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RESOCONTO

 

18 febbraio 2009

Bruxelles

 

 

 


Apertura della seduta


Dando inizio ai lavori, il Presidente ha espresso le condoglianze del Parlamento alla Polonia per l'uccisione dell'ingegnere rapito da terroristi in Pakistan e all'Australia per le vittime degli incendi che hanno colpito il paese. Ha poi espresso preoccupazione per il processo contro membri bahà'ì incarcerati in Iran solo a causa del loro credo ed ha condannato l'espulsione dal Venezuela di un eurodeputato spagnolo a causa delle sue dichiarazioni rilasciate alla stampa.

 

Aprendo la seduta, il Presidente PÖTTERING ha espresso le condoglianze del Parlamento alla Polonia e ai familiari di Piotr Stańczak, l'ingegnere polacco ucciso dai terroristi che lo avevano rapito in Pakistan. Il terrorismo, ha aggiunto, è un attacco alla libertà, ai diritti umani e alla democrazia, «con la violenza cieca si cerca di distruggere i nostri valori comuni» e rappresenta un pericolo per la sicurezza internazionale. L'Aula ha quindi reso omaggio al cittadino polacco osservando un minuto di silenzio.

 

Il Presidente ha poi espresso le condoglianze del Parlamento all'Australia per le vittime causate dagli incendi che hanno colpito il paese.

 

In seguito, Pöttering si è detto molto preoccupato per il processo che si aprirà in Iran contro sette esponenti bahà'ì incarcerati da mesi senza possibilità di difesa legale. A suo parere, si tratta di un processo che non assicura le fondamentali garanzie di uno Stato di diritto. Anche perché sono stati arrestati esclusivamente a causa del loro credo, mentre il Premio Nobel Shirin Ebadi che si era offerta di patrocinarli è stata minacciata. Il Presidente ha quindi esortato l'Iran a rispettare i diritti umani e la libertà religiosa.

 

Pöttering ha poi ricordato che il deputato Luis HERRERO-TEJEDOR ALGAR (PPE/DE, ES) è stato arrestato ed espulso dal Venezuela, dove si trovava come membro della delegazione ufficiale del PPE/DE invitato da un partito d'opposizione, solo per aver rilasciato delle dichiarazioni alla stampa e senza nemmeno avere avuto la possibilità di prendere i suoi effetti personali. Il Presidente ha giudicato questo fatto «inaccettabile» e ha protestato con forza contro questo modo di procedere, condannando questi atti che ledono la dignità della persona.

 

Modifiche all'ordine del giorno

 

Su proposta del PPE/DE, l'Aula ha deciso di:

 

- rinviare all'esame della commissione competente la relazione di Herbert REUL (PPE/DE, DE) sulle ipotesi per affrontare le sfide connesse all'approvvigionamento di petrolio,

 

- rinviare la votazione della relazione Jillian EVANS (Verdi/ALE, UK) alla prossima sessione,

 

- procedere alla votazione della relazione di Claudio FAVA (PSE, IT) sulle sanzioni ai datori di lavoro che impiegano immigrati illegali.

 

 

Link utili

 

Anteprima completa
Ordine del giorno della seduta

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Gaza: rafforzare gli aiuti umanitari e agevolarne il flusso
 

La crisi umanitaria a Gaza ha raggiunto livelli inumani. Il Parlamento chiede il potenziamento degli aiuti alla popolazione e sollecita Israele a garantirne un flusso costante e adeguato. Esorta poi la revoca del blocco e la riapertura dei valichi, prevenendo il traffico di armi. Auspicando il recupero finanziario, economico e sociale della Striscia, ricorda che la ricostruzione presuppone un cessate il fuoco duraturo, la ripresa dei negoziati di pace e la riconciliazione tra i palestinesi.

 

Approvando con 488 voti favorevoli, 19 contrari e 5 astensioni una risoluzione sostenuta da tutti i gruppi politici (eccetto l'IND/DEM), il Parlamento sottolinea che il conflitto nella Striscia di Gaza «ha ulteriormente aggravato la crisi umanitaria nella regione, che ha raggiunto livelli inumani, e che l'88% della popolazione di Gaza dipende dagli aiuti alimentari».

 

Nel riconoscere quindi le sofferenze della popolazione palestinese della Striscia di Gaza, il Parlamento chiede che gli aiuti umanitari ad essa destinati «siano immediatamente potenziati e non incontrino ostacoli». Questi aiuti, a suo parere, rappresentano infatti «un obbligo morale» e «devono essere forniti senza condizioni e restrizioni di sorta». Invita, inoltre, le autorità israeliane «ad autorizzare un flusso costante e adeguato di aiuti umanitari», inclusi tutti i materiali di cui necessitano l'UNRWA e le altre agenzie delle Nazioni Unite e internazionali per svolgere i propri compiti e rispondere alle esigenze della popolazione.

 

Il Parlamento osserva inoltre che la chiusura dei valichi di transito e il blocco ostacolano la fornitura di aiuti umanitari alla popolazione, mentre i servizi pubblici fondamentali registrano gravi carenze dovute alla mancanza del materiale di base e la mancanza di farmaci e di combustibile negli ospedali «continua a mettere a repentaglio vite palestinesi». Ribadisce quindi la sua richiesta di revocare il blocco, conformemente all'accordo sulla circolazione e l'accesso del novembre 2005, di aprire immediatamente e in modo duraturo i valichi di transito per persone e merci, ma anche di adottare misure di prevenzione del contrabbando e del traffico illecito di armi e munizioni. Chiede poi una valutazione dettagliata dei danni e un'analisi approfondita delle necessità della popolazione che possano servire da base ai programmi di ricostruzione.

 

Nel sollecitare il recupero finanziario, economico e sociale della Striscia di Gaza, «che è un elemento essenziale per la sicurezza nella regione», il Parlamento ricorda che gli aiuti dovrebbero comprendere pagamenti in contanti per erogare i salari, le pensioni e i sussidi sociali alle persone e alle famiglie più vulnerabili. Invita quindi Israele a «non ostacolare i trasferimenti bancari di denaro». Ritiene inoltre che, anche in vista della conferenza internazionale che si svolgerà a Sharm El Sheikh il 2 marzo, «qualsiasi politica sostenibile di ricostruzione e sviluppo ... presupponga un cessate il fuoco duraturo, supportato dalla ripresa di seri negoziati di pace tra israeliani e palestinesi, affiancati da un processo di riconciliazione nazionale tra i palestinesi».

 

Il Parlamento sottolinea infine che il sostegno finanziario dell'Unione europea ai palestinesi «non dovrebbe essere compromesso da continue distruzioni che riducono il sostegno dell'opinione pubblica europea ai progetti di ricostruzione». Osserva inoltre che la dotazione di bilancio per l'azione esterna dell'UE «è cronicamente sottofinanziata» e che «la promessa di un aiuto supplementare a Gaza non deve essere fatta a scapito di altre politiche». Rileva quindi che fondi supplementari potrebbero essere mobilitati ricorrendo a tutti i mezzi previsti dall'accordo interistituzionale.

 

 

Link utili

 

Risoluzione del Parlamento europeo del 15 gennaio 2009 sulla situazione nella Striscia di Gaza

 

 

Riferimenti

 

Risoluzione sull'aiuto umanitario alla Striscia di Gaza

Procedura: Risoluzione

Dibattito:18.2.2009

Votazione: 18.2.2009

 

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