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Onu, Ruolo delle donne nella pace e sicurezza



New York, 24 ottobre 2007 - Nel riconoscere i recenti progressi verso l’inclusione delle donne nei processi di pace, giustizia e riconciliazione, il Consiglio di Sicurezza ha sollecitato le Nazioni Unite e i Paesi membri di incrementare la partecipazione femminile nelle posizioni di potere e compiere dei passi specifici per la protezione delle donne da violenze basate sul genere durante i conflitti. Nel comunicato rilasciato alla fine dei lavori, il Consiglio di Sicurezza ha notato la “cronica sotto-rappresentazione delle donne nei processi di pace formali”, lanciando un appello affinché si migliori il loro ruolo nel mantenimento e nella promozione della pace e sicurezza.

Nella nota si esprime, inoltre, forte preoccupazione per la violenza di genere, in particolare lo stupro, “che rimane pervasiva e, in alcune situazioni, perfino sistematica”. Nel discorso di apertura della seduta, il Segretario generale Ban Ki-moon ha ricordato che “ancora tanto resta da fare – sia per le Nazioni Unite che per i Paesi membri - per l’applicazione di quanto previsto dalla risoluzione 1325 approvata dal Consiglio di Sicurezza nel 2000 per la partecipazione delle donne nei processi pace e nelle posizioni di potere”.

Ban Ki-moon ha poi evidenziato la necessità di nominare un numero maggiore di donne per dirigere le operazioni di pace dell’Onu e ha ricordato la recente nomina dell’Ambasciatore Ellen Margrethe Løj come rappresentante speciale per la Liberia, dirigendo quella che è una delle più consistenti missioni di pace. Ponendo in risalto la necessità di contrastare la violenza contro le donne, che in alcune società che cercano di uscire da conflitti ha raggiunto “proporzioni terrificanti ed epidemiche”, Ban Ki-moon ha sollecitato il Consiglio di Sicurezza di stabilire un meccanismo interamente dedicato al monitoraggio delle violenze di genere, fermo restando il già importante ruolo esercitato dai rappresentanti speciali e dai contingenti di pace nelle diverse missioni Onu.

Rachel Mayanja, Consigliere speciale per le tematiche di genere e per la promozione delle donne, ha dichiarato che “siamo in un momento della storia in cui dovremmo finalmente essere pronti per dare una svolta allo sviluppo dell’uomo e rinunciare a tutte le forme di violenza. Oggi il Consiglio di Sicurezza può accelerare questo cambiamento stabilendo un sistema di monitoraggio della situazione delle donne durante i conflitti, che imputi alle stesse parti in conflitto la responsabilità per le violenze sessuali o di genere perpetrate”.

Joanne Sandler, Direttore esecutivo di Unifem, ha detto al Consiglio che l’applicazione della risoluzione 1325 per contrastare la violenza di genere come tattica di guerra “è la nostra più grande sfida. La partecipazione delle donne agli accordi di pace e nelle fasi di ricostruzione successive ai conflitti, più che i sistemi, i piani e i processi, sono la vera misura per valutare gli effettivi risultati delle politiche di genere.

 

 

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