Atene, 28 agosto 2007 – Il governo greco ha tenuto una riunione di
emergenza per fronteggiare la crisi dopo cinque giorni di incendi
che hanno devastato il paese. Si stima che siano andati in fumo due
milioni e mezzo di ettari di vegetazione, in quella che è stata
definita una catastrofe senza precedenti. Mentre montano le
polemiche per le responsabilità del governo, il premier Karamanlis
incolpa i piromani e i loro piani incendiari appositamente
orchestrati a poche settimane dal 16 settembre, data in cui si
terranno le elezioni politiche.
Contro il governo, definito totalmente incompetente, si scaglia il
leader del partito socialista, Giorgios Papandreou, affermando che
“non è stato capace nemmeno di salvare i suoi cittadini e che si sta
assistendo alla distruzione delle foreste e dell’economia”. Il fuoco
che brucia la Grecia infiamma anche gli animi della popolazione che
ha preso parte lunedì nel centro di Atene ad una manifestazione
organizzata dai partiti della sinistra e da associazioni pacifiste.
L’esasperazione assai diffusa mette a rischio la maggioranza di
destra attualmente al governo.
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