Mosca, 30 ottobre 2007 - In Russia la giornata di oggi è dedicata al
ricordo delle vittime della repressione staliniana. Le
commemorazioni, che si svolgono ogni anno dalla caduta dell'Unione
sovietica, sono particolarmente solenni e numerose nel 70esimo
anniversario delle esecuzioni di massa. Alle cerimonie, tra cui
quella al cimitero di Boutovo, alla periferia di Mosca, dove furono
fucilati oltre 20mila prigionieri, ha partecipato anche Vladimir
Putin.
“Ricordare è necessario per capire, per andare oltre - ha detto il
presidente - per trovare le giuste soluzioni ai problemi che il
nostro Paese affronta, oggi o in futuro. Certo, anche il dibattito
politico è importante, ma non deve essere distruttivo”. Le
associazioni per i diritti umani, che criticano lo stesso Putin per
la repressione degli oppositori, hanno organizzato varie
manifestazioni per ricordare i detenuti politici uccisi da Stalin.
Ieri un gruppo di superstiti dei campi di prigionia si è riunito
davanti alla sede del vecchio Kgb, che ospita tuttora
l'intelligence. Altre iniziative si svolgono in tutto il Paese. Le
cosiddette purghe staliniane ebbero luogo tra il 1934 e il 1938 e la
repressione continuò anche dopo la seconda guerra mondiale. In
particolare tra l'agosto 1937 e il novembre '38, oltre 700mila
prigionieri politici furono fucilati, secondo i dati delle
organizzazioni per i diritti umani. Nella sola Mosca le vittime
furono trentamila.
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