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Gli euroscettici e le elezioni europee

Secondo quanto scrive nel numero del 31 maggio “Europ@ attualità”, quindicinale della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, diretto da Carlo Corazza, potrebbero essere proprio gli euroscettici tra i vincitori delle prossime elezioni europee del 13 giugno, e questo non solo grazie a britannici e scandinavi, ma anche, ironia della sorte, ad almeno alcuni dei 10 nuovi stati membri dell'Ue. In effetti, proprio i partiti più critici nei confronti dell'Unione Europea sono dati in crescita in molti dei 25, non senza qualche preoccupazione per quanti auspicano il proseguimento della via verso la crescente integrazione dell'Unione europea.

Si può partire dalla Gran Bretagna, dove trova seguito l'''UK Independence Party'' (Ukip) che, negli ultimi sondaggi raggiunge il 18%, al terzo posto, dunque, dietro i conservatori (31%) e i laburisti (23%).

In Svezia per la causa anti-Ue si batte la ''Junilistan'' (lista di giugno) guidata dall'economista Nils Lundgren e dall'ex capo della Banca centrale di Stoccolma, Lars Wohlin. Il partito è attualmente dato al 25% . Inoltre secondo i sondaggi, il 42% degli svedesi ritiene ''necessario'' che vi sia un partito euroscettico. In Danimarca sono due le liste ostili all'Unione (il Movimento di giugno e il Movimento popolare contro l'Ue) e insieme raggiungono il 25%.

Non mancano i movimenti euroscettici, tra i nuovi Paesi dell’allargamento. In Polonia si registra un sostegno a due forze politiche apertamente antieuropeiste, il Partito della legge e della giustizia (Pil) e la Lega della famiglie polacche, che, insieme, potrebbero arrivare a 16 seggi. In ascesa è dato anche un altro partito euroscettico, ''Samoobrona'' (autodifesa), che da solo potrebbe conquistare 17 seggi. In totale, dunque, oltre metà dei 54 eurodeputati polacchi potrebbe essere composto tutt’altro che da europeisti convinti.

Anche nella Repubblica Ceca i critici dell'Europa non scarseggiano: qui in testa (al 33%) è dato il Partito Civico Democratico (Ods) dell'attuale presidente della repubblica ed ex premier ceco Vaclav Klaus, notoriamente antieuropeista, contrario all'adesione del paese all'Ue e thatcheriano. Partiti fortemente critici verso l'Ue sono dati in crescita inoltre in Slovacchia e in Estonia.

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