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Cinque Commissari Ue lasciano l'esecutivo per incarichi nazionali

La prima a dimettersi è stata la greca Anna Diamantopoulou, Commissario agli Affari Sociali, divenuta parlamentare in Grecia per il Pasok. Quindi è stata la volta dello spagnolo Pedro Solbes, titolare degli Affari Economici e Monetari, nominato  ministro dell'Economia del governo del leader socialista José Luis Rodriguez Zapatero. Poi è venuto il turno del Commissario alle riforme e agli affari regionali, il francese Michel Barnier, divenuto nuovo Ministro degli Esteri di Parigi in seguito al rimpasto voluto dal presidente Jacques Chirac il 31 marzo scorso. Infine si è appreso che potrebbero lasciare anche il Commissario alla Ricerca Philippe Busquin (si candida alle europee con i socialisti e belgi) e Erkki Liikanen (candidato alla presidenza della Banca Centrale finlandese). 

Quanto basta per spingere qualcuno, soprattutto tra le forze di centro-destra del Parlamento Europeo, a chiedersi: la Commissione Prodi sta cominciando a sfaldarsi, a pochi mesi dalla fine del mandato (31 ottobre 2004)?

E' ancora davvero operativo il collegio guidato da Romano Prodi?

''Certo - ha affermato Prodi parlando davanti all'assemblea plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo - non nego che il fatto che alcuni commissari assumano importanti incarichi nazionali in patria possa creare anche qualche problema ma, lasciatemelo dire, la mia prima reazione è stata di grande soddisfazione. Soddisfazione per il fatto che i governi nazionali, per superare momenti di crisi o per preparare prospettive di rilancio, ricorrano sempre più al reclutamento di commissari. Si riconosce così in modo palese e ufficiale il grande ruolo politico che questa istituzione ha giocato durante tutta la sua vita legislativa".

Prodi ha poi tenuto a rassicurare sulla continuità del lavoro, con l'immediata sostituzione dei dimissionari.  Così l'annuncio della nomina di Barnier al Ministero degli Esteri di Parigi è stato accompagnato da quello del nome del suo successore a Bruxelles, Jacques Barrot. Anche la nomina del successore di Pedro Solbes è giunta nel giro di pochi giorni dalla notizia del nuovo incarico dell'ormai ex Commissario agli Affari economici e monetari, si tratta di Joaquin Almunia. Quanto alla prima dei dimissionari, Diamantopoulou, la continuità è stata assicurata dapprima dall'interim della collega all'Ambiente Margit Wallstroem, poi dalla nomina di Stavros Dimas. 

Con la stessa rapidità si procederà, è stato il messaggio lanciato da Prodi, alla sostituzione di eventuali altri commissari dimissionari. Quanto a se stesso, il Presidente della Commissione ha chiarito ancora una volta che lui resterà a Bruxelles fino a fine mandato: '' sarò al mio posto - ha detto agli eurodeputati - fino alla mezzanotte del 31 ottobre e garantirò l' efficacia del lavoro della Commissione''. 

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Tutti promossi i 10 nuovi Commissari dell’Europa allargata

Intanto i nuovi dieci commissari designati dai Paesi dell’adesione hanno superato il primo esame, la scorsa settimana a Bruxelles, rispondendo a domande molto tecniche e puntigliose poste loro dagli eurodeputati per verificare conoscenze normative e specifiche competenze. Alla fine tutti sono stati "promossi" a pieni voti, il che lascia presagire un esito favorevole del voto del 5 maggio, dopo l'entrata in carica il primo dello stesso mese. 

Il presidente del Parlamento europeo, Pat Cox, al termine delle audizioni e della successiva riunione della Conferenza dei presidenti dei gruppi politici del Parlamento ha detto che le conclusioni sono positive ed ha raccomandato al Parlamento di votare a favore della nuova formazione dell'esecutivo europeo. Cox ha rilevato nei futuri commissari ''visibile entusiasmo'' per il futuro dell'Europa. Proprio la fiducia e la voglia di svolgere un lavoro mirato all'integrazione dei paesi dell'adesione hanno fatto sì che tutti e dieci fossero promossi senza riserve. Ognuno ha dimostrato ''di voler difendere l'Europa'', ha spiegato anche Joseph Daul, Presidente della Commissione dei capi dei gruppi parlamentari.

Anche le temute polemiche sul passato di alcuni dei nuovi Commissari, già membri dei partiti comunisti dei rispettivi paesi, sono rimaste piuttosto in sordina e non hanno giocato praticamente alcun ruolo. E questo nonostante che lo stesso Parlamento avesse approvato una mozione avanzata dai popolari che chiedeva di evitare che ex membri del Pc rivestissero cariche istituzionali europee. E così anche i due che sembravano "preoccupare" maggiormente, il ceco Pavel Telicka e l'estone, Siim Kallas, per la loro appartenenza alle strutture del Partito comunista nei rispettivi paesi (per il secondo si tratta del PC sovietico, vista l'appartenenza dell'Estonia all'Urss fino al 1990), hanno superato a pieni voti la prova. Questo anche perché entrambi hanno dimostrato di aver svolto negli anni successivi un'attività politica e tecnica meritoria, al di sopra di ogni sospetto. 

Ed ecco i nomi dei dieci commissari, che fino al 31 ottobre non avranno portafoglio e saranno associati ad altrettanti "vecchi" commissari: Sandra Kalniete (Lettonia, associata a Franz Fischler, Agricoltura); Peter Balazs (Ungheria, con Jacque Barrot, Politiche Regionali); Joe Borg (Malta, associato a Poul Nielson, Sviluppo e aiuti umanitari); Janez Potocnik (Slovenia, con Guenter Verheugen, Allargamento); Pavel Telicka (Repubblica Ceca, associato a David Byrne, Salute e Consumatori); Dalia Grybauskaite (Lituania, con Viviane Reding, Cultura); Danuta Huebner (Polonia, con Pascal Lamy, Commercio); Jan Figel (associato a Erkki Liikanen, Impresa); Markos Kyprianou (Cipro, associato a Michaele Schreyer, Bilancio); e infine Siim Kallas (Estonia, con Joaquin Almunia, Affari economici e monetari). 

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