Oviedo (Spagna), 7 ottobre
2006 – L’Europa non è un affare esclusivo degli “addetti ai lavori”,
ma appartiene a tutte le componenti invitate a partecipare al
quotidiano colloquio mediatico non meno che ai mille rivoli sui
quali si incanala il dibattito europeo. Ad ogni cittadino spetta il
ruolo di opinion leader, ad ogni focolare quello di centro di
interesse europeo.
E’ quanto si afferma in un appello proposto dalla Sezione italiana a
conclusione dei lavori del 44. Congresso dell’Associazione dei
Giornalisti Europei e con il quale si invitano tutti gli organi
istituzionali dell’Unione europea, nonché i legislatori e i governi
dei Paesi membri, a promuovere la sollecita ripresa del processo di
costituzionalizzazione dell’Unione stessa, soprattutto in relazione
alle sempre più ampie aree di intervento sulla vita dei cittadini.
L’Unione ha urgente bisogno di essere legittimata ad esercitare i
poteri e la funzionalità operativa richiesti anche dall’emergere
sulla scena mondiale di popoli di altri continenti dotati di alta
potenzialità demografica e di grande slancio produttivo. Il
persistere degli attacchi del terrorismo internazionale a cui è
sottoposta l’umanità intera, rendono più che mai palese il teorema
che nessuna risposta potrà essere fornita a tale minaccia se non
attraverso una rafforzata coesione dei popoli europei.
L’imminente celebrazione del 50° anniversario della firma dei
Trattati di Roma del 25 marzo 1957 ricorderà a tutti i cittadini
dell’Unione come, per la prima volta nella storia, i primi Sei Paesi
della Piccola Europa si misero in cammino per offrire ai propri
popoli e ai popoli degli altri continenti un modello di pacifica
convivenza. Rispetto a questa concezione comunitaria i giornalisti
europei sottolineano il rischio di un arretramento (con le
aggregazioni parziali come la moneta unica, l’accordo di Schengen o
le limitate intese sul piano delle Forze armate o in altri settori)
qualora gli stessi soggetti dovessero permanere in uno stato di club
riservato.
Nel corso dei lavori il decano della Sezione italiana Marcello
Palumbo ha ricordato la figura del collega tedesco Gunther
Wagenlehner recentemente scomparso, che contribuì nel 1962 alla
costituzione dell’Associazione dei Giornalisti europei partecipando
al Congresso promotore di Sanremo. Già allora – ha rammentato
Palumbo – egli sostenne con visione profetica la fusione di tutti
gli organismi creati per l’integrazione europea e sottolineò la
necessità che il processo di integrazione, sviluppato sul terreno
pratico dell’azione, fosse sempre più sostenuto con l’idea e con il
consenso dell’opinione pubblica, al fine di creare un’autentica
coscienza europea. Contrario alla cosiddetta “Europa delle patrie” e
al perdurare dei nazionalismi ottocenteschi, indicò all’Associazione
dei Giornalisti europei il compito preminente di stimolare la
formazione di una cultura creatrice dell’uomo e del cittadino
europeo. Wagenlehner è stato il terzo presidente dell’AJE dopo Charles Rebuffat e
l'italiano Enrico Serra, e
per circa trent’anni rimase alla guida della Sezione tedesca.
Il 44. Congresso di Oviedo si è concluso con l’assemblea generale
dell’AJE che ha proceduto al rinnovo delle cariche sociali
internazionali.
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