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Dopo i colloqui con Romano Prodi
 

La Polonia chiede la maggioranza qualificata nell’Ue



Varsavia 30 maggio 2007 - Dopo i colloqui con Romano Prodi, il premier polacco Jaroslaw Kazzynski (fratello gemello del presidente della Repubblica, Lech Kaczynski). Ha rilasciato una dichiarazione all’agenzia nazionale Pap per precisare la propria proposta di riforma circa la maggioranza qualificata in seno all’Unione europea, secondo cui ogni Stato membro avrebbe diritto a una quantità di voti direttamente proporzionata alla rispettiva popolazione, cioè alla radice quadrata del numero dei milioni di abitanti di ciascun paese.  

Il governo polacco ha più volte minacciato di opporre il veto alla nuova Costituzione europea, qualora non passasse la sua richiesta e dato che ancora è in vigore la regola dell' unanimità, il veto farebbe naufragare il trattato. Se la formula polacca venisse accettata, la Germania - per esempio - avrebbe 9 voti a fronte di 82 milioni di abitanti, mentre la Polonia (con 38 milioni di abitanti) avrebbe 6 voti. “Siamo assolutamente fermi nella nostra proposta della radice quadrata - ha affermato Jaroslaw Kazzynski - e per essa siamo pronti anche a morire, a dispetto delle notizie in senso contrario apparse sui mass media”.

Da parte sua Romano Prodi ha detto di non aver mai fatto riferimento esplicito all'idea dell'Europa a due velocità, ma di aver sempre sottolineato che non può essere governata dai diritti di veto, e quindi di aver dato per scontato che si può procedere altrimenti in presenza di tali veti. Su questo punto, ha riferito Prodi, il presidente polacco ha mostrato una cauta apertura. L’Ue, secondo Prodi, ha bisogno di istituzioni forti, quindi personalità giuridica, un suo ministro degli Esteri e il voto a maggioranza. Sono proprio questi i punti irrinunciabili per l'Italia per dare il suo sì alla nuova Carta costituzionale.

 

 

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