Tokyo, 30 settembre 2007 – Il governo nipponico non ha intenzione di
lasciar correre sulla morte del fotoreporter giapponese ucciso
durante la repressione delle manifestazioni anti-governative in
Birmania. Il viceministro degli Esteri, Mitoji Yabunaka, è partito
per il Paese teatro delle proteste per far luce sull'accaduto e per
chiedere alla giunta di portare avanti un processo di riforme
democratiche. Sul corpo di Kenji Nagai sono state trovate tracce
inequivocabili: il giornalista e' stato raggiunto da un colpo
sparato a bruciapelo ed è morto all'istante. Il Giappone, uno dei
principali donatori di aiuti alla Birmania, chiederà al regime di
punire i responsabili dell'uccisione se sarà dimostrato che si è
trattato di un atto volontario. Yabunaka ha in programma incontri
con il ministro egli esteri birmano, Nyan Win e degli interni, Maung
Oo. Il capo della diplomazia giapponese Masahiko Komura ha dato
mandato al suo vice di incontrare anche la leader dell'opposizione
birmana, Aung San Suu Kyi. Non sono escluse misure drastiche come il
ritiro dell'ambasciatore e la sospensione dell'assistenza
tecnologica al Paese.
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