Tv: Fava, “Manca il vero giornalismo d’inchiesta” |
Roma, 4 marzo 2009 - Riferendosi agli ultimi fatti di attualità, il presidente dell’Associazione Giornalisti Europei, Nuccio Fava, ha denunciato lo scarso contributo alla comprensione dato dal mondo dell’informazione e in particolare dalla tv pubblica e privata. In una dichiarazione ripresa da varie agenzie e giornali il presidente dell’AGE ha detto che “non solo la decisione di innalzare a 65 anni la pensione delle donne, nel bel mezzo di una crisi economica e proprio alla vigilia dell’otto marzo, era un bell’interrogativo che avrebbe potuto occupare i principali contenitori televisivi, ma la stessa simpatica sgradevolezza di Murinho avrebbe potuto offrire ampia materia per dibattere le magagne del nostro mondo pallonaro. Tentativi mai seriamente approfonditi sin dai tempi di Zeman”. “Del resto – ha considerato Fava - la giornata offriva anche gli straordinari argomenti dell’apertura di Obama alla Russia, la delicatissima questione delle ronde o la decisione del sindaco di Roma di mettere dei vigilantes sulle ultime corse degli autobus diretti alle periferie”. Questioni appena toccate, sulle quali avrebbe dovuto concentrarsi “l’informazione del giornalismo d’inchiesta e di approfondimento di cui tutta la società italiana avrebbe bisogno”. Invece, secondo Fava, Rai1 e Canale 5 “ci hanno offerto una scontata marmellata di prodotti precotti, senza alcun gusto della ricerca”, con la prima rete che, pur affrontando il tema dei matrimoni misti “non contribuisce alla conoscenza dei problemi”, e la seconda che “supera il limite di buon gusto, dando cinicamente lo squallore di Omar ed Erika, furtivamente ripresi da una telecamera che avrebbe dovuto documentare la loro desolata condizione, a fini terapeutici e non di pubblico ludibrio”. Per il presidente dell’AGE “questi fatti ripropongono l’interrogativo del perché, oltre la responsabilità deontologica dei giornalisti, non sia chiamata in causa la responsabilità di chi dirige queste aziende editoriali, e di quale ruolo possa esercitare la commissione bicamerale di vigilanza, tutta assorbita dal problema di nuove nomine e spartizioni”.
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