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Alla vigilia del Trattato di Lisbona seduta solenne del Parlamento europeo
 

Proclamata la Carta UE dei diritti fondamentali



Strasburgo, 12 dicembre 2007 - Alla vigilia della firma del Trattato di Lisbona, i presidenti del Parlamento europeo, della Commissione e del Consiglio UE hanno firmato solennemente la Carta dei diritti fondamentali che lo stesso trattato rende vincolante.

«Per i cittadini è un giorno di gioia» ha detto il presidente del Parlamento Hans-Gert Pottering aprendo la seduta solenne. Cinquant'anni dopo la creazione della Comunità europea, fondata sulle rovine della seconda guerra mondiale, «celebriamo oggi i valori comuni che sono l'essenza stessa dell'identità europea». La Carta dei diritti fondamentali, ha proseguito Potering, «è il simbolo del cammino che ci ha portato a un'Unione dei cittadini». Essa dimostra «cha abbiamo tratto la principale lezione dalla storia europea: il rispetto della dignità dell'individuo, la salvaguardia della libertà che abbiamo conquistato, della pace e della democrazia e lo Stato di diritto sono ancora oggi il motore dell'unificazione europea». Pottering ha quindi sottolineato che la Carta consacra i diritti economici e sociali, ma anche quelli politici. Tutela inoltre i diritti fondamentali nei campi d'attività dell'UE e nell'applicazione del diritto comunitario. Grazie alla Carta, tutti i cittadini dell'Unione potranno appellarsi alla Corte di giustizia. Ha quindi auspicato che essa sarà presto applicabile in tutti gli Stati membri.

Il portoghese José Socrates, presidente di turno del Consiglio europeo, ha ricordato che il Trattato prevede l'adesione dell'UE alla Convenzione sui diritti umani del Consiglio d'Europa. Ha affermato che, a partire da oggi, i diritti fondamentali «diventano in modo irreversibile patrimonio comune della civiltà europea». Si tratta anche di un importante strumento che orienterà l'azione politica e legislativa delle istituzioni europee e dimostra ai cittadini che l'UE è al loro servizio. Socrates ha sottolineato che la Carta prevede diritti sociali, nel campo professionale e della previdenza, è la Carta dell'uguaglianza contro ogni discriminazione, pone particolare attenzione ai bambini, agli anziani e alla parità di genere, comprende norme sui dati personali e contempla le libertà economiche.

José Manuel Barroso, presidente della Commissione europea, ha evidenziato l'elevato significato della proclamazione, «che consacra la cultura dei diritti dell'Unione europea». Con la firma della Carta dei diritti fondamentali, ha detto, le tre Istituzioni europee ribadiscono il loro impegno e permettono di realizzare un importante passo avanti rendendola vincolante e dandole lo stesso valore giuridico dei Trattati. La Carta ha aggiunto, porta concreti benefici per i cittadini, mette al centro la dignità umana e prevede le classiche libertà civili (di espressione, di religione, non discriminazione, ecc.), i diritti sociali e economici, dei lavoratori e delle parti sociali. Ma introduce anche nuovi diritti come quello alla tutela dei dati personali e quelli relativi alla bioetica. Si tratta – ha sottolineato - del primo documento giuridicamente vincolante prodotto a livello internazionale che raggruppi, in un testo unico, diritti politici e civici ma anche diritti economici e sociali, sottoposti allo stesso meccanismo giudiziario.

I tre presidenti hanno quindi firmato la Carta, nell'Aula è poi risuonato l'Inno europeo.

Durante gli interventi, alcuni parlamentari hanno disturbato la seduta con striscioni e urla. Il resto dei deputati ha coperto le urla  con lunghi applausi. Conclusa la seduta solenne, i leader dei gruppi politici hanno voluto prendere la parola per stigmatizzare il comportamento dei colleghi.

Resoconto della seduta

 

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