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La crescita nell’area dell’euro rimane sostenuta |
Il prodotto interno lordo nella zona euro è cresciuto dello 0,6 per cento nel primo trimestre del 2007, grazie ad una forte crescita degli investimenti. I consumi delle famiglie, invece, sono leggermente calati, soprattutto sulla scia della contrazione dei consumi tedeschi dovuta all’aumento dell’Iva. Tale misura, tuttavia, ha avuto un impatto modesto sui prezzi al consumo giacché l’inflazione è rimasta nel complesso stabile (attorno all‘1,9%). La disoccupazione è ulteriormente diminuita, toccando il 7,1% nel mese di aprile, quasi un punto di percentuale in meno rispetto all’anno precedente, in quanto il numero dei lavoratori è cresciuto di un rispettabile 0,4% (533 mila persone) nel primo trimestre. Tale evoluzione favorevole abbinata ad un’elevata fiducia dei consumatori dovrebbe stimolare una crescita dei consumi nel prossimo trimestre. Le prospettive economiche generali per il futuro dell’area dell’euro rimangono favorevoli (in primavera la Commissione aveva previsto una crescita del 2,6% per il 2007). Le proiezioni relative all'inflazione a breve termine rimangono favorevoli, con prezzi che si prevedono stabili, un’inflazione importata ancora sotto controllo e i costi unitari del lavoro in debole progressione. Nondimeno, alcuni rischi di rialzo dei prezzi possono concretizzarsi mentre il ciclo economico giunge a maturità. La crescita degli scambi commerciali nella zona euro è rallentata in misura significativa (0,3%) nel primo trimestre rispetto al trimestre precedente. Il rallentamento rispecchia in parte una correzione di carattere statistico dopo le cifre eccezionalmente elevate dell’ultimo trimestre 2006, ma potrebbe essere anche il riflesso di un leggera flessione della crescita degli scambi a livello mondiale. Dopo una pausa nel 2005, l’euro si è apprezzato negli ultimi trimestri rispetto alle valute di alcune delle principali destinazioni di esportazione dell’area dell’euro. Mediamente, l’apprezzamento rimane relativamente modesto, attorno al 4% in termini nominali dall’inizio del 2006 ed è stato parzialmente compensato dall’andamento positivo dei costi interni. La relazione esamina anche il collegamento tra la politica fiscale e l’inflazione, evidenziando che gli effetti della politica fiscale sull’inflazione interna possono essere significativi. Tuttavia, ciò dipende dalla natura dell’adeguamento di bilancio. Simulazioni mostrano che le ricadute inflazionistiche dell’espansione fiscale di uno Stato membro negli altri paesi dell’area dell’euro possono essere considerevoli e piuttosto persistenti in caso di shock delle spese in paesi aperti e di grandi dimensioni.
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