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Il Presidente Napolitano a Strasburgo: La Costituzione non è morta


 

Il Presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano al Parlamento europeo

Strasburgo, 14 febbraio 2007 – Il Presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano è intervenuto oggi ai lavori del Parlamento europeo rivolgendo all’ Aula un applaudito discorso, nel quale ha sottolineato il ruolo propulsivo del Parlamento a favore di una sempre più intensa integrazione dell'Europa, a partire dal progetto di Altiero Spinelli. Ammonendo sui rischi di una riapertura del negoziato sul Trattato costituzionale, Napoletano ha espresso l'auspicio che al momento delle  elezioni europee del 2009 esso sia già in vigore. Nell'assicurare che l'Italia "farà la sua parte", ha evidenziato l'esigenza di spiegare meglio ai cittadini i vantaggi della Costituzione.

Il Presidente Poettering, parlando in italiano, ha introdotto il Capo dello Stato sottolineando l'immenso piacere nell'accoglierlo al Parlamento europeo «che lei conosce così bene per esserne stato membro attivo e rispettato». Lei, ha proseguito, «ha guidato con saggezza ed efficacia, la commissione affari costituzionali del nostro Parlamento, mostrando una convinta fede europeista che mantiene intatta nella Sua attuale funzione di Capo dello Stato italiano». Dopo aver rivolto un saluto alla consorte del Presidente presenta in tribuna, ha anche salutato tutti coloro che, dall'Italia, seguono l'evento in diretta televisiva nonché gli studenti e i docenti che in molte Università italiane sono collegati con il Parlamento europeo via satellite nell'ambito del progetto "Verso la Costituzione europea".

Passando al tedesco, il Presidente ha affermato che, a 50 anni dalla firma dei Trattati di Roma, il Capo dello Stato italiano «rappresenta il ruolo importante dell'Italia nel processo di unificazione», portando avanti le tradizioni di Alcide De Gasperi. «Da Roma si va verso Roma», ha aggiunto sottolineando che anche altre città italiane sono state al centro della costruzione europea. La Conferenza di Messina del 1955, ha infatti ricordato, ha portato due anni dopo alla firma dei Trattati di Roma. «L'Italia è stata e rimane uno dei pilastri fondamentali del processo d'integrazione europea», ha concluso parlando nuovamente in italiano, e dicendosi fiducioso nell'impegno personale del Presidente e del suo Paese «per consentire a questo processo di riprendere ad avanzare con passo spedito».

Il Presidente Napoletano ha iniziato il suo discorso ringraziando Poettering “per le cortesi e amichevoli espressioni che ha rivolto a me e all'Italia. Esse rispecchiano il nostro comune sentire e operare nel periodo della più stretta collaborazione tra noi. Collaborammo, nei rispettivi ruoli, soprattutto per far nascere quel Trattato costituzionale a cui lei ora rinnova un convinto sostegno. Le ricambio dunque sentimenti di sincera stima e di fervido augurio all’inizio del suo importante mandato.

“Sono stato per più decenni membro del Parlamento nazionale del mio paese, ma mi sono subito sentito a mio agio – ha continuato Napolitano -  nell’assolvere il mandato di eletto in questa assemblea quando sono stato chiamato a farne parte. Nessun disagio, perché il Parlamento europeo, almeno dal 1979, ha la stessa dignità, autorità e legittimità democratica di qualsiasi Parlamento liberamente eletto. Nessuna contraddizione, perché ho sempre creduto e credo che tra Parlamenti nazionali e Parlamento europeo non debba esservi incomprensione e antagonismo, ma solo rispetto reciproco e feconda cooperazione.

“Il Parlamento europeo può essere fiero del ruolo propulsivo svolto più che mai in quella fase e in special modo nella Convenzione di Bruxelles, nei suoi gruppi di lavoro, nelle sue sedute plenarie e nel suo Presidium. Signori deputati, 2001,2002,2003: in quegli anni non ci fu pausa, ci fu sul serio riflessione, autentica e profonda riflessione. E quel che quindi si consegnò alla Conferenza Intergovernativa per le decisioni finali – ha sottolineato il Presidente della Repubblica italiana - fu un materiale molto ricco di analisi, un testo lungamente meditato e discusso. Il risultato fu certamente un compromesso, ma non di basso livello: si trovò un terreno d’incontro tra punti di vista diversi, ciascuna parte – anche il Parlamento europeo – sacrificò in qualche misura le sue richieste e proposte, pur di giungere a un’intesa che facesse comunque avanzare la causa dell’unità e dell’integrazione europea. Ebbene, signori deputati, si può forse oggi dichiarare con leggerezza che quel Trattato – non a caso chiamato “costituzionale” – è morto? Che quello straordinario e prolungato sforzo politico e culturale è destinato a finire nel nulla? Che le firme di 27 Capi di Stato o di governo in calce a quel testo non hanno più valore?”.

Resoconto della seduta del Parlamento europeo, testo integrale del discorso del Presidente Napolitano

 

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