Tallinn, 21 settembre 2007 – L'Estonia ha deciso di non autorizzare
il consorzio Nord Stream a condurre dei rilievi nelle sue acque in
vista della costruzione del gigantesco cantiere per il gasdotto
russo-tedesco sotto il Mar Baltico. Tallinn si giustifica parlando
di rischi per l'ambiente e per la sicurezza. Ma i contrasti con la
Russia hanno probabilmente avuto un peso nella decisione. Il
gasdotto lungo 1200 chilometri che dovrebbe collegare la Russia alla
Germania, passando sotto il mare eviterebbe il transito nei Paesi
Baltici e in Polonia, Stati che non nascondono la loro irritazione
per il percorso alternativo.
Mentre la Finlandia per pronunciarsi attende le conclusioni di un
rapporto sull'impatto ecologico del progetto nelle sue acque, altri
sottolineano le loro perplessità. Secondo l'eurodeputato polacco
Jacek Saryusz-Wolski “ci sono aspetti controversi che portano ad
affermare che il gasdotto del Baltico non è un buon progetto, è
contro il principio della solidarietà europea, non accresce
l'autonomia europea nel settore energetico, è costoso e pericoloso
per l'ambiente".
In Russia, il cantiere è già aperto e il consorzio, di cui fa parte
il gigante russo Gazprom, vuole rendere operativo il gasdotto fin
dal 2010. Facile prevedere che la scadenza potrebbe non essere
rispettata, sempre ammesso che il progetto vada in porto.
|