L'AGE informa |
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Il Consiglio europeo esclude ogni rinegoziazione del Trattato ma vuol dare più tempo agli Stati |
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"Pausa di riflessione"
per la Costituzione europea Difficili le trattative per il bilancio 2007-2013 – L’ Italia preme per avere più fondi strutturali
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Bruxelles, 16
giugno 2005 – Il proseguimento della ratifica della Costituzione,
per i paesi che non l’hanno ancora fatto, subisce “una pausa di
riflessione”. Lo ha deciso il Consiglio europeo dei Capi di stato e
di governo riunito nella capitale belga per la chiusura del semestre
lussemburghese. Secondo quanto ha riferito il presidente di turno
uscente dell’Ue Jean-Claude Juncker, primo ministro del Lussemburgo,
“è esclusa ogni rinegoziazione” del testo. La convocazione a breve
di un vertice straordinario per discutere del futuro dell'Ue a 25 è
stata proposta dal presidente francese Jacques Chirac. Le procedure di ratifica avrebbero dovuto essere completate entro novembre 2006, ma si vuol dare più tempo ai governi per spiegare ai cittadini i contenuti della Carta; il punto sulla situazione sarà fatto a giugno dell’anno prossimo. Sulla “pausa” ha notevolmente pesato il risultato negativo dei referendum di Francia e Olanda. La battuta d’arresto non dovrebbe coinvolgere il Lussemburgo dove il voto, previsto per il 10 luglio, sarà difficilmente rinviabile. Domani comincerà il negoziato vero e proprio sul bilancio 2007-2013, sulla cui bozza ci sono molte posizioni divergenti e sarà difficile raggiungere intese accettabili per tutti. Il punto nodale è quello del contributo versato, a fronte dei quali ogni paese reclama un ritorno non penalizzante. La delegazione italiana premerà ancora affinché dei tre parametri usati per l’assegnazione dei fondi strutturali - prosperità relativa del Paese, prosperità relativa della regione e tasso di disoccupazione - pesino di più i primi due, che favoriscono il Mezzogiorno d’Italia, e meno il terzo, che lo svantaggia rispetto ai nuovi paesi membri. Intanto, il presidente della Commissione Josè Manuel Durao Barroso insiste sulla necessità di un accordo a ogni costo: «Siamo in un momento cruciale. Ognuno deve muoversi in modo che tutti siano soddisfatti. Ho fiducia, ma dobbiamo tutti fare uno sforzo». Se non ci sarà un compromesso all'ultimo minuto, la decisione sul bilancio passerà nelle mani della prossima presidenza, che sarà britannica. Se l'attuale presidente di turno Juncker fallirà, sarà dunque il premier Tony Blair a far riprendere la discussione. |
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