Non era mai accaduto in cinquant'anni di storia comunitaria che
un’istituzione dell'Unione ne portasse un’altra davanti alla
Corte di Giustizia. Invece, il 13 gennaio scorso a Strasburgo si è
giunti a questo evento eclatante, a seguito delle dure polemiche
sull'ormai famosa decisione dei ministri finanziari dell'Ue (riuniti
nel Consiglio Ecofin), che il 25 novembre scorso hanno sospeso la
procedura d'infrazione per il deficit eccessivo di Francia e
Germania.
Proprio come aveva chiesto fin dall'inizio il Commissario agli
affari economici e monetari Pedro Solbes, la Commissione europea ha
deciso di citare di fronte alla Corte di giustizia europea la
decisione dell'Ecofin. Una decisione, e questa è l'altra svolta
decisiva, accompagnata però dalla volontà di definire nuove linee
di governance economica, con una riforma dello stesso Patto di
stabilità. Una decisione sofferta, criticata da alcuni
eurodeputati, tra cui lo stesso presidente dell'Europarlamento Pat
Cox, ma che ha messo in moto un dibattito decisivo per il futuro
dell'Unione monetaria, la Commissione ha già annunciato una nuova
strategia di coordinamento e sorveglianza delle politiche
economiche.
Lo stesso Solbes ha ammesso che ''non tutti i commissari” hanno
condiviso la scelta di ricorrere alla Corte. Si erano espressi
negativamente il commissario tedesco Guenter Verheugen
(allargamento), i due colleghi francesi Pascal Lamy e Michel Barnier
e anche i due britannici Neil Kinnock e Chris Patten. Il presidente
della Commissione Romano Prodi, che ha cercato di evitare un nuovo
scontro frontale con Parigi e Berlino, ha deciso di mediare per poi
difendere la scelta: ''Noi - afferma in un comunicato - siamo una
comunità di diritto, ogni modifica deve essere dibattuta e decisa
tramite procedure comunitarie ben definite''. E Solbes aggiunge:
''Continueremo a fondare tutte le nostre raccomandazioni su solide
analisi economiche come sul principio dell'eguaglianza del
trattamento. Parallelamente, se intentiamo un'azione davanti alla
Corte è perché le procedure fondate sul Trattato siano
correttamente applicate in futuro''.
Secondo la Commissione il ricorso si fonda esclusivamente sul metodo
adottato dall'Ecofin e non sui contenuti (lo stesso Trattato di
Maastricht esclude esplicitamente questa seconda ipotesi): ''Il
Consiglio - spiega una nota dell’Esecutivo - aveva la possibilità
di accogliere, modificare o rigettare le raccomandazioni della
Commissione che constatavano la mancata ottemperanza di Francia e
Germania delle precedenti raccomandazioni e chiedevano di riportare
il deficit sotto il 3% del pil nel 2005 e maggiori sforzi di ridurre
il deficit strutturale nel 2004. In caso di rigetto l’Ecofin
avrebbe dovuto indicare chiaramente la ragione. Invece ha confermato
l'analisi economica della Commissione. In queste condizioni - è il
ragionamento di Bruxelles - il Consiglio avrebbe dovuto proseguire
con la procedura, cioè applicare gli articoli 104.8 (constatazione
di mancata ottemperanza) e 104.9 (nuove richieste, ultimo passo
prima dell'imposizione delle sanzioni). La Commissione lamenta che
sono state scelte ''conclusioni non vincolanti invece di una
decisione dagli effetti giuridici''. E in realtà nel documento
finale del famoso Ecofin si avanzano precise richieste ai due Paesi,
ma non nella forma prevista dal Trattato bensì, appunto, in quella
di semplici conclusioni che non hanno valore cogente.
A questo punto la Corte di giustizia europea dovrà chiarire: era
legittima una simile scelta al di fuori del Trattato?
Sullo sfondo, comunque, è ormai esploso il dibattito sulla riforma
del Patto di stabilità. La stessa Commissione è fautrice di un
ripensamento (ma nell'interno della cornice del Trattato di
Maasticht); non a caso tra i punti discussi il 13 dicembre, oltre al
ricorso e quello del rafforzato controllo delle politiche di
bilancio degli stati membri, si annuncia in sostanza la proposta di
una riforma del Patto. ''La Commissione - si legge nel comunicato -
ha deciso di presentare il mese prossimo una nuova iniziativa per
migliorare il quadro della governance economica nell'Unione. Una
iniziativa che si fonderà sul Trattato esistente e sul progetto di
Costituzione. Si tratta di trovare il buon equilibrio da una parte
tra la necessità di conservare un quadro di governance economica
stabile e prevedibile, dall'altra di migliorare il sistema alla luce
dell'esperienza acquisita''.
Ecco i punti su cui si fonderà la nuova strategia: 1) coniugare al
meglio la disciplina e le considerazioni legate alla crescita
economica; 2) porre maggior accento sulla praticabilità delle
finanze pubbliche degli Stati membri; 3) ottenere una migliore messa
in opera delle misure, privilegiando l'interesse comune nell'ambito
delle politiche economiche.
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