dei prodotti delle zone di montagna e di quelli delle zone esenti da OGM e di valutare la possibilità di introdurre indicatori di qualità legati alle condizioni sociali di produzione.

 

Politica di informazione e promozione e vendite dirette

 

Il Parlamento ritiene che gli strumenti di promozione attualmente disponibili nell'UE “vadano rivisti per migliorarne l'efficacia” e che occorrono maggiori risorse finanziarie per le campagne promozionali sulle indicazioni geografiche. Propone quindi di estendere al mercato UE gli aiuti alle misure di promozione introdotti per il settore vitivinicolo e di intensificare gli sforzi per promuovere i requisiti di qualità e sicurezza alimentare cui sono soggetti i prodotti UE.

 

Infine, chiede di promuovere i mercati agricoli gestiti direttamente dagli agricoltori come punti di vendita di prodotti stagionali locali, così da garantire un prezzo equo per i prodotti di qualità e consolidare il legame tra prodotto e territorio di origine. Sollecita poi l'istituzione di programmi volti a promuovere le vendite sui mercati locali, al fine di sostenere le iniziative locali e regionali di trasformazione e commercializzazione.

 

Background - I prodotti italiani di qualità riconosciuti dall'UE

 

Da una recentissima analisi della Coldiretti risulta che ammontano ora a 201 le specialità alimentari italiane tutelate dal riconoscimento Dop o Igp, assegnando così all'Italia il primato europeo dei prodotti registrati. Più precisamente, si tratta di 126 Dop e 75 Igp, tra le quali figurano 74 prodotti ortofrutticoli, 39 oli extravergini di oliva, 37 formaggi, 32 prodotti a base di carne, 6 prodotti da panetteria, 4 spezie o essenze, 3 aceti, 3 prodotti di carne e frattaglie fresche, 2 pesci, molluschi o crostacei freschi e prodotti derivati e 1 miele. Complessivamente - precisa la Coldiretti - il fatturato dei prodotti a denominazione di origine Made in Italy ha sfiorato nel 2009 i dieci miliardi di euro, realizzati per quasi il 20% sui mercati esteri. I prodotti più consumati sono i formaggi (con il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano in testa) ed i salumi (tra i quali guidano la classifica il Prosciutto di Parma e quello di San Daniele), ma sono cresciute anche le altre categorie di prodotto come gli ortofrutticoli (mele della Val di Non o dell'Alto Adige, arance rosse di Sicilia e pesche e nettarine della Romagna) e gli oli extravergini.

Link utili

 

Sito della Commissione europea sui prodotti agricoli di qualità

 

Regolamento (CE) n. 510/2006 relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d’origine dei prodotti agricoli e alimentari (testo consolidato)

 

Comunicazione della Commissione sulla politica di qualità dei prodotti agricoli

 

Documento di lavoro della Commissione - Sintesi della valutazione d'impatto

 

Libro verde della Commissione del 15 ottobre 2008 sulla qualità dei prodotti agricoli: norme di prodotto, requisiti di produzione e sistemi di qualità

 

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Eurozona, finanze pubbliche e salari


Governance economica e politica monetaria sono stati al centro del dibattito annuale sulla zona euro che il Parlamento europeo ha tenuto con il Presidente della BCE Jean-Claude Trichet. I deputati hanno adottato due risoluzioni sulla zona euro e sulle finanze pubbliche e sull'attività della BCE nel 2008 e un'altra risoluzione che raccomanda la nomina di un vice presidente portoghese alla BCE, Vitor Constâncio.

 

Non solo inflazione

 

Il Parlamento ha adottato la relazione di Edward Scicluna's (S&D, MT) che esamina il ruolo della BCE durante la recente crisi finanziaria, chiedendosi se la Banca abbia deciso una riduzione dei tassi d'interesse sufficientemente aggressiva e rilevando che la liquidità supplementare inserita nel mercato potrebbe non essere arrivata a giusta destinazione. Inoltre, il Parlamento chiede di conoscere il parere della BCE in merito alla creazione nell'area euro di una stanza di compensazione, segnatamente per strumenti come i credit default swap (CDS).

 

Governance economica, supervisione e salari

 

La risoluzione sulla zona euro e le finanze pubbliche chiede una revisione della politica economica e monetaria all'interno della zona euro, anche attraverso impegni obbligatori fra gli Stati membri. Suggerisce inoltre che la riduzione dei disavanzi e dei debiti è solo una parte della soluzione alle difficoltà attuali, chiedendo un maggior controllo dei dati statistici dei paesi che chiedono l'ingresso nella zona euro.

 

Il Parlamento sottolinea poi che la disciplina della moderazione salariale "contribuisce anche a frenare la crescita del reddito familiare e, di conseguenza, dei consumi privati". Ammonisce quindi dalle manovre incentrate essenzialmente sulla moderazione salariale quale mezzo per raggiungere la stabilità dei prezzi. A suo parere, occorre invece fare evolvere i salari reali allo stesso ritmo degli aumenti di produttività al fine di "garantire una stabilità della ripartizione dei redditi sul lungo termine".

 

Nomina di un vicepresidente della BCE

 

Con 488 voti favorevoli, i deputati hanno adottato una risoluzione che raccomanda al Consiglio europeo di approvare la nomina del portoghese Vitor Constâncio quale vicepresidente della BCE.

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Una strategia europea per la lotta contro la discriminazione dei rom
 

Il Parlamento condanna la recrudescenza del razzismo contro i rom e ribadisce la necessità di elaborare una strategia europea per la loro inclusione sociale. Sollecita inoltre l'assegnazione a un commissario UE dell'incarico di coordinare le politiche per i rom e riconosce la necessità di un chiaro impegno legislativo e di una dotazione di bilancio congrua. Chiede poi alle istituzioni nazionali ed europee di sostenere campagne di educazione alla tolleranza rivolte alla popolazione non rom.

 

Approvando con 572 voti favorevoli, 28 contrari e 23 astensioni una risoluzione sostenuta da tutti i gruppi politici, il Parlamento condanna "la recente recrudescenza del razzismo contro gli zingari ("fobia dei rom") in diversi Stati membri dell'UE, che si è manifestata sotto forma di casi ripetuti di incitamento all'odio e attacchi contro i rom".

 

Esprime inoltre preoccupazione dinanzi alle discriminazioni di cui i rom sono vittime nei settori dell'istruzione, dell'alloggio (come "le espulsioni forzate, le condizioni di vita indegne, spesso in ghetti"), dell'occupazione e della parità di accesso ai sistemi di assistenza sanitaria e ad altri servizi pubblici, come anche dinanzi al livello sorprendentemente basso della loro partecipazione politica". Esprime poi preoccupazione per il rimpatrio forzato di rom nei Balcani occidentali.

 

Per i deputati, la lotta contro la discriminazione dei rom - che "costituiscono una comunità paneuropea" - richiede "un approccio globale a livello europeo". Reiterano quindi la richiesta formulata dal Parlamento nel gennaio 2008 - cui la Commissione non ha dato ancora seguito - di elaborare una strategia europea per i rom "volta a meglio coordinare e promuovere gli sforzi intesi a migliorare la situazione della popolazione rom". Tale strategia sarebbe uno strumento per combattere l'esclusione sociale e la discriminazione nei confronti dei rom in Europa.

 

Invitando i nuovi commissari a dare priorità alle questioni relative ai rom coperte dai rispettivi portafogli, i deputati chiedono alla Commissione di attribuire a uno dei suoi membri la competenza per il coordinamento della politica nei confronti dei rom, di adottare un approccio orizzontale e di presentare nuove proposte intese ad assicurare la coerenza delle politiche su scala europea.

 

Il Parlamento ritiene poi essenziale prevedere un complesso programma di sviluppo che copra contemporaneamente tutti i settori di politica correlati e renda possibile un intervento immediato nelle zone "ghettizzate" che devono far fronte a gravi svantaggi strutturali. A suo parere, peraltro, le misure antidiscriminazione da sole "non bastano" in quanto strumento per facilitare l'inclusione sociale dei rom. Occorre invece uno sforzo concertato per coordinare le misure e per obbligare le parti interessate a onorare gli impegni assunti e, pertanto, riconosce la necessità di "un chiaro impegno legislativo e di una dotazione di bilancio congrua".
 

Il Consiglio dovrebbe quindi adottare una posizione comune sulla politica di finanziamento a titolo dei fondi strutturali e di preadesione, "in cui trovi riscontro l'impegno politico europeo di sfruttare pienamente le opportunità offerte da tali fondi di promuovere l'inclusione dei rom".  Il Parlamento chiede poi alla Commissione di elaborare raccomandazioni destinate agli Stati membri al fine di incoraggiare le autorità locali "a fare un uso migliore delle opportunità di finanziamento offerte dai fondi strutturali per promuove l'inclusione dei rom, compreso il controllo oggettivo dell'esecuzione dei progetti".

 

I deputati, infine, invitano gli Stati membri e le istituzioni dell'UE ad appoggiare le iniziative necessarie per creare un ambiente sociale e politico atto alla concretizzazione dell'inclusione dei rom, ad esempio sostenendo campagne di educazione pubblica alla tolleranza rivolte alla popolazione non rom e riguardanti la cultura e l'integrazione dei rom, sia nei paesi di cittadinanza che in quelli europei di residenza.

 
 

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