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Illustrato dalla vicepresidente della Commissione Ue Margot  Wallström

 

Piano "D": l' Ue rilancia il dialogo con i cittadini
 

Roma, 13 ottobre 2005 – Il “Piano D”, approvato ieri dalla Commissione europea, è stato presentato oggi  nella sede della Rappresentanza in Italia dell’ Ue, che ha “aperto” le sue porte ai cittadini in una sorta di prova generale per quello che dovrà essere il dibattito  con la società civile sul futuro dell’ Europa. Si vuole trovare un nuovo consenso per mettere l’ Europa in condizione di far fronte alle sfide del XXI secolo e anche al momentaneo disorientamento per il “no” della Francia e dei Paesi Bassi alla Costituzione europea. I capi di Governo hanno chiesto un  “periodo di riflessione” per far sì che in ogni Stato membro possa aver luogo un ampio dibattito. E la Commissione europea risponde  con questo Piano denominato “D”, che sta per democrazia, dialogo, dibattito e crea un contesto di lavoro in cui i Governi nazionali possono intavolare un confronto a 25 sul futuro dell’Europa.

La presentazione del Piano D da parte della vicepresidente Wallström è stata l'occasione per "aprire le porte" della Rappresentanza dell' Unione europea a Roma. Giornalisti e cittadini interessati si sono incontrati con il direttore  della Rappresentanza Pier Virgilio Dastoli e con i funzionari. Presenti Paolo Savona, capo del dipartimento Politiche comunitarie della Presidenza del Consiglio, e Gerardo Mombelli, amministratore del Centro Nazionale di Informazione e Documentazione Europea (CIDE). Sono state annunciate le quattro tematiche che faranno da guida alle prossime iniziative della Rappresentanza: crescita, occupazione e competitività; spazio comune di sicurezza, libertà e giustizia; sviluppo sostenibile; educazione e problematiche giovanili; solidarietà tra generazioni.

Collegata in video-conferenza con le capitali degli Stati membri e rispondendo ai giornalisti in sala stampa a Bruxelles, la vicepresidente Margot Wallström, responsabile delle relazioni interistituzionali e la strategia di comunicazione, ha sottolineato che il Piano D intende incoraggiare il dibattito, il dialogo e l’ascolto. “È un modo per avvalersi delle idee politiche per promuovere i cambiamenti. Di fronte alle sfide della globalizzazione – ha sottolineato la commissaria - la gente pone domande pressanti sulla sicurezza del lavoro e le pensioni, l’immigrazione e gli standard di vita. L’ Europa deve rinnovarsi e il suo rinnovamento costituisce già, in parte, una risposta a tali sfide. Il piano D vuole introdurre più democrazia nell’Unione europea, incoraggiare un ampio dibattito pubblico e creare un nuovo consenso sulle politiche future dell’Unione europea. Ora gli Stati membri hanno il compito di dar vita a questo processo. Ciò che chiedo oggi ai Governi nazionali – ha detto la Wallström - è di cogliere questa opportunità, di dare avvio al dibattito e di agire come una forza motrice del cambiamento europeo”.

Il  Piano D impegna  tutti gli Stati membri a promuovere dibattiti nazionali di vasto respiro sul futuro dell’Europa. Secondo quanto è già emerso, queste iniziative costituiranno il fulcro del Piano, mentre il ruolo della Commissione è di assistere e non di sostituire gli Stati membri. La Commissione propone 13 iniziative specifiche a livello europeo per incoraggiare un più vasto dibattito pubblico, per promuovere la partecipazione dei cittadini e dar vita a un autentico dialogo sulle politiche europee. Queste azioni comprenderanno una serie di visite dei commissari agli Stati membri, la creazione di un nuovo gruppo di cittadini che con le sue raccomandazioni contribuisca al processo di elaborazione delle politiche, l’impegno per una maggiore apertura dei lavori del Consiglio, una presenza più incisiva dei commissari nei Parlamenti nazionali, la creazione di una rete di “Ambasciatori europei della buona volontà ”

Per il prossimo 9 maggio è intanto prevista una conferenza europea sul futuro dell’ Europa che metterà insieme le principali conclusioni dei dibattiti. La Commissione preparerà una relazione di sintesi dei dibattiti nazionali per il Consiglio europeo che si svolgerà, sotto la presidenza austriaca, nel giugno 2006. Tutto questo processo dovrebbe portare a tracciare concretamente il cammino futuro dell’Europa.

 

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