L'AGE informa |
Le Nazioni Unite affrontano il problema della “frattura numerica”
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A Tunisi da
domani il Summit sulla società dell'informazione |
Poter accedere con facilità alle reti informatiche significa avere maggiore capacità di comunicazione, stabile inserimento nei circuiti mondiali dell’ informazione e dell’economia, immediatezza negli scambi commerciali. I paesi esclusi da questi circuiti o che hanno difficoltà di accesso a queste reti che avvolgono il globo, come internet, continueranno ad essere penalizzati nel loro sviluppo sociale ed economico a causa del deficit informativo che sono costretti a subire. Insieme alle tragedie della fame, della sete e del sottosviluppo, il problema della “frattura numerica” produce da tempo i suoi segnali negativi che sono all’attenzione dei “governanti del mondo”. Il Summit di Tunisi - che è stato preceduto e preparato dalla prima fase, quella di Ginevra, iniziata nel dicembre 2003 – è ora chiamato a fornire delle soluzioni credibili che non possono essere disattese. Le tematiche connesse al Summit sono state esaminate recentemente a Bracciano in occasione della cerimonia inaugurale dell’Accademia Italia-Tunisia. La presidente dell’ Accademia Gaetana Pace e il segretario generale Habib Mastouri hanno coordinato una tavola rotonda sul tema “La società dell’informazione al servizio della tolleranza”, introdotta dal sindaco di Bracciano Enzo Negri. Al dibattito hanno partecipato: Habib Mansour, ambasciatore della Tunisia in Italia; Learco Saporito, sottosegretario alla Funzione pubblica; Celestino Grassi, consulente del Centro nazionale di informatica per la pubblica amministrazione (Cnipa); Stefano Loparco, consigliere di amministrazione della Fondazione Ugo Bordoni; Carmelo Occhino, segretario generale dell’Associazione dei giornalisti europei (Age). Lo sviluppo incontrollato ed eccessivo delle reti informatiche, in particolare di internet, contribuisce ad aumentare il divario tra le aree ricche e le aree sottosviluppate del pianeta, hanno evidenziato i relatori. E’ necessario che i paesi più fortunati e chi detiene le strutture e le reti si facciano carico del riequilibrio delle capacità di accesso, per dare la possibilità a tutti di inserirsi nei circuiti dell’informazione. L’intolleranza sociale e gli scontri tra popoli– hanno sottolineato i relatori –sono generati anche da mancato sviluppo culturale e da conoscenze negate.
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