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Ankara prevede embargo contro sostenitori Pkk



Ankara, 25 ottobre 2007 - Per il momento l'aviazione turca si limita a incursioni isolate. Per l'offensiva su larga scala contro i ribelli curdi del Pkk rifugiati lungo il confine con l'Iraq, Ankara prende tempo e privilegia la soluzione diplomatica, così come sollecitato da Washington e Bagdad. Secondo quanto dichiarato da un responsabile della sicurezza curdo-irachena, i turchi ieri hanno bombardato un villaggio della zona curda a nord dell'iraq, vicino alla città di Dahouk.

Il Consiglio per la sicurezza nazionale, di cui fanno parte le massime autorità civili e militari turche, pensa, intanto, a un embargo economico nei confronti delle fazioni curde irachene che sostengono il Pkk. Il primo ministro turco Tayyip Erdogan ha detto che “se continueranno a sostenere i ribelli allora ricorreremo al nostro diritto di intervenire non solo per le vie politiche e militari, ma anche economiche”.

Il nord dell'Iraq, infatti, è fortemente dipendente dalla Turchia per il rifornimento di elettricità, acqua e riserve alimentari. Mentre le truppe turche si schierano lungo il confine con l'Iraq, oggi Bagdad manda ad Ankara una delegazione. Il segretario di stato americano Condoleeza Rice arriverà in Turchia la settimana prossima. Intanto i ribelli curdi del Pkk fanno sapere che sono "pronti ad accogliere qualsiasi proposta di soluzione politica" del conflitto con la Turchia, ma che hanno anche "adottato tutte le misure militari" per "colpire in profondità" il territorio turco. Lo dicono fonti del Pkk, aggiungendo che i soldati rapiti sono in Turchia.

 

 

 

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