Tel Aviv, 11 settembre 2007 - Verso le 2 del mattino un razzo
palestinese sparato da Gaza contro la base militare israeliana di
Zikim, presso Ashqelon (a sud di Tel Aviv) ha causato 69 feriti.
L'attacco è il più grave dal 2000, quando cominciarono i lanci di
razzi qassam verso il Sud dello Stato ebraico. L'azione è stata
rivendicata dalle Brigate al-Qods, braccio armato del gruppo
estremista Jihad Islamica e dai Comitati di Resistenza popolare.
Fonti palestinesi riferiscono che l'annuncio dell'attacco alla base
israeliana è giunto dai minareti di diverse moschee, accompagnato da
espressioni di soddisfazione per l'elevato numero di feriti
israeliani.
Qualche ora dopo l'attacco, soldati israeliani penetrati nell’area
da cui erano partiti i razzi, hanno aperto il fuoco contro
un'abitazione nel settore settentrionale della Striscia di Gaza,
colpendo alcuni civili palestinesi. Lo hanno riferito testimoni
oculari, e la notizia è stata poi confermata sia da fonti
ospedaliere locali sia da fonti dell'amministrazione dell'enclave,
sotto il controllo dei radicali di Hamas. Contrastanti le versioni
sull'accaduto: secondo alcuni, i feriti sarebbero stati quattro, un
uomo e tre dei suoi bambini; secondo altre fonti avrebbero invece
riportato lesioni una donna e la figlia.
Il portavoce del ministero degli Esteri israeliano Mark Regev ha
detto che "i gruppi di estremisti a Gaza, quelli che si oppongono
alla pace e alla riconciliazione, continuano a lanciare razzi oltre
i confini di Israele. E’ un fatto inaccettabile e il governo non può
che difendere la sua sovranità e la sua popolazione". Il dialogo per
la pace rischia ancora di saltare.
Intanto, dopo le indiscrezioni della Cnn, fonti del Pentagono hanno
confermato che la scorsa settimana Israele effettuò un raid aereo in
Siria per distruggere un carico di armi iraniane dirette in Libano
per Hezbollah. L'operazione era stata effettuata il sei settembre
scorso ed era stata denunciata da Damasco come una semplice
violazione del proprio spazio aereo da parte di caccia israeliani
fuggiti dopo essere finiti nel mirino della contraerea siriana.
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