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Nuova carta d'identità per il vino rosato

 

Bruxelles, 29 marzo 2009 - Una nuova carta d'identità per il vino rosato, detto anche rosé: lo ha deciso l'Europa per difendere un vino che anche in Italia, dopo la Francia, ha conquistato grande dignità con punte di eccellenza in tutto il Paese. Il vino rosato tradizionale, quello che nasce da un'attenta e speciale vinificazione dei vini rossi di qualità, rischia di essere declassato dai prezzi concorrenziali delle miscele di vini da tavola bianchi e rossi provenienti dall'Emisfero Sud che entrano liberamente in Europa.

I 27 stati dell’Ue hanno accolto all'unanimità la proposta della commissaria all'Agricoltura, Mariann Fischer Boel, che permetterà di riconoscere il vero vino rosato grazie alla menzione sull'etichetta “vino rosato tradizionale” o altre diciture che possono valorizzare il prodotto. Il risultato positivo va riconosciuto ai vignaioli italiani e francesi e alle autorità nazionali che a Roma come a Bruxelles hanno negoziato una soluzione che permette una discrezionalità ai Paesi produttori pur rispettando le regole dell'Organizzazione mondiale per il commercio. Sull'etichetta, oltre la menzione “vino rosato tradizionale”, viene introdotta anche la dicitura facoltativa “rosato da miscelazione” se il vino è frutto di tagli tra bianchi e rossi. Gli stati membri potranno rendere queste menzioni obbligatorie però soltanto sui vini prodotti nel loro territorio.

Una soluzione che ha provocato reazioni contrastanti nel mondo agricolo: la Coldiretti grida allo “scandalo” al via libera dell'Ue al vino rosé ottenuto dalle miscele tra bianchi e rossi in quanto abbassa il livello qualitativo del prodotto; per la Confagricoltura é un segnale positivo, ma sarebbe stato più opportuno imporre l'obbligo dell'etichetta sui vini miscelati; infine per la

Confederazione italiana agricoltori la decisione va nella giusta direzione per tutelare il metodo di lavorazione tradizionale. Per la commissaria Mariann Fischer Boel i produttori europei devono avere le stesse opportunità di coloro che esportano nell'Ue.

 

 

 

 

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