Pechino, 15 settembre 2007 - E' tornato in libertà dopo tre anni
passati in carcere Zhao Yan, collaboratore del New York Times,
arrestato nel 2004 per aver violato ciò che era considerato un
segreto di Stato: le dimissioni di Jang Zemin da capo dell'esercito.
Zhao ha lasciato la prigione in buona salute e di ottimo umore. Il
giornalista ha voluto ringraziare la famiglia, gli amici, i media e
quanti lo hanno sostenuto nei tre anni di battaglia per far
prevalere le sue ragioni. "La mia famiglia mi è mancata moltissimo –
ha detto - e in particolare mia nonna, che ora ha più di cento anni.
Per questo voglio innanzitutto dedicare un po' di tempo a loro. Poi
spero di incontrare molti amici e colleghi dei media e di preparare
una nota più dettagliata per mettere in chiaro il mio punto di
vista".
Zhao era stato arrestato nel settembre del 2004 dopo che il New York
Times aveva pubblicato uno scoop sulle dimissioni dell'ex presidente
Jiang Zemin dall'ultimo incarico ufficiale che deteneva: quello di
capo delle forze armate. Ma sia il giornalista cinese che la testata
avevano negato che fosse lui l'autore dell'articolo o la fonte della
notizia. Bill Keller, direttore del prestigioso quotidiano
newyorkese, ha manifestato tutta la sua soddisfazione. Zhao era
stato incarcerato con un'imputazione non collegata allo scoop e
chiaramente costruita ad arte: un contadino lo aveva accusato di
aver accettato una tangente di poco più di duemila euro nel 2001,
quando lavorava per un quotidiano della provincia di Jilin.
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