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Mosca, 4 agosto 2008 - E' morto ieri nella sua casa di Mosca Alexander Solzhenitsyn scrittore ed esponente del dissenso nei confronti del regime sovietico,. Aveva 89 anni e soffriva di cuore. Solzhenitsyn fece conoscere al mondo i Gulag, i campi di lavoro sovietici, con il suo libro “Arcipelago Gulag” che nel 1970 gli valse il Premio Nobel per la letteratura.

Nato nel 1918, due mesi dopo la Rivoluzione d'Ottobre, Solzhenitsyn fu condannato a otto anni di lavori forzati nei gulag per aver criticato Stalin nel 1945. Esiliato dall’URSS nel 1974 per dissensi politici e privato della cittadinanza russa, si trasferì in Svizzera e poi negli Stati Uniti. Al suo ritorno in Russia nel 1994 fu eletto membro dell'Accademia delle arti e delle scienze nel Dipartimento lingua e letteratura. Con “Arcipelago Gulag”, le sue opere più famose sono “Una giornata di Ivan Denisovic”, “Il primo cerchio” e “Divisione Cancro”.

Da tutto il mondo oggi si sono levate voci di cordoglio per la morte di un uomo che riuscì con la sua lotta a far conoscere gli orrori dei campi di concentramento di Josef Stalin, diventando la coscienza del suo paese. Le reazioni in Russia alla scomparsa di Solzhenitsyn hanno riconosciuto il “grande del XX secolo”, come ha fatto il presidente Medvedev. Da parte sua Mikhail Gorbaciov, ultimo leader sovietico, ha descritto Solzhenitsyn come "un uomo con un destino unico, il cui nome rimarrà per sempre scolpito nella storia russa". “Un profeta” lo ha definito la Chiesa ortodossa. L’ex presidente Putin a cui lo scrittore non aveva nascosto le sue simpatie, ha reso omaggio all’uomo “coraggioso”. Tuttavia Solzhenitsyn non è stato apprezzato da tutti in Russia. E per molti giovani russi resta un perfetto sconosciuto.

La salma di Solzhenitsyn verrà esposta domani all’Accademia delle scienze per l’ultimo saluto del pubblico, e il 6 agosto, dopo una messa solenne, verrà portata al cimitero del monastero di Danskoi dove egli stesso aveva chiesto cinque anni fa di essere sepolto.

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