L'umanità si trova oggi di fronte ad una scelta cruciale. Nonostante
la fine della guerra fredda, conflitti e guerre continuano a mietere
migliaia di vite. La proliferazione delle armi atomiche e di
distruzione di massa non si è affatto arrestata. Il terrorismo
internazionale è una realtà quotidiana. I continui appelli alla
solidarietà internazionale non riescono a scalfire il divario tra
ricchi e poveri. La natura rischia di essere divorata da una civiltà
che minaccia tutte le forme di vita sulla terra, se i problemi del
mutamento del clima, del progressivo esaurimento delle risorse non
rinnovabili, dell'inquinamento dell'acqua, della deforestazione, e
della perdita della biodiversità, non saranno risolti.
Chi governa la
globalizzazione?
Le organizzazioni
internazionali che, nel secondo dopoguerra, a cominciare dall'ONU,
avrebbero dovuto creare un ordine mondiale di pace e di cooperazione
sono tuttora prive di autonomi poteri. In verità, sono rimaste un
semplice strumento al servizio delle grandi e delle piccole potenze.
Devono essere riformate radicalmente. Mai come oggi suonano attuali
le parole di Kant: "La violazione del diritto avvenuta in un punto
della Terra è avvertita ovunque". Nessun popolo, nessuna minoranza,
nessun essere umano deve subire la volontà del più forte. Libertà,
eguaglianza e fraternità devono divenire il fondamento dell'unione
di tutti i popoli e di tutti gli individui del Pianeta. Per questo,
le regole della democrazia vanno applicate non solo all'interno
degli stati, ma anche nei rapporti tra gli stati, cominciando dalla
riforma democratica dell'ONU. I governi nazionali già si esprimono
nella Assemblea generale dell'ONU. Anche i cittadini del mondo
dovrebbero avere un'assemblea nella quale far sentire la loro voce.
L'Europa può
portare uno specifico contributo al futuro dell'umanità. Tra le
rovine e le macerie del vecchio ordine mondiale, si scorgono i germi
del nuovo mondo. La Comunità europea, fondata nel dopoguerra tra le
nazioni che avevano insanguinato il Continente ed il mondo, è
riuscita a pacificare l'Europa e a garantire un progressivo
benessere ai suoi popoli, prima, nella parte occidentale e, poi, in
quella orientale, diffondendo la democrazia e lo Stato di diritto
sino ai confini dell'Asia.
Tuttavia, l'Unione
europea è un progetto incompiuto. La democrazia, costretta entro gli
angusti limiti degli stati nazionali, è in crisi. Il populismo e la
demagogia guadagnano crescenti consensi. Il nazionalismo ritorna
sotto nuove forme in un'Europa sempre in bilico tra l'unità e la
divisione. Occorre trasformare l'Unione in una comunità democratica
di nazioni democratiche, dunque in una Federazione europea. Le
cittadine e i cittadini europei chiedono una Costituzione che
consenta all'Unione di parlare al mondo con una sola voce, in
particolare nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU, con un proprio
governo, responsabile di fronte al Parlamento europeo. Chiedono una
Costituzione che riconosca la pace come valore fondante dell'Unione,
che faccia avanzare il progresso sociale e garantisca i diritti
fondamentali ad ogni individuo, compreso il diritto ad una
cittadinanza di residenza. Noi domandiamo inoltre la creazione di un
servizio civile europeo, che rafforzi l'identità dei cittadini
europei. Il compito dell'Europa nel mondo è di promuovere un nuovo
ordine mondiale, fondato sulla pace, la giustizia, la cooperazione
con i paesi poveri e lo sviluppo sostenibile.
I governi hanno il
dovere democratico di concludere le ratifiche nazionali. Nel caso in
cui non riescano a portare a termine le ratifiche entro il 2006, la
Convenzione delle cittadine e dei cittadini europei chiede al
Parlamento europeo di rilanciare il processo costituente su nuove
basi. Il Parlamento europeo deve chiedere una Convenzione
costituente, composta dai rappresentanti del Parlamento europeo e
dei parlamenti nazionali, con il mandato di elaborare una nuova
Costituzione, e deve organizzare degli incontri con i cittadini
europei e dei forum con i parlamentari nazionali.
La nuova
Costituzione dovrà essere sottoposta ad un referendum consultivo
europeo, in occasione delle elezioni europee del 2009, e dovrà
entrare in vigore solo se approvata da una doppia maggioranza di
cittadini e di stati.
Un altro mondo è
possibile. Un'altra Europa è possibile. La Convenzione delle
cittadine e dei cittadini europei non si scioglierà sino a che non
avrà raggiunto i suoi obiettivi. Nel 2006, gli appuntamenti
includono Vienna e Parigi. |