Tripoli 22 novembre 2006 - Si sono aperti i lavori della prima
conferenza ministeriale sulla immigrazione e lo sviluppo tra
l'Unione europea e i Paesi africani allo scopo di fermare i flussi
clandestini e ridurre il divario economico che richiama verso
l'Europa le popolazioni africane più povere. Al riguardo l’ultimo
rapporto dell’Onu segnala che più di diecimila persone sarebbero
rimaste intrappolate in Marocco dopo che le autorità hanno reso
praticamente impossibile attraversare lo Stretto di Gibilterra,
impiegando nuove tecnologie radar e rafforzando la vigilanza
costiera. Sicché i clandestini si concentrano ora di più sulle coste
sud-occidentali; 26 mila di essi hanno già tentato di sbarcare sulle
Isole Canarie, mentre migliaia di marocchini si dirigono sempre più
verso la Libia con l'intento di raggiungere l'Italia.
Secondo il ministro degli esteri libico Mohammed Abdel-Rahman
Shalgam, ci sono in Libia circa due milioni di immigrati clandestini
che rappresentano una minaccia al tessuto sociale per l'aumento di
criminalità e delle malattie. Shalgam ha detto che la Libia ha
bisogno dell'aiuto europeo per controllare le sue coste e i suoi
confini.
Da parte sua il Vice presidente della Commissione europea, Franco
Frattini, ha posto in risalto che l’approccio comune deve basarsi su
una solidarietà attiva e tangibile per raggiungere gli immigrati e
le loro famiglie.
Durante il vertice il ministro degli esteri D'Alema ha detto che la
gestione dei flussi migratori e la lotta contro la criminalità
organizzata che sfrutta gli immigrati va inserita in un sistema che
"coinvolga i due continenti nel loro insieme". Per il ministro degli
interni Giiuliano Amato è importante che Europa e Africa abbiano
evidenziato gli stessi reciproci ruoli per combattere il fenomeno
della clandestinità salvaguardando i diritti dei migranti.
E’ in preparazione una dichiarazione congiunta Ue-Africa intesa a
conciliare interessi e priorità dei paesi di origine, transito e
destinazione, partenariati con i paesi terzi e organizzazioni
internazionali, la sicurezza e in particolare per combattere la
tratta degli esseri umani.
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