Bruxelles, 13 ottobre 2007 - Centinaia di siti web che vendono
biglietti aerei non sarebbero in regola con le normative di tutela
dei consumatori, perché aggiungerebbero voci extra ai prezzi
pubblicizzati: è quanto emerge da un'indagine realizzata dalle
autorità nazionali di diciassette Stati membri, coordinata dalla
Commissione europea. I primi dati dell'indagine, di cui riferisce l'Herald
Tribune, sono stati confermati da Helen Kearns, portavoce del
commissario europeo ai consumatori Meglena Kuneva, la quale ha
annunciato che i risultati definitivi dell’indagine, che risale al
mese di settembre, saranno resi noti entro quindici giorni. Nel
mirino dell'inchiesta non ci sarebbero solo i prezzi dei biglietti,
ma anche termini e condizioni di vendita che verrebbero spesso
pubblicate in lingue non comprensibili da tutti i consumatori. In
merito alle voci extra si tratterebbe di tasse aeroportuali, diritti
di prenotazione o aggravio per uso di carta di credito o addirittura
sovrapprezzi per tardiva prenotazione.
Ancora non si fanno i nomi delle compagnie chiamate in causa, perché
toccherà alle autorità nazionali verificare se i loro siti web sono
in regola con le normative o se invece siano da intraprese azioni
correttive. Tra pochi mesi verranno poi pubblicati gli elenchi delle
compagnie che hanno accettato di fare le modifiche richieste, di
quelle ancora alle prese con il problema e di quelle che avranno
rifiutato di apportare i cambiamenti richiesti. Qualsiasi
provvedimento nei loro confronti, dalla multa alla chiusura del
sito, dovrà essere preso a livello nazionale.
Il dossier, secondo quanto scritto dall'Herald Tribune, prenderebbe
in considerazione 433 siti web di compagnie aeree e di agenzie di
viaggi: di queste 217 sono sospettate di non aver rispettato diversi
criteri delle normative europee che impongono trasparenza sui prezzi
e sulle condizioni di vendita. Solo in Belgio, su 48 operatori presi
in esame 46 non sarebbero in regola. In Austria, invece, tutti i 20
siti web verificati non avrebbero difetti.
|